Maledetti incontri

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    Drago rosso di fuoco

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    Gix vide la freccia e anche lui come l'elfo si era messo subito in guardia pronto ad attaccare chiunque fosse ostile e subito dopo vide l'umana che usciva dal bosco, era pronto ad attaccarla se dovesse essere ostile nei loro confronti.
    Il drago rosso stava ascoltando Zell mentre sentiva un esplosione, appena vide il fumo il drago rosso si alzò sulle sue zampe posteriori ad aiutò Zell a dissipare il fumo con le sue ali.
    Gixcaririxen ascoltò l'elfo che aveva avvisato che Gillian era scapata via e pensò "come mai è scapata in questo modo? non ha senso, anzi, ora ha reso le cose ancora più difficili, senza contare che dopo quest'azione avrà reso più furioso Zell"
    Il drago rosso ascoltò Zell che iniziava ad accusare la nuova umana di essere complice infine chiese al drago e al'elfo di restare li e disse a Zell "Zell fermati" ma era troppo tardi perché era già volato via.
    Gix osservò l'umana e disse L'hai combinata davvero grossa umana e subito dopo si rivolse all'elfo, iniziava sentire i tuoni e disse mentre si mise in posizione che permette all'elfo di salire sulla sua schiena "Aesiril, non abbiamo tempo di parlare con lei, Zell sembra impazzito"
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Eh... sapessi

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    Sorry, credevo stesse a Tira, non so perché


    Si guardò un attimo intorno, un pelo spaesata.
    Probabilmente qualcosa non era come l'aveva immaginata, in tutto quel trambusto sembrava l'umana quella ad aver gabbato bellamente il resto della combriccola e non era sicura che lanciare oggetti che sprigionavano fumo fosse qualcosa da persona indifesa e maltrattata.
    Avrebbe potuto avvicinarsi e chiedere spiegazioni, ma per qualche motivo quegli individui ora sembravano avercela con lei. Per qualche arcano motivo.
    Associò il "signorina delle canne<" ad un possibile nominativo della tizia che si era appena volatilizzata nel nulla, ma di tutto il resto capì ben poco. Come al solito, era intervenuta in situazioni che non le competevano e avrebbe fatto meglio a starsene a cuccia.
    Avanzò tutta tranquilla e sorridente, con le mani alzate e la più innocente delle espressioni in viso. Ovviamente i nunchaku erano sempre lì, legati ai fianchi, pronti per qualunque evenienza. Sarebbero stati più comodi e rapidi dell'arco in un'emergenza.
    "Chiedo scusa, non era mia intenzione far alterare nessuno. Mi sembrava che voi stesse per... fare cose brutte a quella ragazza, se di ragazza si trattava. Tranquilli, non voglio picchiare nessuno"
    Abbassò le mani, osservando il punto in cui si era diretto il drago strano blu, cercando di rivolgersi all'elfo intero con cortesia. Il drago rosso pareva troppo burbero per il momento, meglio iniziare con calma.
    "Beh, ormai che ci sono mi presento, sono Zakrina" gli disse, porgendogli la mano. "E, in teoria, sono qui solo di passaggio. Cosa ci fanno due draghi e un elfo in giro per l'ossidiana? Se non sono indiscreta..."
     
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    Splendore celeste

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    "Siccome non siamo riusciti a convincere i nani della Città Sotterranea a farci passare, siamo arrivati all'Ossidiana d'Argento di prima mattina per aprirci da soli la nostra strada fino alla cripta. Dopo qualche calcolo approssimativo, ho indirizzato Geb della Terra verso una parete di roccia, circondata da un'ampia radura, facilmente raggiungibile mediante il sentiero che comincia ai piedi della montagna. Per non doversi preoccupare di eventuali intrusi fastidiosi, Geb ha sbarrato l'entrata con delle grosse rocce, lasciando solo una piccola fenditura nascosta nell'ombra delle stesse, per consentire anche a me, a Satyr, Vexx, Thyrdis e Robik di uscire in caso di emergenza anche senza il suo aiuto.
    Errata corrige: Satyr il guerriero dichiara di essere abbastanza forte da uscire anche senza questa cortesia, e ha minacciato di schiacciarmi con suddette rocce se non correggevo subito la svista."

    Mentre leggeva il libretto dello zio, Jill sentiva in lontananza una serie di rumori, piccoli boati sempre meno di sottofondo e sempre più vicini. Chi ne fosse il responsabile era più che ovvio, ma con la certezza di essere ben nascosta alla vista (grazie alle vesti nere) e al fiuto (grazie alla boccetta, di cui aveva stretto il filtro così da non far uscire troppo vapore e disturbare l'olfatto del rettile), Jill mise il taccuino nero nel marsupio, dopo aver confrontato un'ultima volta la parete e le rocce con il disegno appena abbozzato dell'entrata celata tra di esse. Stava quasi per abbandonare la sua posizione nascosta per fiondarsi verso l'entrata, quando un fulmine colpì il centro della radura, seguito da un boato che di piccolo e di sottofondo aveva ben poco. La tempesta era appena arrivata: come aveva fatto il rettile a trovarla in così poco tempo?
    Era impossibile. Con uno scatto Jill si tuffò tra i primi cespugli che trovò. Altre scariche alternate a grida rabbiose, le provarono che Zell non era ancora effettivamente riuscito a individuarla, ma che si era solo appostato nel punto in cui più probabilmente lei sarebbe sbucata. Si arrischiò ad alzare la testa dal suo nascondiglio improvvisato, per cercare di capire dove l'ibrido si fosse messo. Le bastarono qualche secondo per accucciarsi di nuovo, trattenendo a stento un fiume di imprecazioni: quel dannato rettile si era appollaiato proprio sopra la sua meta.
    E adesso, cosa si supponeva che facesse? Valutò l'idea di rimanere nascosta finché il rettile non si fosse stancato di riversare tutta la sua rabbia contro il terreno, ma per quanto confidasse nel suo mimetismo non poteva permettersi di rimanere in quello stallo: il rettile non era solo, aveva due compagni che avrebbero potuto prenderla alle spalle in qualsiasi momento. In più non doveva dimenticarsi anche dell'umana.. un po' le dispiaceva per averla lasciata indietro in balia degli altri due, ma non poteva permettersi que riconoscesse le sue vesti e associasse il suo nome al quello del pesce pagliaccio (era meno probabile che le creature leggessero i bandi dei ricercati di Kerus, ma un'umana?).
    Se non poteva rimanersene nascosta e tranquilla, come avrebbe dovuto sbloccare la situazione senza buscarsi un fulmine nella zucca? Per quanto lei amasse le sfide, era sicura che non avrebbe mai battuto in velocità un ibrido dell'elettricità, soprattutto considerando la sua posizione: l'unica alternativa che le rimaneva era quella di usare l'astuzia, sperando che gli avesse "fatto invertire le cariche" abbastanza da farlo cadere nel tranello più semplice pur di trovarla, seguendo anche il minimo indizio che lei gli offriva.
    Tra tutti i diversivi a cui riusciva pensare, decise per quello che meno avrebbe pesato sulle sue scorte: non aveva ancora cominciato la sua vera missione, non poteva permettersi di sprecare tanta attrezzatura giocando con il rettile. Dal marsupio tolse una fiala lunga e stretta, con uno strappo slegò l'arco corto dallo zaino, e con un laccetto legò la fiala sulla punta di una freccia. Silenziosamente lasciò il suo nascondiglio e si portò nel punto del bosco più vicino alla parete, mantenendosi comunque lontano dal confine con la radura per non essere scoperta. La tempesta di fulmini aveva smesso, il che la preoccupò parecchio. Tese l'arco a vuoto un paio di volte prima di considerarsi pronta. Doveva agire in quel momento, o aveva la sensazione che non ne avrebbe più avuto il tempo!
    Jill si alzò, incoccò l'arco e scoccò la freccia, mirando un po' più in alto per compensare il peso della boccetta sulla punta. La gittata era piuttosto limitata, ma per quello che al momento le serviva era più che sufficiente: la freccia viaggiò ad est, passando tra un albero e l'altro, rallentata in parte dalle foglie e dal peso extra. Jill non aspettò di controllare dove impattasse la freccia, quello che a lei interessava era ciò che avrebbe visto il rettile: un fascio di luce improvviso che illuminava il sottobosco, almeno un centinaio di metri lontano dalla sua reale posizione. Il flash non era così vicino al rettile da farlo accecare, e anche se in quel momento avrebbe guardato in quella direzione, le foglie degli alberi intorno avrebbero pensato a filtrare quel pericolo per lui. Non desiderava dargli altri motivi per odiarla, semplicemente voleva scollarselo di dosso (in fondo se gli avesse tirato la freccia sotto i piedi avrebbe ottenuto un risultato migliore, ma non amava ferire gli altri se non ne era costretta).
    Da quanto la freccia era stata scoccata, Jill si era nuovamente accucciata, e aveva cominciato a proseguire nel bosco fino al limitare della radura. Solo dopo qualche secondo si alzò di scatto e si tuffò nella radura, verso la parete e le rocce che schermavano l'entrata. Non controllò nemmeno se l'ibrido fosse cascato nella sua trappola, il suo sguardo era troppo impegnato a registrare eventuali ostacoli per non inciampare, il suo corpo doveva correre più veloce che poteva, e la sua mente scandiva il ritmo della corsa a colpi di "mannaggia-mannaggia-mannaggia-mannaggia-mannaggia...". Saltò agilmente una roccia piegata orizzontalmente sul prato, ne scartò un'altra di lato, e rapida si tolse lo zaino per passare in una fenditura tra due rocce addossate una sull'altra.
    Senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò tra le tenebre di una caverna.

    VI Tecnica, quella cosa che emette luce:
    CITAZIONE
    Cheese!:
    Una fiala stretta e allungata con all'interno un liquido trasparente che reagisce con l'ossigeno: se la sostanza viene esposta all'aria, essa comincia a rilasciare una luce bianca e fredda. A seconda di come viene usata può fungere come torcia (aprendo la fiala, lasciando che solo la superficie del liquido entri in contatto con l'aria) o può anche rilasciare un bagliore accecante (se la boccetta viene infranta e tutta la sostanza entra contemporaneamente in contatto con l'aria). La luce del flash non può essere schermata dai semplici occhi chiusi e può filtrare anche dietro un braccio teso in avanti a schermare la vista (meglio se una mano viene poggiata direttamente contro gli occhi, o anche il cappuccio di tela nera di Jill è efficace).
    E' un ottimo diversivo contro ogni tipo di creatura, più dannosa contro non-morti, creature notturne e quelle dalla vista più acuta. L'effetto della cecità è ovviamente temporaneo, ma può durare per diversi minuti a seconda dell'esposizione e dell'efficacia.

    Lo spazio tra le due rocce è abbastanza ampio da permettere il passaggio di Zell (stando attento alle ali, ovviamente). Gix è troppo grosso, ma è abbastanza forte da scostare le rocce e farlo passare comunque ^^

    Un'altra cosa: Aes, hai ricevuto il mio mp?


    Edited by Tirannosaurorex - 24/1/2019, 12:22
     
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    Aesiril abbassò leggermente la sua spada ma non la ripose per il momento. Guardò a colpi sia l'umana che il suo amico drago rosso che si era accucciato per farlo salire. Gix era preoccupato del fatto che Zell fosse "impazzito" ma non capiva se era per Zell stesso o per il fatto che l'ibrido drago-elfo furioso potesse combinare qualcosa di brutto.
    "Non preoccuparti, Gix. Zell sa fare il suo. Lo raggiungiamo quando avremo finito con lei, sempre se non è lui stesso a tornare." disse l'elfo della Natura al drago rosso.
    Poi tornò a prestare attenzione all'umana che aveva assunto un'aria più tranquilla, si scusò rassicurandosi che non voleva far del male a nessuno e si presentò come Zakrina porgendogli la mano.
    Aesiril sospirò e si decise a riporre l'arma dalla lama verde nel fodero.
    "Io mi chiamo Aesiril. Noi siamo venuti qui semplicemente per trascorrere una giornata tranquilla in montagna ma l'intervento di Gillian prima ...e tuo poi ha complicato un po' la giornata...specialmente per Zell!" Aesiril guardò per un attimo nella direzione verso la quale si era diretto l'ibrido del Fulmine.
    "E tu che ci fai qui? Forse mi sbaglio ma io ho il sospetto che tu sia venuta qui assieme all'altra ragazza. Mi sembra troppo per essere una coincidenza il fatto che tu sia apparsa proprio quando Gillian Tress ha lanciato quelll'esplosione. E inoltre, hai rischiato di farmi molto male. Anche se sono un elfo, una freccia come quella poteva anche uccidermi!"
    Mentra attendeva la sua risposta, lo sguardo di Aesiril cadde sulle strane armi che aveva Zakrina sulla cintura. Non aveva mai visto delle armi simili.
    Intanto nel boschetto tornò il silenzio. Non si sentiva più nè il battito delle ali di Zell, nè il fragore dei suoi fulmini. Forse era riuscito a trovare l'altra umana, se era così non avrebbe impiegato molto a tornare.
    E chissà come avrebbe reagito con Zakrina, infuriato com'era.


    Zell rimase appollaiato sulla cornice rocciosa a scrutare il bosco e la radura sotto di se. La sua coda muscolosa si muoveva nervosa confermando il suo umore e di tanto in tanto sferzava la roccia dietro di se. Non si vedeva nessun movimento che potesse tradire la presenza della signorina delle canne.
    "Allora? Se non vieni fuori, verrò io là dentro!"
    L'ibrido del Fulmine stava per scendere quando un luccichio nel bosco lo fece voltare in quella direzione. La luce era intensa ma non fece alcun effetto sulla vista di Zell, abituato a fissare i suoi stessi lampi di gran lunga più accecante. Inoltre, la luce era attutita dalla vegetazione. L'ibrido non si tuffò come se fosse una falena attratta da un lampione perchè la cosa non gli quadrava. Un' umana non poteva brillare di luce propria, nemmeno se avesse un oggetto lucido capace di riflettere i raggi del sole, cosa anche improbabile nel sottobosco. In pochi attimi si convinse che quello fosse l'ennesimo trucco della signorina delle canne, dopo quello stupido scherzo dell'olfatto e quello ancora più fastidioso dell'esplosione.
    La conferma che quello era un tentativo di sviarlo si manifestò quando con la coda dell'occhio vide un movimento esattamente sotto di sè. Qualcuno vestito completamente di nero che stava correndo contro la parete rocciosa come se volesse sbatterci contro.
    "Grawwwrrrrrrrrrr!" ruggì infuriato Zell accorgendosi che l'umana era sparita di nuovo.
    L'ibrido drago-elfo scese in volo giù nella radura, atterrando poco distante dal punto dove poco prima aveva lanciato le sue saette. Guardò la parete rocciosa nel punto dove era sparita la signorina delle canne e avvicinandosi si accorse che c'era una fenditura, l'entrata un po' stretta di una grotta. E lei era entrata. Zell ridacchiò sfregandosi le mani scagliose, pensando al fatto che l'umana era in trappola.
    Prima di entrare pensò che, se Gix ed Aesiril fossero passati di lì, non avrebbero notato l'ingresso abbastanza nascosto di quella grotta. Così richiamò il suo elemento sulla mano destra e, in bella vista, fece dei segni neri sulla roccia chiara. Una freccia che indicava le strane rocce delll'ingresso, la runa Algiz e una saetta. Tre indizi che testimoniavano chiaramente che Zell era entrato.
    Poi entrò nella grotta con non poche difficoltà, mugugnando versi strani mentre raccoglieva a se le ali per passare e appena le tenebre lo avvolsero, l'ibrido del Fulmine evocò un piccolo fulmine globulare sopra il palmo della mano sinistra che usò come torcia, illuminando l'ambiente. Sui primi momenti si guardò in giro con lo sguardo perso per capire dove fosse finito ma poi si ricordò del suo obiettivo.
    "So che sei qui dentro, signorina delle canne! Credevi di mangiarmi la coda con quei trucchetti? Palesati! E non ti azzardare a buttare altre cose esplosive!"
    E Zell iniziò ad esplorare quella grotta, alla ricerca della signorina perduta.
     
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    Gixcaririxen ascoltò Aesiril che cercava di rassicurarlo ma il drago rosso era molto preoccupato, non aveva mai visto Zell così arrabbiato, anzi, non lo aveva mai visto arrabbiato. Subito dopo guardò l'umana che si stava scusando e aveva spiegato il motivo perché gli aveva attaccato e disse "beh se volevamo fare brutte cose a quell'umana lo avevamo già fatto da un bel pezzo, no?
    Il drago rosso ascoltò l'umana e l'elfo mentre vedeva che tutti e due si misero in posizione rilassata, così anche Gix si rilassò e disse "io mi chiamo Gixcaririxen o Gix per gli amici o chi non è grado di non pronunciare il mio nome
    Gix guardò l'elfo e disse "non credo, da quello che avevo sentito nel bivacco c'era solo l'odore dell'umana che è scapata ed in più forse dopo l'esplosione anche lei sarebbe scapato via.
    Il drago rosso ritorna a guardare l'umana e pensò "ah, interessante, come voleva picchiarmi con quei nunchaku?, sorrise appena pensò cosa sarebbe successo se avesse provato a colpirlo con quei stuzzichini
     
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    Zakrina osservò incuriosita l'elfo, con la voglia quasi di afferrare la sua coda di capelli marroni e giocherellarci così tanto per sport.
    Fortunatamente si era presentato senza troppi problemi, e ancor più fortunatamente aveva riposto l'arma.
    Aveva in effetti tutte le ragioni di lamentarsi se le cose stavano come diceva, anche se doveva spiegargli in maniera convincente che lei non c'entrava nulla con l'altra tizia e non aveva idee in mente. O meglio, non aveva voglia di pensare a come giustificarsi, semplicemente perché non ne aveva un vero e proprio motivo.
    "Mi dispiace per la freccia, avevo mirato abbastanza distante dal punto in cui vi trovavate, infatti..."Raggiunse la freccia nascosta fra l'erba, raccogliendola. "eccola qui"
    Ripose il dardo nella faretra e cercò di non compiere gesti bruschi o repentini che potessero insospettire inutilmente l'elfo e il suo amico bestione.
    "Comunque ho notato una cosa in quest'isola, la gente arriva sempre nel momento più inopportuno e mentre hai intenzione di fare qualcosa di molto tranquillo e semplice. Sembra che... più che uno abbia intenzione di rilassarsi e più che i guai lo raggiungano. Eccone la prova"
    Indicò la direzione nella quale si era diretta la fantomatica Gillian, seguita dal drago strano che stava su due zampe.
    L'espressione pacata dell'elfo, nonostante il suo nervosismo, le trasmetteva abbastanza fiducia e fu sufficente per rilassarsi. Forse era quel drago rosso a poter incutere un po' di nervosismo, per il semplice fatto che se avesse mosso la coda sarebbe arrivato ad Andorix. Neanche Kenshin le aveva dato quella stessa sensazione di imponenza.
    "Comunque no, non sto con la ragazza. Semplicemente la situazione mi pareva agitata, e... d'accordo, ammetto non sia stata una buona idea ma... ho pensato di fermare i tumulti. E poi era un modo interessante per avvicinarci no?"
    Ne aveva sparata un'altra delle sue, e il sorrisetto che esibì ne era la conferma. "Comunque pensate sia il caso di seguirli?"
    In realtà era una domanda alquanto retorica, voleva vedere come andava a finire tra quei due. Non solo per capire il motivo per cui stessero bisticciando, perché in effetti quello sembrava, ma anche perché era una situazione troppo divertente per lasciarsela sfuggire.
    Se fosse stata una cosa grave sicuramente l'elfo e il drago avrebbero avuto modo di fermare la tipa, se non erano intervenuti freneticamente voleva dire che qualunque cosa fosse successa era relativamente tranquilla. E poi il drago blu aveva detto di essersi arrabbiato, non di volerla scannare, anche se le cose potevano essere complementari.
    In ogni caso la curiosità ebbe la meglio.
    "Perché ce l'avete con lei?"
    Aveva capito che la sua fuga con tanto di esplosione fumosa non era piaciuta al trio (lescano), ma non era abbastanza per descrivere la situazione.
     
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    Con un sospiro di sollievo per avere ancora la testa attaccata al collo, Jill infilò una mano nel marsupio e tirò fuori un'altra fialetta lunga e stretta. Sfiorando con la mano la parete della caverna, si allontanò leggermente dall'entrata e aprì la boccetta solo quando fu sicura che la luce non fosse visibile dall'apertura. La luce divenne gradualmente sempre più intensa, fino ad illuminare un lungo corridoio di sezione circolare, leggermente schiacciato in alto e in basso, la cui fine si perdeva poco più avanti tra le ombre. Era abbastanza ampio per consentire il passaggio di un drago adulto, anche se probabilmente un drago della stazza di Gix avrebbe dovuto camminare in posizione un po' accucciata per non far strusciare le ali contro la volta. Quello doveva essere il tunnel che il compagno di zio Rodd aveva scavato per entrare nella cripta.
    Jill non rimase a rimirarlo più del dovuto: una volta che la luce divenne stabile, cominciò a seguire il corridoio di corsa. Dapprima la portò verso il basso, in una discesa che si faceva via via più ripida, poi, dopo una leggera curva verso sinistra, sbucò in un'ampia camera dalla pianta rettangolare. Le pareti della stanza erano perfettamente lisce, con appena qualche parasta che si alternava con la parete nuda e spoglia. Dove era finita? Sembrava quasi che quella non fosse più una caverna, ma una sala di un qualsiasi palazzo di pietra. L'unica imperfezione erano delle rocce sparse a terra vicino all'emergenza del corridoio che lei aveva appena percorso. Jill rivolse la boccetta luminosa prima verso la parete destra, e quindi a sinistra: a destra, un enorme portone di metallo le sbarrava il passo; a sinistra, la stanza si immetteva in un corridoio, dalle pareti del tutto simili a quelle della stanza.
    < Ma tu guarda cosa abbiamo qui! Erano quasi vent'anni che non si faceva vivo qualcuno in questo posto! >
    Jill alzò la boccetta per illuminare meglio la stanza, mentre portava l'altra mano verso la spada corta fissata sulla schiena. Qualcosa vicino alla porta di metallo si mosse, anzi qualcuno, qualcuno che non aveva notato mentre scrutava rapidamente l'ambiente intorno. La figura avanzò lentamente entrando nel cerchio di luce creato dalla sua boccetta: era alta almeno quanto lei, e si muoveva su quattro zampe con l'eleganza tipica di un felino. Dove si aspettava di vedere il pelo, però, la luce si rifletteva su delle squame nere come la pece. Jill si rilassò, e allontanò la mano dalla schiena: lo shiura era arrivato, e se zio Rodd non aveva mentito nel suo taccuino non era intenzionato a farle del male. Anche se era una comparsa aspettata, Jill non riuscì a fare a meno chiedersi cosa ci facesse un essere così raro proprio in quella caverna.
    Lo shiura poggiò il sedere a terra e cominciò a studiare Jill con uno sguardo incuriosito. Dopo un po' inclinò pure la testa con la bocca leggermente socchiusa. Se non fosse stato per quelle due corna ossee che gli spuntavano dal cranio, lo avrebbe facilmente scambiato per un gattone gigante.
    < Sono qui per entrare nella cripta del nano Elinas. > disse Jill, quando lo shiura si accoccolò con la pancia a terra e fu chiaro al mondo che non aveva troppa intenzione di continuare a parlare.
    L'espressione dello shiura si fece perplessa. Alzò un attimo la testa e sbuffò prima di appoggiarla di nuovo comodamente sopra le zampe anteriori.
    < E non vuoi aspettare i tuoi compagni? >
    < Quali compagni? >

    Fece appena in tempo a formulare la domanda, che si sentì nell'aria la voce del rettile urlare dall'entrata della caverna.
    < Il primo sembra già arrivato. > disse lo shiura con leggerezza, come se non avesse per nulla inteso il tono irato con cui il rettile si era rivolto all'umana.
    < CRIBBIO! > esclamò Jill, scattando verso l'unica altra apertura al di fuori del tunnel da cui sarebbe sbucato il rettile.
    Non riuscì ad andare molto lontano: lo shiura balzò in avanti con incredibile velocità e si interpose tra lei e la sua via di fuga. Per un attimo la osservò con uno sguardo basso, e i muscoli delle zampe tesi come se da un momento all'altro fosse pronto a saltarle addosso per sbranarla. Jill indietreggiò di un passo, notando solo in quel momento che una delle corna ossee dello shiura era spezzata a metà.
    < Scusa, ma temo di non poterti lasciar andare in quella direzione... > disse, tornano a sedersi e perdendo quell'improvvisa aurea minacciosa con la stessa velocità con cui l'aveva acquisita.
    Jill lanciò nervosamente un'occhiata verso la grossa porta di metallo dall'altra parte della stanza.
    < Immagino che se ti chiedessi di aprirmi quella porta, tu mi diresti di no... >
    < Non finché non siete tutti qui. >
    esclamò quasi allegramente, lasciandosi cadere sul fianco.
    Fantastico, era intrappolata tra un rettile imbestialito e uno shiura bipolare. Doveva solo scegliere da chi volesse essere sbranata. Con uno scatto rabbioso gettò lo zaino a terra e si lasciò cadere a sedere. Abbassò il cappuccio prima di incrociare le braccia al petto e aspettare così l'inevitabile arrivo del suo "compagno".
    Distrattamente notò del disappunto negli occhi dello shiura. Che? Non si aspettava un'umana?
     
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    Aesiril controllava gli spostamenti di Zakrina, stando attento che non facesse altri movimenti bruschi, ma i suoi unici movimenti erano quelli di recuperare la freccia e riporla nella faretra. Freccia che fortunatamente non aveva colpito nessuno. L'elfo della Natura spostava il peso da un piede all'altro mentre ascoltava cosa aveva da dire l'umana e il drago rosso. Quest'ultimo aveva sollevato un'importante opinione a favore di Zakrina, in quanto non aveva fiutato il suo odore al bivacco e non era scappata via assieme a Gillian subito dopo l'esplosione.
    Zakrina confermò la tesi di Gix, aggiungendo che era intervenuta per calmare gli animi. Poi chiese se volevano seguirla e perchè ce l'avevano con lei.
    "Quante domande, Zakrina! No...non ce l'abbiamo con lei. O almeno...io e Gix non ce l'abbiamo con Gillian Trees. Quello che ha acceso gli animi è stato Zell...l'ibrido drago-elfo che è volato via alla sua ricerca. Da quanto ho capito non gli stanno molto simpatici gli umani...soprattutto le donne. Deve aver già avuto brutte esperienze con lei e non solo." rispose Aesiril.
    L'elfo poi si voltò verso dove era volato Zell. Non si sentivano più nè i tuoni causati dai suoi fulmini, nè i suoi ruggiti rabbiosi, nè tantomeno i colpi d'ala. Dove diamine era andato a finire.
    "Comunque sia è meglio che andiamo incontro a loro...questo silenzio non mi piace. Sembrano spariti nel nulla. Gix, per favore, potresti alzarti in volo e pattugliare la zona dall'alto? Io e Zakrina perlustreremo il sentiero e il bosco. E' meglio avere occhi a terra e occhi in aria in questo caso." disse l'elfo pianificando la ricerca e dirigendosi verso il sentiero che avevano abbandonato ma prima di proseguire si rivolse nuovamente all'umana con i nunchaku.
    "Sappi che quando Zell ti vedrà non ti guarderà di buon occhio, probabilmente ti sfotterà un po' ma non è malvagio a tal punto da ucciderti senza un motivo valido...in tal caso ci pensiamo io e Gix a tenerlo buono" aggiunse.
    Poi iniziò a camminare lungo il sentiero facendo strada e scrutando di tanto in tanto il bosco.
    "Non possono essere andati tanto lontani..."



    "Vuoi forse giocare a nascondino? Io sono pronto!" disse Zell ridacchiando non appena iniziò a camminare nella caverna, illuminato dal fulmine globulare.
    Per tutta risposta sentì subito un brusio e un'imprecazione secca, provenire dal fondo della grotta, dove si intravedeva anche un tenue bagliore. L'imprecazione era chiaramente della signorina delle canne che aveva probabilmente sentito la sua voce ma non riusciva a capire di chi fosse l'altra voce. Era ancora troppo distante per capire bene le parole e l'eco della grotta confondeva la tonalità della voce, doveva andare là per capire cosa stava combinando la signorina delle canne, con ogni probabilità aveva disturbato qualcuno che viveva nella caverna, forse qualche creatura, come erano soliti fare gli umani rompiscaglie.
    "Sto arrivando!" e la parola "arrivando" riecheggiò nell'oscurità.
    Zell calcò a grandi falcate il terrno roccioso della caverna seguendo il suo piccolo fulmine globulare. Non sfoderò nemmeno la spada, non ne aveva bisogno, visto che doveva semplicemente liberare l'abitante della caverna dalla presenza fastidiosa dell'umana. Rallentò i passi quando il corridoio, grande abbastanza per lui ma forse non per Gix, si immetteva in una brusca e ripida discesa per poi terminare in una sala rettangolare, troppo rettangolare per poter essere una cavità naturale.
    Non appena l'ibrido posò i piedi artigliati nella stanza, trasalì di colpo, così di colpo che il suo fulmine globulare si spense. Assieme alla signorina delle canne c'era una creatura stranissima che non aveva mai visto. Sembrava un ibrido tra un felino e un drago, come corporatura era simile in tutto e per tutto ad una tigre o ad una lince ma invece di avere il pelo, era coperto da scaglie come un drago. Sulla testa aveva sia le corna e sia le vibrisse. Il corpo, nero come la notte, era robusto e muscoloso, gli occhi saggi, profondo e leggermente minacciosi. La postura era però tranquilla, se ne stava disteso di fianco a fissare Zell che era appena entrato, il quale distolse o sguardo dallo strano felino per squadrare la signorina delle canne seduta a terra con il cappuccio calato. Tra i due, c'era una porta di metallo chiusa.
    L'ibrido cercò subito di mostrarsi inoffensivo e si rivolse alla creatura con tono amichevole e convincente.
    "Pace, chiunque tu sia. Non vogliamo farti del male. Mi dispiace moltissimo aver invaso la tua caverna ma questa ragazzina infantile non sa quello che fa. Si è introdotta in questa caverna senza sapere che era abitata. Leviamo subito il disturbo!"
    Zell sgusciò dentro la stanza e si diresse verso la signorina delle canne dove l'afferrò, con non molta delicatezza, per il polso sinistro per farla alzare, mentre con l'altra mano prese, sempre con delicatezza draconica, il suo zaino.
    "Avanti andiamo! Lasciamo in pace questa creatura e una volta fuori facciamo i conti! E' già tanto che questo non ti abbia messo le zampe addosso!" sibilò a voce bassa Zell verso la signorina delle canne, tirandola su di peso e avviandosi verso l'uscita.

    *Tira: ho mosso leggermente Jill per tirarla su XD
    *Gix: se decidi di volare, ricordati che puoi scorgere dall'alto i segni lasciati da Zell sulla parete rocciosa ^^
     
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    Drago rosso di fuoco

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    Gix ascoltò l'umana mentre la vedeva che prendeva la freccia che aveva sparato e sorrideva appena sentiva che l'umana aveva confermato quello che aveva detto e disse "più che interessante è un modo abbastanza strano per avvicinarsi alla gente".
    Il drago rosso continuò ad ascoltare l'umana che chiedeva se volevano inseguirli e il perché ce l'avevano con l'umana e disse subito dopo Aesiril "già, io e Aesiril l'abbiamo vista per la prima volta oggi, quindi non possiamo avercela con lei." Subito dopo si rivolse all'elfo e disse "dopo tutto quello che ha passato con le donne umane, ci credo che non le sopporta, è molto sfortunato con le donne umane". Il drago rosso sorrideva.
    Il grosso dragone di fuoco ascoltava l'elfo che iniziava a dare istruzioni per la ricerca dell'umana e dell'ibrido, annui e disse "va bene, se trovo qualcosa farò un ruggito e se è tutto libero semmai soffierò anche del fuoco". Subito dopo aprì le sue grosse ali e iniziò a sbatterle per alzarsi in volo e quando era abbastanza in alto iniziò a perlustrare la zona e iniziava a notare alcuni segni di bruciatura causati dai fulmini.
    Gix pensò, dopo seguì i segni della scottatura fino ad arrivare verso la radura e lì notò una freccia che indicava un'entrata nella grotta. Il dragone di fuoco atterrò vicino all'entrata, guardò attentamente intorno a sé e notò che come zona era perfetta per soffiare il suo fuoco. Così il dragone rosso ruggì e subito dopo soffiò il suo fuoco verso il cielo per indicare la sua posizione, infine attese l'elfo e l'umana.

    Edited by Gixcaririxen - 8/8/2017, 23:16
     
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    Fortunatamente il drago gigante era stato facile da convincere, era più ragionevole dell'elfo probabilmente. Comunque anche Aesiril parve capire che lei non aveva nulla a che fare con il loro piccolo problemino.
    "Beh, mi sembra un buon motivo per inseguirla..." commentò sarcastica alla frase dell'elfo riguardo la poca simpatia che Zell provava nei confronti delle donne umane. Se aveva avuto problemi con lei e andava a cercarseli ancora era un po' scemo lui, ma probabilmente c'era altro che Zakrina non sapeva.
    "Si... andiamo"
    Seguì l'elfo fin dentro al bosco, poi fece come al solito quando voleva cercare qualcosa e si arrampicò sul primo albero con la chioma abbastanza sporgente.
    Si guardò un attimo attorno, cercando anche di ascoltare ciò che lì circondava, ma non individuò né un movimento né altro che potesse ricondursi a più di un piccolo roditore.
    Scese e si riaffiancò ad Aesiril, osservando il suo atteggiamento e il suo modo di fare allo stesso tempo nobile e selvaggio. La affascinavano gli elfi, sicuramente erano tra le creature bipedi più interessanti. Gli umani erano fastidiosi, non per niente anche lei tal volta lo era, mentre gli orchi e i nani avevano sempre qualcosa di cui lamentarsi.
    Quando vide delle fiamme dirigersi in cielo, capì che forse il drago rosso li aveva individuati e i due si affrettarono. Le parve di scorgere una freccia conficcata su un albero lì accanto, ma non gli diede troppo peso.
    "Magari sono lì..." disse, indicando un ammasso di rocce disposte a caso nella radura a cui il drago rosso li aveva condotti. Queste parevano dirigersi verso altre rocce, e non udendo alcun rumore pensò che il drago avesse sbagliato oppure che avesse soffiato solo perché aveva il raffreddore e quindi doveva riscaldarsi la faringe.
    Avanzò in silenzio, evitando qualche roccia distesa a terra e arrivando fino a quello che pareva essere un altro mucchio di sassi belli grossi.
    Probabilmente lì dentro si trovava una sorta di grotta, e la cosa la allettava parecchio. Considerando che le loro voci non si sentivano poteva solo significare che era abbastanza ampia da poter celare qualcosa, anche se probabilmente dovevano prima pensare a salvare la ragazza dalle grinfie del drago strano blu.
    Ho affrettato i tempi che un post di caminata mi pareva inutile. Vai Zellone entra tu
     
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    Le parole del rettile arrivarono nella stanza forti e chiare, e solo appena distorte dai continui rimbalzi tra una parete e l'altra della caverna. Lo shiura nella sua posizione rilassata la osservava con un'aria fastidiosamente divertita, e Jill, cercando in tutti i modi di ignorare quel suo ghigno distorto dalla poca luce, si era messa a trafficare con la sua attrezzatura, passando dallo zaino al marsupio le munizioni consumate giocando col rettile, e attaccando di nuovo l'arco corto allo zaino. Per avere entrambe le mani libere appoggiò a terra la fiala con la luce, mettendola a testa in giù poco più avanti. Non fu una distrazione sufficiente: le avanzò pure del tempo in cui non aveva idea su cosa focalizzare la sua espressione corrucciata.
    Quando finalmente il rettile arrivò, fu quasi il benvenuto: non appena si cominciò ad intravedere un fascio di luce dal corridoio, Jill distolse lo sguardo dal pavimento, per cercare con lo sguardo un bersaglio molto più adatto per le sue occhiatacce. Il rettile avanzò di qualche passo entrando nell'ampia camera, e dopo essersi guardato velocemente intorno, si focalizzò su di lei e lo shiura. Quello che seguì fu piuttosto imprevedibile: prima il rettile si scusò con lo shiura per aver invaso la sua tana (tana? Quale tana?), poi le si era avvicinato. Jill lo aveva guardato dal basso verso l'alto con l'espressione più imbronciata di cui era capace, le braccia incrociate al petto e il volto coperto solo dalla maschera nera. Con un gesto improvviso il rettile si abbassò e le afferrò il braccio, tirandola su senza alcuno sforzo. Alzandosi, urtò la fialetta, che costituiva l'unica fonte di luce nella stanza, e quella rotolò a terra fino a raggiungere il fianco dello shiura. Per qualche secondo la luce si fece traballante, distorcendo le sagome di tutti i presenti.
    Jill era troppo sorpresa dal gesto del rettile per rendersi conto di ciò che succedeva. Si lasciò trascinare via per qualche passo prima di riuscire a connettere tutti i tasselli. Lanciò un'occhiata allo shiura, che ricambiò silenzioso, inclinando la testa leggermente di lato con aria palesemente divertita dalla scenetta.
    < Ma che diamine... si può sapere cosa cavolo stai facendo? - gli urlò contro Jill piantando a terra i piedi - Toglimi subito le tue zampacce di dosso, stupido rettile! Sei tu quello che sta travisando la situazione qui! >
    Le sue guance si imporporino per la rabbia e la vergogna. Era da quando era piccola che qualcuno non la trattava in quella maniera. Chi credeva di essere quel dannato ibrido? Suo padre? Suo nonno? Cercò di liberarsi dalla presa ferrea del rettile, ma finì solo per farsi dolere il polso. Smise di fare resistenza solo quando di sottofondo si sentì una profonda risata.
    < Che gruppo affiatato, non vedo l'ora di conoscere gli altri! > esclamò lo shiura dopo poco.
    Jill storse il naso. Si chiese se fosse il caso di seguire il rettile fuori dalla grotta e tornare poi più tardi una volta che si fosse separata da quello stupidone. Tentò un'ultimo strattone per liberarsi dalla presa. Lo shiura continuò a parlare.
    < Per favore, ibrido, non togliermi il piacere del tua compagnia e quella della tua umana. Sono vent'anni che questi corridoi rimangono vuoti, ed era tempo che qualcuno finalmente arrivasse. >
    "Della sua umana"? Jill lanciò un'occhiataccia carica di stizza verso lo shiura, solo per scoprire che tutta la sua attenzione era rivolta verso il rettile. Lo shiura si tirò su a sedere con lenti movimenti, come se quello fosse il gesto più faticoso del mondo.
    < I vostri compagni hanno già trovato il messaggio che hai lasciato all'entrata, e non dovrebbe mancare ormai molto al loro arrivo. Vi chiedo almeno di aspettare che tutti siano qui prima di decidere di andarvene... >
    Se solo non l'avessero fermata nel bosco per farle tante domande... Jill non era sicura che lo shiura le avrebbe permesso di entrare da sola nella cripta, ma almeno non avrebbe dovuto coinvolgere un gruppo di estranei in quella situazione tanto intricata..

    Come ha detto Aes, cercate di entrare entro il mio prossimo post, sarebbe anche ora di cominciare seriamente la missione ^^


    Edited by Tirannosaurorex - 19/8/2017, 18:10
     
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    Aesiril e Zakrina si incamminarono assieme nel bosco mentre Gix volava sopra di loro pattugliando la zona dall'alto. L'elfo scorse il corpo e le grandi ali rosse dell'immensa creatura stagliarsi sopra il verde degli alberi e sotto l'azzurro del cielo. Un trio di colori che Aesiril reputò perfetto, accompagnato dal battere possente delle grandi ali. L'elfo della Natura procedeva lentamente nel bosco misto montano, cercando ogni indizio possibile dietro a qualche albero. Guardò con ammirazione l'umana arrampicarsi scalza su uno degli alberi, allo stesso modo degli elfi, davvero non si aspettava che un'umana fosse così agile come lui. Quando Zakrina tornò con estrema delicatezza a terra, affiancandolo, l'elfo stava per complimentarsi dalla sua abilità di arrampicata sugli alberi ma prima di pronunciare verbo, venne messo in guardia da un ruggito del drago rosso, seguito da una possente fiammata che proveniva da una radura oltre il bosco.
    Aesiril annuì e affrettò il passo,destreggiandosi tra gli alberi e uscendo sulla radura. Si trattava di un prato disseminato di sassi di varie dimensioni che si trovava sotto una parete rocciosa verticale, ma ciò che l'elfo notò subito erano dei segni sulla roccia vicino all'entrata di una caverna. Era là che si era posizionato Gix.
    "Ben fatta, bravo Gix!" si complimentò l'elfo accarezzando il drago per poi passare alll'analisi dei tre segni sulla roccia, che erano stati chiaramente incisi con l'elettricità. Chi aveva l'olfatto sviluppato poteva recepire il sottile odore di ozono.
    "Una freccia che indica l'entrata della grotta, la runa Algiz e una saetta. Tre simboli che dicono chiaramente che Zell è entrato qui dentro. Mi sa che dovremo entrare ma tu, Gix, mi sa che passerai molto a filo se non sposti qualche roccia. Vado io per primo. spiegò Aesiril ai suoi compagni di avventura.
    L'elfo della Natura entrò lentamente nella grotta e fece alcuni metri attendendo che i suoi occhi si abituassero al buio.
    "Zell? Gillian? Siete qui dentro?"chiamò a gran voce, che rimbombò nell'antro.


    Come si immaginava, l'umana inizio a strillare come fanno tante femmine della loro specie, con quella voce acuta che trapanava i suoi timpani e probabilmente anche quelli dello strano felino. Si impuntò piantando i piedi a terra cercando di opporre, senza esito, resistenza. Una volta fuori, Zell le avrebbe sgridato di tutto, forse anche presa a schiaffi, se non fosse che con uno schiaffo le avrebbe probabilmente staccato la testa di netto. Ma una sonora lezione a voce non gliela avrebbe risparmiata nessuno. O forse sì.
    L'ibrido drago-elfo del Fulmine stava quasi per imboccare il sentiero dal quale era arrivato, che la voce dello strano felino lo fermò proprio sull'uscio. Zell allentò leggermente la presa sul braccio dell'umana e si voltò verso la creatura, rimanendo basito dalle sue parole A quanto pare gradiva il disturbo, gradiva la presenza interessante dell'ibrido e quella apparentemente sgradevole dell'umana. Quando lo strano felino disse "la tua umana", lasciò andare del tutto la signorina delle canne e alzò le mani in alto come per dire a gesti "io non c'entro assolutamente con lei". Ma ciò che disse ancora lo strano felino lasciò Zell ancora più basito che il suo muso cristallizzò in un'espressione da ebete con un grande punto di domanda sopra la testa. Come faceva a sapere che c'erano anche gli altri? Come faceva a sapere che aveva tracciato i segni all'entrata della grotta? Come faceva a sapere che Aesiril, Gix e l'altra umana sarebbero arrivati da lì a breve?
    Quelle domande ronzarono misteriose nella mente dell'ibrido che era ancora cristallizzato come una statua in quella posizione, con lo sguardo fisso sullo strano felino e quasi dimenticandosi della signorina delle canne. Dopo alcuni secondi, che a lui parevano ore, uscì da quello stato di trance, abbassò le braccia e si sedette su una roccia che sembrava sagomata apposta per sedersi.
    "E va bene, d'accordo. Se gradisci la nostra compagnia allora ti accontentiamo. Ma sappi che questa qui non è la mia umana. Non ho mai visto di buon occhio quelli della sua specie...e non dovresti fidarti tanto nemmeno tu..." disse Zell mettendosi in posizione comoda, incrociando le braccia sul petto e arrotolando la coda attorno alle caviglie.
    Zell studiò con cura la creatura che aveva di fronte. La luce di una fiala che si trovava proprio accanto allo strane felino, gli permise di cogliere dettagli che fin prima non aveva notato, come il corno spezzato. Stava quasi per chiedere chi o cosa fosse, che dall'esterno si sentì il ruggito di un drago.
    "Eccoli! Mi sa che Gix ha trovato i segni che ho tracciato all'entrata...ma ci starà quel grosso drago qui dentro? disse l'ibrido studiando lo stanzone e calcolando ad occhio se lo spazio fosse stato sufficiente per farli contenere tutti. Lo sguardo gli cadde nuovamente sulla signorina delle canne, lanciandogli l'ennesima occhiataccia. Poi sentì, in lontananza, la voce dell'elfo della Natura che li chiamava. Zell si alzò e si sporse dall'uscio per rispondere, a voce un po' alta.
    "Sì, siamo qui dentro. Venite pure voi ma vi prego di tenere le armi al loro posto. Di a quell'umana sparafrecce di tenere quell'arco a posto o glielo faccio mangiare pezzo per pezzo. La sua amichetta signorina delle canne è qui con me e con......beh lo capirete quando sarete qui. E dì a Gix di non demolire troppo questo posto!" urlò, cercando di separare e scandire bene le parole per evitare che l'eco distorcesse il suo messaggio.

    Aesiril ricevette subito risposta da Zell. La voce dell'ibrido rimbombò dal profondo della grotta un po' distorta dall'eco ma l'elfo riuscì a capire che dovevano entrare con le armi abbassate. Per un attimo si chiese cosa fosse successo e cosa stava combinando quell'ibrido.
    "Ricevuto Zell, arriviamo subito!"
    Poi riferì il messaggio a Gix e a Zakrina.
    "E' tutto a posto. Zell è qui dentro con Gillian Tress e con qualcun'altro, mi pare. Ha detto che dobbiamo entrare senza mostrare le armi. E per quanto riguarda Gix...per favore cerca di fare meno casino possibile mentre entri..." disse l'elfo, guardando con sguardo supplicante il drago rosso, poi passò a guardare l'umana.
    "Vieni, fai attenzione a dove metti i piedi. Ti apro io il sentiero che ho comunque una discreta vista notturna."
    L'elfo della Natura tornò nuovamente nella caverna e iniziò a camminare lungo il sentiero roccioso e umido, cercando il percorso con lo sguardo e aiutandosi tastando pareti e terreno. In fondo si intravedeva un leggero bagliore che proveniva da un punto in basso, era là che si trovavano Zell e Gillian Tress.

    Dopo aver ricevuto la risposta da Aesiril, l'ibrido drago-elfo tornò a sedersi nella stessa posizione di prima, a guardare lo strano felino.
    "Forse lo sai già ma stanno per arrivare un elfo della Natura, un drago di fuoco e un'altra umana. Quando saremo tutti qui vorrei capire cosa sei e come fai a sapere certe cose." disse Zell con estrema calma ma scandendo in maniera seccata le parole "un'altra umana".
    Ed attese l'arrivo dei suoi due amici e dell'impertinente umana.
     
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    Gix sorrideva mentre veniva carezzato dal suo amico e diede un piccolo buffetto con il suo muso alla guancia dell'elfo, dopo guardò la grotta e disse "beh, secondo me dovrei scavare con i miei artigli per passarci altrimenti rischio di far crollare tutto"
    Il drago rosso guardò Aesiril che entrava nella grotta per qualche metro e sentì che chiamò Zell e Gillian.
    Il dragone attese che il suo amico disse qualcosa, quando sentì da Aesiril che Zell era dentro la grotta insieme a Gillian Tress e che deve cercare di non fare casino. "questo sarà un problema, visto la mia stazza, forse sarebbe meglio che entrate prima voi due, così io posso scavare tranquillamente per farmi spazio disse il drago rosso e attese che i suoi due compagni entravano dentro in modo che dopo potesse allargare il passaggio in modo che possa passare
     
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    A quanto pareva avevano colto nel segno.
    Dall'interno della grotta si sentiva provenire la voce di qualcuno, che si rivelò proprio essere del drago-strano-blu come confermò l'elfo. Erano entrati facendosi strada con la fantomatica vista sopraffina dell'elfo, mentre il drago avrebbe dovuto probabilmente compiere qualche manovra distruttiva per non rimanere incastrato fra le pareti tendenzialmente anguste di pietra.
    Lo seguì lungo il buio corridoio immerso nei meandri più oscuri e remoti dell'universo, con tanto di bagliore guizzante alla fine del percorso che pareva più che altro l'ingresso a qualche misterioso luogo da vampiro. Non era del tutto sicura di essersi già allontanata da Andorix, chi sa se quel luogo non fosse stato collegato con l'oscura città dei corvi?
    Giunta a destinazione assieme a Aesiril iniziò davvero a porsi domande serie su quanto stesse accadendo. Ricordò che l'ultima volta che aveva esibito un'espressione del genere aveva beccato Eidous e un mezz'elfo che si dilettavano in robe fin troppo terrene.
    Erano tutti lì, immersi nella semioscurità, illuminati solo da qualcosa proveniente da la così-tanto-tremenda Gillian. L'ampia area circolare non dava l'idea assolutamente di far parte di una costruzione naturale, e il portone confermava l'ipotesi.
    La cosa che però più stonava forse era la presenza di una creatura stesa per terra in tutta beatitudine, che fissava i presenti con sguardo indecifrabile, e che neanche a volergli trovare un nome ne sarebbe stata capace. Un dragatto forse?
    Non riusciva a distinguerne tutti i dettagli perfettamente, probabilmente all'aperto sarebbe stato più facile, ma qualcosa le suggeriva che era bravo a staccare la carne alla gente.
    Non dovevano impugnare armi, avevano detto, e lei a parte suonare sapeva fare solo quello. Non sfiorò neanche i nunchaku o l'arco, ma non li avrebbe abbandonati solo perché qualcuno non voleva vederla armata.
    "Posso chiedere cosa sta succedendo qui dentro?"
    Voleva chiedere anche altro, giusto per avere una vaga idea del perché lei si trovasse lì e del perché non sapesse il perché si trovasse lì, ma... attese che fossero gli altri a proferire sentenza o a chiedere quello che lei aveva in testa.
    Scelse di non preoccuparsi nemmeno dello strano drago blu che fino a qualche momento prima sembrava voler scannare l'altra ragazza, limitandosi ad appoggiarsi alla parete più vicina e congeniale per scrutare la situazione con palese curiosità. Quando ci sarebbe stato da picchiare qualcuno bastava glielo dicessero, lei era lì.
     
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    Splendore celeste

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    Dopo un tempo che le sembrava infinito, finalmente il rettile mollò la presa e la liberò dalla sua stretta. Jill non perse tempo a ciondolare e si allontanò dall'entrata per portarsi di nuovo vicino al muro opposto, nel punto più lontano possibile dalla grinfie del rettile. Si massaggiò il polso per qualche istante prima di recuperare il suo zaino per rimetterselo gelosamente sulle spalle.
    A quanto sembrava, lo shiura era riuscito a convincere il rettile a non andarsene, e il rettile per aspettare i compagni, si era seduto su una delle rocce vicine all'entrata della stanza. Anche lui non aveva apprezzato quel "sua umana" usato dal felino (anche se per motivi diametralmente opposti ai suoi), e per ribadire il suo disprezzo verso la razza umana, consigliò allo shiura di non fidarsi troppo degli umani. Per un istante il sorrisetto dello shiura sembrò storcersi in una smorfia, ma Jill non riuscì a capire se quello che aveva visto lo aveva solo immaginato o se era stato uno scherzo dovuto alla poca luce.
    Un ruggito all'esterno della grotta annunciò l'arrivo degli altri, e il rettile si chiese se Gix fosse stato in grado di passare nonostante la sua mole.
    < Non temere, quel tunnel è stato scavato da un drago di terra che non era tanto più piccolo del tuo amico. - spiegò lo shiura - L'unico problema sono le rocce che sbarrano l'entrata, ma dubito che siano troppo pesanti per lui. >
    Un drago di terra che... stava parlando di Geb della Terra? Il compagno che zio Rodd aveva descritto nel suo taccuino? Anche se non aveva avuto nessun motivo per dubitarne, questo le confermava che quello shiura era lo stesso che aveva incontrato suo zio (forse quello a cui non credeva davvero era che suo zio fosse stato davvero laggiù). Con le braccia incrociate sul petto, Jill osservò il felino in un misto di curiosità e sospetto. Tutto di quella creatura le urlava di stare attenta, dalla scelta delle parole che utilizzava fino al suo comportamento. Anche se cercava in tutti i modi di nasconderlo dietro ad quel sorrisetto da ebete e le posizioni rilassate, era palese nel suo sguardo sveglio che tanto idiota non doveva esserlo. Anche zio Rodd aveva annotato qualche appunto sulle contraddizioni e le ambiguità dei suoi modi di fare. ""Sembra nascondere molto più di ciò che rivela", aveva scritto prima di passare a descrivere l'interno della cripta.
    Jill preferì non dire nulla. Focalizzandosi quasi interamente sullo shiura, le venne quasi un infarto quando il rettile si alzò di colpo iniziando a strillare. Jill socchiuse gli occhi infastidita e si tappò le orecchie con il palmo delle mani. Aveva sentito di sottofondo il richiamo dell'elfo, ma il rettile doveva ricambiare proprio starnazzando in quella maniera? Lo shiura non aveva fatto una piega per l'improvviso rumore, semmai aveva abbassato lo sguardo verso la fialetta luminosa che gli era rotolata accanto, e aveva cominciato a giochicchiarci tra gli artigli, rendendo di nuovo la luce della stanza piuttosto traballante. Finito di urlare, il rettile tornò a rivolgersi allo shiura. Alla parola "altra umana", Jill alzò di scatto il cappuccio per nascondere di nuovo il volto sotto di esso. Oltre a tradire la presenza dell'altra umana, il rettile disse qualcosa di stranamente interessante. Alle sue parole lo shiura smise di giocare con la fiala, e la bloccò sotto una zampa. Di nuovo il suo sorriso sembrò modificarsi leggermente, diventando vagamente sinistro. Dopo poco scoppiò a ridere.
    < Ibrido, sono il guardiano di questo posto: farei davvero una magra figura se non sapessi neanche queste poche cose. >
    Dalla sua posizione rilassata, lo shiura aspettò pigramente l'arrivo degli altri. A volte alzava lo sguardo verso Jill, che non si preoccupava di nascondere il fatto che lo stava apertamente fissando. Solo quando finalmente entrarono anche gli altri tre, il felino si tirò su a sedere, urtando la fiala luminosa, che rotolò al centro della stanza. Ora che lo shiura era illuminato dal basso e da lontano, il suo volto era diventato ancora più indecifrabile. Solo la sclera dell'occhio e l'avorio delle corna ossee risaltavano contro le sue squame nere.
    L'umana appena entrata chiese cosa stava succedendo, ma lo shiura la ignorò. Con il volto poco illuminato non era molto chiaro, ma sembrò spostare lo sguardo da destra a sinistra, come se stesse osservando alternativamente tutti i presenti.
    < Benvenuti visitatori, io sono il guardiano della Cripta di Elinas, il luogo dove riposa il fondatore della Città Sotterranea. - cominciò a spiegare lo shiura - Vi ho osservato da quando avete messo piede nella foresta e vi reputo degni per avventuravi all'interno della cripta e liberare la mia Signora dalla tremenda maledizione da cui è afflittà. >
    L'ombra sul suo volto non permetteva a Jill di capire se lo shiura stesse dicendo sul serio o se stesse scherzando, si notò appena mentre distoglieva lo sguardo dal gruppo con un sospiro. Stava invitando lei e i presenti ad entrare nella cripta? Zio Rodd nel taccuino aveva detto che erano stati loro a doverlo pregare! E cosa intendeva che si erano dimostrati degni? Cosa avevano fatto da quando erano entrati nella foresta a parte litigare?
    < E' da trecento anni che la mia Signora si è rinchiusa in questo luogo maledetto per salvare la creatura che amava. Il tempo e questo luogo, però, hanno corrotto sempre di più i suoi poteri, fino a farla impazzire e cancellare quello che era un tempo. >
    Tornò a guardare direttamente i presenti.
    < Non so per quale motivo il vostro gruppo si sia spinto fino a qui, ma non posso nascondervi che voi non siete i primi a cui ho permesso di entrare: se deciderete di accettare la sfida metterete in gioco la vostra vita. >
    < Shiura,
    - si intromise Jill - lascia che gli altri tornino ai loro affari. Non centrano niente con questa storia, sono io l'unica che... >
    < O tutti, o nessuno. >
    la bloccò lo shiura.
    Nell'ombra si intravide il luccicore delle zanne leggermente socchiuse.
     
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