Cima Miramare

esperimento in giallo

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    Splendore celeste

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    E così, si comincia (scusate il ritardo, ma ho il computer che funge un po' male in questi giorni ^^"). Giusto per chiarire: la role è ambientata nel giorno del ritrovamento del cadavere (29 dicembre), cioè il giorno dopo in cui si pensa che Cassidy sr. sia morto.
    Se ci sono altri dubbi, piuttosto che riempire questa discussione di spoiler, meglio inoltrarli nell'altra discussione ^^

    Qui ripropongo la situazione generale (la stessa della discussione introduttiva). Boh, potrebbe essere utile averla a portata di mano, dato che c'è qualche frammento di informazione:
    CITAZIONE
    Il rifugio "Cima Miramare" non ha nulla da invidiare ai grandi alberghi di mete turistiche e super frequentate come Cortina, Asiago, Saint Moritz o la Kamchatka. E' un posto confortevole, che tende a riempirsi nelle alte stagioni e a svuotarsi nelle altre, frequentato per lo più dalle poche facce familiari che conoscono questo posto ormai da anni (perciò voi vi conoscete già di nome e di vista, e indicativamente avete già fatto due chiacchiere con tutti). Quest'anno non è stato diverso dal solito, durante le festività di fine anno vi siete presentati in cinque: il Sig. Cassidy, un giornalista da poco in pensione, con alle spalle un best-seller uscito da poco nelle librerie; il fratello minore di quest'ultimo, un pianista di discreto successo; il Sig. Quimby, un arzillo e strambo vecchietto, orologiaio di professione; il Dott. Cook, un ginecologo che cerca di scappare appena può dal logorio della vita moderna; e la Sig.ra Truman, una vecchia gloria dello spettacolo teatrale. Oltre a voi, un'altra è la presenza costante: la Sig.ra Bennett, padrona del rifugio, vedova, abile ai fornelli e con un pallino per "tutto deve essere in ordine, cioè come dico io".

    Ciò che quell'anno nemmeno la Bennett poté prevedere, fu l'omicidio del Sig. Cassidy senior.
    Il corpo venne scoperto dal fratello minore e dalla Sig.ra Bennett la sera del 29 dicembre nella stanza della vittima stessa: era disteso a letto, sotto le coperte, vestito, e con qualche macchia di sangue slavata a lato della testa e sui vestiti. Anche se il Dott. Cook continuava a borbottare dei stizziti < Ma io sono in vacanza! >, venne comunque convocato in qualità di perito che più si avvicinava ad un anatomopatologo (quella mattina aveva infatti cominciato a nevicare, isolandovi come ogni anno dalla cittadina vicina e dai suoi poliziotti e coroner). Cook rivelò a tutti - come se fosse necessario un parere medico - che il Sig. Cassidy era stato ucciso. L'arma del delitto doveva essere qualcosa di grosso, pesante e di forma vagamente smussata, che aveva colpito la tempia dell'ex-giornalista con forza sufficiente per aprirgli il cranio e ucciderlo sul colpo. Non escludeva la possibilità che fosse semplicemente inciampato e atterrato di testa, ma la teoria non spiegava perché si trovasse in quella posizione o dove fosse il sangue mancante: né sul parquet della camera da letto, né sulle mattonelle del bagno, e né sui tappeti infatti c'era una macchia di sangue... solo sui vestiti della vittima e dove l'arma lo aveva colpito erano rimaste poche strisce rossastre, ma leggermente compromesse, come se l'assassino avesse lasciato scorrere l'acqua della doccia per lavare il cadavere.
    Cook non si azzardò a fare una stima precisa di quando fosse morto il Sig. Cassidy. Quello non era il suo campo, e sapendo che dell'acqua di cui ignorava la temperatura lo aveva lavato per chissà quanto tempo, tutte le sue semplici nozioni di rigor e livor mortis erano pressoché inutili.


    Chi mai sarà stato? Chi tra di voi odiava tanto il povero Sig. Cassidy da volerlo morto e da attuare veramente il piano?
    Anche se non avete una stima certa di quando sia stato ucciso, potete più o meno farvi un'idea: l'ultima volta che è stato visto da tutti, fu durante il pranzo del 28, ma accusando di avere un po' di nausea e mal di stomaco, Cassidy sr. era tornato in camera per distendersi a letto. Da lì, tutti durante il pomeriggio si erano allontanati dalle zone comuni per andare (forse) a rilassarsi nelle proprie stanze:
    - il Sig. Cassidy jr. aveva accompagnato il fratello nella sua camera, ma era tornato immediatamente per finire di mangiare. Si era quindi allontanato dopo appena una mezz'oretta di salotto in salotto, per poi farsi vivo a fine pomeriggio per suonare un po' il piano e farsi uno, anzi due-tre, aperitivi;
    - il Sig. Quimby, dopo un'oretta di piacevoli chiacchiere, aveva deciso di ritirarsi in camera a riposare. Era tornato nelle zone comuni giusto in tempo per cenare;
    - il Dott. Cook suole appisolarsi sempre dopo i pasti, perciò anche quel pomeriggio si era allontanato presto, accompagnato da una tazza di te caldo. Era di nuovo in salotto per recuperare le chiacchierare post-pranzo un paio d'ore prima della cena;
    - la Sig.ra Truman un'ora dopo il pranzo era andata in camera. Dopo appena una mezz'oretta era pronta per uscire, guidare fino alla città, e farsi, a suo dire, "l'ultima passeggiatina nella civiltà prima che la neve tagliasse i ponti tra il rifugio e il resto del mondo". Nel giro di un paio d'ore era già tornata, e dopo qualche chiacchiera, si era rifugiata nuovamente in camera, per rinfrescarsi prima della cena;
    - la Sig.ra Bennett aveva pazientemente aspettato che tutti si ritirassero dal salotto per dare una sistematina in giro e cucinare, da sola, fino al ritorno degli ospiti prima della cena.
    [NB. Con pomeriggio si intende dalle 14:00, ora della fine del pranzo, fino alle 19:00. La cena inizia alle 20:00. Siate elastici con gli orari, sono irrilevanti e puramente indicativi. Giusto per, nei vostri profili sono più precisi]

    Come poteva, prima, piacervi tanto l'idea di abbandonare il mondo per delle stupide vacanze nel nulla? Ora, quest'abissale isolamento si è trasformato nella vostra maledizione: argh, un assassino è tra voi! Come potreste sentirvi al sicuro, da soli, nelle vostre stanze, ora che siete a conoscenza di questa terribile novità? Dovete trovare il colpevole, subito, e metterlo in quarantena in modo che non possa più fare danno. Di certo, trovare il colpevole non assicura che poi le vostre vacanze continuino (mi dispiace, Dott. Cook), ma almeno darlo in pasto alla giustizia, potrebbe garantire a voi innocenti meno stress con la polizia locale, una volta riallacciati i ponti con il mondo là fuori...

    < Se vogliamo scoprire chi è il colpevole, dobbiamo tornare in quella stanza. >
    Non aveva importanza chi fosse stato a parlare: seguì il silenzio, interrotto solo dagli scricchiolii di quel vecchio edificio. Anche se nessuno aveva intenzione tornare in quella dannata stanza, sapevano tutti molto bene che se si voleva risolvere l'enigma, c'era il bisogno di analizzare gli indizi che la stanza custodiva. E non solo fissare increduli il letto e il suo occupante misteriosamente senza vita.
    Qualcuno si accucciò accanto al caminetto a ravvivare la fiamma, altri erano seduti sui divani con un finto sorriso, qualcun'altro si limitava a versarsi drink al piano bar con gesti nervosi.. le cinque figure nel salotto avevano solo una cosa in comune: sembravano apertamente a disagio. Se per ciò che era successo, o per ciò che avevano fatto.. era il mistero che ancora doveva essere svelato.
    Piano piano tutti si alzarono - chi con uno sbuffo, chi con un sospiro -, e si lasciarono alle spalle il salotto per dirigersi in un corridoio, illuminato malamente da tre lampade attaccate al muro e una piccola finestra, posta nella parte più a destra del corridoio. La porta più a sinistra era quella della stanza del Sig. Cassidy senior, quella della scena del delitto. Con il rumore dei passi attutito dal lungo tappeto sul pavimento, le cinque figure si avvicinarono a quella porta, l'aprirono e trovarono il coraggio di entrare nella stanza.
    Li accolse una luce grigiastra, che entrava da una finestra posta nel muro opposto alla porta d'ingresso. A prima vista, la stanza sembrava troppo in ordine per pensare che lì fosse avvenuto un omicidio: niente sangue schizzato sul pavimento, sui muri o sulle tende, e nessuna budella o frammento d'osso ad incorniciare i soprammobili del comò. Perfino le lenzuola che avvolgevano il cadavere a mo' di sudario, erano così pulite che quasi non pareva vero che l'uomo lì disteso fosse veramente morto. Le cinque figure si guardarono tra loro, leggermente a disagio per aver scelto di esaminare una così ordinaria, eppure macabra scena. Purtroppo non avevano altra scelta, non potevano più aspettare.
    I cinque si guardarono intorno, ignorando il più possibile il letto: una scrivania, posta contro il muro di sinistra, era sovrastata da una seconda finestra e affiancata da un piccolo comò. Dall'altra parte della stanza, il letto si interponeva tra la finestra e la porta che dava al bagno. Un tappeto simil-persiano copriva parte del parquet, lasciando scoperte solo le zone vicino alle pareti e alle porte. Il muro sopra il letto, invece, accoglieva un quadretto di un paesaggio montano, leggermente storto. Anzi non più, una delle figure si era avvicinata e lo aveva raddrizzato.
     
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    Il dott. Cook si allorgó leggermente il colletto della sua cravatta color rosso carminio e diede un leggero colpeto alla giacca color blu notte. Dei gesti appartenente privi di senso, ma che in realtà avevano lo scopo ben preciso di smorzare la tensione che aleggiava nella stanza dove quell'empio atto era stato compiuto.

    In principio l'arguto dottore fece per chinarsi in modo da analizzare meglio ciò che si trovava difronte, pochi secondi dopo quell'idea scemò. L'uomo ritrasse le mani per metterle nelle tasche dei pantaloni, prendendo così ad analizzare minuzziosamente ogni centimetro della stanza.
    La sua attenzione venne catturata dal quadro che era stato trovato in obliquo. Il pensiero di quel paesaggio piegato, come per sprofondare in un nero grottesco abisso continuava a tormentarlo senza sosta.
    Credete che abbia combattuto?
    Sempre con le mani tenute in tasca il Dott. Cook giró leggermente il capo, indirizzando così la visa verso gli altri presenti
     
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    Tutti quegli sguardi sconvolti, tutto quel darsi da fare in gesti totalmente inutili, qualcuno doveva sicuramente dare un motivo agli altri presenti per darsi una mossa.
    La situazione stava cominciando a farsi fastidiosamente silenziosa, in uno di quegli attimi in cui ci si aspetta che qualcuno dica qualcosa di sensato nel momento opportuno.
    Si diresse verso il quadro appeso ad osservarli, pure lui sembrava starli guardando, e lo rimise in posizione d'equilibrio perché... beh, perché non le piaceva vederlo messo in quel modo.
    Il dottore li presente pose una questione che, effettivamente, era giusto analizzare in quel frangente. Ma avrebbe davvero potuto portare da qualche parte saperlo?
    "Potrebbe essere possibile... ma da quel che ho capito non sono stati ritrovati segni evidenti di colluttazione. Per prima cosa potrebbe rivelarsi utile cercare l'oggetto usato per commettere quest'orribile omicidio" fece una piccola pausa, portando tre dita vicino al mento per qualche secondo.
    "Se l'oggetto dev'essere smussato e pesante non è escluso che possa essere qualcosa d'uso comune come un bicchiere o una tazza... , anche se... con così poche informazioni sarà difficile anche azzardare ipotesi"
    Si voltò alle sue spalle per cercare qualcosa con lo sguardo, sofermandosi un istante su quelli che sarebbero dovuti esser considerati i maggiori sospettati, ossia la -casalinga- e il fratellino.
    Prima di far presente che quelli da lei sopraelencati erano tutti oggetti che potevano potenzialmente esser stati scagliati dalla signora Bennett in un moto d'ira, volle attendere le altrui opinioni, non aveva alcuna intenzione di esporre troppo le proprie ipotesi rischiando di attirare sguardi inutili.
     
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  4. Darkfederik[DF]
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    Per dir si voglia non c'era molto da vedere... la stanza sembrava a posto, la scrivania pure e anche il corpo era disteso sotto le calde coperte del proprio letto, il signor Quimby si portò i piccoli occhiali rotondi e dalla montatura sottile alla mano per strofinarli con un fazzoletto preso dalla tasca del gilet "La Sig. Truman ha ragione, la stanza è in ordine e il corpo disteso sul letto, buon dio forse non se ne sarà neanche accorto..." cercava inutilmente di alleggerire la tensione quando lui era il primo visibilmente scosso e se ne stava nell'angolo opposto della stanza cercando di non incrociare mai lo sguardo con quello del corpo immobile. "Oltretutto io non ho sentito niente dai miei alloggi..." in cuor suo sapendo perfettamente che i 6 orologi, le 3 sveglie e il pendolo al quale stava minuziosamente lavorando da quando era arrivato non gli avrebbero concesso di sentire nemmeno bussare alla propria porta
     
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    Non c'è pace per certi morti...

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    Non riusciva a guardarlo.
    Un espressione di disgusto lo prendeva quando ci provava.
    Le cose erano cadute così in fretta.
    Non riusciva a crederci, le sembrava tutto così surreale.
    Le sembrava di stare in un incubo a dire il vero, perché quello sguardo vuoto del suo superiore gli dava un estremo senso di inquietantudine.
    Non lo avrebbe mai scordato quello sguardo.
    Cassidy assassinato.
    Ma un attimo di rabbia o follia dovuta dallo stress la prese in modo quasi sdrammatizzante, ma inadatto alla situazione: "ora ho capito! È stato uno di voi a farlo! Alzi la mano chi è stato o gli tiro una mestolata in testa da fagli venire un bernoccolo grande e rosso come un pomodoro!" fece, valeva la pena provare.
    Forse l'assassino avrebbe avuto rimorsi e si sarebbe svelato, o forse era lei l'assassino e voleva confonderli con un gesto a prima vista privo di senso... Chi lo sa.
    ma una cosa la rincuorava un pò in quel difficile momento:
    La sig.ra. Truman aveva sistemato quel dannato quadro.
    Odiava vedere le cose fuori posto.
    Lo avrebbe rimesso a posto lei, ma si chiese perché era inclinato.
    Misteri della vita.
     
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    Ok, nuovo tentativo. Dekk è disperso, perciò finché non si fa avanti qualche prode muoverò io il suo pg. Se volete analizzare qualche elemento della stanza ditelo nel vostro post.. e poi si vedrà come organizzarsi. Speriamo che non diventi un bordello ^^"

    PS. Non ho idea se pure DK abbia disertato.. non ha risposto al mio mp ^^"


    Il Sig. Cassidy fu l'ultimo ad entrare nella stanza. Lanciò una veloce occhiata al letto, cercando di ignorare per quanto possibile il corpo freddo e senza vita di suo fratello. Non fu troppo complicato: il dottore si era piazzato là davanti, fissando un po' il letto e un po' il muro, e interponendosi tra lui e il lenzuolo che copriva il volto del cadavere. Scuotendo leggermente il capo, Cassidy procedette verso il comò nel lato sinistro della stanza, e dopo aver preso un libro da sopra di esso, appoggiò la schiena contro il mobile. "Casseforti di gomma", diceva il titolo. "Quello stupido libro di mio fratello", pensava sprezzante il pianista. Non lo aveva mai letto, ma gli era bastata la trama per considerarlo insensato. Tre tizi frustrati che cominciavano a commettere rapine, così a caso? Come era diventato un best-seller in così breve tempo? La gente si beveva qualsiasi stupidaggine!
    Con uno sbuffo alzò lo sguardo, si staccò dal comò e si portò verso la scrivania. Appoggiò il libro su un mucchio di fogli, apparentemente in ordine sparso. Suo fratello non era mai stato un tipo ordinato, se sapeva cosa fossero quei fogli era solo perché glielo aveva chiesto: aveva cominciato a lavorare alla stesura di un secondo romanzo. Un vero peccato che fosse arrivato solo ai primi capitoli... altrimenti avrebbe potuto ingaggiare qualcun'altro per completarlo. Se il primo aveva avuto tanto successo, per quanto la trama a lui apparisse inverosimile, forse qualcosa avrebbe potuto ricavarci...
    Lanciò una veloce occhiata fuori dalla finestra sopra la scrivania: la neve aveva imbiancato tutto. Non si riconosceva più né l'erba né il ghiaino che doveva essere immediatamente sotto alla finestra. Solo quattro cumuli di neve indicavano che quello era lo spiazzo usato come parcheggio da chi risiedeva nel rifugio. Un parcheggio intasato di fredda poltiglia bianca, la stessa che impediva a tutti di andarsene da quell'incubo forzato, dalla noia di quel dannato rifugio e dallo stress di dover confrontarsi con un assassino.
    Caxxo. Aveva bisogno di un drink.
    La Bennett e la sua paternale lo distolsero dai suoi pensieri. Non aveva ascoltato i commenti lamentosi degli altri, ma la Bennett aveva una voce particolarmente fastidiosa quando voleva...
    < Lo stesso vale per te. - indicò il letto con un cenno del capo - Chi ce lo dice che quel bernoccolo non glielo hai fatto venire tu, Sig.ra Bennett? >
    Cassidy sbuffò sonoramente. Si guardò intorno rapidamente, e concluse che niente là dentro sembrava essere stata l'arma del delitto. Avevano detto pesante e smussato? In quella stanza c'era troppo poco sangue per ospitare qualcuno con il cranio aperto, e troppi pochi oggetti di un certo peso facili da manovrare. Per quello che ne sapeva lui poteva benissimo essere stato quel donnone della Bennett con il suo dannato mestolo.

    Edited by Tirannosaurorex - 26/1/2017, 00:04
     
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    Il dott. cock non fu indispettito più di tanto dal commento della sig.ra Bennett. Si limitò a distogliere lo sguardo incrociando le braccia.
    Il pensiero di ciò che sarebbe accaduto in seguito era come un demonietto maligno che lo tormentava, sussurrandogli disgrazie nell'orecchio. Il noto ed affermato dottore come lui, accusato di essere un vile omicida.

    Il sig. Cassidy sollevò un'interessante questione. La mente del Dott. Cock venne catapultata a circa un anno prima, rimembrando un evento a cui aveva assistito. Di certo Cassidy sg. non era ben amato da tutti, e meditando su alcuni aneddoti, c'erano alcuni episodi che se fomentati a sufficienza avrebbero portato ad un omicidio.
    Sig. ra Bennett, lei stessa non ne era una gran simpatizzante.
    Si limitò a commentare aspramente il Dott. Cock, nel pensare che lui stesso era stato accusato di tale atto.

    Lo sguardo del medico si perse nella vista di quel corpo ancora avvolto dalle lenzuola. Lui stesso nonostante la conoscenza dell'anatomia umana che aveva acquistato attraverso anni di studio non aveva intenzione di analizzare più attentamente il cadavere. Mai sarebbe stato tanto stupido da rischiare la propria innocenza solo per giocare al detective.
    Mentre la vista era incessantemente salda sul corpo privo di vita, egli strinse il pugno e per un attimo vibrò di collera, una iraconda fiamma che si estinse dopo pochi secondi.
    In pochi attimi la sua arguta mente aveva già inquadrato appieno la situazione. L'intuizione della signora Truman era stata troppo accurata, che fosse fortuna o meno rimaneva un incognita, però non riusciva a capire perché avesse aggiustato il quadro, in caso d'intervento delle autorità sarebbe stata certamente sospettata. Il signor Quimby fu particolarmente disgustato dalla scena, ma in preda alla collera avrebbe potuto benissimo commettere tale atto. La signora Bennett fin da subito aveva accusato uno del gruppo.
    Per ultimo, il signor Cassidy, il fratello della vittima.

    Il Dott. Cock sebbene non fosse un'investigatore, era un uomo di grande intelletto. Più volte si era tenuto informato attraverso giornali televisivi e su carta su ciò che accadeva nel mondo. Dal progresso agli omicidi. Come se il suo immenso cervello necessitasse dell'essere nutrito in continuazione con nuove conoscenze.
    Sapeva bene che l'arma del delitto si sarebbe rivelata un grande indizio, che di certo lo avrebbe scagionato, oppure condannato. Dipendeva tutto dall'arguzia del possibile omicida.
     
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    Non era stato detto praticamente niente di troppo, ma neanche qualcosa di davvero significativo.
    La Bennet era partita a smattare, in maniera non del tutto encomiabile, ma senza dubbio era giustificata dalla situazione che aveva colto tutti impreparati. Tutti, forse anche l'assassino stesso.
    Probabilmente muovere accuse non era il miglior modo di iniziare una probabile pista, né semplicemente di introdurre il discorso. Odiava però restare zitta e lasciare che gli eventi ruotassero attorno a lei, quindi fece qualche passo ben calibrato in direzione del giaciglio di morte su cui riposava il sig. Cassidy senior.
    "Sarà banale, ma spesso si tende a considerare il maggior sospettato colui, o in questo caso coloro, che hanno ritrovato il corpo. Nessuno vuole certo incriminare la Signora Bennett o il Sig. Cassidy, sia chiaro... ma siamo sicuri il corpo fosse davvero nella posizione in cui afferma di averlo ritrovato?"
    Avrebbe voluto aggiungere che per eliminare il sangue dalla scena c'era bisogno di tempo, e che la donna l'aveva sicuramente avuto mentre gironzolava per le stanze, ma si convinse non fosse il caso di far straripare ancor più le acque.
    Appoggiò la schiena alla parete adiacente al muro, dopo qualche altro passo perso nel vuoto, cominciando a tormentarsi i capelli con la mano sinistra ed attingendo alla sua faccia da Poker per non mostrarsi nervosa, per quanto in quella situazione fosse realmente complicato non lasciarsi prendere dalle emozioni. Non c'era nessuno, ovunque guardasse, che riuscisse a ricambiare con occhiate tranquille e pacate.
    Nessuno aveva fornito un alibi che potesse effettivamente essere confermato, lei compresa, quindi era difficile puntare il dito verso qualcuno.
     
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  9. Darkfederik[DF]
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    Fino a qualche istante prima il signor Quimby non aveva altro che il pensiero del cadavere del signor Cassidy che lo tormentava, non sapeva bene di cosa avesse paura ma quando la Bennet se ne usci con quello che gli sembro un crollo di nervi finalmente realizzò con evidente ritardo quello che già tutti in quella stanza sapevano, l'assasino era uno di loro e probabilmente anche in questo momento stava cercando di depistarli, in un attimo gli si geló il sangue, come poteva fidarsi di quel che uno o l'altro diceva, la Truman e il dottore che gli apparivano fin troppo tranquilli, ma sopratutto Cassidy jr. non si capacitava di come la morte del fratello non lo avesse praticamente scalfitto, che i due non fossero in ottimi rapporti non era un mistero ma da li all'omicidio sembrava un passo più lungo della gamba anche per lui...
    E la signora Bennet per quanto scioccata poteva essere, Quimby sapeva bene quanto essa fosse suscettibile e potenzialmente pericolosa se arrabbiata, rimaneva uno dei principali sospettati del resto chi non lo era...

    CITAZIONE
    siamo sicuri il corpo fosse davvero nella posizione in cui afferma di averlo ritrovato?

    Il signor Quimby ritiró fuori dal taschino il fazzoletto che aveva precedentemente usato per pulire le lenti degli occhiali per passarselo sulla fronte sudata "Pe-perchè pensa che sia bè... ecco..."non gli piaceva sparare ai 4 venti affermazioni quali 'stato ucciso' senza peli sulla lingua, forse per paura di attirare le attenzioni dell'assasino su di se " si insomma che sia trapassato da qualche altra parte? Voglio dire... non sono un dottore, e qui signor Cook mi corregga se sbaglio, ma la causa della morte non è un trauma cranico? In tal caso non credo che vi sia stato alcuno spargimento di sangue... giusto? E il fatto che il signor Cassidy si trovasse a letto nel momento del... dell'incidente"sapendo perfettamente che di incidente non si trattava "spiegherebbe perchè non ho sentito nulla dai miei alloggi"
     
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    A quanto pareva era la principale sospettata, quel porco di Cassidy jn. infatti sembrava del tutto intenzionato a far ricadere la colpa su di lei, un personaggio antipatico come suo fratello in effetti, doveva essere una cosa di famiglia.
    Anche la signora Truman serbava dare contro a lei, ma in realtà aveva anche sottolineato che anche Cassidy junior
    Poteva essere il colpevole, ed anche la stessa Bennett pensava a lui come il reale colpevole tra gli altri infatti sembrava quello che realmente poteva ricavarci più, forse vendetta, desiderio della ricchezza del fratellone o forse persino entrambi, poteva essere benissimo lui il colpevole anche se l'arma ancora non si trovava.
    La Bennett guardandolo con un sorriso passivo-aggressivo.
    " oooh, be suppongo che debba aver ragione signora Truman, a parte quando siete venuta a chiedere se servivano altre provviste per l'inverno non vidi nessuno.
    Quindi non ci sarebbe modo per dimostrare la mia non colpevolezza... Se non fosse che in quel momento stavo cucinando per tutti voi, e se mi fossi allontanata per compiere il delitto, come lei afferma, la cena sarebbe stata poi immangiabile, poiché il mio minestrone speciale va fatto con cura, per questo è così buono, ma una distrazione ed è da buttare, quindi non ho mai avuto occasione per allontanarmi dai fornelli.
    Invece lei?
    Signor Cassidy junior?
    Perché è così calmo e stoico?
    Sembra che non le importa della perdita di suo fratello.
    Mi dica, lei davvero pensa che non sappia che malgrado lei e la vittima eravate fratelli tra voi non scorreva "buon sangue"? Quindi: Che faceva LEI piuttosto durante l'ora del delitto? Sa non vorrei parlare affrettatamente, ma potrebbe darsi che lei abbia poi deciso di far scorrere quel cattivo sangue per quanto ne so, senza contare che così il patrimonio familiare sarebbe ricaduto su di lei.
    Questo mi sembra un buon movente."

    Fece la Sig. ra Bennett con un tono passivo aggressivo, sorridendo maliziosa al uomo che la guardava torvo.
    Se non altro il buon dottor Cook, che stava studiando il corpo per comprendere meglio la natura del reato non sembrava crederla la principale indiziata, stessa cosa per Truman che sembrava scosso dal delitto.
    "Hey, tutto a posto signor Quimby?"
    Chiese la Sig. ra Bennett lievemente preoccupata al uomo che si asciugava la fronte nervosamente, lei capiva Quimby, non doveva essere facile per tutti stare in una stanza con un cadavere e un assassino, e la paura divenire accusati non poteva che accentuare il senso di ansia che si poteva provare in un simile contesto, quindi lei non credeva che Quimby poteva realmente essere il colpevole... Ma non ne poteva essere sicura, chiunque poteva essere l'assassino e se fosse stato davvero il Signor Cassidy junior, il dolce fratello, gli avrebbe dato una marea di mestolate in testa... Sempre se non sia stata lei e questo fosse solo un bluff per convincere gli altri della sua innocenza, chi può dire che quello che Bennett ha detto sia vero?

    Edited by Master of Void - 9/3/2017, 22:43
     
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    Il Signor Cassidy jn. continuò a guardare fuori dalla finestra, mentre la Bennett si divertiva a sparare una sentenza dopo l'altra. Osservava ancora la neve, la maledetta che lo fermava dal prendere la sua macchina ed andarsene da lì per sempre. In quel momento era l'unica cosa che vedesse come una "nemica", neanche l'assassino di suo fratello meritava l'odio che le stava riservando...
    Si voltò solo quando la Bennett lo chiamò direttamente in causa, e Cassidy cominciò a pensare che la sua lista nera si stesse improvvisamente allargando. Ridacchiò sentendola, credeva che quelle fossero delle calunnie contro di lui? Che toccassero in qualche modo un nervo scoperto? Un suo punto debole? Bah..
    < Di certo non devo rendere conto a lei di quello che io faccio nella mia camera, Signora Bennett. Non ho mai nascosto di non essere proprio il classico fratello amorevole... ma ucciderlo? E perché mai? Per una volta valeva più da vivo che da morto... >
    Si avvicinò con un passo alla scrivania e sfilò dalla macchina da scrivere il foglio su cui suo fratello lavorava prima di morire.
    < Sapete cosa doveva essere questo? Il seguito di "Casseforti di Gomma". Sapete che cos'è adesso? - Cassidy appallottolò il foglio con un gesto rabbioso - Un dannato spreco di carta, ecco cosa! >
    Gettò il foglio alle sue spalle, senza preoccuparsi che dietro ci fosse il letto, con suo fratello senza vita. Il foglio rimbalzò un paio di volte sul tappeto, e sul parquet di legno, per poi rotolare sotto al letto.
    < Signora Bennett, se non puoi credere all'amore fraterno che ci legava, credi al potere dell'economia: se mai avessi ucciso mio fratello per denaro, avrei aspettato almeno che pubblicasse il suo stupido libro! >

    Primo indizio: chi mai dovesse guardare sotto il letto per recuperare quella palla di carta... mi mandi un mp prima di rispondere alla role che gli dico cos'altro può trovare sotto il letto ^^
     
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    Cavaliere Affatto Nobile

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    Il Dott. Cock rimase immobile come la parigina statua del pensatore, la sua attenzione venne richiamata dal gesto del Sig.Cassidy jn. L'astio che provava nei confronti di suo fratello era quasi palpabile nella secca aria di montagna che aleggiava nella stanza del defunto. Tuttavia secondo il Dott. Cock, quella sfuriata era dovuta più che altro ai commenti della signora Bennet.
    Il Dott. Cock spinse leggermente il pollice, il dito medio e l'indice della mano sinistra sulla sua fronte, in un involontario gesto pensante, per poi riportarla al mento sempre mantenendo la sua arguta posizione.
    Se posso permettermi Signor Cassidy, non dovrebbe appallottolare oggetti e scagliarli in giro.
    Continuò
    Non appena ci sarà possibile avvertiremo le autorità, di certo vorranno analizzare la scena del delitto. Non dovremmo spostare nessun oggetto.
    A me no che, non ci qualcuno che abbia qualcosa da celare.

    Fissò i presenti con sguardo apatica e accusatorio. In molti in quella stanza non simpatizzavano con il sig. Cassidy, ma arrivare ad un futile atto come l'omicidio significava aver subito un torto particolarmente grave.

    Lo sguardo del Dott. Cock si posò sul letto del defunto, ove ora alla sua ombra vi era la carta scagliata dal Sig. Cassidy jn.
    Si chiese se fosse il caso di raccoglierla, rischiando però di essere incriminato dai presenti con le sue stesse parole.
    Rimane dunque immobile a fissare il letto, senza accennare minimamente a nessun movimento.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Non c'era verso, la Bennett riusciva a farla sorridere anche in situazioni simili. Era possibile che riuscisse a comportarsi da Signora Bennett anche in quel frangente? Nel suo flebile tentativo di attenuare la tensione, le aveva dato ragione per quanto riguardava la presa in causa del piccolo Cassidy, ignorando quasi totalmente le accuse a lei rivolte.
    Beh, sicuramente le argomentazioni c'erano, la Bennett aveva parlato a sproposito ma non aveva detto niente che non potesse essere ricondotto al reale rapporto tra i due fratelli, come se il -valere più da vivo che da morto- non la dicesse già lunga.
    Casseforti di gomma... il romanzo, quel romanzo, lo -spreco di carta-.
    Nel vederlo volare in forma di pallina, venne colta dall'istinto di sogghignare. Anche quando il foglio accartocciato finì sotto al letto, tuttavia, lei non si mosse.
    Si voltò verso la grigia finestra che rischiarava opacamente gli interni di quell'ormai tetra camera, ospite di un effimerato atroce delitto.
    Le venne in mente qualche riga di una prosa che, non molto tempo prima, aveva portato a teatro in uno dei suoi tanti spettacoli serali con cui aggiungere giusto qualche spicciolo extra al lavoro quotidiano.
    "Sciami scarlatti si protraggono come pettirossi al crepuscolo, attratti dall'odore del sole in discesa di cui le nubi di fuoco schermano il volto. Candida neve, soffice tappeto di bianco. Un uccellino finse di allontanarsi dal gruppo, per poi mettersi in scia allo stormo, ogni volta era lui che sfruttava l'altrui volo e si lasciava in un certo senso trasportare; sempre lui, non condivideva mai il cibo e anzi se poteva cercava sempre di rubare quello dei compagni. Quando il falco giunse, lo trovò in coda allo stormo e fu proprio verso di lui che si diresse, mentre gli altri si disperdevano caoticamente per disorientare il predatore.
    Sciami scarlatti si protraggono come pettirossi al crepuscolo, attratti dall'odore del sole in discesa di cui le nubi di fuoco schermano il volto"

    L'aveva ripetuta a bassa voce, ma probabilmente nel pericoloso silenzio di quella stanza si era perfettamente udita. Non distolse lo sguardo dalla finestra, immaginando linee rosse sulla neve che in quel momento stava tagliando loro i ponti con il mondo esterno.

    La Truman è sclerata, peggio della Bennett xD
     
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  14. Darkfederik[DF]
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    "Cassaforti di gomma " aveva letto il libro e non aveva mai nascosto al sig. Cassidy come lo avesse trovato "Semplice, banale e ridondante", erano queste le esatte parole che aveva pronunciato in sua presenza una sera, e la reazione non fu quella che si aspettava, il sig. Cassidy aveva sorriso goliardicamente dicendo "Vero? Eppure ne è valso molto di più di quanto non avessimo mai fatto...", nonostante ciò era d'accordo con il dottor Cock era meglio non toccare o spostare nulla per evitare che delle prove potessero venir contaminate e/o celate, nel vedere che il foglio di carta si era posato ai piedi del letto non si azzardò neanche a tentare di appropriarsene per paura di avvicinarsi al corpo, il solo pensiero gli faceva correre un brivido su tutta la schiena raggelandogli il sangue e sicuramente il delirio della Truman non lo aiutò a calmarsi, mentre le parole della Bennet riportavano una lieve umanità nella sua psiche
    CITAZIONE
    "Hey, tutto a posto signor Quimby?"

    "Si..no... cioè non lo so... in tutta franchezza sono combattuto, sicuramente non è una delle mie giornate migliori ma, si insomma, in confronto... " e li si rese conto che ovunque sarebbe andato a parare tutto ciò che avrebbe potuto dire avrebbe suonato come del tragico umorismo in un ancor più tragico momento, talmente immorale e fuori luogo che si fece schifo da solo almeno quanto pensava si sarebbe fatto schifo ad essere il colpevole.
    "Ah non importa." continuò dopo una breve pausa abbassando lo sguardo sui ghirigori del tappeto.
     
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    Non c'è pace per certi morti...

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    Gli abissi dell'amigdala, dove gli orrori sono tali che pure le mura urlano folli.

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    La signora Bennet con le braccia incrociate ascoltava quello che il fratello della vittima disse irritato quasi quanto, forse non aveva tutti i torti ma ci potevano essere altri motivi, familiari forse, ad averlo istigato.
    "capisco, ma pur supponendo allora che tu abbia ragione per ora te la buona ma nulla è dett..." la donna venne disturbata da quella che sembrava una cantilena sussurrata, era Truman.
    Stava recitando qualcosa a bassa voce, ma capii ben poco.
    La Bennet per tutta risposta guardò perplessa Truman per un breve istante.
    Che senso aveva tutto questo?
    Bennet considerò di chiederglielo, ma scartò idea per non essere invadente più del dovuto.
    Il sig. Cock intanto farfugliava cose apparentemente prive di senso.
    "sei sicuro? Non hai una bella cera Cock, se ti senti male ti accompagno a bere un bicchiere d'acqua se vuoi.
     
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