Notte splendida nella foresta

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    Lunaris, prima role

    Era una notte splendida ad Ahsnaeris. Le tenebre, che solitamente portano l'oscurità, avevano invece pervaso il luogo di un'aura magica che aveva attirato tantissime creature colorate e luccicanti. La foresta si era illuminata come d'incanto, risplendendo di decine di colori. C'erano farfalle talmente luminose da lasciare una scia luccicante dietro di sé. Alle farfalle si alternavano numerosissime lucciole dorate che illuminavano grandi aeree della foresta, Le libellule risplendevano ancora di più, rischiarando al loro passaggio anche le aeree più scure del bosco. Tuttavia non furono solo gli insetti a fare la loro comparsa. Anche le creature della notte iniziarono ad uscire dai loro nascondigli. Lepri e civette occuparono rispettivamente il suolo e gli alberi. Poi seguirono le creature magiche. Le prime furono le fatine della notte ad emergere fra gli alberi. Apparivano come esserini magici misteriosi che risplendevano di mille colori. Le loro ali rilasciavano ad ogni battito una polvere magica che toccando il terreno ridavano vita a piante ormai morte, facendo sbocciare fiori voluminosi e colorati. Insieme alle fatine comparve qualche unicorno bianco dai riflessi violacei. Questi passeggiavano allegramente fra gli alberi, muovendosi con grazia ed evitando accuratamente di non calpestare piante. I loro corni rilasciavano una scintilla bianca talmente luminosa da abbagliare chi fosse troppo vicino alla creatura magica. Fra tutte queste creature c'era anche un drago. Un drago dal manto argenteo che riluceva nella foresta colorata, luccicando come le altre creature magiche del luogo. Un drago che in realtà non faceva parte della fauna della foresta, ma era in esplorazione. Un drago che aveva gli occhi sbarrati dallo stupore mentre ammirava come incantato le meraviglie di quel bosco. Passeggiava senza una meta precisa, soffermandosi a guardare una fatina che si era adagiata su un albero, oppure seguendo una scia di farfalle che gli erano appena passate davanti. Le lucciole sembravano incantarlo più di tutto, ammaliato da intere porzioni della foresta che risplendevano di una luce dorata generata da quei piccoli insetti. Il drago era come sotto l'effetto di un sortilegio e sembrava non ci fosse modo di spezzarlo. C'erano così tante cose luccicanti e colorate che la sua mente era ormai andata. Non rifletteva più razionalmente, ma si lasciava trasportare dalla passione verso le meraviglie di quella foresta. Comunque non era da solo. Il drago aveva sempre l'accortezza di farsi accompagnare da un rapace della notte. Così, mentre Lunaris era in preda al'incanto della foresta, un gufo volava sopra di lui. L'uccello si spostava tra un albero e l'altro, seguendo fedelmente il drago ad ogni spostamento. Gli occhi vigili e indagatori del rapace scrutavano la foresta sottostante con attenzione. Il gufo cercava potenziali pericoli che potevano mettere a rischio la vita di Lunaris. Purtroppo, per quanto fosse meravigliosa quella notte, non tutte le creature colorate erano innocue. Alcune si nascondevano furbescamente fra le farfalle e lucciole. Per il momento erano celate così bene che non era possibile riconoscerle. Le creaturine maliziose avevano già puntato gli occhi su Lunaris. Perciò iniziarono furtivamente a seguirlo. Avevano qualcosa di losco in mente da riservare a quel drago. Il gufo andò sull'attenti mentre si accorgeva che qualcosa non quadrava. In quell'armonia di colori si nascondeva qualcosa di malefico che forse si sarebbe rivelato presto.

    Edited by Sniton - 16/10/2017, 15:09
     
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    Thyen, prima role

    Thyen aveva pensato che il modo migliore per imparare a volare, fosse cercare un posto ricco di vita e di animali con cui interagire e che potessero insegnargli come fare. Durante il viaggio che lo aveva condotto da casa al deserto d'acqua, aveva visto moltissimi ambienti che potevano fare al caso suo. Tra questi aveva attraversato le cosiddette "foreste", in cui era davvero difficile non riuscire ad imbattersi in un qualche essere vivente. Fortunatamente, la nave che lo aveva condotto in quel mondo, era attraccata proprio in un villaggio costruito vicino ad uno di quegli strani ambienti. Thyen pensò bene di non perdere tempo prezioso, si attardò appena a rifornire d'acqua la sua borraccia, e si avventurò alla ricerca del suo nuovo insegnante.
    Il primo essere volante che incontrò fu uno scoiattolo: lo superò planando sopra la sua testa per atterrare dolcemente su una roccia più avanti. Rapido, Thyen tirò fuori dalla saccoccia un tocco di pane, e ne offrì un pezzo al roditore.
    < Se te ne do un po', tu mi insegni a volare? >
    Lo scoiattolo inclinò la testolina, ma non avendo alcun motivo per rifiutare del cibo gratis, accettò le sue condizioni. Del tutto estasiato, Thyen seguì lo scoiattolo sull'albero più vicino, rimase qualche secondo a penzoloni sul ramo più basso, e solo quando si sentì pronto imitò lo scoiattolo gettandosi verso terra. Inutile dire che Thyen non planò molto lontano. Anzi, semmai cadde di faccia proprio sotto al ramo da cui si era lanciato. Lo scoiattolo scoppiò a ridere, squittendo rumorosamente mentre si avvicinava. A fatica si mise a sedere, e cominciò a massaggiarsi il suo povero naso così malamente sbattuto sul sottobosco. Decisamente: quello non era un metodo che faceva al caso suo.
    Il secondo tentativo fu con un passerotto di passaggio, che Thyen attirò con un altro pezzetto di pane. L'uccello si alzò in volo per atterrare direttamente sulla sua zampa e cominciare a sbocconcellare il pezzo.
    < Saresti così gentile a spiegarmi come si fa a volare? > gli chiese dopo un po'.
    L'uccellino alzò lo sguardo dal pranzo con un'espressione perplessa. Cinguettò circospetto.
    < Perché? No, è per me. >
    L'uccello sembrò sospirare, e dopo qualche "chip-chip" sbrigativo, tornò a beccare le briciole dalla zampa di Thyen.
    < Cosa significa che sono troppo pesante? > chiese Thyen vagamente offeso.

    In mezzo a quegli alberi così alti e fitti, la notte scese piuttosto rapidamente. La temperatura era fresca, ma niente che non avesse già sperimentato durante i suoi pellegrinaggi. Quel giorno nessuno era stato in grado di dargli qualche indicazione su come volare, ma Thyen non si scoraggiò: era solo il primo giorno di tentativi, ed era sicuro che quella "foresta" avesse in serbo per lui molto più che scoiattoli burloni e passerotti scrocconi. Si stava avvolgendo il suo sciarpone intorno al muso per apprestarsi a dormire, quando un paio di piccoli insetti luminosi gli passarono davanti. Thyen non aveva mai visto niente del genere: li osservò con sorpresa e tese le orecchie incuriosito da cosa potessero dirsi tra di loro degli esserini così strani. Non fu semplice anche per un udito sensibile come il suo, ma quello che sentì gli fece scrollare di dosso tutta la stanchezza accumulata durante la giornata.
    < Ehi! - le fermò - Dove avete detto che si trova quella "gigantesca farfalla squamata" di cui stavate parlando? >
    Forse era un'altra vana speranza dato che per un insetto anche lui era un essere gigante, ma tanto valeva tentare. Già quel giorno aveva piantato la testa a terra più di una volta, cosa mai sarebbe potuto andare storto, ancora?
     
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    Gli insetti luminosi si voltarono, rimanendo stupefatti che il fennec aveva sentito la loro conversazione. Erano un paio di piccoli coleotteri. Provarono a rispondere tramite un ronzio assordante per le orecchie, ma il fennec poteva carpire qualche frase. "Quel rimbambito?" Fu una parte comprensibile del discorso degli insetti. "Verso di te." Gli Insetti finirono di parlare prima di riprendere il loro volo.

    Lunaris si stava dirigendo casualmente verso l'area abitata dal fennec. La figura del drago emerse goffamente fra gli alberi, cercando vanamente di tenere il passo di una splendida fatina bianca su cui aveva puntato sugli occhi. Il piccolo essere fatato, grazie alle sue dimensioni piccole, poteva muoversi agilmente fra le fronde degli alberi. Lo stesso non si poteva dire per Lunaris. Il drago era costretto ad abbattere qualche ramo con gli artigli per non perdere di vista la fatina. Gli occhi del drago erano un paio di orbite luccicanti che seguivano scrupolosamente i movimenti della fatina, meravigliato da quella creatura. Muoveva il muso come farebbe un gatto che ha puntato gli occhi su qualcosa. Non si lasciava sfuggire neanche il più piccolo movimento della fatina. Sembrava che la fatina stessa lo avesse stregato, anche se non era così. Alla fine la fatina si infilò all'interno del buco di un albero, sparendo definitivamente dalla vista del drago. Lunaris ringhiò in disappunto e mostrò una faccia delusa. Tuttavia la delusione non durò molto. Un'altra fatina, questa volta color oro, gli passò davanti al muso. Lunaris si dimenticò della precedente fatina per seguire quella nuova. Così continuò a vagabondare per la foresta, senza accorgersi si stava dirigendo esattamente verso il fennec. Intanto il gufo che accompagnava Lunaris si era appollaiato su un ramo, puntando gli occhi sul fennec e studiandone i movimenti. Il rapace continuava a "vegliare" sul drago, cercando di individuare potenziali minacce.
     
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    Aggiustò la posizione delle orecchie in modo da percepire meglio le parole dei due insettini, ma per quanto fosse concentrato, riuscì appena a carpire poche parole del discorso.
    < Verso di me, in che senso? > chiese perplesso.
    Non fu costretto ad aspettare a lungo una risposta: tra un albero e l'altro si cominciò ad intravedere una forte luce bianca. La luce si fece sempre più intensa, finché non si fu avvicinata abbastanza da intravederne la forma. Cosa era quel piccolo esserino che si muoveva rapido tra gli alberi? Thyen si scostò di lato, e l'essere lo superò senza degnarlo di uno sguardo. Lui invece non poteva fare a meno di osservarlo, seguì i suoi movimenti finché non scomparve nell'altra direzione, allo stesso modo di come era comparso. Thyen si chiese se i due insetti si fossero riferiti a quel tizio: poteva volare ed era gigante a loro confronto... forse non era granché squamato, ma...
    No. Un essere ben più gigante e squamato e molto meno farfalla si annunciò spezzando il ramo di un albero. Thyen fece un salto indietro per la sorpresa, non del tutto certo se essere contento per aver trovato chi cercava o preoccupato per il fatto che il gigante non stesse facendo troppa attenzione a dove metteva i piedi...
    Thyen si sedette (rigorosamente fuori dalla traiettoria del nuovo arrivato), e lo seguì con lo sguardo proprio come aveva fatto con la prima apparizione. Un piccolo rumore attirò la sua attenzione: quando alzò lo sguardo notò un grosso uccello tra le fronde scure di un albero vicino. Stava quasi per chiedere a lui se potesse insegnargli dei trucchetti sul volo, quando si fece vivo un secondo essere luminoso, seguito di nuovo dalla strana farfalla gigante. Da seduto, Thyen di nuovo osservò silenziosamente il loro passaggio. Una volta che pure il drago lo ebbe superato alzò di nuovo lo sguardo verso il gufo.
    < Ma che sta facendo? > gli chiese Thyen incuriosito.
     
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    Il gufo non rispose alle parole di Thyen, ma si limitò a guardare con aria indifferente il fennec prima di iniziare ad inquietarsi.
    "Hu Huu!" Il gufo bubolò in maniera decisa per attirare l'attenzione di Lunaris. Il gufo si stava allarmando per la presenza delle creaturine malefiche che si avvicinavano sempre di più al drago. Il verso del gufo fu sufficiente a destare Lunaris dall'incanto della foresta. Il drago smise improvvisamente di seguire la fatina dorata per voltarsi verso il gufo e parlargli amichevolmente.
    "Cosa c'è, Stellina, qualcosa ti inquieta?" Il drago iniziò a conversare col gufo. "Stellina" era il nome che il drago aveva dato a quel gufo. Una femmina si poteva evincere. Il gufo ripeté lo stesso verso di prima.
    "Hu Huu!" Bubolò una seconda volta. Lunaris si guardò attorno con attenzione, chiedendosi cosa stesse inquietando la sua compagna di viaggi. Tuttavia non vedeva nulla di strano in circolazione. Il drago non si accorse della presenza del fennec. La volpe era troppo piccola per cadere nel suo raggio visivo.
    "Forse hai solo voglia di cantare." Lunaris concluse facendo spallucce al gufo. I suoi occhi ricominciarono a brillare quando una grande farfalla luminosa si posò sul muso del drago. Aveva degli splendidi disegni sulle ali e brillava di luce propria. "Ooooh, che bella!" Il drago esclamò dallo stupore. I suoi occhi erano diventati quelli di un cucciolo. Tuttavia la farfalla si posò solo per qualche secondo. L'insetto riprese a volare, andando a infilarsi nelle foglie degli alberi. "Nooo, è scappata!" Lunaris ringhiò deluso con aria triste.

    Edited by Sniton - 17/10/2017, 00:38
     
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    Il gufo sembrò non badare alla sua domanda, e si mise invece a strillare nella direzione della farfalla. Thyen perdonò di essere stato ignorato solo per i toni preoccupati che il pennuto usò per attirare l'attenzione dell'altro. Cosa intendeva con "creaturine malefiche"? Come faceva a sapere che erano in procinto di avvicinarsi? I suoi schiamazzi, per quanto Thyen non sapesse se considerarli fondati o meno, ebbero il potere di risvegliare la farfalla gigante da quel... qualsiasi cosa fosse, tanto che alzò lo sguardo verso il gufo per chiedergli ulteriori spiegazioni. Il gufo tentò di ripetersi, ma non sortì alcun effetto: il gigante ricominciò a fissare come inebetito il nulla circostante.
    Theyn non aveva idea di cosa fare. Leggeva nel gufo una palese irritazione e si sentiva quasi in dovere di tradurre i suoi versi, ma allo stesso tempo era un po' intimorito dall'imponente figura del drago. Per il momento era troppo preso da... qualsiasi cosa fosse, per rendersi conto della sua presenza, ma non gli sembrava così furbo da parte sua disturbare un essere centinaia di volte più pesante di lui.
    Dopo qualche secondo di titubanza, Thyen decise alla fine di intromettersi (magari prima che il pennuto si scaldasse tanto e cominciasse a fare chissà quale pazzia per attirare l'attenzione del gigante). Piano si avvicinò all'essere enorme. Quel basso ringhio a seguito della farfalla scappata quasi gli fece cambiare idea, ma riprese presto a camminare. Per attirare la sua attenzione, iniziò a picchiettare con un dito alla base del collo, dove riusciva ad arrivare.
    < Uhm, scusa signora farfalla squamata... - biascicò schiarendosi la voce - la tua amica dice che ci sono delle creature malvagie nei dintorni... uhm, o qualcosa del genere. >
     
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    Il gufo si stava allarmando poiché il suo udito fine percepiva attività sospette nella foresta. Erano risatine che non erano originate da alcun animale. Rilasciavano un suono talmente flebile che non potevano essere rilevate facilmente. Tuttavia le risatine divenivano sempre più marcate man mano che si avvicinavano al drago.
    Lunaris aveva un'espressione abbattuta, ma non durò molto. Bastò poco per fargli tornare il sorriso sul muso. Apparve un'altra grande farfalla luminosa, seguita addirittura da altre tre farfalle. Emanavano una luce bianca talmente abbagliante quasi da doversi coprire gli occhi. Lunaris si lasciò di nuovo stregare dalla loro bellezza mentre si accodò agli insetti, sbattendo le ali come a mimare il volo delle farfalle.
    "Sì, sono una leggiadra farfalla che si libra di fiore in fiore." Rispose al fennec con voce sognante e un paio di occhioni sbarrati e lucenti. La sua mente era stregata e non stava più ragionando in maniera lucida. Perciò credette davvero di essere una farfalla quando il fennec lo scambiò per tale. Così il drago seguì fedelmente la scia luminosa delle farfalle. Tornò a distruggere sgraziatamente qualche ramo nel tentativo di inseguire le farfalle che si incuneavano fra le foglie degli alberi.
    "Huuuu-hu-hu-hu-huu" Il gufo continuò in maniera insistente per destare Lunaris da quel sogno in cui si era intrappolato da solo. Ormai Lunaris aveva associato i versi del suo animale da compagnia ad un semplice canto, perciò non ci dava più peso. Le risatine si facevano sempre più insistenti. Adesso erano udibili anche dal fennec ed apparivano come un suono soave, ma inquietante. Forse si trattava delle "creaturine malefiche" di cui parlava il gufo. Erano prossime a rivelarsi pubblicamente.

    Edited by Sniton - 17/10/2017, 19:35
     
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    Thyen non era familiare con l'ambiente della foresta. Con il suo udito sensibile poteva anche aver percepito gli stessi rumori che preoccupavano il gufo, ma senza conoscere cosa in una foresta fosse la norma, non poteva facilmente distinguere i suoni normali da quelli che invece non lo erano. Tutt'intorno a lui poteva vedere un mare di animali, di insetti ed altri esserini che non aveva mai visto prima, come poteva sapere lui che quelle risatine in lontananza derivassero dalle creaturine malefiche piuttosto che da delle falene colorate?
    Dopo aver tentato di avvertirlo, il gigante spiegò le ali e ricominciò a seguire i piccoli insetti che lo circondavano. Thyen si scostò rapidamente di lato, sia per evitare di essere travolto sia perché spaventato per gli improvvisi movimenti del drago. Il gigante doveva chiaramente averlo sentito, dato che gli confermò che fosse lui la farfalla a cui si erano riferiti i due insetti di passaggio, ma non sembrò fare caso alla minaccia riferita. Il gufo continuò imperterrita a cercare di distoglierlo dai suoi pensieri, ma niente sembrò funzionare.
    Anche Thyen cominciava a percepire come "strane" quelle risatine sempre meno in lontananza. Non era un rumore spiacevole, anzi, gli sembrava abbastanza armonico, ma comunque non riusciva ad evitare di percepirlo come "inquietante". Così pressato, senza sapere cosa fare, pensò che ci fosse solo un modo per risvegliare il gigante in tempi abbastanza rapidi: Thyen lanciò un urlo. Non era tanto forte come i suoi soliti. Il suo fine non era quello di stordire chi gli stava attorno, ma solo di distogliere l'attenzione del drago dal niente su cui si era focalizzato. Sperò che non fosse interpretato male... per essere una bestiolina così piccola, aveva comunque due polmoni d'acciaio..

    Thyen usa la sua terza tecnica. Non so come sei abituato, preferisci che venga specificato via spoiler ogni volta che viene utilizzato un qualche potere, o si lascia il tutto in maniera più discorsiva e pace?
     
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    Gli occhi sbarrati e luccicanti del drago ritornarono a dimensioni normali quando avvertì il potente urlo. Lunaris si fermò come intontito, risvegliandosi solo parzialmente dal sortilegio in cui si era stregato da solo.
    "E dai, mamma! Lasciami giocare un altro po' con le mie amiche farfalle." Il drago si lamentò con un ringhio infantile, avendo associato l'urlo di Thyen a quello della madre che lo richiamava per qualcosa. Lunaris si voltò verso l'origine del suono, accorgendosi era stata una volpe a generarlo. Si abbassò col muso per guardare Thyen da vicino.
    "Ma tu non sei mia madre!" Lunaris commentò stranito. La sua mente era ancora ammaliata perciò continuava a fare associazioni improbabili. Gli occhi del drago ritornarono a brillare di meraviglia quando si accorse la volpe aveva delle orecchie inusuali e belle ampie. "Ma che orecchie grandi che hai!" Il drago commentò con stupore, non conoscendo il fennec come creatura. Perciò la sua mente elaborò subito una teoria stravagante.
    "Ho capito! Devi essere una volpe volante." Lunaris arrivò a questa conclusione. Intanto altri esseri luminosi comparvero dagli alberi. Non apparivano né come insetti, né come creature volanti. Sembravano dei semplici globi luminosi di colore blu. Erano di aspetto molto bello e avevano la forma di grandi fiammelle. I globi emanavano risate divertite mentre circondavano il duo, formando un cerchio. Lunaris rimase subito sedotto da quegli splendidi globi.
    "Che graziose! Devono essere lucciole giganti." Il drago commentò con meraviglia. La sua mente era ancora mezza stregata per poter ragionare in maniera lucida. Così cadde vittima delle risatine, che in realtà erano una sorta di stregoneria, finalizzata a incantare le creature di animo più ingenuo. Il gufo continuò a bubolare con insistenza, volendo trasmettere il messaggio di non fidarsi di quei globi e avvisare che non facevano parte della fauna.

    Va bene mettere in spoiler ^^


    Edited by Sniton - 18/10/2017, 18:34
     
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    Ecco, lo aveva fatto. Aveva sfoderato i suoi poteri così dal nulla, ed adesso sapeva di doverne pagare le conseguenze. Il gigante si era improvvisamente fermato, e anche se finalmente sembrava essersi dimenticato degli esserini che gli svolazzavano attorno, Thyen non era per niente tranquillo. Se lo sentiva: il gigante stava per girarsi di scatto, dirgliene quattro, e magari, non contento, lo avrebbe pure smangiucchiato per aver spaventato gli insetti colorati che aveva intorno! Chiuse gli occhi. Non era pronto, avrebbe accettato qualsiasi conseguenza...
    Mamma? Il fennec sbirciò prima con un occhio non del tutto convinto di cosa era appena successo. Il tempo di aprire anche il secondo, e si ritrovò il mega-faccione del drago ad appena una spanna dal suo. Tentò di indietreggiare, ma un albero alle spalle gli bloccò la via di fuga.
    < Io... e che bocca grande che hai tu, invece. > borbottò di rimando, ridacchiando per il nervosismo.
    La strana farfalla si prese un attimo per riflettere. La conclusione a cui arrivò lasciò piacevolmente sorpreso Thyen. Si dimenticò perfino degli attimi di terrore appena vissuti.
    < Davvero? Anche tu credi che io possa... >
    Non ebbe il tempo di concludere: delle nuove luci bluastre apparvero all'improvviso, e cominciarono a volare intorno a lui e il gigante. Con il suo urlo, Thyen credeva di aver spaventato per bene ogni animale dei dintorni, e il fracasso continuo del gufo gli confermò che c'era qualcosa che non andava. Ma allora perché il gigante le aveva chiamate lucciole? A chi doveva credere? Cosa doveva fare? Quel rumore di risate... si era fatto fastidiosamente forte...
     
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    Il gufo si inquietò ancora di più, emettendo versi sempre più intensi. Non sembrava più smettere.
    "HU, HUU, HU, HUU, HU HUU, HU, HUU, HU, HUUUUUUU!!!" Fece così tanto fracasso da far rinsavire un po' Lunaris. Il drago analizzò in maniera più attenta le fiammelle blu, osservandole con curiosità e attenzione. Alla fine si rese conto di cosa fossero.
    "No, non sono lucciole giganti, ma..." Il drago avrebbe voluto dire "fuochi fatui", ma improvvisamente il gufo smise di emettere versi. Una delle fiammelle aveva furtivamente raggiunto il gufo per lanciare una stregoneria che facesse stare zitto l'animale. Così Lunaris si lasciò soggiogare nuovamente dalle risatine dei fuochi fatui.
    "Sì, sono lucciole giganti." Il drago si contraddisse qualche secondo dopo, mostrando un'espressione convinta. La mente del drago era davvero stregata da qualcuno stavolta. L'incantesimo dei fuochi fatui stava avendo pieno effetto sul drago, schiavizzandone la mente. I fuochi fatui fluttuarono armoniosamente attorno al duo, quasi come se ballassero. Le fiamme cambiavano di intensità e forma sincronicamente. Le risatine erano tramutate in una vera e propria musichetta stimolante per le orecchie. Lunaris rimase sedotto così tanto che si lasciò andare ad un balletto, zompettando sul posto e gesticolando con le ali. Anche la coda ondeggiò al ritmo di quella musichetta. Diede un'occhiata di intesa al fennec.
    "Dai, balla anche tu, volpe volante!" Esortò la volpe con un ringhio di incoraggiamento mentre il drago compiva diversi passi di danza.
    "Ah, non ci siamo presentati. Io sono Lunaris, la farfalla gigante dei boschi!" Il drago si presentò. Avendo di nuovo la mente incantata credeva di essere una farfalla come successo prima, quando il fennec lo scambiò per tale.
     
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    In versi del gufo si fecero sempre più rumorosi. Thyen annotò il loro significato in un punto recondito della sua testa, senza davvero farci caso. La musica di quelle fiammelle lo aveva completamente ammaliato, e neanche i versi preoccupati del pennuto avevano il potere di distoglierlo dall'incanto. Il motivetto di quelle strane fiammelle gli sembrava così orecchiabile... come aveva potuto poco prima considerarlo inquietante? Quasi gli veniva voglia di danzare seguendo il ritmo della musica, ma c'era qualcosa nella sua testa che gli diceva che era sbagliato, anche se non riusciva a capire cosa esattamente. La musica era così bella... ma perché era il suono che non riusciva a piacergli per nulla?
    A fatica distolse lo sguardo dalle fiammelle per cercare una qualche conferma dei suoi sospetti nella farfalla. Volpe volante? Lo aveva appena chiamato volpe volante? Oh giusto, come aveva potuto dimenticarsene!? Lui non poteva permettersi di cadere vittima di un qualche stupido tranello di quelle stupide lucciole (Thyen non aveva assolutamente idea di cosa fosse un fuoco fatuo, se la farfalla gigante diceva che erano delle lucciole, lucciole erano). Thyen doveva allontanarle il prima possibile dalla sua mente e da quella della farfalla, così avrebbe potuto chiedergli quanto prima di insegnargli a volare. Finché conservava quel barlume di lucidità sapeva di dover fare qualcosa... ma in che modo contrastare quella musica diabolica?
    Le labbra di Thyen si arricciarono in un sorriso. Con una zampa cercò il suo flauto di canne dentro la giacca, lo portò alle labbra e cominciò subito a soffiare al suo interno. Doveva concentrarsi in ogni singola nota per evitare di rimanere influenzato dalla musica di sottofondo, ma ogni nuova nota lo aiutava a disintossicarsi sempre più dall'incanto delle lucciole. Suonò una canzone semplice, in modo che le sue dita scorressero il più naturalmente possibile sui fori del flauto..
     
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    Incubo infernale

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    La canzone di Thyen ebbe effetti positivi. La musichetta dei fuochi fatui perse un po' potere su Lunaris. Infatti il drago sembrò riprendere coscienza, ma aveva comunque un'espressione delirante sul muso.
    "Fuochino... Fuocherello... Fuoco, sì, fuoco!" Il drago canticchiò parole a caso, ma in realtà stava provando a comunicare con la volpe ed avvisarlo del pericolo. Dopo aver pronunciato queste parole ne disse altre apparentemente senza senso.
    "Fate... Fatine... Fatuo, sì, fatuo!" Il drago aveva detto il nome della creatura in questione, cioè fuoco fatuo, anche se in maniera stravagante ed enigmatica. Tuttavia Lunaris aveva ancora altro da dire. Canticchiò altre parole mentre danzava sulle zampe.
    "Spiriti... Spiritosi... Spiritelli, sì, spiritelli! " Il drago, con questo messaggio, aveva anche spiegato cosa fosse un fuoco fatuo. Erano appunto degli spiritelli. Mentre il drago cantava forniva inconsciamente informazioni sul tipo di nemico.
    "Cattivi... Cattivoni... Cattivelli, sì, cattivelli!" Il drago concluse la propria "filastrocca" indicando la natura malvagia degli spiritelli. Aveva persino finito in rima. La volpe, se fosse riuscita a interpretare le parole, avrebbe capito di avere a che fare con un nemico piuttosto pericoloso. Intanto i fuochi fatui si erano accorti come il drago stesse resistendo al loro potente incantesimo. Decisero di aumentare il tono della musichetta, concentrandosi di più attorno a Lunaris. Ignoravano il flauto di Thyen che ai loro occhi non sembrava rappresentare una reale minaccia. Il drago si lasciò andare ad un balletto più intenso. Lunaris, senza accorgersene, si stava lentamente spostando in un'altra area della foresta. Erano proprio i fuochi fatui che dirigevano i movimenti del drago, conducendolo chissà in quale luogo sperduto.

    Edited by Sniton - 20/10/2017, 19:14
     
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    Splendore celeste

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    La soluzione della filastrocca poteva anche essere "Thyen sei uno scemo", ma a parte l'assonanza nei versi finali, Thyen non capì nemmeno che c'era qualcosa da capire. Comunque, anche se avesse inteso il messaggio del drago, non aveva assolutamente idea di cosa fosse un fuoco fatuo, ben che meno non sapeva come si dovesse trattare con tali creature. Per un attimo si chiese perché il gigante stesse elencando quel mare di parole in apparenza del tutto casuale, ma pensò che stesse solo canticchiando tra sé e sé per liberarsi dal motivetto delle lucciole (nella sua testa quelle erano, e quelle rimanevano), proprio come lui stava facendo con il suo flauto.
    Gradualmente, però, la canzone di sottofondo si fece d'intensità sempre maggiore, e con la lucidità che aveva guadagnato suonando, Thyen riuscì intuitivamente a percepire quanto fosse sbagliato il comportamento delle lucciole. Cominciava pure a dubitare che fosse normale per una farfalla gigante zampettare in quella maniera e perfino lo starnazzare del gufo che all'improvviso si era fatto silente gli fece rizzare le antenne.
    Thyen notò che si stava formando un gap tra lui e la farfalla. Non stava ballando sul posto come inizialmente aveva pensato, ma si stava lentamente spostando, e le lucciole con lui. Colmò la distanza con dei rapidi passetti, per evitare di allontanarsi troppo dal gigante. Si arrischiò ad interrompere la musica e riporre il flauto nell'interno della giacca, solo per pescare la sua ocarina dalla tracolla sul fianco. Cominciò subito a suonare, questa volta una musica ben precisa, non più le prime note che gli saltavano in mente, ma un motivetto grave e solenne, che sembrava avere poco a che fare con il piccolo strumento di terracotta. Focalizzò tutta la sua magia sul drago, sperando che per se stesso fosse sufficiente concentrarsi sulla musica per non cadere vittima della trappola. Cercò di innalzare la sua prontezza di riflessi mentale, e se non lo avesse svegliato con questo, dubitava che potesse esserci qualcosa che potesse farlo davvero.

    Ieri alla fine mi sono addormentata col computer acceso e il messaggio mezzo fatto ^^" Thyen usa la sua II tecnica
     
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  15. Alister2410
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    Alister quella sera camminava per il bosco; indossava il suo tipico vestiario, camicia senza colletto con scollo a V pantaloni in pelle marroni e degli anfibi neri; i suoi occhi blu elettrici scrutavano il buio, qualcosa lo spingeva in una direzione ben precisa senza saperne il motivo.
    Arrivò in una piccola radura, a quanto pare non era solo; assieme a lui c'erano un drago ed un fennec umanoide che stava suonando una melodia; melodia che in qualche modo rendeva il suo pensiero più lucido ed attento alla situazione; proprio grazie a questa ritrovata lucidità il Sahabriano notò dei fuochi fatui che sembravano intenti ad ammaliare il drago e il fennec per qualche motivo.
    Dei due personaggi ammaliati quello più lucido gli sembrava proprio il fennec che suonava, così si rivolse a lui sperando capisse la sua lingua:
    Ho capito cosa vuoi fare, ti aiuto, tappati le orecchie il tono di voce tentava di essere rassicurante; il fennec era minuscolo al confronto con il suo metro e novanta di altezza quindi tentò di sembrare il meno minaccioso possibile.
    Atteso un breve lasso di tempo per cercare di capire se il fennec l'avesse capito o meno iniziò ad inalare una gran quantità di aria dal naso e gli si gonfiò enormemente il petto, poi guardò fisso i fuochi fatui e, con un grande sforzo per calibrare la potenza, ruggì verso i fuochi fatui, facendo vibrare non poco i rami attorno all'aria del suo attacco e facendo anche cadere parecchie foglie; il suo obbiettivo era quello di distrarre i fuochi fatui il tempo necessario per far riprendere coscienza al drago poiché non conoscendo bene le capacità di quegli spiritelli non sapeva se potessero essere in grado di far attaccare il drago a loro piacimento.

    Alister usa la sua prima tecnica (spero di non aver fatto stupidaggini ^^")
     
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26 replies since 16/10/2017, 13:40   530 views
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