Richiesta d'aiuto

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    A questa role, come stabilito, parteciperanno Pallad, Emy e Maoeru.


    Speranze, nella inebriante foga della disperazione che l'aveva spinto a tanto vivevano finalmente delle speranze.
    Quel giorno il sole risplendeva pacato sulle strade di Itios, accendendo le vie di un caldo bagliore mattutino, accompagnato da soffici e radi aliti di vento.
    un drago dalle squame color del legno se ne stava, come una statua, in piedi ad osservare il movimento dei bipedi e di alcuni esseri antropomorfi che facevano avanti e indietro di fronte ad una casa, mentre poco distante sembrava avvenire un litigio tra qualche individuo non troppo raccomandabile.
    Le sue zampe poggiavano sull'erba di uno dei tanti piccoli boschetti che costellavano Itios; il suo sguardo era perso nel vuoto, antico quanto la cicatrice che gli solcava il fianco sinistro e che portava evidentemente sul suo corpo il segno del passaggio del tempo.
    Hadar era evidentemente alla ricerca di qualcosa, o di qualcuno, per quanto neanche lui sapesse chi dovesse cercare davvero.
    Un dolore che lo aveva accompagnato da così tanti anni da aver fatto perdere di significato allo scorrere del tempo, un dolore troppo intenso per poter essere condiviso.
    Aveva giurato di poter rimediare a quanto accaduto, e avrebbe rispettato il suo stesso ordine, l'obbiettivo impartitosi molto tempo addietro.
    Anni di infruttuose ricerche avevano portato ad un traguardo che molti avevano sperato di raggiungere, ma probabilmente non con i suoi stessi intenti. Non con la sua folle brama di recuperare ciò che aveva perduto, nella consapevolezza di star perpetrando una follia.
    "Non temere Kalispera. Presto tutto questo verrà cancellato. Non rimarrà più nemmeno il ricordo di ciò che accadde"
    L'aveva percepito: quel giorno avrebbe incontrato, in quel luogo, chi poteva aiutarlo. Non si era destato come ogni mattina, dopo ore di sonno puntinate di incubi, con il timore di star ancora sbagliando qualcosa. Adesso finalmente era pronto, e erano vicini... coloro che l'avrebbero condotto alla realizzazione del suo antico sogno erano vicini.


    Le ali di Liya e quelle di David perquotevano l'aria con energia, ormai non molto distanti dalla foresta che ospitava la tana a cui avrebbe dovuto iniziare il neo-drago.
    David si era dimostrato più tenace di quanto si sarebbe mai potuta aspettare, e certo non era intenzionato a demordere nel suo progetto di restarle vicino. Bastava non le stesse troppo appiccicato, o avrebbe condiviso un rapporto molto intimo anche con la madre terra. Tanto profondo che avrebbero dovuto scavare almeno un centinaio di metri per poter veder spuntare una delle sue tenere squame blu dal sottosuolo.
    Era curiosa di sapere come avrebbe preso Lyvor la presenza del nuovo arrivo, sarebbe stato sicuramente un delirio. Prevedeva botte da orbi almeno per mezza giornata, e lei non era ancora sicura di volersi mettere contro Lyvor per proteggere David. E non perché temesse Lyvor, ma perché non gliene fregava niente alla fine se cazzottavano David, in fondo doveva imparare no?
    Si ritrovò a sorridere nel pensarci, distraendosi abbastanza da non veder arrivare un fascio di luce dal basso proiettato verso di loro. Venne investita in pieno dal raggio e dovette portare un'ala davanti agli occhi per lo stupore e per il fastidio, rimanendo temporaneamente accecata. Subito il suo istinto reattivo schizzò alle stelle, e senza troppi ripensamenti si scagliò verso il basso senza fare nemmeno due calcoli. Chiunque li stesse attaccando avrebbe fatto la fine più orribile che sarebbe potuta spettare ad un...
    "Volevo solo attirare la vostra attenzione!"
    I suoi occhi d'ametista scorsero la figura di un drago ormai a pochi metri da lei, nella sua traiettoria, che avrebbe travolto in pieno se quello non si fosse spostato in tempo. Si era gettata in picchiata un po' a casaccio a causa dello stordimento, convinta di poter recuperare nel frattempo la vista, e quando quel drago si scostò per evitarla lei si conficcò brutalmente su un albero nel tentativo di deviare anche il proprio volo.
    Il tronco venne attraversato da numerosi scricchiolii in sequenza, dopo uno schiocco che lasciava intendere quanto poco dovesse effettivamente passare prima che l'albero crollasse del tutto.
    Liya spinse indietro con le zampe anteriori per staccare le corna dalla corteccia in cui erano rimaste conficcate, ringhiando furiosa con la povera pianta innocente. Appena si fu liberata si voltò verso il drago dalle squame castane che le stava di fronte, per poi alzare lo sguardo a cercare David. Per tutti i connubi celesti, aveva preso una capocciata micidiale.
    "E ti sembra questo il modo di farlo!" ruggì poi in direzione di quel vecchio drago, che già le stava antipatico. E stare antipatico a Liya era problematico, se non pericoloso.
    Lui si limitò ad annuire, quasi azzardando uno sguardo dispiaciuto.
    "Come altro avrei potuto fare?"
    La dragonessa lo lasciò perdere, aspettando che David scendesse.
    "Spero per te sia qualcosa di estremamente importante" gli sibilò contro, palesemente contrariata.

    Liya è un png, dunque per descriverla brevemente...
    squame blu, occhi viola "d'ametista", corna artigli e punte sul dorso e in cima alle ali nere, con una cuspide aguzza in cima alla coda.
    alcune Informazioni su di lei e su Lyvor, il drago citato qui sopra, le trovate qui.

    Hadar è piuttosto vecchio, tutto il suo corpo è marrone tendente al chiaro, più chiaro sotto al ventre e sotto alle ali, ha una lunga cicatrice sul fianco sinistro e i suoi occhi sono blu scuro.
    Anche lui corna nere e punte nere, con un terzo corno al centro della fronte da cui parte la cresta ossea.
     
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    David stava volando con Liya verso quella che sarebbe diventata la sua nuova casa. O meglio, secondo termini di drago, la sua nuova tana. Non vedeva proprio l'ora di arrivare e conoscere nuovi draghi. Si chiese come sarebbe stato quando avrebbe conosciuto altri membri di quella che ormai era la sua nuova specie, se sarebbe riuscito a farsi accettare da loro, se fossero simpatici, ed anche altre cose. Oltretutto i suoi pensieri erano anche per il suo futuro con Liya. Si chiese se le cose avrebbero continuato ad andare bene tra di loro, e se avrebbe potuto avere dei cuccioli da lei in modo da costruirsi una famiglia insieme. Ma queste erano domande per il futuro, Ora doveva solo pensare al presente. E presto avrebbe avuto tutte le risposte che cercava riguardo il fatto se sarebbe piaciuto agli altri draghi della nebbia oppure no.

    Mentre pensava a queste cose si accorse che la sua compagna si era messa un'ala d'avanti agli occhi probabilmente per proteggersi da un raggio di luce che l'aveva momentaneameamente accecata. Il drago aveva capito la cosa proprio perché di solito è per questo che ci si protegge gli occhi in quel modo. La dragonessa si gettò subito in picchiata per trovare il responsabile. Quest'ultimo era, a quanto pareva, un drago marrone che aveva fatto quello che aveva fatto, solo per attirare la loro attenzione. Quest'ultimo si scansò in tempo dalla traiettoria di Liya, che fece un bel capitombolo simile a quello che aveva fatto lui il giorno che era arrivato a Kengard. Il drago si preoccupò subito per l'incolumità della sua compagna. Ma allo stesso tempo prese la cosa con umorismo

    "Hmpf. Ed io credevo che queste cose succedessero solo a me."

    Fu il suo pensiero. Dopodiché atterrò con più dolcezza di quanto avesse fatto la sua compagna, e prima disse a lei

    "Ti sei fatta male? Hai bisogno che ti dia una sistemata, o sei apposto così?"

    Dopodiché si rivolse al drago marrone.

    "Comunque se vuole il nostro aiuto, allora ok. Io sono disponibile. Mi dica. Cosa possiamo fare per lei?"

    Ed attese la risposta del drago marrone. Ormai la conversazione era iniziata e quindi il drago blu con il ventre bianco doveva solo aspettare e vedere cosa sarebbe successo.
     
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  3. Emy Nightfall
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    - Molto bene - disse la fenice tra sé e sé con la voce roca, seduta sul ramo di un albero - abbiamo distrutto un altro villaggio pieno di persone innocenti. Non sei contenta, Khensit? - chiunque la vedesse probabilmente l'avrebbe considerata pazza. Infatti, per uno sconosciuto, sarebbe sembrata soltanto una ragazza pazza che parlava da sola.

    La testa della ragazza ebbe una sorta di tic, e la sua voce divenne più dolce e soave - Devi smettere di farlo, Flauros. Non hai motivo di voler uccidere tutta quella gente - la frase venne seguita da un altro tic e un sonoro sbuffo - Rimani sempre la stessa ragazzina dolce ed innocente, quando le tue mani hanno fatto più vittime che altro. Devi sempre tenere conto che questo è anche il tuo corpo, e tutto ciò che facciamo, lo facciamo insieme - concluse ridacchiando, per poi sistemarsi il vestito e volgendo lo sguardo al paese poco distante.

    - Itios, la città dove tutti sono gentili e pacifici tra di loro. La pace qui regna sovrana, ma non lo farà ancora per molto. Non è vero, partner? - non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che vide una draghessa schiantarsi contro un albero ed altri due draghi poco distanti. Era talmente distratta dal parlare con sé stessa che non se ne era nemmeno accorta prima.

    - Che creature ripugnanti, non sanno nemmeno atterrare decentemente - disse, volgendo poi lo sguardo agli altri due draghi e osservandoli attentamente - Nati per volare, ma incapaci di farlo - fu la sua ultima constatazione, fatta ignorando completamente la conversazione dei draghi.
     
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    Asmodeus join the game (prima dei fatti di "Un nuovo male" ma dopo il suo arrivo a Kengard):3


    Il dragone stava volando, esplorando la nuova isola, le sue ali fendevano incessantemente l'aria, finchè non vide un raggio di luce seguito da un tonfo. Scese subito in picchiata e atterrò silenziosamente tra gli altri draghi, scorgendo anche una ragazza che parlava da sola.

    -Non ho idea di quali fossero le vostre intenzioni, ma se volevate farvi notare da ogni essere del continente allora ci siete riusciti benissimo- disse quando gli altri ebbero finito di parlare, facendo oscillare la coda a destra e a sinistra, lentamente, per poi rivolgersi al drago marrone.

    -L'argomento è già stato intavolato oramai, anch'io sono qui per rispondere a quella richiesta d'aiuto- parlò sorridrndo affabilmente, cancellando dalla mente qualunque pensiero relativo ai suoi veri piani. Lui, Asmodrus, non era certo uno sprovveduto, e il primo telepate di turno non l'avrebbe certo raggirato. Era ben certo, però, di emanare un'aura sinistra, senza poter far qualcosa a riguardo, l'esperienza glielo aveva insegnato.
     
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    Hadar mosse pigramente il muso, accennando ad una sorta di espressione sottomessa, o forse semplicemente disinteressata. In realtà non poteva del tutto disinteressarsi di quegli individui, perché senza di loro sarebbe andato poco lontano.
    Scese anche l'altro drago blu, in maniera un pochino più delicata della dragonessa che aveva appena intavolato una simpatica conversazione con un alberello.
    Il maschio si propose di offrirgli il suo aiuto, ma chi diavolo gli aveva detto che lui aveva bisogno d'aiuto?
    Giustamente, pure un altro drago, decisamente più inquietante, lì raggiunse pochi secondi dopo. Il come facesse un frivolo destino a riunire tante creature in un piccolo parco come quello era stupefacente, ma non altrettanto esplicabile.
    Cosa ci facevano ad Itios tutti quei draghi allo stesso tempo? Aveva certamente bisogno di loro, ma una così istantanea affluenza draconica era un po' strana anche per lui che aveva visto di tutto nella vita.
    Il dragone bianco aggiunse che era anc'egli volenteroso di aiutare, le cose stavano iniziando a farsi strane.
    Hadar indietreggiò di un passo, scrutando nei suoi occhi violacei e poi in quelli della dragonessa che si era appena ricomposta, dello stesso colore ma leggermente più tendente al porpora. Dallo sguardo di entrambe le creature sembrava poter provenire un intero mondo, ciò che poteva celare quell'espressione non lo faceva sentire tranquillo.
    "Chi vi ha parlato di una richiesta d'aiuto?" abbozzò, cercando di ricambiare al sorriso.
    Non era più molto capace di farlo, l'aveva perso molti anni prima quel sorriso che scopriva le sue zanne bianchissime in mezzo al cielo e alla luce.
    "Comunque... io sono Hadar, e si, potrei anche aver bisogno di aiuto. Ma non certo per qualcosa che possa essere preso alla leggera, davvero sicuri di... volermi stare ad ascoltare?"


    Liya sbuffò verso David, perquotendo il suolo con la coda.
    "Finiscila di preoccuparti per me"
    Sapeva badare a se stessa, meglio di quanto sapesse fare lui. Non le andava che le stesse attaccato ogni volta che lei faceva una figuraccia, la faceva sentire strana.
    L'ametista era ancora fra le sue squame, decise quindi di sfruttarla.
    <se non la smetti di comportarti così ti stacco la testa, come una mantide. Mi metti in imbarazzo!> gli inviò telepaticamente, divertendosi come ogni volta ad utilizzare il potere di quella pietra che si era rivelata decisamente utile.
    "Parla, Hadar" rispose poi, rivolta al drago dalle squame lignee.
    Quello inclinò il muso, grattandosi la fronte con due artigli di una zampa anteriore.
    "Immagino che questa disponibilità cerchi di suggerirmi... che volete qualcosa in cambio, dico bene?"
    Hadar non aveva l'aria di uno stupido, né di un novellino. Conosceva sicuramente bene il comportamento della maggior parte dei draghi, disposti a tutto pur di ottenere ciò a cui puntavano. Liya restò imperturbabile a fissarlo, aspettando che continuasse. "Sempre che viaggiare nel tempo non basti ad incuriosirvi a sufficenza"
    La coda di Liya ebbe un guizzo, aveva sentito bene? Di che viaggio parlava?
    O si era ritrovata di nuovo in un altro casino con qualche invasato problematico nella capoccia, o le cose potevano farsi più che interessanti.
     
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    David vide prima di tutto arrivare un secondo drago dall'aria decisamente inquietante, che di certo non prometteva nulla di buono, nonostante anche lui volle offrirsi di aiutare il drago marrone. Quest'ultimo disse di chiamarsi Hadar, e voleva essere sicuro di poter essere ascoltato. Poi ascoltò la risposta di Liya, che a quanto pare era rimasta ferita nell'orgoglio a causa della sua preoccupazione. Per lui non pensava veramente quello che gli diceva, quando lo minacciò di staccargli la testa se non la smetteva di preoccuparsi per lui. In fondo lo sapeva a cosa andava incontro quando aveva deciso che voleva lei come sua compagna. Ed infondo la amava anche per questo. Per cui rispose mentalmente a sua volta, usando la pietra.

    "Scusa. Per me è stato come un riflesso condizionato. Cercherò di fare più attenzione."

    Poi tornò a concentrarsi su Hadar che dedusse che erano così disponibili all'aiutare perché volevano qualcosa in cambio. Quell'affermazione causò in David sentimenti contrastanti. Da un lato non era vero che voleva qualcosa in cambio, perché a lui piaceva semplicemente aiutare, ma dall'altro allo stesso tempo, non significava che fosse stupido. Se quel drago avrebbe potuto dargli qualcosa di utile in futuro, allora tanto gli conveniva accettare e prendere quello che aveva da offrire, sia perché sarebbe stato conveniente, sia perché avrebbe anche potuto essere da maleducati rifiutare. Per cui, dato che aveva deciso così, decise comunque di stare zitto e di non dire niente per paura di dire la cosa sbagliata e far infuriare ulteriormente la sua compagna più di quanto avesse appena fatto adesso. Era decisamente meglio lasciare che gli eventi si sviluppassero da soli e poi agire di conseguenza. Lui si sarebbe semplicemente adeguato a quello che sarebbe successo. Quando poi Hadar parlò di viaggi del tempo, la sua curiosità si accese notevolmente. Sembrava che la situazione tra non molto sarebbe diventata decisamente interessante.
     
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  7. Emy Nightfall
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    Per far capire quale personalità ha il controllo metto semplicemente il soggetto diverso


    Flauros osservò il drago appena arrivato con attenzione, non sembrava avere molte buone intenzioni, e questo le faceva molto piacere. Al contempo, stava ascoltando la conversazione e, dopo essere scesa dall'albero su cui era seduta, si avvicinò a loro con molta cautela, tenendo le ali spente e chiuse dietro alla schiena. Decise poi di lasciare il controllo parziale a Khensit, per avere modo di capire qualcosa in più delle tre creature. - Fai qualche cazzata e distruggo questo corpo - disse la ragazza nella propria mente.

    Khensit,appena preso il parziale controllo del corpo, si avvicinò quanto bastava ai tre draghi ed ascoltò, rimanendo in silenzio, cosa aveva da dire Hadar.
     
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    -Viaggiare... nel tempo?- chiese il dragone, più perplesso che sorpreso, pensava a tutte le possibili casualità che potevano portare ad un destino anche peggiore della morte.
    -È davvero possibile? E non credo sia un tuo potere, se fossi così potente, Hadar, non avresti certo chiesto il nostro aiuto- Asmodeus sorrise, ma non era un sorriso divertito, se le sue conclusioni erano esatte e se si fosse impossessato del potere di viaggiare nel tempo, sarebbe stato molto più semplice e veloce attuare i suoi piani. Ora però doveva capire con chi aveva a che fare, valutare chi poteva essere un problema. Hadar era sicuramente esperto, come la dragonessa che aveva assassinato quel povero albero. L'altro drago e il microbo, invece, non sembravano una grande minaccia.
    -Penso che dovremmo presentarci, se dobbiamo confividere quest'avventura. Io sono Asmodeus-
     
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    Hadar si voltò ad osservare la giovane umana, da prima presente ma non attivamente partecipe della conversazione, il quale aveva attirato la sua silenziosa attenzione già da un po'.
    Le sue ali tradivano una natura decisamente particolare, si domandò chi fosse e se davvero si trovasse lì anche lei per contribuire alla sua folle missione.
    Il commento del drago bianco quasi lo fece sorridere, e un lieve ghigno si fece strada fra le sue labbra squamosissimissime.
    "Chi sa perché desiderate offrirmi il vostro aiuto..."
    Il drago finse un'espressione sorpresa, ticchettando con gli artigli sul proprio mento mentre passava tutti in rassegna: l'umana nascondeva decisamente qualcosa, la sua non era un'energia comune; i due draghi piombati dal cielo erano simili nell'aspetto ma totalmente opposti all'interno e l'altra creatura misteriosa pareva non aver intenzione di esternarsi a pieno.
    "No Aasmodeus, non ho quel potere, ma non è neanche scorretto affermare il contrario. Ho passato anni alla ricerca del realizzarsi di una leggenda. Si può dire però che... ora io possa condurvi con me attraverso il tempo, il vostro aiuto è a ben altro che dovrebbe mirare. Immagino possa piacere... ad una creatura come te... il compito di aiutarmi in una probabile battaglia, dico bene?"
    Mosse piano la coda sul suolo erboso,muovendosi verso l'esterno del piccolo parco senza attendere una loro risposta.
    Il suo muso non lasciava trapelare nessuna informazione, allo stesso modo celava emozioni e pensieri.
    Non aveva molta intenzione di porre loro domande inutili e superflue, l'importante era aver percepito in loro ciò che serviva. Forse era azzardato fidarsi dei primi che passavano, però sarebbe stato peggio non dare ascolto all'istinto a cui sempre aveva donato la propria esistenza. Senza seguirlo probabilmente non avrebbe mai valicato un simile obbiettivo.

    Liya non perse molto tempo a spiegare a David che non doveva scusarsi, tanto aveva chiaro il suo modus operandi e era lei a doversi abituare a quei suoi comportamenti infantili e talvolta sciocchi. In fondo era proprio quel lato di lui ad andarle a genio, poiché l'opposto totale di ciò che era lei.
    Seguì il drago castano finché quest'ultimo non si alzò pacatamente in volo, fiondandosi in aria con un balzo ma senza troppa energia, a testimonianza della poca fretta che aveva. Probabilmente la sua età era anche abbastanza avanzata da permettergli l'utilizzo di un corpo vigoroso e potente, dato che più un drago diventava adulto e più potere guadagnava sotto diversi aspetti. Inoltre non era ancora così anziano perché le sue membra si affaticassero, quindi doveva essere nel pieno del suo potere.
    Eppure non le sembrava pericoloso, ne dava l'impressione di volerlo sembrare.
    Si sollevò in cielo anche lei, seguendolo a ruota, aspettandosi che sia David che gli altri due la seguissero.
    "Bene..." borbottò Hadar tra sé e sé, mentre con una cabrata saliva di qualche metro e si dirigeva verso il loro ingresso per un tempo ormai remoto.
     
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    David vide che al gruppo creatasi si era aggregata un umana. E l'altro drago che era venuto, quello che non prometteva niente di buono, dopo aver commentato sorpreso la faccenda del viaggiare nel tempo, decise che era il momento di presentarsi per potersi conoscere, dato che avevano una missione importante da compiere, e disse quindi di chiamarsi Asmodeus.
    David a riguardo decise che aveva ragione

    "Beh, se le cose stanno così, io sono David."

    Poi ascoltò con sollievo come la sua compagna lo rassicuro che non doveva scusarsi perché era lei in fondo a doversi abituare al modo di comportarsi di lui. Dopodiché ascoltò quello che disse Hadar, sul fatto che non aveva personalmente il potere di viaggiare nel tempo ma che comunque poteva farlo. David da questo intuì che allora aveva trovato qualcosa che gli permettesse di viaggiare nel tempo. Naturalmente si chiese che cosa poteva essere ed in quale epoca dovevano andare, dato che aveva detto che gli serviva il loro aiuto per una battaglia. David sarebbe stato più che felice di aiutare. E quando Liya ed Hadar si alzarono in volo, David non perse tempo e si alzò in volo anche lui per seguirli. Era decisamente pronto per qualunque cosa avrebbe dovuto affrontare. E non vedeva l'ora di fare questo viaggio nel tempo e di sapere in quale epoca sarebbero dovuti andare. Sarebbe stata di certo un'avventura molto eccitante da vivere. E lui non vedeva proprio l'ora di viverla, sia perché in questo modo avrebbe potuto rendersi utile a qualcuno che ne aveva bisogno, sia perché questa sarebbe stata un'ottima occasione per dimostrare il suo valore come drago.
     
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  11. Emy Nightfall
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    Khensit sussultò appena vide Hadar voltarsi verso di lei e abbassò lo sguardo, spaventata dalla grandezza della creatura. Non fece uscire una sillaba dalla sua bocca, mentre si sgranchì le ali intorpidite dallo scarso movimento che compivano. Non aveva intenzione di dire il suo nome, né tanto meno di fare amicizia con i tre draghi, aveva imparato che non doveva affezionarsi a nessuno, perché Flauros li avrebbe uccisi subito.
    Stette in silenzio ad ascoltare la spiegazione del drago sulla sua capacità di viaggiare nel tempo con molto curiosità. Forse sarebbe riuscita a riparare gli errori fatti dalla sua seconda personalità? Probabilmente no, non ci sarebbe mai riuscita. Oltretutto non c'era motivo per cui Hadar dovesse tornare ai tempi di quando Khensit era solo una fenice adolescente. Scosse la testa, mandando via i pensieri che le passavano per la mente e si apprestò ad aprire le ali per seguire il drago che volava verso un punto a lei sconosciuto.
     
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    Il dragone spiccò il volo poco dopo la fenice e volò verso Hadar, portandosi accanto a lui.
    -Ed è qui che ti sbagli, preferisco di gran lunga quando non è necessarrio l'utilizzo della forza bruta- ed era vero, era molto meglio manipolare le altre creature, lasciando pensare a loro di avere ancora una volontà propria mentre obbedivano al suo volere. Sorrise guardando gli altri draghi e cercando di non spazzare via la piccola fenice con il turbinio generato dalla sue ali.
    -Credo, però, che dovresti almeno renderci partecipi del tempo e del luogo in cui ci stiamo recando, soprattutto se dobbiamo prepararci per una battaglia- era anche un pò curioso, curioso di tornare a Luthien e cercare fi unire le forze con il suo io passato. Già da solo era una macchina da guerra quasi inarrestabile, ma con due Asmodeus...
     
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    Erano molti i luoghi in cui avrebbe potuto condurre i frutti della sua ricerca, così tanti che dubitava di ogi opzione possibile perché un'altra gli pareva sembre migliore. Inutile raccontare loro come ne fosse venuto in possesso, probabilmente non glielo avrebbe rivelato nemmeno se gliel'avessero chiesto.
    La notte in cui aveva raggiunto quel punto dell'isola in cui convergevano realtà arcane e potenze occulte, si era sentito soltanto un povero sciocco in balia dei sentimenti; non era in grado di gestire un potere simile, ne probabilmente ne avrebbe avuto il diritto. Se nessuno l'aveva raggiunto prima di lui un motivo doveva pur esserci, ed era sicuro di aver imparato a suespese qual'era.
    Non rispose ad Aasmodeus, non rispose a nessuna delle loro frasi. Per qualche ragione, il suo intuito riusciva sempre a trovare la via giusta per arrivare all'obbiettivo. Quella volta sentiva di dover dire il meno possibile prima del tempo, e prima della corsa nel tempo.

    Perquotendo il cielo con le ali castane, aggirò i margini di Itios per dirigersi verso un'altra estremità della città, superando due villaggi e lanciandosi verso una piccola manciata di collinette tra un centro abitato e l'altro. Pareva assurdo andare a celare qualcosa di leggendario così vicino a quella gente, ma aveva percepito il terrore di poter tornare nel luogo dell'origine di quel potere e non trovarne più la fonte. Ormai aveva valicato gli ingressi della leggenda, chiunque fosse arrivato avrebbe trovato le -porte aperte- e non poteva permettersi di commettere un errore simile. Aveva pensato a diverse opzioni, ormai conoscitore di praticamente tutta l'isola: la ginestra d'ambra e Klenrung erano luoghi troppo misteriosi per poter sperare di nascondervi qualcosa, dato che probabilmente erano loro stessi a nascondere più di un segreto; Kerus era troppo caotica, a Knawr viveva quell'elfo dai poteri incommensurabili che avrebbe potuto privarlo del suo tesoro; nella foresta e tra i monti si erano stanziati individui d'ogni genere, da creature potentissime a entità eremitiche e solitarie, se qualcuno avesse avuto il potere di percepire le energie arcane sarebbe addirittura potuta esplodere una guerra per un oggetto simile...
    Itios, in un certo senso, mischiava la tranquillità di un luogo non corrotto dalle battaglie e l'ingenuità bipede (che teneva lontane le altre creature), non c'era luogo migliore per poter nascondere qualcosa in attesa di un reclutamento. Inoltre, quando atterrarono e i loro pipedi poggiarono su un semplice tratto erboso in salita costeggiato da qualche piccola betulla, nessuno si sarebbe mai potuto insospettire di cosa un luogo tanto comune e semplice potesse occultare.
    Non era però ancora il momento, dovevano aspettare.
    "Non so dirvi se sia una battaglia quella che affronteremo, potrebbe essere un suicidio... come potrebbe essere la svolta di un mito. Inutile confessarvi che sono io a cercare... beneficio da questa situazione, e che dovrete accontentarvi di ciò che posso offrirvi. Non posso garantirvi a cosa andreo incontro, posso solo dirvi che torneremo indietro di diversi anni, quanti ne servono ad una dragonessa per corrompersi nell'anima"
     
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    Incubo infernale

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    Hadar li condusse ovunque volesse condurli. Mentre si avviavano, David si preoccupò per il fatto che non dicesse nulla. Sarebbe stato decisamente meglio che lui sapesse tutto riguardo quello che stava succedendo. Così almeno sarebbe stato più facile capire cosa fare. Non voleva combinare un pasticcio e fallire miseramente. Voleva davvero essere utile e compiere la missione in modo impeccabile. Naturalmente se Hadar non voleva dire nulla, allora avrebbe rispettato la sua decisione ed attendere i suoi tempi. Quando finalmente Hadar si decise a parlare dicendo che quella che affrontavano poteva essere tante cose, come un suicidio o la svolta di un mito, ma quando disse che il tempo in cui sarebbero tornati indietro ovvero quanto necessario ad una dragonessa per corrompersi nell'anima, David rimase perplesso dalla cosa. Di che stava parlando? Ora doveva dire la sua di sicuro.

    "Di cosa stai parlando? Ok che mi accontenterò di quanto hai da offrire e, anche se non posso parlare a nome tutti, io sono ben disposto ad aiutare. Ma come posso farlo se non dici nemmeno qual'è il problema? Da come ne parli sembra qualcosa di davvero molto importante. L'unica cosa che posso solo intuire, da quello che hai detto, è che dovremo cambiare un evento che è accaduto a te in passato, vero? Di che si tratta? Dev'essere qualcosa di molto grave e molto importante se vuoi ricorrere ad un gesto estremo come viaggiare indietro nel tempo per cambiare la storia. Quindi, dovremmo sapere di cosa si tratta se dobbiamo aiutarti a cambiarlo?"

    Ed attese la sua risposta. Hadar sembrava davvero infelice di quello che gli stava succedendo, o che gli era già successo. E lui voleva davvero aiutarlo. Ma appunto, non poteva farlo se ancora non sapevano cosa fosse. Come potevano cambiare un evento del passato se ancora non sapevano quale fosse? Oltretutto la cosa si prometteva interessante. Da come aveva detto, se avessero avuto successo da questa missione, avrebbero potuto sovvertire un mito. Se fosse riuscito nel fare una cosa simile, forse avrebbe avuto anche lui un soprannome come la sua compagna e si sarebbe fatto una reputazione positiva diventando qualcuno tra gli altri draghi. La cosa era decisamente allettante per lui, ma ovviamente non avrebbe dovuto cantare vittoria prima del tempo, o ci avrebbe solo rimediato una brutta figuraccia.
     
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  15. Emy Nightfall
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    Khensit volava poco dietro ai draghi. Faticava a tenere il passo dei possenti draghi, soprattutto in forma umana. Ascoltava ciò che dicevano i draghi, senza pronunciarsi e pensando a cosa avrebbe potuto ottenere in cambio del suo aiuto in quella mission : Forse un esorcismo per dividere le mie personalità? pensò accennando un sorriso tra sé e sé.
    Viaggiare nel tempo non la incuriosiva più di tanto, aveva vissuto per circa 200 anni e di cose ne aveva viste. Probabilmente la avrebbe incuriosita solo se fossero andati molti più anni indietro. Non si fidava molto dei draghi siccome in passato aveva avuto molti dibattiti con quelle creature ed era arrivata molto vicina a perdere, ma avrebbe cercato di provare a fidarsi.
     
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75 replies since 25/9/2017, 01:04   1218 views
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