L'assemblea dei figli del gelo

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    Spinto dai venti, con un battito d'ali così imponente da far tremare la terra stessa, il dragone dei ghiacci Sebulkron, getto il suo sguardo sull'isola di Kengard.
    Ancora a centinaia di metri d'altezza, egli chiude le sue ali, sorvolando in picchiata l'isola, cercando il luogo a lui più propizio.
    Quanto avrebbe voluto visitare. Da dove si trovava poteva ammirare immense città, monti imponenti e magiche foreste. La sua attenzione però, venne presa da una distesa gelata che tanto gli ricordava casa sua. Che vi fosse un tesoro sepolto fra il ghiaccio e la neve? Pensò.
    Spalancando le ali si mosse maestosa sulla superficie, per poi atterrarvi schiacciando gli artigli nella morbida neve.

    Mentre la neve gli sprofondava negli artigli, lasciò che la morbida brezza gli accarezzasse il collo. Quella sensazione era impareggiabile, lo faceva sentire come a casa. Ma il possente dragone era partito da poco, e non era per nulla il momento di cominciare a fare i nostalgici.
    Le sue narici si riempirono della fresca aria gelata che ricopriva la tundra.
    Il suo possente passo, accompagnato dallo strisciare della coda sulla neve, annunciavano a chiunque vi fosse stato, che Sebulkron il figlio del gelo era giunto. Se vi fosse stato qualcuno con cui annunciarsi.
    Quel luogo pareva completamente deserto, non vi era nulla, ad eccezione della quiete più totale

    Edited by H a w k e ; - 29/1/2017, 00:30
     
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    Se c'era una cosa che Shyra odiava a morte, era il dover cercare ingredienti per gli intrugli magici di Eyrin.
    "Vai a cercare questo, quest'altro...ma perché non ci va lui, visto che se ne intende più di me?" si ripeteva da sola, imitando la voce dell'elfo dalla chioma argentea. Ruoteò gli occhi color zaffiro contro il cielo e riprese a zampettare sulla soffice neve che rifletteva sotto i diurni raggi del sole kengardiano.
    "Vuole una pianta azzurrognola che cresce sotto la neve! Come faccio a trovarla sotto questa chilometrica tundra? Da tutto per scontato, mr. Orecchie a punta."
    Shyra continuava a borbottare da sola come una zitella acida, sola in mezzo al Bianco Meriggio. Quel giorno non tirava un filo di vento e il freddo era calato notevolmente, seppur la temperatura fosse sempre rigida per un normale essere vivente non abituato a vivere nel gelo.
    Continuò a camminare per altri metri, fino a raggiungere una specie di altura rocciosa completamente ghiacciata. Fece un profondo respiro, inalando la fresca aria della Tundra e godendosi quel panorama mozzafiato che si estendeva davanti ai suoi occhi di aquila.
    Desiderava volare su quel mare di neve tessuta, desiderava prendersi dei minuti tutti per sé invece di cercare quelle stupide piantine che Eyrin bramava per la sua ennesima pozione. Ma la sua vigile attenzione, fu attratta come una calamita verso una figura bluastra come il ghiaccio che si stagliò sul panorama della candida distesa. Shyra sgranò gli occhi quando vide che si trattava di un drago. Ultimamente in quell'impervio luogo, non ce n'erano molti...quindi quella creatura, fu una grande sorpresa per la grifonessa.
    "Al diavolo le piante, la curiosità mi chiama!"
    Aprì le ampie ali e spiccò il volo da sopra l'altura. In pochi secomdi, la maestosa quanto bellissima grifonessa dalle soffici piume bianche, atterrò davanti al cospetto del dragone dalle scaglie azzurre. Mantenne una distanza di circa 10 metri, ovvero la cosidetta distanza vitale e/o di sicurezza.
    Con le ali ancora semi-spiegate ed una zampa protesa in avanti, la creatura piumata esordì:
    "Non vedevo un drago da tempo! Quale buon vento vi porta qui?"
     
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    Sbattendo la coda innervosito dal quel luogo deserto privo di tesori o qualsiasi cosa potesse minimamente suscitare il suo interesse, si preparava a spalancare le ali per andare via.
    La sua azione venne catturata da una creatura che aveva circa la metà delle sue dimensioni, ed aveva il buonsenso di tenersi a distanza.
    Sebulkron fissava l'essere alato con attenzione, cercando di distinguere la sua razza. Ricordava d'avere letto di creature simili, maestosi quadrupedi alati chiamati grifoni.
    Il drago dei ghiacci drago alzò il collo più che poteva, come per farsi vanto delle sue dimensioni. Cominciò a girare incuriosito attorno alla grifonessa. Non aveva mai visto un tale eburneo manto, e voleva accertarsi che fosse come i libri che aveva preso alle navi depredate lo descrivevano. Pura e semplice curiosità che tentava di nascondere dietro al suo portamento arrogante. Non mancò di tenere la precisa distanza posta dalla grifonessa, come per rispettare la sua saggia scelta, dimostrando di non avere intenzioni ostili.

    Le possenti mascelle si spalancarono, facendono uscire una leggera brezza accompagnata dalla voce del dragone.
    Un viaggio di piacere. Vengo da lontano, molto lontano. La mia razza non popola molto quest'isola?
    Chiese. Niente draghi voleva dire niente rivali, nessuno con cui contendersi i tesori che quella terra racchiudeva.
    Dovette trattenere a fatica un sorriso d'entusiasmo. Meglio non cominciare a farsi subito una cattiva reputazione come a casa sua. I popolani lo temevano, e più volte lo avevano attaccato. Sia per avidità, che per vendetta. Per Sebulkron fu sempre un piacere scacciare gli invasori, mangiando i più ostili per cena.
     
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    Shyra abbassò la zampa ursina e si assettò su tutte e quattro le zampe. Ripose lentamente le ali e schioccò la coda piumata con fare elegante. Si prese giusto cinque secondi per analizzare ciò che aveva davanti, ovvero il drago dalle squame color del ghiaccio. Egli alzò la testa in alto come se volesse ostentare superiorità, incominciando a girare intorno alla grifonessa come un animale incuriosito. Evidentemente il drago non aveva mai visto creature come Shyra, quindi ella si lasciò osservare senza tanto e né quanto.
    Alla fine poi il grosso rettile parlò, emettendo dalle fauci una fresca brezza che si mischiò alla fine aria gelida della Tundra:
    CITAZIONE
    Un viaggio di piacere. Vengo da lontano, molto lontano. La mia razza non popola molto quest'isola?

    La creatura piumata rizzò la cresta della testa assieme alle piccole orecchie pelose. Da ciò che sapeva, i draghi erano una specie abbastanza popolosa a Kengard.
    "Oh, direi che ce ne sono abbastanza. Qui non vi transitano moltissimo, stanno piuttosto intorno all'Ossidiana d'Argento o al Volto di Meridia, un'isola che è l'esatto opposto di qui." spiegò la grifonessa, sedendosi sulle zampe posteriori.
    "Stavi cercando qualcosa o qualcuno in particolare?" Magari il drago aveva bisogno di aiuto, visto che veniva da molto lontano.
     
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    Nel sentire la risposta della grifonessa, Sebulkron sbatté indignato la coda sul pavimento gelato. Il piacevole pensiero che sull'isola non ci fossero creature in grado di pareggiarlo, e quindi permettergli di depredare ogni tesoro presente, scemò tristemente.
    Si sarebbe dovuto arricchire in altri modi
    Qualcuno, forse. Qualcosa, di certo.
    Il dragone si fermò un momento, riflettendo su ciò che stava per dire. Era davvero utile rivelare i suoi avidi intenti. Conosceva bene l'avidità dei suoi simili, quasi pareggiabile alla sua. Lo scontro di qualche decennio prima gli aveva insegnato bene a non rubare, e se doveva proprio farlo, era meglio non rivelarsi prima di avere il bottino fra gli artigli, e solamente se colui a cui doveva prendere i preziosi, non ne fosse stato degno.
    Ma Sebulkron, non avrebbe perso un'occasione per farsi vanto del suo tesoro, o di trovare un modo per ingrandirlo.
    Le vostre terre sono ricche si dice. Tesori, oro, gemme preziosi gradite all'occhio. Ma non solo.
    La sua ricchezza si dice, vi è anche in creature maestose, esseri mai visti. Alcuni così magnifici da essere ritenuti frutti di natura divina, altri tanto blasfemi, da potere essere associati al diavolo in persona.Luoghi incantati, inferni sulla terra e...

    Sebulkron si fermò per un momento, cercando di trattenere l'entusiasmo che stava per traboccare dal suo sguardo se non lo avesse fermato
    ... E, signori della guerra con tanti preziosi da costringermi a trasferirmi in una tana più grande per i troppi tesori accumulati negli anni
     
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    Il drago schioccò la coda a terra alle parole della grifonessa, sembrava che fosse rimasto deluso da qualcosa. Cosa gli aveva detto di così particolare da far scatenare una reazione simile? Shyra non riusciva a capire delle volte lo strano comportamento dei draghi. Continuò a mantenere uno sguardo interrogativo verso lo sconosciuto, mentre la coda piumata si arricciolò sulla sua stessa schiena.
    CITAZIONE
    Le vostre terre sono ricche si dice. Tesori, oro, gemme preziosi gradite all'occhio. Ma non solo.
    La sua ricchezza si dice, vi è anche in creature maestose, esseri mai visti. Alcuni così magnifici da essere ritenuti frutti di natura divina, altri tanto blasfemi, da potere essere associati al diavolo in persona.Luoghi incantati, inferni sulla terra e...
    ... E, signori della guerra con tanti preziosi da costringermi a trasferirmi in una tana più grande per i troppi tesori accumulati negli anni

    "Ah, quasi dimenticavo che i draghi sono ossessionati con i tesori..." pensò, mentre lo ascoltava interessato.
    Ciò che diceva era vero: Kengard era veramente una terra ricca in tutti i sensi. A Shyra personalmente non importava molto di pietre preziose, valanghe di monete d'oro o altro, l'unica cosa di prezioso che riteneva come tale, erano i suoi bracciali argentati con degli zaffiri incastonati che teneva ai polsi delle sue poderose zampe anteriori.
    Ne alzò una verso il drago, mettendo in mostra uno zaffiro che brillò fiocamente sotto la luce del sole.
    "E così abbiamo un caccia tesori!" esclamò, abbassando la zampa interessata e sorridendo allo stesso tempo.
    "Beh, non so se ti sarà di aiuto, ma qui nella Tundra gemme e roba varia scarseggia...a meno che..."
    Una lucina si accese nei suoi occhi da rapace azzurrini. Si ricordò che in una grotta abbandonata che aveva recentemente perlustrato di notte, aveva intravisto delle cose colorate brillare sotto i raggi lunari. Sotto la supervisione di un occhio esperto magari, avrebbe saputo dire sei si trattava di cose preziose o meno.
    "...a meno che tu non abbia voglia di seguirmi! Forse c'è della roba che potrebbe fare al caso tuo."
    Finalmente c'era qualcosa di entusiasmante da fare. A Shyra delle pietre preziose non le importava un tubo e accompagnare il drago alla meta del "tesoro" (se questi avesse accettato la proposta) non avrebbe assolutamente guastato i suoi piani.
    Avrebbe fatto di tutto pur di non andare a caccia di piantine bluastre che crescevano sotto la neve.
     
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    Non appena vide il gioiello sul bracciale della grifonessa, la mente di Sebulrkon scattò. Poi, prima di compiere qualunque azione avventata si fermò a riflettere. Era davvero la mossa più saggia? Non conosceva i grifoni, e quell'essere alato poteva nascondere conoscenze arcane sufficienti a rimandarlo sulla sua isola. In oltre, quello era solo un misero bottino.
    Le successive parole dell'alata incuriosirono il figlio del gelo. Perché accontentarsi di quella pietra, quando poteva averne a decine, forse centinaia.
    Rifletté per soli pochi secondi, prima di alzare le sue ali, ed in successione la zampa. Quest'ultima era spalancata, come se volesse afferrare qualcosa.
    Accetto, la tua gentile proposta
    Disse stringendo la zampa, come per simboleggiare l'accoglimento dell'atto che voleva compiere la grifonessa.

    Il dragone venne ricoperto un fumo biancastro, con tratti blu ghiaccio. Quella strana nebbia lo avvolse del tutto, e quando si dissolse, il dragone era scomparso. A sostituire il possente Sebulkron vi era un minuto rapace, un gufo dalle piume bianco cielo e gli occhi color gelo.
    L'esile uccello si alzò in volo, ed alle sue spalle un vento ghiacciato si faceva largo, muovendo la neve alle sue spalle.
    Possiamo andare
    Voleva evitare di allarme qualcuno con la sua presenza. Da quel che aveva detto la grifonessa non vi era un dragone in quel luogo dal molto tempo, tanto valeva celarsi ad occhi indiscreti. Gli avrebbe anche concesso, di osservare meglio una possibile popolazione, se vene era in quella landa ghiacciata.
     
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    Il drago accettò la proposta di Shyra. Prima che questa potesse spiccare il volo e guidare il gross rettile del gelo, egli si dissolse in una curiosa nebbiolina fredda dai tratti bluastri. La grifonessa per un attimo che cosa stava combinando, se si fosse teletrasportato o semplicemente, sparito nel nulla come. E invece, al posto di quella specie di fumo gelato , apparì un gufo bianco come le sue piume dagli occhi azzurri intensi.
    Ebbene, aveva il potere di mutare la propria forma al fine di passare inosservati! Un gufo bianco sul bianco della Tundra, non lo avrebbe notato nessuno.
    CITAZIONE
    Possiamo andare.

    Shyra annuì con la testa, spiegando le ali. In un batter d'occhio si ritrovò a volare ad una discreta quota, cogliendo le correnti d'aria per volgerle al suo favore.
    "Posso sapere il tuo nome?" domandò, stabilizzando la propria andatura di volo con un battito d'ala.
    "Io sono Shyra."

    Passarono circa sei-sette minuti da quando era decollata. Finalmente dall'alto, intravide quella curiosa grotta che solo lei aveva riconosciuto, dato che da sotto altri punti di vista, sembrava solo un grosso blocco di ghiaccio ricoperto dalla neve.
    Assicurandosi che il drago-gufo la stesse seguendo, la grifonessa discese a spirale con una certa eleganza, atterrando pressapoco davanti all'entrata della grotta, ben nascosta da rocce di varie forme.
    "Eccoci, siamo arrivati." mormorò a bassa voce, zampettando silenziosamente verso l'entrata. Il luogo man mano che si avanzava in avanti, si faceva sempre più buio. Ma in mezzo a tutta quell'oscurità, si poteva notare un flebile luccichio di vari colori attaccati al soffito ed alle pareti della fredda caverna.
    "Non me ne intendo di pietre preziose...secondo te queste cosa sono?" domandò curiosa, avvicinandosi a quello che doveva esse una specie di quarzo, tastandolo delicatamente con un artiglio nero.
    "Non ho mai visto nessuno in questa caverna da quando l'ho scoperta, è sempre rimasta intatta." aggiunse poi, rassicurando il suo "ospite" in modo che si gustasse la scena da solo e senza essere disturbati ulteriormente.
    Mentre Shyra scrutava ogni cristallo attentamente, improvvisamente norò uno strano oggetto che stonava in mezzo a quel mare di roba preziosa. Lo afferrò con la zampa sinistra e se lo portò sotto alla sua vista.
    Sembrava essere la piuma di un volatile. Era nera lucida, dai riflessi bluastri. Qualcuno sfortunatamente, sembrava essere arrivato prima di loro...
    Immagine che rappresenta più o meno la caverna:
     
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    Il dragone divenuto gufo prese il volo, sospinto dai freschi venti della Tundra.
    Con gli occhi rapaci scruttó ogni angolo di quell'immensa distesa di neve. Non vi era nulla, nessun'altra forma di vita.
    La sua attenzione venne richiamata dalla domanda della grifonessa.
    Spalancó il minuto becco, ed ad accompagnare la sua voce, non vi era più un'immensa brezza gelata, ma non più di un minuscolo piffero d'aria fresca.
    Sono cresciuto senza nome, nessuno mene ha mai dato uno, fino a qualche decennio fa.
    Loro, gli uomini, mi chiamavano Sebulkron. Puoi usare quello, Shyra.


    Con lieve battito di ali, il figlio del gelo si portò a terra facendo sprofondare gli artigli nella morbida neve. Adorava quella sensazione di gelo fra le sue dita.
    Zampettando sino all'entrato non mancò di osservare i dintorni di quella grotta.
    Alla domanda di Shyra, Sebulkron si avvicinò alle formazioni rocciose. I loro vari colori scintillavano nel suo sguardo, che minuziosamente analizzava le pietre.
    Dopo pochi secondi, il metagufo dagli di ghiaccio riconobbe molte delle gemme che si trovavano lì.
    Un sentito ringraziamento, te lo devo.
    Si fermò un attimo per assicurarsi di ciò che stava dicendo.
    Alcuni sono cristalli comuni, belli a vedersi ma senza un particolare valore, ma altri... Sono fra le gemme più rare in assoluto, alcuni possegono sicuramente facoltà magiche, che incrementano il loro valore.
    Già, e sono mie
    Una voce spezzò il dialogo di Sebulkron, voce appartenente ad un umanoide alato con la testa d'uccello. Costui, stringeva fra le mani un'alabarda bronzea, e portavo un cinturone con scimmitara, accuratamente riposta in un fodero.
    Non le hai ancora reclamate
    Ho reclamato per me l'intera grotta. Andate via, a me no che non vogliate che appenda le vostre teste qui fuori come avvertimento per futuri visitatori.
    Sebulkron, con aria di derisione si avvicinò all'essere, che teneva spalancate le sue immense ali nere
    Sei sicuro di volere intraprendere una simile impresa, potresti finire nella fossa prima di avere adempiuto a tale compito
    L'alato scoppiò in una sonora risata rivolta verso il figlio del gelo
    E chi mi ci spedirà, tu? Minuscolo uccellino
    Sebulkron indispettito da quel commento, si avvolse nuovamente nei fumi gelati, riprendendo le sue naturali sembianze.
    Il dragone spalancò le immense ali color ghiaccio, che per poco non toccavano il soffitto di quella grotta.
    Le fauci si aprirono minacciosamente davanti all'alato, risaltando le temibili file di denti che le componevano.
    Chi hai chiamato uccellino, rimasuglio d'abominio?
    Ancora più irritato di quanto non lo fosse stato Sebulkron, l'uomo-uccello spalancò le ali e strinse con forza l'alabarda puntando al muso del dragone. In risposta, ricevette una testata prima che potesse terminare il suo attacco.
    L'alato sembrava stare per essere impalato sulle pietre. Sebulkron in un primo momento speró che il suo sangue si lavasse via facilmente dai preziosi, in modo che non ne riducesse lo splendore nemmeno di un po', ma non avrebbe avuto bisogno di ripulirse. L'alato con un potente battito d'ali evitò una fine certa.
    Perirai per questo affronto!
    L'uomo-uccello venne come avvolto da una strana aura, che avesse qualche tipo di facoltà magica?
     
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    Quella piuma doveva appartenere per forza ad un volatile, possibilmente senziente.
    A dare conferma di ciò fu una voce esterna alle due creature del gelo. Reclamò le sue pietre come sue, nonostante non avesse niente per dimostrare ciò. Shyra si voltò per vedere lo sconosciuto: si trattava di un uccello antropomorfo con la testa e le ali nere. Brandiva un'alabarda color bronzo e alla vita cingeva una strana spada ricurva chiamata scimitarra.
    CITAZIONE
    Ho reclamato per me l'intera grotta. Andate via, a me no che non vogliate che appenda le vostre teste qui fuori come avvertimento per futuri visitatori.

    "Ho visitato molte volte questo posto, non ci ho mai visto nessuno!" stridì lei con le penne del collo tutte gonfie dalla rabbia.
    "E per la cronaca, appartiene alla Tundra la grotta, non a te. Noi eravamo solo di visita qui."
    Sebulkron, sotto foruma di un appartente innocuo gufo bianco, avvisò l'uccello umanoide sul pericolo in cui andava incontro. Lo sconosciuto lo derise e questo comportò al drago a trasformarsi nuovamente nella sua vera forma e ad attaccarlo successivamente. L'alato stava per fare una brutta fine, ovvero quella di essere impalato sulle pietre preziose acuminate, ma con un potente battito d'ali evitò morte certa.
    Come se non bastasse, l'uccello con l'alabrda si ricoprì di una strana aura magica. Forse si stava preparando a fare un attacco... ma Shyra immediatamente, incominciò a sbattere le ali in risposta. Una scarica di dardi ghiacciati fini e pungenti come aghi di cactus si solidificarono dalla corrente fredda che aveva generato con il movimento degli arti alari, che miravano l'intero corpo dell'uccello antropomorfo.
     
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    Il rapido attacco della grifonessa, impedì all'alato di utilizzare un qualunque potere magico.
    L'alato prima di potermi rialzare, venne trafitto da una serie di piccole schegge di ghiaccio, ce lacerarono la sua pelle, macchiando di sangue le sue piume.
    Luridi, vi costerà la vita.
    Sebulkron avvicinandosi all'essere mostrando tutte le sue spaventose dimensioni, adombrando quel minuscolo essere antropomorfo, disse con voce di scherno
    Perirò, mi costerà la vita. Non sembri capace di mantenere tali promesse
    Il dragone dei ghiacci si avvicinava a lenti e pesanti passi verso la creatura. Quest'ultima scattò rapidamente fuori dalla caverna, lasciando le 2 creature da sole.
    Codardo
    Sebulkron tornò ad analizzare le preziose gemme, sfiorandole avidamente con gli artigli. I suoi occhi facevano traspirare una certa gioia, era riuscito ad ottenere un grande bottino. Vi era un solo problema, riuscire a trasportarlo. Di sicuro, qualcuna delle sue "conoscenze" doveva trovarsi su quell'isola, e forse poteva aiutarlo.

    Dopo qualche minuto di analisi, al di fuori della caverna si udirono battiti di ali. Il figlio del gelo pensava ancora a come dividere i tesori per il trasporto, nel frattempo li aveva ordinati per valore, tenendo a mente il numero esatto di gemme e del loro tipo.
    Quel suono, che arrivava da fuori suscitò la sua attenzione, e portò il dragone ad affacciarsi all'entrata della grotta
    E' tornato, ed ha portato degli amici
    L'alato stava scendendo in volo per di loro, portando con se dei rinforzi.
    Sebulkron si rivolse a Shyra con una leggera calma
    Sono qui per il mio affronto, ti conviene andare.
    Attese una replica da parte della grifonessa, per poi dirigersi contro i suoi avversari ad ali spalancate.

    Correndo, compì un balzo, alzandosi in volo sostenuto dalle correnti ghiacciate di quella zona. Gli antropomorfi non persero tempo ad attaccarlo, Sebulkron rispose al loro assalto dopo averlo solamente intuito, compiendo una letale spazzata aerea che ne catapultò un paio sulla neve.
    Lo stesso a cui aveva recato l'affronto, impugnò la scimmitarra, illuminata da una luce eburnea. Scagliò un fendente nel vuoto, che si tramutò in una serie di onde d'energia.
    Colto alla sprovvista, il figlio del gelo non poté fare altro che stringere i denti mentre subita l'attacco.
    Spalancato le sue ali rilasciò una corrente che impediva all'alato di continuare a scagliare fendenti magici, questo diede a Sebulkron l'occasione di ribattere, volando con fare minaccioso a fauci spalancate verso la creatura. Un altro dei suoi compagni colpì il drago dalle scaglie ghiacciate sul muso con un possente martello, che sembrava intriso di una qualche energia mistica. Il figlio dei ghiacci sentì il colpo, ed infuriato scagliò un fendente d'artiglio contro l'antropomorfo, facendogli cadere dalle mani il martello, per poi spalancare le fauci mostrando tutta la potenza della sua arma a soffio.
    L'alato venne congelato, e mentre precipitava verso il suolo, Sebulkron lo seguiva alla stessa velocità, tenendo qualche metro di distanza. Non appena l'uomo-uccello si trovò ad un metro da terra, il dragone del gelo gli si gettò addosso con tutta la potenza che le sue dimensioni offrivano. Le budella dell'alato ora macchiavano le scaglie del drago, che ne era quasi disgustato.
    Affilando gli aculei gelati che scintillavano sotto i raggi del sole, si preparò a perforare la carne dei suoi nemici, per poi divorarla come banchetto serale.
     
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    Shyra era riuscita a imperdire a quell'essere metà uomo-uccello, di usare qualsiasi potere magico contro di loro. Poi, scattò fuori dalla caverna. Quella reazione alla grifonessa non piacque per niente. E infatti pochi minuti dopo, mentre Sebulkron sembarava essere al settimo cielo immerso in quella grotta scintillante di pietre e gemme, arrivarono i "rinforzi" della creatura alata di prima.
    CITAZIONE
    Sono qui per il mio affronto, ti conviene andare.

    disse calmo, rivolto a Shyra.
    "Ma è il mio dovere aiutarti, ti ho condotto io qui e io ti tirerò fuori dal guaio. Anche perché questa grotta non era di nessuno, non ho mai visto entrarci creature all'infuori di me."
    Ma troppo tardi. Il drago di ghiaccio partì come un treno contro gli aggressori. La grifonessa uscì fuori ad osservare la battaglia e stava vedendo che Sebulkron stava facendo praticamente tutto da solo. Notò che aveva una certa grinta e potenza, tanto che riuscì a distendere gli avversari con una certa facilità. Stavano facendo una brutta fine uno dietro l'altro e Shyra si domandò se era giusto il fatto di aver condotto un drago del genere in una simile impresa.
    "Che sta succedendo qui?"
    No.
    Quella voce era tremendamente familiare alla grifonessa.
    Non doveva essere qui lui. Che diamine ci faceva?
    Si voltò lentamente con tutto il corpo, notando che si trattava di Eyrin. L'elfo dalla capigliatura biancastra aveva il viso contorto in un'espressione di disapprovazione. Gli occhi gialli dondolavano da Shyra a Sebulkron, immerso in quella battaglia all'ultimo tesoro.
    "Che-sta-succedendo...qui!!!" esclamò, indicando il drago che aveva sventrato uno di quegli esseri alati. Si scansò onde evitare di essere congelati dalla corrente fredda che sprigionava quel rettile. La grifonessa invece, lo trascinò dentro alla caverna, al sicuro.
    "Eyrin. Posso spiegarti, lascia che..."
    "Ti mando a cercare un ingrediente e ti trovo a maciullare questi...ladruncoli? Da quando sei diventata una paladina della giustizia?" domandò esterrefatto.
    "Ma io veramente...aspetta. Hai detto ladruncoli vero? Quegli uccelli umanoidi sono..."
    "Sì esatto. Ho sentito che da tempo nella Tundra si erano stazionati questi strani esseri che hanno l'abitudine di depredare e rubare ogni sorta di gemma o pietra preziosa da caverne, grotte e case. Li ho riconosciuti perché un roc delle nevi mi ha riferito un'esauriente descrizione di questi pazzi.
    Essi sono ricercati in quasi tutta Kengard. Ma il punto è che il vero reato non è il fatto che rubano.

    Eyrin prese una pausa, buttando un'occhio alla battaglia che si stava svolgendo fuori. Indicò la grotta tempestata dalle numerose pietre.
    "Il punto che nessuno sa è che usano queste pietre per intrappolare le anime delle creature che uccidono, tramite un potente incantesimo. Le gemme poi, una volta che sono cariche, possono essere usate con l'ausilio della magia e sprigionano tutta la potenza dell'anima della creatura intrappolata...con una forza devastante!
    Questa cosa è orribile, poiché le anime non trovano il loro giusto riposo nell'Aldià. E questa cosa non è giusta nei confronti della Natura."

    Shyra ascoltò il tutto con un leggera inquetudine. Il solo pensiero di essere uccisa e di essere intrappolata dentro ad una stupida gemma la rese ansiosa. Chissà quante povere creature erano morte e rese schiave a causa di quelle stupide creature alate...
    "Non so chi sia quel drago e perché ti ho trovato insieme a lui, so solo che da una parte, sta facendo bene a mettere fine a quei sciacalli senza pietà.
    Ok, mi sono permessa di improvvisare un po' XD
    La cosa dell'anima intrappolata nelle gemme è un puro riferimento a Skyrim perché sì...mi andava XD
     
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    Alcuni alati si rialzarono impugnando le armi, proprio non volevano imparare la lezione. Sempre quello armato di scimitarra scagliò una serie di fendenti energetici. Sebulkron con un rapido movimento della coda, rilasciò gli aculei ghiacciati che si erano formati sul suo dorso, questi ultimi andarono ad imbattersi contro i fendenti d'energia, spezzandosi in tanti frammenti facendo così annullare la magia.
    Alle loro spalle il drago dei ghiacci avanzava minaccioso con le fauci sguainate, altri 2 alati provarono a fermarlo. Prima che potessero dichiarare una qualunque offensiva, con un balzo Sebulkron si portò in cielo, salendo di qualche metro con avvitamento, per poi spalancare le immense ali glaciali. La brina cadeva dal suo corpo come una cascata, mentre l'immensità dei suoi arti alari metteva in ombra quei minuscoli avversari.
    Con un potente battito d'ali, venne liberato un vento che si addentava sugli antropomorfi spazzandoli via.
    Mentre i suoi compari rotolavano sulle distese ghiacciate, scaglia di ghiaccio si avvicinò a passo pesante e minaccioso a colui che aveva osato sfidarlo. Voleva vedere la paura nei suoi occhi, prima di poterlo divorare.
    Si teneva in piedi a fatica, e sembrava stare supplicando pietà, una pietà che non meritava.
    Il dragone del gelo lo prese fra le sue possenti zanne, spezzando tramite il suo masticare ogni osso del suo corpo, per poi ingerirlo con soddisfazione.
    Sa di pollo condito con uomo.
    Commentò

    Troppo preso dallo scontro, il figlio del gelo non notò la figura che si era stava dialogando con la grifonessa fino ad un attimo fa. Sebulkron lo fissava vagamente incuriosito, un'altra creatura che non aveva mai visto.
    Prima che potesse dire una singola parola, i due uccellacci che aveva cacciato prima, si ripresentarono con alcune gemme fra le mani. Avevano una strana luminescenza, quasi aliena.
    Avete deciso di prendere il vostro misero bottino ed andarvene con il collo ancora intero? Saggi alla fine
    Non avresti dovuto sfidarci
    La luminosità di una delle pietre cominciò a farsi più radiante, quasi accecante. Gli antropomorfi sembravano stare recitando una qualche tipo di formula magica.
    Nella bocca del dragone del gelo, cominciò a formarsi gelo e brina nella sua forma più puro, come preludio al rilascio della sua devastante arma a soffio, puntata proprio su quelle creature.
    Poi, entrambi spararono. Due raggi di energia, uno verdastro ed uno eburneo e glaciale si scontrarono. Entrambi possedevano una potenza incredibile, e nessuno dei contendenti sembrava volere cedere.
     
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    Shyra da dentro alla grotta dei cristalli, continuava a fissare Sebulkron immerso in un combattimento all'ultimo sangue. La situazione sembrava che degenerasse ancora di più e che queli alati, non si arrendevano nonostante il pesante ghiaccio elementale che emanava il drago.
    "Devo intervenire anche io qui. Non posso lasciarlo solo." Shyra partì con il petto gonfio e la cresta del collo ritta, carica e ben intenzionata a mettere al tappeto quegli esseri che li avevano disturbati. Ma Eyrin fece in tempo ad afferrarla per la coda piumata, strattonandola indietro, protettivo.
    "Ma sei impazzita?" Fissò il suo sguardo giallo su quello color zaffiro della grifonessa. "Non metto in dubbio la tua forza, ma quegli alati sono forti. Guarda, anche quel drago non fa pari ad atterrarli che ne arrivano altri di riforzo." L'elfo non lasciò la coda di Shyra, continuava a tenerla come se avesse paura di perdere qualcosa a lui caro. La creatura delle nevi nonostante ciò, appiattì le piccole orecchie rotonde e socchiuse gli occhi in una fessura.
    "Lasciami!" esclamò lei arrabbiata. Strattonò la coda dalla mano di Eyrin e incominciò a muoverla come quella di un gatto infuriato. Prima che potesse raggiungere Sebulkron ed aiutarlo, una strana fioca luce tinta di due tonalità di colore differenti, avvolse l'ambiente circostante.
    Shyra collegò rapidamente i due raggi luminescenti a delle pietre che stringevano in mano altri due antropomorfi. "Non avresti dovuto sfidarci" avevano detto, seguito da delle parole in una lingua incomprensibile che lei stentava a riconoscere. Che si trattasse di ciò che aveva detto Eyrin poco prima?
    I due raggi di luce poi, si fecero più forti, quasi accecanti. La neve dapprima candida, si colorò come una tavolozza di colori, andando così a creare un'atmosfera quasi esotica, aliena. Le due luci si scontrarono con una potenza quasi devastante e i due alati, sembravano che non volessero cedere. Shyra notò infatti, i loro sorrisi ambigui, maligni, bramosi di potere.
    "Maledizione..." Se fosse stata umana, si sarebbe morsa il labbro inferiore dalla collera che stava provando in quel momento. Lasciò la caverna rapida, sotto un udibile "no!" da parte dell'elfo. Si accostò accanto al dragone e socchiuse le ali per rendere la sua figura ancora più imponente.
    Sebulkron , cominciò a preparare il suo attacco. E Shyra non poteva stare lì a guardare. Se veramente quegli esseri erano dei banditi senza scrupoli, dovevano essere abbattuti. Quindi rivestì i propri neri artigli di uno spesso strato di ghiaccio e li affondò a terra. La neve circostante a Shyra e ai due avversari, si congelò in una lastra di ghiaccio che raggiunse presto le zampe dei due esseri antropomorfi. Quest'ultime cominciarono a ricoprirsi di brina che salì alle loro ginocchia come un viscido serpe insinuoso. Chissà se li avrebbe fatti desistere...anche se le luci scaturite dalle due gemme, si stavano facendo sempre più accecanti.
     
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    Gli alati cominciarono a bisticciare, sentivano il gelo artigliare le loro ossa così in profondità, che nemmeno il loro manto piumato li avrebbe potuti salvare. Ognuno arrecava la colpa all'altro di ciò che stesse accadendo. "Avresti dovuto prendere più precauzioni, eri tu che dovevi badare che non ci colpissero con qualche strano incantesimo". I loro litigio li portò ad una distrazione che avrebbe segnato la loro fine.

    Sulla schiena del dragone il gelo la brina si condensavano in massicce stalagmiti di ghiaccio. Lo sguardo beffardo e compiaciuto del figlio del gelo fu il preludio della distruzione totale di quegli esseri.
    Le aguzze e possenti mascelle del drago si chiusero mentre si piegava su suo lato accompagnando un movimento della coda che scagliò le acuminate lame glaciali. Il loro impatto mozzò le gambe degli antropomorfi, facendoli sussultare con un movimento che deviò il raggio d'energia. Sebulkron con una rapidità che non gli apparteneva guizzò verso di loro. Le possenti ali si spalancarono facendo alzare il dragone a pochi metri da terra, sufficienti a cascare sui fragili corpi degli alati, frantumandoli in resti di ossa, carni, viscere e sangue.

    Il travolgente impatto di Sebulkron, venne seguito da una letale scossa di terremoto, non causata dal dragone. Una scossa che segnava il risveglio di una creatura dormiente, che attendeva di punire i suoi disturbatori.
    I suoi passi erano pesanti e possenti, tali da far tremare la formazioni glaciali della tundra. Il suo ruggito che faceva impallidire lo stesso soffio delle nuvole sulla landa gelata.

    Sebulkron strinse con forza le stanne, tirando via con disgusto i resti degli alati dalla sua corazza naturale. Gli artigli bagnati di sangue tingevano la neve di rosso intanto che il dragone dei ghiacci si preparava al prossimo avversario. Il suo respiro accompagnava il movimento del vento, gelando ogni cosa incrociasse il suo cammino. Le ali vennero spalancate ed irradiate dalla luce solare, riflettendola ed abbagliando qualsiasi cosa si trovasse nei paraggi con la sua intensa luminosità.
    a te l'onore di decidere il prossimo mostruoso avversario.
     
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19 replies since 17/7/2016, 17:39   266 views
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