In Taverna dopo l'Inferno

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    Ridacchiai alle parole di lei in replica alla mia battuta, prima che ella parlasse del porto, asserendo che mi avrebbe fatto strada sino a dove il morto aveva la sua fortuna, non prima di essersi però tolta di dosso ciò che da dentro a me le si era posato sul corpo: fu esilarante vederla farsi praticamente una doccia nella fontana in mezzo alla piazza, sotto lo sguardo giudicante di chiunque passasse lì vicino nei cinque minuti successivi, davvero una scena simpatica, che mi fece ridere di gusto sino all'arrivo di Rayla, imbarazzata come non so cosa per tutte quelle attenzioni indesiderate, Decisamente sai dar spettacolo, le dissi tra un riso e l'altro, lasciandole riprendere le sue armi.
    Quando poi la rettiliana fu pronta, mi fece strada, mettendomi nel mentre al corrente a riguardo della gente con cui avevamo a che fare: una banda di ladri, tale "Fiamma Nera", aveva recentemente stretto un'alleanza con una banda forestiera, e questi ultimi, il nostro obbiettivo, aveva la propria base in un grosso galeone che io e Rayla potevamo scorgere dal vicolo in cui ci eravamo appostati.
    La parte più interessante della faccenda, venne subito poi: la mia compagna era in grado di entrare nella testa altrui, vederne la mente, o anche aiutarla a guarire dalle ferite, necessitando però di un contatto fisico pur di attuare tale potere, un'abilità decisamente interessante, tanto che la usò su di me, rimettendomi in sesto dopo le mazzate subite in taverna. Ghignai. Un potere indubbiamente tosto, non c'è che dire: non mi son mai sentito meglio, ti giuro, le dissi, per poi venir inghiottito da una nuvola di fumo: come già era accaduto nel "Nido del Porco", cambiai forma, ed una volta diradatasi quella nuvoletta di fumo attorno a me, ritornai con l'aspetto della ragazzina diciannovenne che a Shuken No Kuni aveva fatto a fette decine di criminali, Così darò di certo meno nell'occhio, rispetto che con il mio vero aspetto, sentenziai,per poi sporgermi lievemente dal vicolo, osservando il galeone, Qual è quindi il piano? Le domandai in conclusione, curioso di una sua idea su come muoverci: dopotutto era lei che aveva sbirciato nella zucca della mia vittima.

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    Itadakimasu: Furyō possiede la capacità di poter ingoiare interamente esseri viventi od oggetti grandi al massimo quanto un uomo adulto, potendo stipare all'interno del suo ventre esseri o oggetti che complessivamente non superino il peso di 200Kg, ovvero metà del peso dello Yokai stesso.
    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    Ah Dark, forse non mi sono spiegata troppo bene nel messaggio precedente (volevo accorciare un po' i tempi e forse ho ammassato troppa roba insieme ^^"), ma la nave che adesso assaltiamo non appartiene ai forestieri, ma alla fiamma nera. Vediamo come procede la role, se mi gira si potrebbe anche puntare ai forestieri ^^

    Alla fine del suo discorso, Dalla si era scostata da Minoto, così da allontanarsi leggermente e avvicinarsi all'imboccatura del vicolo per osservare meglio lo spiazzo. Anche se poteva contare sulle memorie dell'imbecille per farsi una vaga idea della zona, Dalla non poteva essere certa di quanto le info ottenute fossero corrette: aveva sì avuto modo di analizzare i ricordi più recenti e capire circa l'entità di quella organizzazione, ma quelli erano comunque ricordi di qualche ora prima. Da quello che lei era riuscita a carpire, non erano pochi i membri della banda che avevano deciso di festeggiare quell'allettante alleanza, andando a sperperare subito le ricchezze appena ottenute e già in parte distribuite. Buona parte di loro si era quindi allontanata dalla base - esattamente come l'imbecille - rendendo quello il momento migliore per colpire. O meglio, il momento migliore era durante i ricordi del tizio, chi poteva dire se fosse ancora così?
    Dalla scosse la testa , come a cancellare i pensieri contorti su cui stava riflettendo, e preferì concentrarsi su ciò che le stava dicendo Minoto. Non distolse lo sguardo quando quello fece degli apprezzamenti sul suo potere, ma continuò ad osservare lo spiazzo apparentemente vuoto, nascondendo così il suo sorrisetto spontaneo dietro la tela del cappuccio. Era ovvio che si sentisse meglio: era lei ad aver indotto quella suggestione.
    Si voltò verso di lui solo quando lo sentì avvicinarsi. Era tornato nella sua forma umana.
    < Date le premesse, direi che ci sono due possibilità. - rispose lei - Primo: facciamo il giro, ci intrufoliamo nella nave e arriviamo fino al tesoro. Il tutto senza essere scoperti. >
    Per qualche secondo si intravidero due figure passare sul fondo del vicolo, per dirigersi nella direzione del galeone. Stavano sghignazzando tra di loro: uno aveva passato il braccio sulle spalle del compagno, mentre l'altro si era lanciato alle spalle una bottiglia vuota. Dalla aspettò che non si sentissero più le loro risate, prima di riprendere a parlare.
    < C'è un problema, però: gli ingressi ad una nave sono limitati e basta poco per essere visti. E' vero che un'intrusione è l'ultima cosa che si aspettano, ma con tutta questa luce anche un cieco si accorgerebbe di noi. >
    Dalla lanciò un'occhiata verso il cielo: dalla posizione del sole doveva mancare ancora un'ora abbondante al tramonto.
    < Se aspettiamo che calino le tenebre, tuttavia, c'è il rischio di essere scoperti mentre rimaniamo in zona... nonché ci sarebbe la probabilità maggiore che molti di loro abbiano smaltito la sbornia. >
    Si voltò verso Minoto, scostandosi leggermente dall'imboccatura del vicolo ed evitare di essere involontariamente scorta.
    < Questo ci porta al secondo piano: procedere nel piazzale e fare a pezzi chiunque ci si pari innanzi. >
    Un po' brutale e semplicistico, sicuramente non il miglior piano a cui avesse pensato, ma era abbastanza grezzo da non necessitare ulteriori spiegazioni.
    < Te cosa preferisci? > chiese, alzando lo sguardo per incontrare i suoi occhi.
     
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    Il piano di Rayla aveva più sbocchi: mi propose in prima battuta un approccio furtivo, al pari dei ninja che a volte facevano capo ai signorotti locali di Shuken No Kuni, approccio con cui ci saremmo intrufolati nella nave, con anche un po' di difficoltà visto che ancora non era calata la notte, e quindi sarebbe stato sin troppo facile anche per dei coglioni ubriachi, come due membri dell'equipaggio che ci passarono accanto, vederci.
    L'altra opzione che la rettiliana mi offriva invece, era quella di fottercene altamente dell'essere furtivi, e di buttarci direttamente nella mischia, uccidendo chiunque ci si trovasse dinnanzi, sbaragliando ogni ostacolo sino ad arrivare al premio di quello sterminio: il tesoro contenuto nella nave.
    Ridacchiai. La seconda opzione è quella più allettante, e sinceramente soddisfacente... ma al contempo la più cagacazzo: andar così, e rischiare che ci siano forze dell'ordine in giro pronte a fermarci, o ancora che arrivino rinforzi da parte del nemico, non è che sia così allettante, ed anzi, ci metterebbe in una situazione che definir di merda è dire poco, spiegai lei, visto che beh, sapevo per esperienza che l'inferiorità numerica ti poteva fottere: era così che mi avevano catturato in quella cazzo di isola che era la mia terra natia, e di certo non avrei compiuto due volte lo stesso errore.
    Io personalmente, ti proporrei una terza opzione, visto che effettivamente anche un approccio totalmente furtivo è troppo rischioso in questo caso: perché non facciamo affondare la nave? Ed a quelle parole un sorriso maligno mi si stampò in viso. Pensaci, esordì, Il fondale, qui vicino alla riva non è troppo profondo, e, se noi generassimo una falla nella nave, facendola affondare, molto probabilmente tutti i coglioni all'interno fuggirebbero fuori impanicati, e molti, se non tutti andrebbero alla ricerca di qualcuno che sistemi il casino della nave.
    Così distratti, fregare il tesoro dalla nave sommersa non sarebbe poi troppo complicato, visto appunto il fondale abbastanza basso che necessiterebbe di poco respiro pur di immergersi, dandoci così il tempo di recuperare la refurtiva.
    Che ne dici?
    Le domandai quindi, volendo vedere se avrebbe accettato la mia idea, o se avrebbe invece deciso di agire diversamente.

    Stato Fisico:Mediamente ferito al torace, lievemente ferito al fianco sinistro ed alla spalla, seppur non debilitato per l'inibizione del dolore per mano di Dalla
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    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    Scusa se ci ho messo un po' a rispondere, ma ero un po' indecisa su come proseguire e in questi giorni non ho avuto molto tempo per pensarci ^^

    L'idea che Minoto aveva proposto, di fatto, non era poi così male. Se il suo scopo si fosse limitato effettivamente al solo portar via il denaro, Dalla avrebbe accettato senza esitazione: con la sua trasformazione poteva facilmente sia resistere per molto tempo in apnea che liberarsi in acqua degli eventuali avversari umani di quell'organizzazione che puntavano a fare lo stesso. Il problema era che lei aveva un certo interesse pure ad eliminare i membri della Fiamma Nera o quanto meno mettere le mani sui ricordi del loro capo: anche se quell'avventura non le avrebbe permesso di localizzare i suoi compatrioti, avrebbe potuto per lo meno impedire che questi trovassero un alleato degno di questo nome... e quale modo migliore di farlo che eradicare completamente la Fiamma Nera o manipolare direttamente il loro capo?
    Dalla portò una mano verso il mento, si avvicinò di nuovo all'apertura del vicolo per osservare lo spiazzo, come se stesse riflettendo sul da farsi, su come poterlo mettere in atto il piano di Minoto. Come poteva rifiutarsi senza mostrare le proprie carte o sembrare sospetta? Rifletté qualche secondo in silenzio prima di aprire bocca.
    < Anche se dubito che le guardie abbiano il coraggio di mettere piede qui, devo riconoscere che il tuo piano è sicuramente meglio ragionato del mio. C'è comunque un punto critico, però. >
    Si allontanò dal vicolo di qualche passo e alzò lo sguardo per fissare negli occhi il tasso-non-più-tasso.
    < Il problema rimare la furtività: come possiamo avvicinarci alla nave così tanto da affondarla senza essere scoperti? - smorzò la bruschezza della sua frase con un sorrisetto - Da quello che ho potuto vedere, il tuo è uno stile di combattimento piuttosto ravvicinato e io non ho la potenza di fuoco adatta per affondare un intero veliero. Se te invece intendi attaccare la carena direttamente in acqua, c'è comunque il fatto che nessuno di noi due è una creatura acquatica e i nostri colpi, per quanto potenti, dubito che in acqua abbiano la stessa forza. Forse potremmo sforacchiare lo scafo nei punti più deboli, ma un veliero di quelle dimensioni potrebbe metterci anche delle ore ad affondare se la falla fosse troppo piccola. Questo, oltre che esporci, darebbe a quei tizi tutto il tempo di mettere in salvo anche il tesoro. >
    Anche se fossero stati scoperti, Dalla non temeva che le guardie intervenissero: la sua precedente esperienza in giro per Kerus vestendo i panni di "Anna" le aveva dimostrato quanto poco fosse organizzato il gruppo degli Zaelis. Non doveva, però, escludere che il Nido delle Stelle potesse intromettersi... di certo era meglio evitare di attirare la loro attenzione, soprattutto dopo aver incontrato il loro "Apice di stormo"...
    < Se il nostro scopo è creare scompiglio, ma in un posto al riparo dalle guardie... possiamo sempre... >
    Abbassò lo sguardo come se stesse pensando attentamente, poi il suo sorriso si fece più profondo. Sapeva come evitare sguardi indiscreti, come tagliare in due la forza avversaria per distruggerla più facilmente. Alzò lo sguardo.
    < Hai detto di saper nuotare, giusto? > chiese a Minoto, così a brucia pelo.
    Un rumore proveniente dalla piazza la fermò di nuovo e Dalla si zittì. Quasi trattenendo il respiro, si affacciò nel vicolo e si rallegrò nel vedere un membro della Fiamma caracollare da solo verso la nave. Lo vide fermarsi un istante davanti al vicolo per sbadigliare e grattarsi il volto, per poi riprendere a trascinarsi in avanti. Dalla sorrise, se non si fosse trattenuta avrebbe ridacchiato di gusto. Quel tizio capitava proprio a fagiolo! Avrebbe raccontato poi il resto del piano a Minoto, per il momento era importante riuscire a catturare quel tizio senza farsi scoprire e rubargli le vesti.
    < Dobbiamo stordirlo. - sussurrò piano, voltandosi di nuovo verso di lui e indicandolo mentre passava - Niente sangue sui vestiti! >
    Non osò dire di più. Anche se il suo volto non sembrava granché quello di una persona sveglia, meglio comunque evitare di forzare la fortuna. Sperava che Minoto intuisse cosa voleva dire con quelle poche parole.
    < Pronto? >
    Dalla prese un sassolino da terra e lo lanciò all'imboccatura del vicolo, così da attirare l'attenzione del bandito.
     
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    La risposta di Rayla, fu estremamente, decisamente troppo prolissa: dapprima, asserendo inizialmente che le guardie difficilmente avrebbero messo piede nel luogo, disse che il mio piano era più ragionato del suo, ma v'era però un problema... e da lì iniziò un pippone sulle falle della mia idea sul far affondare quella bagnarola, passando da problematiche sul come avremmo fatto a bucare la nave, per poi andare a parare sul fatto che il veliero avrebbe potuto impiegarci troppo ad inabissarsi, e concludendo con la giusta supposizione che i coglioni all'interno avrebbero potuto portarsi via il tesoro prima che la bagnarola fosse finita sul fondo del mare. Porca puttana, non potevo che darle ragione. Che proponi quindi? Chiesi.
    La replica non venne tanto da lei, bensì da un cretino mezzo ubriaco che entrambi vedemmo: un idiota bello che ciucco e membro della Fiamma Nera, che si dirigeva tutto sbilenco e traballante verso la nave, un bersaglio perfetto, come mi fece lei notare, chiedendomi di stenderlo senza macchiar di sangue i vestiti. Sorrisi. Bell'idea, niente da dire, lascia fare a me, le dissi, facendo un paio di passi in avanti, E sì, so nuotare per tua informazione, conclusi, avvicinandomi alla bocca del vicolo, ove l'ubriaco si stava dirigendo, attirato probabilmente per curiosità dal sasso lanciato dalla rettiliana.
    Non appena fu entrato nel vicolo, vedendo me e la mia compagna, non gli diedi nemmeno il tempo di agire, che agì io: concentrai pura potenza magica nel braccio destro, e, mettendomi velocemente alle di lui spalle, gli tirai un cazzottone sulla nuca, sbattendolo a raschiare il pavimento coi denti, e con il cranio bello che spaccato: un morto senza la minima goccia di sangue per mezzo della Mazzata Spaccamontagne.
    Bene, e mo? Sicuramente hai pensato ad uno tra noi che si travesta e si intrufoli, ma, perché mi hai chiesto se so nuotare? Vuoi farmi viaggiare in acqua per recuperarmi una volta infiltrata? Le chiesi, curioso del piano che ella aveva avuto.

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    Mazzata Spaccamontagne:Furyō, imprimendo la propria magia di potenziamento in uno dei suoi arti, farà si che, una vola sferrato un calcio od un pugno, tale sia abbastanza forte, nel caso colpisca una superficie, di generare una vibrazione della stessa ed un successivo cratere del diametro di tre metri; nel caso colpisca invece un bersaglio vivente, sarebbe in grado di incrinare o rompere qualche osso.

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    Scusa per il ritardo, ma ho il dannato computer che si accende solo di tanto in tanto ^^"

    Minoto non ebbe alcun problema ad incapacitare il bandito, tant'é che Dalla non fu nemmeno costretta ad intervenire: se ne rimase nascosta all'imboccatura del vicolo con un altro sassolino in mano, pronta a gettarlo con forza contro il collo del nemico nel caso avesse accennato un grido. Non successe, anzi, Dalla poté ben presto rilassarsi e si limitò ad aspettare che Minoto trascinasse la sua vittima verso di lei e il suo nascondiglio. Dalla inclinò la testa nell'osservare l'umano a terra. Era morto con appena un colpo alla nuca? Interessante, pensò mentre lanciava il sassolino verso l'alto per poi riprenderlo al volo. Avrebbe dovuto prestare attenzione al suo.. "alleato", la sua forza era certamente superiore alla sua.
    < E' corretto: uno di noi si deve intrufolare fino ad arrivare al molo, ma invece di distruggere lo scafo della nave, l'idea è di tagliare le corde che legano la nave a terra. - le sue labbra si arricciarono in un ghigno, appena visibile sotto l'ombra del cappuccio - Con la nave che piano piano va verso la deriva, dubito che possano far sbarcare il tesoro che cerchiamo e una volta dentro, abbiamo tutto il tempo necessario per farla colare a picco. >
    Recuperò il sassolino per l'ultima volta, poi si accucciò accanto al cadavere steso scompostamente a terra.
    < Ci sarebbe il problema che la nave potrebbe brulicare di questi imbecilli, - alzò la testa, verso Minoto - ma con il mare che ci separa dalla costa non dobbiamo temere l'intervento delle guardie e possiamo anche darci alla pazza gioia... >
    Tornò a focalizzarsi sul tizio e ne valutò la corporatura: i vestiti le sarebbero andati un po' larghi, ma niente che potesse compromettere la sua copertura, soprattutto se il piano limitava i suoi spostamenti fino al molo senza interagire con ness... no, un attimo, ma cosa andava pensando? In quel momento lei era Rayla, non Dalla.
    < Credo che sia meglio che sia tu ad andare. Con le mie... - abbassò lo sguardo per nascondere il viso sotto l'ombra del cappuccio. Portò una mano verso l'alto, ma poi si bloccò di colpo, come se le costasse trattenersi da portare la mano verso il volto - con il mio aspetto potrei attirare un po' troppo l'attenzione, anche se travestita. >
    Le sue parole, i suoi gesti, i suoi dilemmi... tutta robaccia totalmente random, giusto per aggiungere un po' di pepe al personaggio che rappresentava in quel momento. Non che non fosse un suggerimento sensato, comunque: in fondo, aveva un suo perché pretendere di non mandare la tizia con le squame sulla faccia in un gruppo composto prevalentemente da umani...
    Si rialzò in piedi, tornò a guardare Minoto.
    < Io nel frattempo posso creare un diversivo... o qualcosa del genere. Qualunque cosa ti possa servire... >

    ...e se hai qualcosa in mente, puoi pure muovere Dalla come meglio credi, no problemo ^^
     
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    L'idea della rettiliana, anche se mai lo avrei ammesso apertamente, era centomila volte meglio della mia: se io avevo proposto di far inabissare la nave, coi rischi che la mia compagna di scorribande aveva descritto in precedenza, lei proponeva invece di imbarcarci e far allontanare la nave, dandoci così campo libero per ammazzare tutti i passeggeri e fotterci nave e tesoro in una sola volta, potendo poi anche far colare a picco quella bagnarola.
    Un piano niente male, non c'è che dire, dissi, complimentandomi con lei, solo per poi guardarla per un attimo, stupito, quand'ella mi disse che io avrei dovuto travestirmi, il tutto anche sensatamente: era un gruppo di luridi umani che ci accingevamo ad assaltare, trovarsi dinnanzi una rettiliana, seppur con la loro divisa, avrebbe destato non pochi sospetti, e quindi era più fattibile che andassi io, molto più convincente rispetto a lei, grazie alla mia trasformazione in umana.
    Sospirai, e, accettando quella situazione, mi misi all'opera sul corpo del defunto: gli vuotai innanzitutto le tasche, trovando innanzitutto un sacchetto contenente le stesse monete che ci avevano attirato alla nave, ed oltre a ciò, nascosto dentro alla casacca della divisa, un coltellino retrattile, ottimo per tagliare gli ormeggi della nave una volta salito a bordo; lo spogliai quindi dei suoi indumenti, e li misi sopra ai miei, occultando il mio kimono con la casacca e i pantaloni della sua divisa, nascondendo poi il mio viso per mezzo della visiera del berretto.
    Mi sporsi quindi dal vicolo un'ennesima volta, osservando la nave, e notando che sul parapetto del ponte principale della stessa v'era arrotolata una scala di corda, mente, nel porto, dalla parte opposta alla nave, c'erano delle casse presidiate da un uomo con la stessa divisa che indossavo io, e che, una volta vistomi, mi fece cenno di raggiungerlo, probabilmente avendomi scambiato per uno dei membri del suo gruppo.
    Rayla, sembra che dovrò fare il facchino: uno dei loro mi ha chiamato probabilmente per farmi portare rifornimenti a bordo, quindi non ci dovrei aver troppi problemi a salire sulla nave. Tu, buttati in acqua e avvicinati all'imbarcazione usando il rialzo del molo rispetto all'acqua per nasconderti e, una volta che avrai raggiunto la nave, ti lancerò giù una scala così che tu possa salire, e, senza neppure lasciarle il tempo di replicare, uscì dal vicolo e mi diressi dal tipo che mi aveva chiamato.
    Giunto da lui, quello non fece troppe storie nel vedere il mio falso aspetto da umana, commentando piuttosto riguardo al fatto che recentemente stavano prendendo dei mocciosi come manodopera a basso prezzo, e mi diede una cassa ricolma di generi alimentari, probabilmente vivande per il viaggio in mare; facendo finta di faticare nel portare la cassa, che per un lurido umano sarebbe stata la norma, mi mossi sempre più vicino alla nave, senza destare sospetti, tanto che, una volta giunto al pontile, mi venne persino indicato da uno dei membri a bordo, il luogo dove avrei dovuto portare la cassa, prima che quel tipo si ritirasse sottocoperta, lasciando vuoto il ponte.
    Poggiai velocemente la cassa al suolo, e, sfruttando la copertura datami internamente alla nave da un cannone, ed esternamente da un parapetto della stessa, avrei guardato le acque in attesa della venuta delle figura di Rayla, così da srotolare la scala di corda fissata al parapetto, e dar così il via alla nostra incursione.
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    Itadakimasu: Furyō possiede la capacità di poter ingoiare interamente esseri viventi od oggetti grandi al massimo quanto un uomo adulto, potendo stipare all'interno del suo ventre esseri o oggetti che complessivamente non superino il peso di 200Kg, ovvero metà del peso dello Yokai stesso.
    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

    Tecniche Utilizzate:
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    Mazzata Spaccamontagne:Furyō, imprimendo la propria magia di potenziamento in uno dei suoi arti, farà si che, una vola sferrato un calcio od un pugno, tale sia abbastanza forte, nel caso colpisca una superficie, di generare una vibrazione della stessa ed un successivo cratere del diametro di tre metri; nel caso colpisca invece un bersaglio vivente, sarebbe in grado di incrinare o rompere qualche osso.

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    Mentre aspettava pazientemente che Minoto si cambiasse, Dalla si guardò attorno per accertarsi che non ci fosse nessun bandito che, per ritornare verso la propria base, scegliesse la stradina in cui si erano nascoste lei e il tasso. Vero che avrebbe potuto sfruttare i suoi poteri e celare sia lei che Minoto piuttosto facilmente, ma preferiva risparmiare le sue energie: anche se dubitava che la Fiamma Nera fosse preparata ad accoglierli, era comunque meglio evitare di sottovalutarla già in partenza. Inoltre, meno poteri rivelava e meno spiegazioni doveva al suo alleato.
    Osservò Minoto sporgersi oltre il vicolo, forse per testare il suo travestimento o dare un’occhiata migliore allo spiazzo su cui dava la nave. Venne scorto, perché si voltò frettolosamente verso di lei e le spiegò in quattro e quattr’otto cosa si aspettava che lei facesse.
    < Ad averlo saputo prima, mi sarei risparmiata il viaggio verso la fontana… > commentò piano tra sé e sé, mentre Minoto si allontanava verso il veliero.
    Sospirò sonoramente e si voltò nell’altra direzione. Non era del tutto d’accordo con il piano, ma più per spirito di polemica che per altro. I suoi occhi si focalizzarono sul cadavere a terra e si chiese cosa dovesse farci. Individuò una porta lì vicino e sospirò di nuovo. Anche se dubitava che abbandonarlo lì avrebbe potuto sconfessare la loro presenza più di tanto, dato che intendevano attaccare in breve tempo, Dalla pensò che non fosse così saggio lasciarsi alle spalle una scia di cadaveri… almeno non in maniera tanto evidente.
    Si avvicinò alla porta e tese l’orecchio per accertarsi che non vi ci fosse nessuno, come il suo aspetto desolato lasciava intuire. Abbassò la maniglia, ma la porta era chiusa a chiave.
    ”Poco male…” pensò, avvicinando la mano alla serratura e imprimendo su di essa una spinta sottile ma abbastanza concentrata.
    All’inizio la porta le fece resistenza, ma riuscì a farcela dopo un paio di tentativi, bilanciando la forza con una seconda in direzione opposta. La serratura scivolò via dal suo asse e sentì il meccanismo rimbalzare a terra più volte all’interno dell’edificio. Rimase qualche secondo in attesa dell’eventuale risposta di qualcuno, prima di ardire ad infilare la testa nell’uscio e accertarsi in maniera più diretta di essere sola. Entrò e si ritrovò all’interno di un piccolo magazzino mezzo vuoto, i cui strati di polvere accumulati uno sull’altro dimostravano quanto fosse in voga quel posto. Alcune armi erano appese alle pareti, dentro dei barili di legno o accatastate ai lati della stanza. Ad una rapida occhiata, Dalla non notò nulla degno di nota. Prese con sé solo un pugnale la cui lama si era leggermente arrugginita verso l’elsa: era sempre piuttosto restia a lanciare i suoi stiletti, era una seccatura cercare un rimpiazzo.
    Tornò all’esterno e trascinò il corpo mezzo svestito del bandito dentro il magazzino e si chiuse la porta alle spalle. Finalmente era pronta a seguire il piano di Minoto e sperò che anche il suo alleato avesse attuato gli ultimi preparativi.
    Facendo attenzione a non essere scorta, si avvicinò al mare e vi si tuffò. Il mantello pregno d’acqua tendeva a spingerla a fondo, ma Dalla era una discreta nuotatrice e non ebbe troppi problemi a compensare il peso extra. Valutò l’idea di usare il suo potere di trasformazione per farsi crescere delle branchie, ma poi lasciò perdere: per poterlo fare, avrebbe dovuto far regredire le squame sul resto del corpo e, per quanto i vestiti le nascondevano il torace e le gambe, non poteva sapere se il suo odore si sarebbe conservato uguale. Finché aveva a che fare con Minoto, non era il caso di esagerare.
    Nuotò sotto il livello dell’acqua quanto le bastò per superare i punti più scoperti e riuscì ad arrivare al molo senza alcun incidente. Emerse dall’acqua e si accertò che le assi che componevano il molo fossero abbastanza compatte per nasconderla dalla vista dei banditi.
    Ecco, ora arrivava la parte del piano che la lasciava vagamente perplessa: anche se Minoto le avrebbe lanciato la scaletta, come sarebbe salita senza essere vista? Forse quel fianco non era esattamente parallelo alla cosa, ma era comunque piuttosto visibile, no? Era alquanto probabile che qualcuno l’avrebbe vista a salire, soprattutto se la nave cominciava misteriosamente ad allontanarsi dal punto di attracco. Non che la preoccupasse un’inezia del genere, ma le frecce che le avrebbero lanciato addosso mentre si arrampicava, non erano esattamente una cosa da nulla…
     
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    Non appena scorsi la rettiliana dalla mia posizione, srotolai la scala di corda così che potesse salire, anche se persisteva un problema: una volta che si fosse messa a risalire la scala, le avrebbero potuto tirare proiettili contro, un bel problema in effetti, per il quale però avevo sinceramente già una soluzione in mente.
    Aggrappati alla scala lì dall'acqua, e tienti forte, a farti salire senza intoppi ci penso io, le dissi, cercando di non farmi sentire da chi fosse stato nella nave, per poi mettermi in moto: mi portai all'ingresso del ponte dal molo, e, senza farmi vedere, spostai leggermente la passerella, così che al minimo peso che vi fosse passato sopra, questa sarebbe scivolata, bloccando così l'accesso alla nave; una volta fatto ciò, ritornai dove ero precedentemente, nascosto dal cannone, ed iniziai ad attuare l'idea per far salire velocemente Rayla.
    Innanzitutto, tornai al mio vero aspetto, facendo così sì che l'abito rubato che indossavo, non riuscendo a coprir per bene il mio corpo decisamente più espanso rispetto al mio aspetto da umano, si strappasse, cercando di rimanermi addosso, fallendo miseramente; fatto ciò, presi l'estremità della scala di corda che era attaccata al parapetto, e me la ficcai un bocca, per poi ingoiare. La scala iniziò a scendermi in gola, tirando leggermente in su Rayla, e da lì, iniziai a portare avanti la mia idea: spalancai le fauci, e, utilizzando la magia del potenziamento per rafforzare i miei polmoni, iniziai a risucchiare l'aria con forza inaudita; la scala, spinta da quel movimento di risucchio, mi sarebbe discesa velocemente in gola, tirando su al contempo Rayla con estrema velocità, portandola in poco tempo verso il ponte. Di sicuro, anche fosse stata notata, sarebbe salita così velocemente che eventuali proiettili scagliatigli contro non l'avrebbero minimamente sfiorata, e se qualcuno avesse provato a salire per mezzo della passerella, si sarebbe ritrovato a cascar malamente in acqua, garantendoci una sicurezza in più; l'unico inconveniente, almeno per quanto probabilmente avrebbe riguardato la rettiliana, era il fatto che se non avesse lasciato la scala al momento giusto, si sarebbe potuta ritrovare nuovamente a viaggiarmi in gola ed a sprofondarmi nello stomaco, non che a me dispiacesse, ma dal canto suo, non sapevo quanto sarebbe potuta esser d'accordo con la cosa.
    Stato Fisico:Mediamente ferito al torace, lievemente ferito al fianco sinistro ed alla spalla, seppur non debilitato per l'inibizione del dolore per mano di Dalla
    Stato Psicologico://
    Magia: Potenziamento
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    Itadakimasu: Furyō possiede la capacità di poter ingoiare interamente esseri viventi od oggetti grandi al massimo quanto un uomo adulto, potendo stipare all'interno del suo ventre esseri o oggetti che complessivamente non superino il peso di 200Kg, ovvero metà del peso dello Yokai stesso.
    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

    Tecniche Utilizzate:
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    Risucchio del Vuoto: Furyō, unicamente nella sua vera forma, sarà capace, concentrando la propria magia di potenziamento nei polmoni, di poter generare innanzi a se, inspirando, una corrente d'aria che risucchi ciò che si trova davanti allo Yokai verso di lui, nello specifico verso le sue fauci spalancate nell'eseguire tal tecnica, il tutto in una distanza massima di cinque metri dal punto in cui Furyō sarà posizionato.

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    Scusa per l'abissale ritardo e la risposta un po' frettolosa, ma ultimamente non ho molto tempo da dedicare al forum. Da Pasqua spero di tornare a tempo pieno ^^

    Era passato appena qualche istante dalla sua emersione sotto i pontili, quando un tonfo davanti a lei le annunciò che la scala di corda era stata calata. Aspettò una decina di secondi, si accertò che il rumore non avesse attirato l'attenzione dei nemici tutt'attorno e solo poi uscì allo scoperto, seppur con una certa titubanza. Un bisbiglio dall'alto le suggerì di reggersi strettamente alla scala e le promise che aveva già un piano per farla salire. Sentì la sua fronte aggrottarsi, per nulla rassicurata dalle parole del suo alleato. Come diamine pensava di fare Minoto a tirarla su abbastanza rapidamente da non temere frecce o altri proiettili? Sospirò. Di cosa si lamentava? Tanto lo sapevano tutti e due che avrebbe eseguito comunque gli ordini del tasso: era troppo curiosa di scoprire che cosa aveva in mente! Appoggiò il piede sull'ultimo dei pioli e si aggrappò con la mano ad uno dei superiori. E aspettò, pronta a respingere gli eventuali dardi rivolti nella sua direzione.
    Dapprima sentì la scala sollevarsi di qualche centimetro e Dalla temette che il tasso la stesse issando sulla nave a forza di braccia (il che, per quanto ammirevole, sarebbe stato un processo dannatamente lento). Prima che potesse suggerire un'altra via, la scala cominciò a schizzare verso l'alto ad incredibile velocità, vincendo sia il suo peso che quello dell'acqua che le impregnava le vesti. Istintivamente si strinse alla scala ancora più forte, chiedendosi quale meccanismo Minoto stesse utilizzando per ottenere un risultato tanto efficace. Quando fu abbastanza in alto per rendersene conto, però, fu lo stesso istinto che la indusse a mollare immediatamente la presa. Minoto stava... risucchiando la scala nel suo stomaco? Ma c'era qualcosa che non riusciva a digerire?
    La spinta le fece compiere un leggero arco sopra il parapetto della nave e, per cercare di attutire l'atterraggio, Dalla si gettò di lato e rotolò in avanti. Purtroppo, tra l'acqua che le infradiciava gli stivali e il ponte liscio della nave, Dalla si ritrovò a scivolare più avanti di quanto avesse inizialmente calcolato.
    < Che diamine... > borbottò tra sé e sé, leggermente frastornata dalla caduta.
    Ecco, era quel genere di cose che accadeva quando sceglieva di "indossare" un personaggio che non poteva usare l'interezza dei suoi poteri...
    < Che diamine..? > le fece eco una seconda voce.
    Quelle non erano parole sue... e non provenivano nemmeno dalla direzione di Minoto. Alzò lo sguardo di scatto e si ritrovò davanti al naso un uomo: il suo volto era contorto in un'espressione confusa, le sue spalle erano ripiegate in avanti dal peso di una cassa e le sue gambe sembravano paralizzate per la sorpresa. Fu lei a muoversi per prima, portando la mano verso la gamba e i coltelli lì legati. La cassa che il bandito reggeva non fece in tempo nemmeno a schiantarsi contro il legno della neve, che Dalla aveva già estratto il pugnale da lancio. Il bandito cercò la sciabola appesa al fianco, ma ormai era troppo tardi: lanciò il pugnale e il pugnale centrò in pieno il collo del bandito. Uno schizzo cremisi partì dalla ferita e l'uomo boccheggiò invano fino a che non schiamazzò al suolo.
    Nel notare la chiazza di sangue che si allargava rapidamente, Dalla fece una smorfia e si liberò del mantello bagnato. Il peso dell'acqua l'aveva rallentata troppo nei movimenti: forse, se non ce lo avesse avuto indosso, non avrebbe avuto problemi a liberarsi dell'avversario prima che potesse mollare un grido e palesare la loro presenza.
    Si voltò verso Minoto, non degnando di un ulteriore sguardo il cadavere a terra. Si schiarì la voce.
    < Ho come l'impressione che si siano resi conto che siamo sulla nave. Spero che tu abbia predisposto tutto. > disse lei, in tono neutro.
    Aggiunse una scrollata di spalle, indicando con un cenno della testa il bandito morto. Aspettò l'eventuale risposta del tasso, poi si voltò di nuovo e tornò a focalizzarsi sul cadavere. Il suo pugnale trapassava ancora il suo collo... come poteva giustificare i suoi poteri telecinetici senza rivelare la sua psichemanzia? Si sarebbe dovuta sprecare a chinarsi a raccoglierlo come ogni comune mortale? Il quella pozza di sangue? Mah, giammai!
    Portò indietro il braccio sinistro come se stesse tirando qualcosa di invisibile e il coltello seguì il movimento, fiondandosi verso di lei. Con il potere delle sue illusioni, simulò l'impercettibile presenza un filo sottile, una sorta di ragnatela semitrasparente di cui non era possibile rendersi conto, se non in controluce... sorpresa delle sorprese, Minoto era nella perfetta posizione per notarlo senza che nessuno glielo indicasse.
    < Come preferisci che ci organizziamo? Io combatto meglio a distanza... - abbassò lo sguardo per rimettere il pugnale nel fodero dopo averlo pulito sommariamente dal sangue - Forse è meglio se stai tu davanti: al limite, se vieni ferito, posso sempre curarti io. >
    Le sue labbra si arricciarono in un sorriso, come a voler sembrare più affidabile. Il reale significato di quel gesto, tuttavia, era tutt'altro che palese. Eh eh

    Edited by Tirannosaurorex - 11/4/2019, 08:25
     
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    La scala di corda a mano a mano mi sprofondò il gola, facendo salire Rayla ad una velocità pazzesca verso il ponte, velocità che ella sfruttò, una volta visto cosa la stava tirando su, per lanciarsi sul ponte, volendo sicuramente evitarsi un secondo soggiorno nel mio ventre.
    Sentì dei rumori alle mie spalle, tra cui la voce di qualcun altro oltre alla mia compagna, ma, distratto com'ero, intento a ingoiare l'ultimo pezzo della scala per evitare di andarmi a strozzare con essa, non vidi subito chi c'era oltre a lei, girandomi solo una volta finito di inghiottire la scala, e ritrovandomi così dinnanzi ad una scena beh, sanguinosa: sul ponte, in piedi, vi era Rayla, toltasi il proprio mantello zuppo d'acqua, questa, che si mescolava sul ligneo pavimento della nave, al sangue di un cadavere trafitto alla gola da un coltello, che dopo poco, la rettiliana riprese in mano per mezzo di un qualche filo, o almeno così sembrava dalla mia posizione.
    Tranquilla: ho messo la passerella in modo che, se qualcuno proverà a salire, quella finirà malamente in acqua con lo sventurato, e, con l'unica scala che consentiva l'accesso alla nave, ora qui dentro, mi battei una zampa sul ventre, Nessuno riuscirà a salire, siamo liberi di agire senza problemi, sentenziai, udendo poi il suo dire a proposito della strategia d'attacco, annuendo in risposta, Come vuoi, dopotutto sono un combattente fisico, attaccare dalla distanza non è esattamente il mio forte, dissi lei, facendo quindi una pausa, Il coglione che ho digerito nel vicolo aveva qualche informazione a riguardo della nave, o almeno su come muoverci in essa? Domandai quindi lei, sperando che potesse sapere qualcosa in merito a come la nave era fatta, così che avessimo potuto muoverci al meglio dentro di essa, andando dritti al bottino.
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    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    Risucchio del Vuoto: Furyō, unicamente nella sua vera forma, sarà capace, concentrando la propria magia di potenziamento nei polmoni, di poter generare innanzi a se, inspirando, una corrente d'aria che risucchi ciò che si trova davanti allo Yokai verso di lui, nello specifico verso le sue fauci spalancate nell'eseguire tal tecnica, il tutto in una distanza massima di cinque metri dal punto in cui Furyō sarà posizionato.

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    Con una certa titubanza, Dalla appese il suo mantello ad una sartia e lo osservò per qualche istante, come se la infastidisse l'idea di abbandonarlo lì. Sospirò e si focalizzò di nuovo su Minoto.
    < Dal poco che sono riuscita a scoprire, l'interno della nave si sviluppa su quattro piani, più una stanza ricavata sotto il rialzo della parte posteriore del ponte, che credo essere la cabina del loro capo. Gli ultimi due piani vengono utilizzati prevalentemente come magazzino, ma non ho idea dove di preciso vengano nascosti gli oggetti più preziosi. - aggiunse una scrollata di spalle - Il tizio ha visto il tesoro nella cabina sotto il ponte, ma è probabile che nel frattempo sia stata spostata. >
    Distolse di nuovo lo sguardo, simulando un certo grado di incertezza nelle sue parole. Quantomeno, in quel frangente non fu necessario mentire al suo alleato: per quanto avesse cercato e ricercato nella memoria del bandito, quello era di un grado troppo basso per essere al corrente di dove fossero custodite le ricchezze della banda. C'era, tuttavia, un punto del terzo piano sempre protetto da delle guardie, ma il tizio non era mai entrato di persona, né mai aveva sentito una descrizione di cosa ci fosse all'interno da parte di qualcuno che c'era già stato.
    < Propongo di andare nella... > continuò, prima di essere interrotta da un grido, seguito da un pesante tonfo in acqua e qualche imprecazione.
    A quanto pareva, il meccanismo di Minoto aveva dato i suoi frutti: la passerella si era sfilata e il primo poveretto che aveva tentato di utilizzarla, era caduto in mare insieme ad essa. Lanciò una silenziosa occhiata al tasso, prima di sporgersi discretamente oltre il parapetto. I banditi rimasti a terra correvano a destra e manca, con fare nervoso e una palese disorganizzazione. Immaginò che per un po' non avrebbero dovuto pensare a loro, ma il fatto che la nave fosse ancora connessa al molo, significava che, prima o poi, avrebbero cercato di entrarci, o arrampicandosi sulla corda che ancorava la nave al porto o cercando delle altre assi abbastanza solide e lunghe. A giudicare da come stavano reagendo, lei e Minoto avevano ancora moooolto tempo prima che quegli imbecilli riuscissero anche solo a pensare a degli escamotage così semplici, sicché era ancora presto per preoccuparsi di loro. Non che suggerisse l'idea di tagliare la corda, come inizialmente aveva proposto, eh. Lasciare una connessione tra la neve e la riva, toglieva pur sempre loro due dall'impiccio di riportare verso la costa una nave di quelle dimensioni, permettendoli di scaricare il loro bottino molto più semplicemente.
    Anche sulla nave cominciarono ad udirsi le prime voci concitate e, pure dalla loro posizione relativamente riparata, si intravidero i primi banditi armati aggirarsi intorno circospetti. Il sangue del loro compagno appena ucciso, si allargava sempre più e non poteva mancare molto prima che qualcuno dei nemici se ne rendesse conto.
    < Presto avremo compagnia. - sussurrò, facendo un cenno verso il ponte - Andiamo a vedere se c'è qualcosa di interessante nella cabina del capo, poi procediamo verso il magazzino... >
    Cercò di essere il più breve possibile per minimizzare le possibilità di essere sentita. Erano già stati scoperti, ma non era mai il caso di sottovalutare l'effetto sorpresa...
    Dato che avevano concordato che lei rimanesse nella retrovia, lasciò che fosse Minoto a fare il primo passo.

    Siccome la mia esperienza con i galeoni non va tanto oltre all'aver letto l'Isola del tesoro, per la struttura interna del veliero mi sono basata su questa immagine random, trovata cercando parole chiave su google... se non è chiaro quello che ho scritto, fingiamo che siano le immagini a parlare in questo GdR letterario ^^"
     
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    Il pirla che avevo digerito ne sapeva, e beh, decisamente non poco: la nave a quando Rayle aveva potuto scoprire, si divideva in quattro piani, più la cabina del capitano posta sotto il rialzo del ponte dove il cretino aveva visto il tesoro l'ultima volta; vi erano poi dei piani editi unicamente a fungere da magazzino, una buona destinazione per dei tesori se erano stati spostati come ipotizzava la mia compagna di scorribande. Proprio lei non fece in tempo a suggerire la prossima mossa, che si sentì un pesante tonfo, un bell'impatto con l'acqua proveniente da dove avevo manomesso il ponte di accesso... qualcuno c'era cascato ed ora la nave era più che inaccessibile! Quella complicazione aveva mandato nel panico i vari banditi a terra, che non sapevano come agire, disorganizzati in un modo tanto assurdo che sinceramente mi stupì non poco, E queste teste di cazzo ci dovrebbero fermare? Non potei che pensare con un sospiro, mentre vedevo accorrere sul ponte altri loro compagni, armati e guardinghi, dei bei giocattoli che mi sarei divertito a scassare di lì a poco.
    La proposta della rettiliana fu quella in primis di dirigerci nella cabina del capitano, e successivamente di muoverci in direzione del magazzino, Per me va bene, ma prima fammi fare un po' di pulizia, sentenziai, estraendo la spada e mostrandomi ai banditi ammassatisi sul ponte; lanciai loro un'occhiata di sfida ed un sadico sorriso, prima di portare la lama al di sopra della spalla destra, pronto a scattare, Vedete di farmi divertire, mezzeseghe, li provocai, causando così una carica di massa contro di me. Replicai immediatamente.
    Sfruttando la mia magia del potenziamento, eseguì uno scatto verso la massa di imbecilli che mi correvano contro a lame sguainate, e li travolsi come una bestia selvaggia: chi colpito dalla mia lama, chi travolto dalla mia mole o dall'aria che mi circondava durante quella mossa, finirono tutti al tappeto, morti impalati dalla mia spada o sbalzati via dalla nave, lasciandoci nuovamente campo libero in mezzo ad un po' di cadaveri, mentre la porta della cabina del capitano si mostrava a portata, Vogliamo procedere? Domandai quindi alla mia compagna, arrivando all'ingresso della cabina ed aprendolo, facendomi poi strada all'interno, ignaro di cosa avremmo trovato.


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    Lancia del Vuoto: Furyō caricherà in affondo a due mani portandosi le braccia al di sopra della spalla destra e correrà quindi verso l'avversario a gran velocità, sferrando l'affondo. Nello sferrare l'affondo, il Mujina si darà una spinta con le gambe, potenziate tramite la sua magia, eseguendo così un veloce scatto di una decina di metri in grado di travolgere il nemico nel caso lo colpisca; tale scatto sarà accompagnato da una barriera d'aria compressa che si genererà attorno allo Yokai, barriera che se toccata arrecherà danni da taglio a chi vi è entrato in contatto.

    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT

     
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    Splendore celeste

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    Minoto prese al volo l'occasione di sfoderare le proprie risorse: scattò in avanti per ingaggiare in combattimento il nuovo gruppetto di nemici e li mandò presto allo sbaraglio, dimostrando che i suoi poteri fossero ben più efficienti ed efficaci di quanto Dalla avesse inizialmente pensato. Avanzò guardinga, scavalcando un paio di corpi trafitti dal suo alleato e cercando nel cimitero intorno a sé il minimo movimento. Trovò solo uno di loro ancora in vita, ma gli recise la carotide con colpo secco del suo pugnale mezzo arrugginito, scagliato con forza e senza alcuna esitazione. Meglio prevenire, che ritrovarselo contro più tardi.
    Dalla si avvicinò infine all'entrata della cabina e aspettò che anche Minoto le si affiancasse.
    < Certo, procediamo: - le rispose con un ghigno sarcastico e un mezzo inchino - prima le "signore", ovviamente! >
    Non sapeva quanto Minoto potesse apprezzare l'ironia della sua frase, anche senza sapere quale fosse la sua vera identità, ma dubitava che dare della "signora" ad un tasso ciccioso (seppur sotto mentite spoglie) fosse poi tanto sottile (sia l'ironia che... il tasso, s'intende ^^"). Ad ogni modo, Dalla aveva già avuto modo di rimarcare quanto le sue doti fossero sprecate nella distanza ravvicinata; così spalancò la porta e fece passare il suo compagno per primo. Quindi, seguì a ruota.
    La scena che si aprì davanti ai loro occhi, non presentava nulla di diverso da ciò che si potevano aspettare da una normale cabina di un veliero qualsiasi: le pareti in legno erano spoglie, se non per un drappo rosso che richiamava il simbolo di una fiamma nera; il mobilio era scarso, la cuccetta piccola e scomoda; e i pochi oggetti presenti non mostravano alcuna particolarità. L'ambiente appariva leggermente scuro dopo il sole quasi a picco che si erano lasciati all'esterno, ma l'unica lanterna presente al di sopra di una scrivania era più che sufficiente per illuminare pigramente tutta la cabina. Il tesoro era stato sicuramente spostato altrove.
    C'erano, tuttavia, delle... particolarità. Tre, per l'esattezza.
    < Voi due non siete il capo. > esclamò la prima di esse.
    Sulla destra della stanza, emerse un omone alto quasi due metri e con due spalle così ampie, da farlo sembrare tozzo nonostante la sua altezza. Il suo volto era una folta barba rossa con due occhietti piccoli, lucidi e vagamente infastiditi dalla loro improvvisa comparsa. Dalla lo osservò recuperare una pesante mazza di legno chiodato e appoggiarsela su di una spalla, in un gesto di studiata indifferenza. Erano appena arrivati e già li aveva allietati con una perla di saggezza: con una tale perspicacia, era davvero un peccato ucciderlo! Con uno sbuffo, Dalla lanciò il pugnale nella direzione del suo collo.
    Purtroppo intervenne la seconda particolarità: un uomo scattò dalla parte sinistra della stanza, si portò davanti all'omone e, con un rapido gesto del polso, intercettò il coltello in aria con le due lame gemelle che reggeva, mandandolo a conficcarsi contro il soffitto. Questa seconda figura non era tanto più alta di Dalla o di Minoto in forma umana, ma i riflessi provvidenziali appena dimostrati lo rendevano altrettanto temibile. Lui, come il compare, esprimeva apertamente il suo disappunto verso la loro intromissione, ed entrambi portavano abiti simili a quelli sottratti ed indossati da Minoto. Dovevano essere per forza altri mob di quella patetica organizzazione, ma bastava guardarli per capire che quei due non fossero le stesse patacche che avevano incontrato fino a quel momento. Finalmente qualcuno con cui valeva davvero la pena sfoderare i suoi stiletti?
    < Deve essere colpa loro se abbiamo sentito tanto casino provenire da fuori... > disse l'omino armato di spade, senza distogliere gli occhi da quelli di Dalla. Non sembrava per nulla intimidito dalle sue iridi eterocrome o dal suo volto invaso da squame scure.
    Per evitare ulteriori sorprese, Dalla distolse lo sguardo e cercò di capire chi fosse la terza ed ultima presenza nella stanza. Seduto in un angolo relativamente in ombra, Dalla non riuscì a capire molto di lui, se non che i suoi capelli erano scuri, le sue vesti non mantenevano lo stesso dress code di tutti gli altri e che il suo sorriso sbruffone mal si adattava alle corde che lo circondavano e lo mantenevano al suo posto. Chi diamine era? Un altro nemico o un possibile alleato? O entrambi? Non ci fu il tempo di chiedere.
    < Propongo di farli fuori subito e di chiederci poi cosa siano questi due! > esclamò l'omone, avanzando di passo ed impugnando la mazza con entrambe le mani.
    Superò il compagno di lato e si portò contro il tasso, che era il più vicino. L'altro nemico sospirò, ma le sue labbra si arricciarono in un ghigno non troppo rassicurante, mentre continuava ad osservare Dalla. Lei si voltò di 3/4, assunse una posizione sulla difensiva e portò le mani verso gli stiletti appiccicati alle gambe.
    < E sia. > concordò l'altro, prima di scattare a sua volta contro Dalla.

    Dark, credo di aver capito che Aes abbia chiesto il permesso anche a te prima di intrufolarsi nella role... in caso contrario: surprise! Si inserisce anche Kestrel! ^^"
    Per il resto, non so come preferiate procedere. Meglio che Dark faccia un altro messaggio oppure lasciamo spazio ad Aes? Per me è davvero indifferente.

    PS. Muovete pure i due tizi quanto vi pare, potete anche sconfiggerli se volete. Aes, ovviamente se ti va di intrometterti a sbuffo nel combattimento sei benvenuto, eh ^^


    Edited by Tirannosaurorex - 20/11/2019, 14:35
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Kestrel viene da Non So Dove, perché devo ancora decidere se arriverà qui subito dopo esser stato alle Isole fluttuanti o no :yea:

    Giusto per dire, appena sono entrato nella discussione qui c'erano 666 visite. :assatanato:


    Non c'era sempre un vero e proprio motivo per voler attaccar briga, Kestrel ne era l'esemplificazione vivente. Il punto era che quella volta, la prima da quando ricordava di esser arrivato a Kengard, né lui né Kurama erano stati la fonte del disagio. Perché i guai lo cercavano proprio nel momento in cui si dava una calmata?
    Sembrava quasi che una forza superiore gli suggerisse di non darsela quella calmata, perché avrebbe così infranto quell'equilibrio mistico che gli permetteva ogni volta di sopravvivere.
    Ora si ritrovava prigioniero, per modo di dire, nella cabina di una nave che fino a quella mattina non aveva in programma di visitare. Aveva messo piede a Kerus da meno di una settimana e gli era capitato l'impossibile, da Goldar alla Nebbia argentata. E dire che ad Itios aveva dato il meglio di sé; non che con Padme le cose si fossero potute definire "normali", ma pensava che, tornato a Kerus, l'alone delirante che lo attorniava si sarebbe finalmente dissolto.
    E invece no. Non era andato al porto per un motivo specifico, voleva soltanto dare un'occhiata alla zona della città che ancora non aveva esplorato. A parte il Nido di stelle, che dopo quanto aveva vissuto ultimamente non era sicuro di voler visitare, aveva gironzolato un po' da per tutto e si era fatto un'idea abbastanza nitida di come funzionassero le cose da quelle parti. Non sapeva ancora se esser deluso o meno da quanto aveva scoperto dopo esser uscito dal suo piccolo nucleo familiare. I mesi erano passati più velocemente di quanto avrebbe mai creduto possibile, fino a diventare anni e ad intaccare il suo modo di discernere la realtà circostante.
    Una cosa però non se n'era mai andata, il suo amabile sorrisetto impertinente. Una faccia da schiaffi dotata di mani avrebbe provato l'impulso di prendere a schiaffi il suo sorrisetto, tanto questo riusciva ad essere da schiaffi. Oltre a questo, era rimasta la proverbiale attitudine ad ignorare le soluzioni pacifiche. In quel caso, tuttavia, non aveva neanche capito cosa fosse successo. Solo perché aveva in spalla una spada affilata, non voleva dire che si sarebbe divertito a menarla in qua e in là per il mero gusto di mozzare braccine. A quanto pareva per le ciurme di pirati questo concetto aveva un altro significato, dato che aveva solo provato a mettere le mani nel senzo più letterale sull'arma di un uomo tutto muscoli per darle un'occhiata. Gli piacevano le spade corte e niente più!
    Appena si sentì minacciato, quello cominciò a sbraitargli contro e ad elargire ingiurie ineccepibili che attirarono l'attenzione delle guardie. Ne seguì un breve diverbio, l'intervento di un altro paio di tizi e la quasi-morte di un uomo delle forze dell'ordine, che dopo esser stato ferito venne portato via dai suoi compagni per essere curato. Kestrel non aveva fatto altro che allungare la mano su una spada poggiata su una panchina per saggiarne la superficie, non l'avrebbe neanche presa fra le mani senza chiedere il permesso.
    Quel che accadde dopo fu potenzialmente un po' più chiaro, ma anche più inspiegabile; un individuo dal volto spigoloso gli si avvicinò e cordialmente gli chiese se avesse mai sentito parlare della Fiamma nera.
    "No, ma mi pare che quel tipo ce l'avesse sulla bocca due secondi fà" aveva risposto, indicando l'omaccione muscoloso che stava cercando di chiarirsi con le guardie in seguito alla colluttazione. Senza alcun preavviso, il moro dal volto spigoloso che gli stava di fronte fece qualcosa che solo dopo diversi secondi capì essere un qualche tipo di segnale.
    Gli era parso si fosse solo massaggiato una spalla, ma in risposta un attimo dopo si sentì strattonare di lato da braccia estranee. Avrebbe anche potuto reagire e rovesciare agli assalitori una raffica di cazzotti da far dimenticare loro nomi e cognomi dei propri familiari, ma si trovava vicino a delle guardie e immaginava che potessero pensarci loro. Non per altro, ma aveva capito che se non si fosse difeso non sarebbe stato preso di mira dalle forze dell'ordine con domande e accuse infondate.
    Mai scelta fu più sbagliata. In un modo o nell'altro riuscirono a trascinarlo dove occhi esterni non potevano giungere, dietro alle pareti di un magazzino, e quando capì che avrebbe dovuto reagire qualcosa di parecchio duro impattò con la sua nuca. Il suo capocchione era duro come l'adamantio di Wolverine, ma la botta bastò a rintronarlo per diversi secondi. Quelli dovettero rimanere stupiti dalla sua resistenza fisica, perché restarono interdetti a chiedersi come mai non fosse svenuto e si stesse portando le mani alla testa per massaggiarla.
    A quel punto però l'avevano sopraffatto, e l'istinto gli suggerì solo due opzioni: o ti trasformi o li lasci fare. Il vantaggio di avere con sé un demone che potesse guardare attraverso i suoi occhi senza che la sua mente venisse annebbiata dal dolore era notevole in quei frangenti; Anche se la botta l'aveva disorientato, Kurama aveva distinto chiaramente espressioni, parole e gesti di quegli individui.
    La volpe gli inviò soltanto la sensazione fulminea di non essere in pericolo di vita, e Kestrel preferì sperare che fosse vero. Se avesse assunto le sembianze del demone, lì attorno sarebbe potuto scoppiare il putiferio. Se fosse morto invece avrebbe potuto prendere a ceffoni Kurama all'inferno, magari per la prima volta si sarebbero potuti anche stringere la zampa.
    Ciò che gli dava fastidio era essersi consegnato a loro quasi volontariamente. Accidenti, da quando aveva cominciato a pensare che non alzare le mani fosse la cosa giusta? Non gli diedero neanche troppe spiegazioni, venne trascinato di tratto in tratto, all'oscuro di tutti, in un galeone molto piratesco che non sembrava neanche niente di speciale. Era sicuramente di grandi dimensioni, ma non gli era parso interessante come se lo era sempre immaginato. Nella sua testa i pirati sbandieravano teschi e cantavano bevendo alcol a profusione, in quel luogo invece non c'era baccano, non c'erano decorazioni accattivanti e non c'era puzza di gente ubriaca. Sembrava una nave così noiosa!
    Da quando lo avevano legato e gettato in un angolo non gli avevano chiesto granché, erano rimasti a sorvegliarlo e a parlottare fra di sé in maniera piuttosto vaga. Non capiva se stessero aspettando che qualcuno lo uccidesse o se volessero farlo uccidere di noia, ma quei due in stanza non erano molto simpatici.
    Trovava allettante sfoggiare il suo sorriso strafottente nelle situazioni più difficili, c'era più gusto che ostentarlo quando era in vantaggio. In ogni caso avrebbe avuto tutto il tempo di trasformarsi, dato che lì dentro non avrebbe suscitato troppo scalpore, e lasciar giocare Kurama per una mezz'oretta. D'altro canto, poteva anche cercare di liberarsi e divertirsi lui. Perché lasciare le parti migliori a Kurama?
    Ad Itios aveva preso gente a gomitate anche con le mani legate dietro la schiena, che difficoltà avrebbe potuto trovare nel districarsi da un paio di corde? Mentre si poneva quei roboanti quesiti comparvero due nuove figure all'appello. A giudicare dalle scultellate che cominciarono a volare non dovevano essere proprio alleati, almeno non alleati come li intendeva lui. Per quanto ne sapeva, gli alleati pirati kengardiani potevano anche provare un gran giubilo nel pugnalare al collo i propri compagni come segno di saluto. Dopo gli ultimi avvenimenti non si sarebbe stupito più di nulla da quelle parti.
    L'unico fastidio era l'assenza della sua spada. Non perché non potesse cavarsela con i pugni, semplicemente perché non gli piaceva cercare la roba e dubitava che quella gente gliela restituisse di sua iniziativa. Non era bravo a torturare qualcuno, se non rompendogli le scatole, e a meno la fortuna non fosse cominciata a girare (quando mai...) ci avrebbe messo una giornata intera a ritrovarla.
    Aveva imparato che per trasformarsi avrebbe impiegato una decina di secondi. Buona parte di questi erano coronati dalle facce stupite di chi gli stava attorno, solo gli ultimi due o tre potevano essere rischiosi se un'anima coraggiosa si fosse gettata su di lui per colpirlo. Non che i danni sarebbero stati considerevoli, ma esser feriti a mutazione incompleta portava lui e Kurama a spiacevoli disguidi corporei. Gli era capitato solo una volta, ma era stata sufficiente per constatare che non volevano provarci di nuovo.
    In quel momento aveva tutto il tempo di lasciar fare ai nuovi arrivati mentre si trasformava, ma decise di esibire per qualche altro secondo il suo sogghigno imbecille per vedere come sarebbe andata a finire.
     
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52 replies since 7/10/2018, 20:21   1166 views
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