Ghiaccio e metallo

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    il gruppo di spedizione, squadra di ricerca sigma, è composto da i seguenti soggetti:

    Nessuno, pg: Un sai medico con anche facoltà telepatiche, svolge il ruolo di addetto alle comunicazioni e medico di campo.
    Elemento oscurità.

    Nottula, npg: Una Teramin negromante che cavalca uno pterodattilo scheletrico, un quetzalcoaltus per l'esattezza chiamato vecchie-ossa.
    Nottula svolge il ruolo di negromante, medium e addetta alle rivelazioni magiche poiché possiede sensi sovrannaturali al limite della comprensione.
    È molto introversa di carattere e la cosa che più odia è essere disturbata metre lavora visto che ama prendersi i suoi tempi essendo estremamente precisa.
    Indossa una maschera anti gas alchemica a forma teschio di cavallo e un mantello d'invisibilità.
    Elementi: Oscurità e suono.

    Orion 483 (Abe), npg: Chiamato Abe per il suo numero di fabbricazione è un replicato che svolge il ruolo di assistente nella spedizione, lavorando anche come infermiere per Nessuno (il demone sai intendo) e al occorrenza per la sicurezza della stessa estrae il tuo arco per, come dice lui col suo linciaggio robotico; "preservare le condizioni dei membri spedizione come priorità."
    Indossa solo un mantello dell'invisibilità andorixano poiché lo ricopre la pelle-tuta tipica della sua specie e come il resto della sua specie il suo volto è protetto da una maschera meccanica che si apre per permettergli di mangiare.
    Elemento: metallo e atomico.

    Costrutto multiuso aviano 808 (Bob), npg: In maniera analoga ad Abe questo costrutto dal carattere burbero e orgoglioso quanto irascibile, viene chiamato Bob per il suo numero di fabbrica.
    Ha l'aspetto di un grosso uccello antropomorfo di 9 m d'altezza che monta varie armi e strumenti al suo interno tra qui una gru con trivella mineraria in titanio con punta diamantata per aumentare l'efficacia dello strumento d'estrazione.
    Svolge molto compiti nella spedizione, a mo di tuttofare, ma come Abe è un responsabile di sicurezza, Abe inoltre ha un contatto simbiotico con Bob e solitamente lo usa come mezzo di trasporto.
    Elemento: nessuno

    Frost, npg: Un progenie di prima generazione sempre calmo, educato, colmo di charme e rilassati, si crede la persona più cool del universo autodefinendosi come persona "intelligente-cinica".
    Possiede un potere elevato e attualmente ha la forma di una specie di tigre bianca (è albino) umanoide alata con indosso una tunica nera corta con maniche larghe, pantaloni in stoffa elfica, protezioni in metallo nero, una maschera a gas alchemica a forma di testa di corvo e un mantello d'invisibilità Andorixiano.
    Elemento: Ghiaccio e natura


    Il vento sbatteva impietoso sulle steppe artiche che celavano un misterioso componente: Il ghiaccio rosso, che a quanto pareva nascondesse caratteristiche uniche per chi si raccapezzava di alchimia.
    Il vento spingeva la neve che cadeva con forza, una tormenta di neve che fortunatamente non era di alta intensità spazzava le lande gelide, ma agli intrepidi ricercatori della squadra di ricerca sigma affrontavano la tempesta per il bene di tutti perseguendo la ricerca di un nuovo materiale che se impiegato nel nome della scenza avrebbe reso immortali loro nomi.
    I cinque membri della spedizione sorvolavano in fila indiana la pianura spazzata dalle raffiche, mentre il replicato, chiamato affettuosamente Abe dal resto della truppa, faceva da navigatore agli altri.
    "tra trecento metri svoltare a destra."
    Disse l'essere ad orologeria con il suo carattere da mattone.
    "uffa! Le mi ali si arrugginiranno con questa tormenta di neve."
    Si lamentò il suo migliore amico e attuale cavalcatura, il costrutto invece ribattezzato bob, che portava il replicato sulle sue possenti spalle mentre volava insieme agli altri.
    "Dai Bob che ci siamo, tieni duro un altro pò."
    Disse telepaticamente al compagno meccanico il sai chiamato Nessuno, che li seguiva con le sue ali piumate.
    Gli abiti indossati dal demone e la maschera da cerusico erano spaventose, ma mai come la Teramin subito dopo di lui.
    Ella aveva addosso una maschera a forma di teschio di cavallo e la sua cavalcatura scheletrica costituita dalle ossa fossilizzate, poi rianimate necromanticamente di un Quetzalcoaltus, un enorme pterodattilo che solcava i cieli come milioni di anni prima come faceva allora ridotto al osso.
    Quel oscuro cavaliere di bestie d'ossa era una Teramin femmina chiamata Nottula era una necromante esperta, solcava silenziosa le lande insieme ai suoi amici, avvolgendosi stretta nel mantello con i tentacoli in fondo alla coda mentre cavalcava il suo mostro redivivo, tenendo le zampe, con lunghi spunzoni ossei, infilati nella cassa toracica vuota del quetzal scheletrico.
    L'ultimo che chiudeva la fila era il capo spedizione; un progenie in forma di creatura felina alata simili a una tigre siberiana umanoide dalle ali di una civetta artica.
    Si chiamava Frost e con pacata calma volava nella tormenta che fortunatamente si stava attenuando volando con gli occhi socchiusi per via della gora e i fiocchi di neve che gli tempestavano la faccia pelosa scuotendone le vibrisse.
    Frost era impaziente, non vedeva l'ora di giungere nella zona del rilevamento del composto misterioso: Il ghiaccio rosso o ghiaccio di sangue.
    Nessuno del gruppo però sapeva ancora che non sarebbero stati soli, poiché qualcuno si aggirava come loro in quel freddume unico.

    Edited by Aesingr - 6/8/2018, 00:51
     
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    Rek viene da... da nessuna parte. Prima role anche se ipotizzo che prima o poi farò ci sarà la role in cui arriva nell'isola... così perché sì ^^"

    Era un po' di tempo ormai che Rek era arrivato a Kengard. Si era stabilito nei dintorni di Knawr, così che potesse raggiungere la cittadina ogni volta che lo desiderava. Anche se inizialmente era stata quella biblioteca così ricca di storie a calamitare tutta la sua attenzione, aveva scoperto ben presto che erano stati i suoi abitanti a conquistarlo e convincerlo a rimanere in zona: per quanto i libri custodissero un'infinità di racconti, leggende e miti, Rek riteneva che fosse mille volte meglio sentirli raccontare da qualcuno piuttosto che leggerli su una fredda pagina di carta, e i cittadini di Knawr non solo gli erano sembrati disposti a raccontare ma pure aperti ad accogliere le sue storie.
    Un giorno, entrando in un taverna in cui un cantastorie elfico spesso bazzicava, finì per ascoltare una delle tante storie che circolavano riguardo la Tundra del Bianco Meriggio. Il racconto dell'elfo era appena cominciato, ma l'arrivo del drago indusse il cantastorie a ricominciare da capo (non per cortesia, eh: cercando di avvicinarsi Rek era goffamente andato a sbattere contro metà delle panche della sala comune, e tra un tonfo e l'altro l'elfo finì per perdere il filo del discorso ^^"). Aveva ascoltato e memorizzato ogni parola uscita dalla bocca dell'elfo, ma Rek non ritenne troppo soddisfacente la conclusione vaga che l'elfo aveva proposto.
    < Secondo te la biblioteca ha qualche testo per poter approfondire l'argomento? > chiese Rek quando fu uno degli ultimi a rimanere intorno al cantastorie.
    L'elfo si grattò la tempia con espressione pensierosa, prima di scrollare le spalle.
    < Beh, perché no? > era stata la semplice risposta. A quella era seguita la richiesta di comprargli qualcosa da bere per schiarirsi la gola dopo aver parlato così tanto, ma Rek era già scappato all'esterno (rovesciando l'altra metà delle panche ^^"). Anche se fosse rimasto, tanto non aveva un soldo bucato.
    Nonostante la fretta, Rek non si diresse verso la biblioteca. Spiegò le ali, si alzò in volo e fece qualcosa che nella sua testa sembrava molto più sensata: si diresse verso la Tundra per andare a scoprire di persona quale fosse il suo segreto.

    Arrivato alla Tundra, tuttavia, si accorse ben presto che la cosa non sarebbe stata tanto facile quanto aveva pensato. O meglio, si era aspettato che volare sopra un altopiano costantemente innevato potesse - come dire - gelargli le ossa se non peggio, ma solo una volta arrivato aveva capito chi in quel posto fosse davvero il suo nemico: non il freddo a cui non aveva problemi a resistere, ma era la neve ad essere il vero problema.
    < UUUUUFFFFFFFAAAAAA! > gridò al nulla, super-mega-uber-infastidito da tutto quel candore.
    Non era tanto la neve a terra che gli rendeva difficile procedere, ma era quella che vorticava nel cielo che aveva cominciato ad odiare con tutte le sue forze. Entrava dappertutto, nelle narici, negli occhi, in bocca... per la prima volta in vita sua desiderò avere una membrana nittitante come i suoi cugini acquatici! Non stava volando tanto alto rispetto alla coltre nevosa a terra, ma tra la neve che scendeva fitta davanti a lui e quella che gli finiva negli occhi, la visibilità era quasi nulla. L'unica consolazione era che solo lui poteva essere tanto scemo da volare in quelle condizioni, sicché a meno che non comparisse una montagna all'improvviso era pressoché impossibile che si scontrasse contro qualcos...
    Aveva fatto in tempo appena a formulare tale pensiero, che subito si rivelò assurdamente inesatto: qualcosa... QUALCOSA - manco il dio che regolava quel posto poteva avere idea di che cavolo fosse - ... quel qualcosa gli finì addosso (non lui era finito addosso, eh, sia mai). L'impatto fu troppo repentino per capire cosa fosse successo, aveva avuto la strana sensazione di aver impattato contro rami o ossa (ossa? Nah dai... che ci facevano a trenta metri d'altezza?), ma nessuna delle teorie che riusciva a formulare avevano un po' di senso... nemmeno per lui. E lui era il genio che volava in mezzo ad una dannata tormenta di neve!
    Ruzzolò a terra, ma fortunatamente la neve attutì l'impatto e non si fece alcunché. Il contatto improvviso con quel freddo biancume, però, lo intirizzì un poco. Si alzò e cercò di scrollarsela di dosso.
    < Ehi? TUTTO A POSTO? > gridò, cercando di intravedere qualcosa tra un fiocco di neve e l'altro.
    Sperava che non avesse fatto troppo male a quel... qualunque cosa fosse che gli era finita addosso.

    Eccomi Master... allora, non so se si era capito, ma Rek è finito addosso a Nottula e la sua cavalcatura. Non credo che si aggiungerà nessun altro, sicché a te la palla ^^
     
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    Entro con Sebulkron, che viene da : ...
    Mi sa che forse questa role penso dopo a quando collocarla cronologicamente nella storia di Sebulkron

    Tormenta di bianco furore; molte creature disprezzavano il suo gelido abbraccio, egualmente, esistevano esseri che ricercavano con brama le tempeste artiche, tuffandosi incauti nell'iracondo candore.
    La bufera, nonostante la potenza, non riusciva ad occultare nel suo manto una titanica ombra incombente a parecchie decine di metri dal cielo.
    I piccoli fiocchi di neve accumulati con fervore sulla superficie della Tundra, lasciavano rischiarire le forme sinuose e arcuate della creatura.
    Qualcosa di simile a un gigantesco cranio incurvato, con due protuberanze aguzze alla sua estremità, donava un brivido di insano terrore alla sagoma in cielo.
    Ali confuse con il bianco della tormenta planavano in una direzione precisa, accompagnando l'essere in una discesa lenta e solenne.
    Le forme vennero schiarite dal bagliore riflesso del ghiaccio, rivelando un drago albino col volto segnato da un'esperienza centenaria.
    La fremente curiosità che l'aveva spinto a posarsi al suolo veniva da una marcia di singolari figure alquanto curiose, in decisa marcia nella Tundra. Li vide imbrigliati fra i fiocchi di neve a pochi passi da lui. La tormenta non ne aveva di certo nascosto la stazza mastodontica, rivelandone la presenza ad occhi indiscreti.
    "Se vestissi la maschera dell'inganno sarei umiliato e spazzato via dallo stesso elemento che pulsa nel mio cuore. "
    Pensò lui.
    Rimase in silenzio con i nervi sintonizzati al battito della bufera. La mente fremette nell'intravedere una creatura simile a lui cozzare con violenza verso le ombre nella tempesta glaciale.
    Udendo uno squarcio di voce, il drago cominciò a muovere i primi passi, indirizzandoli verso l'anonimo groviglio di ombre.
    Di rado intravedeva esseri senzienti avventurarsi nelle distese artiche col suo medesimo, temprato ardore.

    Edited by Vulnus Bone - 19/2/2018, 22:55
     
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    ottimo! Ora ci divertiamo

    Nessuno del gruppo in mezzo a quella tempesta di certo non si aspetta di trovare qualcuno in mezzo a quella bufera.
    Nottula si era ritrovata quasi a cadere da una trentina di metri per l'impatto con il drago, ma non era di certo colpa sua, in quella tormenta si faticava a vedere a un palmo dal naso, fortunatamente il drago sembrava solo un pò contuso, mentre il Quetzal di Nottula era bello resistente, quella botta non bastava a rompere quelle ossa alterate alchenicamente per essere dire come acciaio.
    "TUTTO BENE DRAGO!?"
    Fece la Teramin negromante a gran voce per sovrastare il rombo del vento furioso, che inclemente sparava i fiocchi di neve sulle loro carni.
    "chi è?"
    Chiese Nessuno il demone alla Teramin.
    "un drago, si deve essere perso."
    Rispose la Teramin usando il cristallo oscuro che portava al collo per comunicare l'informazione al demone cerusico.
    ASCOLTA! LA TEMPESTA È TROPPO FORTE! VIENI CON NOI! CERCHIAMO UN RIFUGIO IN ATTESA CHE FINISCA!
    Urlò al drago sperando che capisca.
    Non era da Nottula essere gentile in quel modo, ma per empatia non voleva essere persa nella tormenta come quel drago e sperava li avrebbe seguiti al campo.
    Tanto quella ricerca non era top secret, era una semplice ricerca alchemica e bisognava avere cameratismo in mezzo a quelle difficoltà.
    Nottula coi suoi sensi percepiva au altra presenza, ma era troppo distante ora e poteva benissimo essere un Wendigo, un drago di ghiaccio o un grifone delle nevi a caccia e se così fosse avrebbero solo dato fastidio a quel essere se lo avessero disturbato forse.
     
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    Rek si scrollò frettolosamente la neve di dosso e sentì una voce non troppo distante. Lieto di non aver ucciso nessuno, si diresse in quella direzione, balzando sulla neve alta come un cucciolo un po' troppo cresciuto. Solo quando la voce si fece abbastanza vicina cominciò a strascicarsi in avanti in maniera vagamente più elegante, così da non seminare schizzi di neve in ogni direzione.
    Quando fu ormai arrivato vicino alla fonte della voce, quella non accennò a calare di tono. Si grattò il muso un po' perplesso, ma vedendo le sue zampe bianche si rese presto conto che non era esattamente il posto migliore per individuare un drago completamente bianco.
    < Oh, salve! > disse, alzando una zampa in segno di saluto e diventando nero per qualche secondo e attirare la loro attenzione.
    Nessuna delle creature che gli si presentò davanti apparteneva ad una razza di sua conoscenza: c'era chi sembrava una capretta, chi invece dava l'idea di essere strana marionetta metallica, c'erano strani quadrupedi mai visti prima e assurdi mostri d'ossa... l'unico che aveva una vaga parvenza umana gli dava, però, la sensazione che tanto umano non doveva esserlo. Cosa ci faceva un gruppo così variegato in giro per il mondo? Lì in mezzo ad una bufera di neve? Rek inclinò la testa di lato, chiedendosi se la loro presenza potesse essere in qualche modo spiegata con quel simpatico racconto che aveva sentito in quel ridente villaggio umano poco prima di raggiungere quella fantastica isola...
    < Quindi voi, uh, voi siete il circo per caso? >
    Era quello che si chiedeva in quel genere di situazioni? Sì dai. *spallucce*
     
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    La tormenta soffocava il suono dei suoi passi aggrovigliati nella neve. Nell'iracondo soffio della bufera due punti azzurri risaltavano sulle sfumature di ghiaccio, guidati dal vociferare di una qualche intelligenza.
    Il velo si fece sempre più nitido, tanto che il drago riuscì a distinguere le sagome sparse nella nebbia glaciale.
    Intravedette l'esatto numero di creature che sostavano dinanzi alla sua stazza possente. 3 umanoidi, 2 volatili, un quadrupede e un drago.
    Uno degli individui forgiati dallo stampo umano, dava l'impressione di essere un pregiato golem, nato dal ferro invece che dall'argilla. Lo stesso retaggio sembrava marchiare uno dei volatili, grande come un gigante del Nord.
    Il quadrupede vantava forme ondulate, percosse da una folta pelliccia. Una maschera da puledro copriva i lineamenti del volto.
    Ad accompagnarlo come cavalcatura vi era un animale alato, monito dell'antichità. Larghi arti alari scheletrici, un lungo muso da pellicano e arcuate gambe scimmiesche. Solo le ossa rimanevano a dare forma a quel derelitto di un era finita.
    Uno degli umanoidi risplendeva di fattezze feline. Il suo pelo d'avorio si sarebbe fuso completamente con le cataste innevate, se i suoi abiti non avessero stonato quel pensiero.
    Qualcosa di simile a un macabro guaritore dagli abiti corvini chiudeva il lugubre sipario.
    Infine, il drago che si era manifestato vantava un timbro vocale ancora giovanile, e delle squame di una tonalità incerta. Diverso nell'età e nell'aspetto dal titano artico che vagabondava nella bufera.
    "Il respiro della tormenta porta doni curiosi."
    Commentò il drago dei ghiacci, rivelandosi.
     
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    Il gruppo si era visto ad atterrare.
    Nottula non gradiva quella interruzione della loro missione, ma doveva fare buon viso a cattivo gioco.
    "Circo? Quale circo? Guarda che siamo dei ricercatori!"
    Fece la Teramin piuttosto contrariata.
    Sopraggiunse anche il drago del ghiaccio che la Teramin aveva percepito prima.
    Arrivò vicino ai due draghi Frost sorridendogli carismatico per rabbonirli.
    "Salve, sono Frost, il direttore del circo... Cioè volevo dire il capogruppo di ricerca e questa è la mia allegra brigata!"
    Fece il tigrotto alato bianco presentandosi serafico e goliardico come sempre.
    "Allegra tua sorella! Mi sto ghiacciando il culo a stare qui in mezzo al nulla!"
    Commentò la Teramin scontrosamente contrariata.
    Infatti quella burbera negromante, esuberante tanto quanto i suo strampalati compagni di viaggio, agognava solo raggiungere il sito di ricerca e mettersi al caldo, lontano da quel vento gelido e quei dannati fiocchi bianchi.
    Senza contare che Nottula non era mai contenta, d'inverno per lei faceva troppo freddo, ed'estate troppo caldo, insomma una lagna perpetua.
    "ti lamenti troppo, non fa così freddo secondo me."
    Rispose telepaticamentela capra, cioè il demone avvolto in un costume da cerusico allegro e dispettoso come sempre, soprattutto nei confronti di Nottula.
    "forse per te che come quel gattone alato puoi lavarti nelle gelide acque del Coginto infernale senza problemi, ma le persone sofisticate come me sono ben più sensibili!"
    Concluse la Teramin scontrosa mentre Bob e Abe evitavano di parlare per non incombere nell'ira della Teramin negromante.
    Decisamente non si cominciava bene, probabilmente quello era davvero il circo.
     
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    Rek non si riteneva un drago esperto del mondo. Aveva lasciato la foresta nel quale era nato e cresciuto da troppo poco tempo per poterlo affermare, ma ogni giorno si impegnava a conoscere qualcosa di nuovo con l'obiettivo di crescere sempre di più. Tuttavia, quando quelli gli dissero di non appartenere a nessuno circo ma di essere dei ricercatori, Rek non aveva la più pallida idea di cosa significasse. "Ricercatori"? E cosa ricercavano? Si sedette vagamente perplesso sulla neve gelata e inclinò la testa di lato, come se la nuova prospettiva potesse spiegargli meglio la situazione. Come c'era da aspettarsi, non funzionò.
    Un drago azzurro che... non puzzava di pesce (?) gli si avvicinò, annunciò una qualche criptica frase a cui Rek rispose guardandosi intorno sempre più perplesso, domandandosi se tra un fiocco di neve e l'altro dovesse schivare qualche dono di più solida consistenza. Con una scrollata di spalle si concentrò sul gruppo che aveva davanti, ritenendo che pure il drago appartenesse al circo (magari era a lui che gli era finito addosso e per questo proveniva da un'altra direzione, lì in mezzo al niente non gli sembrava così sensato aver incontrato qualcuno, figurarsi due diversi party!). Per qualche secondo si chiese quale ruolo ognuno di loro avesse nello spettacolo, ma il direttore si presentò. Frost, disse di chiamarsi: era l'umanoide che a primo acchito aveva scambiato per umano. Ripensandoci, forse aveva troppi peli in faccia... e pure quelle ali sembravano di troppo...
    < Io mi c... > cercò di presentarsi.
    Ad interromperlo, fu la stessa che cercava di fargli confusione parlando di ricercatori: una creatura a quattro zampe con una strana... faccia. Rek aspettò pazientemente che tutti finissero di discutere tra di loro prima di tentare un nuovo approccio e presentarsi.
    < Io sono Rek... - riuscì a dire infine - avevate parlato di un rifugio poco fa? Anche a me si sta... ghiacciando il culo a stare qui in mezzo al nulla. >
    Se tra di loro le persone sofisticate parlavano in questa maniera, allora anche lui non voleva essere da meno. Anzi, era sicuro che li avrebbe sorpresi dimostrando tutto il garbo di cui era capace.
     
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    Il suo simile, prima confuso nel bianco e nell’azzurro della Tundra, fece uso di un lessico che stonava con il prestigioso lignaggio che lo caratterizzava.
    Divaganti discorsi arrivarono all’orecchio del drago. Il volto di lui trattene una maschera d’apatia, nel mentre che si rivolgeva ai presenti.
    “Voi che non siete nati nella morsa del freddo invernale trovate insidiose queste terre.”
    Il muso arcuato si rivolse al cielo, contemplando la forza maestosa della bufera. S’incurvò nuovamente verso i presenti, pronunciando poche parole con voce austera e imponente, capace di zittire il fischio della tormenta.
    ”Perdonatemi per avere obliato i convenevoli. Sono Sebulkron, Brezza del Settentrione.”
    Lo sguardo del drago roteò verso il quadrupede privo di occhi. Nella sua mente una fremente curiosità andava a dilagare. Lui stesso non era giunto nel deserto di ghiaccio per godere del panorama o fronteggiare audacemente la furia della natura.
    “ Queste lande innevate celano di certo molti segreti. Spero che la suddetta brigata non tratti con egoismo le proprie scoperte.”
    Fece Sebulkron quasi con tono di domanda.
    “Anche la mia mano viene guidata dalla ricerca della conoscenza, potrei affiancarmi al vostro gruppo?
    Le incolte pianure d'avorio sanno dimostrarsi crudeli durante simili bufere, ma io sono nato e cresciuto nel loro grembo, non ne temo le insidie.”
     
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    Frost sorrise ai nuovi arrivati che si offrivano di seguirli, il progenie non aveva nulla in contrario.
    "Noi siamo qui per studiare uno strano materiale, dall'insolite caratteristiche alchemiche.
    Lo chiamano il ghiaccio rosso.
    Volentieri vi lascio venire se ci date una zampa a portare giù un pò di roba che abbiamo lasciato nella zona dove faremo la stazione di ricerca.
    Volevamo mettere delle tende in superficie, ma vista la tempesta il nostro caro costrutto lì con le sue trivelle creerà un rifugio nel ghiaccio.
    "

    Spiegò il progenie indicando il colossale costrutto... Decisamente gigantesco, che rispose con un cenno del capo per poi presentarsi.
    "oh si, posso farlo, saprai farlo si con Bob! Io sono il costrutto aviano multiuso 808, o appunto Bob per gli amici, mentre la bambola metallica inquietante sulla mia spalla è l'esemplare di replicato Orion 483, noto a noi come Abe, non parla molto, ma è una brava bambola.
    È un piacere fare la vostra conoscenza."

    Fece il costrutto con un inchino imitato da Abe, che stava sulla sua testa, i due erano in perfetta simbiosi e avevano modi molto educati essendo dei servitori oltre che dei guerrieri.
    "io invece sono Nessuno, il sai cerusico e medico di campo della spedizione, piacere piacere piacere! Hihihihi!"
    Fece il demone sai, fin troppo allegro (e creepy-puccioso), stringendo una zampa di Rek che gli era già vicino da prima, facendogli inoltre capire subito con che svitati aveva a che fare.
    I quattro sembravano molto felici d'avere due nuovi aiutanti, almeno per ora, ma il quinto membro di quella bislacca ciurma li scrutava con sospetto, in uno sguardo senza occhi ma comunque espressivo.
    I suoi compagni si comportavano in modo fi troppo amichevole verso quei draghi e gli volevano lasciare fare quello che volevano.
    Lei non si fidava dei due draghi, che potevano essere spie o sabotatori.
    Lei non avrebbe abbassato la guardia, fino a quando i due non avrebbero dato motivo per essere meno sospettosa almeno.
    "Si si... Beh, anche se non possiedo occhi sappiate che sento ogni cosa, e sopratutto non prendetemi in giro per il mio aspetto! Sono una Teramin, e non m'importa se non ne avete mai visto uno! Sono una signora raffinata ed esigo d'essere trattata come tale."
    Fece lei esasperata, lamentandosi come una bambina a parere di Frost, e non solo, che cercava di trattenere le risate; Nottula era uno spasso coi suoi modi eccentrici e il resto.
    Il progenie trovava molto carina quella creatura cieca, sopratutto quando si arrabbiava o sclerava. Il progenie voleva solo coccolarla quando la teramin faceva i capricci così, ed'era pulciosissima coi suoi inutili tentativi di mostrarsi odiosa per essere lasciata tranquilla, quando in fondo era molto dolce.
     
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    Rek non capì granché di quello che i tizi si dissero o forse non ci fece più di tanto caso. Ormai si era focalizzato sull'idea del circo e nessuno (non Nessuno) avrebbe potuto distoglierlo da tale scemata, manco se avesse tentato di ripetergli un centinaio di volte quanto l'idea fosse demente. Ascoltò pazientemente il drago azzurro che chiese al circo se poteva unirsi a loro per cercare segreti in compagnia in cambio della sia conoscenza della zona (sicché non doveva appartenere allo stesso gruppo come inizialmente Rek aveva immaginato, ma come lui doveva essersi imbattuto con loro solo per caso... o meglio, lui li aveva incontrati super-a-caso, Sebulkron era nel suo ambiente naturale).
    Il direttore del circo, invece, illustrò quali erano i loro scopi laggiù e chi fossero i vari membri dell'allegra brigata. Gli indicò un enorme uccellone che non appariva fatto di carne ma di metallo. Nome: Bob. A quanto pareva era il tuttofare della compagnia, si doveva occupare di piantare il tendone/stazione di ricerca (uh, non era un po' strano per un circo andare in una zona tanto desertica? Mah, chi era lui per giudicare? Era la prima volta che li incontrava...). Appollaiato sopra di lui c'era una seconda figura, chiamata Abe, che imitò l'inchino del suo compare. Rek inclinò la testa di lato, leggermente confuso. L'incertezza durò qualche istante, poi gli sembrò di capire: Bob doveva trattarsi anche del ventriloquo o qualcosa di simile, altrimenti perché definire Abe una bambola? Dalle poche info che aveva ricevuto su quel genere di gruppi, Rek aveva capito che fossero molte le figure indispensabili e riteneva più che giusto che per coprirle tutte il loro numero limitato li costringesse ad interpretare più di un ruolo.
    Il secondo (o terzo? Boh) che si presentò fu uno strano essere che gli shakerò la zampa, presentandosi come Nessuno. La creatura diceva di essere un medico, ma da quella risata finale e quel gioco di parole nel nome, a Rek venne il sospetto che si trattasse pure del pagliaccio, anche se... probabilmente loro dovevano fare ridere e Rek non riusciva a fare a meno di giudicare quella bianca creatura vagamente inquietante [...e intanto Ness si sta leggendo la mente di Rek e inizia a reputarlo più scemo di Aes XD].
    L'ultima a presentarsi fu la signora sofisticata e raffinata. Con lei non c'erano dubbi: era la domatrice di bestie, come si evinceva dal modo con cui si rapportava con quello scheletro appena dietro di lei.
    < Io sono... Rek. - ripeté, cos'altro doveva rispondere a tutte quelle presentazioni? Boh - Io... mmh, io non raccolgo segreti o ghiaccio ma sono a caccia storie, fintanto che la vostra ricerca sarà interessante sarò più che lieto di darvi una mano. >
    Si guardò intorno per qualche secondo.
    < Così... ehm, non avete nessun giocoliere? >
     
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    Per anni gli occhi cristallini di Sebulkron avevano sorvegliato le guglie ghiacciate, ma mai si erano meravigliati con la visione del ghiaccio rosso.
    Alla penultima nota della spiegazione stornellata dalla tigre, il tono del drago s'incurvo serioso, mantenendo in volto la sua naturale indifferenza. Leggeva una certa insolenza in quei tenebrosi individui.
    "Offrirò il mio aiuto, ma non vi aspettate che diventi il vostro mulo da soma."
    Il lungo collo del drago si rigirò verso una balaustra collinare che spiccava nella tormenta di neve.
    "Dunque avete bisogno di un rifugio per le vostre membra di carne e acciaio, così da meditare sul proseguimento della vostra spedizione.
    Questo è un ausilio che posso offrire."

    Il drago cominciò ad avanzare a passi solenni quanto autoritari. La tonalità albina della corazza che correva sulla di lui pelle lo rendeva un tutt'uno con la tormenta.
    Gli occhi erano fissi sulla distesa gelata, nel mentre che le squamose dita artigliate sembravano tastare il suolo.
    Avanzò per una quindicina di metri, prima di fermarsi, percosso da un fremito. Le grandi ali da chirottero si schiusero sulla sua schiena, rivelando la membrana azzurra. Come trasportato dal respiro impetuoso della tormenta, il drago si librò in aria.
    Incrinò il muso in avanti, nel mentre che uno sfolgorante accumularsi di saette luminescenti si concentrava nelle sue zanne. Crebbero d'intensità, fino a diventare radiose come una lanterna indemoniata.
    Sebulkron rigettò quella potenza al suolo, sovrastando la tormenta con l'eco del tuono.
    Il luminoso getto di energia elettrica scavava nel ghiaccio, sgretolando le massicce pareti cristalline.
    Il fascio di energia sbiadì, richiudendosi all'unisono delle fauci di Sebulkron.
    Col crollo nel sottosuolo si andò a formare un modesto cunicolo, abbastanza grande da permettere a tutti i membri del circo, esordienti e veterani, di sostare lontani dalla furia dell'inverno.
    La neve ribolliva per la fulminante potenza con cui il drago aveva colpito, presto quell'anomala temperatura sarebbe stata zittita dalle pesanti condizioni climatiche.
    Elegantemente Sebulkron rivolse un gesto di accomodamento verso il raffazzonato rifugio, dando lo sguardo al gruppo.
    "E' un'opera grezza, ma spero gradiate ugualmente."

    Edited by Vulnus Bone - 29/3/2018, 17:19
     
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    Non c'è pace per certi morti...

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    Frost fischiò sorpreso, il progenie non s'aspettava che il drago riuscisse a creare un rifugio, tantomeno di quelle dimensioni.
    Aveva affermato di non volerli aiutare a portare giù i bagagli, ma non voleva dire che non li avrebbe aiutati e in vero era stato così.
    "Oh, tranquillo drago del gelo, ci hai reso un servigio ben più grande del portare qualche valigia.
    Ora Nottula scansiona il perimetro e dimmi con l'ecolocazioni, dobbiamo sapere distanza, profondità del sito e la direzione in qui si trova."

    Fece Frost entrando nel rifugio, dove generò un cubo di ghiaccio dove mise sopra una mappa, una bussola e qualche altro strumento di localizzazione e misura cartografica, mentre Teramin lo segui e affondò nella neve gli artigli venendo scossa per un attimino da un brivido per il freddo.
    La neve si prestava bene per le zampe della Teramin, ma non amava quel gelido abbraccio, scansionò in fretta l'area emettendo gridi inudibili verso la neve e cercò la locazione della caverna del sito di ricerca.
    "ok, verso nord ovest a tre gradi verso nord per esattezza.
    Quindici metri di profondità e sessanta tre in lunghezza."

    Fece la Teramin professionale estraendo poi le zampe dal terreno.
    Bob sapeva già che fare: Estrasse le trivelle e iniziò scavare verso il sito creando un tunnel nel ghiaccio.
    "bravo ragazzo, è così che ti voglio: Intraprendente."
    Fece il progenie che si copriva dai getti di neve delle trivelle che sprofondavano nel ghiaccio.
    "Faccio solo il mio dovere signore."
    Disse fieramente il costrutto perforando il ghiaccio che si scioglieva ed evaporava per la forza di frizione della trivella che la rendeva incandescente persino sul ghiaccio.
    Il bestione in un ora avrebbe completato un tunnel abbastanza largo da permettere a un drago di attraversarlo comodamente.
    Il demone cerusico intanto si avvicinò a Rek che si stava praticamente presentando a nessuno perché erano tutti impegnati.
    "perdonali: Sembra che t'ignorino, ma sono solo impegnati a... Montare il tendone, eheheh! Comunque è un piacere fare la tua conoscenza e no, il giocoliere ci manca, hihihi!
    Fece il demone tenero e coccoloso quanto inquietante e spaventoso, per certe persone.
    Il sai comunque voleva essere gentile con il drago e parlare con lui visto che non aveva nulla da fare fino a quando qualcuno si faceva la bua non aveva da fare molto se non mandare qualche messaggio telepatico tipo: "ciao amore, si siamo arrivati.","no piccolo Jimmy, tranquillo se arivano i wendighi li picchio." O "si mamma, tranquilla ho mangiato." E cose del genere, cioè solita rutine.
     
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    Rek rimase ad osservare quello che avveniva attorno a lui con una tranquillità paradossale considerando che non riusciva a spiegarsi assolutamente una mazza di quello che aveva davanti agli occhi. Pacatamente guardò l'altro drago, dapprima allontanarsi, poi alzarsi in volo. Socchiuse gli occhi per distinguere meglio le sue squame chiare dal candore che gli vorticava attorno, chiedendosi cosa avesse in mente e dove avesse intenzione di andare. Quando ormai disperava all'idea di riuscire a seguire il suo percorso, una pioggia di fulmini cominciò a riversarsi a terra, sempre più fitti, con una potenza sempre maggiore, che avevano tutta l'aria di voler raschiare via tutto lo strato superficiale di neve e ghiaccio. Rek si alzò di scatto, pronto ad alzarsi in volo e scappare da quello strano fenomeno meteorologico nel caso si fosse espanso anche nella sua direzione. Solo quando il tutto terminò, rapido come era cominciato, Rek ricominciò a connettere e perfino lui si diede dell'imbecille, soprattutto quando l'altro drago si avvicinò di nuovo al circo tutto gongolante per l'opera appena compiuta (nah, non gongolava, ma l'invidia di Rek schizzò alle stelle quando Sebulkron definì "grezzo" il suo lavoro). A sua discolpa, dal modo in cui si era atteggiato in quel gelo, aveva pensato che Sebulkron fosse un drago di elemento ghiaccio e quello sfoggio di forza lo aveva vagamente preso alla sprovvista.
    Poi fu il turno del circo ad essere incomprensibile. Il direttore ordinò random-ordini a destra e manca e gli altri eseguirono. Rek li osservò in disparte, senza sapere come ribattere o in che modo aiutare. Poco dopo, quando ormai si era rassegnato a sentirsi un'inutile ameba con le mani in mano, sentì nella sua testa la risposta ad una domanda che non ricordava nemmeno di aver fatto. Distolse lo guardo dai lavori in corso alla ricerca della creatura che avesse "parlato": accanto a lui c'era quel dottor pagliaccio, così simile alle bestioline che gli umani si divertivano a far pascolare. Rek inclinò la testa di lato nell'osservarlo, si chiese per l'ennesima volta (ennesima? Forse seconda, va beh) a che razza appartenesse.
    < Oh, è un vero peccato: da quello che mi hanno raccontato è quasi d'obbligo averne uno. > borbottò, quasi sovrappensiero.
    Era giusto rispondere in quella maniera alla creatura, quando metà del discorso rimaneva segregato nella sua testa?
    < Così... ehm, perché state cercando questo ghiaccio... rosso, giusto? Vi serve per qualche numero di magia o cose del genere? Dovete compensare la mancanza di un giocoliere? > chiese, più per fare conversazione che per reale curiosità.
     
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    Scusate se è un po' striminzito, purtroppo questi giorni sono duri

    Dopo che il clangore del tuono ebbe smesso di risuonare nella vallata d'avorio, esili fiocchi di neve, quasi invisibili e confusi con la furia della tormenta, cominciarono a riversarsi dalle ali di Sebulkron al suolo circostante.
    Soffiate dai venti gelidi della Tundra, caddero al suolo, galvanizzando il maestoso manto di neve con il mistico potere di cui erano intrisi. Imponenti pilastri di ghiaccio sorsero solenni ai bordi del riparo scavato dalle saette del drago. Le colonne si avvinghiavano casualmente l'una sopra l'altra, in una forma a cupola. Una spaccatura di portata ciclopica tagliava la semi-sfera, permettendo alle varie creature di varcarne la soglia cristallina e ripararsi dalla tormenta.
    Sebulkron sorvolava la rabberciata creazione, quando le parole del suo simile gli trafissero l'orecchio come una lancia. La mente del drago cominciò a fremere di curiosità appena accarezzò il fascio di conoscenza che avvampava verso di lui.
    Planò fino alle due singolari figure, rivolgendosi all'antropomorfo oscuro con voce decisa.
    La conoscenza da te custodita su questa singolare varietà della mia natura, è alquanto seducente, per la mia mente. Soddisferesti la mia brama di sapere?
     
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64 replies since 12/11/2017, 16:21   1376 views
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