Le due di notte

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Tirannosaurorex
        +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Splendore celeste

    Group
    Condottiero
    Posts
    28,062
    STIMA
    +360
    Location
    off-line

    Status
    Anonymous
    Jill viene da... non ne ho idea. Cronologicamente questa role dovrebbe avvenire prima della role "Maledetti incontri" dell'Ossidiana.

    Era arrivata al mercato solo da qualche minuto, quando Jill percepì chiaramente di essere seguita. C'era troppa gente per capire chi potesse essere, ma non riusciva a togliersi dalla testa che qualcuno l'avesse puntata. Prese subito coscienza del pesante borsello che pendeva al suo fianco e delle monete che zio Rodd le aveva dato per gli acquisti della giornata. Qualcuno era davvero così stupido da cercare di prenderglielo? Proprio a lei?
    Fece finta di niente, per non dare a vedere che se ne fosse accorta. Finse di osservare distrattamente le mercanzie di una bancarella vicina e si allontanò con calma in un punto meno affollato. Con la coda dell'occhio notò un movimento: il ladro era pronto a colpire. Si bloccò e, prima che l'ombra potesse mettere le mani sul suo borsello, Jill gli afferrò il polso.
    Si aspettava di dover fare una ramanzina ad un giovane sprovveduto (non tanto sul non rubare, ma piuttosto sul scegliersi meglio le proprie vittime), ma quando si voltò e riconobbe chi fosse, il sorriso le morì sulle labbra.
    < Ciao, Jill. - la salutò con un sorriso - Anch'io sono felice di vederti! >
    Davanti a lei c'era una donna minuta con abiti poco appariscenti. I suoi capelli castani e spettinati incorniciavano un viso che chiunque non avrebbe mai degnato di una seconda occhiata da quanto sembrava ordinario. Solo le orecchie a punta che spuntavano tra un ciuffo e l'altro potevano essere degni di nota, ma non erano abbastanza esotiche da smorzare l'aurea di normalità che la donna si sforzava di indossare.
    Non era molto più alta di lei, il che significava essere abbastanza bassi per gli standard di un umano, figurarsi per quelli di un mezz'elfo. Jill le lanciò un'occhiataccia, ma la donna non sembrò per nulla impressionata; continuò a sorriderle, come se fosse lei ad averla scoperta con le mani nelle proprie tasche. Forse non era poi così lontano da quello che la donna stava pensando veramente, altrimenti non si sarebbe mai abbassata ad una simile tattica per attirare la sua attenzione: in fondo, era pur sempre così che Jill l'aveva conosciuta.
    < Velka? - Jill si guardò attorno circospetta - Cosa ci fai qui? >
    < E' così che si saluta una vecchia amica, eh? >

    Jill non rispose, inclinò la testa di lato e sollevò un sopracciglio. La donna sospirò.
    < Ho un lavoro per te. >
    Mollò il suo polso di colpo, come se si fosse resa conto solo in quel momento di reggerlo nella sua mano.
    < Scordatelo, io non lavoro più per te. Lavoro da sola. >
    Velka non si perse d'animo e incrociò le braccia davanti al petto.
    < Jill, andiamo, nemmeno un pensierino? In onore dei vecchi tempi, almeno... ti devo forse ricordare che se non fosse stato per me, saresti ancora qui a frugare nella saccoccia dei primi disgraziati di turno? >
    Jill distolse di nuovo lo sguardo per osservare i dintorni, ma non c'era nessuno che sembrasse interessato alla loro conversazione.
    < Non ho mai tolto nulla a chi non se lo potesse permettere. Lo sai benissimo, Velka. >
    < Oh giusto, quella scusa delle perle e bla bla bla. Ti ho insegnato tutto quello che sai, Jill, questo varrà almeno un attimo del tuo tempo, no? >

    No, non aveva senso. Erano almeno tre anni che non si vedevano, perché Velka era ricomparsa così all'improvviso? Cosa voleva da lei?
    < Ti ho già ripagato più che abbondantemente e non ho nessuna intenzione di lavorare ancora con te. Non dopo quello che mi hai fatto. - le riservò un'occhiata di sbieco per farle intendere che quella conversazione fosse chiusa - Se non ti 'spiace, ho delle commissioni da fare. >
    Accennò ad allontanarsi, ma la donna la prese per un braccio.
    < Il mio committente è molto interessato all'operato di un certo pesciolino: è disposto a pagare una parcella piuttosto alta pur di assicurarsi i suoi servigi. >
    Jill si irrigidì e si voltò di nuovo verso di lei, dopo aver controllato rapidamente i dintorni: Velka aveva un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e questo non poteva significare nulla di buono. Doveva avere qualcos'altro in mente, non l'avrebbe mai approcciata senza un vero piano per convincerla... ma cosa poteva essere?
    < Lasciami. > le ordinò freddamente. Non voleva saperlo davvero. Doveva andarsene prima che potesse raccontarglielo.
    Obbediente, la donna mollò la presa e Jill iniziò ad allontanarsi. Sentì i passi donna alle sue spalle che ripercorrevano i suoi, la vide affiancarsi, sporgersi in avanti. Jill si fermò infastidita.
    < Il committente mi ha detto che è disposto a fornirti importanti informazioni su un certo ciondolo in tuo possesso... - le disse in un sussurro - sai, quello del tuo ultimo colpo. >
    Jill si paralizzò sul posto, improvvisamente terrorizzata. Fissò Velka negli occhi con un certo astio, cercando di dissimulare quanto l'avesse colpita la sua frase. Sapeva che non ci sarebbe riuscita, Velka le aveva sempre rimproverato di essere troppo espressiva per il mestiere che si era scelta. Distolse lo sguardo anche se ormai era troppo tardi per nasconderle ciò che pensava. Le fece cenno di seguirla e la condusse in un vicolo laterale. Controllò rapidamente che non ci fosse nessuno a portata d'orecchi e, con uno scatto repentino, prese l'altra per il bavero della giacca.
    < Come fai a sapere del ciondolo, Velka? >
    < Jill, lo dovresti sapere che... >
    < Come fai a sapere del ciondolo? >
    ripeté, più forte.
    La strattonò. Non voleva farle male, ma doveva farle capire che non stava scherzando.
    < Perché non ci calmiamo e parliamo come delle persone adulte, eh? >
    < Velka, l'ultima volta che mi hai detto una cosa del genere, mi avevi appena pugnalato alle spalle. >
    < Oh, andiamo! Non cominciamo con queste metafore così... poco lusinghiere. >
    < E' suonato l'allarme e sei scappata con la refurtiva.
    - il suo era quasi un sussurro - "Se cercano te, non cercheranno me", mi hai detto prima di chiuderti alle spalle l'unica via di fuga. - alzò la voce e la strattonò di nuovo - Tu come lo chiameresti? >
    Velka non aveva perso la calma per un solo istante. Magari il suo sorriso era diventato leggermente più teso, ma sapeva bene che Jill non le avrebbe mai fatto del male. Purtroppo conosceva bene la sua indole.
    < Ma dai, ancora con questa vecchia storia? Sei qui a raccontarlo, giusto? E questa volta ti prometto che non mi dovrai sopportare a lungo: il lavoro è solo tuo. Io devo solo fare da intermediario tra te e il committente. >
    Jill era ancora arrabbiata, ma lasciò lentamente il bavero.
    < Interessata? > le chiese Velka.
    < Chi è il committente? >
    E come era arrivato a lei? Come faceva a sapere del ciondolo? Perché voleva proprio lei? Non si era mai occupata di furti su commissione, non le piaceva l'idea di avere a che fare con altre persone come... Velka.
    < Ah, a proposito del committente... >
    La donna si passò una mano sulla giacca per stirare le grinze che si erano formate sul bavero. Se la prese con comodo, assaporando il segreto che solo lei conosceva e sapendo bene che Jill stava faticando parecchio per trattenersi dal strapparglielo con la forza. Dopo un tempo che a Jill parve infinito, Velka tornò a ricambiare il suo sguardo. Anche Jill la conosceva bene, purtroppo, aveva la certezza che non le avrebbe detto niente: il suo sorriso era diventato impercettibilmente più profondo.
    < Se vuoi lavorare per lui, ci sono alcune condizioni. La prima tra tutte, è quella di non sapere chi lui sia... >


    Jill era su un tetto, seduta nell'ombra di un comignolo. Non c'era nulla di eclatante nell'edificio sulla quale si era appollaiata, se non la sua posizione e il fatto che fosse appena stato acquistato da una nobile straniera che ancora non aveva fatto in tempo ad insediarsi. Era disabitato, quindi nessuno si sarebbe accorto se una figura nera si fosse arrampicata su una delle sue facciate o se fosse rimasta nell'ombra a osservare i dintorni.
    Una mezzaluna scarsa era alta nel cielo e rischiarava a malapena il suo vero obiettivo: il retro del palazzo dall'altra parte della strada. Era di almeno un piano più alto, il tetto spiovente e le finestre si aprivano ad intervalli regolari lungo tutta la parete. Una, in particolare, la stava osservando con più attenzione delle altre: Velka doveva aver pagato una piccola fortuna per convincere uno dei servitori a lasciare aperta una finestra (seppur quella di una stanza non utilizzata) in un periodo così freddo. Non che le dispiacesse, se aveva accettato quel lavoro qualche mese prima non era stato di certo per fare un piacere a lei o al suo misterioso committente. Che pagassero, le sembrava il minimo.
    Jill si sporse discretamente in avanti: tre guardie armate stavano avanzando l'una al fianco dell'altra. Erano comparse da dietro una delle pareti e si accingevano a completare il giro intorno al palazzo. Li osservò con attenzione mentre si guardavano attorno con circospezione. Era la terza ronda che vedeva passare nella mezz'ora che era rimasta lì, una ogni dieci minuti, con una puntualità quasi imbarazzante. Aspettò che superassero l'altro angolo dell'edificio e sparissero dietro il muro esterno. Contò cinque secondi prima di alzarsi in piedi e uscì dalla sua isola d'ombra. Non c'era tempo da perdere: recuperò l'arco appoggiato contro il comignolo e incoccò una freccia con la punta simile a quella di un rampino. Una corda era stata legata sull'asta, poco oltre l'impennaggio. Mirò con attenzione alla finestra. Aveva solo un tentativo. E solo dieci minuti.

    Edited by Tirannosaurorex - 5/12/2020, 21:55
     
    Top
    .
5 replies since 5/12/2020, 19:17   1453 views
  Share  
.