Un'oasi non esattamente tranquilla

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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Aveva fatto salire il piccolo umano sul dorso, per trasportarlo ovunque il vento li avesse dovuti condurre; il suo vento, di Liya Neratempesta.
    Probabilmente per un bipede trovarsi fra le ali di un drago in volo doveva essere un'esperienza incredibile, folle e meravigliosa, ma volare su Liya andava oltre. Era così leggera che a Edwin sarebbe parso di trovarsi fra le piume di un uccello, un grande uccello blu e squamoso. La sua aereodinamicità coadiuvata dalle correnti rendeva ogni suo volo era piacevole e rilassante, aldilà di ogni questione terrena. Se le sue ali l'avessero retta in cielo per sempre, non sarebbe mai atterrata.
    Planarono su una scogliera nei pressi di Ahsnaeris, dove la foresta cominciava ad infittirsi da un lato e la costa si apriva dall'altro. Probabilmente si sarebbe dovuta chinare per farlo scivolare a terra, ma lei non era abituata a trasportare gente in volo né, di conseguenza, a farla scendere. Lo afferrò con la coda e lo mise in piedi sull'erba, senza curarsi minimamente di quanto potesse apparire rude il gesto.
    "Credo di aver fatto un errore di valutazione. Essendo soltanto un clone, probabilmente durerò meno del previsto. C'è la possibilità che tu resti solo in un momento pericoloso, quindi prima di cominciare mi sento in dovere di proporti di rinunciare. Posso lasciarti a Kerus se non te la senti"
    Non era vero minimamente, non si sentiva in dovere di far nulla. Solo non sarebbe stato carino portarlo lì unicamente per farlo ammazzare. Mosse qualche passo nel sottobosco, ondeggiando la coda e spazzando foglie da per tutto. "È un peccato tu non sappia nulla di noi, sarebbe stato più semplice"
    -...convincerti a rinunciare-, avrebbe dovuto aggiungere. "Tu sei abbastanza piccolo da potermi essere utile, e abbastanza esteriormente indifeso per passare inosservato"
    Quello non era rassicurante, per niente. "Altrimenti non ti avrei scelto"
     
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    Oh santo cielo... da tornare a casa sono finito a volare in sella a un drago, e non mi ha mangiato vivo? Ditemi che non è un sogno...

    Edwin provava quindi sia un senso di euforia per l'avvenimento più strano della sua vita, sia una sensazione di rilassamento, data dalla leggerezza della conducente.

    Alla fine la dragonessa atterrò su una scogliera, vicina all'inizio di una foresta. Ed fece per provare a scendere da se, quando la dragonessa lo prese con la coda e lo posò a terra.

    be' grazie del passaggio .

    Mentre il duo percorreva la foresta,la dragonessa, mentre spianava la strada, rivelò una cosa eventualmente un po' scomoda: siccome era un clone poteva succedere che all'improvviso lo lasciasse solo soletto, magari in una brutta situazione. Gli aveva pure proposto di rinunciare e di portarlo a Kerus.

    ".. sono.. lusingato di essere stato scelto. Comunque non ho intenzione di tirarmi indietro: non saprò usare la magia, ma penso di sapermi difendere. Inoltre il mio "lavoro" consiste principalmente nel negoziare prima e sgattaiolare poi, quindi so badare a me stesso."
     
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    Non era del tutto rifinito quel tizio, non aveva né compreso l'ironia delle sue parole né sembrava spaventato da cosa sarebbe accaduto d'allora in poi. Non le aveva neanche chiesto nulla riguardo a ricompense o amenità affini. Cosa gli saltava in testa?
    "Perfetto" sibilò a bassa voce, mentre lo invitava a seguirla. "Conosco pazzi che anche senza magia o abilità particolari combinano più guai e disastri dei maghi dell'Accademia"
    Senza perdere tempo gli fece strada nel verde immacolato, dove i suoni si ovattavano in mezzo ai rami e alle chiome. Apparentemente il luogo era tutto uguale, perlomeno oltre a legno e foglie non si intravedeva un granché. Non fosse stato per la luce solare e per la disposizione irregolare di alcuni tronchi sarebbe stato impossibile orientarsi. Liya però sapeva cosa stava facendo e dove stava andando.
    "Negoziare? Purtroppo credo tu ti sia fatto un'idea sbagliata" puntualizzò, con voce piatta. "Noi non negoziamo, ci appropriamo di quel che ci serve senza chiedere esattamente il permesso"
    Passarono vicino al mare, dove le acque raggiungevano l'erba della foresta in un insolito ed affascinante spettacolo naturale. Lì vicino si trovava una barca, anche se non sembrava ormeggiata volontariamente. Era ribaltata su un lato, accanto a pezzi di legno e metallo sparsi tutt'attorno. L'albero maestro si era spezzato, la superficie era graffiata e in parte ridotta a brandelli; doveva aver subito un impatto notevole.
    La dragonessa procedette senza curarsene, rimanendo in silenzio.
    "Due del gruppo sono venuti qui e, al ritorno, hanno raccontato di come lo spirito di questa foresta si fosse rivolto a loro. Sono svitati, ma certo non fino al punto di immaginarsi un evento del genere. Hanno affrontato un'orda di demoni provenienti dalle viscere della foresta, guidati da una grande creatura mostruosa. Sembrava che un uomo piumato, un garuda, stesse cercando di proteggere lo spirito che in questo luogo risiede e li ha aiutati contro l'essere che stava seminando il caos in mezzo alle fronde di Ahsnaeris. Siamo qui per ritrovare il contatto con quest'entità, sei avvezzo a comunicazioni spirituali e assurdità simili? Perché altrimenti sradico mezzo bosco finché non viene fuori"
    La prospettiva la allettava, ma ancora taceva sulla parte più importante.
    "Se ho ben capito, si arriverà ad usare gli artigli. In quel momento potresti essermi molto utile, capirai perché"
     
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    A quanto pare i nuovi possibili "datori di lavoro" non erano tipi molto diplomatici.

    "Be', non sarete tipi diplomatici, ma in fondo, se si è bravi con le parole, si possono rivoltare come un calzino le decisioni altrui; l'interlocutore crederà che avremo trovato un accordo vantaggioso per tutti, salvo poi ritrovarsi in una grande fregatura. Le lame e la magia non arrivano a tutto con la massima efficacia."

    A quanto pare, secondo la dragonessa,due di un loro gruppo hanno avuto un contatto con lo spirito della foresta, per poi subire un attacco di demoni e di una creatura. Lo spirito però era protetta da un essere piumato.

    Demoni!? .... Spero di non pentirmene: ormai sono dentro...

    Il loro compito ora era di ristabilire un contatto con l'entità.

    "Purtroppo, apparte duellare, sgattaiolare e duellare, non ho altre abilità.....per quanto mi riguarda sradica quanto vuoi."
     
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    Se non altro era sincero e modesto. Si limitò a chinare il muso con un verso gutturale incomprensibile, sollevando la coda.
    Non c'era altro modo. Inspirò aria con le fauci e, dopo un po' di carica, scagliò un ruggito che fece tremare alberi e foglie nei dintorni. No, non erano per nulla diplomatici. Anche lo spirito ormai doveva essersene accorto.
    Il messaggio dovette arrivare in maniera più che nitida, ed in effetti ci aveva messo tutta se stessa, perché il cielo sembrò lievemente oscurarsi. Fu come assistere alla discesa della sera un po' più bruscamente del solito, ma non era il cielo ad essersi imbrunito; dagli alberi scaturì una soffice luce fluorescente, come le fronde si fossero contornate di una strana energia verdastra.
    "Si esatto, tu" bofonchiò Liya facendo un passo avanti. "Immagino tu sia lo spirito che qualche giorno fà ha conosciuto Lart e Zahr. Potresti dirci dove si trova il tuo amico uccellino?"
    Poi si voltò di scatto verso Edwin, con un risolino zannuto ad incresparle le labbra.
    "Giusto, mi hanno detto che questo aquilotto si atteggia un po' troppo a creatura d'alto livello, ma all'atto pratico non è affatto un granché. Ino..."
    "Il garuda non è il mio protettore"
    Un eco la interruppe. Fu piuttosto insolito udire il suono della voce proveniente dal profondo della foresta. Si sarebbe aspettata un vocione tonante e caricaturale di qualche entità gigantesca, ma le trasmise una sensazione diversa. Un sibilo precedeva le sue parole, come strisciasse sinuoso sui tronchi degli alberi fino in vetta alle chiome prima di diffondersi nell'etere circostante.
    Aveva un timbro pressoché femminile, ma difficile da attribuire a qualcosa che avesse mai udito prima. Per quanto vagamente stridente, risuonava in perfetta sintonia con ciò che si trovava nei dintorni. Tutto sommato non ci aveva messo molto a trovarlo.
    "Allora ci accontenteremo di te, che fine hanno fatto quelle creature?"
    Dopo un primo momento di silenzio la voce tornò.
    "Credevo ne avessero distrutto la fonte, ma non è così"
    Non che le dicesse molto in quel modo. Possibile dovesse procedere a tentoni con le domande? Sospirò scocciata. Le avevano riferito che per saperne di più avrebbero difficilmente potuto far affidamento su quell'entità.
    "Se hai risposto così velocemente al mio richiamo è lecito pensare tu sia in allerta"
    "Ho solo evitato una catastrofe"
    Se non l'avesse stizzita si sarebbe messa a ridere. Si voltò verso l'umano, indicandolo con un'ala.
    "Provaci tu, ti prego. Altrimenti la rado davvero al suolo questa boscaglia"
     
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    Dopo questo ruggito, dubito che questo... spirito, non ci abbia sentiti.

    Edwin per un paio di secondi pensò che il ruggito avesse fatto oscurare il cielo; invece era dagli alberi che appariva una luce fluorescente.

    Prima domanda: dove si trova l'uomo uccello?

    CITAZIONE
    "Giusto, mi hanno detto che questo aquilotto si atteggia un po' troppo a creatura d'alto livello, ma all'atto pratico non è affatto un granché. Ino..."

    Be', se è così, almeno è una cosa buona in tutto questo...

    L'unica risposta, data da una voce femminile, che si ottenne era che non era il protettore dello spirito.

    Seconda domanda, anche questa posta dalla dragonessa: le due creature (quelle che hanno affrontato i demoni.) dove sono ora?

    Anche qui, risposte fumose.

    CITAZIONE
    "Provaci tu, ti prego. Altrimenti la rado davvero al suolo questa boscaglia"

    "Io..... D'accordo, ci provo..." anche perché sradicare tutto forse non sarebbe stata la migliore delle idee...

    "Allora, spirito di questo posto: sappiamo due persone che conosciamo sono passate di qui, e che hanno avuto uno scontro. Noi abbiamo bisogno di sapere più informazioni possibili.
    L'alternativa migliore per tutti sarebbe collaborare e dare risposte più.... delucidanti. Altrimenti la mia.... socia.... Potrebbe un filino seccarsi, e preferirei evitare di vedere questa foresta distrutta, dato che è anche la sua casa"
     
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    Liya si voltò a fissarlo.
    "Tu che ne sai che è casa mia?"
    Avrebbe sperato in qualcosa di più convincente, ma lo spirito non sembrava collaborativo. Mentre aspettava una risposta procedette in avanti, finché un'accozzaglia di voci non raggiunse le sue sensibili orecchie trasportata dal vento.
    Il fruscio invase di nuovo le chiome, ma questa volta nessuna parola ne seguì. C'era qualcosa che non andava, se lo spirito aveva deciso di risponderle perché mai poi aveva smesso di punto in bianco di prenderli in considerazione?
    Eretta fra alcuni tronchi, in mezzo a radici e rampicanti, si trovava una simpatica costruzione lignea dalle fattezze di una bettola di periferia. Qualcosa che, per quanto insolita, appariva piacevole in mezzo al grumo di alberi e piante che affollavano i dintorni. Per lei non faceva né caldo né freddo, tuttavia sarebbe risultata un'interessante deviazione.
    "Guarda un po'? Chi se l'aspettava"
    Fece cenno con la coda ad Edwin di entrare a controllare chi c'era, dato che percepiva alcune voci provenire dall'interno. Lei sarebbe rimasta lì a cercare una conversazione con la fantomatica entità, ma tanto valeva cercare di ottimizzare i tempi.

    Una volta entrato il ragazzo si sarebbe ritrovato di fronte a quella che aveva tutta l'aria di essere una classica locanda di città, anche se con pareti ed arredi unicamente in legno, ospitata soltanto da ragazze di cui gran parte all'incirca della sua stessa età.
    Al bancone non sedeva nessuno, non in quel momento perlomeno. Che la locandiera si trovasse fra la moltitudine di graziose umane intente a scolarsi idromele e Cedrate Fresche?
    (CivuoleunMemesuquestaCedrataFresca)
    Dava l'idea di essere un buon posto in cui cercare informazioni, anche se nell'aria c'era qualcosa di sbagliato. L'atmosfera surreale che si respirava da quelle parti aveva un che di sinistro, oltre che affascinante. Solo un paio di sguardi si diressero verso di lui, per poi tornare a concentrarsi su ciò che stavano facendo. Non parevano star dando molto peso alla sua presenza.
     
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    mi riferivo allo spirito come casa sua.
    Per caso le cedrate le prepara un Tasso? E berle ti fanno costruire e inventare e trovare un minuto di tempo per loro?


    Ancora nessuna risposta.......

    Edwin quindi notò come la dragonessa avesse avvistato qualcosa: un edificio in legno in mezzo agli alberi.
    Liya gli fece un cennò ben comprensibile: il negoziatore doveva andare in avanscoperta all'interno.

    Quindi, mano al manico della coltella lunga, si avvicinò alla porta e, lentamente, la aprì.

    I suoi occhi poterono vedere qualcosa di .....meraviglioso? Una locanda accogliente, piena di ragazze intente a bere idromele e ..... cedrate? E dov'era la locandiera?

    Edwin: all'inizio si era rilassato davanti a tutto ciò , ma qualcosa gli si insinuò nel cervello: se ci sono spiriti in questa foresta, c'è anche magia, e se c'è anche magia..... può esserci del pericolo...

    Quindi il ragazzo, con molta calma, si sedette al tavolo, più vicino, per poi togliersi il berretto verde e rivolgersi all'altra ragazza seduta

    "Ehm ....Salve? Sono .. un forestiero, e avrei bisogno di un paio di informazioni, se non la disturbo , ovviamente..."
     
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    La fanciulla dai morbidi capelli castani legati in lunghe trecce, seduta accanto ad Edwin, era intenta a recitare qualcosa prima che il ragazzo si avvicinasse. Solo quando le rivolse la parola lo prese in considerazione, dedicandogli un'occhiata molto vaqua. I suoi occhi neri ed imperscrutabili celavano più di un segreto.
    Come il suo, anche lo sguardo delle altre donzelle attorno non pareva prometter bene. L'atmosfera però era piacevole, si respirava una frizzante aria di festa in quella inusuale ed inaspettata bettola.
    La locanda era situata al centro di alcune diramazioni che si articolavano fra dei tronchi cavi, da cui si poteva entrare o uscire per dirigersi verso l'esterno. Per quanto surreale, quell'ambiente metteva allegria.
    "Informazioni? Faresti prima a chiedere ciò che ti serve, piuttosto che chiedermi se posso darti le informazioni che cerchi. Non neghiamo certo la parola agli urbani"
    Si perse a fissarlo alcuni secondi, poi distolse lo sguardo e si concentrò sulla sua bevanda. "Certo che venire qui proprio quando gli spiriti sono in tumulto non è cosa buona, non sarai giunto per indagare... giovane viandante?"
    Quasi tutte ora prestavano attenzione a quanto stesse accadendo a quel tavolo, l'ingresso di un umano maschio non poteva certo passare inosservato.
    Nonostante non possedesse abilità magiche, anche Edwin poté percepire una strana ed inspiegabile tensione accumularsi fra le panche e le sedie; qualcuno se ne restava in disparte, altre bisbigliavano e altre ancora parlavano a gran voce, quasi non si curassero di esser sentite.
    "Come se fosse veramente il lato positivo! Vi rendete conto del periodo caotico che Ahsnaeris trascorrerà? Non possono tornare, non ora. L'ultima stagione del Lupo Bianco è stata un'ecatombe!"
    "E quindi? Che importa, hanno voluto muovere loro le forze incontrollabili che si nutrono di linfa"
    "Potremmo soffrirne anche noi, anzi saremmo le prime ad esserne coinvolte"
    La ragazza seduta vicino ad Edwin porse al nuovo arrivato un bicchiere ricolmo di giallo idromele, offrendoglielo con un sorriso.
    "Tranquillo, non è avvelenato"
    La sua voleva apparire come una battuta, ma probabilmente quel tipo pensava davvero a qualche risvolto drammatico a giudicare dalla sua espressione disorientata.
     
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    In quella taverna dove una strana tensione spiccava in mezzo a un'atmosfera allegra, Edwin apprese dalla donna seduta al suo fianco che avrebbe dovuto essere più diretto nelle sue richieste.

    CITAZIONE
    "Certo che venire qui proprio quando gli spiriti sono in tumulto non è cosa buona, non sarai giunto per indagare... giovane viandante?"

    "Se vi ho fatto una brutta impressione, chiedo perdono: vede, io sono da un mese su quest'isola, e di spiriti e magia me ne intendo ben poco:
    In parole povere, una mia... "Amica" mi ha riferito che due suoi soci erano venuti qui, senza alcuna intenzione ostile, per carità, quando sono stati contattati dallo spirito di questa foresta. Il punto è che il duo è stato successivamente attaccato da.... un orda di demoni capeggiati da una misteriosa creatura..."
    Sia chiaro comunque che io e la mia amica non abbiamo intenzioni ostili.


    Mentre spiegava la situazione, Edwin, dall'udito fine, sentì altri discorsi nella taverna; qualcosa di molto grosso stava succedendo qui intorno.

    Finito di parlare, la ragazza gli porse un bicchiere pieno di idromele, rassicurandolo scherzosamente che non fosse avvelenato.

    Edwin in quel momento iniziò a bere, anche per non offendere la gentilezza della ragazza; non sentiva nessun odore o sapore anomalo, ma se avesse sentito qualcosa di strano nel suo corpo, avrebbe rigurgitato il tutto; non si sa mai...
     
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    Inizialmente ella parve sorpresa. Rimase diversi secondi a soppesare le sue parole, visibilmente colpita.
    Poi sorrise. Non dava l'impressione di essere una brutta persona, ma non sembrava neanche del tutto consueta. Non era tanto il suo aspetto né il suo modo di parlare, era probabilmente l'atmosfera insolita a rendere gli interni e gli ospiti un po' inquietanti. Con un sospiro, dopo aver ascoltato le sue parole gli fece cenno di seguirla in silenzio.
    Si diresse verso il bancone e raggiunse una porta sul retro, che dava in un'ala non visibile dall'esterno a cui si poteva accedere solamente scendendo. Prese una scala che dava verso il basso e invitò Edwin a seguirla, mentre un odorino di carne al fuoco si diffondeva da una stanza adiacente.
    "Hanno comunicato con lo spirito? Quello che dici mi rassicura, ma non rassicurerà te ciò che saprai" ammise, mentre apriva una porta che dava su un vano sotterraneo scavato interamente nel legno, o meglio costruito tramite il prolungamento di tronchi che si snodavano sotto il suolo.
    L'umidità la faceva da padrona, per quanto le pareti emanassero un calore piuttosto piacevole, nonostante l'oscurità del luogo. I bui corridoi erano illuminati da torce con bracci di legno, che non si incendiavano solo grazie a dei supporti di pietra che distanziavano tutto ciò che poteva essere infiammabile dal fuoco.
    "La foresta da giorni sta vivendo nel terrore di quei demoni, non mi stupisce che qualcuno ne sia rimasto coinvolto. Purtroppo si sono espanti e si sono diffusi, non solo fra le fronde di Ahsnaeris ma anche verso nord. Non tutti sono ostili, a volte è persino triste dover eliminarli. Quando raggiungono una certa maturazione, tuttavia, sono molto difficili da combattere e la gran parte divengono aggressivi e violenti. Sono pochi coloro che cercano di convivere con noi o di proteggerci, gli altri hanno attaccato dal sottosuolo per nutrirsi della linfa della foresta. Noi siamo le figlie di Ahsnaeris. Ninfe se così vuoi chiamarci, o meglio abbiamo in noi il potere di incrementare il potere del grande spirito come ninfe arboree"
    Stiamo contenendo l'avanzata dei demoni ostili, purtroppo sembra non esser più sufficente. Non riusciamo a trovarne la fonte"
    A quel punto, volle chiedergli quel che altro sapeva.
    "C'è qualcosa che sai, e che vuoi condividere?"
     
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    L'idromele sapeva... di idromele; la ragazza non gli aveva mentito a proposito del veleno.

    Quest'ultima fece cenno di seguirla, e Edwin lo fece, stando comunque sempre all'erta.
    Il duo finì per scendere in quella che pareva la cantina, probabilmente adiacente alle cucine, data la presenza dell'odore di carne arrostita.

    CITAZIONE
    "Hanno comunicato con lo spirito? Quello che dici mi rassicura, ma non rassicurerà te ciò che saprai"

    *gulp... spero di non pentirmene subito....

    Nel frattempo erano giunti in una specie di complesso sotterraneo fatto interamente di legno; ciò non era di certo una costruzione di opera umana...

    Secondo le informazioni della ragazza, la situazione è tragica da giorni: nonostante alcune mosche bianche di non ostilità, questi demoni sono estremamente difficili da combattere. Inoltre, la linfa della foresta sta venendo lentamente succhiata via. Edwin scoprì quindi che le donne non erano umane, ma Ninfe.

    CITAZIONE
    "C'è qualcosa che sai, e che vuoi condividere?"

    "Sarò sincero, se sapessi di più glielo direi immediatamente: io sono arrivato su quest'isola solo da un paio di mesi e sono rare le volte in cui mi allontano da Kerus. Forse posso portarla dalla mia socia, senza dubbio più abile e saggia del sottoscritto; l'unica cosa.... particolare è che è un drago: prima di allarmarsi le assicuro che non è ostile ("o meglio non apertamente", pensò), e sono in grado di mettere buona parola per suo conto; è il mio lavoro.

    Oh, dimenticavo: Edwin Kerlag, abile negoziatore e discreto combattente, onorato."
    disse mentre si inchinò, togliendosi il suo berretto verde.
     
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    Lei sorrise. In quel momento sarebbero potute anche essere demoni travestiti, e lui si sarebbe galantemente presentato. Gli porse la mano per stringerla e annuì.
    "Shalsasta, dell'ordine Boscoquieto" asserì, con voce decisa. "Negoziatore e combattente... potrebbero essere qualità oltremodo necessarie in questa lotta contro l'ignoto, ma senza le giuste informazioni non credo si possa giungere lontano, dico bene?"
    Entrarono in una sorta di stanza, anche se più che altro sembrava un buco scavato nel legno dentro il quale si trovavano alcuni giacigli e sedute per residenti un po' troppo casuali. Lo invitò a sedersi su una sorta di trono di rampicanti intrecciati, piuttosto comodo nonostante l'apparenza decisamente spartana.
    "Se vieni da Kerus sarai abituato ad un grande lusso, dei più nobili. Mi spiace doverti presentare arredi tanto primitivi. Abbiamo aperto più stanze possibili per ospitare chiunque desideri aiutare Ahsnaeris. C'è chi viene per ricompenze, chi per l'amore incondizionato nei confronti di questa natura rigogliosa; ancora, altri cercano di svelare l'occulto celato dietro la venuta degli inferi. Tu cosa cerchi esattamente?"
    Senza scoprire ciò di cui avevano bisogno, era molto difficile avvicinare individui estranei alla situazione. Tanto più se orde demoniache minacciavano di invadere Kengard.
    "Non sei giunto in un momento fortunato, non solo nella foresta si sono manifestati strani eventi. Caos come non se ne generava da tempo. Qui vi è la fonte a quanto pare, ma questo nero strisciante si è diffuso in tutta l'isola purtroppo"
    Mentre valutava la proposta di coinvolgere un drago, attendeva le sue risposte. Aveva prima bisogno di sapere quel che cercava prima di delineare i loro piani ad uno sconosciuto. Avrebbe saputo capire se mentiva, almeno così sperava.
     
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    Shalasta...bel nome davvero...

    Dopo che la ninfa si presentò, il duo arrivò in una stanza, sempre scavata nel legno, composta da giacigli e sedie per residenti occasionali. Edwin, ricevuto l'invito, si sedette sopra un trono di rampicanti. Era inaspettatamente comodo...

    CITAZIONE
    "Se vieni da Kerus sarai abituato ad un grande lusso, dei più nobili. Mi spiace doverti presentare arredi tanto primitivi. Abbiamo aperto più stanze possibili per ospitare chiunque desideri aiutare Ahsnaeris. C'è chi viene per ricompenze, chi per l'amore incondizionato nei confronti di questa natura rigogliosa; ancora, altri cercano di svelare l'occulto celato dietro la venuta degli inferi. Tu cosa cerchi esattamente?"

    Per l'arredamento, non preoccuparti: lì a Kerus vivo in un appartamento, non certo in un palazzo..

    Cosa cerco... ecco, diciamo che in questa situazione in parte ci sono finito per caso: la mia "collega" l'ho conosciuta qualche ora fa, e mi aveva fatto... diciamo un offerta di lavoro.... e in fondo sono uno scavezzacollo per natura, quindi non mi ero certo rifiutato. Al momento ciò che vogliamo è capire cosa sia successo ai nostri soci. E penso che ciò, indirettamente, aiuterà tutte voi.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Sembrava genuinamente intenzionato a prestare loro il suo aiuto. A volte individui semplici se ne trovavano in giro seppur di rado, quello probabilmente era uno di quei casi. Elaborò per alcuni secondi le poche informazioni che le aveva fornito, poi annuì con un sospiro.
    "Immagino tu tenga alla tua vita. Non è salutare gettarsi senza pensarci in mezzo ad orde di demoni, lo sai?"
    Gli rivolse un contagioso sorriso, lasciandosi andare per aprirsi a quel curioso sconosciuto. "Qua sotto abbiamo scoperto di trovarci al sicuro. Purtroppo il nostro ruolo attivo termina nel momento in cui si rigenera la nostra barriera, non abbiamo il compito di combattere né ne saremmo in grado. Però il minimo sarebbe fornirti buoni strumenti per il tuo lavoro, che a quanto pare non sarò io a proporti dato che sei già impegnato"
    Stava alludendo alla sua collega, che aveva ammesso di aver appena incontrato. Facendo il punto della situazione non le fu difficile immaginare come dovessero essersi svolte le cose: un drago era stato inviato alla ricerca di volontari per una data opera, ed era stato scelto Edwin; poteva dunque fidarsi di un altrui giudizio, di cui non aveva alcuna conferma?
    Se ne erano davvero rimaste coinvolti a loro volta, gli interessi delle persone per cui stava lavorando avrebbero dovuto combaciare con quelli di tutte le ninfe.
    Protese una mano verso di lui. La sua pelle era liscia, rosea e fresca. Già quel gesto emanava morbidi aromi muschiati e selvatici, come un lontano odore di terriccio umido che, seppur pungente, non portava alcun fastidio all'olfatto.
    "Permetti almeno che ti presti un po' della mia energia, a quanto pare i nostri sentieri dovranno incrociarsi"
    L'avrebbe fatto? Si sarebbe fidato?
    In fondo Edwin sapeva ben poco di lei. Poteva trarlo facilmente in inganno a quel punto, se avesse avuto intenzioni ostili e lui si fosse trovato impossibilitato a ritirarsi dalla sua scelta le cose sarebbero potute finire male. Non lo fissò negli occhi, non si mostrò insistente; quella poteva essere sia un'abile tecnica persuasiva che un modo gentile di fargli capire che poteva ancora ripensarci.
    Anche fosse stata un demone travestito da angelo dei boschi avrebbe trovato difficoltà a far breccia in quel giovane umano, che tutto appariva fuorché consueto.
    "Edwin!" proruppe una voce dall'alto, anticipando un tonfo sordo e alcuni passi volutamente pesanti.
    Era Liya. Le sue zampe, per quanto di decine di chili e coperte di squame, riuscivano ad essere estremamente aggraziate e silenziose quando voleva. In fondo neanche lei poteva definirsi consueta.
    Il baccano che stava provocando quindi era volontariamente chiassoso, aveva perso le tracce di Edwin e nessuno, probabilmente, si era accorto della sua discesa nel sottosuolo. O forse non avevano intenzione di condividere quanto avevano visto, per mantenere la giusta riservatezza.
    O, ancora, forse Edwin era stato rapito dai mostri cattivi e non lo sapeva.
     
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