Relax nel bosco

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    Ferglarendir continuò a parlare, spiegando chi fosse il gemello di Zell.
    "Non so tanto riguardo a Meno Zell. So solo che si chiama così e che si sta interessando degli aggeggi strani di Nicholas, il fabbro che ha la fucina alla periferia di Knawr. E' un rettile bipede, forse è un ibrido tra drago ed elfo ma a guardarlo è un tipo molto losco, con vestiti lerci. Non ho ancora avuto modo di vederlo dal vivo, ho solo sentito parlare dagli altri abitanti della città. Pare che ci sia un misterioso legame tra Meno Zell e le forze maligne di cui ti ho parlato."
    Aesiril si prese qualche attimo di silenzio. fissandosi le dita dei piedi e pensando alle parole del suo anziano simile, sia riguardo alla Nebbia Argentata e sia alla pazzesca somiglianza tra questo Meno Zell e lo Zell amico suo che conosceva bene. Stesso aspetto fisico, stessa razza e stesso nome, con la sola differenza che lo Zell losco metteva il segno meno davanti al suo nome come a sottolineare la sua negatività.
    "Come ben sai, saggio Ferglarendir, io sono di mentalità aperta e se non fosse per te avrei avuto il paraocchi riguardo alla Nebbia Argentata, anche se è difficile crederci. Ti dico la verità, se mi avesse riferito qualcun'altro queste parole avrei dubitato della veridicità ma io mi fido di te, ciecamente e non metterei mai in dubbio le tue parole. Quindi ribadisco la mia volontà a combattere al fianco dei membri della Nebbia Argentata per estirpare da Kengard queste forze maligne, probabilmente così mi farò un'idea del tutto nuova di questa organizzazione." rispose l'elfo della Natura, finendo di bere la sua bevanda alcolica.
    "Per quanto riguarda questo Meno Zell, confermo che è un draghelfo, come lo è Zell. Da come lo descrivi è perfettamente identico a Zell! Ma ti posso assicurare che il mio amico è tutto, tranne che losco, forse è un pò immaturo per la sua età ma di sicuro non è un tipo malvagio. Spero di ritrovarlo presto!" aggiunse.
    In quel preciso istante, qualcuno bussò alla porta della biblioteca, un bussare forte ma non violento, come se a battere fosse una zampa e non una mano. Fuori dalle finestre si vedeva un colore smeraldo.
    "Ferglarendir? Sei qui? Sono Zarthial!" parlò una voce robusta.
    "Sì Zarthial, entra pure!" rispose l'anziano elfo, senza muoversi dalla sua posizione.
    La porta si aprì ed entrò un bellissimo drago dalle scaglie verdi smeraldo e con le corna marroni. Era un esemplare di drago maschio, forte, robusto ed elegante nel suo essere selvatico. Doveva essere un drago guerriero, vista la sua postura estremamente orgogliosa.
    "Benvenuto, o drago maestoso. Io sono Aesiril e....." l'elfo della Natura accolse il nuovo arrivato con il saluto elfico ed era così affascinato dal drago smeraldino che non si accorse che dietro di lui c'era un altro drago, di colore arancione vivo, che entrò nella biblioteca con andatura più lenta e timida.
    "Lenrian!!!!" il viso di Aesiril si illuminò e, alzandosi di scatto dalla sedia, corse incontro al suo amico drago, abbracciandogli la zampa anteriore sinistra.
    "Mi sei mancato tantissimo! Come stai? Tutto bene?" gli chiese, guardandolo negli occhi e scrutandogli poi il corpo, per accertarsi che fosse tutto intero.
    Il drago verde si era soffermato a guardare le effusioni tra l'elfo dai lunghi capelli e il drago color arancione.
    "Sei un suo amico? Spero che tu riesca a cavargli qualche parola di bocca. Questo drago non ha mai proferito verbo da quando ci siamo incontrati!" furono le parole di un basito Zarthial.
    "Lenrian...?" chiese l'elfo al suo amico scaglioso, aspettandosi che lui rispondesse ma il drago della luce arcobaleno si limitò ad arrossire in volto e a sorridere in maniera imbarazzata.

    Zarthial e Lenrian muto arrivano da qui:
    https://kengard.forumfree.it/?t=77756181
     
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    Ferglarendir fu lieto di ospitare i draghi nella biblioteca. Non era trascorso molto tempo da quando aveva avuto modo di dialogare con Zarthial l'ultima volta. Era rimasto inquieto da quando si erano diretti ad affrontare il demonio incarnato.
    Il drago color arancio brillante, amico di Aesiril, sembrava essersi ammutolito. Non aveva comunque l'espressione di qualcuno che non parlasse per propria volontà, in seguito ad un trauma o per motivi che lo facessero star male in qualche modo.
    C'era sicuramente una spiegazione interessante. A Ferglarendir piacevano quelle situazioni, se non rendevano triste qualcuno. Lenrian sembrava comportarsi come qualcuno che ha mangiato troppo peperoncino, come fa Aes a volte, e a cui bruciasse talmente tanto la lingua da obbligarlo a restare zitto.
    "Salve. Zarthial, ti trovo in forma. Ne deduco abbiate avuto successo. Hai trovato nuovi alleati?"
    Sperava profondamente che nessuno fosse rimasto ucciso durante la missione. Zarthial non sembrava aver riportato gravi ferite.
     
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    L'anziano elfo accolse calorosamente i due draghi appena arrivati e chiese a Zarthial se la sua missione fosse andata bene, dopo averlo esaminato accuratamente per accertarsi che non fosse ferito.
    "Sì, di alleati ho trovato lui!" rispose il drago verde, indicando con il muso il drago arancione.
    "Se non fosse stato per lui, le cose sarebbero andate diversamente...e in peggio. Questo drago è così spavaldo che si è fregato dei comandi di Liya e ha agito per conto suo, mettendo le cose a posto e facendoci vincere la battaglia." continuò elogiando Lenrian, il quale arrossì in muso e si coprì con un'ala, mentre Aesiril si complimentava con lui, accarezzandogli la zampa.
    "Ho lasciato Lolindir ed Aranel a riposarsi nel cortile della casa degli elfi che vivono al margine di Knawr. Il pegaso è quello che ha subìto maggiori ferite in battaglia ma non è ferito gravemente. Qualche giorno di riposo e cure e sarà come nuovo. L'esito della battaglia è comunque andato bene e abbiamo ripulito la zona al confine con l'Ossidiana d'Argento da quelle spregevoli creature. Non credo che torneranno in quella zona!" concluse Zarthial, facendo il riassunto della battaglia.
    "I miei complimenti, Zarthial e Lenrian, sarò ben felice di aiutarvi nelle prossime battaglie, qualora ce ne fossero" disse l'elfo della Natura, complimentandosi anche con il drago smeraldino.
    Lenrian, a quel punto, si diresse verso dove c'erano le pergamene bianche, ne prese una con estrema cura, la srotolò e, dopo aver intriso l'artiglio nella boccetta d'inchiostro, scrisse le sue ragioni per cui non poteva parlare.
    -Non potrò parlare per tre settimane. Il mio mutismo fa parte di una prova che ho accettato col Maestro del Vuoto- furono le parole scritte.
    Aesiril annuì leggermente e si rivolse al suo anziano simile.
    "Chi è questo Maestro del Vuoto? Ne ho sentito parlare vagamente ma non ho mai capito bene chi fosse"
     
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    Ferglarendir sembrò felice che tutto fosse andato per il meglio, per quanto le parole di Zarthial lo lasciassero in parte confuso. Ripensò poi che quel drago non era in buoni rapporti con Liya e sorrise.
    "Suppongo che Liya abbia fatto del suo meglio per essere collaborativa. Solitamente preferisce lavorare da sola"
    Trovò singolare che il drago amico di Aesiril fosse stato sottoposto ad una prova come quella. Il fatto che lui stesso avesse accettato rendeva la cosa meno inquietante, ma non per questo consueta.
    "Non conosco il Maestro del vuoto" disse il vecchio elfo. "Le creature che vivono a Kengard sono molte e diverse tra loro, ognuna con le proprie caratteristiche. Ma non avevo mai sentito niente riguardo una simile possibilità"
    Poi si voltò verso l'ingresso.
    "Se il giovane Lolindir e il suo compagno sono rimasti feriti provvederanno i guaritori di Knawr a loro. Sono in buone mani. Ho insegnato loro tutto ciò che so, qui ogni rimedio naturale è tre volte più efficace" asserì con un sincero sorriso. "Modestamente, a Knawr abbiamo giovani vogliosi di apprendere ogni giorno. Saranno felici di poter aiutare"
    Stava per rivolgersi a Zarthial nuovamente, quando dei passi all'ingresso lo spinsero di nuovo a voltarsi. Un giovane umano sulla ventina, dai capelli rossicci e dagli occhi di un vispo verde brillante, era comparso all'ingresso della quercia.
    "Salve" si annunciò. "Per caso Kestrel è stato qui?"
    Ferglarendir si portò una mano sotto al mento.
    "Il ragazzo irruento fratello di Miren? Non lo vedo da molto tempo"
    Quello sbuffò e scrutò i draghi lì presenti e l'altro elfo con espressione truce.
    "Non gradisco la presenza di queste bestie assassine" disse il ragazzo indicando Zarthial. "Credo sia il caso io me ne vada prima uno di loro impazzisca"
     
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    Zartihal e Lenrian annuirono alle parole dell'anziano elfo e furono entrambi sollevati nel sapere che Lolindir e la sua cavalcatura erano stati affidati alle cure dei guaritori di Knawr che erano discepoli di Ferglarendir. I loro compagni di avventura non potevano trovarsi in mani migliori. Tuttavia, seppur saggio, l'anziano elfo non seppe rispondere alla domanda di Aesiril su chi fosse il Maestro del Vuoto.
    "Spero che sia almeno una persona per bene. Ti sei trovato bene con lui, Lenrian? chiese l'elfo della Natura al suo grosso amico a quattro zampe.
    Lenrian annuì contento, scodinzolando e muovendo le zampe come se ballasse, comunicando così a gesti che era contento di essere stato assieme al Maestro del Vuoto e tale reazione fece mettere il cuore in pace ad Aesiril.
    Il drago arancione stava per rivelare a gesti che si era trovato un compagno ma l'ingresso di qualcuno nella biblioteca lo fece interrompere.
    Ad entrare nella biblioteca fu un giovane ragazzo dai capelli rossicci e dagli occhi di un verde estremamente brillante che chiese all'anziano elfo se avesse visto un certo Kestrel e Ferglarendir rispose che, chiunque fosse, non lo vedeva da tempo.
    Il ragazzo, poi, squadrò i presenti e puntò un dito contro Zarthial, additandolo come bestia assassina. A quella reazione, il drago verde mostrò i denti ruggendo minacciosamente.
    "Siamo in una biblioteca di legno quindi evito di soffiare fuoco, piuttosto credo che mi limiterò a strapparti quel pelo lercio che hai in testa!" fu la minaccia di Zarthial che comunque non si mosse da dove si trovava.
    Aesiril si portò subito al suo fianco ed iniziò ad accarezzargli le scaglie smeraldine per calmarlo.
    "Ferglarendir? Potresti dirmi chi è questo umano che osa offendere la mia razza?" chiese poi il drago verde all'anziano elfo, in tono meno minaccioso ma sempre infastidito. La punta della sua coda si muoveva a scatti, a testimoniare il suo nervosismo.
    Lenrian, a differenza di Zarthial, non prese sul serio le parole del ragazzo dai capelli rossi ma si limitò ad ignorarlo e a guardarlo con espressione neutra.
     
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    Ferglarendir si aspettava una reazione come quella. Sospirò e abbozzò un sorriso. Zarthial era una creatura orgogliosa e vivace, ma soprattutto un po' irruenta a gesti. Dal canto suo non disprezzava la schiettezza, ma non voleva si arrivasse a combinare guai.
    "Calma, calma" disse il vecchio elfo passeggiando di qua e di là, rivolgendosi al ragazzo. "Potresti degnarci dell'onore di sapere il tuo nome?"
    Quello stava per andarsene, poi si voltò con espressione decisa.
    "Sono Shenk della famiglia dei Portatori di grano. A Knawr non è un nome rinomato, è ad Itios che siamo riconosciuti come generosi viandanti. Proprio alcuni giorni fa una di queste dannatissime bestie ci ha assaliti per ucciderci. Abbiamo perduto parecchie merci a causa sua"
    Ferglarendir si portò una mano sotto al mento come faceva quand'era pensieroso.
    "Non tutti i draghi sono aggressivi. Come non lo sono tutti gli umani" asserì pacato, cercando di riportare la quiete nella biblioteca.
    Il ragazzetto però era di tutt'altro avviso. Con gesti plateali mimò un pugno verso i draghi lì presenti e l'espressione più truce del repertorio kengardiano.
    "Cosa vuoi saperne vecchio! Se dovessi trovarmene uno tra le mani gli strapperei le squame una ad una e banchetterei con le sue carni! Almeno tutti i suoi compari impareranno a prendersela con degli umili viandanti"
    Ferglarendir trattenne un risolino per la follia appena pronunciata e si voltò verso Zarthial. Era curioso di vedere come sarebbe andata a finire, pronto però ad intervenire per mettere tutto a tacere.
    "In ogni caso" aggiunse, prima che il giovanotto potesse riprendere con la sua sfuriata, "mi dispiace ma sono abbastanza sicuro che Kestrel sia fuori città. Qualcosa mi dice che volevi aiutarlo a vendicare le tue merci, dico bene?"
    Shenk ebbe un sussulto.
    "Assolutamente no! Posso vendicarmi da solo! E se Kestrel è fuori città..."
    Il suo atteggiamento bizzarro aveva dissolto il velo di tensione. Probabilmente era piuttosto innocuo, anche se a parole faceva il grosso. Non era neanche armato. Come pensava di menare un drago?
    "Sono tornato"
    Nuovi passi all'ingresso. Un altro umano, un'altra capigliatura rossa fiammante. Con la sua spada legata alla schiena, con l'espressione di chi tiene il mondo in una mano e con l'altra ne fa girare altri cinque, Kestrel era tornato. Shenk si inchinò con tanto di riverenze regali. Ci mancava solo l'inno.
    "Oh prode Kestrel, voi siete il più grande guerriero che la mia famiglia abbia mai conosciuto. La vostra spada in grado di sferzare il destino nefasto..."
    "Taglia corto" disse Kestrel portandosi al centro della stanza e sedendosi ad un tavolo, ignorando i presenti. "Ferglarendir, hai ancora quell'idromele barricato dell'altra volta? Ne gradirei un po'"
    Shenk, resosi conto che Kestrel non lo degnava di attenzione, rimase piuttosto deluso.
    "Certamente"
    Ferglarendir si allontanò in una stanza adiacente e recuperò due barili di legno. Cercò di trascinarli fuori, ma la sua prestanza fisica non era pari alla sua abilità nelle arti arcane. Kestrel, con fare convinto, lo raggiunse e lo aiutò a portare i barili dove tutti potevano goderne. Solo a quel punto fece caso all'altro elfo e ai draghi. Uno era simile a Padme. Sperava non fosse burbero come lei. Anche se in verità era l'altro, quello verde smeraldino, a parergli troppo altezzoso. Lasciò loro uno dei due bauli e lasciò l'altro vicino al tavolo, a disposizione di tutti. senza perder tempo tirò fuori alcuni bicchieri da uno scaffale, senza neanche chiedere a Ferglarendir. Ormai conosceva quella biblioteca.
    "Allora?" esordì Kestrel, infilando il bicchiere direttamente nel baule dopo averlo aperto. "Cos'avete da bisticciare?"
     
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    Zarthial ringhiò e mostrò i suoi denti all'umano che continuava a minacciare di fare cose brutte verso i draghi, del tutto disarmato, mingherlino e con ben due draghi in presenza. Uno dei quali già infuriato abbastanza che, se non fosse stato per l'anziano elfo, avrebbe sul serio strappato di dosso i capelli lerci di quell'umano pazzoide che affermava di chiamarsi Shenk.
    In quel momento un altro umano entrò nella biblioteca, anche questo con i capelli di colore rosso vivo ma armato di spada. Come se fosse stato evocato, l'umano era proprio Kestrel e venne accolto a braccia aperte dal suo simile, come se vedesse in lui il "santo ammazzadraghi". Zarthial ovviamente continuò ad essere nervoso, seguendo con i suoi occhi azzurri i due umani e con la coda che ribaltò un leggio nell'angolo con tanto di libro appoggiato, entrambi prontamente rimessi in ordine da Aesiril. Lenrian invece continuò ad assumere un atteggiamento neutrale, sapendo che non stava correndo alcun pericolo per ora, che le minacce dell'umano erano solo parole senza fatti e che l'altro umano non aveva nessuna intenzione di usare la spada contro lui o Zarthial.
    Kestrel invece si limitò a chiedere dell'idromele all'anziano elfo, per liquidare nell'alcol la tensione tra draghi e umani.
    "Anche per me, e per i miei amici draghi, grazie!" aggiunse l'elfo della Natura, rimarcando la sua amicizia verso la specie draconica. Anche lui, come Ferglarendir, si vedeva nel ruolo di pacificatore tra bipedi senza scaglie, nè coda e quadrupedi scagliosi, volanti sputaelementi.
    Quando arrivarono i barili, Lenrian si accostò a Zarthial per condividere il barile con lui. Lenrian non riusciva a scolarsi un barile intero di idromele e allo stesso tempo temeva che il suo simile smeraldino combinasse qualcosa, in preda ai fumi dell'alcol.
    Zarthial fu il primo ad infilare il muso nel barile e a bere l'idromele, che lo calmò quasi subito, anche se mugunava e borbottava ancora tra se e se.
    "I soliti stupidi bisticci tra draghi e umani, che dovrebbero imparare ad aiutarsi a vicenda e non odiarsi a vicenda. Ah, mi presento, io sono Aesiril, elfo della Natura e lui è Lenrian, drago della luce." rispose elegantemente Aesiril, presentando se stesso e il suo drago, dato che era muto, e alzando il bicchiere verso Kestrel in segno di amicizia.
    "E io sono Zarthial! Non ho mai avuto a che fare con il tuo amico che lancia minacce a vuoto. Non mi interessa nè lui, nè il suo stupido grano o qualsiasi cosa lui trasportasse in giro per Kengard! O il drago che li ha attaccati fa parte di qualche banda di malviventi oppure il drago stesso è stato disturbato dagli umani!" fu il turno del drago verde a parlare, puntando lo sguardo verso Shenk.
    Lenrian, mentre spiluccava piano l'idromele, sfiorò Zarthial con un'ala, il quale si mostrò prima un pò infastidito ma poi accettò quel gesto.
     
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    Kestrel ricambiò al brindisi di Aesiril. Apprezzava chiunque sapesse apprezzare l'idromele.
    "Ho conosciuto solo un drago. Una femmina, si chiamava Padme. Era scontrosa e detestava gli umani che quando era giovane l'avevano maltrattata. Però mi era simpatica, sapeva il fatto suo" rispose al commento dell'elfo.
    Non era certo fosse necessario andare d'accordo al punto di essere amici con tutti. Bastava che umani e draghi non si infastidissero a vicenda, se poi alcuni di loro riuscivano a legare meglio. Bevve un bicchiere come fosse succo, poi un altro e si fermò a metà del terzo.
    "Ne avevo bisogno" disse schioccando la lingua. Shenk lo fissava invadente. "Risolvete i vostri bisticci tra di voi. Io non conosco questo ragazzo e non ho intenzione di litigare"
    Stava per aggiungere altro, poi si fermò. Rimase a fissare il vuoto e sorrise. Shenk tuttavia colse il momento per sciorinare paroloni.
    "Oh grande Kestrel! Voi avete aiutato i miei cari quando tre stagioni fa vennero aggrediti da un drago nero! La vostra prode spada si è forgiata su..."
    "Non ero io" lo zittì Kestrel alzando una mano. "Era Miren, mio fratello. Io non sono uscito da Knawr fino al giorno in cui mi sono diretto a Kerus, e da allora non ho incontrato nessun drago eccetto Padme e il drago che si era messa in testa di salvare"
    "Io..." bofonchiò l'altro, imbarazzato. "Ma so delle vostre grandiose gesta! Avete salvato fanciulle in pericolo e avete conquistato oscuri territori per riportarli alla luce!"
    Kestrel lo fissò interdetto, poi scoppiò a ridere.
    "Non credo proprio" si voltò poi verso Zarthial con un sorrisetto. "Ehi drago, qualcosa mi suggerisce che ti piace combattere. Conosco qualcuno che brama dalla voglia di affrontarti. Ti va di giocare un po'? Non prendertela con me, ma sai com'è... istinto di battaglia"
    Cercò di non mostrarsi nervoso, anche se la situazione era rischiosa. Kurama era fastidiosamente in vena, più che mai. Sentiva ribollire il calore, la presenza di Zarthial aveva ridestato la sua indole più aggressiva. Ormai tenersi a bada a vicenda era naturale, ma in quei momenti la ragione andava a seppellirsi sotto strati infuocati d'energia.
    "Non qui attorno" si intromise Ferglarendir. "Knawr entra in allerta anche per una scaramuccia. Se volete divertirvi raggiungete la pianura oltre la città, è lì che avvengono le battaglie leali"
    Kestrel notò che il drago dalle squame smeraldine beveva come... ehm, come un drago. Lo indicò e cercò di sorridere.
    "Non esagerare con l'idromele barricato. Sembra leggero, ma ti manda su di giri" Bevve un sorso e aggiunse. "Non conosco un modo migliore per fare amicizia se non con una bella sfida dopo un buon bicchiere. Allora accetti?"
     
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    Zarthial beveva e sbuffava, sbuffava e beveva. Era davvero infastidito dalla presenza di quell'umano che continuava a bearsi del suo simile guerriero e a istigare il drago smeraldino che beveva per non agitarsi ulteriormente. Di tanto in tanto i due draghi si scambiavano delle occhiate complici che dicevano "gli umani sono proprio deficienti".
    L'ennesimo sbuffo di Zarthial seguì quando Kestrel si rivolse a lui con quel sorrisetto da essere superiore, invitando il drago smeraldino ad affrontare qualcuno che aveva voglia di combattere contro di lui.
    "Mi piace combattere ma non lo faccio per hobby. Di solito combatto solo se necessario o per giusta causa, io non ammazzo a caso la gente come afferma quello li!" rispose Zarthial indicando Shenk.
    Ovviamente Ferglarendir fece notare a tutti che il duello doveva svolgersi fuori città, altrimenti chissà cosa sarebbe successo tra le fiammate lanciate dal drago smeraldino.
    "Sono venuto qui per cose più importanti di queste scaramucce stupide ma visto che insisti, accetto la sfida...anche se sarà solo un'inutile perdita di tempo. Zarthial accettò la sfida.
    "Veniamo anche io e Lenrian! Non c'è mai da fidarsi con voi umani!" intervenne Aesiril, finendo di bere la sua bevanda e scambiando uno sguardo con Lenrian, che annuì confermando la sua partecipazione a quella perdita di tempo.
    "Quando e dove questa scemenza?" chiese infine un annoiato Zarthial.

    Edited by ZellDragon6 - 8/8/2021, 17:00
     
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    Nonononono scusa. Kestrel vuol sfidare Zarthial, non Shenk. Kestrel cià Kurama che ultimamente è impazzito e deve sfogarsi. Quindi è stato Kestrel a proporre la sfida.
     
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    Scusa Zell per il ritardo. Non ho quasi più tempo per ruolare purtroppo, è un casino ultimamente

    Kestrel si aspettava una simile reazione da Zarthial. Con un sorriso dei suoi, di quelli un po' strafottenti un po' sbruffoni, si guardò attorno nella biblioteca e cercò un suggerimento che però giunse da altrove.
    Ripose il bicchiere e si alzò. Non disse nulla per alcuni secondi, poi si schiarì la gola e si avviò verso l'uscita.
    "Non è contro un umano che ti chiedo di combattere, non sono tanto ingenuo. Voi draghi mi affascinate e sarebbe bello affrontarne uno, ma non credo ne uscirei vivo. Mi limito ad osservare quei pochi che incontro" puntualizzò. Era vero, non si sentiva certo all'altezza di quelle creature. "Tuttavia se ti chiedo di accettare non è per me. Se la cosa ti disturba sei libero di rifiutare la proposta"
    Solo a quel punto si voltò verso Ferglarendir. L'elfo non era stupido, sapeva che Kestrel non fosse lì per combinare guai. Era fuori di testa, sprovveduto e anche incosciente, ma era sempre stato pronto ad aiutare. L'energia che si portava dentro non l'aveva corrotto e a sua volta si era purificata. Adesso però ribolliva.
    "Non credo Kestrel voglia provocarti, Zarthial" disse Ferglarendir rivolto al drago e ai suoi compagni. "Sicuramente non gli si addicono prudenza e sagacia, ma di lui puoi fidarti"
    Kestrel non aggiunse altro. Si limitò ad uscire ignorando Shenk e le sue chiacchere fastidiose. Il fuoco intanto ardeva. Doveva allontanarsi prima di rischiare un disastro, non era certo intenzionato ad allarmare guardie e cittadini per niente.
    "Scegli con calma, ti aspetto nella radura verde oltre la città"
    Così dicendo si fece strada tra la gente che passeggiava attorno alla biblioteca e superò il mercato, le piazze circostanti e la schiera di casupole in legno. Trovava simpatiche le abitazioni costruite fra i rami degli alberi, ma quel che gli era sempre piaciuto di Knawr era soprattutto come non vi fossero distinzioni nette tra la popolazione benestante e quella più umile. Aumentò l'andatura sentendo il sangue pompato sotto pelle in un calore inarrestabile. Se non si fosse sbrigato si sarebbe ritrovato in guai seri. Sospirò e inalò aria fresca, poi trattenne il fiato e partì a corsa per le vie acciottolate che serpeggiavano tra i larici. Liberò i polmoni soltanto quando fu solo, lontano dalla fonte di adrenalina. Il calore continuava a bruciare, ma perlomeno aveva tempo per rilassarsi un attimo.
    Dannato Kurama. Non potevano andare avanti così.
     
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    Incubo infernale

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    Chiunque volesse combattere contro Zarthial non era nè Kestrel, nè un altro umano ma qualcuno non umano, dettaglio che fece incuriosire il drago verde, ma poco preoccupare. Anzi, inebriato dall'idromele barricato, ora aveva più voglia di suonarle a qualcuno. L'anziano elfo assicurò Zarthial che Kestrel era un ragazzo di cui ci so poteva fidare.
    "Accetto comunque la sfida!" confermò Zarthial.
    "Veniamo anche noi! Vogliamo essere sicuri che Zarthial non venga ingannato e nonostante le rassicuranti parole di saggio Ferglarendir, la prudenza non è mai troppa!" si intromise Aesiril, prendendo parola anche per Lenrian che guardò confuso un pò tutti.
    Il trio composto da elfo e draghi congedò l'anziano bibliotecario con il saluto elfico e seguirono Kestrek per le vie serpeggianti di Knawr, i cui abitanti li guardarono incuriositi. Il ragazzo dai capelli rossi a volte correva, poi rallentava per prendere aria, poi riprendeva a correre, poi si fermò.
    "Allora? Ci vuole così tanto? chiese uno spazientito Zarthial, che non vedeva l'ora di mettere la parola fine su quella pagliacciata.
     
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    Il drago azzurro che puzza di pesce

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    Scusa il ritardissimo.

    Kestrel fu soddisfatto della riuscita di quell'impresa che pareva titanica. Convincere un drago era sempre così difficile? Con Zarthial era andata piuttosto bene, per quanto scorbudico non aveva fatto troppe storie. Doveva entrarci qualcosa l'orgoglio della sua specie. Poco importava, finalmente avevano raggiunto la piana verde oltre la città. Avanzò ancora un po' per non allarmare nessuno e si scrocchiò le dita, come se le articolazioni che dovevano lavorare fossero le sue.
    Tirò un sospiro e cominciò a spogliarsi. Si voltò dall'altra parte, perché sapeva che si sarebbero imbarazzati tutti. Non sapeva se per un drago fosse scandaloso trovare un umano in giro nudo con le intimità ben in vista, ma di certo lo era per gli umani e la gran parte dei loro simili bipedi. Gettò via stivaletti e indumenti e si rannicchiò, mentre il suo corpo prendeva a infiammarsi e a contorcersi: il busto si incurvò, la pelle si ricoprì di pelo rosso e in pochi secondi il corpo umano lasciò posto a quello della volpe infuocata. Le nove code oscillavano alle sue spalle, lo sguardo rivolto all'orizzonte.
    I suoi artigli laceravano il suolo e la terra si inceneriva. La vigoria delle sue membra era percepibile anche a distanza. Poi Kurama si voltò a fissare Zarthial bramoso di battaglia. Gli si avvicinò con passo fiero e snudò le zanne.
    "È un onore incontrare un drago guerriero. Finalmente" esordì in voce carica di energia, quasi aggressiva. "Non ho molto tempo, quindi preparati"
    Senza perder tempo piegò le zampe e si lanciò alla carica con una veemenza inaudita. L'erba sotto di lui ardeva al suo passaggio, le code incendiavano l'aria. In campo aperto il drago poteva alzarsi in volo per allontanarsi, ma Kurama aveva simulato allo sfinimento il modo di contrastare il volo di un drago. Sperava, anche se in verità non gli interessava per niente, che Zarthial evitasse di fuggire o avrebbe dovuto mozzargli un'ala per farlo desistere. Quel drago aveva accettato di combattere in tranquillità, non sarebbe stato come combattere per la vita. Suonava deludente, ma era disposto a tutto per affrontare una di quelle creature. Sollevò una zampa e si preparò a colpirlo con artigli infuocati. Non mirò a danneggiare seriamente, voleva solo scontrarsi con il duro manto di squame smeraldine e affrontarlo con tutte le forze.
     
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    Incubo infernale

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    Zarthial non si scompose minimamente nel vedere l'umano denudarsi, per lui il pudore umano non esisteva e vedere uno di loro senza vestiti era una cosa del tutto normale. Anzi, per lui che era un drago risultava essere incomprensibile il fatto che gli umani indossassero vestiti scomodi e puzzolenti nonostante la temperatura mite del luogo. Lenrian invece avvampò di rosso se poteva, come ogni volta che vedeva qualche maschio nudo, indipendentemente da quale specie appartenga. Gli umani, comunque, erano tra i meno preferiti perchè li riteneva poco invitanti. L'elfo della Natura invece rimase impassibile come Zarthial, dato che anche lui considerava la nudità del tutto naturale.
    Lo spogliarello, comunque, non aveva l'obiettivo di sedurre i maschietti presenti ma il ragazzo voleva preservare i propri abiti umani mentre si trasformava in quello che doveva essere il suo vero aspetto: un kitsune.
    "Un Kitsune di fuoco! Creatura molto interessante!"fu il pensiero di Aesiril, seduto in groppa a Lenrian che si era accucciato a terra.
    Il Kitsune infuocato non perse tempo in fronzoli e attaccò subito il drago verde dello stesso elemento frontalmente lasciando dietro di se le fiamme sull'erba e alzando una zampa anteriore per graffiare il drago verde.
    Zarthial non si alzò in volo, nè si mosse per evitare la zampata ma si abbassò con il collo esponendo la cresta dorsale a protezione della zampata avversaria. Il muso, invece, mirò all'ascella esposta con l'obiettivo di infilzarla con l'attacco di luce a forma di spada lucente.
    Lenrian, che non poteva parlare, fu sorpreso dall'attacco di Zarthial, credendo che fosse un drago di fuoco lo vide attaccare con la luce.
    "Padroneggia anche la luce! Dev'essere davvero forte..."

    Zarthial usa la tecnica VIII: Spada della luce divina
     
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54 replies since 11/3/2020, 17:35   677 views
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