In ricordo di Xarzith

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    telaseigiocatamalissimoooo! non dovevi ricordarle la preda hahaahaha ok... giuro ci ho provato a trattenermi, ma non ce la faccio a non rispondere. tanto sarò riassuntivo il più possibile, così fai più post e ti guadagni un po' di punticini. rispondi con calma, così poi aspettiamo Hawke


    Liya ascoltò, tranquillamente e in totale silenzio tutto quello che avevano da dirle. Più di una volta dovette trattenere un sorriso, un ghigno più che altro, e per poco non scoppiò a ridere istericamente di fronte alle parole di Kesya. Era in fondo piuttosto simpatica, almeno.
    Riuscì a rimanere perfettamente stoica a fatica, era troppo tentata di mettersi a ridere di gusto; non vedeva l'ora di far scomparire quelle espressioni risolute. E ce l'avrebbe fatta, o perlomeno ualcun'altro l'avrebbe fatto al posto suo.
    "Commemorare... oh! Interessante! Penso andrò a farmi uno spuntino con quel corpo di drago, fra di voi il cibarsi delle spoglie altrui sembra contemplato. D'accordo, quando avrò finito qui un bel pranzetto con le squame di tuo fratello sarà il giusto modo per recuperare energie. Sai, ho volato molto per arrivare fin qua"
    Voleva godersela tutta quella reazione, come affettarsi le zampe con la propria coda... erano dei geni del male incompresi, uno tirava fuori una battuta e l'altro le metteva su un barile d'argento la possibilità di sbeffeggiarli sulla base della stessa. erano più ingenui di quanto immaginassero.
    "David? So benissimo che è umano, e pensate un po'... è molto meglio di voi. Oh un umano superiore mentalmente a voi draghi... povera specie draconica, sta proprio cadendo in basso. A quanto pare c'è bisogno di far trasformare gli umani in draghi per ripopolarla di gente per bene?"
    Ovviamente non poteva essere più ironica, dato che anche lei detestava il comportamento sdolcinato di David, considerando quanto lo esacerbava e lo portasse ad un'esasperazione indecente nel parlarle come fossero due teneri innamorati.
    "Oh giovane Kesya, non sono certo in grado di prendermi cura di un uovo. Non ho mai pensato di farlo infatti. Certo però è che non lascerò l'uovo a voi, a differenza vostra so usarlo il cervello... Ferglarendir ha già capito tutto, sarà lui ad accettare questo incarico. Vi devo dare una piccola informazione comunque"
    Fece una piccola pausa, soppesando con calma le parole.
    "Abiamo trovato un'altra viverna, poco più che cucciola, nei sotterranei. Anch'ella figlia della viverna che avete ucciso"
    L'elfo fece l'occhiolino al nulla, neanche Liya capì cosa significasse quello strano sguardo. Ciò che era sicuro era che Ferglarendir di solito non faceva gesti a caso, e in quel momento chi sa cosa stava vedendo nella sua imperturbabile vista superiore.
    "Senza contare" aggiunse Liya, non aspettando la loro risposta, "che abbiamo qui colui che può darci tutte le spiegazioni di cui abbiamo bisogno"
    Era fin troppo il desiderio di farla pagare a quegli stolti presenti distesi accanto a lei, altrimenti si sarebbe disinteressata da subito della faccenda. Finché poteva mettere zizzania l'avrebbe fatto, era troppo divertente vederli smattare in tal maniera. E poi un po' di giustizia forse andava veramente fatta, per quanto si sentisse estranea a tali concetti aveva percepito l'espresssion distrutta di David. Doveva rportarela faccenda fino in fondo almeno per lui.
    Concentrandosi, la dragonessa richiamò fra le zampe anteriori un altro globo, molto più grande, che arrivò a sfiorare Kesya e la parete della stanza alle proprie spalle tanto era ampio.
    Immaginò che per Kesya la sensazione non dovesse esser stata piacevole, probabilmente non avrebbe sentito nient'altro che un po' di forza d'attrazione ma sicuramente quei poteri avevano anche la capacità di spaventare dei draghetti inesperti e giovani come loro.
    Dal globo nero emerse un corpo, un corpo umano che si contorceva brutalmente senza però emettere niente più di qualche rantolo.
    Vestito solo di qualche brandello logoro restante dalla battaglia, apparse di fronte a tutti il maledetto che avevano affrontato sul dorso della viverna, agonizzante ma ancora vivo.
    Liya lanciò un'occhiata a Ferglarendir, che rispose un po' incerto con uno sguardo interrogativo, mentre il globo nero si dissolveva.
    "Non ti azzardare a curarlo, prendi solo quello di cui abbiamo bisogno"
    L'elfo ci pensò su come assorto in un'intensa meditazione, portandosi le mani in grembo e socchiudendo le palpebre.
    "Non posso lasciarlo morire..."
    "Dannazione vecchio! Capirai che ho ragione. Se arrivo a considerarlo pericoloso c'è un motivo, è troppo rischioso"
    Ferglarendir attese qualche altro istante, mentre il ragazzo aveva cominciato a rendersi conto di essere di nuovo tornato alla realtà, ricomparso tra atroci agonie di fronte ad un'intero branco in una tana sconosciuta.
    Ferglarendir a quel punto non indugiò, rivolse le mani verso il giovane e cercò di infondergli delle semplici cure per farlo almeno tornare ad essere in parte coscente ed orientato.
    "V... voi bastardi..." commentò l'umano, mentre in parte si rilassava e cominciava a recuperare lucidità.
    Liya sbuffò, prese una gamba dell'umano fra gli artigli e la troncò di netto, senza troppe cerimonie. Fece lo stesso anche con l'altra, mentre con una zampa gli copriva la bocca -o meglio l'intero volto- per non sentire le sue grida strazianti.
    "Vecchio ti do tre secondi, al tre penserò che posso anche non aver bisogno del tuo aiuto"
    Ferglarendir a quel punto fu costretto a desistere, cessò il suo flusso magico e si avvicinò alla dragonessa che teneva inchiodato per terra il ragazzo senza la benché minima difficoltà. Poggiando le mani sulla testa del giovane rimase qualche secondo immobile, totalmente assorto, ma Liya capì che nel contempo doveva averlo anestetizzato in qualche modo perché l'umano non si dimenava più. Quando tolse la zampa per lasciar lavorare l'elfo, il ragazzo sembrava quasi sorridere, in un'espressione beata che pareva aver raggiunto un qualche lontano paradiso.
    Appena ebbe finito, Ferglarendir barcollò un attimo ed indietreggiò, appoggiandosi a Kesya che restava comunque la più vicina.
    "Oh, domando scusa Kesya..." le disse, sfiorandole il pelo con una mano come ad accarezzarla senza troppa invadenza. Odiava far sentire quelle creature come semplici animali, ma non poteva resistere all'instaurare anche un contatto fisico con loro talvolta ne avesse l'occasione.
    Quando si fu ripreso guardò Liya in qualche altro istante silenzioso e lugubre, per poi aprire bocca con un po' di timidezza. Quel comportamento non era da lui.
    "Dragonessa delle tempeste, no... non farlo..."
    Liya aveva poggiato una zampa sul collo dell'umano, pronta a dilaniarlo. "Ormai non può più nuocere, ho annullato tutto ciò che era. Adesso tornerà a nuova vi..."
    Liya strinse la testa del ragazzo fra le zampe e, per quanto ci si potesse aspettare un mare di sangue ed un'esplosione di organi e viscere, lo ridusse completamente ad un pulviscolo nero che si levò verso l'alto. Tramite l'aria poi convogliò la polvere in un grumo sferico sopra la testa di Zarthial, facendolo in fine esplodere come non fosse mai esistito. Si soffermò poi sul musetto del drago verde, giusto per vederlo scomporsi come al solito; era particolarmente divertente, irrascibile e irruento. Sarebbe stato emozionante spaccargli le zampette a suon di calci. Comunque era stato impagabile, avergli fatto scoppiare a pochi centimetri dal suo bel musone squamoso una sfera di fumo nero che fino a pochi secondi prima era il corpo di un odiato nemico non aveva prezzo.
    "Non sopportavo la sua faccia, e poi vecchio... queste bestie cannibali si sono comportate come ho appena fatto io con questo demone di un umano, ma loro l'hanno fatto con una creatura che forse non lo meritava. Anche se questo... sarai tu a potercelo dire"
    Ferglarendir fu costretto a sedersi, e lo fece proprio accanto al suo giovane allievo che sembrava preoccupato dal comportamento di Liya e dei presenti. Probabilmente Dabratsch non aveva apprezzato di rivedere l'uomo che li aveva condannati a così tante torture, ma adesso non esisteva più alcun pericolo. Almeno da lui.
    Ora più che mai l'anziano bibliotecario sembrava confuso, o perlomeno spossato. Aveva appreso decisamente troppe cose, alcune delle quali erano veramente più complesse di quanto avrebbe mai potuto pensare.
    Liya spazientita batté la coda a terra, emettendo un breve sbadiglio.
    "Allora?"
    L'elfo si riprese dallo stato di scombussolamento e si destò dal torpore in cui sembrava finito, e scrutò tutti i presenti con una faccia indecifrabile.
    Per la prima volta in vita sua sembrava arrabbiato, o almeno rammaricato.
    "Zarthial... Vinult... Kesya... Felthsar... avete contribuito a debellare una minaccia incredibilmente pericolosa, ve ne sono davvero riconoscente" esordì, con un profondo inchino alla maniera degli elfi. "Adesso vi racconterò alcune importanti vicende di cui non siete probabilmente a conoscenza, se siete interessati a comprendere l'importanza della vostra missione. Tuttavia..."
    La sua espressione si fece un po' più truce; niente di aggressivo, semmai triste.
    "La viverna rossa... non era la bestia che avete creduto di uccidere, la bestia eravicina... ma non in lei"
    Liya stessa impiegò un attimo a capire le sue parole, poi sogghignò. Era quello che voleva sentirsi dire, non credeva sarebbe andato davvero tutto come aveva previsto.
    Quell'elfo era davvero potente, se era riuscito in così poco tempo a scavare nei ricordi di un'intera vita, sicuramente con lui l'uovo sarebbe stato al sicuro.
    "Forse non vi interesserà, ma vorrei mostrarvi alcuni eventi accaduti che potrebbero permettere alle vostre idee di mutare... in merito a ciò che è successo. Siete disposti ad ascoltare?"
    Parlava con tutta la delicatezza del mondo, ma era palese fosse ancora un po' scosso e palesemente turbato.
     
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    Zarthial e gli altri draghi fulminarono con lo sguardo la dragonessa delle tempeste, quando lei disse di voler banchettare con il corpo di Xarzith.
    Cercava di ritorcere contro di loro ciò che Zarthial propose di fare agli altri, cioè cibarsi della viverna rossa per non morire di fame, ma in quel caso era dovuto ad un'esigenza urgente mentre ora Liya sembrava nel pieno delle sue forze.
    "Arrivi tardi! Il fuoco ha già divorato il corpo di Xarzith e il vento ha portato via le ceneri, non ci fai nulla con Xarzith, mangiati la coda se hai fame!" disse Zarthial, sfottendo la dragonessa con l'espressione draconica di andare a quel paese.
    "Un umano travestito da drago.... che schifo! Mi chiedo perchè abbia un corpo che non merita. Quanto vorrei vederlo strisciare a terra nudo con quel suo corpo fragile...credo che mi divertirei molto a ricoprirlo di brina...senza ucciderlo, ovviamente. Credo che tu mastichi molto duro, cara Liya, nell'avere un moroso umano. E non prenderci in giro...so già che non ti va giù il suo comportamento!" fu invece il commento glaciale di Vinult riguardo alle sembianze umane del moroso di Liya.
    "Sei davvero ridicola, Signora Lia....affidi l'uovo a Ferglarendir....già deve gestire la biblioteca e ora deve prendersi anche l'incarico di far nascere e crescere la viverna...alla sua rispettabile e veneranda età.....solo perchè tu ne sei totalmente incapace....vergognati!" furono le parole di Kesya.
    Dabratsch avrebbe volentieri aiutato l'anziano elfo suo maestro nell'accudire la viverna ma non lo disse apertamente ora, con tutti quei draghi infuriati l' attorno. Ne avrebbe parlato poi con Ferglarendir in privato.
    Quello che successe poi fece allibire tutti i presenti, dalle zampe della dragonessa delle tempeste si plasmò un altro globo, stavolta di dimensioni molto grandi, dal quale emerse un corpo umano dall'aspetto orribile. Tutti riconobbero subito quell'umano, la sua presenza era così vivida dal sentire l'odore terribile che emanava quel corpo morente e schifoso. Il drago verde di fuoco ruggì verso l'immagine dell'umano. Tutti credevano di averlo ucciso. Zarthial rimase allibito nel sentire le parole dell'anziano elfo, che lo voleva curare.
    "Devo ammettere che su questo la femmina ha ragione. Quello sgorbio puzzolente è troppo pericoloso per lasciarlo vivo, va ucciso e bruciato!" disse all'anziano elfo, che sembrava troppo buono.
    Ferglarendir però non volle ascoltare Zarthial ed emanò un flusso di magia curativa verso l'umano, cercando di contrastare Liya che stava letteralmente affettando l'essere umano. L'anziano elfo dovette obbedire agli ordini della dragonessa blu e smise di curarlo, con un sospiro di sollievo da parte di tutti, compreso l'elfo bianco.
    I due Maleyes sostennero con il corpo l'anziano elfo che aveva avuto un calo di energia e si era lasciato cadere su Kesya.
    "Tutto bene?" chiese Felthsar rompendo finalmente il suo silenzio e dando un'affettuosa leccata alla mano dell'anziano elfo.
    Zarthial e Vinult rimasero con lo sguardo fisso sul globo e sulle azioni di Liya; entrambi avrebbero voluto intervenire e mozzare la testa a quell'umano puzzolente ma si trattennero, anche se era un nemico comune si rifiutarono di intervenire in favore della dragonessa blu.
    Il drago verde tirò una zampata ad artigli sguainati e fece un verso di puro fastidio quando il globo fluttuò sopra la sua testa ma i suoi artigli affilati colpirono nient'altro che aria, togliendogli il piacere di sviscerare l'umano puzzolente.
    "Sei davvero una figlia di (78/5*630)-4$!" fu il pensiero di Zarthial, rivolto a Liya tramite uno sguardo di pura ira accompagnato dalle zanne snudate e da un ringhio gutturale. Quanto avrebbe voluto sferrargli una zampata in pieno muso, vedere il sangue colargli dalla bocca e, perchè no, vedere qualche suo dentino volare nella biblioteca. Sarebbe stato un bel oggetto di studio per l'anziano elfo.
    "La prossima vittima potresti essere tu, femmina!" sbottò poi il drago verde anche a parole, mostrandole le zanne a bocca aperta.
    Per fortuna c'era Fergleccetra a tenere gli animi calmi tra Liya e Zarthial. Ora si era seduto vicino al suo allievo dalle vesti bianche, il quale lo cinse amichevolmente con un braccio sulle spalle.
    Tutti si calmarono quando l'anziano elfo parlò, esaltando le gesta di draghi e Maleyes ma accennando alcune vicende che tutti erano all'oscuro, con un'espressione visibilmente triste. Le creature ferali si sedettero guardando l'anziano elfo, ma senza abbassare la guardia per la presenza della dragonessa blu.
    "Ti ascoltiamo, saggio Ferglarendir, se siamo all'oscuro di certe cose, vogliamo sentirle da te. E non da quella lì che potrebbe raccontarci menzogne!" furono le parole calme di Vinult, che evidenziò la loro fiducia nell'anziano elfo e la totale diffidenza verso la Signora Lia.
     
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    Zell io ti avverto, Liya accetta la sfida di Zarthial... (a dire il vero non vedo l'ora), ma non sarà una sfida da cui uscirà tutto intero U.U
    Ah, credo sia chiaro, ma quello che Fergleccetera mostrerà lo vedranno in prima persona i pg, come se l'umano ragazzino maghetto birbante a cui i ricordi appartengono parlasse e vedesse-sentisse in prima persona.


    Le reazioni di tutti erano state piuttosto marcate, l'elfo in effetti si aspettava che anche gli altri avrebbero voluto uccidere quell'umano. Né aveva capito il perché semplicemente scavando nei suoi ricordi, seppur in breve tempo era riuscito a scendere notevolmente in profondità. Quello che aveva trovato andava ben oltre quello che si sarebbe mai potuto aspettare.
    Si ricompose, guardando un po' tutti con fare apprensivo.
    "Sono felice abbiate deciso di ascoltare. è una storia complessa, forse è necessario viverla per comprenderla fino in fondo"
    Ferglarendir, ancora al fianco del proprio allievo, alzò lo sguardo al soffitto della stanza, inspirando e cercando il contatto con le menti di tutti i presenti. Coinvolse anche Liya, che in un primo momento si ritrasse provando a isolare i pensieri ma poi lasciò che l'elfo inviasse anche a lei tutte le immagini e i suoni che aveva raccolto nel mago.

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    Fiamme, fiamme e ruderi che volavano ovunque. Una foresta in cenere, un'energia devastante e ruggiti tonanti.
    Il soffio di ghiaccio contrastò il fuoco, come se un gelido vento stesse abbracciando le fiamme roventi cercando di agguantarle e domarle. L'odore di legna bruciata e di muschio pervadeva l'aria, mentre sospiri provenienti da fredde cime innevate si poggiavano sul fogliame bruciacchiato e fumante.

    Il bosco poi si dissolse, lasciando spazio ad una ben più silenziosa montagna rocciosa, tra i cui pendii solo il sibilo del vento era udibile. Un'ampia caverna si stagliava imponente tra qualche basso sperone, divisa dal terreno circostante da un fossato profondo qualche metro.
    "Allora? Non ti darò altro tempo"
    Una viverna dalle squame rosse, la brutale e crudele bestia rossa che molti avevano imparato a -conoscere-, si trovava in piedi con uno sguardo furente e le zanne grondanti rabbia. La pece nei suoi occhi pareva provenire dal più recondito anfratto degli inferi, mentre con gli artigli bucava il suolo.
    "E va bene, mi hai obbligato tu"
    Il ragazzo mosse la mano destra verso il proprio viso, portandola a pochi centimetri dal mento. Scrutò per un attimo l'uovo che teneva in mano, poi si concentrò sulla viverna e inviò alla mente un'unica semplice immagine: le dita che frantumavano l'uovo in tante minuscole schegge perlacee.
    Con un ghigno nascose l'uovo in una tasca interna alle vesti, per poi allontanarsi in fretta arrampicandosi su una delle stalagmiti alla sua destra evitò l'assalto della creatura, che gli ruggì contro tutta la sua furia ma senza la necessaria convinzione. Sapeva che era lui ad avere il pieno controllo, e glielo ricordò mostrandole l'altro uovo che aveva rubato al suo nido con un'espressione terrificante stampata in volto.
    "Credo tu non voglia che quest'uovo faccia la fine dell'altro, dico bene?"
    La viverna, palesemente in difficoltà, gridò con tutta il fiato che aveva in gola e batté la coda a terra imbestialita. Dopo qualche secondo, necessario perché riuscisse a ragionare con lucidità, chinò il muso e ripiegò le ali in segno di resa.
    "Ottimo. Terrò io il tuo uovo, per assicurarmi che tu non cambi idea troppo presto"
    Incapace di reagire, la bestia rossa restò immobile aspettando che le cose si sviluppassero attorno a lei, non poteva rischiare di attaccarlo ed era consapevole che qualunque passo falso avrebbe potuto ridurre il figlio in briciole.
    "Adesso seguimi, sarà utile una forza come la tua per tenere a bada chi cerca di complicarmi le cose. Mi raccomando, ti voglio spietata, dovrai far del male anche quando non necessario. Sarà meraviglioso"

    -------

    Fiamme e gelo, tra quegli alberi il calore e il ghiaccio si scontravano con ferocia e bramosia, voci provenienti dal cielo parevano smuovere i nembi per rendere visibile anche alle divinità quello scontro.

    -------

    Un antro buio, sotterraneo, con qualche fiaccola a rischiararne i contorni. Di fronte a lui il suo più grande e potente alleato, qualcuno di cui poteva fidarsi cecamente poiché abbandonato del tutto alla sua stessa causa
    Il tizio con i capelli lunghi neri che avete combattuto nella role precedente, che è scappato dissolvendosi ma poi è stato ucciso. Almeno non lo descrivo di nuovo

    "Come sta andando?"
    "Perfettamente. Quella viverna crede di starci ingannando, ma è meglio così. Finché non riuscirà a sfuggire al mio controllo preferisco sia convinta che il suo piano possa funzionare"
    "Ottimo. E gli altri?"
    "Oh, l'energia che accumuleremo sarà enorme"
    Una risata sommessa si perse tra le pareti per riecheggiare tutt'attorno. Uscendo dalla stanza, si diresse verso l'alto scalando alcuni gradini di un angusto tunnel in salita e portandosi in una stanza molto più ampia, dove erano disposti a semicerchio alcuni cilindri trasparenti che emanavano lampi soffusi. Si avvicinò ad uno di essi, chinandosi per osservare al suo interno.
    La viverna si trovava di fronte ad una delle celle delle sue prede, immobile retta sulle zampe e sulle ali.
    Fissava l'interno della gabbia di cristallo, dove un grifone dalle piume dorate e arancio ricambiava al suo sguardo.
    "Quanti sono?" chiese l'ibrido, alzando il muso.
    La viverna sfiorò con i propri artigli la cupola di vetro, che dopo alcuni secondi si ritirò nella roccia.
    "A decine, non sono riuscita a neanche a contarli"
    Il grifone annuì, protendendo le zampe e facendosi quasi prendere dall'istinto di schizzarle addosso per allontanarsi in volo. Entrambi però sapevano che non sarebbe servito a molto.
    "Perché non ti togli da lì e non ce ne andiamo?"
    La bestia rossa sbuffò, effondendo qualche voluta fumosa dalle narici.
    "Smettila pennuto. Se potessi aprire tutte le gabbie in una volta sola potremo anche farcela, ma sai che non ne ho la possibilità"
    "Quindi... avevo ragione. Dovremo sopportare questo supplizio in eterno, o almeno finché il nostro corpo non reggerà più"
    La viverna scattò, come colpita da un fulmine, guizzando con la coda e dimenandola con energia.
    "Troverò una soluzione Acaimas, adesso basta"
    Lui scosse il muso, strofinando il becco su una zampa anteriore.
    "Mh... come vuoi. Che sei venuta a fare se non avevi in mente di fare qualcosa?"
    Lei esitò un attimo.
    "Devo chiederti un favore"
    L'espressione della viverna era il più intricato miscuglio di emozioni mai visto prima, qualcosa che rassomigliava alla determinazione che però si affievoliva sotto il pesante giogo della paura.
    "Non capisco cosa io possa fare per te ma..."
    "Devi Fare in modo che tutti mi temano. Devi aver paura di me, devi cercare di convincere tutti che sono intenzionata a far loro del male"
    Il grifone restò un attimo interdetto. Lei non attese altre domande, le parole fluivano dalle sue fauci con una vigoria esagerata. "Se tutti saranno convinti che ho fatto del male a molti di voi e la voce si spandesse tra questi sudici cunicoli potrei evitare di doverlo fare davvero"
    Quando capì che intenzioni avesse, Acaimas le rivolse una smorfia interrogativa, senza smettere di strofinare il becco.
    "Non ha senso. Basterà dire a tutti di..."
    "No! Non possono fingere... non basterà, non basterà niente di tutto quello che faremo! Almeno, però, possiamo evitare che qualcun'altro... che qualcun'altro subisca..."
    Il grifone fece per alzarsi ed avvicinarsi a lei, ma la viverna lo respinse dentro con delicatezza mentre i suoi occhi si accingevano a versare qualche lacrima. Le represse a fatica, così a fatica che Acaimas ebbe il tempo anche di assestarle una zampata sul muso.
    "Dannazione Aystrel, non puoi arrenderti. Hai capito? Non puoi arrenderti adesso!"
    Lei abbassò le palpebre, e quando le riaprì aveva già recuperato il suo solito portamento austero e gagliardo. Anche se ultimamente le risultava piuttosto arduo riuscire a comportarsi dignitosamente.
    "Non c'è altro modo in cui possiate aiutarmi, se fossi costretta davvero a far del male o ad uccidere qualcuno di voi... Acaimas, ho già ucciso quella dragonessa, e non riesco a sopportarlo. Come pensi possa reggere anche..."
    All'improvviso il grifone le afferrò una zampa fra le sue, e le spalancò le falangi delle dita mettendo i mostra i suoi artigli. La viverna la ritrasse, guardandolo confusa. "Che accidenti stai facendo adesso?"
    Lui indicò se stesso con un'ala, strofinandosela sul petto.
    "D'accordo, come vuoi. Sbrigati"
    "Sbrigati? A fare cosa"
    Lui alzò le spalle sconcertato, emettendo qualcosa di simile ad un sibilo di disappunto.
    "Chi crederebbe alla tua storiella senza avere qualche prova tangibile?"
    Inizialmente la viverna reclinò il muso stranita, ma quando capì cosa lui intendesse dire lo guardò nervosamente e digrignò le zanne.
    "No, non chiedermi questo"
    Il grifone infilò gli artigli fra le proprie piume, cominciando a strapparle mentre cercava di solcare la propria stessa carne. Aistrel, sconvolta, gli piantò una zampa sulla sua per impedirgli di proseguire.
    "E togliti stupida bestia rossa!"
    "Non puoi fare una cosa simile, non davanti a me" ribatté lei, colpendolo con rabbia su un fianco.
    Il grifone si fermò, scrutandola sul muso con fermezza.
    "A questo punto pensi davvero che possa importarmi di venir ferito? Dopo quello che dobbiamo sopportare?"
    "Non è neanche detto che funzionerà! Potrebbero farvi comunque del male, se capissero che in realtà non vi ho mai toccati"
    "Oh beh, correrai questo rischio per noi allora" rispose il grifone risoluto.
    "Non è questo il punto, rischio di mettervi in una situazione ancora peggiore..."
    "Non può esserci niente di peggio di questo, stupida viverna!"
    Aystrel si ammutolì, accorgendosi di quanta rabbia contenessero gli occhi del grifone e con quanta forza i suoi artigli adesso stessero graffiando il suolo.
    "Acaimas..."
    "Ora non insistere, il tuo piano è molto interessante. Almeno finché non lo capiranno saremo al sicuro, vale la pena provare. E per rendere tutto più credibile devi conciarmi male, non ci sono altre soluzioni. Aystrel, preferisco sia tu che quei vermi a ridurmi a pezzi, e stanno risucchiando ogni rimasuglio di energia che mi è rimasto. Non ci riesco da solo, se vuoi il mio aiuto in cambio io chiedo il tuo"
    La viverna rimase immobile alcuni secondi, poi annuì. Aveva deciso di non riflettere oltre, altrimenti sapeva che non sarebbe riuscita a portare in fondo una cosa del genere.
    Si avvicinò ad Acaimas, accostando gli artigli al suo dorso, stringendogli una zampa nella speranza che in quel modo avrebbe avvertito meno dolore.

    L'umano scoppiò a ridere nell'osservare una scena tanto patetica, fomentato e divertito dalla stupidità di quei due. Erano meravigliosamente teneri e ridicoli, soprattutto perché convinti che lui non fosse al corrente del loro piano.

    ------

    Fiamme e gelo si davano battaglia, il calore ormai pareva star prendendo il sopravvento. Gli alberi ridotti a cumuli di ramaglie scoppiettanti, il cielo ormai una piatta landa di plumbeo grigio d'antracite.
    Il fumo si protendeva verso le nubi oscure, come nel tentativo di afferrarle. Nessun astro, nessun sole ad inondare di luce la vegetazione ormai devastata.
    Il rosso del fuoco aveva prevalso, seppur le lingue incandescenti avessero sperato di potersi ritirare e ridursi a innoque scintille.

    -------

    Due mani si avvicinarono, mentre la prima faceva rotolare un massiccio uovo nell'altra.
    "Te lo affido per un po'. Quando sarà il momento me lo restituirai insieme alla bestia rossa" disse, indicando la viverna che lo scrutava furente a qualche metro di distanza.
    L'uomo di fronte a lui annuì in silenzio, scomparendo in uno sbuffo di vapore mentre Aystrel faceva di tutto per trattenere una fiammata dalle viscere della sua gola.
    "Che c'è piccola viverna? Non preoccuparti, adesso è con lui che dovrai stare. Ti consiglio di non fare sciocchezze"
    La creatura, approfittando del fatto che non avesse più l'uovo con sé, gli balzò incontro per staccargli di netto la testa con un morso. Riuscì a confonderla facendole credere di averlo afferrato, allontanandosi invece di una decina di metri prima di scomparire anch'egli in una nuvola caliginosa. La viverna era troppo furente per ragionare con lucidità, per questo era ancora molto facile ingannarla approfittando dei suoi scatti d'ira con cui non sarebbe arrivata a null'altro che ulteriori complicazioni.
    Il mago della role precedente (quello di cui state vedendo i ricordi) ha dato l'uovo a quello di Salvataggio che avevate affrontato con Zarthial e Jill. Per ulteriori approfondimenti random magari mi consulterò con Tira, o magari non ci sono approfondimenti random U.U il motivo per cui è avvenuto questo scambio immaginatevelo da voi, ma per un periodo Aystrel è rimasta sotto il controllo del tizio delle illusioni creato da Tira.
    Quest'ultimo, alla fine della role che avevate fatto voi, aveva detto alla viverna dove si trovava l'uovo. Ma il maghetto ragazzino stronzo (sempre quello di cui state vedendo i ricordi) se l'è ripreso prima che potesse recuperarlo e la viverna quindi è stata costretta a seguirlo di nuovo nel covo sotterraneo.


    -------

    "No! Allontanati!"
    La viverna ora si trovava di fronte a dei cuccioli, rinchiusi nelle loro celle di cristallo, e li scrutava con lo sguardo più terrificante che riuscisse ad ottenere.
    Forse accumulando ciò che aveva passato in tutto quel tempo, forse semplicemente perché riusciva a ingannare anche se stessa ormai, non impiegò molto a far tremare quei cuccioli di spavento. Giovani draghi, viverne, grifoni, elfi e miriadi di altre creature al suo passaggio si raggomitolavano tremanti, consci che se mai fossero incappati nelle sue ire ne sarebbero usciti distrutti nel corpo e nello spirito. Le voci su quella bestia rossa infernale ormai avevano invaso i marci cunicoli, e Aystrel era riuscita in tutto quel tempo a non far del male quasi a nessuno.
    E lui ghignava, perché in fondo in quel modo nessuno cercava di ribellarsi, e tutto era infinitamente più semplice. Se avesse avuto bisogno di far del male a una di quelle bestie l'avrebbe fatto da solo, per il momento era meglio se quella viverna continuava ad esser convinta di avere la situazione fra le zampe.

    --------

    Il flusso di ricordi si interruppe, e Ferglarendir rivolse una vaqua espressione ai presenti, unendo di nuovo le mani sulle ginocchia e stringendo l'uovo.
    "Mi chiedo come ancora quest'uovo possa non essersi schiuso, se è sopravvissuto fino a questo punto è un vero miracolo. Il modo in cui è stato nascosto dopo esser tornato nelle mani del proprietario originale è allucinante"
    Liya drizzò il collo, soffiando verso L'elfo.
    "Oh lo so bene, infatti ho dovuto tirarlo fuori dal dorso della viverna uscita dal primo uovo, che in realtà non è mai stato distrutto. Grazie alle loro illusioni quei due sono riusciti ad ingannare chiunque, specialmente quella viverna"
    Ferglarendir annuì, stringendo le dita con forza.
    "Ciò che volevano fare con quelle creature è... è assurdo amici, non lo potete neanche immaginare. E purtroppo temo non sia finita, tutt'altro" commentò il bibliotecario, ancora assorto nelle sue elucubrazioni e scoperte.
    Liya drizzò le zampe posteriori, alzandosi e dirigendosi verso l'uscita. L'anziano elfo la seguì co nlo sguardo, ma lei non si voltò.
    "Te ne vai già, Liya delle tempeste?"
    Lei rispose senza girarsi, strisciando la coda sul suolo.
    "Credo di aver visto abbastanza. Ci tenevo solo a far capire agli stupidi dei tuoi... amici... che si sbagliavano"
    In fine ruotò il muso verso Zarthial, lanciandogli un'occhiata che racchiudeva tutti gli insulti che le aveva diretto mutati in collera.
    "Se hai il coraggio di mostrarti un vero membro della tua specie, dato che denigri gli umani trasformati in draghi, sappi che potrai trovarmi alla foresta di Ahsnaeris. Ci sarà anche David, così ripeterai a lui ciò che hai detto a me, magari mentre ti riduco talmente male che i tuoi compagni" indicò gli altri con la coda "potranno tappezzare le loro tane con i brandelli delle tue ossa"
    Così dicendo si allontanò tutta fiera e impettita, sghignazzando e ondeggiando la coda con totale indifferenza. Uscita dalla biblioteca prese il volo, diretta verso David.

    Liya è ancora in volo, se per caso Zarthial decidesse di seguirla (scelta sconsigliata dall'amministrazione) è ancora in role, altrimenti esce


    Ferglarendir si alzò, riempiendo un bicchiere d'acqua di fonte dal barile che aveva offerto ai lupi e scolandoselo per umettare le labbra seccate.
    "Quello che avete visto è solo una piccola parte di ciò che ho scoperto leggendo i suoi ricordi" disse, poggiando il bicchiere sul tavolo. "C'è molto altro, ma come avete potuto notare quella viverna è stata una vittima quanto Vinult e il mio caro allievo. Ha solo fatto in modo che voi credeste a tutto quello che non ha fatto, per tenere gli altri al sicuro. E... il resto l'avete visto anche voi"
    Si soffermò poi su Vinult, il maggiormente coinvolto in quella situazione. Aveva omesso qualcosa di molto importante nel trasmettere loro le varie visioni, perché non poteva mostrare a Vinult certi momenti che il mago umano e la viverna avevano vissuto.
    "Vinult... io..." si fermò un attimo, non sapeva come continuare. Nel suo infinito lessico era sicuro di non poter comunque trovare nessuna parola che potesse alleviare il suo dolore. "In questi ricordi c'è anche il giorno in cui tua madre è caduta gloriosamente, e sono sicuro fosse proprio a lei che Aystrel alludeva. Non posso biasimarti per il tuo odio nei suoi confronti, ma ormai è chiaro che
    non era certo nelle sue intenzioni ucciderla"
    Voleva aggiungere altro, frasi su quanto l'odio fosse inutile e noti detti riguardo quanto sciocco fosse il significato della vendetta, ma niente sarebbe servito a qualcosa in quel momento.
    Sperava solo che capissero.

    Edited by Aesingr - 30/1/2018, 04:59
     
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    Tutti, compreso Dabratsch, erano intenti ad osservare le immagini evocate dall'anziano elfo. Erano perfettamente immobili, come se fossero in meditazione. Solo dei leggerissimi movimenti del corpo o dei lievissimi versi gutturali testimoniavano la loro opinione mentre osservavano il susseguirsi delle vicende. Finalmente scoprirono il nome della viverna, Aystrel, di come venne ricattata e di come era contraria a ferire quel grifone. Vinult si lasciò sfuggire un ruggito più forte, quando sentì la viverna rossa alludere a quella dragonessa uccisa, sapendo benissimo di chi si trattava. Zarthial, invece, ruggì quando vide il mago che incontrò sull'Ossidiana d'Argento durante la missione di salvataggio dei prigionieri assieme a quell'umana di nome Gillian.
    Quando il flusso di ricordì terminò, i draghi e i lupi rimasero in silenzio, aspettando che sia Ferglarendir a parlare. Ovviamente tutti rimasero un po' sconvolti da quegli eventi, Vinult in particolare.
    Dopo le parole non proprio rassicuranti, la dragonessa blu prese la via della porta, facendo capire a Ferglarendir che aveva visto abbastanza e lanciando al drago verde una sfida, sottolineando dove l'avrebbe trovata.
    "Non so chi o cosa sia stato a trasformare David in drago ma se lo trovo, giuro che lo distruggo! Il tuo moroso non ha nessun diritto ad assumere quel corpo. Spero che quando arrivi alla foresta tu possa trovare un corpo umano fragile e vulnerabile, senza nessun potere per muovere nemmeno un rivolo d'acqua! E tu non sottovalutarmi, brutta serpe!!!" sbraitò Zarthial all'indirizzo di Signora Lia, facendo seguire un ruggito che fece tremare il pavimento e i mobili della biblioteca.
    Il drago verde fece per seguire la dragonessa delle tempeste e tirarle una sfera di fuoco fuori dalla biblioteca ma Felthsar zampettò con agili balzi mettendosi tra il drago di fuoco e la porta.
    "Caro amico, so che sei un fiero drago di fuoco forte e coraggioso ma calmati e ragiona. Quella bestia è già molto incavolata con noi e una battaglia tra di voi qui fuori non sarebbe una cosa saggia. Inoltre, ti ricordo che siamo qui per Vinult, che è nuovamente scosso per quello che ha visto. Lasciala perdere...lei e il suo moroso dalle false vesti. Non abbassarti al loro livello e pensa che hai con te degli amici veri e con l'aspetto naturale e non creato da qualche magia strana. So che sei agitato e nervoso quindi se vuoi nel pomeriggio andiamo sulla spiaggia dove puoi sfogare la tua rabbia senza il rischio di incendiare foreste, villaggi e biblioteche....che ne dici, Zarthial?" furono le frasi del Maleyes per far cambiare idea a Zarthial.
    "Mio fratello ha perfettamente ragione. Essere coraggiosi vuol dire anche essere saggi, Zarthial" aggiunse Kesya.
    Le parole dei due Maleyes riuscirono a convincere il drago verde a rinunciare ad inseguire Liya e cercò di calmarsi, tornando da Vinult.
    I due elfi erano vicini al drago di ghiaccio e Dabratsch gli stava accarezzando il collo per consolarlo, sotto i palmi delle mani, che tanto aveva usato per curare innumerevoli creature, percepiva con chiarezza la tensione del drago. Vinult abbassò il muso verso Ferglarendir e dai suoi occhi azzurri scesero due grosse lacrime che scivolarono lungo il muso azzurro e si infransero ai piedi dei due elfi, gelide al tatto, come l'acqua con una temperatura prossima a quella di cristallizzazione e contenenti dei minuscoli aghetti di ghiaccio.
    Due lacrime sole, per due dolorose perdite nella vita del drago di ghiaccio.
    "Ho perso mia madre e mio fratello. Zarthial mi ha fatto capire che non era sua intenzione farlo e che voleva concedergli un'ultima possibilità ma Aystrel non mi ha mai fatto capire di essersi pentita. Mi ha sempre guardato con superbia e il fatto di essere soggiogata non è un'attenuante. l'ho vista lì..prostrata alle mie zampe e le ho rivolto contro tutto quello che mi ha fatto."
    Il drago di ghiaccio indicò con il muso l'uovo della viverna che era in grembo all'anziano elfo.
    "Non ho niente contro il cucciolo però vivrà come me, senza una madre. Almeno lui avrà un fratello....a differenza mia...e di Zarthial" sospirò il drago di ghiaccio, ricordando che anche Zarthial aveva perso il fratello di sangue.
    "Ora, saggio Ferglarendir, vorrei vedere dove avete onorato la morte di Xarzith....." concluse Vinult.

    Penso che Felthsar e Kesya abbiano salvato le scaglie e le ossa di Zarthial XD
     
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    Ferglarendir a quel punto decise di alzarsi, non ne poteva più di starsene con le mani in mano. A quanto pareva c'era parecchio da fare.
    "Lo capisco Vinult, non credevo certo che avresti potuto perdonre così facilmente. Quello che provi è giustificato, ma Eystrel ha solo agito per istinto materno provando a difendere la sua prole non ancora nata. Non mi è concesso vedere cos'è successo dopo che quell'umano è precipitato dal suo dorso, ma se ho ben capito sei stato tu ad ucciderla. Sono sicuro che lei stessa l'abbia chiesto, sbaglio forse? Sapeva di non dover sacrificare qualcun'altro per egoismo, e adesso credo sia chiaro anche a te che era pentita di aver cercato di salvare il suo uovo"
    L'elfo inviò al drago una scarica d'energia attraverso le mani, che gli riscaldò le membra ma senza abbassare la sua gelida temperatura corporea.
    Almeno poteva rinvigorire il suo spirito, se non poteva far altro. Chiamò a raccolta anche gli altri, preparandosi ad accompagnarli da Xarzith. Passò in silenzio accanto a Zarthial e a Feltsar, facendo loro strada e dirigendosi fra le strade di Knawr da cui si intravedevano le casupole lignee costruite fra i tronchi degli alberi, tra le chiome dei frassini e sui rami dei larici.
    Giunsero al campo nei pressi del quale la battaglia aveva imperversato con brutale ferocia, dove avevano arso il corpo del drago dei ghiacci per restituirlo al cielo.
    "Ecco Vinult" sentenziò Ferglarendir, con lo sguardo fiero e rivolto verso l'alto, "qui è dove Xarzith ha cominciato il suo grandioso viaggio all'interno del paradiso dei vostri simili"
    Dopo di che restò in silenzio, non aveva molto altro da dire. In realtà c'era parecchio da raccontare, soprattutto riguardo al pericolo che tutti correvano, ma non poteva rovinare quel momento; non avrebbe negato a Vinult la possibilità di ricordare ed onorare il fratello.

    Liya si era fermata; li stava fissando da lontano. Per qualche secondo le sue ali continuarono a perquotere l'aria sottostante, poi riprese il volo per la foresta.
     
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    Vinult si limitò a confermare le parole dell'anziano elfo con un lieve cenno di assenso del muso. Ferglarendir aveva capito tutto riguardo quella vicenda, anche se non era presente di persona. Aveva capito che la viverna aveva concesso Vinult di ucciderla e lui l'aveva fatto, usando il suo naturale elemento per accompagnarla dolcemente nella morte. Aveva scelto appositamente quel modo per non infierire violentemente sul suo corpo, già provato dalla battaglia.
    il drago azzurro di ghiaccio si lasciò sfuggire un leggero verso gutturale quando l'elfo inviò una scarica di energia che rinvigorì in parte il suo spirito; l'anziano elfo era davvero gentile con quel drago triste e provato da mille conflitti esterni ed interni.
    Tutti uscirono dalla biblioteca per raggiungere il luogo dove Xarzith era caduto in battaglia. I due elfi facevano strada, seguiti dal drago di ghiaccio che camminava a muso basso, a sua volta seguito dai due Maleyes. Zarthial era in coda al gruppo e si guardava in giro di continuo, pronto a difendere se stesso e gli altri da un eventuale attacco da quella dragonessa blu che poteva benissimo aver fatto finta di andarsene e poi nascondersi per attaccare Vinult di sorpresa. Mentre zampettavano per le vie lastricate di Knawr, la gente non dava molto peso a quel gruppo composto da elfi, lupi e draghi. La presenza di Ferglarendir, ormai ben conosciuto nel villaggio, confermava che quelle creature non erano li per provocare danni, come aveva invece fatto Liya tempo addietro.
    Quando giunsero al prato che era diventato luogo sacro, Vinult quasi rivide i momenti di quella battaglia dove lui e Xarith combattevano contro Zarthial ed Aidal, entrambi lì presenti ma il drago di ghiaccio non riuscì a vedere il momento in cui il drago di fuoco diede il colpo di grazia al suo gemello, in quanto dovette fuggire dalle grinfie pericolose di Aidal. Ora sia lui che lei erano lì presenti. Sull'erba del prato si potevano ancora vedere i segni neri lasciati dalla grande pira funebre che aveva accompagnato in cielo lo spirito di Xarzith.
    "Vorrei...vorrei rimanere qualche minuto da solo..." disse il drago di ghiaccio ai presenti.
    Zarthial annuì e fece segno agli altri di allontanarsi e concedere al drago di ghiaccio uno spazio intimo per rimanere qualche minuto con sè stesso. Il drago verde e i due Maleyes tornarono sulla strada in terra battuta che passava vicino al prato e rimasero ad osservare il loro amico in silenzio, stando sempre all'erta.
    Vinult si sedette a terra davanti all'erba annerita dalle fiamme, in rispettoso silenzio e con le ali leggermente aperte, dando la schiena agli altri. Di tanto in tanto spostava il muso molto lentamente dal terreno al cielo e viceversa, parlando a mente con suo fratello ed usando l'antica lingua di draghi e Maleyes dell'Ossidiana d'Argento. Il drago di ghiaccio era assorto in una triste meditazione trascendentale per entrare in contatto con l'anima del fratello gemello e della madre che dimoravano sulle stelle. Anche se era pieno giorno, Vinult guardava il punto nel cielo dove si trovava la costellazione del Drago Alato, dove risiedevano in pace tutti i draghi.
    Anche gli altri approfittarono del momento per ricordare i caduti in battaglia, compresa anche la viverna rossa, tanto odiata e malmenata da Zarthial. In quei minuti nessuno osò disturbare il momento di pace e di solitudine richiesto da Vinult e la minaccia della dragonessa delle tempeste era sempre più improbabile.
    Infine, il drago azzurro tornò dai suoi amici, tenendo sempre il muso verso il basso.
    "Buon e saggio Ferglarendir, se ci sono altre cose che dobbiamo discutere sono pronto a sentirle ma vorrei tornare il prima possibile sull'Ossidiana d'Argento e riferire a mio padre quanto accaduto. Anche lui ha sempre voluto uccidere Eystrel per vendicare la compagna quindi ora è giusto che sappia che è suo figlio ad averlo fatto. E dovresti venire anche tu con me, Zarthial. Mio padre deve sapere da te cosa è successo qui. Non credo che sappia che Xarzith è morto." disse Vinult, con voce flebile.
    "Certamente, Vinult, tuo padre deve sapere la verità. Sarò anche disposto a ricevere una sua punizione per avere ucciso suo figlio." rispose il drago smeraldo.
    "Mio padre ha il mio stesso carattere....sono certo che capirà e non ti punirà.".
    Vinult poi tornò dai due elfi e concesse loro un leggerissimo sorriso.

    Come procediamo? Facciamo ancora un paio di turni alla biblioteca dove Fergeccetera spiega il resto a Vinult & company, e poi usciamo? ^^
     
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    L'elfo da prima si allontanò con gli altri per lasciare spazio a Vinult e ai suoi pensieri, alle sue preghiere e qualsiasi altra forma di ricordo nei confronti del fratello, per poi avvicinarsi nuovamente al drago di ghiaccio insieme agli altri. La loro vita era stata tappezzata di sofferenze e di ingiustizie, ma finalmente ora Vinult era salvo e sembrava essersi allontanato in tempo dalle grinfie di quei maledetti. il suo corpo, sebbene in passato avesse pesantemente risentito dei supplizi a cui era stato sottoposto, adesso pareva forte e vigoroso e dava l'idea di aver superato ogni forma di dolore. Sicuramente ne era uscito rinforzato nel corpo e nello spirito, per quanto devastanti fossero stati i suoi trascorsi.
    Disse di voler tornare nell'Ossidiana d'argento, per raccontare tutto al padre, e che avrebbe prima ascoltato quanto l'elfo avrebbe ancora avuto da dire loro.
    "Vinult... ho detto che ci sono molte cose che dovreste sapere, specialmente riguardo all'ultima battaglia avvenuta. Però forse è giusto che tu cerchi di allontanare il più possibile ogni peso legato a quanto accaduto, anche se il vostro odio verso quei bipedi è così radicato che, per una volta, potrebbe essere usato a fin di bene" Fece una piccola pausa, intrecciando nuovamente le dita. "Non avrei mai voluto ammetterlo ma c'è bisogno di forti guerrieri, dalla ferrea volontà e dal cuore sgombro dalla perfidia per poter affrontare ciò che sta per accadere. Per il momento comunque... penso sia più importante che tu torni da tuo padre. A te la scelta se tornare ad ascoltare quello che ho da raccontarvi, che non si può spiegare soltanto con le parole. Non è da escludere che presto anche Knawr si ritroverà coinvolta in un'importante battaglia"
    Detto ciò fece per tornare verso la biblioteca, con le mani ancora giunte in una preghiera nella quale mise tutta la speranza che aveva riposto in quelle creature. Sperava che potessero ritrovare la pace interiore, ma soprattutto sperava di poter contare su di loro se ce ne sarebbe stato bisogno.
    Attese una loro risposta, mentre si incamminava.
    Ok per me nel prossimo post possiamo chiudere, se invece vuoi sentire altro da Ferglarendir basta chiederglielo xD
     
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    I due draghi e i due Maleyes, dopo quel momento di raccoglimento e preghiera, ascoltarono le parole dell'anziano elfo che concesse libera scelta al drago di ghiaccio se tornare da suo padre o restare ad ascoltare ciò che aveva da dire, consigliandogli la prima opzione. Vinult era confuso e non sapeva quale decisione prendere, entrambe erano di estrema importanza.
    Fu Felthsar ad aiutare il drago con cui condivideva lo stesso elemento, con una sua proposta.
    "Vinult, segui il consiglio di Ferglarendir. Sei ancora provato per tutto quello che ti è successo e un periodo di riposo nella tua tana nativa ti farà bene. Poi, quando te la senti e se te la senti tornerai qui ad ascoltare ciò che ha da dirti l'anziano elfo. Io e Kesya rimarremo qui nei paraggi, visto che tira aria di tempesta stando alle parole di Ferglarendir. E io e Kesya siamo, per il momento, i guerrieri adatti a quello che sta per succedere."
    "Sì io sono d'accordo. E' la cosa migliore da fare. Io accompagnerò Vinult alla sua tana per spiegare a suo padre la vicenda e poi si vedrà. Se sento che si accende una battaglia qui, verrò subito ad aiutarvi." fu l'opinione di Zarthial.
    Kesya diede il suo assenso con un leggero movimento del muso.
    Vinult, supportato dai suoi amici, prese la sua decisione.
    "Va bene, mi avete convinto. Torno da mio padre sull'Ossidiana d'Argento ma credo che presto ci rivedremo, Ferglarendir. Grazie per tutto, saggio elfo! Grazie a tutti voi" fu il saluto del fiero drago azzurro, che fece un inchino con il muso irto di corna glaciali.
    "Saggi elfi, fieri Maleyes. Che le stelle vi guidino e vi proteggano sempre! Che la pace regni! Ci rivediamo!" e anche il drago smeraldo congedò tutti alla stessa maniera del suo simile di ghiaccio.
    "Fate buon viaggio!" li salutarono i due Maleyes, agitando la coda. Felthsar e Kesya rimasero fermi ad osservare i due draghi prendere la strada che conduceva fuori città e una volta all'esterno, li videro spiccare il volo. Uno smeraldo e uno zaffiro scintillanti nel cielo sereno, fino a scomparire.
    I due lupi raggiunsero i due elfi che stavano ritornando alla biblioteca, con passo lento e mesto.
    "Saggio Ferglarendir, se possiamo, vorremmo sapere qualcosa di più riguardo a questa prossima battaglia che hai accennato. Abbiamo deciso di rimanere qui per aiutarti in caso di pericolo ma abbiamo bisogno di sapere contro cosa dovremmo combattere" chiese il Maleyes maschio all'anziano elfo.


    Zarthial e Vinult escono. I due Maleyes rimangono. Sono troppo curioso di sapere cosa stai tramando XD
     
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    Zarthial e Vinult erano partiti. Probabilmente in quel viaggio entrambi avrebbero trovato un po' di pace, almeno così sperava, avrebbero avuto modo di respirare un po' di fresca aria di libertà e tranquillità.
    Nel frattempo lui e i due maleyes erano tornati nella biblioteca, Felthsar e Kesya sembravano rimasti con l'intenzione di proteggerli.
    Senza dubbio apprezzava il loro gesto, anche se in un certo senso lo faceva sentire a disagio che si trovassero lì per aiutarlo in un'eventuale battaglia. Lo faceva pensare a ciò che aveva visto in quella mente malata e sporca di sangue.
    Una volta dentro prese posto all'interno della tiepida stanza da cui erano usciti, chiudendo di nuovo la porta. Si sedette per terra, accogliendo anche il proprio giovane allievo elfo, sperando che parlare ancora di quel luogo non lo turbasse più di quanto non lo avesse già fatto.
    "Perché anche voi non tornate qualche tempo alle vostre case? Un po' di riposo non può farvi altro che bene. In ogni caso..." fece, intervallando il tutto con una piccola pausa, "quello che ho da dirvi potrebbe essere tanto come non potrebbe essere niente. Ciò che ho visto in quei ricordi non è chiaro, anche se orribile"
    Inspirò a fondo, prendendo un o' dacqua e versandola in un bicchiere dal barile, passandone un po' anche a Dabratsch. Lasciò la restante nel barile a disposizione dei lupi, se ne avessero voluta un po'.
    "Come ho detto poc'anzi, avete sventato una pericolosa minaccia. Quell'individuo attirava creature con l'inganno o con la forza, con i ricatti o con tutto ciò che poteva servire al suo scopo. Il numero di povere anime che era riuscito a raggruppare era molto più grande, ma alcune non sono sopravvissute e, fortunatamente, altre sono state liberate dalla famiglia a cui apparteneva Crial"
    Nel ricordare il nipote dovette compiere un buono sforzo per non incupirsi ancora, ma riuscì a farlo sembrare niente più che un momento di debolezza.
    "Sembra che la Nebbia argentata e questo gruppo di vigliacchi contro cui avete combattuto un tempo si siano sfidati, e al tempo erano decisamente un numero più nutrito. Infatti fu difficile e non senza perdite anche per la Nebbia, che tuttavia salvò Vinult e Xarzith assieme a tutti gli altri e i due draghi del ghiaccio si unirono dunque a loro. Il punto è che... ciò che volevano fare accumulando e intrappolando tutte quelle creature è veramente preoccupante, perché potrebbe non essere finita qui.
    All'interno delle loro gabbie, a molti veniva sottratta la loro preziosa energia vitale fino a prosciugarli, lasciarli rinvigorire per poi assorbirla ancora. In un flusso continuo e inarrestabile. Mentre su altri... beh... veniva testato il potere di alcuni grandi gristalli di colore viola, da cui usciva un'energia spaventosa. Questa poteva essere convogliata in armi, armature, persino in corpi viventi... e purtroppo tramite i ricordi di quell'umano non è possibile capire fin dove tutto ciò potesse arrivare. Sembra quasi che... non fosse lui che tirasse i fili. Lui agiva ad uno scopo, che tuttavia mi rimane oscuro nonostante io abbia estratto da lui ogni frammento di ricordo della sua vita. È come se, in qualche modo, ci siano ricordi sepolti che neanche la mia magia è in grado di riesumare. Nonostante questo è chiaro che per qualunque motivo agisca e per chiunque lo faccia il suo operato è imperdonabile. Quello che temo è che, come ho detto, non si trovasse lui alle spalle di tutto e che ben presto ci troveremo ad affrontare il vero pericolo, di cui purtroppo so dirvi ben poco. Quello che ho scoperto si limita alle torture e alle follie attuate su quei draghi, quei grifoni, quei cuccioli..."
    Le mani dell'elfo vibravano di rabbia, nonostante l'età in quel momento si sarebbe probabilmente potuto alzare per andare di persona a spaccare la faccia a quei dannati.
    "E inoltre sembra che avessero intenzione di trasferire il potere accumulato da un'altra parte, so che quel ragazzino avrebbe dovuto a breve incontrarsi con un altra bestia della sua specie a cui donare l'energia accumulata. Per questo sono sicuro non sia lui l'unico con cui avremo a che fare, spero sinceramente che non ci sia nessun'altro nelle condizioni in cui hanno dovuto versare il mio allievo e tutti gli altri"
    Si interruppe, senza voltarsi a fissare Dabratsch per non farlo sentire ancor più appesantito dal racconto.
    "Ciò che è chiaro è che così tanta energia non sarà utilizzata per giocare a carte o per costruire capanne, senza dubbio mirano ad un potere enorme per attaccare le grandi città. Che sia questa, Kerus o la Città dei corvi poco ha importanza, con un così grande accumulo d'energia potremmo essere tutti in pericolo. Può anche essere un altro il loro obbiettivo, non sono riuscito a scoprire molto di più mi dispiace. C'è da dire però che il vostro intervento è stato provvidenziale, e perlomeno i loro piani sono andati in fumo"
    Dovette bere un altro sorso d'acqua per umettarsi le labbra, carezzando morbidamente i fili d'erba su cui era seduto e cercando di abbozzare un sorriso.
    "Credo che sarebbe utile tornare da quelle parti, ma non so cosa sia successo dopo che quel mago è precipitato dal dorso della viverna perché i suoi ricordi si interrompono lì. Avete distrutto ogni cosa?"
    Si alzò in piedi, uscendo un attimo dalla stanza e tornando molto velocemente con in mano un libro rilegato in cuoio rosso e nero, lasciandolo chiuso in grembo. La copertina recitava -schiuma e onde-.
    "Giusto perché lo sappiate, il nome di quell'individuo era Ugron (Ugo fantasy xD), ma si sono tutti sempre rivolti a lui con l'appellativo di capo, signore... o... uno strano nome, Nove. Come ho detto ci sono momenti dei suoi ricordi inaccessibili, non credo occlusi dalla magia o avrei saputo estrarli, come quasi non fossero i suoi. Comunque alcune delle persone con cui era in contatto lo chiamavano Nove, come fosse un numero... un nessuno"
    Poggiò i gomiti sul libro, chinandosi in avanti.
    "Per quanto siano complicati i momenti che affronteremo ora sembra che le cose siano tranquille, per il momento. Vi consiglio di riposare, di rilassarvi e di sperare di non esserne coinvolti quando arriverà il giorno delle battaglie, ammeno non siate voi a cercarle"
    Era sicuro che molti di loro, come Zarthial, avrebbero combattuto contro qualsiasi nemico pur di far valere la risposta di quello che, in simili frangenti, poteva esser chiamato come il bene.
    "Anche il compagno di Crial..." continuò Ferglarendir, "anche lui è finito sotto il mio tocco e sono riuscito ad estrarre tutti i ricordi della sua vita di cui lui abbia memoria. Voi non c'eravate ma insieme a Crial hanno attaccato questa biblioteca con l'inganno, anche se a differenza di quei mostri non hanno ucciso nessuno e volevano soltanto appropriarsi di un libro portando il dovuto scompiglio. L'unico a cadere è stato proprio Xarzith, venuto con loro per la missione e trovatosi ad affrontare le nere ombre di Aidal, contro cui purtroppo ha trovato la sua disfatta. Anche nel cercare fra i ricordi di quel ragazzo, il cui nome è Edaron, non ho trovato niente che riguardasse la Nebbia se non alcune informazioni sulla loro tana, alcune delle loro precedenti missioni e i festini che organizzano in allegria con i loro fratelli. A differenza di quello che ho visto fra i ricordi di Ugron non c'è dubbio che Crial e i suoi compagni agiscano in maniera totalmente diversa da quella gente che avete affrontato, non vi è un ricordo in cui Edaron o uno dei suoi alleati abbia ucciso qualcuno dopo essersi unito alla Nebbia argentata. E pensate... prima che accadesse, lui era un'assassino"
    Rimase un po' in silenzio, sospirando con forza e schiarendosi la voce ormai vecchia di decadi.
    "Questo mi lascia sperare che il loro obbiettivo sia ben diverso dal causare sofferenza, certo il furto che hanno attuato qui dentro non è sicuramente qualcosa da lodare ma... ho la sensazione che non sia di loro che dovremmo aver paura"
    Ciò che aveva saputo su Crial, ovvero che pur di salvare quelle creature era arrivato a sacrificarsi, lo facevano ben sperare; almeno lui ed Edaron, per quanto sapesse ben poco di cosa stava accadendo all'interno delle tane della Nebbia, non erano venuti con intenti malevoli.
     
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    I due Maleyes tornarono con i due elfi alla biblioteca e si sedettero in posizione comoda.
    "Potremo tornare indietro, ma saremmo inquieti e in pensiero per voi, amici." disse Kesya all'anziano elfo che suggerì loro di tornare a casa a riposarsi. La lupa del ghiaccio fece capire loro che erano diventati amici che si sentivano un po' in colpa nel lasciarli soli in quel momento di tensione.
    Tuttavia, rimasero ad ascoltare il lunghissimo discorso di Ferglarendir, mentre lappavano di tanto in tanto dal barile d'acqua fresca. A parte i movimenti per bere, i due lupi erano perfettamente immobili, gli occhi vispi a guardare quegli dell'elfo per ascoltare attentamente le sue parole. Era un discorso lungo ed intricato e quello che avevano visto con Zarthial e Vinult era solo la punta della punta dell'iceberg. Mentre parlava, l'anziano elfo sottolineò il loro coraggio e di come avevano mandato a monte i loro piani. Da quel lato, i due Maleyes si sentivano molto orgogliosi di averlo fatto, da bravi guerrieri. Anche se non aveva combattuto in prima linea come loro, anche Ferglarendir aveva fatto la sua parte scavando nei ricordi di chi è passato per quella strada per vedere cosa ci fosse dietro. Il pelo dei due lupi si rizzò nervosamente quando l'elfo spiegò delle infinite torture alle quali erano state sottoposte tutte quelle creature e molte di loro erano morte. Con ogni probabilità c'erano anche dei Maleyes, tra di loro. La medesima reazione dell'elfo fu un tremore delle sue mani, che avrebbero voluto schiacciare e picchiare quei farabutti uno ad uno.
    Dabratsch era visibilmente scosso da quel discorso che gli faceva riaffiorare brutti ricordi e non proferì la minima parola, si limitò a bere l'acqua fresca come faceva il suo simile più anziano e i due Maleyes.
    Ferglarendir, poi, fece vedere ai due Maleyes un libro rosso e nero con un titolo che poco c'entrava con il loro discorso, molto probabilmente l'elfo se lo sarebbe letto per calmarsi e distrarsi. Menzionò anche il nome del loro nemico, chiamato Ugron o anche Nove, e di Edaron, un ragazzo che doveva essere molto simile a Crial.
    Alla fine del racconto, sia Felthsar che Kesya erano un po' confusi. Essendo stati gli ultimi ad entrare nella storia c'erano ancora diverse cose che non capivano ma non se la sentirono di chiedere altre cose ai due elfi, visibilmente stanchi e provati.
    "Saggio Ferglarendir, accettiamo il tuo consiglio di riposarci ma lo faremo rimanendo qui nei paraggi. Come ha detto Kesya, ci sentiamo in dovere di proteggere gli amici come voi Almeno fino a quando non torneranno Zarthial, Vinult o qualsiasi altro nostro alleato in grado di combattere, noi rimaniamo qui. E' come se facessimo un turno di guardia. Se sentiamo o vediamo qualsiasi stranezza, interverremo subito! Grazie ancora per tutto, Ferglarendir e Dabratsch!" disse Felthsar.
    "Che le stelle vi proteggano" aggiunse Kesya.
    I due lupi strusciarono leggermente il muso sulle mani dei due elfi e poi uscirono dalla biblioteca.

    E anche i Maleyes escono ^^ bella role con post belli corposi. ^^


     
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24 replies since 18/10/2017, 17:29   464 views
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