An Unwilling Midnight Snack

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    ■ 40 anni
    ■ Yokai Mujina
    ■ Maschio
    ■ Bisessuale
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    La situazione stava degenerando abbastanza velocemente: da una parte c'era la strega, che non si fidava del damerino rosa capelluto, e voleva far entrare prima lui, dall'altra il damerino stesso, che volevo far entrare prima lei, dando l'impressione di voler fottere bellamente sia me che lei, e poi c'ero io, che volevo solo riavere indietro la mia Shinigami, e, seppur la strega e il marmocchio erano miei alleati, non vedevo l'ora di averli dentro di me, curioso di sentir il loro sapore, e di averli nel mio stomaco... pensavo più con la pancia che col cervello effettivamente.
    A fermare quello stallo tra personalità, vi pensò il marmocchio, che, con mio sommo stupore, si offrì volontario per essere ingoiato vivo per primo, tanto da aggrapparsi al mio addome, nel tentativo di raggiungermi la bocca ed entrare: lo sollevai, e spalancai la bocca, e senza troppi giri di parole, inizia a ingoiarlo. Dalla testa, alle spalle, passando poi per il ventre, il bacino ed infine le gambe, il bambino passò oltre le mie labbra, sprofondando nel mio esofago, rigonfiando il mio collo ed i miei pettorali, sparendo poi con un tonfo una volta raggiunto il mio ventre, da cui la presenza del marmocchio non si vedeva minimamente.
    E fuori uno, ora se mi permetti damerino, vai tu per secondo, avrei quindi detto, afferrandolo per le spalle, e ripetendo la procedura effettuata per il bambino, seppur con quel pezzente era lievemente più complesso... e meno saporito, a causa della cavolo di armatura che si portava addosso, e che una volta che egli mi fu atterrato nello stomaco, mi fece perdere per un attimo l'equilibrio, facendomi barcollare ma non cadere, a causa della concentrazione di peso a cui mi dovetti abituare.
    Rimaneva solo la strega, a cui lanciai un sorrisetto malizioso, Rimani solo tu, dai, fai sto sacrificio, e riprendiamoci la nostra roba, sentenziai, e così, se me lo avesse lasciato fare, avrei ripetuto anche con lei le medesime azioni, facendo giungere anche la terza occupante all'interno del mio ventre.
    Porca puttana, mai stato così pieno, avrei detto, afferrando le mie maniglie dell'amore, e scuotendole un po' facendo così sobbalzare gli occupanti del mio stomaco con quell'azione, al seguito della quale, presi in mano spada e tappeto, che il damerino, per mantenere la sua parola, aveva lasciato al suolo prima di farsi mangiare. Ho la nostra roba, come va dentro la mia stanza personale? Domandai quindi alla strega ed al bambino, ridendo quindi divertito subito dopo, curioso delle loro repliche, che molto probabilmente sarebbero sfociate in insulti.

    Stato Fisico:Mediamente ferito al viso.
    Stato Psicologico: //
    Magia: Potenziamento
    Armi:
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    Shinigami [X] (Katana; Lunghezza: 1,5m; Larghezza: 5cm)

    Potere Speciale:
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    Itadakimasu: Furyō possiede la capacità di poter ingoiare interamente esseri viventi od oggetti grandi al massimo quanto un uomo adulto, potendo stipare all'interno del suo ventre esseri o oggetti che complessivamente non superino il peso di 200Kg, ovvero metà del peso dello Yokai stesso.
    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

    Tecniche Utilizzate:
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    -Scommetto che quel tizio sa di bresaola con l’armatura che ha addosso.- commentò fra sé la strega sogghignando mentre si godeva la scena dell’inghiottimento del ragazzo con i capelli rosa.
    -Poteva avere almeno la decenza di togliersi l’armatura, ma del resto, così non avrebbe avuto alcun sapore. Invece in questo modo sa di bresaola!- continuò ridendosela sotto i baffi. Dopo di che si accostò allo yokai con espressione divertita; quella situazione era troppo divertente a suo avviso e la prospettiva di finire nello stomaco di qualcuno non la spaventava neanche un po’.
    “Bene, che la crociera all’interno del tuo corpo abbia inizio!” Annunciò con voce acuta e allo stesso tempo rotta dalle risate.
    -Filosofia, ci vuole filosofia!-
    Tuttavia, prima di entrare si sfilò la borsa dalla spalla sinistra e l’appoggiò sopra al tappeto. Non avrebbe mai permesso che si rovinasse a causa di acidi corrosivi o altre sostanze. Inoltre, era certa che senza la borsa avrebbe fatto meno fatica a passare per il corpo della creatura.
    si diede uno slancio per afferrare le spalle del compagno e lasciarsi sollevare per poi introdurre nella sua bocca. Nel far ciò, evitò di guardare i denti, unica cosa che le suscitava un certo ribrezzo.
    Lui la ingoiò senza tante cerimonie; non che lei le avesse volute, semplicemente sentire il calore della sua gola e il viscidume del suo palato non era proprio una sensazione gradevole.
    -Va bè dai, ti do una mano.- disse, mentre tentava di strisciare verso la faringe e l’esofago del demone-tasso.
    Il viaggio attraverso l’esofago fu qualcosa di incredibilmente eccitante, pareti schifosamente lisce a parte. Alla fine atterrò con un tonfo nello stomaco.
    “Devo ammettere che questo posto ha una temperatura ottimale.” Esordì rivolta al proprietario: “Certo, un tocco di menta gli donerebbe un’aria meno malsana e più profumata, ma posso accontentarmi.”
    -Meno male che ho lasciato la borsa fuori. Meno male!-
    l’ambiente in cui si trovava era completamente al buio, ma ben insonorizzato. Talmente ben insonorizzato che ogni tanto si sentivano degli strani rumori non dissimili dai gargarismi.
    all’improvviso ci fu un breve ma comunque violento scossone: lo uokai si era mosso. Subito la donna si sedette sul pavimento dello stomaco, senza appoggiarvi le mani.
    -La tentazione di fargli il solletico è forte.- pensò ridendo di nuovo.
    Nel frattempo, il bambino era stato scaraventato contro una parete durante la scossa.
    “Ah!” Gridò. Poi però si riassestò e cominciò ad esplorare la zona con circospezione: dapprima si spostò sfiorando le pareti circolari, quindi prese a girovagare qua e là a passo sostenuto.
    “E’ grande! Wow!” Esclamò gioioso, quindi cominciò a saltellare da una parte all’altra: “Ed anche elastico.”
    “Corontin, non per rovinare il tuo divertimento, ma non credo sia il caso che tu ti metta a saltare come un fringuello.” Lo rimproverò bonariamente lei: “Non sia mai che parta qualche succo gastrico.”
    Dal canto suo, il damerino non aveva fatto altro che sedersi in silenzio in un angolo, molto probabilmente in attesa di uscire da lì.
    -Hai voglia a fare la vittima, tanto da qui non esci.- Le intenzioni della strega nei suoi confronti erano chiare e ben presto si sarebbe scatenata una battaglia corpo a corpo.
    -Non sarebbe una cattiva idea chiedere al ragazzino di riutilizzare il suo potere della luce abbagliante, così il tizio sarebbe colto davvero alla sprovvista. Comunque sia, terrò conto di quest’ipotesi.-
    Ciò detto, non appena il piccolo urtò la sua schiena, lei lo tirò a sé per toccargli i capelli e fargli intendere che voleva parlargli per via telepatica.
    Lui sembrò capire e le diede modo di spiegarsi.
    "Avrei una domanda per il nostro ospitante." tuonò poi la strega per farsi sentire attraverso lo stomaco: "Ti sembra che dai nostri oggetti sia stato rimosso l'incantesimo apposto in precedenza dal messere qui presente?"
     
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    Uno dopo l'altro, tutti e tre i presenti oltre a me nella sala finirono nel mio ventre, facendomi sentire estremamente bene, come non mi succedeva da diverso tempo: era da un pezzo che non mi sentivo così pieno, che non potevo dirmi veramente e completamente sazio e soddisfatto di un pasto, ma non era quella l'occasione; finalmente mi sentivo, beh, appagato di ciò che avevo messo sotto i denti, e non solo per il fatto di aver tre persone vive e vegete dentro il mio stomaco.
    A seguito dello scossone che i tre occupanti del mio pancione subirono, ed alla risposta della strega alla mia domanda, potei sentir bene i movimenti del marmocchio che si spostava sfiorando le parti delle mie viscere: un brivido mi percorse la schiena nel sentire ciò, un fremito di piacere causato da quel lieve solletico, che non mi dispiacque affatto; anche i salti del moccioso non mi diedero fastidio, tutt'altro, parvero come una sorta di massaggio interno che faceva apparire ogni tanto dei minimi rigonfiamenti sulla pelosa superficie del mio stomaco, la cui apparizione e successiva veloce sparizione cessò quando Parilin redarguì il ragazzino, facendolo fermare.
    Travolto da quell'ondata di goduria, fui così tanto distratto da quasi non sentire la successiva domanda della strega, che però, risuonando dalle mie viscere mi fece uscire da quella sorta di trance in cui ero finito; mi domandò se l'incantesimo posto dal damerino sulle nostre cose fosse ancora attivo, e prima di replicare puntai lo sguardo sulla spada e sul tappeto, notando un avvenimento particolare: su entrambi apparve un marchio di luce rosea, dalla forma di una rosa stilizzata, che si dissolse subito dopo in numerose particelle del medesimo colore, sparendo dai nostri oggetti. Uno strano simbolo si è appena smaterializzato sulla nostra roba, non so se sia quello il segnale dell'annullamento dell'incanto, sentenziai replicando alla domanda di Parilin, ed a quelle mie parole, il damerino replicò stizzito, asserendo che era esattamente quello il segnale della fine di un proprio incanto, Ottimo, finalmente mi posso levare dai coglioni quindi, dissi io, finalmente libero di rinfoderare la lama, per poi indirizzare uno sguardo quasi sadico sul mio pancione, Collega, ora che siamo apposto con la nostra roba, fai pure quello che vuoi del damerino, da dove siete, di certo non può scappare, conclusi quindi, dando il permesso alla strega di far ciò che più desiderava del bastardo che ci aveva ficcato in quella situazione più che schifosa.

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    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    -Eccellente, eccellente! adesso vediamo di fare un po’ di musica di gran classe in questo posto diversamente accogliente.- pensò Parilin sogghignando nell’oscurità e scrollando le spalle come se avesse i brividi. Ancora non si era del tutto abituata all’idea di trovarsi all’interno dello stomaco del demone tasso, ma era pur sempre un’esperienza da fare almeno una volta nella vita, esattamente come stare al fianco di un elfo dal cuore d’oro, ma questa è un’altra storia.
    “Corontin, ti dispiacerebbe riutilizzare la luce abbagliante, affinché possa sbarazzarmi di questo damerino? Ovviamente, ti è concesso di riprendere a correre e saltellare per tutto lo stomaco, ammesso che tu non finisca giù nell’intestino.” comunicò per via telepatica al ragazzino, una volta che le fu finalmente vicino. Certo, la luce abbagliante avrebbe creato qualche piccolo problema anche a lei, oltre che al membro dell’accademia, ma la sua spiccata percezione dello spazio l’avrebbe aiutata.
    Il giovanotto non disse niente, piuttosto riprese a correre e a saltellare come prima; evidentemente, era una tattica per distrarre il loro avversario, oppure stava soltanto unendo l’utile al dilettevole, cosa che avrebbe fatto anche lei stessa.
    La mora strinse i denti: muoversi in un pavimento di consistenza molliccia e per niente solido la costringeva a fermarsi ad ogni passo e respirare. Peccato solo che respirava il fetore lasciato dai succhi gastrici.
    Corontin, nel frattempo, stava continuando a muoversi con scioltezza su e giù. Avrebbe voluto intimargli di darsi una calmata ed eseguire i suoi ordini, ma tanto era il senso di nausea che alla fine non ce la fece: rimise la cena della sera precedente.
    “Blll!” commentò il tizio nell’udire i suoni gutturali da lei emessi mentre espelleva il cibo.
    “Si direbbe che…” esordì la strega tra un colpo di tosse e l’altro: “Tu abbia uno stomaco d’acciaio.” doveva farlo parlare in modo tale da avere indicazioni precise su dove si trovasse.
    “Sicuramente più di te.”
    -Dannazione, si sta spostando. peggio di me quando in acqua ci sono i pesci che pungono e mi muovo di continuo per non farmi acchiappare.-
    Fortunatamente, un attimo più tardi l’interno della cavità gastrica del demone s’illuminò di colpo.
    “Ah!” gridò il tizio.
    -Perfetto!-
    Parilin drizzò la schiena, si sfilò un filo dal girocollo e partì alla carica correndo lungo il perimetro del posto. Prima o poi si sarebbe scontrata con il damerino dai capelli rosa shocking.
    Il primo giro si rivelò improduttivo, anche perché era difficile captare i movimenti del tizio con il bambino che si dava alla pazza gioia provocando contrazioni d’orgasmo all’ospitante.
    A un certo punto, il suo stivale sinistro urtò contro qualcosa di duro. Si sentì afferrare per i capelli, era lui, voleva trascinarla a terra per avere più chance di vincita.
    Fece un deciso passo in avanti, facendogli perdere temporaneamente l’equilibrio, quindi si girò di scatto per dargli una forte gomitata nel petto. Lui imprecò e si piegò in avanti per afferrarla nuovamente, ma lei fu abbastanza fortunata da potergli prendere un braccio, girarsi velocemente di 180° così da dargli le spalle. A quel punto, con una mano gli torse il polso, mentre si servì dell’altro braccio per appoggiarsi sul gomito del nemico con tutto il peso del corpo.
    Quella manovra, per quanto complicata da spiegare a parole, serviva per stroncare i legamenti dell’avambraccio dell’altro e farlo gemere di dolore.
    “Figo!” esclamò Corontin che si era avvicinato. L’effetto del suo potere stava svanendo, insieme allo sgomento del damerino che ora scalciava come un asino a destra e a manca rendendo sempre più precario il suo equilibrio, sebbene fosse appoggiata al suo braccio come un peso morto.
    Tentò di legare alla meno peggio il filo che teneva stretto tra le dita della mano che stringeva il polso dell’altro. Perse la presa sul suo polso e lui ne approfittò per evocare una magia.
    Subito, un fascio di luce color senape si materializzò dinnanzi a loro per poi colpirla in pieno, facendola sbattere contro una parete dello stomaco.
    “Non sei buona uccidere, strega!” tuonò lui.
    “Dici?” Rispose Prontamente Parilin, prima di stringere con gli occhi il filo che aveva legato al suo polso: “Io credo invece di essere brava a recitare.”
    Lo spago aderì completamente al polso del nemico e lei lo strinse al massimo, più che altro perché stava per avere un altro conato di vomito.
    Estrasse un secondo filo. Udiva il suo aggressore ansimare e tentare di liberarsi.
    La luce era fioca intorno a loro. Restava soltanto una cosa da fare, prima che il buio s’impossessasse nuovamente dell’ambiente.
    “Corontin, inizia a risalire. Fai in modo di innescare dei rigurgiti, in modo da essere facilitato.”
    “E tu?”
    “Vai!” gli ripeté con voce ferma.
    “No!” urlò il damerino, evocando un altro fascio di luce color senape che, però, andò a schiantarsi contro una parete dello stomaco.
    La donna fece due passi verso l’avversario; tra le mani il filo. Lo indurì con la magia e poi scoccò una punta direttamente nel polso che aveva legato in precedenza.
    Egli gemette di dolore.
    Scoccò un’altra punta di pizzo nel medesimo punto. Gli piaceva vederlo contorcersi e rimanere impassibile.
    Ne sganciò una terza, infine una quarta.
    Dopo di che, vedendo che la situazione stava degenerando, con il tizio che si era disfatto del primo filo, convenne fosse il caso di risalire il più in fretta possibile.
    “Collega, mi sto arrampicando per uscire.” Si limitò a dire. Sperava vivamente che il suo compare avesse capito di poter smaltire il damerino, più o meno agonizzante, a sua discrezione. C’era anche l’eventualità che il ragazzino fosse già tornato in superficie e, intuendo il suo piano, l’avesse riferito all’altro.
    Parilin utilizza la tecnica punte di pizzo e la tecnica elastico infernale.
     
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    Porco schifo, non avessi mai detto quella frase: a seguito del mio consenso perché la strega facesse ciò che voleva, nel mio ventre iniziò ad accadere di tutto; dal marmocchio che riprese a correre in giro, a grida e casini vari, tra cui un lampo di luce che mi fece accendere come una gigantesca lampadina pelosa, il vomito della strega, ed una botta fortissima che, da dentro, mi colpì in pieno nella parte frontale del ventre, facendomi quasi perdere l'equilibrio!
    Non capivo che cosa caspita stava capitando dentro la mia pancia, ma tutto d'un tratto sentì un groppo risalirmi in gola, e, senza che potessi far nulla per evitarlo, senza rischiare di strozzarmi, mi ritrovai a sputare fuori sano sano il marmocchio, che subito mi disse quello che stava capitando dentro di me, e che di li a poco anche la strega sarebbe uscita per lasciarmi digerire il damerino... come se io davvero avessi voluto lasciarla andare. La sentì, sì, a risalire, e la aiutai ad uscire, anche se solo parzialmente: ci ritrovammo nella situazione in cui dall'ombelico alle punte dei piedi, lei era dentro di me, con i piedi appunto giusto un attimo fuori dal mio stomaco così che non subisse ustioni per ciò che sarebbe venuto, mentre le sue braccia, riposte lungo i fianchi, sarebbero state bloccate all'interno della mia gola, praticamente lasciandola libera di prendere una boccata d'aria, ma non di fuggire dalla mia presa, aiutata anche dalle mie braccia che le bloccavano le braccia all'altezza del gomito così da sostenerla ed al contempo impedendole di muoversi.
    Nonostante la tenessi così, feci ciò che avevamo pattuito, ovvero digerire il damerino: il mio stomaco si riempì velocemente di acido, e le grida di dolore di quel pirla riecheggiarono nel mio ventre, mentre quello veniva dissolto come nulla più di un bocconcino; ci volle neppure un minuto, prima che di lui non rimanesse altro che grasso in più sulla mia figura già in carne, lasciando così lo spazio alla strega per tornare dentro!
    Sfruttando la presa che avevo su di lei, la avrei spinta nuovamente giù, se ella non avesse trovato modo di opporre resistenza, facendole rivivere il viaggio dell'andata: divenuta nuovamente un bel rigonfiamento nel mio collo e torace, sarebbe sparita ancora una volta nel mio ventre, occultata ancora una volta agli occhi del mondo, Scusa amica, ma non è ancora il momento di lasciarti fuori, avrei detto, per poi riacchiappare il marmocchio, che nell'osservare la scena sarebbe rimasto attonito, e gli avrei fatto subire la stessa sorte della strega, mangiandolo vivo ancora una volta, e così saziandomi ancora, Non mi dispiace per nulla avervi dove siete, e non ho molta voglia di farvi levare subito le tende, avrei sentenziato infine, ridacchiando quindi subito dopo, per poi lasciarmi andare in un lieve rutto a seguito di quella scorpacciata.

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    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    -Brutto figlio di…- borbottò dentro di sé la strega, indignata per la fregatura; quel ciccione l’aveva appena fatta giusto uscire dallo stomaco per il tempo necessario a digerire il damerino. In pratica, si era ritrovata letteralmente bloccata nella gola dello Yokai.
    Trattenne il fiato mentre sotto di lei il tizio dell’accademia veniva sciolto nell’acido. Non aveva intenzione di vomitare un’altra volta, sebbene avesse disperatamente bisogno di respirare a pieni polmoni.
    -Sto sinceramente rimpiangendo la compagnia dell’elfo “Sono tutto un fuoco!”- pensò quasi ridendo. Quella situazione era passata da essere intrigante a imbarazzante. Sì, perché trovarsi all’interno del corpo di un tasso mangione può essere intrigante ed imbarazzante allo stesso tempo.
    “Uh!” Si sorprese a dire quando il suo ospitante la ricacciò nel morbido pavimento del suo stomaco, asserendo una scusa che provocò la sua risata più cinica. Risata che aumentò d’intensità quando egli si lasciò andare a un bel ruttino.
    “Ahahahahah!” Parilin si sentiva come se avesse bevuto un superalcolico alle tre di notte, con la consapevolezza che se non andava subito a letto, il giorno dopo sarebbe crollata.
    “Tutto molto divertente, caro. Ahahahahah!”
    -Ma non ho voglia di stare ancora qui.-
    Tutt’ad un tratto, le labbra della donna s’incresparono in un sorriso beffardo. Le stava bene giocare, ma adesso era giunto il suo turno.
    Appoggiò una mano su una parete della cavità gastrica.
    -E poi mi dicono che il mio potere e metà delle tecniche non servono a niente. 1…2…3…-
    Qualche secondo più tardi, la parete toccata cominciò lievemente a rilassarsi; tuttavia, ella aspettò ancora un po’ prima di staccare la mano.
    -Beh. Io me ne torno su. Del marmocchio non m’interessa.-
    Presto fatto, mentre era certa di aver indotto un piacevole effetto rilassante al suo compare, si apprestò a saltare su nell’esofago per poi risalire con una rapidità degna di un gatto selvatico. Aveva il presentimento che se non si fosse sbrigata, l’altro l’avrebbe rigettata giù per la terza volta; inoltre, si sentiva il proprio stomaco in subbuglio, segno che doveva assolutamente rivomitare.
    Giunse finalmente nella bocca del tasso. Senza pensarci due volte, si buttò fuori, incurante dell’atterraggio tutt’altro che morbido sul pavimento di pietra.
    “Mi spiace non assecondare la tua voglia di assaporare streghe in carne ed ossa. Ad ogni modo, Corontin è carne fresca, io non ho più niente da offrirti.” Disse ironica, mentre si rialzava in piedi, attenta a tenersi a debita distanza.
    “Non preoccuparti, puoi insultarmi liberamente. è più un torpore, che una vera e propria paralisi.”

    Potere speciale:
    Transcending Trance: Appoggiando una mano su una qualsiasi parte del corpo di un essere vivente, Parilin è in grado di scatenare uno stato di trance e torpore che ha effetto per alcuni minuti e fa sì che la creatura non riesca a muoversi perché vagamente conscia di cosa le stia accadendo. Per fare ciò, è necessario che la creatura toccata, sia relativamente ferma, quindi non del tutto immobile. Inoltre, sono necessari almeno tre secondi, prima che il potere possa cominciare ad avere effetto.
    Nel complesso, si potrebbe dire che il potere speciale avrebbe un effetto quasi rilassante; certo è che, qualora la strega voglia utilizzarlo in battaglia, dovrà inserirlo all’interno di una strategia.


    Edited by Rectina - 24/12/2019, 11:04
     
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    Ed ecco che entrambi, strega e marmocchio, erano tornati dove dovevano stare: dentro il mio stomaco; li avevo ricacciati giù senza troppi problemi, la strega in primis, essendo rimasta intrappolata nella mia gola mentre il damerino veniva digerito vivo tra atroci sofferenze. Ora tutti e due erano di nuovo nel mio ventre, e beh, per quanto non desiderassi ucciderli, visto che comunque mi avevano aiutato nella schifo di situazione in cui c'eravamo trovati, di certo non volevo lasciarli subito andare: perché mollare subito un buon pasto se lo avevo già sotto i denti? Con questa mia linea di pensiero, la strega non sembrava essere poi troppo concorde, come mi fece capire tramite una risata quasi isterica ed una frase che a me parve d'un pungente sarcasmo, a cui seguì il suo tocco sulla parete interna del mio ventre; non sapevo cosa volesse fare, ma, sicuro come l'oro, quella lì voleva darsela a gambe, cosa che col cavolo che le avrei permesso!
    Non appena sentì uno strano rilassamento che si propagava sulla parete del ventre che lei aveva precedentemente toccato, decisi di agire: utilizzai la mia Guardia Impenetrabile, una tecnica di irrigidimento muscolare, capace anche di render più dure le pareti del mio ventre, e che avrebbe fatto lo stesso anche con il collegamento tra stomaco ed esofago, indurendolo quando chiuso, ed impedendole così di uscire se ci avesse provato.
    Come ho già detto, da lì, almeno per ora, non ho decisamente voglia di farvi uscire: non farete la fine del damerino, ma ciò nonostante almeno per un po' vi terrò dove siete, avrei sentenziato, tirandomi poi una pacca sul ventre, rendendo chiare le mie intenzioni ai due, così che cessassero i tentativi di fuga. In tutto questo, il blocco magico posto sulla porta dal damerino non s'era ancora sciolto, e ciò nonostante i vari maghi subito dietro lo stipite cercavano in vano di forzare la loro entrata... mi dovevo muovere a togliere le tende, visto che non sapevo quanto avrebbe retto quella porta.
    Avrei preso velocemente spada, tappeto e borsa, e sarei corso dove prima la strega si era diretta per trovare l'armeria, trovandomi dinnanzi ad una balconata dall'aspetto a dir poco lercio e schifoso, ma che comunque dava sull'esterno, un buon punto per eventualmente partire col tappeto; Hoy, avrei detto alla tipa nel mio stomaco, Ho trovato un punto da cui filarcela, dimmi come caspita far partire il tuo tappeto e leviamo le tende da questa accademia del cacchio, le avrei quindi detto infine.

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    Shinigami [X] (Katana; Lunghezza: 1,5m; Larghezza: 5cm)

    Potere Speciale:
    CITAZIONE
    Itadakimasu: Furyō possiede la capacità di poter ingoiare interamente esseri viventi od oggetti grandi al massimo quanto un uomo adulto, potendo stipare all'interno del suo ventre esseri o oggetti che complessivamente non superino il peso di 200Kg, ovvero metà del peso dello Yokai stesso.
    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

    Tecniche Utilizzate:
    CITAZIONE
    Guardia Impenetrabile: Furyō, sfruttando la propria massa muscolare (seppur ben celata dall'adipe in eccesso), farà sì di tendere i muscoli del proprio corpo indurendoli per resistere ad offensive di varia entità, sia dall'esterno del proprio corpo, sia se, nel caso chi lo attacchi si trovi nel suo stomaco, l'attacco provenga dall'interno, in quanto tramite questa tecnica anche le pareti interne dello stomaco verranno irrigidite ed indurite.

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    Purtroppo il tentativo di fuga di Parilin non fu altro che un misero tentativo andato a male. L’unica consolazione, se proprio vogliamo essere stoici, è quella di aver finalmente utilizzato il suo potere speciale.
    “Ahahahahah!” altra risatina isterica del giorno; l’ennesima da quando veniva sballottolata a mo’ di pallina sonora tra la stanza e in cui erano entrati e il corpo dello Yokai. Le sembrava di udire l’eco, appunto, di una pallina con dentro un sonaglio che veniva sbalzata di qua e di là.
    Inspirò profondamente, imprecando con il solo movimento delle labbra.
    “Va bene. Allora io schiaccio un pisolino. Notte notte!”
    -Questo bambino non è normale. Dormire nel ventre di un tasso… Ma in che epoca mi trovo?!-
    Ciò detto, la donna udì Corontin che si sistemava comodamente in un angolo dello stomaco, più precisamente, vicino al piloro, ossia la valvola comunicante con il primo tratto dell’intestino.
    “Io non vorrei dirtelo Corontin, ma lì non è il posto più indicato per schiacciare un pisolino.” lo avvertì. Come risposta ottenne un fragoroso rumore inconfondibile: il ragazzino stava beatamente russando.
    -Sono decisamente sconcertata da questa nuova generazione. E’ evidente che all’accademia non vige una disciplina rigorosa. Poi come si fa a dormire con sto qua che da colpi al ventre e si muove peggio di un terremoto?-
    “Dimmi come caspita far partire il tuo tappeto?” ripeté la mora nell’udire le parole del suo ospitante: “Ma potresti, che so, dirgli due preghierine in Kerusiano antico o in Klenrunghiano arcaico.” aggiunse in tono pungente e con voce suadente. “Secondo te:” gli urlò letteralmente. “Come si fa partire il mio tappeto che ho creato io,” e così dicendo marcò l’ultima parola. “Che ho tessuto io, che ho rinforzato io da quando ho esalato il mio primo respiro? No dimmelo, perché io da sola non ci arrivo.” Concluse, prima di sbuffare sonoramente, sinceramente stupefatta del fatto che il bambino non si fosse svegliato nel sentire le sue grida isteriche.
    “Fammi uscire va! Che io sono buona e cara, ma quando ci vuole, ci vuole.”
    Non ce l’aveva con il suo compagno di viaggio, semplicemente costui avrebbe dovuto immaginarselo che per far funzionare il tappeto era strettamente necessaria la sua presenza. Poi, che occorresse il suo sguardo attivare il mezo, era un altro conto, ma in ogni caso solo lei poteva azionarlo.
    Si preparò ad uscire dallo stomaco dell’altro, con la speranza di non farvi più ritorno.
    Non si curò di svegliare Corontin, sebbene la sua presenza avesse potuto dare loro una chance in più durante la fuga.
    -Se il marmocchio rimane qui, ci sarà più posto sul tappeto, giacché il tasso è il peso più considerevole che io abbia mai fatto salire e dubito che sarà possibile stare sdraiati come a Klenrung.-
     
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    Quando la strega, in risposta alla mia domanda iniziò a replicare sarcasticamente, con una marea di possibilità del cacchio per far partire il suo caspita di tappeto, roteai gli occhi sbuffando: serviva dannatamente lei per far partire il tutto, e beh, col cavolo che avevo intenzione di farla uscire subito; mi ci era voluto un casino di tempo per riuscire a dirmi finalmente soddisfatto d'un pasto da quando ero su quell'isola, e non ci pensavo proprio a farlo scappare così!
    Credici proprio tanto, pupa, replicai io alla sua esortazione a riguardo del farla uscire, ed anzi, decisi di fare tutt'altro: se il tappeto m'era inutile, visto che col cavolo che lasciavo fuori la tipa, tanto valeva riunirlo alla sua proprietaria; spalancai ancora una volta le fauci, e, con qualche sorso veloce, mi ficcai in gola il tappeto arrotolato, buttandomelo nel ventre così come i due attuali occupanti, non volevo pesi morti da portarmi dietro, ed avere le mani libere, senza magari dover perdere roba di quella lì, sarebbe stata la cosa migliore.
    Fatto ciò, avrei fatto per sporgermi oltre la ringhiera di quella sudicia armeria a cielo aperto, dando uno sguardo all'ambiente circostante per capire se vi era un qualche punto da cui scendere: c'erano tetti su tetti, una marea, tutti spioventi e posti troppo in alto perché potessi lanciarmici senza rischiare l'osso del collo, soprattutto visto il peso extra che mi portavo nel ventre, per quanto comunque non fossi stato esattamente un figurino; più mi guardavo in giro, e più mi saliva il nervoso nel constatare che non vi erano vie di fuga, almeno sino a che non puntai lo sguardo verso una delle torri dell'accademia. Tale torre aveva un accesso unicamente dall'esterno a quanto vedevo, una lunga scala che la percorreva interamente dalla base alla cima, dando su una porta posizionata in quel punto come ingresso; non vi era il minimo parapetto a prevenire una rovinosa caduta da quella scalinata, e tutto ciò che mi separava da essa, e quindi da una perfetta fuga, era un tratto di tetto talmente spiovente che avrei dovuto quasi essere una acrobata per attraversarlo. La scelta era dura, se trovare un'altra via o andar di lì rischiando di crepare, ma si fece decisamente più semplice una volta che potei sentir le voci dei maghi del posto che stavan quasi per sciogliere il sigillo sulla porta che li separava da me, Al diavolo! Via di rischio! Pensai quindi, tirando poi un bel cazzottone potenziato alla ringhiera che mi separava dal tetto, frantumandola così che mi desse lo spazio per passarvi attraverso.
    Feci un bel respiro, estraendo la spada dal fodero e preparandomi ad una manovra che definir rischiosa era dire poco, Se qui fallisco, schiatto, dissi, pensando ad alta voce, prima di portare la lama oltre la mia spalla destra, caricando un affondo: mi posizionai, gambe piegate a terra e ben salde, prima di immettere la magia del potenziamento in esse, e scattare! Corsi, più veloce che potevo, sentendo a malapena le tegole sotto i miei piedi, che al mio pesante sotto si scassavano per poi schiantarsi al suolo da quell'altezza; giunsi per miracolo a quella dannata scalinata, riuscendo per un soffio a non impalare la torre con la mia spada, e velocemente scesi tutti i gradini di corsa, sparendo poi tra le vie di Kerus, lontano da quel postaccio del cacchio.
    Uff, finalmente lontano da quel postaccio di merda, dissi quindi, appoggiandomi al muro d'un palazzo lontano da quella scuola di pazzi, mentre respiravo affannosamente, facendo sobbalzare il mio ventre ad ogni pesante inspirazione ed espirazione, E' da un pezzo che l'adrenalina non m'arriva a sti livelli, sentenziai infine, continuando poi a riprendere fiato ed a riposarmi un attimo appoggiato al muro, abbastanza stanco dopo quella diamine di fuga spericolata.

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    Itadakimasu: Furyō possiede la capacità di poter ingoiare interamente esseri viventi od oggetti grandi al massimo quanto un uomo adulto, potendo stipare all'interno del suo ventre esseri o oggetti che complessivamente non superino il peso di 200Kg, ovvero metà del peso dello Yokai stesso.
    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    Lancia del Vuoto: Furyō caricherà in affondo a due mani portandosi le braccia al di sopra della spalla destra e correrà quindi verso l'avversario a gran velocità, sferrando l'affondo. Nello sferrare l'affondo, il Mujina si darà una spinta con le gambe, potenziate tramite la sua magia, eseguendo così un veloce scatto di una decina di metri in grado di travolgere il nemico nel caso lo colpisca; tale scatto sarà accompagnato da una barriera d'aria compressa che si genererà attorno allo Yokai, barriera che se toccata arrecherà danni da taglio a chi vi è entrato in contatto.

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    -Credici proprio tanto, pupa… ma che razza di risposta è. Va bene, fatti ammazzare da quei maghetti, poi me ne uscirò tutta tranquilla quando il tuo corpo diventerà una carcassa incartapecorita. C’è solo da sperare che non ti disintegrino, allora sì che sarebbe un altro paio di maniche per la sottoscritta. Uff!- pensò la strega borbottando fra sé ed accigliandosi quando sentì un peso non troppo pesante cadere sulla superficie dello stomaco.
    “Ahi!” Urlò Corontin che si era svegliato di soprassalto: “Che male!”
    Seguì una scossa; questa volta, però, non si trattava di un qualche oggetto precipitato dall’alto, bensì di un brusco movimento che aveva richiesto una rotazione del tronco e del bacino dello Yokai.
    “Che bello! Una coperta morbida morbida!” Esclamò il ragazzino, che dal modo in cui pronunciava le parole, sembrava che non fosse ancora completamente sveglio. “Una coperta di lana!”
    -Coperta di lana morbida…?-
    “Il mio tappeto!” Gridò Parilin, strisciando verso l’altro in cerca del tappeto. Il suo grido, comunque, doveva essere stato abbastanza forte, poiché le pareti della cavità gastrica vibrarono schifosamente e le parve di sentire nell’aria un certo odore di acido.
    “Se qui fallisco, schiatto”
    “Cos’hai intenzione di fare?” Domandò la donna nell’udire quella frase. Nel frattempo, aveva recuperato il proprio mezzo di spostamento e se lo stringeva forte forte contro il petto. Lo strinse ancor di più quando avvertì delle tremende scosse non dissimili al fragore prodotto da un terremoto devastante; il tasso si stava muovendo e non era affatto un movimento tranquillo al pari di una passeggiata.
    Si fece scappare diverse imprecazioni, ignorando completamente i commenti dell’ospitante.
    Il ventre dell’individuo si muoveva in maniera ritmica. La strega percepiva un conato di vomito e perlopiù stava incominciando ad avere anche altri bisogni fisiologici primari.
    -Devo assolutamente uscire fuori di qui.- pensò mordendosi il labbro inferiore.
    -Se utilizzo una tecnica, capace che mi ributti giù. Ho un’idea…-
     
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    Ce l'avevo fatta, ero scappato da quella cacchio di accademia di maghi poracci ed avevo recuperato tutto ciò che era mio, lasciando il posto tutto intero e con anche la pancia piena: cosa potevo volere di più? Ero decisamente contento di essermela cavata, ma tanto era il sollievo d'aver evitato una morte del cacchio, quanto lo era la stanchezza: respiravo affannosamente a seguito di quella fuga a dir poco rocambolesca, ed ero madido di sudore; il mio ventre, ad ogni inspirazione ed espirazione si gonfiava e sgonfiava come un grosso e peloso palloncino, mentre facevo fatica persino a parlare per la stanchezza, era stata davvero una serataccia, per quanto comunque ne fossi uscito con un bel premio.
    Mi asciugai il sudore dalla fronte passandovi il braccio, e portai quindi lo sguardo sul mio ventre, leccandomi al contempo le labbra dove ancora era rimasto un po' del sapore della strega, Uff, siamo lontani da quel postaccio, come va il soggiorno? Dissi quindi, lasciandomi andare ad una risata e tirandomi un paio di manate sul pancione, che pieno com'era risuonò al pari di un tamburo, tanto fuori, quanto dentro; era decisamente soddisfacente esser così sazio, per quanto non lo fosse stato al pari di quando dentro v'erano stati i sei marmocchi, ma comunque non era affatto male.
    Dopo una così bella mangiata ed un'avventura come quella che avevo vissuto, una dormita in qualche posto decente era quasi d'obbligo: mi incamminai quindi in direzione del porto della città, pronto a dirigermi alla locanda "Il Nido del Porco", dove di certo avrei potuto riposare e star tranquillo; Non tantar di uscire, non te lo permetterei, dissi quindi alla strega nel mio ventre, Per ora preferisco tenerti lì col moccioso, anche per non pagare troppo quando arriverò alla locanda dove staremo per la notte, domani mattina sarete fuori, e sta pur certa che non mento: dopo quel che è successo, col cazzo che proverei a ucciderti, non vedo perché dovrei perdere qualcuno a cui piace far casino quasi quanto a me, dissi, e così continuai la mia avanzata, con il ventre che sobbalzava lievemente ad ogni passo, ma non così eccessivamente da turbare i due occupanti.

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    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

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    “Molto gentile da parte tua preoccuparti per me. Il soggiorno potrebbe anche andare bene tutto sommato, se non fosse che avrei urgentemente bisogno di espletare i miei bisogni primari.” Rispose la strega a denti stretti a causa della nausea provocata dai movimenti del ventre dell’ospitante. Nausea che si accentuò quando avvertì un sonoro scossone che fece sobbalzare Corontin.
    “Ahi, che male!” mugugnò il bambino, che si rimise a sedere: “Ho fame!” Protestò e, in effetti, la mora credette di sentire il brontolio del suo stomaco.
    “Possiamo arrivare ad una conclusione?” Propose, alzando la voce, affinché il tasso potesse udirla: “Potresti liberarci una volta entrato nella camera della locanda? Hai la mia parola che aspetteremo l’alba per andar via dalla finestra della stanza.”
    Sapeva che molto probabilmente lo Yokai non avrebbe accettato la sua proposta, tuttavia, non voleva arrivare al punto di dover utilizzare il Piloro a mo’ di scarico, anche perché per attivare tale valvola era necessario l’intervento proprio del tasso.
    “Ho fame!” Ripetè il ragazzino in tono sofferente.
    “Vieni, dovrei aver qualcosa in borsa.” Disse lei, sebbene non le andasse realmente di aprire la borsa. Le puzzavano troppo le mani di grasso misto ad acido e l’idea di metterle nella borsa, ancora incontaminata all’interno, non le piaceva affatto.
    Corontin le si avvicinò speranzoso, quindi le parlò all’orecchio.
    “Io non ci torno là dentro.”
    “Bene, hai la possibilità di non tornarci.” Gli rispose con lo stesso tono di voce.
    “Sì ok, ma non voglio neppure vivere per strada.” piagnucolò lui.
    “Ascolta. Io sono cresciuta senza una famiglia, nel vero senso della parola. Mi sono sepmpre dovuta arrangiare; ho campato per anni tessendo lana e seta. Guadagnavo perché ero e sono dannatamente brava, altrimenti oggi non sarei qui.”
    S’interruppe un attimo per prendere fiato, poi riprese: “Il mio consiglio, e credimi se ti dico che non dispenso mai consigli, è quello di trovare la tua qualità migliore e sfruttarla. Non importa quale sia, può essere anche rubare, ma se vuoi mangiare, bisogna che tu lo faccia.”
    “Wow! Un adulto che mi dice di rubare, ahahahahah!” Esclamò il bambino.
    “Basta che non ti fai beccare e per me puoi fare tutto quello che vuoi.”
    ci fu una breve pausa.
    “Io voglio fare il mago che intrattiene la gente con trucchi difficilissimi.”
    “E finora come te la cavi?”
    “Beh… ci riesco, ma ne so poco. Là dentro mi annoiavo a morte e non mi insegnavano niente.”
    “Bene! Ti sei risposto da solo. Viaggia un po’ e vedrai che se presti attenzione a ciò che ti circonda, troverai ciò che farà al caso tuo.”
    “Dici? E intanto come vivo? Facendo spettacoli di magia in strada?”
    La strega non disse niente; ancora una volta, il ragazzino si era risposto da solo.
    “Grazie.” apostrofò lui dopo un po’. Poi aggiunse: “Mia madre è morta l’anno scorso. Tesseva vestiti con la Gynura aurantiaca. Faceva un sacco di soldi perché utilizzava una pianta simile al velluto.”
    “Interessante.” Si limitò a dire lei. Quel ragazzino le aveva dato delle informazioni preziose che avrebbe senz’altro sfruttato, una volta confermata la loro veridicità.
    Intanto, però, bisognava attendere la grazia del suo compagno d’avventura.
     
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    Fammici pensare, dissi quindi alla strega, come a volerle dare una falsa speranza in merito alla possibilità di farla uscire prima assieme al marmocchio, per poi farli uscire dalla finestra della stanza in cui avrei preso alloggio, Sai che ti dico? No. Fa pure ciò che devi lì dentro, non è che mi freghi troppo: il mio stomaco può digerire tranquillamente anche il metallo, come hai visto dal damerino di prima, un po' di piscio non mi può dar fastidio, sentenziai quindi io, facendo morir sul nascere la possibilità che il duo nel mio stomaco evadesse in anticipo: erano, per quanto miei alleati, mie prede, e chi finiva nel mio ventre ne usciva solo e se lo avessi deciso io. Punto.
    Ignorando tutti i loro discorsi, giunsi finalmente dopo neppure cinque minuti alla locanda, dove venni subito riconosciuto a seguito del casino successo il giorno precedente, e perciò quando chiesi una camera e che dei viveri mi fossero portati lì, il proprietario non esitò un istante, e mi portò in una delle loro migliori stanze, con un bel lettone matrimoniale ed un balcone che dava sul mare; non ebbi neppure il tempo di stendermi sul letto, ribaltando i due nel mio stomaco e facendo scricchiolare le assi di legno sotto al mio peso, che il locandiere mi fece portare un paio di carrelli pieni di cibo pronto, prima di andarsene e lasciarmi solo... o quasi.
    Hoy voi due, dissi tirandomi una pacca sul ventre, Personalmente sono abbastanza sazio con voi sullo stomaco, ma immagino voi possiate vogliare da mangiare, vi arriverà tra poco un rifornimento, sentenziai quindi, mettendomi poi a preparare il necessario: il locandiere mi aveva portato, tra i numerosi viveri, una bella tovaglia, che avrei usato per infagottare tutto il cibo per loro, ed evitare che finisse ricoperto di saliva. Vi piazzai almeno una cinquina di pagnotte, un bel tacchino ancora fumante ed una bottiglia d'acqua ed una di vino, ed infagottai tutto nella tovaglia: utilizzai una delle mie abilità per aprire sulla parte superiore del mio ventre una bocca, una fauce abbastanza grande da far entrare la luce e far passare i viveri, ma non da far uscire i due prigionieri nel mio stomaco, e da lì feci passare il cibo, lasciando poi quella bocca aperta per tutto il tempo in cui quei due avrebbero cenato.
    Solo nel momento in cui avessero finito, quella fauce si sarebbe richiusa, lasciandoli nuovamente al buio, ed io, stanco, mi sarei rigirato, ritrovandomi prono sul letto a dormire, con le pareti del mio ventre che li avrebbero pressati da sopra e sotto, facendoli praticamente dormire come schiacciati tra due materassi non proprio asciutti, ma comunque non acidi. Come avevo già detto, non era mia intenzione ucciderli.
    Il giorno dopo, mi sarei svegliato pressoché all'alba, e, come promesso, li avrei fatti uscire: la fauce vista la sera prima sarebbe ricomparsa sul mio ventre, stavolta più grande, abbastanza da coprire il mio intero stomaco, ed una volta spalancatala buttai fuori i due occupanti nel mio stomaco con tutte le loro cose, Buongiorno, dissi loro con uno sbadiglio, mentre la bocca sul mio ventre si richiudeva, facendolo tornare alla normalità, Direi che qui le nostre strade si dividono: è stata una bella avventura, non lo nego, e siete anche dei bocconcini niente male, ma direi che è meglio se smammate dal balcone; se riesci usa pure il tuo tappeto volante, altrimenti, presi di forza il lenzuolo e la coperta del letto, legandoli e facendone una corda decisamente lunga, Questa dovrebbe bastare per farvi arrivare in strada dal balcone, dissi quindi porgendo loro la corda ed incamminandomi verso la porta della stanza, Alla prossima, sentenziai infine, con un cenno della mano, e superai quindi la porta del locale, scendendo giù nella locanda mentre i due avrebbero potuto svignarsela e farsi i cazzi loro, almeno fino a quando non ci saremmo rincontrati.

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    Itadakimasu: Furyō possiede la capacità di poter ingoiare interamente esseri viventi od oggetti grandi al massimo quanto un uomo adulto, potendo stipare all'interno del suo ventre esseri o oggetti che complessivamente non superino il peso di 200Kg, ovvero metà del peso dello Yokai stesso.
    Egli potrà quindi controllare la propria digestione, potendo bloccare o attivare a comando il fluire degli acidi gastrici all'interno del suo stomaco. Tramite ciò potrà così trasportare dentro di se uno o più individui, fungendo così da prigione per eventuali ostaggi, o da trasporto per alleati, potendo anche rilasciare gli acidi gastrici per eliminare chi è dentro di se, tentando di digerirlo.
    Ovviamente, chiunque sia all'interno di Furyō potrà danneggiarlo da dentro, potendo da tale posizione infliggere pesanti danni allo Yokai. Tale abilità inoltre è utilizzabile solo quando Furyō si mostra nelle sue vere sembianze, e se utilizzata impedirà allo Yokai, sino a quando terrà qualcuno dentro di se, di potersi trasformare in forma umana.

    Tecniche Utilizzate:
    CITAZIONE
    Fauce del Divoratore: Furyō, sfruttando la propria magia di trasformazione, sarà in grado, unicamente nella sua forma originale, di modificare il proprio corpo, mutando la parte frontale del suo ventre, in un'enorme bocca dotata di zanne affilate, simili a quelle comuni dello Yokai. Tale bocca sarà collegata direttamente allo stomaco del tasso, facendo si che chi vi passi attraverso, si trovi direttamente nelle viscere di Furyō; oltre che per essere utilizzata in tal modo, questa fauce può essere usata nel corpo a corpo, azzannando il nemico, e, se la tecnica "Risucchio del Vuoto" sarà usata tramite la bocca sul ventre dello Yokai, la gittata del risucchio sarà incrementata di metà della gittata standard.

    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT

     
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    -Onestamente, ci avrei messo la mano sul fuoco che mi avresti detto di no. Conosco i miei polli.- pensò fra sé la strega. Poi fece ciò che doveva fare, senza tante cerimonie e con compostezza, augurandosi soltanto che il sistema di scarico dello stomaco dello Yokai fosse efficiente, così da non sentire odori sgradevoli. Al diavolo chi si fosse permesso di contestarle che tali fetori provenivano dal suo corpo; lo avrebbe incenerito con un gessetto di fuoco.
    -Che mania quella di tirarsi una pacca sul ventre. Sembra uno scimpanzé.- pensò scrollando le spalle.
    Pochi istanti dopo, per la gioia di Corontin, il tasso servì loro una cena accettabile.
    “Ti ringrazio per aver infagottato il cibo con la tovaglia. Molto carino da parte tua.” Disse sinceramente la strega, sorpresa da quel gesto.
    aprì la tovaglia sul pavimento della cavità, facendo attenzione a non far uscire fuori il cibo dal fagotto, quindi si servì ed invitò il bambino a fare altrettanto.
    “Dai, mangia anche tu!” Esclamò il ragazzino, beccandosi una gomitata dalla donna.
    “Corontin, secondo te che cosa succederebbe se lui mangiasse un boccone con noi dentro? D’accordo che è in grado di controllare la propria digestione, ma se addentasse qualcosa, questo finirebbe qui.”
    Per tutta risposta, Corontin la bagnò con la bottiglia d’acqua. E meno male che aveva scelto l’acqua, perché se avesse scelto il vino, sarebbe stato un disastro per i suoi vestiti. Parilin sospettava che egli avesse scelto l’acqua perché era la fonte primaria per dissetarsi e, molto probabilmente, a lui non piaceva il vino.
    Quando ebbero finito di cenare, la falce del ventre del tasso si richiuse ed egli si coricò in modo che tutto il peso della colonna vertebrale e dei muscoli si scaricasse su di loro.
    Accadde che in fretta e furia, la strega si avvolse la tovaglia addosso a mo’ di sacco, tanto era grande, riuscendo a coprire anche la borsa.
    “Ehi!” Protestò il bambino.
    “Chi ti ha liberato da quel postaccio?” Gli domandò lei in tono beffardo.
    Nessuno rispose.
    Il risveglio fu tutto fuorché piacevole, per la strega che aveva il sonno leggero. Fortunatamente la tovaglia era rimasta come la sera prima, complice il dormiveglia che le aveva impedito di fare sonni tranquilli e, del resto, come avrebbe potuto essere altrimenti.
    “Buondì!” Rispose, mentre si cavava fuori dal ventre del tasso, respirando a pieni polmoni l’aria salmastra.
    “Lieta di aver fatto la tua conoscenza. È stata un’esperienza completamente nuova.” Disse, indicando il suo ventre: “Io credo che mi farò una doccia nel bagno della camera e poi andrò via con il tappeto, ma grazie comunque per la corda improvvisata.”
    Dal canto suo, il ragazzino non disse niente, giacché era immerso in un sonno profondo.
    “Lo sveglio io dopo. Non preoccuparti. Spero di rivederti presto per un altro spuntino riluttante di mezzanotte.”
    Detto ciò, si avviò verso il bagno per darsi una bella rinfrescata, ma soprattutto per togliersi di dosso l’odore impregnante dello stomaco del tasso. Dopo di che avrebbe lasciato la camera per iniziare le proprie ricerche sulla Gynura Aurantiaca e, qualora esse avessero dato i risultati sperati, si sarebbe recata nella Foresta di Ahsnaeris per procurarsi le foglie di tale pianta.

    Parilin esce. Grazie per questa bella avventura.^^
     
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