Approdo a Ke... ehm, com'è che si chiamava?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    -

    Group
    Consigliere
    Posts
    876
    STIMA
    +207

    Status
    Anonymous
    Aes: Beh? Dalle mie parti i gabbiani gracchiano continuamente *rumore che fanno gli specchi quando qualcuno ci si arrampica sopra*

    Rad: comoda la vita per Zorais, eh? Ride delle figuracce di Nivael ma, convenientemente, "senza farsi sentire". :shifty: Nivael era già pronto per ricominciare a litigare, così invece non ho potuto fargli cogliere l'occasione. :asd:

    Comunque scusate il ritardo e la risposta poco ispirata, è stata una settimana impegnativa.


    Shur iniziò ad incamminarsi lungo la spiaggia con passo lento e regolare, ignorando saggiamente l’offerta di Nivael. Accompagnato dal variegato gruppo di rettili procedette per diversi minuti lungo la spiaggia, senza proferire parola. In quella mattinata limpida e tersa, inondata da un sole dorato e abbacinante, lo sciabordare delle onde e lo stridere dei gabbiani erano gli unici suoni che scandivano l’incedere della curiosa comitiva. Ma Nivael, che in quel momento tentava di smaltire il suo nervosismo camminando in completo silenzio, non era minimamente nelle condizioni di cogliere la poesia insita in quegli attimi.

    “Che confusione” pensò, sbuffando dalle narici infastidito. Lanciò un’occhiata distratta ad un gabbiano che stava planando sull’acqua ad una decina di metri di distanza da lui. “Perché queste bestie non la smettono mai di… ehm, che verso fanno i gabbiani? Gracchiano?”.
    Nivael, incapace di trovare risposta all’annosa questione, decise di sfogare il suo dispetto proprio sul volatile: si limitò a seguirlo con lo sguardo per appena qualche istante, ed esso si trovò subito inglobato in una piccola bolla di vuoto. Questa perdurò per meno di un secondo, ma il gabbiano, a causa dell’improvviso vuoto d’aria, piombò in acqua come un sasso emettendo un sonoro stridio di sorpresa. Le labbra del drago del vento si incurvarono appena in un irriverente sorriso di soddisfazione.

    "L'albero che cerchi, giovane drago, è proprio quello della nave...” esordì con inattesa pacatezza Shur, senza voltarsi verso Nivael. “Albero da cui le foglie sono cadute come dal tronco di una pianta".
    Il drago, dal canto suo, non si curò di rispondergli. Si limitò a lanciargli un’occhiata svogliata.
    “Quindi ci avevo visto giusto…” pensò, alzando gli occhi al cielo.
    “Cosa gli costava dirmi due parole del tipo -Bravo, giovane drago, la tua intuizione si è rivelata corretta!-”, disse tra sé e sé, imitando, in modo assai caricaturale, la voce di Shur nella propria testa.

    Il musico era giunto a pochi passi dal bagnasciuga, appena prima del punto in cui la sabbia, inumidita dal tocco delle onde, assumeva la caratteristica consistenza pastosa e modellabile. Si chinò. Raccolse un pugno di sabbia asciutta e, con la costanza placida di una clessidra, la fece defluire lentamente al suolo. Poi, quando il suo pugno fu svuotato di tutto il contenuto, Shur si alzò in piedi.
    "Qui il mare ha scelto di sfidare se stesso" disse, scrutando verso l’infinito dell’orizzonte.
    "Il bacio delle onde, meraviglioso fenomeno d'incredibile rarità".
    D’innanzi a lui, le creste di onde provenienti da direzioni opposte si incrociavano con regolarità. Dal loro incontro prendeva vita un intricato arabesco di striature spumose, le quali una volta si rincorrevano e l’altra si rifuggivano vicendevolmente in una caleidoscopica ed eterna coreografia di sfumature d’azzurro. Il sole, che come una pioggia di scintille dorate riverberava sulla superficie frastagliata di quelle acque danzanti, coronava con la sua tiepida luce la bellezza di quello spettacolo in perenne movimento. Il suono ritmico e ovattato prodotto dalle onde era, in quel momento, l’unica cosa che riempiva l’aria, e persino lo stridere dei gabbiani pareva troppo distante per poter essere udito.

    "Settanta volte i pesci dovranno battere le pinne, a partire da qui" disse il musico con solennità. Poi, senza distogliere lo sguardo dal mare, imbracciò il suo liuto. Tuttavia non iniziò a suonare (come probabilmente temevano tutti). Si limitò, invece, a pizzicare una singola corda con regolarità, rispettando con sorprendente tempismo il ritmo segnato dal danzare delle onde.
    Nivael lo guardava incuriosito, con la testa leggermente inclinata su un lato. Si sedette sulle sue zampe posteriori. Doveva ammetterlo: l’accompagnamento sonoro del Nahrd non era affatto male e, anzi, donava a l’atmosfera già onirica di quel luogo un tocco di ulteriore mistero.

    Da quando aveva iniziato ad incamminarsi su quella spiaggia, il comportamento di Shur era mutato in modo tanto repentino quanto radicale. Non sembrava più nemmeno ubriaco. La sua voce era adesso ferma, calma e risoluta, e le sue dita pizzicavano le corde dello strumento con la sicurezza metodica e imperturbabile del virtuoso.
    “Stava fingendo fin dall’inizio?” ipotizzò Nivael, squadrando in silenzio il musico con i suoi penetranti occhi gialli.
    “Forse questo tizio la sa più lunga di quanto possa sembrare. D’ora in poi devo stare più attento a quello che dice”.

    Shur ripose il suo liuto.
    "Se vuoi che io ti possa seguire potrei aver bisogno del tuo aiuto, si... giovane drago Nivael" disse senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte, con la calma serafica che ormai lo caratterizzava ultimamente.

    Nivael, catturato dall’atmosfera di contemplazione che permeava quegli istanti, non gli rispose immediatamente. Decise di restare ancora per qualche secondo immerso in quello spettacolo di forme, suoni e luci che quello strano luogo aveva da offrire.
    “Sai Shur, è stato molto bello.”, disse, ad un certo punto, rompendo quel magico silenzio. Si voltò verso il musico.
    “Dico davvero”. Il suo muso era illuminato da un sorriso che, per una volta, non appariva artefatto e non sembrava nascondere chissà quali doppi significati. Un semplice, genuino, sorriso gioioso.

    “Sono disposto ad offrirti il mio aiuto Shur, affinché tu possa essere la nostra guida.”, proseguì Nivael con voce un po’ impostata ma, tutto sommato, ferma e serena, battendosi la zampa destra sul petto come per sottoscrivere ad una promessa.
    “Tuttavia, ho bisogno di sapere esattamente dove ci stiamo recando e a cosa stiamo andando incontro.”, aggiunse scandendo le parole con la stessa calma, mettendo però una certa enfasi sul termine “esattamente”.
    “Sono certo che tu la sappia molto lunga. Se vuoi che il nostro aiuto sia efficace, Shur, allora devi dirci se c’è dell’altro che dobbiamo sapere.”, disse, poi, avvicinando leggermente il suo muso a quello del bardo.
    “Mi sembra una condizione ragionevole, non trovi anche tu?” concluse in modo assai diplomatico, sorridendo affabilmente.
     
    Top
    .
  2. radsol
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    E fu cosi, con due coboldi in groppa, che Zorais iniziò a camminare per quella spiaggia all'apparenza calma e anche un po noiosa che però era stata spettatrice di avvenimenti a dir poco bizzarri.
    Certo, erano poco piu di due mesi che era letteralmente sbucato in quel mondo ma di certo non si sarebbe mai aspettato che i draghi di questa generazione fossero cosi... non riusciva neanche a trovare una parola giusta per definire il giovane drago del cielo. Era impulsivo, superficiale, emotivo, e scalmanato, di certo non aveva solo difetti, Zorais in lui aveva visto anche voglia di mettersi in gioco e di aiutare, magari con un po troppa mania di protagonismo, ma non era prettamente un male. Giovane, effettivamente non c'era aggettivo più giusto per lui.
    i pensieri di Zorais furono però interrotti da un forte stridio di un gabbiano che era caduto in acqua, che avesse provato a pescare qualcosa? il drago metallico era troppo immerso nella sua testa per far caso al mondo circostante, c'erano troppe cose che non lo convincevano.
    Anche i due piccoli coboldi non erano da meno, se il mostro che li aveva attaccati era cosi forte e potente perchè avrebbe dovuto incaricare due esseri piccoli e deboli di raccogliere delle fantomatiche foglie? perchè foglie di ardesia? lui purtroppo non conosceva questo nuovo mondo e non aveva idea di che proprietà avessero queste foglie, erano magiche? guarivano da malattie? e se....? Zorais non volle neanche finire quel pensiero, ma se fosse stato vero.... si erano davvero incontrati per caso?
    ancora una volta i suoi pensieri furono interrotti, si erano fermati.
    si trovavano di fronte al mare, splendido e infinito come sempre stato, e probabilmente sempre sarà.
    Shur fece qualche passo avanti, sul limite del bagnasciuga, iniziando a spiegare la sua filastrocca, ma non era quello che interessava al drago metallico: quel piccolo esserino era a conoscenze di cose impossibili da conoscere. Come faceva a sapere che lui era un drago antico? eppure era riuscito a crearsi una buona storia, e la fragilità della sua armatura lo aveva aiutato, ma quel nahrd, all'apparenza folle e sconclusionato era riuscito a vedere oltre le sue parole, senza contare della presenza che aveva avvertito. Che davvero qualcosa di piu grande aveva messo insieme questa strana compagnia?
    "anche io giuro di aiutarvi, nel massimo delle mie capacità, spero di potervi essere utili" fece Zorais, dopo aver cacciato fuori tutti i viaggi mentali che si stava facendo.
    qualunque cosa il destino avesse in servo per lui, egli lo avrebbe affrontato, e non sarebbe stato solo ,

    chiedo scusa per il tempo, e per il fatto che sia estremamente breve, ma davvero,
    non so cos'altro aggingerci xD non sono cosi bello bravo abile e ancora bravo nelle descrizioni xD
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    I due coboldi se ne restarono tranquillamente e comodamente seduti sul dorso di Zorais, in contemplazione del mondo circostante. La freschezza e la tranquillità con cui l'aria stava accarezzando i loro corpi aveva quasi fatto dimenticare sia ad Irya che ad Acreos il vero e proprio motivo per cui stqavano per addentrarsi in ciò a cui il Nahrd li avrebbe introdotti. Quasi, perché niente poteva realmente distogliere il loro spirito dall'orrore provato di fronte a quell'abominio, e niente li avrebbe potuti preparare ad un nuovo incontro con la bestia nera.
    Shur dal canto suo non dava la benché minima impressione di voler far capire loro qualcosa, i suoi occhi restavano fissi ed immobili a fissare l'orizzonte da cui provenivano le morbide onde destinate ad incrociarsi di fronte alle loro zampe.
    Giochi di luci e schiuma riverberavano sulla superficie marina, generando volute concentriche e spirali trasparenti in costante movimento.
    Finalmente, il musico volle dedicare il suo proverbiale verbo al giovane drago dell'aria, rivolgendosi a lui con un accenno di deferenza in più rispetto a prima, come improvvisamente avesse deciso di dimostrarsi più rispettoso nei confronti dei suoi interlocutori e delle loro richieste.
    "Ti ringrazio. Hai ragione Nivael, ma la mia intenzione non era ingannarvi se è questo che ntendi. Sicuramente... molto più complicato sarebbe stato capire chi siete se non vi foste aperti a me, non credi anche tu?"
    Il suono del mare in movimento intervallava le sue parole, mentre le labbra acquee lambivano il bagnasciuga sempre più in profondità. Ben presto si sarebbero ritrovati a contatto diretto con le onde, se queste avanzavano ancora un po'. "Osserva, la vita e l'esistenza: Entrambe sono volubili e mutabili, adesso il mare cerca di raggiungerci ma poi... poi cambierà idea, e probabilmente stasera si ritirerà. Noi crederemo che lui voglia farci un torto forse, come cercasse di scappare da noi; lui però viene sospito dal vento, non è colpa delle onde, ma del vento che le genera e trasporta fino a qui"
    Un'altra criptica pausa, in cui si voltò verso il dragone in armatura.
    "Zorais ha forse ipotizzato correttamente, o forse no. Secondo lui potrebbe essere nelle volontà di quel drago causare dolore, come non potrebbe esserlo. Con ciò voglio dire..."
    I coboldi restarono a bocca aperta per qualche secondo, anche loro che non erano coinvolti quanto i due draghi dalle sue parole. Non dall'ipotesi che quel drago oscuro potesse non aver davvero avuto intenzioni malvage, non dalla speranza che davvero Shur stesse per rivelare loro dove la sorte li stava per condurre, ma dalle parole: "con ciò voglio dire...". Stava per spiegarsi?
    Dopo due pagine e mezzo di role Shur stava per spiegare un qualcosa di quanto aveva detto? Nondimeno il bardo non diede troppo tempo per stupirsi, poiché stava per enunciare la sua sentenza e guai a chi non l'avrebbe ascoltato o udito. Chi sa quanto altro tempo sarebbe passato prima di un'altra sua spiegazione.
    "Con ciò voglio dire..." ripeté, con una brevissima pausa.
    "... cosa sono quelle facce?"
    Il nahrd si lasciò andare ad un sorriso piuttosto genuino e pacato per una persona dominata dall'alcol, dilettandosi nell'espressione più schietta che il suo repertorio avesse manifestato quel giorno.
    "Ciò che voglio dire è che non possiamo sapere cosa troveremo, però ciò che è accaduto a questi piccoli coboldi apre le porte ad una leggenda sopita nel tempo. Leggenda di cui neanch'io conosco le fondamenta, sebbene siano giorni che percepisco qualcosa intaccare il sapore della morbida salsedine nell'aria"
    né Irya né Acreos avevano effettivamente compreso se Shur fosse stato o no ubriaco, dai suoi gesti non era possibile capire se stesse fingendo prima o se si stesse recuperando adesso. Una cosa però era certa, quel tipo sapeva più di quello che avrebbero mai potuto sperare a riguardo delle foglie d'ardesia; e probabilmente non solo.
    “Andiamo” asserì con semplicità, rivolgendo di nuovo lo sguardo all’infinità del grande oceano.

    Muovo un pochino Nivs perché voglio andare avanti, se qualcosa non va correggi Aleph

    Shur salì con leggerezza sul dorso di Nivael, sfruttando una sola mano per aggrapparsi ad una punta della cresta sul suo collo dato che stava imbracciando il liuto con l'altra, dopo avergli fatto un cenno con il capo come a chiedergli il permesso.
    “Ti aiuterò, ma non posso farlo da solo”
    Il musico incitò il drago ad entrare in acqua, indicandogli in avanti per poi richiamare l’attenzione anche dell’altro drago muovendo la mano libera. “Venite e non abbiate timore”
    Quando il drago raggiunse l’acqua leggermente più alta, lo stesso musico manifestò un’espressione estasiata. Percepì il corpo del rettile sprofondare leggermente, immergendo di conseguenza anche le sue gambe, e bagniandogli le semplici vestigia di cui non si curò.
    Siccome Aesingr non si ricorda come era vestito sto nahrd e non ha voglia di andare a ricontrollare… immaginate, potete!
    Nivael nuotò placidamente in avanti, per diversi metri, finché sotto di lui una ruvida superficie rocciosa non gli sfiorò gli artigli e le squame delle zampe. Avrebbe dovuto fermarsi lì, proprio su quel punto.
    Shur poggiò una mano sul suo dorso, anche se fino a quel momento era rimasto con le braccia sul liuto per sostenerlo e proteggerlo dall’acqua, ed esercitò una leggera pressione sulla sua spalla destra.
    “Qui puoi fermarti”
    Quel puoi (non devi) poteva essere interpretato in diverse maniere, ma Shur non era, decisamente no, il tipo da spiegare dettagli del genere.
    Cominciò a pizzicare le corde del liuto, all’inizio con lentezza, per poi comporre alcuni arpeggi che andarono a formare una splendida melodia. Ben diversa da prima, la musica impiegò pochi secondi ad espandersi tutt’attorno e a manifestare qualcosa di ben diverso dal semplice suono, creando increspature sull’acqua anche dove essa risultava quasi del tutto immota.
    La pace sembrava essersi impadronita del mondo circostante, e gli stessi draghi avrebbero probabilmente percepito un brevissimo vuoto di quiete interiore che, Shur sperava, non avrebbe fatto perdere energia a Nivael dato che lo stava trasportando sul dorso.
    Avvertirlo prima sarebbe stato troppo facile.
    Dopo un paio di minuti di suoni dolci e pacati, assolutamente non propri di un individuo ubriaco, l’acqua attorno ai presenti sembrò sfaldarsi e ritirarsi. I loro corpi si ritrovarono attratti da una gravità che normalmente in mare non era certo possibile raggiungere, come se improvvisamente l’acqua stessa fosse divenuta più simile all’aria, molto meno fluida. Stavano tuttavia scendendo abbastanza lentamente, o meglio non era certo come cadere in picchiata attratti dal suolo da diversi metri d’altezza.
    L'oceano sembrava accompagnarli verso il basso, in un moto placido e alquanto incredibile. I piedi dei due draghi, in fine, poggiarono sul solido legno di una nave. Un’enorme barca poggiata sul fondale marino, ricca di qualsiasi caratteristica che un’imbarcazione atta alla guerra potesse possedere: le barriere sulle murate e le dimensioni della coperta la rendevano all’apparenza molto massiccia e ben protetta, mentre la sporgenza acuminata sulla ruota di prua della chiglia le conferiva un aspetto sicuramente parecchio aggressivo. Presentava ovunque catapulte e strutture con ampie bocche zannute, simili a grosse fauci di drago lignee parzialmente coperte di metallo. Era per la gran parte aperta e la copertura non occludeva l’uscita dall’alto, anche perché vi erano appena discesi, ma i ponti erano piuttosto ampi e robusti. Irya da subito si mostrò entusiasta, cominciando ad agitare le zampine e a indicare cose a casaccio qua e là, dando colpetti di coda ad Acreos che invece sembrava piuttosto preoccupato. Lì sotto, grazie a… qualunque cosa fosse successa… si poteva tranquillamente respirare come all’esterno.
    “Incredibile, impossibile! Ma…” il coboldo era esterrefatto, non solo da quella maestosa visione ma da quello che era appena accaduto. Il suo corpicino dorato, come quello di Acreos, rifletteva qualche guizzo luminoso dall’alto dove si poteva scorgere il sole attraverso la superficie dell’acqua.
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    -

    Group
    Consigliere
    Posts
    876
    STIMA
    +207

    Status
    Anonymous
    Scusate il ritardo assurdo. Davvero, stavolta non provo nemmeno a giustificarmi.


    Shur sorrise leggermente alle parole del drago del vento.
    "Ti ringrazio.”, gli rispose senza voltarsi verso di lui, rapito dalla danza delle onde.
    “Hai ragione Nivael, ma la mia intenzione non era ingannarvi se è questo che intendi.” Fece una breve pausa. La cortesia e la deferenza che caratterizzavano adesso suo tono di voce suonavano decisamente come una novità da parte sua, e Nivael era innegabilmente incuriosito dall’improvvisa metamorfosi del suo atteggiamento. Curioso, quello di certo, ma effettivamente non poteva dirsi davvero sorpreso.
    “Sicuramente... molto più complicato sarebbe stato capire chi siete se non vi foste aperti a me, non credi anche tu?". Con le labbra leggermente incurvate in un sorriso enigmatico, Shur si voltò lentamente verso Nivael, rivolgendogli uno sguardo intenso e penetrante.

    Il giovane drago dei cieli sorrise a sua volta, divertito dalla sconcertante spontaneità con cui il musico si era liberato della maschera di innocuo ubriacone.
    “Non era tua intenzione ingannarci… Però ci hai ingannato” disse Nivael con una pacatezza che lasciava trasparire una certa nota polemica. “Indurre le persone ad aprirsi facendole imbestialire comportandosi in modo assolutamente insopportabile... curiosa strategia”, aggiunse facendo spallucce, ostentando un’indifferenza che non risultava minimamente credibile considerando le frecciatine che l'una dopo l'altra seguitava a lanciare al bardo.

    Shur decise di non dare corda alle sue provocazioni. Si chiuse per qualche istante in un silenzio contemplativo, poi si voltò verso il drago corazzato.
    “Zorais ha forse ipotizzato correttamente, o forse no.”, esordì sibillino, scrutando il suo imponente interlocutore con aria di mistero. “Secondo lui potrebbe essere nelle volontà di quel drago causare dolore, come non potrebbe esserlo. Con ciò voglio dire...”. Lasciò la frase in sospeso, prendendosi una lunga pausa carica di suspense.
    “Finalmente una spiegazione!” pensò raggiante Nivael. Avvicinò di qualche centimetro il muso al volto del Nahrd, come a volersi assicurare di cogliere alla perfezione ogni singola parola che usciva dalle sue labbra.

    "Con ciò voglio dire...", proseguì il musico con aria di mistero, ma si interruppe nuovamente sul più bello.
    Nivael avvicinò ancora di più il muso a Shur, agitando leggermente la coda per l’eccitazione.
    “Dai su!”, pensava impaziente.
    "Con ciò voglio dire..." ripeté lentamente il bardo.
    Il drago iniziò a tamburellare nervosamente gli artigli della sua zampa destra sul terreno, disegnando quatto solchi profondi e sottili sulla sabbia. “Con ciò vuoi dire…” disse tra sé e sé.
    Shur rimase una manciata di secondi in silenzio, posando lo sguardo prima su Nivael, poi su Zorais e infine sui coboldi.
    "... cosa sono quelle facce?" esclamò poi con semplicità, lasciandosi andare ad un ampio sorriso di genuina allegria.
    “Oh andiamo!” sbottò Nivael aprendo bruscamente le ali, producendo uno spostamento d’aria che alzò la sabbia tutto intorno a lui.
    “Ah boh, non saprei.” esclamò poi con palese sarcasmo. “Sembra quasi che ci aspettiamo delle risposte o qualcosa del genere.” Allontanò rapidamente la testa dal Nahrd per mettersi in una posizione più comoda. Nonostante la caustica ironia insita nelle sue parole, Nivael non sembrava irritato. Guardava distrattamente il suo interlocutore senza dire nulla, come sovrappensiero. Qualcosa, nelle sue parole, lo aveva colpito.

    Shur, dal canto suo, ignorò ancora una volta l'atteggiamento provocatorio del giovane drago argentato.
    "Ciò che voglio dire” disse con tono calmo e misurato, guardando uno alla volta tutti i presenti, “è che non possiamo sapere cosa troveremo, però ciò che è accaduto a questi piccoli coboldi apre le porte ad una leggenda sopita nel tempo. Leggenda di cui neanch'io conosco le fondamenta, sebbene siano giorni che percepisco qualcosa intaccare il sapore della morbida salsedine nell'aria".
    Si voltò in direzione di Nivael. Con un movimento morbido e pacato, si sarebbe quasi detto rispettoso, appoggiò una mano alla sua spalla sinistra.
    “Andiamo” gli disse con semplicità, rivolgendogli piccolo un cenno del capo. Il giovane drago colse immediatamente la richiesta del musico, e senza aggiungere nulla si accovacciò sulle sue zampe anteriori per consentirgli di salire sulla sua groppa. La tentazione di spiccare improvvisamente il volo per il puro gusto di spaventare a morte il Nahrd era forte, ma Nivael intuì che con ogni probabilità quella non era l’occasione più adatta per giocargli un tiro del genere.

    Shur invitò il drago ad immergersi in acqua. Nivael si allontanò lentamente dal bagnasciuga, dirigendosi laddove l’acqua diveniva gradualmente sempre più profonda. Ad un certo punto non riuscì più a toccare il fondale con le zampe, e fu quindi costretto a proseguire a nuoto. Fece attenzione a non immergersi troppo e a mantenere un andamento il più possibile costante, in modo da evitare di far cadere in acqua il passeggero che portava sulla schiena. Proseguì per ancora una ventina di metri, e ad un certo punto sentì gli artigli delle sue zampe anteriori graffiare quella che sembrava una ruvida superficie rocciosa. Fu proprio allora che Shur gli chiese di fermarsi. Il suo sembrava tuttavia più un consiglio che una richiesta, tanto fu cortese il suo tono.

    Non appena il giovane drago si arrestò, il bardo iniziò a suonare il suo liuto. Pizzicava le corde dello strumento con incredibile maestria, componendo arpeggio dopo arpeggio una melodia tanto suadente quanto delicata.
    Nivael inclinò leggermente la testa per poter osservare Shur con la coda dell’occhio. La sua musica stava producendo uno strano effetto su di lui: d’un tratto si sentiva inspiegabilmente calmo e rilassato, quasi sonnolento. Il drago si accorse di stare lentamente affondando.
    “Devo aver involontariamente rallentato le zampe. Cos’è, una specie di melodia ipnotica?” pensò con una punta di sospetto. “Mi sento così… tranquillo. Spero non si tratti dell’ennesimo scherzo di Shur”.
    Nivael accelerò il movimento rotatorio delle zampe che gli consentiva di rimanere a galla. Tuttavia, invece di risollevarsi, notò che stava sprofondando sempre più.
    “C-cosa?” farfugliò a denti stretti. Iniziò ad agitare freneticamente le zampe, ma più si sforzava di rimanere a galla e più rapidamente il suo corpo veniva inghiottito dall’acqua. Sembrava quasi che questa stesse gradualmente diminuendo la sua densità, tanto che galleggiarvi era adesso divenuto impossibile.
    Shur cos’ha-” gridò, ma non riuscì a terminare la frase.
    Con un gesto disperato Nivael tentò di comprimere quanta più aria possibile all’interno delle sue fauci, in modo da crearsi una riserva d’ossigeno per quando si sarebbe trovato completamente sommerso. Ma non fece in tempo: era come se l’oceano stesso lo avesse afferrato con l’intento di portarlo nelle sue viscere più profonde.

    Nivael tratteneva ostinatamente il respiro, mentre l’abbraccio delle onde lo attirava in modo lento ma inevitabile verso le profondità oceaniche. Dovette ammettere che in fondo viaggio non era poi così spiacevole, se non fosse stato per quel piccolo dettaglio che era il terrore atavico e viscerale di morire annegato tra i flutti. Mentre era impegnato a maledire mentalmente il musico, il giovane drago notò qualcosa emergere lentamente dall’oscurità del fondale marino. Sembrava una struttura in legno di grandi dimensioni: “Sembra una barca… è il relitto di cui parlava Shur!” realizzò.

    Quando finalmente le sue zampe toccarono il ponte ligneo dell’imbarcazione, Nivael tirò un sospiro di sollievo. O almeno avrebbe voluto farlo, ma siccome si trovava ancora sott’acqua non osò espellere dai polmoni nemmeno una singola molecola d’aria. Si voltò di scatto verso Shur per chiedergli spiegazioni, torcendo il collo in modo da rivolgere la testa in direzione della propria schiena. Per ovvie ragioni non aprì le sue fauci, ma l’occhiata che rivolse al bardo non aveva bisogno di essere accompagnata da alcuna parola: guardando nelle iridi gialle di Nivael sembrava quasi potesse udirsi una mistica voce, eterea e distante, sussurrare “COSA STRACAZZO SUCCEDE SHUR”.
    L’attenzione del drago argentato venne però subito catturata dallo strepitare dei due coboldi, i quali manifestavano ad alta voce la loro meraviglia.
    “No aspetta come può essere… siamo sott’acqua!” pensò Nivael confuso. Aprì con cautela le fauci, e si accorse che nessuna bolla d’aria sfuggì dalla loro morsa: poteva respirare.
    Si guardò intorno meravigliato. Si trovava effettivamente nel relitto di una nave adagiato sul fondo dell’oceano. Eppure poteva respirare. Guardò in alto, e vide i raggi del sole filtrare distorti e ovattati attraverso la superficie frastagliata dell’acqua, disegnando sul ponte dell’imbarcazione un intreccio di sagome in continuo mutamento dalla tinta azzurra e verdognola. Nivael, rapito dalla visione surreale di quel luogo impossibile, fece un paio di passi in avanti. Il suono sordo dei suoi artigli sul vecchio legno consunto del relitto giunse alle sue orecchie stranamente ovattato e distante.

    Tanto era ammaliato dallo spettacolo che si parava d’innanzi ai suoi occhi, che lui stesso rimase sorpreso nel constatare di non essere nemmeno più arrabbiato con Shur. Inclinò leggermente la testa verso il musico, mentre uno strano sorriso enigmatico increspava leggermente le sue labbra.
    “Immagino volessi mantenere la sorpresa, eh?” disse con tono a metà tra il provocatorio e l’ironico. “Tu sei matto da legare, Shur!” esclamò, lasciandosi poi andare ad una lunga risata liberatoria. Rise per cinque o sei secondi buoni, poi si sedette sulle zampe posteriori facendo ben attenzione a non far cadere il musico che portava sulla groppa. Rimase in silenzio qualche istante, sforzandosi di riprendere il pieno controllo di sé.

    “Ok… ora va meglio” disse poi a voce molto bassa, come se stesse più che altro tentando di convincere se stesso piuttosto che comunicare qualcosa a qualcuno.
    “Prima di proseguire devo togliermi un dubbio” esordì con sorprendente calma, guardando Shur con la coda dell’occhio. “Stavo ripensando alle tue parole di prima, quando hai risposto a Zorais. Hai detto che il drago che stiamo cercando potrebbe non avere intenzioni malvagie.” Esaminò brevemente con lo sguardo il ponte della nave, come se cercasse qualcosa di specifico.
    “Poi hai detto che stiamo scavando in una leggenda persa nel tempo… o una cosa del genere, adesso non ricordo le parole esatte. Insomma, mi stavo chiedendo…” proseguì Nivael con aria pensierosa, voltandosi nuovamente in direzione di Shur.
    “E se la serpe nera che stiamo cercando fosse… non so…” prese una breve pausa, come se lui stesso non fosse del tutto sicuro di quello che stava per dire.
    “…un fantasma? Uno spettro che infesta il relitto di questa nave? Questo potrebbe spiegare le visioni inquietanti di cui parlavano Irya e Acreos.”
    Lanciò un’ultima occhiata a Shur, poi si voltò verso Zorais e i due coboldi.
    “Hey, in fondo non sarebbe nemmeno la cosa più assurda che ci è capitata oggi.”, disse con semplicità, quasi con noncuranza, facendo spallucce con le zampe anteriori.

    Edited by -Aleph- - 22/3/2018, 22:48
     
    Top
    .
  5. radsol
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    "Curioso" fu il primo pensiero di Zorais, nonostante avesse un bel Po di anni sulle spalle non Aveva mai incontrato nessuno come shur, infondo quel mondo gli stava piacendo, sia per il comportamento un Po ingenuo di Nivael sia per il profondo alone di mistero che shur si portava appresso.
    Ora quei due stavano interloquendo tra loro, non era che al drago metallico non interessasse l'argomento, il fatto era che tutti quegli avvenimenti e tutte le informazioni ricevute così di seguito lo aveva portato a chiudersi in se stesso e fare mente locale, come se lo avessero catturato in un sogno senza fine, dolce, che non si vuole lasciare anche se tutto ciò fu portato a Termine proprio da Shur che aveva iniziato a parlare della teoria che prima Zorais ha espresso, Ma come si poteva immaginare da nahrd non uscì niente di concreto e questo ovviamente sembrò non solo deludere i poveri Coboldi ma fece anche imbestialire nivael, era sicuro che prima o poi quel giovane drago del vento gli sarebbe saltato addosso prima o poi, e a quella scenetta Zorais non riuscì a trattenere una piccola risata, era effettivamente da tanto, troppo tempo che non rideva.
    "Ho capito ciò che vuoi dire Shur, guidaci in questa fantomatica leggenda, il ti seguirò e userò tutto il mio potere per aiutare te e questi piccoletti" si, voleva davvero farlo, sicuramente era rischioso, era ancora debole e di certo non conosceva abbastanza nessuno dei presenti per fidarsi, ma adorava questo brivido che sentiva, si, era il sapore di un autentica avventura che per troppo non saggiava.
    Shur salì in groppa a nivael con tutta la semplicita del mondo, e gli fece cenno di andare in mare, e questo poteva essere un problema per il drago metallico, la sua armatura era estremamente pesante e purtroppo in mare sarebbe pesata il doppio se non il triplo, certo avrebbe potuto cambiare il materiale per renderla più leggera, ma nello stato in cui era gli avrebbe richiesto troppo tempo e l'ultima cosa che voleva adesso era essere un peso, così non disse nulla, e iniziò ad andare avanti in acqua, cercando di stare a galla facendo estrema fatica, però molto lentamente riuscì a stare al posso con Nivael, arrivando abbastanza lontani dalla costa.
    il mare eraabbastanza calmo, e anche se stava facendo un po di fatica si poteva godere una tranquillità assoluta, ci sipoteva perdere nel suono delle onde che sembravano cullare con una melodia tutta loro, alla quale però si aggiunse la melodia di Shur, che iniziò a suonare ed incredibilmente stavolta non era stonato, anzi la melodia aumentava ancora di più la sensazione di calma e tranquillità, senza quasi accorgersene, Zorais si stava per addormentare ma scosse la testa, come per risvegliarsi.
    Cos'è? Ipnosi uditiva? Pensò preoccupato, vedendo che anche nivael e i coboldi stava cadendo preda di quella melodia, il drago metallico fece per creare una protezione alle orecchie ma si fermò quasi subito.
    se hai questo potere allora non ci sarebbe nulla che io possa fare per difendermi, va bene, hai la mia fiducia, Shur. Fu questo il pensiero di Zorais, guardando intensamente il Bardocon il suo strumento, facendosi volontariamente cullare da quella melodia e sempre portati da questa, i due draghi iniziarono a sprofondare in acqua.
    Zorais guardò l'acqua avvicinarsi sempre di piu al suo muso, mentre con la coda dell'occhio noto nivael "risvegliarsi dalla trance iniziando ad agitarsi per tutto co o che stava accadendo, Beh non poteva biasimarlo, stavano per andare sott'acqua, e per quanto il drago metallico fosse forte aveva anche lui paura, ma decise di giocarsi questa scommessa, ormai Shur aveva in mano la sua vita, ma andava bene, decise di fidarsi.
    e come volevasi dimostrare, mentre i due draghi continuarono a scendere, Zorais constatò che in qualche modo riuscivano a respirare sott'acqua, non sapeva ancora di quali prodezze fosse capace quel piccoletto blu, ma di certo era potente, purtroppo comunque era difficile pensare a queste cose, la musica che Shur continuava a suonare teneva il drago troppo calmo per preoccuparsi, e così semplicemente si godé il viaggio per i fondali marini, davvero uno splendido spettacolo, peccato che a vedere nivael, Zorais penso che non avesse ancora capito di poter respirare, poverino.
    arrivarono in fine su una nave affondata, era mastodontica, sicuramente una nave da guerra per le innumerevoli armi che anche irya inizio ad indicare eccitata, ma cosa ci facevamo qui? Finalmente la melodia Fini, e nivael si rese finalmente conto di poter respirare, iniziando a fare delle domande e a continuare le sue ipotesi al nahrd, per il momento il drago metallico non azzardò domande, voleva ascoltare, forse era la scelta migliore
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    Probabilmente ora improvviserò un po' troppo di fretta dato che voglio rispondere ma sto a lezione, quindi se escono incoerenze o cose che hanno meno senso del solito (?) fatemelo notare gracias... dopo di me si unirà Stifmeister, spero di riuscire a chiarire le varie casinazioni ma sono sicuro non ci riuscirò U.U


    Com'era prevedibile, le domande nella testa di tutti erano molteplici. Specialmente Nivael, pucciosamente sclerato, si dimostrò turbato dalla situazione e in qualche modo fece sogghignare il bardo.
    Giunti sulla nave, la sensazione che il loro corpo si ritrovò ad affrontare era sicuramente surreale, poiché si trovavano effettivamente sott'acqua ma i loro movimenti erano gli stessi dell'esterno. In pratica, si stavano muovendo sul bagnato legno della nave ma con la sensazione di starlo facendo a cielo aperto.
    Shur, con fierezza, mosse le mani sul liuto e lo imbracciò in maniera più consona, dopo esser sceso dal dorso di Nivael in maniera terribilmente figa, scivolando come se stesse fluttuando a mezz'aria; o a mezz'acqua, in base ai punti di vista.
    Quando poggiò i piedi a terra il suono fu ovattato dall'acqua circostante, segno che si trovavano effettivamente sotto diversi metri di mare, tuttavia la gravità agì quasi come se l'attrito del fluido non esistesse e il suo peso fosse quello normale.
    Cominciò a parlare, e anche se anche la sua voce come quella degli altri risuonava in parte attutita era comunque perfettamente comprensibile ciò che stava dicendo. Potevano comunicare tranquillamente e muoversi senza l'impedimento dell'acqua, respirando senza difficoltà.
    La sua fiera espressione lasciava intendere che fosse tutta opera sua, e questo probabilmente era già chiaro a tutti i presenti.
    "Vedi Nivael, il fatto che io non voglia ingannarvi e il tuo non crederlo sono esattamente complementari. Quando mi avete incontrato in spiaggia siete stati voi a credermi in preda ad una sbornia improponibile, io tuttavia non stavo simulando. Ciò non significa... che fossi per forza ubriaco, non ne convieni? Allo stesso modo... non vi ho anticipato nulla non perché volessi stupirvi o altro, semplicemente credi che spiegandovi a parole questo fenomeno voi avreste capito di cosa si trattasse?"
    Fece una piccola pausa, soppesando le parole e ruotando lo sguardo alla cupola marina trasparente che li sovrastava.
    "Come avrai capito la mia musica ha un influenza particolare sulla realtà, ma tutto ciò ha un limite che dobbiamo rispettare in maniera ferrea, o potrebbero essere guai tanto per me quanto per voi. Anche adesso trovo difficile spiegarlo in parole che non implichino il coinvolgimento dell'articolata natura della musica, ma cercherò di essere chiaro... giovane drago del cielo Nivael"
    Camminò attorno al drago argenteo, osservando i giochi di luce che il sole produceva riflettendosi sulle squame dei presenti. I due coboldi, dopo essere scesi e allontanatisi da Zorais, avevano preso a zampettare lungo tutto il perimetro della nave con fare curioso. La loro coda dorata ondeggiava qua e là, fluttuando liberamente da una parte all'altra a testimonianza del loro entusiasmo.
    "Come dire... se questo dovesse essere comprensibile, diverrebbe assurdo ciò che si considera consueto... dico bene?"
    Quasi si aspettasse una risposta, Shur si fermò a fissare i due dragoni. "Non potevo bagnare il mio liuto, e non potevo portarvi fin qui senza giocare un po' con le regole della natura. Lei ascolta la musica, se la apprezza ci permette di violare temporaneamente le leggi che la vita si è prefissata in origine dei tempi. Se non l'avesse apprezzata beh... ma questo non ci riguarda. In fondo il Sol d'ardesia ci accompagna"
    Ennesimo sorrisetto, era troppo divertente prenderli in giro e probabilmente ormai era anche a loro chiaro come la chiarezzitudine che si dilettava nello sfotterli con disinvoltura.
    "Ci troviamo sott'acqua, senz'alcun dubbio, ma come avrete potuto constatare in questo modo i confini imposti dal fondale vengono arginati. Possiamo spostarci e dialogare in maniera molto simile a come facciamo nella terraferma, essendosi generata attorno ai nostri corpi una sottile aura che separa l'acqua dal nostro corpo. chiaramente questo fa in modo che il nostro peso aumenti considerevolmente, ma non abbastanza da eguagliare quello in superficie. Devo ancora... perfezionare questa abilità. Dunque, se cercherete di balzare, di alzarvi in volo o di spingervi con forza verso l'alto, vi renderete conto che tornare verso il basso non sarà semplice e richiederà qualche secondo. Più o meno quello che è accaduto per scendere quaggiù. Allo stesso modo, sarà difficoltoso destreggiarsi in manovre aeree complesse, poiché attorno a voi si trova pur sempre dell'acqua e il vostro spostamento genererà anche il movimento dell'acqua circostante"
    Era sicuro che non avessero capito niente, non perché fossero stupidi quando perché Aes in questo momento sta cercando di fare esercizi di statistica di un'inutilità disarmante.
    1+1+f1*50:100... cosa sta succedendooo!
    "Sarebbe stato difficile isolare l'acqua soltanto dalle vostre vie aeree, come ho detto la mia abilità è imperfetta. Inoltre non possiamo rimanere così immersi per più di sedici minuti. Sapete quanto durano sedici minuti?"
    Altro sorrisetto poco chiaro.
    "Ne sarà già passato uno probabilmente, le corde vibrano"
    In effetti attorno al bardo, in particolar modo al liuto, si stava andando lentamente formandosi un leggero mulinello visibile grazie alle circonvoluzioni dell'acqua che, prima uno poi l'altro, circondarono anche Zorais, Nivael e i due coboldi.
    "C'è da dire anche..."
    Shur provò a regalare ai presenti ulteriori spiegazioni, il che era piuttosto inquietante considerando che si trattava di Shur e le spiegazioni fino ad allora non erano state decisamente il suo forte, ma alcune vibrazioni troppo insolite anche per essere legate al potere del musico causarono sinistri rumori sotto i loro piedi. La nave pareva starsi arrabbiando, come stesse ruggendo e tremando infuriata.
    Non impiegò molto l'anomala fonte sonora a manifestarsi, dall'oscurità di uno dei vani interni della nave si mosse qualcosa di molto simile ad un'ombra. Questa, inizialmente all'apparenza informe, si rivelò una semplice armatura eretta su un paio di metallici stivali lucenti, i quali tenevano in piedi un corpo inesistente.
    Non vi era niente all'interno di quella corazza, nessun arto e nessun busto da proteggere e contenere. Semplicemente un'entità non visibile, che contro ogni concetto e preconcetto stava impugnando una lunga ascia bipenne che sembrava sostenuta dall'acqua stessa, da quella che doveva probabilmente essere la mano dell'essere.
    L'armatura rimase immobile dopo essersi palesata al gruppo, che chiaramente aveva subito posto l'attenzione sull'antro immerso nel buio da cui era emerso. I due coboldi si erano avvicinati di corsa a Zorais, e anche se Irya cercava di mostrare uno sguardo cazzutissimo non potette fare a meno di nascondersi dietro una delle sue grosse zampone. Acreos neanche ci provava a nascondere lo spavento, chiedendosi probabilmente se valeva la pena morire nel tentativo di salvare la sorella.
    Sempre che quel luogo avesse davvero a che fare con ciò che stavano cercando, anche se in effetti le coincidenze erano davvero troppe per poter essere considerate tali.
    Dall'ampia camera che fino a qualche momento prima aveva ospitato quell'armatura semovente, emersero diverse altre figure; tutte simili nell'aspetto, ma tutte sostanzialmente molto diverse fra loro. Alcuni indossavano armature che avrebbero dovuto coprire soltanto parte del corpo, altre prive di elmo sembravano non possedere una testa. In file di cinque o sei avanzarono con una meccanica ed inquietante lentezza, osservando con occhi invisibili gli invasori che stavano con totale scioltezza per affrontare i misteri di una leggenda di cui neanche il fiero Shur conosceva i segreti. Il suo sguardo genuinamente coinvolto ed interessato lasciava trapelare quanto la cosa lo allettasse, aveva di nuovo assunto l'espressione beata di poco prima quando Nivael gli aveva restituito il suo liuto spacciandolo per uno nuovo.
    Non ho riletto, non ho ricorretto, sbadabum... vi prego fate finta di nulla per qualunque follia grammaticale uscita in questo post
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    -

    Group
    Consigliere
    Posts
    876
    STIMA
    +207

    Status
    Anonymous
    Ok, scusate il ritardo colossale. =|


    Shur illustrò in maniera sorprendentemente verbosa ed approfondita il funzionamento della sua magia musicale. A risultare meno sorprendente fu invece la fumosità e la totale mancanza di chiarezza delle sue parole, che resero la spiegazione tanto ampollosa quanto evanescente.
    Nivael, malgrado ciò, ascoltava il musico con un certo interesse: finalmente si era degnato di fornire uno straccio di spiegazione, per cui non era il caso di fare troppo gli schizzinosi.

    Come aveva già intuito, in questo momento si trovavano sott’acqua grazie all’incantesimo sonoro del bardo, che a quanto pare aveva generato un sottile strato d’aria che separava i loro corpi dall’oceano. Nivael aprì e richiuse lentamente le ali un paio di volte. Si, era proprio come diceva Shur: sembrava quasi di stare all’aria aperta, ma l’attrito incontrato dalla sua membrana alare era leggermente maggiore. Il loro movimento risultava quindi lievemente rallentato, richiedendo inoltre uno sforzo aggiuntivo.
    Nivael era in procinto di dilettarsi in altri esperimenti del genere al fine di esplorare quell’ambiente così strano e nuovo, ma Shur, come solo lui sapeva fare, riuscì con una semplice frase a mandare nuovamente in frantumi il ritrovato buonumore del drago d’argento:

    “Inoltre non possiamo rimanere così immersi per più di sedici minuti. Sapete quanto durano sedici minuti?” disse sorridendo con la massima naturalezza, come se la sua fosse stata una banale osservazione sul tempo di oggi. Mentre, in realtà, era più vicina ad essere un’osservazione sul tempo che a tutti i presenti rimaneva da vivere.

    Nivael, che nel frattempo si stava divertendo ad agitare la coda a destra e a sinistra sorridendo come un cucciolo, s’impietrì di colpo, come se l’acqua intorno a lui si fosse improvvisamente congelata. Il suo sorriso si sciolse come un ghiacciolo al limone che cade nella bocca di un vulcano. Accompagnata da un tonfo ovattato, la sua coda cadde a peso morto sul ponte di legno marcio del relitto, sollevando una piccola nuvola di sabbia e di polvere sedimentatevi sopra nel corso degli anni. Si voltò di scatto verso Shur, fulminandolo con lo sguardo.

    “Co… Come scusa?” gli sussurrò, dopo aver avvicinato il muso al suo viso. “Devo aver inteso male”.

    Ma il bardo non diede alcun segno di aver udito le parole del drago d’argento, né tantomeno di aver colto la sfumatura vagamente intimidatoria del suo atteggiamento.
    "Ne sarà già passato uno probabilmente, le corde vibrano", si limitò ad aggiungere con aria pensierosa.

    Nivael continuava fissare Shur con un’espressione perfettamente neutrale dipinta sul muso, ma la palpebra inferiore del suo occhio sinistro si chiuse involontariamente in uno spasmo nervoso.
    “Aspetta un attimo, quindi…” esordì a bassa voce e con una calma palesemente forzata, “…stai dicendo che il tuo incantesimo dura solo sedici minuti?”. Avvicinò ancora di più il muso al volto del bardo, trafiggendolo con i suoi occhi intensamente gialli.
    “E tu hai comunque passato tipo un quarto d’ora a blaterare!” esclamò, poi, alzando improvvisamente la voce.
    “Potevi… Io ti… Mah!”. Emise un sonoro sbuffo di frustrazione dalle narici, che fu chiaramente udibile nonostante l’atmosfera ovattata del luogo.
    “Non riesco nemmeno più ad arrabbiarmi.”

    Nivael stava prendendo in seria considerazione l’opzione di dedicare i restanti sedici minuti dell’incantesimo del musico per scaricare su di lui un fiume di insulti. Avrebbe certamente trascorso in maniera piuttosto soddisfacente l'ultimo quarto d'ora della propria esistenza terrena, ma il drago argentato non poté fare a meno di notare il fortissimo rombo che, simile ad un ruggito sordo e profondo, improvvisamente scaturì proprio da sotto le sue zampe, attraverso le assi di legno del ponte della nave inabissata. Qualcosa nelle viscere più oscure e profonde di quel relitto sembrava essersi destato.

    Il giovane drago d’argento si mise immediatamente sull’attenti, preparandosi ad affrontare un’eventuale minaccia. Questa non si fece attendere: dal buio cavernoso dei vani rimasti aperti sul ponte di coperta della nave emersero una serie di figure di forma e taglia umanoide. A causa dell’oscurità che li avvolgeva era difficile distinguerne chiaramente le fattezze, ma sembravano un piccolo plotone di soldati umani in armatura. Fu solo quando quelli che si trovavano in prima linea misero piede sul ponte della nave, illuminato dalla luce bluastra e smorzata che giungeva dalla superficie, che Nivael capì cosa fossero esattamente quelle creature: non erano guerrieri in armatura, ma bensì corazze vuote animate da un qualche tipo di incantesimo o di presenza spirituale.

    Partendo dal presupposto che quegli esseri di natura probabilmente spettrale non avessero intenzioni esattamente amichevoli, Nivael si mise in posizione di combattimento. Fu proprio in quel momento che la sua mente venne folgorata da una dolorosa realizzazione: si trovava sott’acqua, ossia uno di pochi luoghi nel pianeta, se non l’unico, dove non fosse presente aria.
    “Questa non ci voleva” disse tra sé e sé.
    Guardò gli artigli della sua zampa sinistra. Provò a generare nel loro palmo una sfera d’aria compressa ma, come suo malgrado aveva previsto, non successe assolutamente nulla. Nel sottile strato d’aria che circondava il suo corpo non era contenuta una quantità d’aria nemmeno lontanamente sufficiente a generare anche la più piccola bolla di compressione. Si guardò convulsamente intorno, e notò che le armature continuavano ad aumentare di numero ogni secondo che passava.
    “Se l’incantesimo di Shur ha prodotto un’aura che ci separa dall’acqua circostante, significa che in essa è contenuta dell’aria” rifletté il giovane drago. “E se è presente dell’aria, per quanta poca essa sia…”
    Una sfera di vuoto avvolse gli artigli di Nivael, respingendo l’acqua circostante e dando così forma ad una sfera semitrasparente del tutto simile ad una normale bolla d’aria.
    “…io posso espanderla. Tuttavia non posso farlo anche a distanza, a meno che non vi siano delle bolle d’aria. Beh, meglio di niente.”

    Nivael esaminò rapidamente con lo sguardo il piccolo esercito di armature vuote che, nel frattempo, si era radunato intorno al drago e i suoi compagni, circondandoli.
    Lanciò un’occhiata molto eloquente a Zorais.
    “Forse vale la pena tentare un approccio diplomatico” gli sussurrò.

    Portandosi con un movimento lento e solenne la zampa destra davanti al petto, Nivael si schiarì la voce con fare un po’ teatrale.
    “Ehm. Salve” esordi con un largo sorriso e con voce impostata. “Veniamo...”
    Sfortunatamente non riuscì mai a completare il suo conciliante discorso: fece appena in tempo ad inclinare la testa da un lato per schivare un giavellotto lanciatogli da una delle armature, che sibilò a pochi centimetri dalla sua gola.
    Il diplomatico sorriso del drago d’argento si spense immediatamente, lasciando il posto ad un’espressione di gelida ostilità. Lanciò uno sguardo tagliente nella direzione da cui era giunto il proiettile.
    “…veniamo a spaccarvi la faccia.”, disse in un ringhio, mostrando la sua serrata fila di denti bianchi ed affilati.

    Un’armatura arrugginita priva di elmo, armata di una spada corta e di un grosso scudo rettangolare in legno consunto, fu la prima a partire in carica verso il drago.
    Aiutandosi con un colpo d’ali, Nivael gli venne incontro con un balzo fulmineo, colpendola in pieno con gli artigli della sua zampa sinistra. L’armatura provò a bloccare il colpo con il suo grosso scudo ma, a causa della velocità raggiunta dal drago, questo andò in frantumi ed essa venne sbalzata all’indietro con tale vigore che cozzò con uno dei compagni della fila successiva. La portata dell’impatto fu tale che entrambe le armature, producendo un clangore metallico che ricordava uno scaffale pieno di pentole che viene rovesciato, caddero a terra smontate e non si mossero più.

    Altre due armature dall’aspetto più agile ma altrettanto malandato, l’una priva di un braccio e l’altra senza una gamba, armate rispettivamente di un falcione e di un mazzafrusto, aggredirono Nivael sul fianco destro, mirando a ferire la sua zampa posteriore nella speranza di azzopparlo. Egli riuscì ad evitare il loro attacco senza particolari difficoltà eseguendo un piccolo balzo a sinistra, rispondendo poi alla loro offensiva con un colpo di coda rapido e preciso come una frustata. L’armatura munita di mazzafrusto andò in mille pezzi, mentre quella che brandiva il falcione venne colpita sull’elmo rimanendo, quindi, decapitata. Tuttavia ciò non parve turbarla in maniera particolare, dato che continuò a camminare puntando minacciosamente la sua arma verso Nivael.

    Una corazza di metallo molto scuro, quasi nero, di proporzioni enormi e armata di un altrettanto colossale spadone a due mani, osservava le mosse del drago d’argento mantenendosi ad una distanza di sicurezza. Curandosi di non entrare nel suo campo visivo, attendeva il momento giusto per colpire.
    La sua pazienza venne presto premiata. Nivael, distratto per qualche istante da quell’armatura che pur privata della testa non pareva aver affatto perso il suo spirito combattivo, aveva lasciato scoperto il fianco sinistro. La corazza nera colse immediatamente l’occasione: con un’agilità sorprendente considerando la sua stazza, scattò verso il drago e infine balzò in aria sollevando al cielo il suo pesante spadone, mirando a spezzare la spina dorsale alla bestia con un singolo fendente bel piazzato.

    Nivael, udì un forte rumore metallico provenire dalla sua sinistra. Si voltò di scatto in quella direzione, e vide la gigantesca armatura nera stagliarsi a mezz’aria (o a mezz’acqua in questo caso?) sopra di lui. Colto alla sprovvista compì un repentino balzo verso destra, ma ciò non si rivelò sufficiente ad evitare l’intera lunghezza della lama avversaria. La punta dello spadone, solo parzialmente frenata dalla leggera corazza di squame del giovane drago, incise un taglio lungo e piuttosto profondo nel suo costato, andandosi poi a conficcare con violenza nelle assi di legno del ponte della nave.
    Nivael emise un ruggito di dolore. Un fiotto di sangue scaturì copiosamente dalla ferita, tingendo l’acqua circostante di un rosso vivido. L’armatura nera tentò di liberare la spada rimasta incastrata nel pavimento ligneo ma, non appena vide l’espressione di furia selvaggia del drago che aveva d’innanzi, la lasciò andare e tentò immediatamente di dileguarsi nella direzione opposta.
    Il suo sforzo, tuttavia, fu inutile. Nivael, con un gesto sorprendentemente lento e controllato, protese gli artigli della sua zampa destra in direzione del suo avversario, generando una sfera di vuoto nel loro palmo che si richiuse nell’istante appena successivo. L’effetto di risucchio prodotto dalla subitanea scomparsa della sfera attirò bruscamente l’armatura, e Nivael l’afferrò con gli artigli. Stringendola saldamente nelle sue grinfie da rapace, con gli occhi iniettati di sangue e il muso contratto dalla rabbia primordiale del predatore, il drago si erse torreggiante sulle proprie zampe posteriori. Poi, emettendo un ruggito bestiale, schiantò al suolo l’armatura concentrando tutto il peso del suo corpo sulla zampa che la ghermiva, schiacciandola brutalmente nella pressa dei suoi artigli generando un assordante fragore di metallo.
    La corazza nera, ridotta in pezzi e compressa come un barattolo di latta pestato dalle ruote di un carro, pareva essersi tramutata in una strana scultura bidimensionale dalla forma solo vagamente umanoide.

    Nivael, a causa dello sforzo improvviso, ma probabilmente anche per poter riorganizzare le proprie idee a seguito del suo sfogo di rabbia esplosiva, rimase un paio di secondi fermo ad ansimare, continuando a pressare al suolo con gli artigli la corazza nera o, piuttosto, quel poco che ne rimaneva. Nessuna delle armature che lo circondavano osò avvicinarsi. Quella munita di falcione ma priva di testa, che più di tutte le altre si trovava in prossimità del drago, approfittò di quegli istanti di silenziosa tensione per allontanarsi il più rapidamente possibile da lui.

    Aiutandosi con un possente colpo d’ali Nivael si portò con un balzo accanto a Zorais e gli altri.
    “Non credo che le loro armi possano superare la tua armatura” osservò, rivolgendosi al drago corazzato.
    “Difendi il lato destro, io mi occupo di quelli a sinistra. Che ne dici?”

    Nivael SMASH


    Edited by -Aleph- - 19/4/2018, 21:54
     
    Top
    .
  8. radsol
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Zorais ascoltò solennemente tutte le parole di shur, queste come era ormai un obbligo per il nahrd erano strane, confusionali, ma decisamente affascinanti, tutta quella situazione lo era, ovviamente più assurda che affascinante, Ma estremamente misteriosa.
    piano piano, senza farsi notare mosse la sua zampa anteriore per provare le parole del bardo, la portò avanti e indietro lentamente, muovendo ogni dito per poi provare a fare qualche movimento rapido constatando di non essere quasi per niente influenzato dal fatto di essere sott'acqua.
    Era incredibile, questo piccolo nahrd non solo gli aveva permesso di respirare sott'acqua, ma gli aveva dato anche la possibilità di non essere minimamente toccati dalla pressione o essere rallentati da essa, esattamente come aveva detta, la realtà si era piegata alla sua musica, ma com'era possibile?
    Ai suoi tempi ricordava di maghi potenti che potevano cambiare la realtà certo ma fare tutto questo con una semplice canzone era incredibile, se non impossibile, conosceva degl'incantesimi legati alla musica, ma da quello che ricordava c'erano bisogno di più della semplice musica per generare tanta energie, ricordava chiaramente anche il dover usare un certo colore e una temperatura esatta. Chi era costui per piegare così le leggi naturali???
    " capisco" fece, interrompendo quello che sembrava l'ennesimo sclero di nivael, il quale aveva appena appreso cone Zorais che avevano solo altri 15 minuti
    "Dimmi shur"continuò dimenticandosi dei convenevoli
    " cosa accadrà quando il nostro tempo sarà scaduto? La tua barriera s'interromperà e affoghereno oppure ci riporterà di sopra? " Non voleva essere minaccioso, purtroppo però questa fu l'impressione che diede, anche se d'altronde era normale, infondo se non se ne fossero andati neanche nivael avrebbe Potuto salvarli creando per fare un esempio delle bolle d'aria, la pressione era troppo forte.
    D'improvviso però, un rumore metallico si intromise nella conversazione, facendo girare il drago metallico verso una porta aperta dall'altra parte del ponte della nave, il rumore inizio a farsi può forte, e dalle tenebre spuntarono quelle che sembravano tante vecchie armature, rovinate e alcune con pezzi mancanti, qualche armatura mancava anche di testa, mostrando che all'interno non c'era nessuno e che quindi era qualche arcano potere a controllarlo
    "Voi due, sotto di m...." senza neanche fargli finire la frase, i due coboldi corsero subito a nascondersi tra le zampe del drago metallico, tremolante e spaventati, li avrebbe protetti ad ogni costo, lo aveva promesso.
    "Ascoltate voi due, state sempre attaccati alle mie zampe, prendete questi" rapidamente avvicinò una sua zampa Ai due, questa inizio a gonfiarsi in modo strano, diventando per qualche seconda di un rosso acceso, quasi come se una forgia stesse creando qualcosa, dopo qualche secondo, dalla zampa si staccarmi due piccoli scudi per i coboldi, stranamente non erano incandescenti ma erano freschi e ben lavorati
    "È il materiale più leggero e più forte che posso produrre al momento, dovrebbe riuscire a difendervi se fossi troppo impegnati a combattere, voi statemi comunque vicino" concluse, per poi alzare il capo
    "Niv....." poi Zorais si girò per cercare di elaborare una strategia con il drago del vento, ma questi ovviamente come ogni giovane drago fu caparbio e si lanciò a capofitto nella battaglia, iniziando ad artigliare a destra e sinistra
    "Che sconsiderato" fece guardandolo con sguardo sufficiente e leggermente annoiato da quel comportamento, in quel momento un armatura che si era avvicinato al drago sferrò un poderoso fendente contro il muso corazzato del drago che stava ammirando la danza del drago del vento.
    la spada si fermò contro la corazza, increspandosi totalmente.
    il drago non mosse néanche la testa, ma spostò semplicemente il suo penetrante sguardo purpureo sulla povera corazza ferma, Non riuscendo a far avanzare neanche di un centimetro la spada vicina alla distruzione
    "Che pessima fattura, si vede che l'acqua non è stata clemente con questo equipaggiamento" fece con tono di sufficienza, alzando una zampa, portandola sul petto della corazza, in poco meno di qualche secondo, Zorais strinse la mano, penetrando la corazza con i suoi artigli d'acciaio, squarciamdola completamente e lasciandola via come fosse nulla.
    nel frattempo intorno a al drago metallico si erano radunate più di una ventina di armature, continuando sempre di piu ad aumentare di numero, ormai per Zorais era difficile anche scorgere Nivael, che sembra essere in difficoltà contro un armatura più grossa delle altre.
    "Ok, voi due, mettetevi sopra le mie zampe, e non lasciatele per nulla al mondo, o vi farete davvero male"
    Dopo quella sentenza, le mani di Zorais iniziarono a splendere di una luce rossa, era a lavoro su una nuova creazione:
    Dalle sue mani, una per volta iniziarono a spuntare delle strane lame, con due lame, una all'estremità e altra all'altro capo, ne generò cinque in questo modo prima di fermarsi.
    Le lame di fronte a lui poi iniziarono a fluttuargli di fronte, alzandosi leggermente più in alto della sua testa, Zorais le guardò per qualche secondo, per poi soffiato sopra, facendo uscire dalla sua bocca un gas rosso acceso, sembrava dello stesso colore che prima illuminavano le sue mani, anche se un po più spento (qui sta utilizzando la sua seconda tecnica, spero si capisca).
    Dopo qualche secondo, le lame colpite da quel gas si mostrarono molto più affilate e scintillanti, anche sott'acqua. Queste poi lentamente iniziarono a girare intorno a Zorais, creando dei cerchi concentrici senza mai fermarsi e senza mai toccarsi tra di loro, poi con tutta calma il drago metallico iniziò a camminare tra le armature, ritirando senza alcun potere quel misero ferro con il suo perfetto acciaio, impedendo ad ogni forma di vita o meglio di metallo di avvicinarsi al suo corpo.
    Non ci volle molto che il drago arrivò vicino a Nivael , lasciando dietro di se solo metallo tagliuzzato in più parti e triturato selvaggiamente.
    quando il drago del vento gli si avvicinò Zorais fece cadere le lame vicino a se, permettendo al giovane drago di avvicinarsi.
    "Sei ferito, Non buttarti a capofitto in battaglia, e no ovviamente, Queste corazze sono arrugginite e di ferro, non hanno modo di farmi alcun male" fece, rispondendogli e guardando più preoccupato che arrabbiato la ferita di nivael, anche se ovviamente dava la seconda impressione.
    "No, ora tu stai qua è fuori dai guai, non sappiamo quanto sia grave la ferita, in oltre ti faccio notare che la ruggine può infettare il tuo sangue, abbassati e stai al sicuro"
    fece Zorais, avvicinandosi molto di piu a Nivael, Dopo quel gesto il possente dragone fece un ruggito fragoroso, e a quel gesto le lame che erano rimaste a terra si alzarono, iniziando una ad una a girare intorno ai due draghi, espandendosi di poco per volta a turno, triturabdo tutto quello che incontravano nel loro percorso, per un raggio di cinque metri.
    ok Zorais ha più o meno mostrato tutto il suo arsenale o quasi, spero di aver spiegato tutto bene o che quantomeno si capisca, detto ciò, prima che mi vediate a dire qualcosa, Zorais muove le lame con la tecnica 4 uwu
     
    Top
    .
  9.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    I due piccoli coboldi ascoltarono le parole del grosso dragone, e senza farselo ripetere approfittarono della sua protezione. Afferrarono i due scudi non appena questi vennero forgiati, anche se più che brandirli vi si nascosero dietro.
    "G... grazie"
    Irya di tanto in tanto faceva capolino in maniera coraggiosa, facendo spuntare un occhietto dal lato sinistro dello scudo, in maniera molto molto fugace.
    Rimasero comunque dietro alle zampe di Zorais per evitare risvolti spiacevoli degli eventi, che tuttavia sarebbero senz'alcun dubbio avvenuti indipendentemente dalla loro volontà.
    I due draghi se la cavarono decisamente bene, respingendo orde di nemici in tranquillità sebbene Nivael fosse stato colpito da una delle lame. La ferita apparentemente sembrava piuttosto rilevante, ma il giovane drago non sembrò curarsene molto e continuò a muoversi senza darle troppa importanza. Per un momento l'acqua al suo fianco sembrò tingersi di un leggero rosa trasparente.
    Zorais ovviamente ne approfittò per fare il maestro, saggio e sapiente, come a voler mostrare la sua saccenza e la sua maggior esperienza ogni qual volta ne avesse l'occasione.
    Irya e Acreos lo seguirono nei suoi spostamenti, restando comunque in allerta sia per non farsi schiacciare dai suoi arti in movimento sia perché sarebbero potuti essere colpiti da qualche fendente improvviso.
    "Zorais noi vorremmo..."
    Irya cercò di spiegare che voleva assolutamente rendersi utile, ma il dragone di metallo ruggì con una potenza inaudita e riprese a far muovere le lame in ogni direzione.
    I movimenti delle sue armi erano limitati dall'attrito dell'acqua, in quanto ovviamente c'era bisogno di molta più energia per spostarle se circondate da un fluido, e se avesse continuato così probabilmente in breve sarebbe rimasto stremato.
    Ci sarebbe voluto qualcuno che potesse spiegarglielo a quanto pareva, e quel qualcuno c'era. Ma era troppo impegnato in un poker con i serpenti marini della nave accanto.
    "Anche tu stai esagerando sommo Zorais, potresti terminare le energie prima del previsto" sottolineò il Nahrd, dalle loro spalle, comodamente seduto su un bordo della nave.
    Il suo sorrisino era di quanto più beffardo potesse esserci. Shur inclinò la testa sulla spalla sinistra, sollevando un gomito e accomodandosi il liuto ancora lontano dal tocco dell'acqua che continuava a emettere bolle attorno a lui ma non riusciva a raggiungerlo.
    "Oh, dannazione... sono già passati altri due o tre minuti credo. O forse qualcosa in più, non saprei" fece, tamburellando sul legno del liuto. "Impegnatevi un po' di più, rischiamo di... ecco, di avere problemi"

    Avevano fatto strage, ne avevano buttate giù un sacco di quelle armature, ma Irya ne aveva viste avvicinarsi ancora. Le armi di Zorais stavano rallentando la loro efficacia dopo un primo potente attacco massiccio iniziale, e sicuramente non avrebbero avuto la stessa efficacia del primo colpo.
    "Eih tu perché non li aiuti!" urlò Acreos pucciosamente, rivolto a Shur.
    "Oh è presto detto, se mi deconcentrassi quest'energia si dissolverebbe e... per rispondere al vostro atroce dubbio... com'è lecito pensare l'acqua ci spingerebbe in alto quindi non possiamo affogare. Questo ammeno che..."
    Altre armature possedute attaccarono interrompendo le sue parole, le ultime rimaste. Non era del tutto chiaro se avesse lasciato a metà volontariamento la frase, ma questo non lo sapremo mai.
    Due di loro, impugnando fra i guanti foderati un martello gigantesco a testa, si diressero goffamente verso Nivael; invece di raggiungerlo però scagliarono con prepotenza le due armi, una delle quali in direzione di Zorais. All'impatto con una delle sue spade il martello deviò traiettoria, l'acqua impediva a quelle armi di ottenere una forza di lancio sufficente ad essere minacciose. Tuttavia Il peso che quei martelli avevano era preoccupante. Non arrivarono neanche vicino ai due draghi, rimasero appoggiati a terra sul legno della nave.
    Le due armature si avvicinarono e si chinarono con sinistri sordi rumori metallici attutiti dall'acqua. Raccolsero, le loro armi, approfittando della vicinanza con gli avversari, e si lanciarono all'assalto con i martelloni supremi incazzatissimi.
    Allo stesso tempo armature più esili, meno pesanti, arrivarono ai fianchi dei due per colpirli con trancianti e affondi. La loro potenza non era elevatissima, ma erano senza dubbio più agili dei precedenti e le strane entità invisibili e impalpabili che le governavano si muovevano con molta più grazia.
    Dall'interno della nave proruppe un cupo rimbombo, come una sorta di ringhio feroce. Per qualche secondo l'ombra proiettata dall'antro interno sembrò allungarsi leggermente, come qualcosa si fosse mosso lì dentro e la sua ombra fosse giunta fino all'esterno grazie ai riflessi di luce provenienti dall'alto.
    L'ombra si espanse leggermente, ma a tratti. Come stesse cercando di giungere fuori senza riuscirci, come qualcosa la trattenesse lì dentro.
    Il fragore delle armi che colpivano quelle di Zorais era ovattato dall'acqua, ma in qualche modo quelle armature riuscivano comunque ad esercitare una grande forza e si scagliarono contro i due draghi.
    Con tutto il coraggio del mondo, Irya adocchiò la spada più piccola adagiata sul pavimento della nave e si diresse a raccoglierla con lo scudo sollevato a proteggergli la testa. Più che una spada era un pugnale, appartenuto ad una delle armature che avevano già abbattuto.
    Afferrò l'arma e provò a maneggiarla con una sola zampa, trovandosi leggermente in difficoltà ad impugnarla ma reputando accettabile il peso. Con uno scatto quasi impercettibile si portò fra i piedi di un'armatura, urtandola con lo scudo e destabilizzandola, per poi affondare un colpo secco con il pugnale. Questa si fermò, concentrandosi sul piccolo coboldo dorato che fece appena in tempo a spostarsi di lato. Lo scudo gli cadde, ma l'armatura semovente rimase bloccata con la propria ascia conficcata sul legno della nave dandogli il tempo di recuperarlo.
    Fatto ciò tornò da Zorais e Acreos, soddisfatto di quanto era riuscito a fare. La battaglia continuava ad infuriare.
    Intanto dall'oscurità del vano interno si protrasse una nera zampa artigliata, che graffiò il suolo con ferocia lasciandovi quattro lunghi solchi impressi.
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    -

    Group
    Consigliere
    Posts
    876
    STIMA
    +207

    Status
    Anonymous
    Mancano ben un ora e 5 minuti dalla scadenza. Visto, io mantengo sempre le promesse. u_u


    "Sei ferito, Non buttarti a capofitto in battaglia, e no ovviamente, Queste corazze sono arrugginite e di ferro, non hanno modo di farmi alcun male", disse Zorais con una punta di sdegno, squadrando Nivael con durezza.

    Il drago d’argento guardò il dragone corazzato con palese stizza: il suo costante atteggiamento di sufficienza non falliva mai nel fargli perdere le staffe. A Nivael, in quel momento, non passava nemmeno per l’anticamera del cervello l’idea che l’ostentazione di superiorità di Zorais, per quanto irritante, potesse essere in larga misura giustificata. Il dragone d’acciaio aveva distrutto in pochi secondi e senza il minimo sforzo decine e decine di armature, avendo inoltre dimostrato che la sua corazza di metallo era di fatto impervia alle armi degli avversari. Nivael, dal canto suo, era a malapena riuscito ad abbatterne tre o quattro, venendo tra l’altro ferito da una di esse.
    La differenza di livello tra lui e l’alleato era palese anche a lui stesso, ma tale constatazione, invece di spingerlo a prendere atto della realtà e ad agire in maniera più attenta e ragionata, non faceva che riempirlo di rabbia.

    "No, ora tu stai qua è fuori dai guai” aggiunse Zorais, mentre dalla sua voce traspariva questa volta una vena di genuina preoccupazione, “non sappiamo quanto sia grave la ferita, in oltre ti faccio notare che la ruggine può infettare il tuo sangue, abbassati e stai al sicuro".
    Detto ciò, Zorais diede al drago argentato un’ulteriore dimostrazione della sua forza. Emettendo un assordante ruggito di immane potenza, che fu talmente intenso che Nivael sentì tremare leggermente le assi di legno del ponte del relitto, il dragone corazzato, controllandone il moto con la forza del pensiero, fece roteare a folle velocità le sue lame intorno a sé e agli alleati generando un vero e proprio ciclone di lucente acciaio. Le lame da lui controllate impattarono con forza selvaggia con il metallo consunto delle armature animate, facendo scempio dei loro tristi corpi vuoti con un assordante fragore di metallo e una luminosa pioggia di schegge incandescenti che, a causa dell’immediato contatto con l’acqua circostante, si spegnevano in maniera quasi istantanea. Quando Zorais ebbe terminato la sua furia, dell’orda di nemici non restava che un cumulo di metallo piegato, squarciato e martoriato.

    Nivael lanciò uno sguardo tagliente al dragone d’acciaio, ma non disse nulla. Il suo atteggiamento paternalistico gli faceva ribollire il sangue dalla rabbia. Avrebbe voluto rispondere per le rime al suo perentorio ordine di non intervenire, ma dovette trattenersi. Per quanto fremesse dalla voglia di rivalersi su Zorais, fu suo malgrado costretto a riconoscere che, perlomeno nelle sue condizioni attuali, non poteva nemmeno lontanamente competere con lui: con il suo ultimo attacco aveva falciato almeno una ventina di armature.

    In ogni caso, nonostante nella sua furia il dragone corazzato avesse fatto strage del nemico, le armature non accennavano a diminuire. Shur, tamburellando le dita sul suo liuto con la consueta quanto irritante calma distaccata che lo contraddistingueva, ammonì Zorais sul rischio di consumare precocemente le sue energie con degli attacchi tanto potenti.

    Nivael guardò il drago d’acciaio dritto negli occhi, mentre un sorriso beffardo gli increspava le labbra.
    Credo che per una volta Shur abbia detto qualcosa di sensato, dovresti dosare meglio le tue forze”, disse con malcelata aria di scherno. Dentro di lui, tuttavia, sapeva benissimo quanto ridicolo suonasse il suo tono di sfida in quel momento.
    Stanno arrivando altre armature! Ah, che disdetta…”, proseguì con il medesimo tono irriverente e teatrale, leccandosi con aria indifferente gli artigli della sua zampa sinistra come se, lì sul fondo del mare, vi fosse il bisogno di lucidarli. “Temo proprio che avrai bisogno anche del mio supporto."

    Avvolgendo gli artigli della sua zampa destra con una bolla di vuoto, Nivael batté con vigore le sue ali e si lanciò con rinnovato entusiasmo in direzione di un nutrito gruppetto di armature che si stava avvicinando dal lato destro. Atterrò proprio in mezzo a loro, e gli artigli della sua zampa impattarono con il pavimento ligneo del relitto senza colpire nessuno.
    Le corazze, che adesso si trovavano a circondare il giovane drago, non persero l’occasione per caricarlo in contemporanea da più direzioni, convinte di sfruttare a proprio vantaggio quello che interpretarono come un suo madornale errore. Non notarono, tuttavia, che la bolla di vuoto che circondava i suoi artigli stava aumentando rapidamente di dimensioni, avendo ormai raggiunto il diametro di circa tre metri.
    Non fecero nemmeno in tempo a realizzare cosa gli accadde dopo: la bolla di vuoto si richiuse istantaneamente, e l’intero gruppo di armature animate venne risucchiato dall’implosione scontrandosi l’una con l’altra con tale violenza che, nonostante si trovassero immerse nell’acqua, si generarono delle piccole scintille.
    Un altro gruppo composto da sei o sette armature vuote caricò Nivael sul lato sinistro, ma questa volta il drago argentato non si fece cogliere impreparato. Facendo perno sulle proprie zampe posteriori ruotò agilmente il proprio corpo di trecentosessanta gradi, sfruttando il momento della rotazione per sferrare un devastante colpo di coda che falciò l’intero raggruppamento di nemici.

    Per quanto Nivael si stesse divertendo parecchio a combattere con quell’orda interminabile di nemici, la loro apparente inesauribilità cominciava a preoccuparlo un poco. No, continuando di quel passo ci sarebbero volute ore ad eliminare tutte le armature, e il tempo concesso loro dall’incantesimo di Shur scorreva inesorabile. Per quanto a Nivael bruciasse tremendamente ammetterlo, dovette riconoscere che in quel momento soltanto Zorais avrebbe potuto ribaltare la situazione, grazie all’impenetrabilità della sua corazza e, soprattutto, grazia alla sua capacità di fronteggiare numerosi avversari contemporaneamente.

    Tutte queste preoccupazioni passarono tuttavia in secondo piano quando, improvvisamente, un terribile rombo cupo e profondo, tanto intenso da ricordare un terremoto, scaturì dalle viscere del relitto. Delle profondità di uno dei vani di coperta emerse quella che sembrava essere un’enorme zampa artigliata composta di pura oscurità. I suoi artigli d’ombra impattarono con inaudita violenza sul ponte della nave ad appena un metro di distanza da Nivael, e l’urto che produssero fu di tale portata che il giovane drago venne scaraventato a terra dal solo spostamento dell’acqua. Gli spettrali artigli di tenebra penetrarono il legno marcio del ponte con disarmante facilità, solcandolo lenti e inarrestabili così come un aratro solca il terreno per prepararlo alla semina.

    Dannazione!” esclamò Nivael a denti stretti, resosi conto di essere scampato alla morte letteralmente per un soffio.
    Zorais!” gridò con foga al drago corazzato. “Il fantasma della serpe! Allontanatevi tutti dai vani, presto!

    L'autostima di Nivael ha fatto la stessa fine della nave in cui si trova: giù a centinaia di metri sotto il livello del mare. ( ͡° ͜ʖ ͡°)
     
    Top
    .
  11. radsol
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    innanzi tutto chiedo perdono per un ritardo peggiore addirittura di quello di aleph, Ma non avevo linea


    Di lì a poco tempo, Zorais iniziò piano piano ad ansimare per la fatica; solitamente muovere delle piccole lame così in fretta per lui sarebbe stato un gioco da ragazzi, Ma la grande profondità e la pressione causata dall'acqua triplicavano la fatica più mentale che fisica del drago e di certo l'incantesimo del Bardo non aveva effetto oltre che al suo corpo.
    shur aveva ragione, sarebbe stata una questione di minuti e avrebbe finito le energie, così annullò semplicemente il suo controllo, facendo cadere a terra le daghe.
    "Beh sommo shur di certo hai ragione" fece ansimando, per poi sorridere "ma sbaglio o abbiamo giusto un quarto d'ora a disposizione? Tanto vale dare il massimo" fece, per poi rivolgersi a irya "e tu piccolino, sei decisamente coraggioso per la tua statura ma con quel coso arrugginito non farai tanto, inoltre è troppo grande per te, aspetta un attimo " continuò per poi muovere la sua coda verso i due coboldi, questa s'illumino leggermente di rosso e iniziò a cambiare forma, si allungò diventando afflilata, poi cambiò ancora di più, diventando una specie di spada in miniatura estremamente affilata e fatta di un acciaio bianco splendente, questa semplicemente si staccò dalla coda, andando nelle mani di irya "io vorrei proteggervi tutti" dicendo ciò si riferì anche a nivael, Che gli stava mandando occhiatacce. " ma avete uno spirito battagliero che non fermero, questo irya credo lo troverai molto più comodo e forte, non farti ingannare dal fatto che sia piccolo, ogni mia creazione è fuori dal comune"
    Fece, guardando nivael che nel frattempo si era lanciato in mezzo a quell'esercito senza alcuna preoccupazione per la sua ferita o altro, era davvero una testa calda, decisamente un giovane drago, sconsiderato e focoso. Zorais fece un piccolo sorriso a vederlo, gli ricordò lui da giovane, ma il sorriso prestò spari, d'improvviso intorno a lui sentiva una strana pressione e non era di certo l'acqua.
    Qualcosa stava avanzando, qualcosa di pericoloso e oscuro che li stava osservando dalle ombre.
    Fu un attimo, un grido di nivael e dall 'oscurità della nave spunto una raccapricciante zampa oscura che non si fece alcun problema a conficcarsi nella nave con i suoi artigli corrotti.
    Zorais strinse i denti, preparandosi per un salto "reggetevi voi due" quasi sussurando dopo quelle parole fece un grosso balzo verso nivael, aiutato anche dall'acqua gli si avvicinò mettendosi in guardia " preparati"
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il drago azzurro che puzza di pesce

    Group
    Condottiero
    Posts
    5,293
    STIMA
    +595
    Location
    Eh... sapessi

    Status
    Offline
    Un ringhio vivido e sommesso allo stesso tempo fece sussultare l'imbarcazione sommersa.
    La nave era ormai cumuli di armature, pezzi di ferraglia e caos più totale. Non erano passati che pochi minuti, forse sembrati ore quando il tempo stesso si mostra un fattore tristemente pericoloso, ma era già successo il putiferio.
    Dal chiassoso cozzare del metallo contro il metallo, delle lame contro gli artigli, in breve giunse il silenzio. Un silenzio strano, reso ovattato dall'acqua e particolarmente lugubre dalla presenza che si stava pian piano manifestando attraverso bassi ruggiti e scomposti scossoni. La sua energia squoteva con veemenza la nave, nonostante si trovasse sott'acqua a diversi metri di profondità e praticamente ancorata al terreno pareva leggera e fragile sotto quella potenza.
    C'era qualcosa che non andava però. Lo stesso Irya se ne rese conto, perché per un attimo aveva sentito il fiato mancare dallo spavento e un attimo dopo qualcosa gli aveva suggerito di prestare attenzione a ciò che stava accadendo.
    Quel qualcosa era Acreos, che dal canto suo si sarebbe dovuto spaventare al punto da svenire seduta stante, invece fissava il nero della zampa fuoriuscita dall'ombra con qualcosa di simile ad un vivido interesse.
    Irya gli si avvicinò d'istinto, portandogli una zampetta su una spalla per attirare la sua attenzione, ricevendo in cambio uno sguardo confuso.
    "Che succede?" sussurrò al fratello, che dal canto suo pareva innaturalmente tranquillo per la situazione. Non era sembrato così disinvolto appena erano scesi, inoltre per Acreos era sempre stato naturale darsi da fare per nascondersi o scappare.
    "Non so" rispose il coboldo , ma quello... non mi sembra lui"
    Irya non capiva a cosa si stesse riferendo, ma a giudicare dalle sue parole doveva aver associato al gigantesco dragone nero quella zampa per poi cambiare idea, o qualcosa di simile.
    "A chi ti riferisci? Al..."
    Acreos annuì.
    "Ascolta"
    Irya restò in concentrazione, ancora a debita distanza dall'oscuro vano interno, nei pressi delle zampone grosse grosse di Zorais.
    Shur restava bellamente in disparte, continuando a farsi i fattacci suoi e canticchiando qualcosa in una lingua semi-ignota, di cui si capivano solo alcune parole come -vino-, -idromele- o -Zia Rinoberta-.
    La zampa si avvicinò ulteriormente, un altro strattone, qualche altro centimetro guadagnato. I suoi artigli scuri solcavano il legno della nave come niente, eppure sembravano faticare. L'arto nero cominciò a raschiare il suolo disperatamente, premendo sul pavimento fino a lasciarvi impressi quattro vividi solchi.
    Irya prese coraggio e si distanziò di qualche passo dal dragone


    armato che aveva appena sbaragliato mezzo plotone avversario, ammettendo solo con un forzato atto d'umiltà che stava consumando le energie. Anche i coboldi nonostante la situazione avevano capito quanto Zorais desiderasse mascherare il suo cuore dietro una fermezza d'acciaio.
    Brandendo l'arma fornitagli dal drago Irya si fece avanti fierissimo, zampettando nell'acqua grazie all'aiuto del potere di Shur.
    Il bardo li scrutava divertito, lanciando qualche occhiata di tanto in tanto al mare attorno a loro che appariva molto molto limpido, in un misto di verde acqueo e chiazze d'azzurro scrutando verso l'alto.
    L'aura attorno ai loro corpi si restrinse debolmente, l'aria che li circondava si fece impercettibilmente più rarefatta. Ancora non avrebbero avuto problemi di respirazione, ma Zorais non aveva sbagliato dicendo che in fondo dovevano sbrigarsi.
    La grande zampa avvolta d'ombra si sollevò leggermente e si strinse attorno a uno dei lati dell'ingresso, conficcando l'acume degli artigli ancora una volta nel legno come a volerlo strappare via. Dopo di che, questa rimase sospesa a mezz'acqua (non credo esista ma pace) e mosse piano gli artigli come ad invitare il gruppo ad avvicinarsi.
    Fu proprio il nahrd questa volta a prendersi la briga di scendere dal suo posticino sopra al parapetto, avvicinandosi a passo svelto al grande pertugio oscuro. Quando Shur si fu fatto abbastanza vicino, la zampa si ritrasse come a farlo passare.
    "Oh!" si udì dall'esterno, una volta che Shur ebbe messo la testa dentro. "Increscioso, davvero..."
    Un leggero tonfo, poi un ringhio. "... increscioso. Non si vede un piffero aratniano qui! Nero come il sol d'ardesia, il sol d'ardesiaaaa!"
    Nonostante l'acqua che attutiva i suoni, la distanza che li divideva e il fatto che Shur si trovasse all'interno dell'antro, si sentirono chiaramente i suoi schiamazzi.
    "Ho trovato le foglie d'arde... no, sono solo schegge di metallo"
    Il fatto più indecente, era che Shur si trovava praticamente addosso a qualcosa di assurdamente tenebroso e imponente, ma stava continuando a fare macello.
    "Oh possente bestia, cosa stai..."
    Il potere di Shur questa volta si ritorse contro di lui, perché probabilmente se
    l'acqua avesse rallentato il lancio non sarebbe finito addosso a Nivael a tutta velocità con liuto e resto.
    Il bardo protesse il proprio strumento con le braccia, strizzando gli occhi e aprendo la bocca per lo stupore.
    "Per tutti i musicanti di Bremard" sottolineò, mentre impattava prima con la zampa del drago d'argento e poi con il sedere sul pavimento.
    Si rialzò con un po' di sdegno sul volto, celato da un sorrisetto impertinente alla Nivael.
    "Incresciosissimo, direi. Quella creatura è davvero scorbutica. E... mancano soltanto otto minuti"
    Lo disse troppo disinvolto per non meritarsi un paio di stiaffi tirati bene, du stiaffoni alla toscana.
    "Sbrigatevi giovani guerrieri, chiedete a lui. Non credo di stargli simpatico"
    Irya si avvicinò ancora un po', cominciando a distinguere la massa nera che si stava agitando e stava ringhiando in quel lugubre luogo scuro e fin troppo angusto per una creatura dotata di un arto come quello.
    Acreos questa volta era accanto a lui, e come il fratello fissava in quella direzione.
    "Non credo sia felice, forse non sta molto bene"
    Irya riuscì a lasciar andare un sorrisetto, rallegrato dalla spontaneità di Acreos ma davvero dubbioso su quanto stesse accadendo. In ogni caso dovevano sbrigarsi, non potevano indugiare.
    "Ehi!"
    La voce del coboldo risuonava più chiara di quella dell'essere che si trovava all'interno della nave, in quanto l'acqua non occludeva le vie aeree e soprattutto non raggiungeva direttamente il suo corpo.
    In risposta non sentì nient'altro che il silente mare circostante. "Chi sei!"
    Questa volta qualcosa si mosse, e la zampa spuntò nuovamente fuori seppur di poco. Irya, per quanto titubante, proseguì di qualche altro passetto con Acreos al suo fianco.
    Un gorgoglio simile ad una risposta incomprensibile giunse attraverso l'ombra, facendo spaventare più Irya che Acreos. Quest'ultimo ormai si era convinto, per ragioni che conosceva solo lui, che non erano in pericolo.
    Ok volevo finirla a breve ma ho cambiato idea. Se entrate... non si vede una cippa, ma c'è un bel muro di lisce squame nere ad accogliervi. con poco spazio all'entrata
     
    Top
    .
  13.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Cucciolo

    Group
    Kengardiano
    Posts
    1,023
    STIMA
    +113

    Status
    Anonymous
    Amly Fosterline arriva dalla Role al Torrente Celeste Che si intitola Relax e Freschezza.

    Amly stava nuotando il più velocemente possibile; aveva anche attivato l'Energia flessibile in modo tale da procedere più rapidamente.
    Dietro di lei, l'ultimo discendente della casata dei Chanis, il quale brandiva un arco le cui frecce erano avvelenate.
    Lei non avrebbe voluto arrivare a uno scontro diretto, ma quell'individuo aveva osato rubare i pomi d'ambra, cari alla sua famiglia. Essi, infatti, risalivano al periodo primordiale, subito dopo il Diluvio Universale ed erano stati gelosamente custoditi da ogni membro della casata dei Fosterline.
    Una freccia le passò vicino al lobo dell'orecchio sinistro. Fu un attimo: la ragazza si spostò prontamente dal lato opposto.
    Una seconda freccia le sfiorò la spalla sinistra. Si abbassò. Riuscì ad evitare di essere colpita direttamente, ma sbattè il viso contro una grossa roccia.
    Un'altra freccia fu scagliata e questa volta la giovane fu colpita al braccio. Avvertì una fitta lancinante sotto il gomito.
    Si sforzò di respirare profondamente, mentre con le mani creava una bolla imrigionante. Non sarebbe servitaa molto,m a almeno le avrebbe permesso di togliersi il pezzo di legno avvelenato, curare temporaneamente la ferita e, infine, sottrarre energia al suo avversario per poi attaccarlo. In cuor suo, si augurava di non avere grandi quantità di veleno in circolo.
    Mise in atto il suo piano: una bolla d'energia avvolse rapidamente il tritone che la stava inseguendolo, imprigionandolo. Dopo di che, Amly si strappò la freccia dall'avambraccio, vi passò sopra il dito indice e medio e si preparò ad aspettare che l'altro infrangesse la sfera l'arco. Non voleva liberarlo lei, sarebbe stato da pazzi provocatori.
    "Credevi di soffocarmi, costringendomi in una bolla, eh, mocciosa?" disse la creatura squarciando l'involucro di energia, che si dissolse nell'acqua.
    Senza perdere tempo, la sirena estese il braccio destro con la mano a coppa per raccogliere l'energia del nemico. Energia che utilizzò per scagliarlo contro la parete di una caverna. Poi si avvicinò a lui e gli tolse di mano l'arma che lo rendeva invincibile. Quello, per tutta risposta, le si avventò contro, ma lei lo bloccò scoccando una delle sue frecce.
    "Ferma, sporca..." farfugliò lui, piegandosi in due per tentare di schivare il colpo, in vano, in quanto fu trafitto all'altezza dell'acromion della spalla destra.
    "Se io mi fermo, tu ne approfitterai. Non voglio ucciderti; solo mettere in chiaro una volta per tutte che se i Fosterline sono i veri possessori dei pomi d'ambra, voi non dovreste tentare di sottrarceli ogni volta che se ne presenta l'occasione. Mettetevi in testa che quelli sono nostri. Trovate un altro oggetto prezioso e leggendario, custoditelo gelosamente e tramandatelo di generazione in generazione come facciamo noi. E' inutile cercare d'impossessarsi di qualcosa che non ci appartiene, solo per mostrarsi superiori. Guadagnatevi un merito con lacrime, sangue e sudore. Soltanto così potrete ottenere un minimo di venerazione. Che poi, essere venerati e rispettati sono concetti che vanno oltre al possesso di oggetti antichi e dal valore inestimabile." Rispose la Fosterline in tono calmo.
    Il tritone contrasse le labbra in una smorfia, mentre l'altra gli staccava la freccia e si allontanava silenziosamente.
    Lei non uccideva le creature, specialmente quelle marine, ma i tritoni erano come gli uomini: dotati di vizi e capricci.
    Scelse di non curarlo, perche' ciò avrebbe reso vane le sue parole.
    Quando fu abbastanza lontana dall'abisso in cui si era svolto il comfattimento, rallentò per procedere più ad agio e recuperare le forze.
    Al prossimo giro, mi accodo sempre dopo Aes o Rad?


    Edited by Rectina - 31/12/2018, 14:34
     
    Top
    .
  14. radsol
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    come vuoi tu cara(?) O caro non ho capito xD benvenuta/o a bordo


    Edited by radsol - 16/6/2018, 18:09
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    -

    Group
    Consigliere
    Posts
    876
    STIMA
    +207

    Status
    Anonymous
    Scusate l'enorme ritardo, in questi giorni sono preso dallo studio per l'esame di stato. :acquaaaa:


    Delle armature animate, abbattute dalla furia dei due draghi, non restava ormai che una distesa immobile di metallo contorto e dilaniato sparso sul ponte del relitto. Un silenzio ovattato, teso e pesante, incombeva sui presenti come una densa nube carica di pioggia. Nivael si voltò verso quel boccaporto da dove, pochi istanti prima, era scaturita l’enorme zampa artigliata dalle fattezze di pura ombra, la quale aveva pericolosamente solcato le assi del ponte a pochi centimetri di distanza da lui. Il giovane drago ansimava leggermente, fissando l’oscurità impenetrabile di quell’antro nella vana speranza di svelarne i segreti sondandone le nere profondità con lo sguardo.
    La densa coltre di silenzio venne d’un tratto spazzata via da un ringhio basso, profondo eppure, al contempo, roboante come un terremoto, che fece tremare l’intero relitto con una veemenza tale che Nivael temette per un momento che esso potesse collassare sotto le sue zampe. Gli artigli d’oscurità emersero nuovamente dal boccaporto ma, questa volta, invece di infierire sul legno marcescente della nave si limitarono ad ondeggiare lentamente avanti e indietro, come ad invitare i presenti ad avvicinarsi.

    Il drago d’argento, senza staccare lo sguardo dal vano, segnava le assi del ponte tamburellandovi nervosamente gli artigli della sua zampa sinistra. Il tempo a loro disposizione scorreva inesorabile, e la misteriosa minaccia che infestava le viscere di quel relitto si era appena manifestata emergendo dalle tenebre.
    “Che fare? Se mi lasciassi afferrare da quella cosa rischierei di fare una brutta fine…” rifletteva Nivael. Lanciò una rapida occhiata a Zorais, che nel frattempo si era portato accanto a lui con un singolo, possente balzo. Il giovane drago si voltò poi verso i due coboldi, che intanto, con passo accorto ma sorprendentemente risoluto, si stavano dirigendo verso il boccaporto.
    “D’altra parte, stando qui fermo con le zampe incrociate la brutta fine la farò di certo. Potrei avv-”

    Nivael non fece tuttavia in tempo ad elaborare il più misero straccio di strategia, poiché Shur decise di dare l’ennesima, spettacolare dimostrazione della sua innata ed impareggiabile abilità nel lasciare senza parole il drago argentato. Con passo svelto e disinvolto, come se si stesse dilettando in una rilassante passeggiata di piacere sotto il sole mattutino, il musico s’incamminò verso il boccaporto e vi si affacciò, iniziando a gridare frasi sconnesse alla creatura che si nascondeva nelle viscere della nave.
    L’esito della curiosa “strategia” del bardo, se la si poteva definire tale, fu piuttosto scontato: la creatura celata nell’ombra lo sbalzò in aria (o in acqua, in questo caso) con forza brutale, ed egli, descrivendo un’ampia traiettoria ad arco della lunghezza di circa una decina di metri, impattò sulla zampa destra di Nivael prima di finire ingloriosamente con il sedere a terra.

    “Uh… tutto apposto amico?” fece il drago, compiendo uno sforzo non indifferente per apparire almeno vagamente preoccupato per la salute del musico. Il sottile ghigno beffardo che incurvava le sue labbra, tuttavia, minò pesantemente l’esito del suo intento.
    Shur, rialzandosi, tentò di nascondere l’imbarazzo e lo sdegno che provava sfoderando uno strano sorrisetto di difficile interpretazione.
    "Sbrigatevi giovani guerrieri, chiedete a lui. Non credo di stargli simpatico", bofonchiò, sistemandosi la tunica con una nonchalance che risultò piuttosto forzata.
    “Diamine, chissà come mai!” commentò Nivael senza curarsi di nascondere il suo graffiante sarcasmo, mentre, con passo misurato e prudente, raggiunse Irya e Acreos. I due si trovavano già sulla soglia del vano dalle cui profondità si era manifestata la creatura d’ombra, e il drago argentato non poté fare a meno di chiedersi quale fosse la fonte della loro improvvisa manifestazione di coraggio

    “Hey!” gridò Acreos con voce squillante e decisa, sporgendo leggermente la testa nel boccaporto.
    “Chi sei!”
    La risposta del nero abisso che si dischiudeva oltre la sua soglia non si fece attendere. Un gorgoglio indistinto e profondo, un suono che solo vagamente poteva ricordare una frase pronunciata in una qualche lingua perduta, scaturì echeggiante dalle sue profondità. Nivael sentì le assi del ponte vibrare leggermente sotto le sue zampe, come intimorite dal suono così cupo, così innaturale, di quella “voce”. Irya ebbe un fremito, mentre Acreos diede prova di una risolutezza che, fino a pochi istanti fa, sarebbe risultato ben difficile attribuirgli. Nivael lo guardò per alcuni istanti, incuriosito.
    “Cosa gli succede?” pensava nel frattempo. “Come fa ad essere così tranquillo? Sembra quasi sotto effetto di un qualche incantesimo ipnotico…”.

    Il drago del vento, tuttavia, ritenne non fosse il caso di farsi rallentare da vaghi sospetti. Il tempo a loro disposizione si stava esaurendo inesorabile: era il momento di agire.
    Con un movimento repentino, Nivael avvicinò la sua testa a quella di Irya così da potergli sussurrare nell’orecchio.
    “Irya, quando ti do il mio segnale illumina il boccaporto” bisbigliò.
    “Non adesso però. Temo che la luce possa far infuriare quella, ehm… cosa li dentro”.

    Detto ciò si posizionò con aria impettita proprio d’innanzi alla soglia del boccaporto, pronto a fare sfoggio della sua sciolta parlantina da diplomatico. Tentando di non darlo troppo a vedere, tuttavia, estese leggermente le sue ali, in modo da essere pronto a proiettarsi in alto qualora le cose avessero preso una brutta piega.
    “Ehm!” esordì, schiarendosi la voce in maniera piuttosto teatrale.
    “Possente abitante della nave inabissata!”, scandì con voce impostata e solenne, sforzandosi di mantenere un’espressione seria e insieme cordiale sul muso.
    “Parlo anche a nome dei miei compagni affermando che veniamo in pace.”. Non appena ebbe finito di pronunciare questa frase, diede una rapida occhiata alla distesa di metallo dilaniato sparso sul ponte, ossia tutto quel che restava del piccolo esercito di armature animate con il quale lui e i suoi compagni si erano appena scontrati.
    “Uh, anche se magari non si direbbe. Contro le armature è stata autodifesa, questo ce lo deve concedere”, aggiunse, tentando di mascherare l’imbarazzo dietro ad un timido sorriso amichevole.
    “In ogni caso, posso giurare che sia io che i miei compagni siamo giunti qui mossi esclusivamente dal desiderio di conoscenza, non dalla brama di conquista e dalla sete di gloria o di ricchezza.”, proseguì, mettendosi la zampa sinistra sul petto come a voler rimarcare l’assoluta sincerità delle sue parole.
    “Il mio nome è Nivael, e viaggiare senza meta è l’unica aspirazione che ho nella vita. Di grazia, con chi ho l’onore d’interloquire?”
     
    Top
    .
79 replies since 4/9/2017, 17:47   2046 views
  Share  
.