Sebulkron

Un grosso dragone dalla pelle color ghiaccio, alto circa 4 metri e lungo 11 metri, con una massima espansione alare di circa 12 e mezzo. La sua pelle ha un coloro d'avorio, ma alla base sembra essere blu. Ha 2 grandi corna ricurve sulla testa, ed una cresta che va dalla nuca per terminare alla coda. Le ali sono a forma di pipistrello dai colori glaciali . La lingua e liscia e appuntita, non biforcuta come quella di molti draghi. Gli occhi sono color azzurro cielo misto al bianco glaciale. Le squame sono del tutto lisce, e non presentano graffi visibili ad occhio nudo. Il ventre è azzurro

Altero, impetuoso ed avido.Un esperto manipolatore che tende a celare la verità a sua convenienza, mentendo ed ingannando. Si presenta nella maggioranza dei casi con l’aspetto di uccelli rapaci, per svelare solo secondariamente il suo vero volto. La fierezza che lo caratterizza lo costringe nella maggioranza delle situazioni a scavalcare con crudeltà gli animi altrui, eppure riesce a temprare con semplicità le sue emozioni, in particolare la cupidigia, da sempre una piaga.
Coglie ogni occasione che gli si presenta, meditando con accuratezza sulle opportunità a cui porterebbe un’eventuale impegno del suo tempo.
Quando la smania di distruzione comincia ad avvampare in lui, diviene però negligente delle ripercussioni a cui potrebbero portare le sue azioni. La facciata di distruttore ne cela un’altra più singolare, quella di creatore. Imponenti sculture nate dal suo ingenio, sono da sempre un vanto per Sebulkron, quasi come il suo tesoro, sotterrato nelle viscere del Castello da lui forgiato con cristalli ghiacciati.

Mutazione: La capacità di mutare forma in un altro essere vivente è uno dei poteri più conosciuti dei draghi. Sebulkron riusce a mutare in dei rapaci che non superano mai il metro e mezzo di altezza. La trasformazione per Sebulkron è particolare, poiché l’essere in cui si trasforma ha solitamente delle penne bianche, ed i suoi occhi sono azzurri come il ghiaccio

Soffio congelante: Un getto di ghiaccio elementale fuoriesce dalla bocca della creatura

Spine ghiacciate +1: Questa tecnica permette al drago di creare sul suo dorso degli aculei di ghiaccio da scagliare con un movimento del corpo.

+1: Gli aculei che si vengono a creare coprono quasi tutto il corpo del drago, formando un'aguzza armatura le cui parti appuntite possono essere scagliate tramite un impulso cinetico nato dal corpo.

Respiro del Nord: Rimanendo sospeso in volo ad ali spalancate, il dragone può creare una corrente d’aria gelata che porta neve e brina, capace di rallentare e spazzare via creature di svariate corporature.

Castello di brina: Sebulkron può emanare dalla attorno a se stesso un'aria gelata che va a depositarsi sulle superfici generando spesse stalagmiti ghiacciate con cui trafiggere gli esseri sovrastanti o difendere il dragone.

Presenza Glaciale: Versione alternativa della presenza terrificante dei draghi. Mentre la presenza terrificante scatena il terrore negli individui, la presenza glaciale di Sebulkron gli consente di emanare un aura magica che instaura nei suoi avversari la sensazione di stare congelando. Ciò influisce sul loro corpo e li fa comportare proprio come se si trovassero in un ambiente ostile molti gradi sotto lo 0.

Soffio fulminante: Alterna l'arma a soffio glaciale di Sebulkron con un letale raggio di lampi e saette.

Spirito delle tempeste: Il corpo perde consistenza, divenendo impalpabile. Sebulkron può trasformarsi in un elementale fatto di nubi e saette glaciali. Il suo corpo immateriale formato da nuvole gli consente di passare con facilità attraverso cunicoli e crepe. La forma elementale rende il drago semi-invulnerabile agli attacchi fisici, ma quelli magici saranno ugualmente dannosi.
L'utilizzo di questa tecnica attinge alle energie del dragone, il tempo fra un utilizzo e l'altro varia a seconda dell'abuso che se ne fatto.

Incornata Saettante: Sebulkron pervaso dalla forma del fulmine può scattare a ipervelocità, liberando sul suo corpo delle furenti scosse elettriche.

Furore del Cielo: Questa tecnica può essere utilizzata solo una volta per ciascuna role.
Il drago concentra il suo potere per richiamare a se grigiastre nubi temporalesche, dopodiché è capace di riversare in terra una furiosa pioggia di tuoni, incenerendo ogni cosa circostante.

Urlo della tempesta nascente: Sebulkron può liberare un distruttivo getto elementale nato dal legame di ghiaccio e fulmine.
Data la potenza di questo soffio, può essere usato in maniera continua per una ventina di secondi, spingersi oltre logorerebbe le forze del drago.

Golem del Tuono Mistico:
Il ghiaccio si condensa in una forma massiccia e imponente, creando un colosso elementale la cui stazza è quasi equivalente a quella del drago.
Il golem è vuoto ed incapace di ogni azione finché non viene animato da Sebulkron, quando ciò avviene dal corpo cristallino dell’elementale è possibile scorgere una sorta di esoscheletro luminescente.
Una volta creato il Golem tende a seguire il comando con cui è stato portato in vita, finché il creatore non decide di modificarne lo scopo. Il costrutto può esercitare un lieve controllo sui poteri del fulmine, questa manipolazione comprende generazione di scariche o sfere d’energia.
Se il corpo fisico viene distrutto, il Golem non muore, bensì la sua vera essenza viene liberata. Un essere etero interamente formato d’energia. Incapace di nuocere fisicamente e vulnerabile a poteri elementali e forme di magie.
Senza un guscio fisico, il costrutto può sopravvivere qualche ora prima che la sua energia si disperda.
Sebulkron può imprimere la vita in un solo Golem al giorno.

Su una piccola isola formata quasi solamente da montagne, dove d’inverno il freddo picca le sue alture più che in qualche altro luogo, vi è una creatura cresciuta fra il gelo e la brina.
Un essere che ha accumulato fortune per oltre un secolo. Il dragone dei ghiacci Sebulkron.
Nato sulle montagne, il suo uovo si schiuse da solo, in una caverna segregata nelle più insidiose alture delle montagna. Niente compagni di covata o genitori ad attenerlo. Era completamente solo in un luogo che per altri sarebbe stato ostile.
Il suo primo pasto, fu lo stesso guscio dell’uovo che lo aveva protetto fino al momento della sua nascita.
I giorni successivi sarebbero stati duri, per un cucciolo normale, ma egli era un drago, un drago del gelo nato per vivere fra le insidie delle montagne ghiacciate.
Non fu facile procurarsi i pasti dei primi giorni, specialmente visto il periodo.
Riuscì a sopravvivere depredando parzialmente le tane di alcune di alcune creature che si trovavano sulla montagna.
Normalmente un drago cercherebbe un mentore, in modo da istruirsi sulle usanze delle propria specie, ma a Sebulkron bastava il suo istinto. Non per scelta, egli non aveva mai incontrato un altra creatura draconica, e non sentiva il bisogno di cercarla.
Un giorno, mentre tornava dalla caccia, portando con se nella sua piccola caverna di ghiaccio il cadavere di un intero camoscio, sulla spiaggia vi era un naufrago. Era occupato a contare delle gemme, oggetti che il dragone del gelo non aveva mai visto. Rimase affascinato dai colori che emanavano quelle pietre, rosso, verde, azzurro. Quegli oggetti, sembravano avere un altissimo valore monetario.
Un impulso improvviso si impossesò del suo corpo, balzò addosso al viandante e gli agguantò la mano con le zanne, trattenendo le gemme nella sua bocca per poi fuggire, abbandonando la sua preda.
Fu così che cominciò ad accumulare il suo tesoro, moneta dopo moneta, gemma dopo gemma. Cresceva senza regole, incurante della sorte di chi depredava.
Col passare degli anni le sue ali si fecero sempre più maestose e potenti. Da piccoli e goffi voli, che lo facevano sembrare un pipistrello con le scaglie, passò a maestose perlustrazioni della sua isola, seppur la sua statura non era ancora sufficiente a pareggiare quella di un suo simile in età adulta. Ogni giorno scopriva sempre di più, finché non decise di andare oltre.
Perlustrò parecchi luoghi, seminando un insensato ed innocente terrore, finché non incontrò qualcuno capace di tenergli testa e batterlo.
L’isola che aveva scelto, era protetta da un immenso dragone rosso, che possedeva capacità elementali impressionanti, e doti arcane ignare al figlio del gelo.
Sebulkron non conosceva il significato della parola furto, finché quest’ultimo non gli venne spiegato a colpi di fiamma.
Il guardiano dell’isola ebbe la meglio, e Sebulkron la lasciò seppur sconfitto, con un nuovo insegnamento, sul come comportarsi in una città
Sebulkron crebbe, sviluppando le sue prime capacità magiche, mentre il suo tesoro si ammassava sempre di più. Sulla montagna non vi passava più nemmeno un viaggiatore, avevano imparato a temere quel luogo. Fu chi passava di lì, ad avere associato a Sebulkron il suo nome
Ogni tanto intorno alla sua isola passavano delle navi pirata, non si era mai azzardato ad attaccarle. Con l’aumento dell’età, aumentava anche il suo intelletto ed il buonsenso, e in un’occasione, quest’ultimo gli disse che era tempo di mettersi alla prova davvero.
La nave venne affondata dopo una battaglia di qualche ora, ed il carico finì ad accrescere il materasso d’oro di Sebulkron.
Superato il secolo di vita, e divenuto temuto in quelle zone, seduto su un’abbondante tesoro, il figlio dei ghiacci pensò fosse il caso di farsi una reputazione fra la sue gente.
I racconti dei bardi, arrivavano fino alla sua piccola isola, racconti che parlavano di terre fantastiche, abitate non solo da draghi.
In tutta la vita non si era mai posto delle domande sulla sua origine, sulla sua gente, o sua cosa ci fosse oltre le isole che circondavano la sua. Tutto quella che aveva letto sui libri rimediati dai saccheggi gli fu sufficiente, per i primi anni.
Era arrivato il mio momento di vedere tali meraviglie con i proprio occhi.

Il Sisma del Meridione e la Brezza del Settentrione