Fra i due litiganti Eris gode

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    Cucciolo

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    Eris
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    Eris, altresì conosciuta come Eride, era la Dea della discordia nell’antica Grecia.
    Il suo nome, infatti, significa proprio “Conflitto, lite, contenzioso, se mi rompi le scatole…”
    Questa divinità stava talmente simpatica a tutti, dèi e mortali, che non si sa di preciso di chi sia figlia o sorella. Ciò lascia già intuire in parte il rapporto che ella avrà con il resto del mondo.
    Secondo il poeta Omero, Eris sarebbe figlia di Zeus e di Era, nonché sorella minore di Ares, il quale avrebbe anche potuto starle vicino, visto che era il dio della guerra e guerra e discordia vanno a braccetto. :P
    Per lo scrittore romano Ovidio le cose stavano diversamente: egli sosteneva a gran voce che Eris fosse stata concepita da Era semplicemente toccando un fiore, senza concedere le sue divine grazie a Zeus, in quanto al momento era impegnata con il supremo Markus.
    Anche Esiodo voleva dire la sua e se ne uscì con qualcosa di veramente originale; a suo avviso, Eris fu generata dalla notte, la quale era talmente eccelsa che non aveva bisogno di flirtare. Ammirazione per lei! :paninozzo:
    Insomma, questa figliola non la voleva proprio nessuno; d’altronde chi darebbe volentieri alla luce una bambina con tanti graziosi serpenti tra i capelli neri, tenuti insieme da bende intrise di sangue. Un elastico era qualcosa di troppo ordinario.
    Sta di fatto che costei ebbe un ruolo abbastanza attivo nella storia della mitologia greca, dimostrando che chi fa da sé, fa per tre e l’unione non fa la forza.
    L’evento più noto in cui la dea diede prova delle sue eccellenti abilità fu senza dubbio il banchetto nuziale di Peleo e Teti, al quale non fu invitata. E qui, io mi domando: perché? Hanno invitato pure Ade, Polifemo e i maialini della maga Circe.
    Inutile dire che la giovane non la prese affatto bene e, giustamente, pensò di vendicarsi. Subito buttò giù varie idee per vedere qual era la più geniale. Dapprima, credette di fare buona cosa scagliando i Titani contro gli invitati e detronizzare fieramente Zeus; poi, però, optò per un piano ancora più interessante, ovvero far rotolare una mela d’oro, rubata all’Apple, con inciso sopra a caratteri cubitali “Alla più bella”.
    Potete immaginare la reazione generale e gli: “Oh oh!” Delle tre dee maggiori, ossia Era, Atena e Afrodite, le quali si scannarono per contendersi il pomo. A fermarle ci pensò il padre degli dei, che sbrogliò la situazione in fretta e furia perché aveva troppo sonno e non aveva voglia di discutere con quelle cornacchie, quindi fece chiamare un grande intenditore in fatto di Gnoccologia femminile, ossia Paride.
    Alla fine, l’eroe consegnò il frutto ad Elena di Troia, scatenando così un putiferio che durò dieci anni! Con Era che gliene avrebbe date tante, ma tante, che si sarebbe dimenticato pure il nome della sua fidanzata storica. :sclero:
    A proposito del putiferio che durò dieci lunghissimi anni: la nostra beniamina, sì perché almeno noi le vogliamo bene, animò gli spiriti sia dei soldati greci, sia di quelli troiani. E mentre le altre divinità si ritiravano dai campi di battaglia una volta terminati gli scomtri, Eris si concedeva delle piacevoli e rilassanti passeggiate tra i corpi dei decaduti, gioendo alla bista del sangue che fuoriusciva copiosamente e della carne putrefatta.
    Non è tutto, si dice che ella avesse forgiato l’alabarda (*) con cui l’amazzone Pentesilea, sua nipote, combattè nella guerra di Troia.

    Eris fu inoltre coinvolta nella vicenda del Vello d’oro (**), che, all’epoca dei fatti, era gelosamente custodito dall’aspirante re di Micene Tieste. A Zeus, però, questo qua non andava mica tanto a genio, il suo raccomandato di turno era Atreo! Bisognava assolutamente parlare diplomaticamente con Tieste Trieste, anche perché nell’antica Grecia, le mazzette di soldi non c’erano ancora.
    Fu così che, dopo una lunga seduta in consiglio, si stabilì che Tieste avrebbe lasciato il trono allo sfidante, solo se il sole avesse cambiato il suo corso. Dunque il dio ordinò ad Eris di andare in contro al carro del sole per porre il sentiero della sera sotto gli zoccoli del cavallo che lo trainava. Quest’ultimo, non appena giunse a metà della volta celeste, anziché proseguire, girò su se stesso ed invertì il percorso per tramontare ad oriente.

    Un altro episodio che vide l’intervento della personificazione della discordia fu quando Politecno e Aedona di Colofone dichiararono tutti fieri di amarsi più del divino Zeus e di sua moglie Era, la quale non accettò l’affronto ed inviò la figlia a seminare zizzania. Purtroppo, come si può immaginare, la vicenda si risolse tristemente con l’assassinio dell’uomo da parte dell’amante.
    E’ inutile negare che in questo frangente la consorte del re degli dèi abbia agito in maniera impulsiva, ma d’altrocanto, lei se lo poteva permettere e nessuno avrebbe mai osato farle la morale.


    Numerosi scrittori e poeti si sono sentiti di spendere due righe sulla dea Eris, peccato solo che nessuno di loro le abbia dedicato delle odi o delle serenate, poraccia però… ☹
    Omero, per esempio, l’ha soprannominata Signora del Dolore, asserendo, inoltre, queste testuali parole:
    ”All’inizio Eris è come una piccola cosa che cresce, fino ad avanzare a grandi falcate sulla terra, con la testa che giunge a colpire il cielo, seminando odio fra gli uomini e acuendone le sofferenze.”
    Non è da meno il poeta Quinto Smirneo, anzi…:
    “Mentre Eris cresce a dismisura, la terra trema sotto i suoi piedi, la sua lancia ferisce il cielo, dalla sua bocca si sprigionano fiamme spaventose, mentre la sua voce tonante acceca gli animi degli uomini.”
    Esopo, invece, in una delle sue favole narra di come l’eroe Eracle stesse percorrendo un passaggio stretto all’interno del quale vi trovò una mela d’oro. Mosso dall’imazienza perché doveva prendere il traghetto ed era in ritardo, cominciò a colpire a più non posso il frutto con la sua possente clava. Il problema era che ad ogni colèpo, la mela s’ingigantiva sempre più finché arrivò ad ostruire il corridoio.
    Meno male che c’era Atena, dea della sapienza, quindi l’unica in grado di spiegare con termini non troppo aulici a quello zuccone che “Eris, se lasciata a se stessa, rimane piccola, ma a combatterla si ottirne solo di ingigantirla.”
    Solo Esiodo sembrò comprendere che, in fondo in fondo, la figura di questa ragazza aveva anche dei lati positivi, poiché egli scrisse che la sana discordia genera competizione tra gli uomini e li spinge a tentare di superare i loro limiti, conseguendo risultati che altrimenti sarebbero irraggiungibili a causa della loro innata pigrizia.



    Asterischielli belli:
    * L’alabarda era un’arma costituita da una lama appuntita e da una scure innestate su un’unica asta di legno: la prima verticalmente, mentre l’altra orizzontalmente.
    ** Il Vello d’oro era un manto di pecora o di riete dorato appartenente all’ariete Crisomallo, donato da Ermes a Nefele e in seguito rubato da Giasone. Esso possedeva delle proprietà curative.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Hahahaha fantastico.
    Questa mi è piaciuta assai. Benebene, un aiuto fra i miti greci fa sempre piacere!
     
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    CITAZIONE (Aesingr @ 15/8/2018, 15:43) 
    Hahahaha fantastico.
    Questa mi è piaciuta assai. Benebene, un aiuto fra i miti greci fa sempre piacere!

    Sono contenta^^
    Per essere la prima volta, mi sento soddisfatta di quello che è uscito, perciò gelato e idromele a tutti! Xd
     
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