Relax nel bosco

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    Role tra Aesiril e Larry ^^
    Il mio elfo della Natura arriva da:
    https://kengard.forumfree.it/?t=73837339


    Quanto era bello tornare nei boschi dopo aver passato diverso tempo nei tunnel segreti tra l'Ossidiana d'Argento e la Città Sotterranea. Per Aesiril era una goduria sentire di nuovo sotto i piedi nudi la sensazione soffice ed umida del terreno fangoso attorno a Knawr, di gran lunga migliore della pietra dura e liscia dei sotterranei. Si sentiva a suo agio nel proprio elemento, tra le querce, i carpini e gli aceri che componevano i boschi di quella parte di Kengard e mentre camminava lungo l'esile sentiero in terra battuta, l'elfo accarezzava le ruvide cortecce degli alberi, entrando in sintonia con loro. Era come se stesse meditando e camminando allo stesso momento.
    La giornata era serena e non troppo calda, quel caldo piacevole e secco di mezzogiorno tipico dei giorni di maggio, il sole alto nel cielo era attenuato dal folto fogliame del bosco, facendolo risplendere di un verde chiaro molto intenso. A terra, le macchioline prodotte da quei pochi raggi solari che riuscivano a penetrare la copertura arborea, si muovevano quando i rami venivano mossi dalla brezza proveniente dal mare.
    Dopo aver lasciato il suo amico draghelfo Zell ad Ashnaeris, Aesiril ora aveva preso base nella cittadina di Knawr ed ora si stava godendo una delle sue passeggiate rilassanti nel bosco. Chissà se avrebbe scorto qualche animale?
     
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    Entro in gioco con Larry

    Ci aveva messo un paio d'ore a trovarlo, ma era proprio un bel punto.
    Doveva trovare un posto dove potersi allenare con l'arco, ma il legno delgli alberi era troppo duro.
    Ora invece poteva usare un ceppo di legno di un albero caduto, ormai marcio e abbastanza morbido da non rompere le freccie. "Qui andra bene" Pensò mentre cercava una traiettoria sgombra. Un desiderio un po' difficile da realizzare, essendo in una foresta.
    Riuscì ad ottenere un corridoio di almeno circa venti metri, prima di trovare un pino ben cresciuto a interromperlo. "Potrei arrampicarmi, per aumentare la distanza..." disse guardando verso la cima dell'albero, "Mh... troppi rami. Forse più tardi ci provo..."
    Impugnò l'arco e incoccò la prima freccia. La posizione non era delle migliori, non si ricordava bene se il braccio andava teso o contratto, se le schiena doveva essere dritta o inarcata. Probabilmente provando gli sarebbe tornato in mente, così tese l'arco.

    Edited by Gatto di Neutroni - 19/4/2020, 20:40
     
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    Mentre continuava a camminare con estrema calma lungo il sentiero ascoltando i canti degli uccelli, Aesiril udì delle voci. Anzi, una voce, che proveniva da dietro una curva del tracciato. La voce era leggera e cristallina, come quella di un cucciolo d'uomo o un cucciolo di una creatura parlante. L'elfo della Natura si fermò, per poi procedere lentamente e sbirciare per capire di chi si trattasse, e lo vide.
    Vicino ad un alto pino c'era una creatura bipede che assomigliava molto a Zell il draghelfo, con la grande differenza che questo era privo di ali. Aveva il corpo ricoperto per la gran parte di squame blu, che lo facevano sembrare un rettile, come un drago bipede. Inoltre aveva una statura e una corporatura più minute rispetto al suo amico draghelfo. Non c'era nessuno a parte lui ed Aesiril, evidentemente stava parlando con se stesso o con il suo arco che lo stava cercando di usare bene. A quanto sembrava, voleva impararsi da solo il mestiere di arciere ma l'elfo sapeva bene che per imparare a tirare con l'arco ci volevano un maestro e un costante allenamento. Ora la creatura bipede aveva incoccato una freccia e stava per tirarla verso un punto imprecisato lontano dal sentiero e dalla parte opposta rispetto a dove si trovava Aesiril.
    "Buona giornata!" esordì l'elfo della Natura palesandosi con voce calma ed amichevole e sollevando la mano destra in segno di saluto.
     
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    Si doveva concentrare: tenere l'arco teso al massimo gli richiedeva un certo sforzo e doveva anche capire bene la possibile traiettoria.
    Una voce lo fece sussultare, lasciando la presa, e lanciando la freccia molto più in alto del dovuto. Anche se preso un po' di sorpresa cercò di mantenere lo sguardo fisso per vedere dove sarebbe caduta, ma purtroppo andò più in la di quanto i suoi occhi riuscissero a vedere.
    Sospirando si girò a vedere chi lo aveva salutato.
    Notò subito che era qualcuno di alto, molto più alto di lui, non che ce ne fossero di più bassi di lui, ma questo era sopra la media per essere un umanoide. "Ci conosciamo?" Esordì con un filo di voce. Non ricordava di averlo mai incontrato ma se gli aveva rivolto la parola voleva dire che qualcosa da lui la voleva. Aspettando che si avvicinasse notò con più attenzione dei tratti da elfo... e questo era un bosco... forse il suo bosco... Larry non aveva alcuna voglia di attaccare briga con nessuno al momento.
    "Se il posto è tuo me ne vado immediatamente. Non avevo intenzione di far del male a nessuno." Disse rimettendosi l'arco in spalla.

    Edited by Gatto di Neutroni - 19/4/2020, 20:49
     
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    L'arrivo dell'elfo, per quanto delicato fosse, fece trasalire la creatura bipede che sbagliò totalmente mira e lanciò la freccia così in alto che finì fuori dalla visuale di entrambi. Con la vegetazione arborea così fitta, era più probabile che si fosse ficcata contro i rami o il tronco di qualche albero. Il giovane si girò verso Aesiril rilevando un muso simile ad un drago ma che non era di drago. Forse era un coboldo; l'elfo della Natura ne aveva sentito parlare di queste creature che erano molto legate ai draghi come lo era il popolo elfico.
    Il coboldo, se era tale, confermava la sua giovane età, all'incirca all'inizio dell'adolescenza a giudicare dal suo fisico e dal suo timbro di voce. Timbro di voce che rivelava una nota di irritazione, evidentemente quel ragazzino voleva esercitarsi da solo nel tiro con l'arco.
    "Perdonami l'intrusione ma stavo solo camminando lungo il sentiero. Il bosco non è mio, è della Natura stessa." disse elegantemente Aesiril indicando vagamento con la mano gli alberi attorno a se.
    "Mi chiamo Aesiril e sono un elfo della Natura. Non vera mia intenzione disturbarti ma volevo aiutarti a correggere la postura nel tiro con l'arco. Se vuoi, posso anche aiutarti nel recuperare la freccia che, per colpa mia, hai scagliato così lontano. Piacere di fare la tua conoscenza!" aggiunse con voce amichevole.
    L'elfo della Natura, che era ancora ad una discreta distanza dal coboldo, si avvicinò lentamente porgendo la mano destra alla creatura bipede in segno di amicizia.
     
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    Tranquillo Gatto, idem per me che ho un sacco di role qua e là e altre cose da fare. Comunque entro con Pharnasius, è un sacco di tempo che non ruolo con lei. Dato che la trama di Kengard prosegue e parte di Ahsnaeris e dell'Ossidiana sono state invase da strane bestiacce, preparatevi che potrebbero esserci guai :D


    Non che non si ritenesse in grado di combattere quegli abomini da sola, ma certamente aveva avuto bisogno di altro tempo per riprendersi. Starsene lontana dalla fonte del pericolo come aveva suggerito Elvys era stata la soluzione migliore. Non che lei fosse d'accordo; L'aveva convinta solo suggerendole di rimettersi in forze per poter combattere al massimo delle potenzialità, non facendola passare come una scusa per tenerla al sicuro.
    Si era quindi diretta oltre le montagne, anche se aveva impiegato quasi due giorni per esser sicura di aver valicato l'intera Ossidiana d'argento. Non seppe come reagire nel rendersi conto che si stava sempre più avvicinando alla civiltà, alle prede umane che aveva deciso di non sbranare ma che il suo istinto indicava ancora come prede.
    Il fatto che i sentieri si stessero introducendo all'interno del primo ammasso di tane da bipedi attraverso un bosco era quanto meno rassicurante, l'aria familiare degli alberi non la fece sentire a disagio e non la mise in allerta.
    Nondimeno percepiva distintamente un'atmosfera diversa, come il vento sibilasse tra i tronchi e i rami in maniera più sottile rispetto all'ampio spalancarsi di una foresta sul versante di una montagna, dove l'eco dei suoni si diffondeva per chilometri. Se la sua casa aveva un nome, anche quei luoghi abitati da bipedi ne avrebbero avuto uno. Non aveva comunque intenzione di immergersi in quel mondo estraneo che aveva sempre evitato, anche se non v'era un motivo troppo concreto per volergli restare lontano.
    Non cambiò sicuramente idea quando qualcosa le venne scagliato contro, per quanto non avesse odorato alcuna particolare minaccia. Sicuramente di tracce di vita ce n'erano a valanghe lì attorno, ma lo dava per scontato. Quella era una freccia, non diversa da quella con cui poco tempo prima avevano cercato di colpirla. Non si erano fatti vivi da allora, ma se realmente in lei vivevano istinto e ragione, entrambe le suggerivano che avevano in qualche modo a che fare con le creature sbucate dal nulla nemiche dei tefzar.
    La freccia non la raggiunse; non poteva sapere se non fossero capaci di colpire un bersaglio distante o se non fosse effettivamente stata lei l'obbiettivo, ma scelse comunque di proseguire.
    Aveva udito due voci. Quando le raggiunse, capì che a scoccare il dardo era stata una creatura a lei del tutto estranea. Aveva conosciuto la specie dei draghi, degli umani, dei tefzar e quello strano furetto; aveva incontrato Shalksiaran e Sylverion, due esseri molto particolari, infine aveva avuto modo di riconoscere qualche elfo che si aggirava tra i percorsi rocciosi, ma quello sembrava un piccolo drago non ancora cresciuto. Che fossero quelle le fattezze di un cucciolo di drago? Non credeva utilizzassero armi come quella che stava impugnando.
    Nella sua mente un cucciolo non poteva essere esperto, ma poteva comunque aver fame. Quindi prese in considerazione la prima ipotesi e snudò le zanne ringhiando.
    "Non sono una preda" asserì stoica, con voce ferma e tranquilla allo stesso tempo.
    Tenne gli occhi fissi sul cucciolo cacciatore qualche istante, per poi voltarsi verso l'altro individuo. Era simile a Shalksiaran, ma emanava un odore molto diverso e decisamente meno inquietante. Non che Quel vecchio elfo si fosse dimostrato una minaccia, anzi, ma i suoi modi di fare quella volta l'avevano messa in soggezione.
    Quello che si trovava di fronte appariva si pacato e non pericoloso, ma anche più limpido da svelare ai suoi sensi.
    "Gli altri nascosti qui nelle vicinanze sono vostri compagni? Mi stavano osservando, se mi attaccheranno mi difenderò"
    Aveva percepito diverse presenze lì attorno, quei due non erano soli. E lei non si sarebbe lasciata ingannare.

    Buttate anche voi elementi di trama se vi va, masteriamole in gruppo queste role. Va bene tutto, uno si adatta all'altro. Così è più divertente, dato che potete utilizzare altri png sfruttatela la cosa per creare qualche casino. La gente nascosta però lasciatela a me la muovo io XD non sapete chi sono.
     
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    Diversamente da quello che si aspettava, l'elfo era fin troppo amichevole. Forse era di stirpe nobile, che come ricordava erano sempre molto gentili quando scendevano a parole.
    Da quel che aveva capito, aveva persino intenzione di aiutarlo, cosa un po' strana da un perfetto sconosciuto.
    Non che gli dispiacesse qualche consiglio ma avrebbe fatto volentieri a meno di una pugnalata alle spalle, quindi rimase sulla difensiva. "Te ne intendi di arco?" disse mantenendo un minimo di distanza.
    Un fruscio attirò la sua attenzione, ma quando si girò probabilmente era troppo tardi. Quello che era comparso era un esemplare di lupo... alquanto cresciuto.
    Larry fece un balzo all'indietro per la paura, cercando con gli occhi una via di fuga. Non aveva alcuna voglia di essere mangiato quel giorno, nonostante sembrava quella lupa non avesse occhi per altro.
    "Non sono una preda" gli ringhiò. Non capiva bene cosa centrasse con lui ma istintivamente rispose "E-e neanche io" con voce tremolante.
    Finché teneva gli occhi fissi su di lui non riusciva a muoversi per quanto ci provasse. Appena la creatura spostò lo sguardo iniziò ad indietreggiare, lentamente, cercando di tastare con la mano l'albero che aveva alle spalle. Appena lo raggiunse, piantò gli artigli e si lanciò in una veloce scalata verso i rami. In pochi secondi si trovava già più in alto di quanto le due creature fossero alte e si mise a osservare la situazione.
    Non aveva sentito cosa le altre creature avessero detto, ma al momento non sembrava la cosa più importante.
    un post un po' meh, ma si fa quel che si può


    Edited by Gatto di Neutroni - 19/4/2020, 20:50
     
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    Il coboldo sembrò accettare l'aiuto di Aesiril. Non scappò come un cucciolo spaventato ma si limitò a tenere una certa distanza e a stare sulla difensiva. Chiese all'elfo e si intendesse di tiro con l'arco ma Aesiril non ebbe il tempo di rispondere al cucciolo. Dalla direzione dove era andata la freccia, qualcuno si stava avvicinando di corsa dritti verso di loro. Dalla vegetazione sbucò fuori un licantropo femmina dai colori blu dell'oceano. Come prima reazione, la creatura pelosa ringhiò verso il piccolo coboldo snudando le zanne incolpandolo di essere un suo probabile predatore. Aesiril, sul momento, non riuscì a credere alle sue orecchie appuntite: come poteva una femmina di licantropo essere preda di un cucciolo di coboldo decisamente più piccolo di lei? Doveva essere il contrario. Il cucciolo, infatti, spaventato dall'arrivo della licantropa si arrampicò sul pino che si trovava alle loro spalle per sentirsi al sicuro e per avere una migliore visuale dall'alto.
    La lincantropa spostò l'attenzione sull'elfo della Natura facendo notare la presenza di altra gente attorno a loro. Aesiril si guardò velocemente in giro e nello stesso tempo indietreggiò fino a portarsi anch'esso contro il pino sul quale si trovava il coboldo, in modo da impedire alla lupa di arrampicarsi per sbranarlo. Per prudenza portò la mano destra vicino all'elsa della spada, senza toccarla.
    "Non so di chi tu stia parlando, ma se sei stata spaventata dalla freccia non preoccuparti. Il cucciolo si stava solo esercitando a tiro con l'arco, io l'ho distratto e ha tirato la freccia nella tua direzione. Non era sua intenzione attaccarti."
    Senza staccare gli occhi dalla femmina di licantropo, l'elfo della Natura usò i suoi poteri per smuovere leggermente la fronda che si trovava davanti al coboldo, in modo da nasconderlo alla vista della creatura pelosa blu.
    "Sono appena arrivato. Non ho visto nessuno a parte te e il cucciolo!" aggiunse, riguardo alla presenza di eventuali individui nelle vicinanze.
    Una prova a conferma di quanto diceva la licantropa era che gli uccelli avevano smesso di cinguettare ma Aesiril pensò che erano stati spaventati dal trio li presente e dal ruggito della lupa.

    Aesiril usa la sua tecnica II Frusta vegetale
     
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    La giovane creatura si dimostrò spaventata, ma non nel modo in cui Pharnasius si sarebbe aspettata. Probabilmente si era sbagliata, non stava cercando di attaccarla. L'elfo lo confermò e la invitò a non preoccuparsi. In realtà aveva intuito che potesse non essere stata lei il bersaglio, ma l'istinto le suggeriva comunque di rimanere prudente.
    Avanzò di qualche passo, lo sguardo fisso sui due, la criniera argentea ricadente ai lati del collo. Socchiuse una palpebra, poi alzò lo sguardo sul cucciolo di drago senz'ali o quel che era.
    "Non ho intenzione di cacciare da queste parti. E poi non mangio creature senzienti" spiegò, cercando di non risultare eccessiva con le parole.
    Parlava poco e quando lo faceva sembrava aggressiva, quindi aveva imparato a rimanersene in silenzio se era possibile.
    Le sue orecchie captarono poi del movimento a pochi metri di distanza; voleva spiegare che non li avrebbe disturbati e che se ne sarebbe andata, ma chiunque altro li stesse fissando era decisamente di troppo.
    Dopo una manciata di secondi i cespugli frusciarono e qualcuno corse nella loro direzione. Pharnasius mosse qualche passo indietro e si preparò a riceverli, ma non sembrava che puntassero esattamente a loro. Un uomo stava correndo con un sacco marrone sulla schiena, mentre qualcuno di più piccolo alle sue spalle lo stava seguendo. Appariva molto simile al cucciolo che aveva involontariamente spaventato, ma il colore delle sue squame era bianco e, per quanto non ne sapesse molto di quella specie, capì trattarsi di una femmina.

    La giovane cobolda stava inseguendo l'umano a tutta velocità con un pugnale in una zampa. Il fuggitivo dal canto suo non accennava a rallentare,, e per essere un umano balzava piuttosto agilmente fra le radici pur portando un peso in spalla. Che stava succedendo in quel bosco?
    "Eih fermatelo! Vi prego!"
    L'esclamazione della piccola creatura bianca era rivolta tanto all'elfo quanto al coboldo sull'albero, la lupa era indietreggiata abbastanza da adombrarsi tra alcune ramaglie da cui poter studiare la situazione. Non avrebbe avuto alcuna difficoltà ad inseguire quell'individuo, ma non capiva se dovesse intervenire o meno.
     
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    Si stava lentamente riprendendo dallo spavento quando una fronda che si mosse davanti a lui lo fece sussultare nuovamente, questa voltaà però intui che doveva essere stato l'elfo, di solito hanno una grande connessione con la natura.
    Da quello che stava sentendo, sembrava che questa sgradevole situazione fosse dovuta ad un equivoco.
    La lupa ora che la osservava meglio, era probabilmente un qualcosa di più. Una qualche creatura bipede con aspetto lupesco alquanto accentuato. Non aveva mai visto una creatura del genere e non ne aveva sentito parlare. La cosa lo incuriosì parecchio e mettendosi un po' più comodo sul ramo, da cui non aveva ancora intenzione di scendere, chiese "Non ho mai visto una creatura come te, che cosa sei?"
    In attesa della risposta, qualcuno decise di intromettersi in quel trio esotico. Correndo verso di loro, stavano avanzando due figure: un umano e quella che quella che avrebbe definito come una rara creatura.
    A parte sua madre, Larry non aveva incontrato altre cobolde, avendo avuto solo fratelli. La candida cobolda stava inseguendo l'umano con un pugnale pregando di fermarlo. L'altro al contrario se la dava a gambe con grande stile portando un gran sacco in spalla.
    Larry non aveva dubbi su cosa doveva fare, tra coboldi, dopo tutto ci si aiuta sempre. In più aveva anche un certo istinto che gli diceva che doveva mettersi in mostra.
    Afferrando con gli artigli le fronde del pino si tenne ben stretto e bilanciato, si concentro sull'individuo e caricò indietro la testa inarcando la testa. "SEDUTO!" Urlò slanciandosi in avanti colpendo con la testa davanti a se. Fu come se avesse impattato una barriera invisibile, una barriera che si frantumò con un boato.
    Larry si massaggiò un po' la testa osservando dall'alto del suo albero l'operato che aveva compiuto.
    Larry usa la mossa Cozzata Zen


    Edited by Gatto di Neutroni - 6/5/2020, 23:59
     
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    La situazione sembrò tranquillizzarsi: la lupa fece notare che non voleva cacciare, mangiare o fare qualsiasi cosa a Larry mentre il coboldo, dopo lo spavento iniziale, sembrò tranquillizzarsi e le chiese che creatura fosse, dato che non aveva mai visto un licantropo prima d'ora.
    In quel momento, Aesiril udì dei movimenti nel bosco dietro di lui; di nuovo, qualcuno stava correndo verso di loro a velocità sostenuta. Questa volta, dalla vegetazione comparvero un essere umano inseguito da una cobolda molto simile a Larry, con la differenza di avere il manto candido come la neve.
    La creatura bipede scagliosa chiese aiuto ai presenti perchè l'umano doveva essere un ladro, visto che portava sulle spalle un sacco marrone contenente qualcosa rubato alla cobolda.
    L'elfo della Natura non esitò ad aiutare la creatura in difficoltà e si lanciò all'inseguimento dell'umano e quando fu a portata dei suoi poteri, evocò il suo potere che agiva sulle radici degli alberi che si sollevarono di colpo subito davanti ai piedi del ladro con l'obiettivo di farlo inciampare. Il potere evocato dall'elfo si manifestò in contemporanea con quello evocato dal coboldo che, dal pino dove si era nascosto, urlò un comando "seduto!".
    Aesiril si fermò e mantenne una posizione di guardia per impedire all'umano di fuggire ancora. Umano, che molto difficilmente avrebbe schivato quei due poteri evocati improvvisamente in contemporanea.

    Aesiril usa la tecnica I potenziata: Artigli dell'albero
     
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    Il ragazzo, dallo sguardo indomito e dall'espressione insolente, non aveva accennato a rallentare. Pareva trovarsi molto a suo agio a correre fra gli alberi, quello che portava sulla schiena non pareva essergli troppo d'intralcio.
    Il suo ghigno scomparve quando si ritrovò a capitombolare per terra senza neanche aver capito cosa fosse successo. Cadde in avanti e rotolò di fianco, portandosi le mani alla testa. Dal suo sguardo confuso e stupito non pareva aver idea di come fosse piombato tra le radici degli alberi. Cercò di ricomporsi quanto possibile e di cercare la fonte della voce che aveva udito un attimo prima di farsi male. Qualcuno lo aveva colpito?
    Sicuramente non gli stava piacendo il non riuscire ad individuare il suo avversario, a giudicare dal modo in cui si guardava attorno nervosamente. La cobolda però lo raggiunse e gli corse incontro, o per meglio dire addosso. Lo assaltò con un balzo e cercò di squarciare velocemente il sacco col pugnale. Quello si mosse sul fianco, facendo sussultare lei e qualcosa letteralmente alle sue spalle.
    Dal taglio sul sacco che era riuscita a aprire con anche un po' di fortuna, dato che la lama si era incastrata sul tessuto per la colluttazione, scivolò fuori un altro coboldo; anche le sue squame erano chiare, di un colore leggermente più sporco e tendente al legno di frassino. Era evidente che quell'individuo l'avesse rapito e la cobolda, con cui l'umano aveva ingaggiato una lotta corpo a corpo fatta di pugni e graffi, stava cercando di salvarlo.
    Il maschio si trascinò annaspando a qualche metro di distanza per allontanarsi. Le sue zampe erano legate da dei lacci di corda, ma in qualche modo si portò abbastanza lontano da non trovarsi più nel raggio d'azione del suo rapitore. La cobolda non parve volersi avvalere del pugnale per ferire il farabutto, non dava certo l'impressione di avere un'indole aggressiva come quel tizio.
    Zell, la tecnica che fa sbucare le radici non è un po' debole come primo potenziamento? Puoi aggiungere, per esempio, che oltre ad aumentare il raggio può cercare di afferrare l'avversario o cose del genere. Senza potenziarla dico, puoi già scrivercelo adesso.
     
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    Il colpo era andato a segno e combinato con i poteri dell'elfo, erano riusciti a fermare la corsa dell'umano.
    Quest'ultimo infatti rotolò a terra e fu raggiunto subito dalla cobolda con il pugnale.
    Per un momento credette che lo avrebbe accoltellato, ma invece i suoi colpi si dirigerono verso il sacco che squarciandosi, rivelò al suo interno un altro coboldo un po' più scuro.
    "Un rapitore?" Pensò scuotendo la testa. Avrebbe voluto rompergli l'arco in testa, ma visto che ci teneva all'arco e visto che la cobolda si stava già dando da fare a riepirlo di botte si limitò a scendere dall'albero e avvicinarsi al secondo coboldo che nel frattempo stava strisciando via.
    "Tranquillo amico. Ora ti libero." disse iniziando a slegare le corde. Erano saldamente legate, ma con anni di esperienza nel montare e smontare trappole, si sarebbero sciolte in meno di un minuto.
     
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    La terra dei temporali - Friùl

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    I poteri dell'elfo e del coboldo riuscirono a fermare l'umano in fuga, che rotolò tra le radici, sporcandosi di terra. Venne subito raggiunto dalla cobolda femmina armata di pugnale che riuscì ad aprire il sacco. Aesiril si aspettava di vedere fuoriuscire soldi, monete, gemme o altro oggetto di valore ma nel sacco non c'era niente di tutto questo; ne sgusciò fuori una creatura molto simile ai due coboldi lì presenti. Se non aveva ferite o percosse per il rapimento o per la lama che ha squarciato il sacco, era solo un colpo di fortuna. Il coboldo dalle squame color legno si allontanò subito, per quanto ci riuscisse, dall'essere umano e venne subito liberato da Larry.
    L'elfo della Natura si portò vicino all'essere umano e gli puntò contro la spada color smeraldo.
    "Voi umani! Dovete sempre fare del male alle altre creature! Vediamo che storia racconterai in prigione!" le parole dell'elfo furono decisamente taglienti all'indirizzo dell'umano.
    Aesiril, senza abbassare la guardia, guardò Larry che era riuscito a liberare il suo simile sciogliendo le corde senza tagliarle.
    "Portami qui le corde, per favore!" chiese al coboldo azzurro.
    Mentre aspettava le corde per legare l'essere umano come un salame, Aesiril avvicinò ancora di più la punta della spada all'essere umano.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Condottiero
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    Eh... sapessi

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    "Non sono gli umani, lui è il problema!" strillò la cobolda allontanandosi dal rapitore dato che Aesiril si era preso la briga di intervenire con la sua spada.
    Il tizio, non contento della situazione, provò a rialzarsi e si tirò indietro alzandosi di scatto per poi allontanarsi come poteva dalla lama.
    "Cosa vuoi tu! Fatti gli affari tuoi" gli sibilò contro, facendo i pugni come a voler essere minaccioso.
    Il coboldo appena liberato, una volta rialzatosi, accennò un inchino a Larry e bofonchiò qualcosa di incomprensibile.
    "Grazie"
    Non disse altro. Cominciò lentamente ad allontanarsi, un passetto dopo l'altro, trascinandosi dietro la coda e scomparendo in breve fra gli alberi. La femmina lo osservò per alcuni secondi, poi si avvicinò a Larry sorridente.
    "Eih, ti ringrazio. Perdonalo è un po' scorbutico. Era mio fratello, si è cacciato in un guaio e quel maledetto là ne ha approfittato!" esclamò indicando il ragazzo che ancora stava mostrandosi ostile ad Aesiril.
    Sembrava intenzionato a combattere se fosse stato necessario, anche se non pareva in possesso di armi o abilità pericolose, solo di un'espressione infuriata e teppista da sfoggiare all'occorrenza.
    Pharnasius osservava in silenzio la situazione, senza darsi premura di intervenire per uno o per l'altro motivo. Semplicemente la cosa la incuriosiva, ma non sentiva né il bisogno di attaccare quell'umano né di aiutare i presenti in qualcosa che non la riguardava.
    La cobolda protese le zampe verso Larry e in maniera forse un po' invadente gliele poggiò sulle spalle.
    "Mh, come posso ripagarvi?" chiese sorridendo e oscillando la coda.
    Pharnasius percepì un certo sentore familiare in quella situazione, come già avesse vissuto qualcosa di simile. L'umano invece stava per sferrare un calcio all'elfo, o almeno provarci, ma sembrava indeciso se ingaggiare o meno battaglia disarmato.
     
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