In Taverna dopo l'Inferno

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    Tre. Dannatissime. Settimane. Tre diamine di settimane ci avevo messo a viaggiare in mare dopo che quel pezzente di Wazamono, a causa di quella sgualdrina di sua figlia, mi aveva scoperto e cacciato da Shuken No Kuni, non prima, però, di avermi costretto a vedere i suoi uomini nell'atto di trucidare decine e decine di miei simili, solo per un suo malato godimento nell'osservare il dolore e la sofferenza nei miei occhi forzati a non distogliere lo sguardo da ogni singolo, crudele assassinio.
    Voleva farmi sentire in colpa, farmi pensare che tutti quei decessi di miei simili fossero stati la conseguenza delle mie azioni nella capitale, che ogni cittadino che avevo ucciso meritasse un sacrificio di sangue per essere vendicato, ma non vi riuscì quel maledetto: ero in pena, sì, ma non perchè fosse stata colpa mia, no, era stato solo un modo di quel bastardo di divertirsi a spese di qualcuno che combatteva per il riscatto dei propri simili, un gioco per fomentare il suo sadismo ed il suo odio verso il diverso, che da decadi ormai perseguitava e demonizzava, che definiva come mostri...quando il vero mostro era solo lui.
    E così, con la voglia di vendetta che mi faceva ribollire il sangue nelle vene, partì prendendo il mare: con una semplice nave monoposto, e le poche provviste che quel bastardo mi aveva concesso -avariate tra l'altro, accidenti a lui!-, avevo preso il largo, diretto all'isola di cui tanto avevo potuto leggere nelle biblioteche della capitale, Kengard. Il viaggio verso tal mitica isola, ove si raccontava convivessero specie magiche e leggendarie d'ogni dove, non fu affatto semplice: affrontai più d'una volta le implacabili tempeste, che rischiarono non poco di farmi affondare; lottai contro la fame e la sete, riuscendo a stento a sopravvivere con lo schifo di cibo marcio lasciatomi da Wazamono, e col pesce che raramente pescavo. Una tortura, che però, al termine di quelle tre dannatissime settimane di agonia, mi fece finalmente scorgere l'isola tanto agognata, quasi con le lacrime agli occhi, per la gioia di aver trovato un qualche luogo civilizzato dopo poco meno d'un mese di sofferenza.
    Per evitar subito casini, prima di attraccare, mutai nella mia forma umana: dal grosso tasso che ero, divenni una diciannovenne umana non eccessivamente formosa, dai lunghi capelli castani e dagli occhi cremisi, che nel giungere a terra scrutavano con disgusto il viavai di umani, sin troppo abbondanti anche in quelle terre, Che schifo, brulicano come gli scarafaggi, non potei evitar di pensare vedendo il porto gremito di umani, la cui unica funzione, almeno ai miei occhi, sarebbe stata quella di riempirmi lo stomaco una volta che mi fossi ambientato in quelle terre.
    Lasciando però temporaneamente in attesa un primo boccone di carne umana su Kengard, decisi di andare nel primo posto disponibile per mettere sotto i denti del cibo vero e un po' di alcol, che mi era troppo mancato nelle tre settimane d'inferno: la prima taverna che mi capitò sott'occhio, il "Nido del Porco", un nome azzeccato, visto l'ambiente che, una volta oltrepassata la porta d'ingresso, mi trovai a vedere. Un covo di ubriaconi troppo presi dalla sbronza persino per reggersi in piedi, e che al veder passare una ragazzina come ero nel mio travestimento da umano, non poterono non commentare con perversione, incitandomi a spogliarmi per loro...Sono su tutt'altro livello rispetto a voi mezzeseghe, replicai io con un sorriso malizioso, lasciandoli di stucco per qualche secondo, prima che, imbecilli com'erano, ricominciassero a farsi i fattacci loro.
    Arrivato al bancone, ordinai al taverniere un boccale di rum, un alcolico che avevo avuto modo di gustar poco nella mia terra natia, e che il tavreniere mi allungò senza troppe manfrine, in cambio di qualche moneta d'oro che avevo portato da Shuken No Kuni; portai il boccale alle labbra, e non appena il sapore di quella bevanda mi sfiorò le papille gustative, sentì come un fremito percorrermi tutta la schiena, per il piacere, Dopo tre settimane di cibo immangiabile, questa bevanda è il paradiso! Non potei che pensare, scolandomi il boccale in men che non si dica, solo per poi ordinarne un secondo, fremendo nell'attesa di quel nettare dall'aroma divino.

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    Itadakimasu: Furyō possiede la capacità di poter ingoiare interamente esseri viventi od oggetti grandi al massimo quanto un uomo adulto, potendo stipare all'interno del suo ventre esseri o oggetti che complessivamente non superino il peso di 200Kg, ovvero metà del peso dello Yokai stesso.
    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    Mi sarebbe piaciuto partecipare con Thyen, ma era già impegnato altrove (e non so come si risolverà quella role ^^"). Vengo con Dalla da questa infinita role dall'infinito titolo.

    Ah, mi sento di dirtelo perché sì, poi prometto di non romperti più le scatole: in questo forum non siamo abituati ad usare i codici role come hai fatto te ora, sicché non c'è bisogno di tutto questo schemetto ogni volta. Se a te piace sei comunque libero di usarlo, io ti scriverò sotto spoiler ciò che serve mano a mano che la role procede ^^

    Era passato qualche giorno da quando si era lasciata con Ksefira e gli altri membri della Nebbia Argentata. Nessuno aveva sospettato della sua assenza nella locanda o almeno non c'era stato neanche un cameriere o ospite che aveva osato mettere in dubbio le sue parole, nonostante le ore di sonno perse si fossero fatte sentire il giorno successivo. Aveva passato quei giorni per cercare informazioni su Kerus e il resto dell'isola, così da non doversi più ritrovare nella situazione di maledirsi per non saperne abbastanza. Come nobildonna aveva ordinato ai camerieri di raccontargli qualcosa sul folklore cittadino e si era introdotta nella parte alta della città per sapere cosa ne pensasse di Kerus l'elite della città. Dalla sapeva, tuttavia, che questo non poteva essere sufficiente per il suo scopo. Se voleva davvero capirci qualcosa, era nei bassifondi che doveva andare.
    Quel pomeriggio finse di lamentare una forte emicrania, così da avere una scusa per non essere disturbata per nessunissima ragione. Invece di stendersi a letto, però, indossò dei semplici abiti, usurati sulle ginocchia e i gomiti, a cui aggiunse un logoro mantello grigio con un profondo cappuccio. I pantaloni erano un po' troppo larghi per lei, ma non aveva importanza. Anzi, avrebbero aggiunto un tocco in più al suo personaggio.
    Prima di calarsi dalla finestra, si avvicinò allo specchio. Chiuse gli occhi e sospirò, si preparò a trasformare il suo volto, perché non fosse associato a quello della Lady che interpretava nella locanda. La pelle che mutava bruciò per qualche secondo, come se fosse stata marchiata a fuoco, ma Dalla strinse i denti e trattenne ogni gemito. Quando riaprì gli occhi, nello specchio il suo volto era composto per metà di pelle e per metà di squame scure, con un leggero riflesso rossastro. Si arruffò i capelli rossi e calò il cappuccio sul viso. Quindi uscì.

    ---

    Dalla decise di dirigersi verso il porto dato che, con tutti i marinai che bazzicavano la zona, era più probabile riuscire a confondersi tra i vari stranieri e residenti, senza attirare troppe attenzioni su di sé. Per non perdersi preferì muoversi nelle strade principali, anche se rimase sempre ai lati della strada con lo sguardo basso, come se non volesse impicciare nessuno. Non sapeva dove andare di preciso, ma pensò che entrare in una locanda o l'altra non facesse poi tanta differenza. Seguì un paio di marinai già mezzi-sbronzi alla taverna più vicina. Dalla si avvicinò, si fermò un attimo davanti all'entrata. "Nido del Porco", recitava l'insegna. Non proprio il più invitante degli inviti, ma da qualche parte si doveva pur cominciare.
    Venne accolta da una zaffata di alcool, fumo e sudore. Vide i due marinai sedersi ad un tavolo e fare cenno ad un cameriere striminzito di servirli qualcosa. Senza degnargli di ulteriori sguardi, Dalla procedette verso il bancone. Richiamò l'attenzione del taverniere che accettò di servirle un boccale di birra solo quando lei cacciò fuori le monete necessarie.
    Fino a qualche ora prima stava sorseggiando il migliore spirito che Kerus poteva offrire, in quel momento invece si ritrovava a sorseggiare della birra annacquata da un boccale che probabilmente non aveva mai visto dell'acqua insaponata. Dalla sorrise tra sé e sé per l'ironia, ma non indugiò oltre: si ingobbì sul bancone e cominciò a bere a grandi sorsate.
    Era intenta ad ascoltare già da un po' un gruppetto di gente locale che si lamentava del prezzo del grano e di altri beni, quando degli schiamazzi coprirono quelle voci. Dalla si voltò, tra l'infastidito e l'incuriosito: una ragazzina avanzava nella sua direzione. La vide rispondere a tono ai soliti pervertiti random e procedere fino a sedersi accanto a lei. Da sotto il cappuccio, Dalla la osservò, incuriosita dai suoi strani modi di fare. Si sorprese nel vederla ingollare un boccale di rum come se fosse acqua e non farsi problemi ad ordinarne un altro. Non capiva bene cosa ci fosse di strano in lei, ma il suo sesto senso le diceva che tutte quelle eccentricità non potevano essere giustificate con il fatto che fosse una straniera..

    Ok, Dalla ha attiva la sua VI tecnica, "Pelle d'oca". Non cambia solo il suo aspetto, ma anche il suo odore diventa in parte quello di un rettile.

    PS. Non so se te preferisci aspettare qualcun altro, ma secondo me intanto possiamo andare avanti noi due ^^
     
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    Quella di scrivere i post con i code ormai è diventata una mia abitudine XD Continuerò ad usarlo, e spero solo non ti dia fastidio ><
    Per quanto riguarda eventuali aggiunti: andiamo avanti noi, poi se qualun altro vorrà unirsi, vedremo uwu


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    Quel cacchio di alcolico era il paradiso per le mie papille gustative, eccitate da quella bevanda al pari di quanto lo sarei stato io nel posar gli occhi su qualche gnocca da paura, una sensazione meravigliosa, soprattutto dopo quelle settimane di viaggio in mare che m'avevano lasciato in bocca uno schifo di sapore di salato, che, non fosse stato per quell'afrodisiaca bevanda che mi aveva rinfrescato la gola, mi si sarebbe appiccicato addosso come un'incurabile ferita.
    Mentre attendevo che un secondo boccale di rum mi venisse dato dal taverniere, uno strano odore mi permeò le narici: iniziai ad annusare, arricciando lievemente il naso, mentre un odore... familiare si spandeva nell'aria, mescolandosi al tanfo d'alcol e tabacco, misto ad essi ma ancora distinguibile. Puzza di rettile. Era da un bel po' che non sentivo un simile olezzo, l'odore delle squame rettiliane che a Shuken No Kuni, ero tipicamente solito odorare in presenza di qualche Waniguchi, degli Yokai nati da degli oggetti, nel loro caso delle campane, che dopo aver preso vita sviluppavano un corpo da coccodrillo, che emanava perennemente il tanfo che stavo sentendo anche in quel frangente... proveniente dalla figura incappucciata seduta di fianco a me.
    A quanto pare non sono l'unico inumano in questa bettola, non potei che pensare mentre un lieve sorriso mi si stampava in volto nello scoprire che anche altri non umani erano con me nella taverna, tanto che, nel momento in cui mi venne dato l'altro boccale di rum, lo presi e mi girai in direzione della figura incappucciata a me vicina, sorridendole con la malizia stampata su occhi e labbra.
    Bevvi un altro sorso di rum dal mio boccale, che poggiai quindi sul bancone, e, accavallando le gambe, presi parola: Hai un'aria molto pensierosa sai? Le domandai, ridacchiando subito dopo, senza farmi troppi problemi a darle del "tu", non me ne fregava poi troppo del galateo,Giunta qui ad affogare i dispiaceri nell'alcol? Domandai infine, attendendo repliche, curioso di sapere che ci facesse in mezzo a tutta quella feccia umana, una creatura rettiliana come l'incappucciata figura pareva essere, almeno stando all'odore che si portava dietro.

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    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    Nessun fastidio ^^

    Dalla scosse la testa, come a cancellare i suoi ultimi pensieri. Non era svicolata dalla locanda per distrarsi con la prima novità di turno: lei si era travestita, arrivata fino al porto e sorbita quella terribile bevanda solo per cercare informazioni. Nulla di più.
    Mandò giù un altro sorso, tornando a concentrarsi sulle parole del gruppetto vicino. Erano passati a pontificare ragioni sul perché di quel rincaro e, aiutati dai fumi dell'alcool, sembrava quasi che si sfidassero a chi la sparava più grossa. Senza rifletterci più di tanto, il suo sguardo si spostò di nuovo nella direzione della sconosciuta, solo per accorgersi che la ragazza si era apertamente girata nella sua direzione. Per non essere scoperta a fissarla, Dalla alzò la testa e ingollò l'ultimo sorso di birra, seppellendo così il suo volto nel boccale. Quando finì, tornò ad ingobbirsi in avanti, dando poi un colpetto al boccale vuoto per allontanarlo da sé. Nonostante tutto, sentiva ancora gli occhi della sconosciuta appiccicati al suo cappuccio grigiastro. Che si fosse accorta delle sue occhiate furtive?
    Fu solo quando la sentì parlare, che Dalla osò spostare lo sguardo di lato. Dapprima lo fece leggermente, per accertarsi con chi stesse parlando; poi, quando le chiese cosa ci facesse in quella topaia, Dalla raddrizzò la schiena e ruotò il busto verso di lei. Non alzò, tuttavia, troppo lo sguardo: la sconosciuta avrebbe potuto vedere la sua bocca e il mento, ma gli occhi sarebbero rimasti nascosti sotto il cappuccio.
    < Dovrei davvero essere messa male, se mi bastasse questa brodaglia annacquata per ubriacarmi... > rispose, in tono calmo e leggermente sulla difensiva.
    Con la coda dell'occhio notò il locandiere alzare un sopracciglio e lanciarle un'occhiataccia di sottecchi. Era evidente che non aveva apprezzato più di tanto il suo ultimo commento. Dalla lasciò perdere e si concentrò piuttosto sulla sua interlocutrice. Cosa voleva da lei? Aveva attaccato bottone per il piacere di conversare oppure si era risentita per gli sguardi fugaci che le aveva rivolto? A giudicare da come aveva liquidato i random-pervertiti appena entrata, dubitava che non avrebbe reagito alla stessa maniera se si fosse accorta del suo interesse, sicché protese per la prima ipotesi. E chi era lei per opporsi a un po' di sana conversazione civile? Soprattutto con persone che avevano attirato la sua curiosità?
    < Anche te non sei di queste parti, vero? >
    L'altra non si era fatta troppi problemi ad usare un tono più colloquiale. Lei non voleva essere da meno. Odiava voi-are (?) la gente.
     
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    Sembrava tesa, come preoccupata l'incappucciata, o almeno così pensai vedendola comportarsi con una timidezza a dir poco esagerata, con occhiate fugaci verso di me come si sentisse a disagio nel sapermi con gli occhi puntati sulla sua persona...comportamento che però cambiò radicalmente nel momento in cui presi parola, ponendole domande.
    Non potei che ridere di gusto al suo dire sul sapore degli alcolici che servivano in quella bettola dal nome improbabile dove ci eravamo fermati, Oh beh, anche se ciò che servono in questo posto facesse oggettivamente cagare, personalmente ciò che mi hanno dato non è male, commentai, ricevendo anche io un'occhiataccia dal taverniere che sicuramente aveva poco gradito il mio dire, non che me ne fregasse più di tanto: finché pagavo, quel lurido umano mi avrebbe dovuto servire, e starsene solo muto, se voleva evitare di finire sul mio menù del giorno, idea che un po' aveva sfiorato la mia mente da quando lo avevo visto; era un omone, non esattamente muscoloso, ma comunque di grossa stazza, di certo un bello spuntino per riempirmi ben bene lo stomaco se avesse rotto troppo le scatole.
    Risi lievemente alla successiva domanda della timidona, che dal cappuccio mostrava unicamente parte del volto, in cui, come avevo precedentemente ipotizzato dall'odore che la tizia emanava, riconobbi tratti rettiliani, a sostenere la mia tesi sull'inumanità della mia interlocutrice; Non ti si può nasconder nulla, eh? Ridacchiai, per poi sporcarmi ancora una volta la bocca di rum, Vengo da un'isola abbastanza lontana, a tre settimane di viaggio da qui: Shuken No Kuni, il cosiddetto "Paese dei Sovrani", il titolo della mia terra natia venne da me detto con evidente tono di sarcasmo, Solo una cacchio di nomea, visto che quel posto è solo uno schifo di covo di razzisti, commentai con una punta di odio nelle parole, ricordando tutta la vita da rinnegato che fui costretto a sopportare in quel regno.
    Lasciando perdere però quei ricordi, e concentrandomi su chi avevo di fronte, ripresi parola: Sono nuovo...ehm, nuova... mi corressi subito, avendo scordato per un attimo che ero nei panni d'una donna ...di queste terre, e sinceramente, non conosco nulla di Kengard, se non di fama, che ne diresti di parlarmi un po' dell'isola? Le domandai, ma prima che mi rispondesse, l'avrei bloccata riprendendo parola: Prima che tu risponda, c'è però una cosa che devi sapere: non mi piace esattamente parlare a coloro di cui non so neppure il nome, quindi una minima presentazione direi che è dovuta, allungai la mano destra, ghignando, Mimoto Uemasu, piacere, le avrei infine detto, presentandomi con il medesimo falso nome che avevo usato in passato a Shuken No Kuni, e che, causa l'abitudine nel sentirmi chiamare con quel nome, decisi di mantenere; subito dopo ciò attesi quindi che la mia interlocutrice mi stringesse la mano, e si presentasse, così che almeno avessi potuto avere una qualche idea di chi aveva a che fare con me.

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    Scusa, in questi giorni ho avuto dei problemi con la rete internet ^^

    La ragazza rise di gusto nel sentire come lei aveva definito la birra di quel locale e ribatté che forse solo il rum lì si salvava. Si prese una pausa per ricambiare l'occhiataccia che il taverniere le aveva rivolto, prima di rispondere anche la sua seconda domanda. Temporeggiò ancora sorseggiando dal boccale, poi cominciò a raccontarle della sua patria, con un tono palesemente astioso. Dalla ascoltò in silenzio, anche se non sapeva se quella era la verità o se l'altra le stesse raccontando una qualche storiella random. Forse era lei ad essere sospettosa per natura, ma le veniva naturale dubitare delle persone che rivelavano troppo senza prima interrogarsi su chi avevano davanti. Sì, forse il torto era talmente fresco che il suo unico desiderio era quello di liberarsene e dirlo a qualcuno, a chiunque, ma non si poteva mai essere abbastanza prudenti. La sua esperienza le diceva di non confidare sulle notizie di dubbia fonte..
    La ragazza si bloccò, come se realizzasse solo in quell'istante di avere a che fare con una sconosciuta. La osservò per un attimo prima riprendere parola, presentarsi e chiederle di fare lo stesso. Annotò l'errore di genere commesso dalla ragazza, ripromettendosi di chiederle poi il perché di tale refuso. Dalla la osservò per qualche secondo prima di tendere anche lei la mano destra in avanti per stringerle la sua. Mimoto Uemasu? Chissà quale dei due era il suo nome...
    < Puoi chiamarmi Rayla. - un sorriso le arricciò le labbra spontaneamente, nessun segno che le avesse appena mentito - Non sono esattamente del posto, ma sono qui da abbastanza tempo per sapere a chi non rompere le scatole. >
    E con questo non intendeva di sicuro il locandiere di quella locanda: tra le loro insinuazioni e occhiatacce, erano fortunate se non erano già state cacciate via.
    Era curiosa riguardo alla storia dell'altra, ma si trattenne dal fare domande direttamente. La ragazza sembrava in vena di parlare ed era stupido forzare le cose quando eventualmente lo avrebbe fatto da sé. Prima avrebbe dovuto solo soddisfare un paio di sue curiosità.
    < Cosa in particolare ti interessa sapere? >
     
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    Rayla, tale era il nome della mia dirimpettaia, o almeno così ella mi si presentò con un dolce sorriso sulle labbra, dicendomi poi di non essere esattamente della zona, ma che comunque era lì da abbastanza tempo per sapere a chi non dar fastidio per non ottener grane. Sorrisi. Oh beh, anche io son quel tipo di persona: molti di quelli che hanno osato rompermi i coglioni, son finiti nelle mani dei guaritori, o anche direttamente nella bara, presi un ennesimo sorso d'alcolico, stavolta quasi svuotando il boccale, Non sono il tipo di persona che si fa troppi problemi ad uccidere, se necessario, spiegai lei; in effetti nella mia terra natia, più d'una volta qualche idiota umano che mi aveva dato troppo fastidio, era finito per farmi da spuntino, o impalato dalla mia spada, e sinceramente, visto che quel carattere era così tanto radicato in me, cambiare era praticamente impossibile.
    Alla mia domanda a riguardo della descrizione dell'isola, la donna che puzzava di rettile replicò con un'altra domanda, chiedendomi cosa esattamente mi sarebbe interessato sapere, ed io, dopo aver finito di scolarmi anche il secondo boccale di rum, che ancora non era riuscito ad ubriacarmi, risposi: Beh, dopo che mi hanno esiliata da quello schifo di terra da cui vengo, son venuta qui sapendo che ogni razza a Kengard è ben accetta, visto che ci vive ogni creatura possibile e immaginabile, ma oltre questo, non so proprio nulla dell'isola, spiegai, Uno sguardo generale della conformazione dell'isola, con i maggiori centri di interesse sarà abbastanza, conclusi quindi.
    E mentre noi discutevamo, uno dei pervertiti mezzi ubriachi che avevo liquidato prima, con un'andatura tutt'altro che sobria, si sedette sullo sgabello alle mie spalle, e dopo una risata mista a singhiozzi per la sbronza, se ne uscì con una sparata proprio del cazzo: Hey pupa, perché non vieni qui a farmi un servizietto *hic* se capisci che intendo hehe; non lo cagai di striscio, concentrato più sulla mia interlocutrice che su quell'idiota, sperando che smettesse di provarci se non voleva finire atrocemente all'altro mondo.

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    Itadakimasu: Furyō possiede la capacità di poter ingoiare interamente esseri viventi od oggetti grandi al massimo quanto un uomo adulto, potendo stipare all'interno del suo ventre esseri o oggetti che complessivamente non superino il peso di 200Kg, ovvero metà del peso dello Yokai stesso.
    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    La ragazza le rivelò che, per lei, la vita degli altri non valeva granché e che non si faceva troppi scrupoli toglierla quando più le garbava. Per un attimo, un piccolissimo attimo, Dalla si sentì vagamente a disagio: riconobbe che l'altra le stava dicendo la verità, nonostante i toni noncuranti con cui le aveva fatto tale confessione e in quell'istante si chiese se dovesse interpretare quella frase come una sorta di minaccia.
    Dalla inclinò la testa di lato, etichettando il suo timore come stupido e irrazionale. Per sua esperienza una persona come quella che aveva davanti non agiva mai in quella maniera. Anzi, se avesse voluto minacciarla, non dubitava che si sarebbe ritrovata già con la sua spada nel petto. Quella non era una minacci, riconobbe, quello era uno sfogo. Il perché le stesse dicendo ciò, era lo stesso che l'aveva indotta ad attaccare bottone con lei. Ne era sicura.
    < A quanto sembra è arrivato in città qualcun altro da cui è meglio stare alla larga... > rispose con un tono calmo, in modo che non si potesse leggere alcun tipo di sarcasmo nella sua frase.
    Le sorrise, ma il suo scopo non era quello di denigrarla. Credeva alle sue parole e le rispettava. Era una fortuna che Mimoto avesse trovato un'interlocutrice come lei: aveva troppe colpe ed obiettivi per permettersi di giudicare chi aveva davanti più di quanto le serviva per capire se quella fosse una pedina utile o irrilevante. O troppo pericolosa e imprevedibile per poterla prendere in considerazione.
    Mentre l'ascoltava, Dalla osservò distrattamente un umano che si dirigeva barcollando nella loro direzione. All'inizio pensò che volesse solo ordinare qualcos'altro da bere e lo lasciò perdere; poi lo vide avvicinarsi pericolosamente (per lui, ovvio) a loro due. L'uomo si sedette su un altro sgabello e Dalla ritenne di aver malinteso le sue intenzioni. Accennò a rispondere a Minoto, ma l'idea balorda dell'uomo la bloccò e dimostrò al mondo quanto avesse avuto ragione a pensar male.
    Prima che la sua compagna potesse fare qualcosa di... drastico, Dalla recuperò il boccale davanti a lei. Lanciò una rapida occhiata al di là del bancone e nel notare il locandiere distratto a spillare della birra per degli altri clienti, gettò il boccale sulla testa dell'omino appena arrivato. Non che le importasse dei rimproveri del locandiere, ma aveva dato fino a quel momento un po' troppa importanza alla discussione tra lei e l'altra ragazza. Meglio non dargli altre preoccupazioni..
    < Ops, che sbadata! - esclamò lei, rizzandosi in piedi - Deve essermi sfuggito di mano... >
    Quella era una locanda troppo scadente per avere dei boccali di vetro e dubitava che quel coso di legno gli avrebbe fatto più di un bernoccolo o un taglietto. Anche se curiosa di come Minoto avrebbe reagito se lasciata a se stessa (avrebbe confermato le sue precedenti parole?), Dalla preferì intervenire e risolvere più o meno pacificamente la situazione: se avesse ucciso quel tizio, avrebbero attirato terribilmente l'attenzione. Non che fosse di per sé un male, ma Dalla odiava quando non aveva preparato in anticipo un piano B per sfruttare al meglio la situazione...
     
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    Sorrisi al di lei commento sul fatto che mi considerasse pericoloso: era gratificante il fatto di esser finalmente rispettato, e non braccato come un animale come lo ero invece nelle terre di quel bastardo di uno Shogun, dannato pezzente che per come trattava noi Yokai avrebbe meritato una morte più atroce di tutte quelle che faceva patire ai miei simili.
    Tralasciando i miei pensieri su quel dannato figlio di donna dai facili costumi, la mia interlocutrice, Rayla, volle togliere di mezzo l'ubriacone che volgarmente ci stava provando con me: prese il ligneo boccale che mi era stato precedentemente dato per il rum, e svelta lo tirò in testa all'ubriacone, finendo così per farlo capitombolare giù dallo sgabello, con un bernoccolo bordò e pulsante in fronte, stretto tra le mani mentre quell'idiota se lo stringeva tra le mani agonizzante. Risi, una risata di gusto per quell'avvenimento invero comico, una situazione molto particolare e divertente, Hahaha, bel colpo Rayla, ma non ce n'era bisogno alcuno, dissi lei, ridacchiando ancora, Non l'avrai notato, ma stavo decisamente ignorando quell'idiota, dei commenti del genere non mi fanno né caldo né freddo, continuai quindi, rassicurandola a riguardo del fatto che comunque non avrei dato troppo peso alle parole di un imbecille in preda all'alcool. Diverso era per i fatti però.
    Quel pirla, infuriato sia per la botta che per il commento da me fatto su di lui, si rialzò, e impugnando un coltello prese parola: Brutta troia *hic* questa me la paghi! Disse, minacciando una di noi due senza però specificare bene chi...e si lanciò all'attacco con la sua andatura barcollante, mirando a tirarmi una coltellata alla gola. Sospirai. Tentò di colpirmi dall'alto verso il basso con un movimento sin troppo prevedibile e lento, che gli bloccai la mano senza troppi problemi, per poi alzarmi in piedi, Al diavolo la copertura, mi ha stufato questo qui, pensai quindi, prima di mandare a quel paese il mio travestimento: una nuvola di fumo mi avvolse ed una volta dissipatasi, al posto della ragazzina che v'era prima, c'ero io nel mio vero aspetto; torreggiavo su quell'omuncolo con i miei due metri e venti di altezza, mentre gli stringevo il polso, e lo guardavo dritto nelle palle degli occhi, incazzato nero.
    Avvicinai il mio muso alla sua faccia, e presi quindi parola: Allora omuncolo, mettiamo in chiaro una cosa: io le merde come te le sbrano a colazione, ma per tua fortuna adesso non ho fame, sparisci se non vuoi che cambi idea, lo minacciai quindi mettendo ben in mostra le mie zanne, e lui, dopo aver annuito in assenso alle mie parole, sgattaiolò al suo tavolo, tutto impanicato.
    Ritornai indi a sedere, sospirando per poi guardare la mia interlocutrice, tacendo quindi in attesa di una reazione da Rayla per ciò che era accaduto innanzi ai suoi occhi.

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    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    Edited by DarkSuperSayan - 14/10/2018, 23:20
     
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    Il boccale lanciato colpì l'uomo in pieno. Nel vederlo cadere a terra, Minoto scoppiò in grasse risate e le disse che, per quanto apparisse palesemente divertita, le parole di quell'uomo non l'avevano turbata tanto da giustificare il suo gesto. Non che non sembrasse averlo apprezzato, eh.
    < Davano fastidio a me... > borbottò Dalla in risposta, senza togliere gli occhi di dosso dall'imbecille a terra.
    Aspettò che il tizio si alzasse in piedi e poco distante da lui ed incrociò le braccia al petto. Quando finalmente quello si alzò, sbottò in toni irati imbracciando un pugnale, mentre un rivoletto di sangue gli rigava una delle guance. Dalla, in piedi davanti a lui, non si curò minimamente dell'improvvisa piega degli eventi: notò la lama del tizio, sì, ma non la ritenne una minaccia così rilevante. Quando poi quell'imbecille attaccò pure la persona tecnicamente sbagliata, Dalla non si sprecò ad intervenire. Invece di sedette e iniziò a fissare da sotto il cappuccio come la sua compare avrebbe gestito la situazione. Aveva cercato già di attirare su di sé l'attenzione dell'imbecille giusto per evitare di sfidare l'umore di qualcuno che non si faceva troppi problemi ad ammettere che uccidere gente fastidiosa era un giochetto da ragazzi, ma non poteva mica proteggere quel tizio dalla sua stessa stupidità...
    Con sua sorpresa, Minoto venne avvolta da una nube di fumo e il suo aspetto cambiò radicalmente: da una giovane ragazza, si trasformò in un grosso tasso marrone. I vestiti che portava e la spada al suo fianco erano gli stessi della ragazza con cui aveva parlato, sicché era impossibile sbagliarsi. Lei... o lui? sfruttò il suo nuovo aspetto per spaventare l'imbecille e farlo scappare via con la coda tra le gambe. Uh, non lo aveva ucciso? Forse Dalla aveva travisato le sue parole di poco prima, intendendole più forti di quanto in realtà rivelassero. O forse anche lui non riteneva necessario sporcarsi le mani con qualcuno di così bassa lega, soprattutto in città nuove in cui non si sapeva quali fossero i rischi in cui si incorreva se lo avessero beccato..
    Minoto (era il suo vero nome? Ma aveva importanza?) tornò a sedere al balcone della taverna con il suo nuovo aspetto. Dalla rimase interdetta per qualche istante, prima di scuotere la testa e tornare anche lei a sedersi, con le spalle balcone. Non riusciva a capire se essere soddisfatta o delusa per l'esito di quell'evento. Da un lato sapeva che un soluzione pacifica le avrebbe dato molti meno problemi, ma dall'altro... si era aspettata qualcosa di più divertente. Niente impediva a quel tizio di richiamare i suoi amici e tendere loro una qualche sorta di trappola, ma per il momento era stato spaventato abbastanza dal nuovo aspetto del suo compare e per un po' non avrebbero avuto problemi.
    < Beh, questo spiega come faccia qualcuno di così mingherlino ad avere una così alta resistenza alcolica... > commentò con una scrollata di spalle.
    ...con quella panza, di mingherlino ora aveva davvero poco. Dalla non sapeva quale delle due trasformazione poteva considerare la sua reale forma, ma a giudicare dal fatto che non fosse tornata al suo precedente aspetto, la fece protendere per quest'ultima.
    < Che ne dici di continuare la nostra conversazione con qualcosa per bagnare le nostre labbra, prima che quell'imbecille si riprenda e chiami i suoi amici? >
    E questo si poteva facilmente tradurre con un "Offrimi da bere, mio caro, hai tutta la mia attenzione...".
     
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    Rayla scosse la testa quasi stupita dal mio cambio di aspetto, nel vedere la mia reale forma con cui, pur da seduto, risultavo decisamente più alto di lei, proiettando la mia imponente ombra sulla sua figura; accennai un sorriso quando quella commentò a riguardo del fatto che comprendeva or ora come, mingherlino come ero nella mia forma umana, riuscissi a reggere l'alcol così bene, Hmpf, semplicemente sono abituato a scolarmi un bel po' di alcolici senza risentirne. Questa... mi tirai una lieve pacca sul ventre ...vien più dalle mie abitudini alimentari, anche se sinceramente questo mi pare il posto meno adatto dove discuterne, commentai: dopotutto eravamo circondati da umani a frotte, e parlare tranquillamente di come quei sacchi di carne non fossero nulla più che cibo per soddisfare il mio stomaco, non era proprio la scelta migliore.
    Come vuoi, replicai alla tizia rettiliana, facendo quindi cenno al taverniere di portar un paio di boccali di rum, che pagai prontamente con le ultime monete rimastemi; mentre attendevamo che l'uomo dietro al bancone portasse ciò che chiedevo, presi parola: Se quel coglione volesse tornare con gli interessi, che faccia pure: come ti ho detto, non ho problemi ad uccidere, e, a contrario di prima, dove ho preferito evitar di sporcarmi le mani con il sangue della feccia, se quello lì tornasse coi rinforzi... scrollai le spalle ...non mi farei troppi problemi a farli secchi così su due piedi: la mia pazienza e poca, e se gli idioti si lanciano contro morte certa, chi sono io per negar loro il suicidio che agognano? E domandato ciò risi a denti stretti, mostrando così parte delle mie zanne a Rayla, giusto in tempo per veder giungere il taverniere con un paio di boccali lignei ricolmi d'alcolico, Alla salute! Avrei quindi detto, offrendo un "cincin" alla tipa che puzzava di rettile, prima di prendere un abbondante sorso di alcolico, sporcandomi nuovamente con esso le labbra.
    Riposto il boccale per metà vuoto -sì, avevo bevuto metà boccale con un sorso solo- riposai lo sguardo sulla dama, In ogni caso potresti darmi le informazioni che ti ho chiesto prima dell'attacco del pirla? Ti ho pagato da bere dopotutto, dirmi ciò che voglio mi par un buon modo per ripagarmi, non credi? E chiesto ciò, attesi una replica, con un lieve sorriso in volto, causato più che altro dall'alcol che molto lentamente iniziava a far effetto.

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    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    Dalla sentì il suo compare ribadire che non si sarebbe fatto ulteriori scrupoli nel risparmiare quell'imbecille se mai li avesse disturbati ancora e le spiegò che la sua pancia era dovuta a "particolari abitudini alimentari". Dalla inclinò la testa di lato senza commentare, chiedendosi se la minaccia rivolta al tizio avesse un significato più letterale e meno metaforico di quello che appariva inizialmente... gente come lui se la mangiava a colazione? Mah, lasciò perdere, non era una cosa che la tangeva: fino a quel momento non aveva dimostrato nessuna animosità nei suoi confronti e, anche se lo avesse fatto, lei e i suoi poteri non erano di certo l'ultima ruota del carro... che solo osasse provarci!
    Arrivarono i due boccali, colmi fino all'orlo. Accettò il brindisi proposto da Minoto, alzando a sua volta il boccale.
    < Alla salute... non la loro, per lo meno. > ribatté in risposta, riferendosi agli eventuali tizi che avrebbero potuto interromperli.
    Imitò il tasso e ingollò un sorso. Non aveva idea a cosa quel tasso fosse abituato nel suo... Paese dei Sovrani, ma pure quel rum faceva parecchio schifo. Non tanto come la birra annacquata assaggiata poco prima, doveva ammetterlo, ma di certo aveva bevuto brodaglie migliori in certe bettole di posti ben peggiori di Kerus.
    Ascoltò la richiesta del tasso, mandando giù un altro sorso. Anche se non la faceva impazzire, non c'era alcun motivo per non continuare a bere. Era comunque gratis, dopotutto!
    < Hai ragione, un patto è un patto. > disse, poggiando il boccale sul bancone.
    Si girò sullo sgabello, fino a dare le spalle alla sala comune. Si inclinò in avanti, verso il suo interlocutore.
    < Vediamo... da dove cominciare? - distolse lo sguardo, come se dovesse riflettere - Allora, quello che hai sentito su Kengard è vero: non ci sono grosse discriminazioni di razza da parte dei locali. A volte rischi di trovare qualche umano indisposto verso draghi o viceversa, ma è più colpa di gente arrivata da poco e che porta i propri rancori nell'isola. >
    Tornò a guardare Minoto, questa volta alzò la testa fino ad incontrare per la prima volta il suo sguardo. Se la luce fosse stata sufficiente, si sarebbe accorto che uno dei suoi occhi (quello nella metà ricoperta di squame) era stato alterato dal suo potere illusorio, facendolo apparire giallo e con una pupilla nera verticale, come quella di molti serpenti.
    < Per quanto riguarda la conformazione, Kengard è attraversata da una catena montuosa chiamata Ossidiana d'Argento e... >
    Iniziò a raccontare più o meno dettagliatamente quello che aveva letto o scoperto sull'isola. Gli spiegò che la città dove si trovavano in quel momento si chiamava Kerus, che era nell'estremità nord-est dell'isola. Gli descrisse a grandi linee anche gli altri centri abitati, come da lui richiesto, e gli parlò anche delle altre regioni più peculiari e selvagge.
    < Da quello che so, tra Kerus e Knawr ci sono cinque o sei giorni di cammino. Purtroppo non mi sono mai allontanata da qui più di tanto, non saprei cos'altro dirti riguardo il resto dell'isola, se non altre notizie di seconda mano. >
    Sorseggiò dell'altro rum dal boccale. Mentre parlava non lo aveva quasi toccato.
    < C'è altro che desideri sapere? >

    Ho un po' glissato sulla spiegazione (mi sembrava stupido fare una seconda guida dell'ambientazione in role XD). Se vuoi puoi pure inventare te ciò di cui hanno parlato nello specifico ^^
     
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    Sorrisi al dire di Rayla nel momento in cui proposi il brindisi, e lei brindò alla nostra salute, denigrando eventuali assalitori che ci avrebbero potuto rompere le balle in seguito; dovevo ammetterlo, iniziava a starmi indubbiamente simpatica quella tipa.
    Quando poi, dopo la bevuta parlai della ricompensa per quell'offerta d'alcolico, la mia interlocutrice acconsentì senza problemi, ed iniziò così a parlarmi di quell'isola, e delle sue caratteristiche: come avevo sentito dalle voci che giravano a Shuken No Kuni, era vero che ogni razza lì era ben accetta, senza discriminazioni di sorta, se non da parte di gente che si portava rancori dalle proprie terre d'origine, sbuffai nel sentir ciò, visto che era effettivamente il mio caso; dopo anni di discriminazione ed odio, il mio astio verso i cazzo di umani difficilmente sarebbe scomparso, e sinceramente non avevo intenzione alcuna di soffocarlo: se non ancora nel mio paese, avrei avuto vendetta sugli umani a Kengard, mi serviva un diamine di sfogo, e se su quell'isola vi erano i mezzi per sfogarmi, non li avrei di certo buttati.
    Mi spiegò della conformazione dell'isola, dell'Ossidiana d'Argento, la catena montuosa che attraversava tutta l'isola, e dei maggiori centri abitati, quali l'agglomerato urbano di Itios, la Città Sotteranea e Knawr, la città immersa nella natura; mi disse delle varie regioni che componevano tutta Kengard, e mi indicò la distanza tra a città in cui ci trovavamo, Kerus, e Knawr.
    Direi che ciò che mi hai detto mi basta Rayla, replicai al quesito della dama dagli occhi serpentini, che nel mentre della sua spiegazione avevo potuto vedere incrociarsi coi miei, informazione che andò sempre più a rimarcar l'ipotesi che non fosse umana, un qualcosa che non poté che render la sua compagnia decisamente più piacevole per me.
    Non posso che ringraziar- le mie parole furono interrotte quando un boccale di legno finì per schiantarsi sulla mia nuca, riversando sul mio pelo il suo contenuto. Ora ero proprio incazzato! Mi girai di scatto, ringhiando, per constatare che, come aveva profetizzato la mia interlocutrice, il coglione ubriaco si era portato la cavalleria: altri sei uomini armati due di pugnali, tre di bastoni ed uno tutto muscoli disarmato.
    Hehe grassone, vediamo se fai il gradasso ora, mi disse quel pirla, avvicinandomisi sornione, ritrovandosi dinnanzi a me quando mi alzai, con la furia negli occhi, Io ti avevo avvisato imbecille, se vuoi la guerra, guerra avrai dannato umano, dissi, prima di mollargli un cazzottone in viso che lo fece volare ai piedi dei suoi compagni; inutile dire che quelli, infuriati si lanciarono all'attacco, Che due palle, non potei che pensare, preparandomi alla rissa da bar che di li a poco sarebbe iniziata.

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    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    Dato che ciò che aveva raccontato su Kengard sembrava essere sufficiente, Dalla sorseggiò dell'altro rum per rinfrescare la gola dopo aver parlato tanto. Distolse lo sguardo dal suo interlocutore giusto per controllare un istante quanto liquore fosse rimasto nel boccale e Minoto si interruppe repentinamente. Cosa le era successo? La stava ringraziando per la spiegazione che gli aveva fornito, quando... tunk! Si sentì un tonfo sordo e un'improvvisa zaffata di alcol, come se il tasso si fosse rovesciato addosso il suo rum. Ma che diamine..?
    Dalla alzò la testa di scatto, solo per scoprire Minoto rivolto verso la sala comune, bagnato quanto arrabbiato. Anche Dalla si girò per controllare su cosa fosse indirizzata l'ira del suo compare, ma venne anticipata dalla fastidiosissime voce dell'imbecille. Era già tornato? Aveva sottostimato la sua capacità di coesione: dove era andato a trovare in così breve tempo altri sei disperati da mandare, così, allo sbaraglio?
    Dalla seguì con lo sguardo i movimenti del tasso e ascoltò le sue esclamazioni con un certo divertimento, che si acuì quando notò il locandiere alle sue spalle mettersi le mai tra i capelli. Il tizio che li aveva già importunati prima fu il primo a volare: venne colpito in pieno da un pugno di Minoto. I suoi amici non aspettarono altro, partirono all'attacco.
    Con gesti lenti e tranquilli, Dalla bevve un altro sorso di rum. Si schiarì la voce e alzò lo sguardo verso il suo compare che veniva piano piano accerchiato dai sei umani.
    < Uh, Minoto, hai bisogno di una mano per questo contrattempo? > chiese, in tono calmo.
    Anche se la situazione era vagamente impellente, Dalla non si era ancora alzata dallo sgabello: si era solo voltata verso la sala comune e il combattimento, appoggiando comodamente la schiena sul bordo del bancone. Finché il tasso non le dava il suo ok, Dalla non si sarebbe intromessa. Rispettava il desiderio degli altri di reclamare come propria una battaglia e lei non era persona da agire se non dietro un compenso o una ragione. Inoltre, quel tasso sembrava provare un profondo risentimento già di per sé, e quale modo migliore di sfogare le proprie frustrazioni, se non prendendosela con degli idioti? In fondo, erano loro ad essercela cercata..
    Attese una risposta ingollando un altro sorso, ormai non mancava tanto alla fine del boccale. Con tale comportamento non è che intendesse lavarsi completamente le mani di ciò che sarebbe accaduto al suo compare, anzi. Quello scontro di sette contro uno era fortemente impari: anche se Minoto non avrebbe voluto il suo aiuto, lei sarebbe comunque intervenuta, magari dalla distanza per equilibrare le cose. Non si sarebbe intromessa direttamente, questo va bene, ma diamine... se il tasso avesse perso sarebbe toccato a lei sporcarsi le mani. Quale fastidio!
     
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    Furyō Uemasu
    Someday I will have my Revenge, Wazamono!

    ■ 40 anni
    ■ Yokai Mujina
    ■ Maschio
    ■ Bisessuale
    scheda
    Da un momento all'altro mi ritrovai accerchiato da quegli idioti raccattati chissà dove dall'ubriacone che avevo steso, e che ora si trovava dolorante al suolo, tenendosi il naso ormai sanguinante, dovevo averglielo rotto.
    Comunque, come detto prima mi ritrovai circondato, accerchiato da quella feccia umana che ora come in passato desiderava solamente togliere di mezzo il diverso, Cambiano i tempi, cambiano i posti, ma gli umani rimangono sempre la stessa identica merda, non potei che pensare, prima che l'omone disarmato mi assestasse un cazzottone in pieno ventre, facendomi piegare in due dal dolore; mi sentì mancare il respiro per un attimo, ma sorrisi: quella posizione effettivamente mi mise in una posizione di vantaggio, permettendomi di arrivar alla mia Shinigami, ancora nel suo fodero, pronta a togliere la vita a quei pezzenti, come il nome stesso della lama diceva. Stavano per colpirmi con bastoni e pugnali quei bastardi, pronti ad infierire su di me, quando però, seppur dolorante dopo il colpo subito, mi rialzai di scatto, menando un fendente al tizio nerboruto: la mia lama si bagnò del suo sangue dopo avergli attraversato il petto dal fianco destro alla spalla sinistra, costringendolo ad indietreggiare di qualche passo, mentre io, ancora bersaglio di quei pezzenti, irrigidì tutti i muscoli del mio corpo; pugnali e bastoni mi colpirono, ma io, utilizzando la mia Guardia Impenetrabile, una tecnica di difesa che irrigidiva tutti i miei muscoli a tal punto da renderli al pari d'uno scudo, finì unicamente per venir graffiato lievemente dalle pugnalate, una portata al fianco sinistro, ed una alla spalla destra, due taglietti da niente, mentre i colpi di bastone non mi avevano minimamente ferito.
    Guarda, se me ne togli qualcuno dai coglioni, poi vedrò di ricompensarti come si deve, replicai quindi alla domanda di Rayla, chiedendole effettivamente aiuto: va bene che sarebbe stato un gran piacere per me toglierli tutti di mezzo quei dannati sacchi di carne, ma lo scontro era fottutamente impari, ed una mano dalla rettiliana non mi sarebbe spiaciuto per nulla in quella situazione proprio del cacchio, visto oltretutto che, per mantenere quella difesa, ero costretto a rimanere immobile, e praticamente alla mercé di quella feccia umana, se la rettiliana non avesse fatto smammare qualcuno di quegli imbecilli.

    Stato Fisico:Mediamente ferito al torace, lievemente ferito al fianco sinistro ed alla spalla destra.
    Stato Psicologico://
    Magia: Potenziamento
    Armi:
    CITAZIONE
    Shinigami [X] (Katana; Lunghezza: 1,5m; Larghezza: 5cm)

    Potere Speciale:
    CITAZIONE
    Itadakimasu: Furyō possiede la capacità di poter ingoiare interamente esseri viventi od oggetti grandi al massimo quanto un uomo adulto, potendo stipare all'interno del suo ventre esseri o oggetti che complessivamente non superino il peso di 200Kg, ovvero metà del peso dello Yokai stesso.
    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

    Tecniche Utilizzate:
    CITAZIONE
    Guardia Impenetrabile: Furyō, sfruttando la propria massa muscolare (seppur ben celata dall'adipe in eccesso), farà sì di tendere i muscoli del proprio corpo indurendoli per resistere ad offensive di varia entità, sia dall'esterno del proprio corpo, sia se, nel caso chi lo attacchi si trovi nel suo stomaco, l'attacco provenga dall'interno, in quanto tramite questa tecnica anche le pareti interne dello stomaco verranno irrigidite ed indurite.

    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT

     
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52 replies since 7/10/2018, 20:21   1166 views
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