Ghiaccio e metallo

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    Frost finito di coordinare i compagni tornò dal drago di ghiaccio, che sembrava incuriosito dalla storia del ghiaccio rosso, quindi pensò di parlarne visto che non sembrava dalle prime rivelazioni nulla di pericoloso.
    "Oh, il ghiaccio rosso giusto!
    Abbiamo dato un primo esame con alcuni campioni e non abbiamo mai visto un simile brodo con i nostri microscopi!
    Praticamente il ghiaccio sciogliendosi diventava un liquido vermiglio denso, simile a sangue, ma più "oleoso" al tatto, strane particelle nere in esso e d'un intenso odore di muffa.
    L'analisi per mezzi alchemici e scentifici ha rilevato componenti di sangue animale, spore simili a quelle fungine, linfa vegetale e icore, sostanza presente esclusivamente nel corpo di esseri divini o in minore quantità nei semidivini, un vero minestrone!
    Inoltre caratterizza il fatto che brilla al buio e spigiona discreti livelli di radianza.
    Il problema è che i campioni erano poco puri, quindi la nostra spedizione ha due obbiettivi:
    1): Trovare la fonte di tale sostanza.
    E 2): Raccogliere campioni per le analisi dalla zona vicino alla fonte per analisi più accurate sulla natura di questa specie di sangue congelato."

    Spiegò il progenie a Sebulkron, descrivendo al drago del gelo le proprietà di quel fantomatico ghiaccio cremisi e del motivo per qui erano giunti lì.
    Il progenie pensò bene di non tralasciare dettagli in modo da non lasciare dubbi nel drago, tanto non era una missione top secret, e magari li avrebbero aiutati più volentieri che lo facevano nel nome della scoperta e della scenza.
    Intanto Nottula guardava la profonda galleria nel ghiaccio che Bob stava scavando, presentava delle scanalature sul pavimento che permettevano di non scivolare, gentile concessione soprattutto alla bisbetica Teramin che almeno non rischiava di scivolare in maniera ridicola fino in fondo alla galleria.
    La Teramin guardò con sospetto il drago del vento che parlava di giocolieri, si chiedeva se fosse scemo sul serio o fingesse per prenderli alla sprovvista quando meno l'aspettavano.
    Nessuno invece si mise a ridere in modo inquietante per quello che Rek disse, era un vero spasso per lui e educatamente rispose:
    "Sarebbe bello trovare un giocoliere che abbia mani abili! Tu ci sai fare con birilli o simili vero?"
    Chiese il sai con un sorrisetto malizioso al drago, facendogli poi una linguaccia con aria innocente.
    Ness in effetti era un pò un pagliaccio scemo a volte.
     
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    Rek ascoltò, se tanto, appena metà del discorso di Frost. Con la scusa che capì due parole su cinque di quello che si era impegnato ascoltare, si sentì legittimato ad ignorare completamente il resto. Tutti quegli strani tecnicismi, come potevano sperare che Rek li apprezzasse e ricordasse? Campioni? Brodo? Microscopi? Muffa? Icore? Nah, niente di interessante, molto meglio guardarsi intorno ed osservare quel vorticoso nulla in cui la neve li aveva isolati. Ciò che lo incuriosiva davvero, piuttosto, era la creazione dell'altro drago, gli sarebbe piaciuto avvicinarsi meglio per osservarla da più vicino, ma nello stesso tempo non voleva ingombrare il lavoro del tuttofare e della signora raffinata nel montare il tendone del circo. D'altro canto gli sembrava pure parecchio stupido rimanersene lì alla intemperie, quando un così pratico spazio era stato messo loro a disposizione... alla fine si decise: alzò le sue chiappette draconiche, si avvicinò di qualche passo alla struttura e si ri-sedette a terra in un punto dove non avrebbe disturbato nessuno e dove il vento non era altrettanto sferzante.
    Solo dopo aver trovato la giusta posizione si rivolse a Nessuno, facendogli cenno di no con la testa.
    < Mi dispiace, non ho idea di cosa siano i birilli, ma mi considero abbastanza discreto nell'arte dei, ehm, brilli. >
    Rek abbassò il muso e iniziò a soffiare: un sottile fascio di luce cominciò ad uscire dalle sue fauci. Dapprima fu dritto e sparato verso il terreno, poi si arricciò su se stesso in una sorta di piccola spirale ed infine si ammassò in una compatta sfera che emanava una calda luce bianca. Rapidamente, Rek soffiò un secondo globo, un terzo e così via, e questi si distribuirono in tutta la stanza, illuminando l'ambiente quasi fosse una giornata d'estate. Con un cenno della zampa artigliata, le sfere svolazzarono nell'aria fino ad appaiarsi al drago azzurro, al direttore e agli altri membri del circo, galleggiando al loro fianco e seguendo i loro spostamenti. Ce n'era una per ogni creature presente.
    Rek lanciò un'occhiata soddisfatta al pagliaccio Nessuno, finché non si accorse che l'ultima sfera creata se ne rimaneva immobile a galleggiare al suo fianco, senza portarsi accanto al povero dottore. REk la osservò infastidito per lo strano comportamento, arrivò perfino a tichettare sulla sua superficie con gli artigli, ma finì solo per farla scoppiare come una bolla di sapone.
    < Stupido globo... - mormorò tra sé e sé, poi alzò lo sguardo verso Nessuno vagamente imbarazzato - mmh, forse hanno freddo anche loro, ecco. >
    Non finì di ipotizzare tale assurdità, che scoppiò pure quella accanto alla teramin. Questo, per quanto in questa role io stia facendo di tutto per far sembrare Rek un imbecille, indusse il povero drago bianco a sospettare che il problema non fosse lui o il meteo. Aveva già incontrato venti polari e temperature gelide come quelle, eppure non aveva mai avuto di questi problemi: Nottola e Nessuno dovevano essere di elemento Oscurità. *sospiro*
    < Non è tanto spettacolare quanto il suo potere, - cenno del muso in direzione di Sebulkron - ma vi aiuterò per quel che posso a trovare quel... core... brodo... congelato e... rosso... e quel che è.. >
     
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    Sebulkron ascoltò con fare pensieroso le parole della gelida creatura, vagamente confuso da tutte quelle delucidazioni scientifiche.
    ”La radianza... Elemento dalle potenzialità tanto sconfinate, quanto conosciute.
    Un tempo fra i filamenti dorati e le gemme lucenti del mio tesoro, vi era una spada. Il custode sul cui capo pesava il compito di vegliare sull’arma prima ancora che sprofondasse nei tinteggianti preziosi della mia tana, mi narrò i suoi segreti in un ultimo alone di vita.
    Non sono mai riuscito a svelarne i misteri, era come se la spada stessa mi ripudiasse come padrone. Decisi di donarla a un meritevole guerriero dell’arido sud, nelle sue mani finalmente lo spirito battagliero incatenato da tempo nel profondo della lama, si destò.
    Forse sono state le stelle che governano i fati ad avere decretato questa sorte. Infondo, cosa mai me ne sarei fatto di una spada ?”

    L’altro drago diede una manifestazione, alquanto lieve, delle sue capacità. Sfolgoranti sfere luminose cominciarono ad aggregarsi ai vari individui lì presenti, rischiarendo il buio causato dalla tormenta di ghiaccio.
    ”I poteri di un drago non sono motivo di esibizionismo...”
    Commentò gelido Sebulkron, all'osservazione del bianco.
    ”Ma talvolta anch’io mi concedo di accogliere lo stupore altrui, dopo averlo giustamente fomentato.

    Comunque sia, mentre sorvolavo la Tundra ho scorto alcuni bagliori vermigli, pensavo che qualche stolto avesse provocato i giganti albini che risiedono in quelle zone. Non poco tempo fa sono stato un’alleato occasionale di quelle creature.
    Tamen, ho dato la mia parola, e la promessa di un drago vale quanto la sua reputazione.
    Quindi continuerò a darvi il mio ausilio, ma alla fine chiederò per me una considerevole parte di quei preziosi cristalli rossi.”

    Il drago dei ghiacci si dimostrava intellettualmente interessato al misticismo contenuto nell'arcano minerale di cui il gruppo era alla ricerca. Il suo fare altruistico non era guidato dalla ricerca della conoscenza, ma bensì dalla sconfitta boria che risiede nell'animo degli draghi, accorata da note di avidità.
    Quella tonalità di ghiaccio nata dall'intricato sangue dei divini versato sulla terra, sarebbe stato per lui un vanto con cui destare la più superbia gelosia negli animi di coloro che gli erano avversi. La cupidigia dei draghi, il primordiale istinto che li spingeva a razziare castelli e villaggi per ogni singolo frammento d'oro e le gemme più pregiate. Sebulkron aveva poggiato il suo piede rivestito di ghiaccio e furore su molte popolazioni, schiacciandole senza indulgenza per arricchire la sua tana. Un'imponente ed inarrestabile bastione di ghiaccio e saette, questo lui era.
    "E' davvero uggioso rimanere qui ad osservare la bufera, nonché una perdita di tempo."

    Edited by Vulnus Bone - 4/5/2018, 20:07
     
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    Frost finii di montare l'attrezzatura: Un microscopio, illuminato dal basso d'un cristallo solare, alcuni libri, alambicchi, mortaio, pestelli, provette, capsule peltri, una sedia e un tavolino pieghevoli da campo.
    Il progenie metteva l'attrezzature da ricerca con delicatezza togliendole da casse nere con rinforzi metallici e una sorta di gelatina dentro, probabilmente per non rompere le delicate attrezzature che Frost disponeva sul tavolo.
    "Un arma arcana, capisco.
    Anche nella mia città vengono prodotte e custudite armi dalle proprietà magiche, alcune considerate prototipi in via di sviluppo poiché malgrado siano estremamente potenti hanno effetti collaterali sul'utilizzatore, a volte anche molto gravi al punto da portali alla morte.
    Noi le chiamiamo armi in tinta di sangue o semplicemente armi maledette, ma da come parli sembra quasi che quella spada abbia volontà propria... Interessante."

    Una volta finito di preparare il banco di ricerca, il progenie stava per piazzare delle lanterne alchemiche ma il drago di luce aveva contribuito ad'illuminare la stanza, malgrado le lanterne fossero deboli per illuminare tutto.
    "beh comunque ora il posto è molto meglio illuminato, bravo drago."
    Fece il demone Nessuno sorridendo a Rek guardando i pochi fiocchi di neve che cadevano nel rifugio, pittorescamente illuminati dalle luci create da Rek.
    Nottula si era distesa su una pelliccia che conservava arrotolata nel torace di vecchieossa, il Quetzalcoaltus scheletrico suo buon amico (in quanto uno dei pochi capaci di sopportare il suo caratteraccio).
    Vecchieossa si mise attorno a Nottula, proteggendola dagli spifferi come poteva usando le sue ossa come frangivento.
    Lei lo ringraziò con una carezza sulla spina dorsale con la mano in fondo alla coda, per poi sbuffare annoiata.
    "uffa che noia stare qui ad' aspettare che Bob finisca."
    Fece lei stiracchiandosi, non c'era molto da fare visto che fino a quando Bob non giungeva al sito denominato "La caverna cremisi" non avevano ma materiale da studiare e lei non poteva sondare la caverna con le zampe in modo d'analizzare la conformazione del luogo.
    Bob e Abe intanto continuavano a scavare nel profondo permafrost della tundra, mentre il ghiaccio intorno a loro da bianco tendeva sempre più al rosa, e poi al rosso.
    Si stavano avvicinando alla caverna cremisi.
     
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    Amly Fosterline (prima Role)
    Buonasera!
    Vorrei unirmi alla Role, se per voi va bene. Chiaramente, questo è un post straordinario, però dalla prossima volta rispetterò l’ordine, ossia scriverò dopo Vulnus.
    Intorno a lei c'era soltanto neve, neve e ancora neve. Era arrivata alla tundra solo dopo una lunga nuotata e un'estenuante camminata. Non riusciva proprio a capacitarsi di come ci fosse giunta, ma ce l'aveva fatta. D'altrocanto, doveva portare a termine una missione, ossia indagare sulle proprietà curative del ghiaccio rosso.
    Si spostò una ciocca di capelli dall'occhio sinistro, mettendo, così, in risalto il tatuaggio.
    Tutt'ad un tratto, scorse un bagliore accecante, quindi udì una tremenda scossa. Si sforzò di trovare la fonte di quella luce e di quel suono, ma con la neve che ricopriva tutto e attutiva i suoni, era un'impresa abbastanza ardua.
    Decise di incamminarsi nella direzione da cui era provenuto il lampo.
    Un quarto d'ora più tardi, Amly percepì che il terreno sotto i suoi piedi era meno stabile, ciò poteva significare che si stava avvicinando al punto da cui si era originato il terribile fragore. Man mano che procedeva, la ragazza potè accorgersi che stava sprofondando in quella che sembrava una caverna.
    Di fatto, a un certo punto, si trovò dinnanzi a una grossa montagna di ghiaccio. Giurò che dall'altra parte si sentissero delle voci, sebbene la coltre di neve tentasse di soffocare ogni singolo rumore.
    "Forse mi converrebbe scagliare una freccia, visto che bussare non servirebbe a niente." decretò Amly, tirando fuori il suo arco rudimentale, costruito con canne di bambù, ed una freccia.
    Sparò il colpo, che quasi sicuramente andò a segno.

    Edited by Rectina - 31/12/2018, 14:27
     
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    Rek continuò ad ignorare i discorsi tra il direttore del circo e l'altro drago. Non era riuscito nemmeno a capirli all'inizio quando aveva pure tentato di seguire i loro ragionamenti, di certo non aveva la presunzione di comprenderli in quel momento. Li ascoltò distrattamente mentre discutevano di armi magiche, elementi strambi e altre cose che non attirarono per nulla la sua curiosità. Si limitò a ridacchiare quando Sebulkron replicò al suo commento con una falsa modestia che non credeva di poter trovare su un drago come lui.
    Lasciò Sebulkron e il direttore ai loro discorsi e accettò i complimenti del dottore con un sorriso. Passeggiò avanti e indietro, senza nulla a cui pensare. Quanto tempo avrebbero dovuto aspettare ancora? Quanto mancava al raggiungimento di quella fantomatica grotta porpora, cremisi, magenta o quel che era? UUUUUFFFFFFFFAAAAAAAAA!!!! Quando era arrivato e aveva dato il suo consenso nel lavorare insieme a loro, non si era aspettato un mortorio del genere. Rek si annoiava, dannazione, si stava annoiando. Perfino parlare del circo aveva cominciato a perdere il suo fascino! A lui non interessava collezionare pepire rosse, a lui interessavano le storie! Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa su cui focalizzare lo sguardo, ma in lontananza notò solo la signora raffinata che si accasciava a terra per schiacciare un pisolino. Con uno sbuffò alzò il muso verso l'alto annoiato più che mai e cominciò a soffiare contro i pochi fiocchi di neve che gli venivano contro.
    All'improvviso, qualcosa gli schizzò davanti i suoi occhi e, rapida, andò a conficcarsi in una colonna di ghiaccio poco più in là. Era... una freccia? Una di quelle cose puntute che gli umani e simili si ostinavano a gettare a destra e manca per puro divertimento (forse)? Il drago la osservò incuriosito per qualche secondo, prima di girare lo sguardo verso la tormenta di neve circostante e cercare di mettere a fuoco da dove quella freccia fosse partita.
    < Oh cielo! - esclamò Rek con una tranquillità quasi esasperante - Sembra che siamo sotto attacco... >
    Finalmente. Finalmente accadeva qualcosa!
     
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    La bufera smise d'infuriare sulla candeggiante vallata, la quale assaporò solo un breve attimo di quiete, spezzato dall'echeggiare dell'acciaio che cozzava su uno dei blocchi di ghiaccio eretti dal drago del nord.
    "Avevo giusto cominciato a sentire un languore allo stomaco." Commentò sadicamente Sebulkron nel fissare il dardo conficcato nell'intirizzito pilastro.
    Accompagnato da turbinanti battiti d'ali scavalcò l'altezza della gelida cupola, agevolandosi sulle sue tozze e sdrucciolevoli estremità.
    Folgori e saette ribollivano nelle sue zanne nel mentre che gli occhi cercavano freneticamente vittime da incenerire.
    La fugace promessa di un diletto in quel plumbeo scenario sfumò assieme al pensiero di una carneficina, appena la desolazione si parò difronte al suo sguardo. Eppure aveva visto la freccia conficcarsi nella membrana dell'improvvisata edificazione.
    Notò spuntare sul manto innevato un lembo cristallino, simile al picco di una galleria che sembrava correre al di sotto della Tundra.
    Discese la vorticosa sommità, planando solenne con le candide ali dalla membrana azzurra. Tastò il ghiaccio con le zampe palmate, era compatto, ma si sarebbe ugualmente sgretolato sotto il respiro tonante del drago. Il senno lo bloccò prima di evocare anche una sola scintilla. Un'ulteriore lampo avrebbe rischiato di rallentare l'operato dei costrutti, vanificando la pazienza del drago. Optò dunque per una via meno distruttiva, ma altrettanto feroce.
    Si librò nuovamente in aria, ripiegando la testa mò d'ariete verso il basso. Simile a una meteora azzurra che precipita al suolo, Sebulkron travolse la superficie cristallina. All'impatto il ghiaccio si sgretolò sotto l'impeto del colpo, lasciando penetrare la fulgida luce solare.
    La fenditura creatasi era troppo esile perché il drago potesse attraversarla, forte di questa consapevolezza prese a mutare il suo corpo, assumendo una forma nebulosa attraversata da scosse elettriche dal colore pallido.
    Tecnica VII
    Spirito delle tempeste: Il corpo perde consistenza, divenendo impalpabile. Sebulkron può trasformarsi in un elementale fatto di nubi e saette glaciali. Il suo corpo immateriale formato da nuvole gli consente di passare con facilità attraverso cunicoli e crepe. La forma elementale rende il drago semi-invulnerabile agli attacchi fisici, ma quelli magici saranno ugualmente dannosi.
    L'utilizzo di questa tecnica attinge alle energie del dragone, il tempo fra un utilizzo e l'altro varia a seconda dell'abuso che se ne fatto.

    Nel suo nuovo stadio di elementale prese a penetrare lentamente la fessura, in un attimo i suoi occhi divenuti due luminescenti punti azzurri su una nebbia lattescente, si ritrovarono all'interno del cunicolo intravedendo la creatura che aveva scagliato quel dardo.
    Nelle fronde ghiacciate si palesò un'individuo sparuto di corporatura femminile, dalla sinuosa capigliatura castano chiaro
    Una nebbia dal tocco gelido fuoriuscì dalle narici del drago, propagandosi sino alla donna.
    "Con quale scipito astio rivolgi a me le tue armi?"
    S'insinuò nel cunicolo la voce possente di Sebulkron.
     
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    Subito appreso della minaccia i membri della spedizione si mobilitarono e scattarono tra le nevi inseguendo il nemico che si era nascosto in un insenatura, anche se nottula non lo vedeva, ma seguiva i compagni a cavallo del Quetzalcoaltus scheletrico, che invece, pur non avendo altro altro che orbite vuote, lo vedeva bene.
    Estrassero le armi: Nessuno inpugnò un alabarda di energia oscura.
    Frost prese la sua balestra e Nottula aveva un quetzal e nessuna paura d'usarlo.
    Intanto Abe rimase a guardia del accampamento insieme a Rek, casomai l'aggressore non fosse solo.
    Giunti a destinazione estrassero puntarono al fuggitivo le armi con fare minaccioso pronti ad attaccare al primo segno di pericolo.
    "Arrenditi sei circondata!"
    Fece Frost cercando di sembrare più autoritario possibile.
    Di certo quella tizia non si sarebbe aspettata quella reazione tanto repentina, come di certo non è questo ruolare in questo periodo.
     
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    "Con quale scipito astio rivolgi contro di me le tue armi." Si sentì dire Amly da una voce maschile possente e, leggermente, autoritaria. Dopo di che ella si ritrovò circondata da una specie di piccolo esercito composto da individui fuori dal comune, che le puntavano a dosso delle armi di strana fattura.
    La ragazza convenne fosse il caso di alzare i palmi delle sue mani candide in segno di resa, in modo da dimostrare chiaramente di venire in pace ed essere in buona fede.
    "Buongiorno!" salutò cordialmente, augurandosi con tutto il cuore che quelle creature la potessero comprendere, soprattutto il drago con le squame del colore del ghiaccio, il quale pareva un tipo che non scherzava tanto facilmente.
    "Mi presento: sono Amly Fosterline e sono una curatrice o, per il mondo civilizzato, un medico. Sono qui perche', secondo alcune testimonianze non del tutto fondate, il ghiaccio rosso avrebbe delle proprietà curative; per tale motivo, ho deciso di intraprendere un lungo e tortuoso cammino da Knawr per venire fin qui e scoprire qualcosa in più su questa sostanza, per così dire." aggiunse, sforzandosi di apparire il più calma e pacata possibile, sebbene non fosse una persona che amasse fornire molte spiegazioni su di sè e sul suo operato.
    "Vi chiedo scusa se vi ho spaventati; non era affatto mia intenzione, semplicemente, non sapevo come intergire con voi. Pensavo che bussare nel blocco di ghiaccio non sarebbe servito a niente e voi, probabilmente, non avreste potuto sentirmi. Mi sono accorta della vostra presenza, dopo aver visto un fascio di luce e un cratere generato immagino da uno di voi e mi sono avviata verso quella direzione, fino a che non sono giunta dinnanzi al blocco di ghiaccio. Vi richiedo umilmente scusa.” Concluse, abbassando lentamente le mani, sì perché si era dimenticata di farlo prima, benché non capisse il motivo di quel comportamento così diverso dal suo modo di fare.
    Il silenzio calò, un silenzio tombale. Reso ancora più infernale dal fatto che la neve opacizzava qualsiasi suono. Fortunatamente, la Fosterline adorava la quiete e non era il genere di ragazza che precipitava nello sconforto, se nessuno parlava, visto che secondo lei gli esseri umani tendono a soffocare prepotentemente il silenzio con parole inutili per non sentirsi abbandonati da tutto e da tutti.
     
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    Rek osservò il mondo intorno a sé che si mobilitava per rispondere prontamente alla freccia comparsa così all'improvviso nel loro campo. Il drago azzurro fu il primo: si alzò in volo per atterrare sulla cima della cupola, come a cercare di ripercorrere al contrario la traiettoria del proiettile. Lo vide poi scomparire oltre ad essa dopo aver individuato chissà che cosa. Quando distolse l'attenzione dall'alto, scoprì di essere rimasto solo nell'accampamento, se non si contava la marionetta di nome Abe. Ma come.. no! Lui era il primo che si stava annoiando laggiù! Non sarebbe rimasto lì, ancora, senza fare una mazza! Vide il drago di ghiaccio spuntare oltre alla cupola prima di scendere una seconda volta.
    < Credo che andrò anch'io... > borbottò, spiegando le ali.
    Con un balzo si alzò in volo e seguì il percorso dell'altro drago, toccò con le zampe il punto sulla cima della cupola in cui era atterrato l'altro e si lasciò cadere verso il basso, fino ad arrivare ad una parete di ghiaccio con una singola crepa nel mezzo. Rek ne rimase alquanto sorpreso, poteva percepire chiaramente la sfera luminosa che seguiva Sebulkron al di là di quel gelido ostacolo, ma era abbastanza sicuro che se lui non riusciva a passare per quel pertugio, di certo neanche un drago robusto quanto Seb poteva riuscirci. Sentiva le voci provenire dal piccolo passaggio, troppo lievi e distorte per essere comprese anche al suo draconico udito.
    Curioso e annoiato più che mai, Rek decise che se lui non poteva passare per intero, per lo meno avrebbe trovato un modo per ascoltare cosa succedeva là fuori: ovviamente ci infilò dentro la testa. Sentì le corna scivolare nella stretta fessura e spinse sempre più a fondo, finché non sentì anche le spalle contro il freddo ghiaccio. Molto meglio da quella posizione: per quanto non particolarmente agevole, era in grado si sentire qualsiasi cosa venisse detta. A quanto pareva la creatura che li aveva attaccati era una curatrice umana, si scusava per la freccia ma quello era stato l'unico per avvertirli della sua presenza. Parlò pure di quello strano ghiaccio rosso che a Rek non era ancora del tutto chiaro a cosa servisse e perché tanta gente era interessata ad esso.
    < Sei fortunata, umana! - esclamò Rek da quell'assurda posizione - Anche il circo sta cercando il ghiaccio rosso! >
    Aveva infilato la testa in una dannata crepa: era troppo scemo per tacere e nascondere i piani dei propri alleati a chicchessia. Probabilmente avrebbe detto la stessa cosa pure se l'umana si fosse presentata dicendo "Salve, sono la vostra Nemesi!".
     
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    "Ironico come ti tieni in alto, tanto da pensare di destare paura nel mio cuore. " Canzonò l'immateriale nebbia a forma di drago.
    "O magari molto in basso, nello scagliare una freccia al vuoto invernale senza meditare su cosa avrebbe potuto colpire. Tamen, non sono qui per interrogarmi sulle tue gesta.
    Un altro alla ricerca di quel ghiaccio, la ricompensa di quest'avventura si propensa molto magra, visto le tante anime con cui sarà necessario spartirla."

    Alzò il volto crepuscolare percosso da scosse elettriche, puntando al giovane drago quei due piccoli punti luminosi che erano i suoi occhi.
    "Circo, una maniera anche troppo beffarda di definire un gruppo improvvisato dal caso."
    Sebulkron notò che la testa di Rek aveva occluso l'apertura dal quale era entrato. Anche nella forma elementale assunta dal suo corpo non sarebbe riuscito a serpeggiare all'esterno, perlomeno non passando da quel cunicolo.
    Si tuffò nella direzione imboccata dai costrutti per raggiungere l'umana, oltrepassando tutti i presenti grazie alla consistenza brumosa del corpo. Quando incrociava una struttura solida, semplicemente vi si snodava intorno, ignorando l'ostacolo per proseguire spedito. Passò intorno agli oscuri figuri, prestando molta attenzione a non sfiorare le punte delle armi.
    Il drago assaporò ancora il gelo sulla sua pelle, divenuta un agglomerato di nubi saettanti. La tempesta stava andando lentamente a placarsi, ma la sua furia rischiava ancora di travolgere coloro che erano troppo deboli per fronteggiarla.
    Rimase immobile dinanzi a quella naturale manifestazione di grazia e potenza. L'ira dell'inverno, capace di velare montagne, foreste e laghi. Una forza maestosa ed inesorabile, sublime nel suo candore.
     
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    Non c'è pace per certi morti...

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    Frost abbassò la balestra e osservò l'umana che a quanto sembra fosse alla ricerca di quello che cercava anche lui...
    Un oscuro mistero celava si nascondeva nel ghiaccio, e frost sperava che rimanesse tale fino a quando non fosse stato lui a svelarlo.
    A quanto pare però qualcuno aveva scoperto le proprietà di quello strano ghiaccio rosso, mentre lui pensava fosse solo l'organizzazione del Corvo a detenere la scoperta.
    Infatti a quanto sembrava già qualcuno aveva apprezzo molto del ghiaccio come loro, o non si spiegava la presenza della ragazza in quel luogo.
    "Quindi anche tu sei alla ricerca del ghiaccio rosso?
    Questo però non ti giustifica:
    Scagliare frecce per presentarsi non è molto Cool, potevi fare del male seriamente a qualcuno."

    L'ammonì lui a braccia incrociate, ma la sua bontà d'animo non lo rendeva molto credibile, anche perché era il capo della spedizione Non perché fosse il più autoritario.
    Frost era il capospedizione perché era perché era il più nobile d'animo e perché pensava alla salvaguardia dei membri della spedizione oltre che alla riuscita della missione.
    Inoltre aveva un buon talento gestionale e pensava alla preservazione fisica e mentale dei membri della spedizione, sfruttando il suo carisma e la sua abilità d'empatizzare con gli stessi in modo che tutti beneficiassero.
    Questo riduceva la possibilità di disordini interni nella spedizione rendendo persino un soggetto come Nottula fedele completamente alla causa, e trasmetteva ottimismo con la sua tenace determinazione morale e allegria caratteriale che si rivelava contagiosa, malgrado fosse un pò arrogante nel credersi il più figo, ma tutti avevano difetti.
    Frost non diede peso all'ennesima assurda affermazione del drago di luce Rek, ma si limitò a sogghignare sotto i baffi visto che lontrovava molto divertente con la sua convinzione che fossero un circo e gli stava parecchio simpatico.
    Al progenie non dispiacque il fatto che Rek disse quello che facevano visto che non aveva motivo di nascondere l'evidenza a quel punto, dopotutto cosa faceva sennò lì un corpo di ricerca in quel posto sennò?
    Pescavano scombri artici tra i ghiacci?
    Era ovvio che erano lì per lo stesso motivo, ma se lei aveva svelato l'arcano motivo per qui erano lì come loro, quindi tanto valeva collaborare ora.
    Ness invece ritraendo a sua volta l'arma sorrise in modo inquietantemente puccioso o pucciosamente inquietante all'umana appresa la notizia che lei fosse una medica come lui.
    "Una collega praticamente di medicina moderna? Qual buon vento! Potrei aver bisogno d'assistenza se le cose dovessero mettersi male.
    Dove hai studiato? Io appresi le mie prime nozioni da un dottore che "gentilmente" mi "donò" il suo cervello per acquisirne le conoscenze, poi completai i miei studi alla facoltà di medicina della città dei corvi dove mi diplomai.
    Voi invece signorina dove avete appreso tali affascinati competenze?"

    Domandò il sai per mezzo telepatico all'umana, entusiasta d'aver a che fare con una collega medica.
    Solo Nottula la fissava senza occhi, scrutandola con l'orecchie, analizzandola in silenzio.
    I due draghi fin'ora li avevano solo che aiutati, ma quella tizia li aveva attaccati dopotutto, e questo non le piaceva per niente.
     
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    Cucciolo

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    “Quindi anche tu sei alla ricerca del ghiaccio rosso? Questo però non ti giustifica. Scagliare frecce per presentarsi non è molto Cool, potevi fare seriamente del male a qualcuno.” Disse quello che presumibilmente era il capo del gruppo, ammonendola a braccia incrociate.
    “Chiedo nuovamente scusa.” Si limitò a dire Amly, impassibile: “Come ho già detto, non sapevo in che modo mettermi in contatto con voi, dal momento che il ghiaccio attutisce tutti i rumori e sarebbe stato inutile gridare.”
    Qualche secondo più tardi, la ragazza sentì una voce dentro di sé, ben diversa dalla sua voce interiore. Ci mise un po’ di tempo per capire che si trattava del sai della comitiva. Bisogna anche dire che non le era mai capitato che qualcuno le parlasse per via telepatica e ciò la incuriosiva non poco.
    “Lieta di fare la sua conoscenza, signore. Io ho appreso le prime nozioni di medicina generale da mio padre, un comandante dell’esercito che si occupava anche di suturare le ferite dei soldati. In seguito ho studiato da autodidatta (guardando Grey’s Anatomy e Dr. House XD), infine in sono iscritta alla facoltà della mia città, laureandomi ed ora sto conseguendo la specializzazione in malattie infettive e malattie delle speci marine.”
    Dopo aver risposto, sempre per via telepatica, al sai, la giovane estrasse una pergamena dalla borsa nera, asserendo che quella era una mappa realizzata da lei stessa e da una sua collega di studi, che indicava un percorso abbastanza attendibile per identificare con precisione il luogo dove avrebbe potuto trovarsi il ghiaccio rosso. Srotolò la pergamena, sottoponendola all’attenzione della tigre umanoide, della teramani alquanto sospettosa, del sai e di tutti gli altri, draghi compresi.
    Nel pezzo di carta erano stati incisi con uno stilo dei simboli che ricordavano la luna e le costellazioni. Ella spiegò che tali segni indicavano la via da seguire per trovare ciò che stavano cercando.
    “Abbiamo convenuto fosse il caso di realizzare una cartina basandoci sulle stelle, poiché con tutta la neve che c’è qui, non è possibile prendere altri riferiferimenti. Tuttavia, vorrei sapere come intendete procedere voi; ovviamente se siete disposti a condividere le vostre informazioni, in caso contrario, non insisterò.”

    Edited by Rectina - 27/7/2018, 10:15
     
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    Splendore celeste

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    A quanto pareva ad essere problematico non era tanto il fatto di aver spifferato quali fossero le loro intenzioni in un posto tanto sperduto, ma quanto piuttosto il modo in cui aveva chiamato il gruppo. Il drago azzurro lo riprese: a suo parere "circo" suonava un po' beffarda come definizione. Rek inclinò la testa vagamente perplesso. Se non poteva chiamarlo così, come avrebbe dovuto? Quel posto brulicava di pagliacci, domatori, ventriloqui e avevano pure il tendone! L'unica figura che mancava era un giocoliere, ma immaginava che non fosse poi così importante considerando tutto il resto...
    Rek si riscosse e osservò Sebulkron che procedeva verso la base seguendo la strada percorsa all'andata dal resto del gruppo. Quando scomparve dietro una parete di roccia, Rek si focalizzò di nuovo sulla nuova arrivata che si fermò per intrattenersi con il dottor pagliaccio. Prima di seguire l'altro drago, Rek soffiò un'altra sfera di luce e quella, quando fu completata, si librò nell'aria fino a raggiungere l'umana. Come per gli altri membri del circo, essa cominciò a svolazzarle attorno illuminandole la via. Se anche lei era entrata a fare parte della spedizione, per quanto Rek non avesse ancora capito cosa stessero cercando, gli sembrava più che giusto trattarla come il resto della compagnia.
    Quando anche gli altri cominciarono a ripiegare nel tendone, Rek decise di seguire il loro esempio. Tentò di ritrarre la testa da quel pertugio, ma ogni volta che tornava indietro, sentiva il suo collo scivolare fino al livello della testa, per poi sentire le punta delle corna urtare contro la parete di ghiaccio. Mentre nell'entrata era riuscito a farle scorrere senza troppi problemi, in quel momento non volevano proprio collaborare, anche inclinando la testa a diverse angolazioni. Era successo quello che aveva temuto fin dall'inizio (seeeh, come no): era rimasto incastrato.
    Forse la reazione più consona sarebbe stata quella di preoccuparsi, Rek invece ridacchiò imbarazzato, borbottando tra sé e sé buffe imprecazioni alla "mannaggina", "ostrega", "urca" e baggianate simili. Piantò gli artigli nel ghiaccio per sfruttare anche le zampe senza scivolare e cominciò a spingere con tutta la forza di cui era capace. All'ennesimo tentativo sentì il ghiaccio dapprima scricchiolare e poi cedere: si formarono delle crepe sia radiali che concentriche all'apertura e sentì le corna penetrare nella parete. Dopo qualche istante fu finalmente libero... o quasi. A prova della sua stupidità, intorno al suo collo rimase un ottimo collarone di ghiaccio spesso, freddo e pesante, saltato via dal contorno dell'apertura. Rek lanciò un'occhiata irritata alla nuova fessura: era comunque abbastanza stretta da non incidere nella stabilità della struttura sovrastante, ma si era ingrandita a sufficienza per consentire il passaggio di un umano di bassa statura.
    Con una scrollata di spalle (a cui seguì un'altra imprecazione per il peso extra che gli gravava sopra di esse), Rek procedette nel tendone come se niente di strano fosse accaduto. Quella zavorra lo appesantiva, ma... beh, finché non gli si scioglieva via non poteva farci granché.
     
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    Cavaliere Affatto Nobile

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    Scusatemi il megaritardo

    Alla possibilità di accorciare la ricerca, Sebulkron raggiunse nuovamente gli altri, riprendendo la sua forma solida.
    "Qualsiasi cosa purché alleggerisca la tediosità di questa spedizione. Sono vicino a pensare che incendiare questa valle sia l'unico modo per scovare quei cristalli rossi, e la cosa mi rincuorerebbe. "
    La neve sotto le sue zampe venne scossa da un breve spasmo, e non a causa sua. Qualcosa dal grave peso, e apparentemente scoordinato si stava avvicinando. Vide Rek, ingoffito dal gelido anello stretto al suo collo.
    "Grande Bahamut..." Imprecò la creatura del nord.
    Sebulkron fu tentato di aiutare il suo giovane simile, più per pietà che per altruismo, pietà accompagnata da una nota di orgoglio ferito. Durante i suoi due secoli di vita non aveva mai incrociato un drago tanto bizzarro, nemmeno i cuccioli attiravano una tale serie di situazioni sconcertanti. Un drago capace di pensare e agire mosso dalla volontà e dalla sete di sapere non si comporterebbe mai in quel modo, magari erano altre le motivazioni di Rek, differenti da quelle che muovevano gli altri presenti.
    Sebulkron distaccò lo sguardo, immergendosi nuovamente nei suoi pensieri.
    "Questa combriccola sembra gradire di più sprecare tempo che impiegarlo nelle proprie mansioni. Se non mi fossero necessari li avrei abbandonati da tempo. Purtroppo le mie conoscenze di questa terra sono ancora effimere, e per quanto imbarazzanti siano, devo affidarmi alla guida di terze parti.
    Ho solamente avuto modo di assaggiare i pericoli racchiusi in quest'isola, finora nulla è stato al di la della mia portata, ma sfortunatamente alla scacchiera si stanno avvicinando forze di entità divina, da quanto dice il medico.
    Per quanto gradirei avere il piacere d'incrociare un essere dei presunti piani superiori, sono creature che spesso agiscono mosse da pensieri difficilmente comprensibili, spesso considerabili infantili. Forse perché risiedendo un gradino più in alto possono permettersi un simili svago. "

     
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64 replies since 12/11/2017, 16:21   1376 views
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