Luce e ombra

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    Il drago nero più bianco di Kengard

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    Le lande di Klenrung, la terra oscura in cui molti valorosi avevano perso il senno e la vita erano ormai permeate da una nuova e crescente malvagità. I pochi sopravvissuti raccontavano di un'informe orrore che abitava quelle terre, un'orrore capace di rendere reali le paure più recondite di ogni essere vivente. Spargendosi per tutta Kengard e passando di bocca in bocca, le voci sul nuovo male che affliggeva la città fantasma si ingrandirono tanto che esseri maligni e mercenari in cerca di gloria si accingevano a partire per quei luoghi maledetti, i primi spinti dalla curiosità, gli altri bramosi di indicibili ricchezze e ricompense. Quando i primi uomini arrivarono alla fonte della malvagità, indicata approssimativamente dai racconti deliranti dei sopravvissuti, trovarono un'enorme insenatura nel terreno, tranquilla, silenziosa... spaventosa. L'oscurità in quel luogo era tale che la luce delle torce si notava a malapena, ondulava come se fosse sommersa in acque oscure e, mentre il piccolo gruppo avanzava, una strana sensazione si impossessò dei loro corpi e istintivamente guardarono in alto. Due crudeli occhi viola li scrutavano nell'oscurità dell'antro dinnanzi a loro, l'oscurità si diradò improvvisamente e gli uomini si accorsero di star camminando su un pavimento di ossa nere, le ossa degli stolti che si erano avventurati fin lì prima di loro e, prima che si potessero riprendere dallo sconcerto, una creatura orribile e informe che sembrava l'essenza stessa del terrore prese le loro vite una ad una, lasciando solo un tremante superstite.

    -Vai, torna da dove sei venuto piccolo insetto- la cosa parlò con una voce fredda e tagliente come un vento gelido -Racconta quello che hai visto, lascia che la malvagità giunga in questo luogo e si unisca a me-

    Questo è il racconto dell'ultimo uomo tornato da Klenrung. Avventurieri e mercenari si sono radunati davanti alla città fantasma formando un piccolo esercito ma altre creature si sono riunite nell'oscurità, aspettando e formando diaboliche alleanze. Presto, molto presto, le strade e i dintorni di Klenrung sarebbero state testimoni di una battaglia tra luce e ombra, tra bene e male... oppure di un massacro come mai si era visto prima d'ora.

    Bene signori, signore, draghi e non morti, scegliete una fazione e buttatevi pure nella mischia. Da una parte i valorosi soldati volenterosi di scacciare il male dalla città (e fare taaaanti bei soldi), dall'altra, se non si fosse capito, Asmodeus e i suoi nuovi amichetti oscuri e maligni. Alla fazione vincente saranno regalati dei biscotti a forma di Aes :paninozzo:
     
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    Parilin (Prima Role).

    Un’ombra nera si levò sopra il tetto di una vecchia casa abbandonata. Intorno a lei l’aria era gelida, talmente gelida, che avrebbe potuto pietrificare anche un gigante di fuoco.
    La figura si appoggiò sulla ciminiera: indossava un lungo mantello nero come la notte che l’avvolgeva tutta ed era comodamente seduta su un tappeto volante, con le gambe accavallate in maniera arditamente sensuale.
    Intravide delle luci fluttuare giù in strada e le parve di udire delle voci fioche.
    Poi più niente.
    Un’altra ombra nera si era portata via tutto. Meno male.
    -Altri illusi. Klenrung non è posto per novellini sprovveduti. Farebbero meglio a starsene a casa loro.-
    Un momento.
    La misteriosa creatura si librò nell’aria per poi atterrare proprio davanti alla porta dell’abitazione.
    Qualcuno di quegli sciocchi era ancora vivo, la cosa dagli occhi viola non aveva fatto il suo dovere fino in fondo.
    Un filo sottile di cotone scuro si strinse improvvisamente attorno al collo dell’uomo, mentre chi lo manovrava manteneva con esso un intenso contatto visivo, sebbene il bersaglio, accortosi del cappio che gli opprimeva il collo, tentasse di strapparselo di dosso, rendendo le cose un tantino più complicate.
    Alla fine, la figura strizzò forte e rapidamente entrambi gli occhi per mettere a tacere quell’essere che ora stava cercando di svignarsela. Lo seguì, sempre a bordo del suo tappeto volante.
    Non era simpatico ammetterlo, ma quel tipo le stava dando del filo da torcere, soprattutto perché, dimenandosi come una sanguisuga in una rete, le faceva perdere il contatto visivo.
    Alla fine si decise a lanciare un secondo filo nel medesimo punto, in modo tale da rendere l’elastico più resistente.
    Ce la fece. L’avventuriero aveva finito per stancarsi, dopo diversi minuti di lotta estenuante e si era accasciato a terra, privo di sensi.
    Non era morto, ma presto lo sarebbe stato.
    I due fili vennero richiamati all’ordine e tornarono a comporre, insieme agli altri, il girocollo della quasi assassina, per così dire, la quale ritornò ad adagiarsi sulla ciminiera.
    Tecnica III: Elastico infernale: Parilin estrae un filo dal girocollo e lo utilizza a mo’ di elastico per stringerlo attorno a una parte del corpo dell’avversario e manovrarlo con gli occhi.

    Maoer, scusami, non ho resistito all’idea di fare del male a quel delirante che era rimasto dopo che il tuo drago aveva fatto fuori i compagni. Spero non sia un problema, in caso contrario, fammi sapere che aggiusto.
     
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    Entro con Liya, non linko tanto la conoscono tutti


    Certo che sulle isole ne aveva viste di cotte e di crude in pochissimo tempo, e questo senza dubbio era decisamente interessante. Per quella notte però ne aveva avuto abbastanza, forse era il caso di tornarsene alla foresta. Non aveva trovato nulla di quanto Noxas le aveva preannunciato. Per una volta anche lei si era sbagliata.
    Scese in picchiata verso terra, spalancando le ali e gettandosi verso il basso con una piroetta delle sue. Si pavoneggiava anche se ad osservarla c'era solo una nuvola, era giusto per sentirsi fashion che svolazzava in quel modo. O forse perché si sentiva libera e completamente indipendente, chi sa? Sicuramente era la sensazione più bella che conosceva, nessun obbligo se non quello di aiutare i compagni e di cacciare quando aveva fame, di bere se aveva sete e di ricordare a Lart che lei non era il suo giocattolino da coccole e doveva starsene al suo posto.
    Forse avrebbe dovuto spiegarlo anche a David. Quando atterrò, qualcosa catturò la sua attenzione.
    Era giunta sulla città di Klenrung, sottostante alle isole che tuttavia da là sotto risultavano coperte dalla nebbia, ma non si aspettava di individuare del movimento. Non era quella la città fantasma?
    Forse i suoi divertimenti non erano finiti.

    Si gettò tutta convinta e trotterellante verso l'ingresso della città, ondeggiando la coda e le ali con fare pacato. Alcune energie si stavano manifestando, che un grande potere si fosse destato? Era troppo curiosa, non poteva resistere.
    Si intrufolò a passo -Liya- nelle vie interne, dove cominciò a percepire i primi strani segni di qualcosa che non andava. E lei adorava le cose che non andavano.
    Un umano agonizzante, che stava strisciando per terra, avanzò verso di lei lamentandosi e chiedendo aiuto.
    Che razza di luogo era quello? Perché mai non c'era venuta prima d'ora! Chinò il muso, avvicinandosi a lui a sua volta.
    "Drago... as... ascolta, io lo so che... sei venuto per salvarmi, se tu sei qui deve esserci un motivo, un mo..."
    "Si, non ti preoccupare" asserì con tono dolce la dragonessa, socchiudendo le palpebre. "Posso aiutarti se vuoi"
    "Si! Si... io... qualsiasi cosa, fai qualsiasi cosa, credo di star..."
    Liya lo zittò mettendogli una zampa sul viso, e lo accarezzò con un ala su tutto il corpo con fare gentile.
    "Ti porto in salvo"
    Era cambiata, ora sapeva distinguere il valore della vita da quello della morte. Non avrebbe mai causato sofferenze a qualcuno che davvero non se le meritava, e non avrebbe lasciato che quel tizio dovesse sopportare quel dolore.
    Con due artigli, molto fluidamente, gli tranciò di netto la testa dalle spalle e la sollevò gocciolante di sangue.
    Robe schifose uscirono per spiaccicarsi a terra, mentre Liya osservava un po' il casino che aveva combinato.
    "Va bene, devo darmi una controllata qui. Non è come nella foresta dove si copre tutto"
    Infilò la testa del malcapitato fra le fauci e la ingoiò dopo un paio di sgranocchiate ben fatte, avanzando in quel miasma pululante di luci ed ombre.

    Interagite con lei tranquillamente, tanto si sta avvicinando potete farla arrivare direttamente lì
     
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    Migliaia di occhi fiammeggianti apparvero dalle ombre attorno a Parilin e Liya, migliaia di creature orribili si avvicinarono affamate e contrariate dalla presenza di due intruse nel loro territorio. Improvisamente, così come erano apparsi, gli occhi svanirono nelle tenebre della città fantasma, lasciando passare un ghoul, vestito di stracci e con ancora della carne umana che pendeva dalla bocca dopo il suo ultimo pasto. L'essere camminava su quattro zampe, dirigendosi verso Parilin.

    -Carne umana, un'umana ha ucciso il messaggero del Padrone... ma il Padrone è generossso, il Padrone vuole vederti, piccola sciocca umana... verso la grotta, sssi, devi andare verso la grotta del Padrone!- sibilò piano il ghoul e, ad ogni parola, si avvicinava sempre più alla ragazza, scrutandola con i suoi occhi gialli. Dopo essersi avvicinato abbastanza si girò di scatto verso Liya e fece un profondo inchino, o almeno, cercò di fare un profondo inchino con quella schiena già così gobba.

    -Il Padrone vuole vedere anche lei, sssi. Il Padrone la conosce e si scusa per il cattivo benvenuto- disse indicando gli esseri che si nascondevano nelle tenebre con un ampio movimento del braccio ossuto.

    -E la ringrazia anche per aver messo fine alla vita del suo povero piccolo messaggero, sssi, il messaggero che la stupida umana ha attaccato scioccamente... il Padrone era molto arrabbiato ma non vuole farle del male... e me non capisssce, me ha fame... tanta fame... carne... NO, NO!!! Non mangiare, il Padrone ha detto non mangiare umana... vi prego, andate alla grotta del Padrone, Padrone buono, Padrone non punisce me se voi andare... vi prego, vi prego...- si mise infine ad implorare quella squallida creatura piagnucolando e indicando l'insenatura nel terreno nella quale gli avventurieri avevano trovato la loro fine.
     
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    Migliaia di occhi fiammeggianti le apparvero intorno di colpo. Occhi appartenenti ad esseri mostruosi che sembravano voler dire tutt’altro che: “Strapazzami di coccole!”
    Essi si avvicinarono a lei impavidi, e, quando se li vide vicini vicini, svanirono nel medesimo modo in cui erano venuti.
    Dopo di che, si ritrovo’ altro per la strada.
    L4a strega non volle perdere tempo nello spiegarsi come, ma dal nulla era piombata una dragonessa, n’era certa.
    Non volle spiegarsi come, perché al momento aveva trovato qualcosa di meglio da fare: infatti, un Ghoul stava avanzando verso di lei con i resti dell’ultimo pranzetto notturno, poiché i non è detto che si debba per forza pranzare a mezzogiorno o all’una.
    La creatura le parlò e a lei non piacque affatto il discorso che le fece, dato che lei non aveva ucciso l’uomo che lui definiva messaggero del padrone, ma l’aveva solo sfinito e abbandonato a se stessa. Tecnicamente parlando. Inoltre, se quello era il messaggero del padrone… allora i soldati che erano assieme a lui…. Phh!
    “Piccola sciocca umana. Mah…” commentò sostenendo lo sguardo del suo interlocutore: “Con tutto il dovuto rispetto, messere, ma trovo il vostro atteggiamento irrispettoso e discriminante. Non che voglia apparire pretenziosa, tuttavia, converrete con me che l’inchino eseguito dinnanzi alla qui presente dragonessa è una mancanza nei miei riguardi. Ma non ve ne faccio alcuna colpa, sono avvezza a ricevere questo genere di trattamento. Certo è che esporrò le dovute rimostranze al vostro padrone, giacché è mia intenzione chiarire il malinteso.”
    Di seguito la ragazza rivolse un’occhiata a colei che era apparsa da non si sa dove, chiedendosi quali intenzioni avesse. Intendiamoci, Parilin non sarebbe andata in una grotta solo perché uno sconosciuto le aveva raccomandato di recarvisi. Che c’’ha Giocondo?!
    Si dondolò con la schiena: -Che motivi avrei di partire per questa fantomatica grotta? Il padrone è Generosso, certo certo! E io sono un agnello casto.- Mhh… sarà meglio alzare il livello di prudenza.-
    Il tappeto prese ad oscillare come se si fosse trovato sul pelo dell’acqua. Ciò aiutava la giovane a concentrarsi, ma non solo, in questo modo, qualora la situazione fosse precipitata improvvisamente, avrebbe potuto svignarsela a velocità supersonica.
     
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    Roxium Prima role

    Finalmente dopo mesi e mesi di cammino, Roxium riuscì a raggiungere la famosa città di Klenrung. Venuto fin lì per guardare con i propri occhi la famosa città fantasma e deciso a combattere il nuovo male. Appena arrivato si mise a cercare l'esercito che, secondo le sue ricerche si doveva trovare proprio alle porte della città.

    Edited by Aesingr - 19/9/2018, 23:38
     
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    Bene, ottimo. Neanche era arrivata che il benvenuto le era stato dedicato senza farsi desiderare, questo poteva anche esserle di conforto in un certo senso.
    O forse, almeno, lo sarebbe potuto essere se tutti quegli sguardi infernali non si fossero poggiati sulle sue squame con così tanta insistenza. Avanzando nellamoltitudine di creature intravide un'umana, vestita di abiti neri quanto i suoi capelli, con uno sguardo che in qualche modo le ricordava Valen. Forse nell'espressione, o magari nei modi di porsi ed atteggiarsi.
    Quando un mostro deforme si fece largo in mezzo alle schiere di demoni oscuri, i quali avevano cominciato ad allontanarsi, distese il muso per osservare con minuziosa meticolosità le sue caratteristiche fisiche decadenti e per ascoltare con vivido interesse le sue parole. La sua attenzione venne catturata dalla riverenza con cui le si stava rivolgendo, affermando di essere lì per conto di qualcuno che la conosceva.
    Perché era così rispettosa? E perché era così sicura il suo padrone la conoscesse? Non che fosse così difficile aver sentito parlare di Liya Neratempesta sull'isola, ma non immaginava che persino a Klenrung fosse giunta voce della sua condotta casinara.
    "Chi sarebbe questo tuo padrone che vuole incontrarmi?" chiese, per poi voltare leggermente il muso verso l'umana. "Incontrarci, mi correggo? Mi suona come un tentativo di attirarci in qualcosa di losco, e ovviamente se costui mi conosce davvero saprà che è proprio il genere di situazioni che più adoro"
    Concluse la frase con un sogghigno, rivolto a nessuno in particolare.
    Non sapeva perché, ma aveva come l'impressione che questo fantomatico tipo misterioso volesse farle qualcosa di sconcio. Aveva incontrato un individuo un po' perverso tempo fà nella foresta, un elfo dai modi piuttosto strani, ed anch'egli affermava di volerla portare da un sedicente padrone. Quando si rivelò un dragone dalle squame di rubino, con la passione per gli accoppiamenti e per le cose -al buio-, fu più che lieta di accontentarlo. Inutile sottolineare che la coda di quel drago, al termine di ciò, non si trovava più esattamente attaccata al resto del suo corpo; ma va beh, già era tanto che fosse ancora vivo.
    La curiosità prese a farsi largo fra i suoi pensieri, facendole trascorrere i seguenti dieci o quindici secondi ad ipotizzare teorie su chi potesse mai desiderarla e allo stesso tempo la rispettasse così tanto.

    Le parole che l'umana asserì in risposta al mostro le strapparono un ghigno a zanne snudate; quello era il genere di risposta che avrebbe dato uno di quei tipi che piacevano a lei, quindi almeno poteva sperare che non sarebbe entrata troppo in disaccordo con qualcuno per una volta. Non che avesse intenzione di collaborare, né era certa di voler dedicare il proprio interesse al Ghoul dall'espressione fatiscente, ma se fosse dovuta arrivare ad una qualche collaborazione avrebbe potuto contare su alleati simpatici.
    Con un ennesimo ghigno impertinente mosse un passo verso la creatura in decomposizione, oscillando la coda come fosse il corpo di un pitone pronto ad assalire la preda.

    Per aiutare chi non ha ancora ruolato con Liya forse è meglio fare una descrizione molto vaga, anche per Roxium che è nuovo nuovo: Liya è di colore blu, con corna e cuspidi nere su tutto il dorso ed un aculeo in fondo alla coda, sotto la pancia è di colore leggermente più chiaro tendente all'azzurro e i suoi occhi sono viola ametista. A differenza degli altri png drago che uso Liya è una gran figa, sebbene non possegga colori sgargianti ha un corpo flessuoso, muscolatura tonica e ali molto ampie ed eleganti, artigli ricurvi e sottili e un ghigno perfido che emerge costantemente quando conversa e fa battutine poco gradevoli(cioè tipo sempre) xD
    Risulta molto molto piccola per un drago medio, non è più alta di due metri e mezzo e anche in lunghezza non eccelle, la sua apertura alare è piuttosto contenuta anche se in volo appare maestosa e fiera grazie alle sue movenze anche un po' troppo esibizioniste.

    PS: Mao mi sono troppo immaginato la scena di Asmodeus che aggredisce Liya di sgamo con intenti zozzissimi, per vendicarsi della leccata provocante, e non potevo non farglielo pensare U.U


    PippiripippiS: come dico sempre, su pg e png mossi da me potete autoconcludere colpi e azioni, muoverli se necessario e fare un po' come vi pare, basta evitiate di farli parlare e di usarli a casaccio se non serve U.U


    Edited by Aesingr - 6/10/2018, 23:30
     
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    Il ghoul stava per aprire bocca per rispondere alle due ospiti quando si fece improvvisamente più pallido, se più pallidi di così si può essere, e si gettò a terra in posizione fetale piagnucolando.

    -P...p...padrone! Non dovevate scomodarvi Padrone! No, no, no, me poteva portare l'ospite e la sciocca umana, me ne è caace, la prego Padrone, non ci punisca-

    -Non ho bisogno di punirti, ma nemmeno di ricompensarti avendo lasciato il lavoro a metà- lo interruppe la voce fredda di Asmodeus che avanzava verso Parilin e Liya, lasciando il comfort della propria dimora.

    -Ti trovo bene Liya, e per tua informazione le cose losche le lascio ai semplici ladri, preferisco cercare di sfociare nella malvagità- poi il drago si girò anche verso l'umana, piegando le zampe e abbassandosi sino ad avere il muso alla sua altezza.

    -E tu devi essere quella che si è divertita con il mio messaggio per quegli sciocchi... poco male, impareranno a loro spesa cosa vuol dire far marciare un esercito verso la mia dimora. Spero vorrete unirvi a me per una sana e succulenta carneficina, il piatto del giorno sarà probabilmente avventurieri arrosto-

    In tutto ciò gli uomini accampati fuori dai confini di Klenrung si stavano armando e ricontrollavano gli ultimi dettaglia della loro strategia, anche da lontano si notavano le centinaia di tende colorate che spuntavano come funghi e, in mezzo ad esse, una tenda dorata grande il doppio, in cui i "capi", tenevano il loro consiglio di guerra, già sicuri della loro imminente vittoria contro le bestie disorganizzate della città fantasma.

    Bene, ora abbiamo le due fazioni distinte e spero che nessuno sbagli, a meno che non voglia fare harakiri o non sia un SUPER MEGA GOLDAR ROBOT GIGANTE, per citare qualcuno
     
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    “Chi sarebbe questo tuo padrone che vuole incontrarmi?” Chiese la dragonessa, prima di voltarsi e modificare leggermente il suo quesito: “Incontrarci, mi correggo. Mi suona come un tentativo di attirarci in qualcosa di losco e ovviamente se costui mi conosce davvero, saprà che è proprio il genere di situazioni che adoro”
    Parilin rivolse un’occhiata complice alla creatura che aveva appena parlato; sembrava una tipa decisa e tutt’altro che pappa molle. Ciò poteva anche significare che in caso di pericolo essa se la sarebbe cavata senza grossi problemi, poiché lei, Parilin, non aveva tempo per badare agli altri. Lei c’era solo se bisognava uscire il prima possibile da una situazione decisamente scomoda, altrimenti non c’era per nessuno.

    Il suo sesto senso le suggeriva di non intralciare gli eventuali piani della dragonessa, del resto, prima doveva pensare al padrone di quel Ghoul.
    Giusto, il Ghoul!
    Quel pusillanime che l’aveva trattata con sufficienza; adesso era diventato improvvisamente pallido e si era riversato a terra piagnucolando come un bamboccio. Sarebbe stata l’occasione perfetta per far soffrire anche lui come quel fantomatico messaggero che camminava solo soletto. Sì, gli avrebbe dimostrato che a una strega si riserva un trattamento decoroso e al pari delle altre creature, altrimenti si finisce molto, ma molto male.
    Si sfilò la borsa da sotto il braccio per cercarvi una pozione che facesse al caso suo, quando…
    - Sciocca umana…- sibilò dentro di sé, mentre le sue mani afferravano una scatoletta di metallo con un candelabro inciso sulla parte superiore.
    Fece scattare la serratura proprio nel momento in cui una voce fredda iniziò a parlare nella sua direzione.
    “E tu devi essere quella che si è divertita con il mio messaggio per quelli sciocchi… Poco male, impareranno a loro spese che cosa vuol dire far marciare un esercito verso la mia dimora”
    A proferir tali parole era stato un drago, che senza ombra di dubbio doveva essere il padrone di quel plebeo che frignava spiaccicato sul lastricato.
    Chiuse subito il contenitore per potersi concentrare sull’essere.
    “Buon salve illustre signore.” lo salutò cordialmente guardandolo fisso negli occhi: “Mi lasci esprimere la mia letizia nel constatare la sua presenza, dal momento che con il suo sottoposto” e indicò con l’indice il Ghoul “Non siamo partiti come si partirebbe fra noi galantuomini. Mi perdoni, ma sono restia ad essere chiamata Sciocca umana; non per apparire tracotante, ma penso che ciò sia ingiusto e ignobile.”
    Ci fu un attimo di pausa, poi ella concluse il discorso: “E’ mia convinzione che voi sarete molto più garbato, peraltro vi reputo un tipo interessante con il quale vale la pena trascorrere parte del proprio tempo, perciò accetterò volentieri il vostro invito.”
    Gli sorrise, mostrando il candore dei suoi denti perennemente bianchi. Poi si levò un po’ più in alto con il tappeto volante.
    Salì ancora più su: vedeva delle flebili luci provenienti fuori dalle mura della città.
    “Messere.” Annunciò ritornando dov’era prima: “Credo che lei sarà felice di sapere che la nostra cena è quasi pronta. Occorre soltanto darle un tocco di sapore in più.”

    Edited by Rectina - 7/10/2018, 16:02
     
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    Roxium diede un rapido sguardo e dopo pochi istanti riuscì ad individuare ad alcuni metri da lui l'accampamento della resistenza e di buon carriera iniziò a camminare verso di esso e nel giro di pochi secondi si ritrovò tra le fila e fila di tende. Camminando tra esse notò che tutti si stavano dando un gran da fare, chi affilava una spada, chi lucidava un elmo, oppure chi si assicurava di avere abbastanza frecce al suo arco. Roxium si sfreghò le mani e pensò tra sé e sé: "Se voglio unirmi alla mischia, devo prima di tutto parlare con i capi di questa marmaglia... sicuramente si trovano nella tenda più lussuosa e grande di tutto l'accampamento". Infatti dopo una rapida occhiata trovò una tenda d'orata e più grande di tutte quelle viste in precedenza e si incamminò verso di essa. A pochi metri dall'ingresso, due guardie gli sbarrarono il passo e una di esse gli chiese: "e tu dove pensi di andare?" A quel punto l'elfo si lisciò le vesti, si schiarì la gola e con il suo tono più diplomatico gli rispose: "Io sono Roxium e credo che ai vostri capi farebbe comodo un'altra spada al loro servizio, soprattutto se si tratta della mia". A quel punto la stessa guardia entrò rapidamente nella tenda e dopo un paio di minuti uscì e se pur riluttante, fece un rapido cenno di entrare nella tenda con lui.
     
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    Maoeru mi ha dato il permesso di entrare, quindi eccomi!
    Aidal e Brendan arrivano dall'Ossidiana d'Argento, dopo la role "Aspettando la terza prova", anche se non è finita. Tanto Brendan alla fine di tutto doveva aiutare Aidal, come da patto, a trovarle un posto adatto per vivere a Kengard quindi l'ha portata a Klenrung.


    "Ed eccoci qua" esordì una voce, troppo vivace per quel luogo.
    Due draghi agli antipodi, uno rosso scarlatto e l'altro nero, atterrarono sul suolo dove ormai la vita era stata eradicata da un incendio.
    "Questa è Klenrung. E' più o meno al centro di Kengard ed è una zona davvero morta..."
    La figura nera dagli occhi di ghiaccio si guardò intorno, fiutando l'aria pregna dell'odore di cenere e ascoltando al contempo il silenzio tombale di quel luogo dimenticato.
    "Direi che è ottimo" esordì la voce femminile appartenuta a quella che era una dragonessa.
    I due non erano altro che Brendan e Aidal e venivano dall'Ossidiana d'Argento.
    "Bene allora. Il mio compito qui è finito" disse invece il rosso. Ci furono alcuno secondi di pausa prima che uno di loro due riprendesse a parlare.
    "Grazie" mormorò lei, come se non volesse farsi sentire né vedere. Era infatti voltata di spalle verso il suo simile. Detestava ringraziare per un favore, ciò gli dava un senso di debolezza. Aveva sempre sbrigato le faccende da sola, quindi farsi aiutare era un grave colpo alla sua dignità.
    "Ah, allora sai essere anche gentile se vuoi" aggiunse Brendan con un sorriso. Lei non disse niente e si limitò a guardarlo con la coda dell'occhio.
    "Vai via prima che cambi idea." Aidal iniziò a camminare verso una direzione imprecisa, infiltrandosi nella tetra nebbiolina che permeava la deceduta Klenrung. E così facendo si allontanò dal drago rosso, sparendo completamente dalla sua visuale.
    "In realtà non sei così pessima come pensavo. Spero un giorno di incontrarti di nuovo, in circostanze migliori."
    Brendan lasciò il luogo in volo, ritornando nella sua dimora alle montagne.

    Brendan esce.
    Aidal per ora sta camminando per Klenrung e ancora non ha visto tutto il casino di gente che ci sta, quindi o aspettate un post così vi raggiunge o tipo le mandate un servitore di Asmodeus in avanscoperta. Insomma, come volete u.u


    Edited by H a w k e ; - 16/10/2018, 09:25
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Il costui a cui la bestia putrefatta si riferiva era nient'altro che quel tipo tenebroso coperto di squame d'alabastro, che aveva incontrato prima del suo viaggio nel tempo. Inclinò il muso, abbozzando un mezzo ghigno al sentirlo aprire le fauci.
    Le parole di Asmodeus erano decisamente chiare, e nel guardarsi un po' attorno Liya capì cosa stava più o meno accadendo. V'era del movimento al difuori della città fantasma, sembrava che il tintinnio dell'acciaio e il vociare della resistenza si stesse facendo sempre più vivace.
    "Sei tu dunque..."
    Rimase qualche istante in silenzio, mentre le sue ali si dispiegavano con leggiadria e i suoi muscoli guizzavano sotto le squame. "Allora non c'è niente che richieda la mia presenza qui"
    Tese il muso in avanti, oltre l'umana che si era mossa su uno strano aggeggio volante in perlustrazione, e fissò negli occhi Asmodeus con freddo fare vendicativo.
    "Pensi abbia scordato la tua sfacciataggine? Odio essere ignorata, piccolo cattivo draghetto"
    Così dicendo flesse le zampe e balzò in aria, salendo in volo sopra ai due e squotendo il lugubre cielo di Klenrung con le possenti ali color della notte.
    "Non ho fame, e non ho bisogno di condividere l'effimero concetto della malvagità con qualcuno. Io da sola basto ma non avanzo, quando ad un equilibrio aggiungi una forza tutto si sbilancia... Asmodeus"
    Si volse quindi verso l'esterno di quel luogo dimenticato dagli dei, dai mortali e forse anche dai massi stessi, convinta che in un posto del genere e con individui del genere non avrebbe potuto ottenere quanto sperava di poter trovare in mezzo ad una battaglia.

    Scese verso le schiere di uomini, elfi e nani che si erano disposte fuori dall'ingresso di Klenrung, dove il loro indaffararsi andava a creare uno strano confine di suoni e agitazione. Nella città vigeva un silenzio sinistro e quasi tagliente, mentre fuori da essa le guardie e i soldati si davano da fare per allestire un attacco con i fiocchi. Di solito in un un contesto urbano avveniva l'opposto, erano le silenti campagne a far da cornice al tumulto in città.
    Non le era chiaro cosa stesse accadendo realmente, ma in fondo non erano affari suoi. Sentì varie voci parlare e non si soffermò su nessuna di queste, almeno finché non scorse una tenda visibilmente diversa da quelle circostanti e su cui verteva gran parte del movimento.
    Al vederla arrivare furono in diversi a puntarle arco e frecce contro, e alcune grida preannunciarono il mugulo di dardi che le sarebbe giunto addosso di lì a poco. L'avevano decisamente scambiata per un'avversaria, ma lei non si curò minimamente della loro reazione e imboccò la prima corrente aerea che le sfiorò le ali, planando con leggerezza sopra le loro teste con indifferenza.
    Giusto per spaventarli un po' scese di cuota, e fu allora che due arcieri scagliarono la prima offensiva. Liya adorava dare spettacolo, e siccome è Overpowered4ever posso fare quello che mi pare :yea:; mosse semplicemente la coda in direzione delle due frecce, precise e ben mirate, e con una sola spinta dell'aria circostante le deviò di traiettoria.
    Rimase sospesa a mezz'aria, facendosi minacciosa sul muso e abbassandosi di diversi metri, mentre una miriade di altri dardi la bersagliarono da ogni dove.
    Occupata a scendere sarebbe stata facile preda di tutte quelle frecce, se solo non fosse stata Liya e non fosse stata così potente da poter ribaltare le isole senza batter ciglio.
    Una poderosa aura vorticante generata dal battito delle sue ali intercettò tutte le sagitte, deviandole o addirittura respingendole con veemenza ai mittenti. Atterrò fra la gente senza urtare nessuno, stando pure attenta a non distruggere niente. Quel
    giorno era in buona, le andava di far casino ma non di scatafasciare accampamenti per gusto di niente.
    "Raccogliete tutto l'aiuto possibile, perché ne avrete bisogno cari ragazzi" disse, ignorando il tentativo di un grosso uomo in armatura di colpirla con un'ascia. "Fra le vie di Klenrung aleggia un sospiro di morte"
    Fece inciampare con la coda il tizio che aveva deciso di campare molto poco, e che dopo un primo tentativo fallito cercò di ferirla su un'ala ancora con la sua arma. La prima volta si era semplicemente spostata, la seconda lo afferrò per una gamba e lo lanciò a qualche metro di distanza con aria di sufficenza.
    "Buona fortuna"
    Così dicendo si levò di nuovo in cielo, scomparendo in lontananza accompagnata dal soffice spirare del vento che, quel giorno, sarebbe diventato spettatore di un oscuro teatro di sangue.

    Con rammarico annuncio che Liya esce.
    Come ho detto sul gruppo siamo diventati tantuzzi, e le role a 5 scorrono parecchio lentamente. Il problema è che io già di mio risponderei ogni troppo per una role così piena di gente.
    Peccato perché volevo far finalmente beccare Liya e Aidal, una volta sfugge una una volta l'altra ^_^

    PS: Maoeru vorrei consigliarti/chiederti moooolto gentilmente di usare bene anche quelli all'esterno e di non lasciarli al caso, sia per aiutare Roxium che Hawke appena arrivata. Inoltre Klenrung credo di non averlo specificato ma è senza mura, quindi niente... regolatevi di conseguenza xD
    Buondivertimentamentamentamento!
     
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    Il drago nero più bianco di Kengard

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    Ascoltando distrattamente ciò che Parilin gli stava dicendo seguiva con lo sguardo i movimenti di Liya che se ne andava per atterrare nell'accampamento nemico. Il drago scosse la testa leggermente deluso dal comportamento della dragonessa che se ne stava andando, se non altro gli era stata utile per capire che le armi a disposizione di quegli sciocchi non erano tali da poter scalfire un drago. L'attenzione di Asmodeus tornò sulla piccola creatura davanti a lui, dato che la sua statura sembrava inversamente proporzionale alla sua affabilità.

    -Devo scusarmi, mi sono insediato da poco ed è estremamente complicato far entrare dei concetti raffinati quali le buone maniere nel piccolo cervello di un ghoul- disse lanciando una gelida occhiataccia all'essere che sgattaiolò via con la coda tra le gambe in preda al panico. Poi, come se tutto questo avanti e indietro non fosse bastato, arrivò anche un'altra dragonessa che attraversò la nebbia di quelle lande. In quel momento Asmodeus prese un appunto mentale "Ordinare ai suoi servi di eliminare a vista gli scocciatori".

    -Penso che la cena debba attendere ancora un poco, ho altri... "ospiti" da accogliere- disse il drago facendo cenno a Parilin di seguirlo mentre si incamminava verso Aidal con tutta l'intenzione di rivoltarle le interiora se fosse stata una scocciatrice come Liya. Arrivato davanti alla dragonessa, o almeno abbastanza vicino da permettere un contatto visivo nonostante la nebbia, Asmodeus si fermò e la squadrò un istante prima di aprir bocca.

    -Un'altra ospita inattesa, posso sapere quali affari ti portano qui in questa landa desolata ai confini di Kengard? Sai, siamo nel mezzo di una battuta di caccia agli invasori e non vorrei mai uccidere qualche innocente- disse il drago con una punta di ironia nella voce.


    Intanto, nell'accampamento degli avventurieri, Roxium venne fatto entrare nella tenda dei tre maggiori esponenti degli avventurieri, Lotrich Bracciocorto, chiamato così non per essere genovese ma perchè, effettivamente, gli mancava gran parte del braccio destro, sostituito con una protesi in ferro che terminava con una lama al posto della mano; Granmazza Gruryn, un nome un programma, un nano narcisista armato di una mazza chiodata grossa il doppio di lui. Infine c'era Yovnoc Kcalb, il capo dei capi, colui la quale magnificenza oscurava il sole e le stelle, ovvero il classico primo a morire della situazione.

    -E così voi dovete essere quell'elfo che si da tante arie che gironzola qua fuori, mh?- esordì Gruryn accarezzandosi la barba unta e irsuta, osservandolo dal suo metro meno cinque di statura.

    -Suvvia messer Gruryn, conosciamo tutti il cattivo sangue che scorre tra elfi e nani ma, dopo le criptiche parole di quel drago, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile- intervenne Lotrich mentre alle loro spalle Yovnoc si ammirava e si autoproclamava dio dell'universo conosciuto.

    Perdiamo una Liya e guadagnamo un Aidal, altro che città fantasma, questo è un mercato nero di draghi :2mz37p:
     
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    Parilin era ancora levata in volo, quando vide la dragonessa dalle squame blu passarle accanto per dirigersi verso gli accampamenti. La osservò mentre si difendeva agilmente dalle frecce dei soldati, sbeffeggiandoli senza timore.
    Finito lo spettacolo, schioccò la lingua: il maestoso drago le stava parlando di concetti raffinati che non era riuscito a inculcare nella testa del suo servito e di una nuova arrivata.
    -Qui fanno scalo tutti i draghi. Klenrung’s International Creatureport.- commentò dentro di sé, mentre seguitava a rivolgere un’occhiata alla nuova presenza: un’altra dragonessa interamente di colore nero, eccezion fatta per dei punti in cui il suo corpo cambiava tonalità, divenendo avorio o grigio.
    Asmodeus doveva essere un perfetto padrino o patrizio, perché seppe trattare con garbo la creatura, non come quel mostriciattolo inutile che al solo pensiero, la strega avrebbe trasformato in polvere in stile Alan Campbell nel Ritratto di Dorian Gray.
    -Anzi!- fece strizzando furbescamente gli occhi.
    “Dovete scusarmi un attimo, vostra signoria, ho un’incombenza impellente da assolvere. Ne vade la mia psiche.”
    Detto ciò, si affrettò ad inseguire l’essere che stava sgattaiolando via. Non appena lo individuò, gli si avvicinò ed estrasse dal girocollo il filo di pizzo. Sparò una punta di pizzo nella giusta direzione, poi un’altra e un’altra ancora. Aveva steso il suo avversario, paralizzandolo.
    Continuò con quella tortura, non perché ne traesse soddisfazione, ma per mera noia.
    Terminate le munizioni, rimise mano alla scatoletta riposta nella borsa dalla quale tirò fuori della polvere fine fine. La scagliò contro il piccolo essere steso a terra.
    Immediatamente un vortice d’aria calda si materializzò intorno a lui, trascinando la sua carcassa non si sa dove.
    La giovane lasciò che la polvere agisse, nel frattempo, con aria innocente, tornò docile docile dal possente drago signore di Klenrung. Evitò, così, di solcare il cielo tenebroso della città ridendo come una vera strega, come era consueta fare, poiché non era il caso che si mostrasse troppo baldanzosa con quella creatura. D’altronde, quella non le aveva fatto niente di male; in un certo senso, aveva anche dei principi abbastanza nobili.
    Tecnica IV: punte di pizzo.
     
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    Finalmente Roxium ebbe l'accesso alla tenda dei capi della resistenza e notò che in tutto erano tre: il primo uno strano signore che in sostituzione di una metà di un braccio aveva una protesi con una lama affilatissima al posto della mano, il secondo un nano che impugnava una mazza chiodata alta il doppio di lui e l'ultimo che sprizzava magnificenza da tutti i pori e che dopo una rapida riflessione arrivò a concludere che doveva essere il capo supremo.
    Dopo aver ascoltato le parole un po' ostili del nano, con tutta calma rispose: "Esatto, sono io in carne ed ossa e come le ha suggerito il suo collega, le pregherei di mettere da parte le ostilità che scorre tra le nostre due razze ed accettare il mio aiuto". Una volta affermato ciò, pensò che non sapeva ancora il nome di questi tre generali e neanche i piani per l'attacco, allora si rivolse verso il tizio che sprizzava magnificenza e con il suo tono più professionale gli chiese: Voi siete il capo supremo della resistenza, non è così? Allora gentilmente potrei sapere il vostro nome e quello dei vostri collaboratori? E se non creo tanto disturbo, potrei sapere come posso mettere a disposizione la mia lama per voi?"
     
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