Jill

Umana (in gioco)

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    Splendore celeste

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    Gillian "Jill" Tress, alias il pesce pagliaccio

    Soprannome di Zell: "signorina delle canne"
    Specie: umana
    Sesso: femmina
    Età: 21 anni
    Elemento/Magia: nessuna
    Aspetto fisico:
    Il suo metro e cinquanta di poco mancato, un peso piuma, e una costituzione non troppo robusta, sicuramente non permettono di definire Jill come una persona dalla stazza importante. Questi elementi, sommati ai suoi capelli mori e corti con giusto un paio di treccine che le spuntano sotto l'orecchio destro, al viso scottato dal sole, agli occhi scuri e alla pelle abbronzata, non la fanno sembrare nemmeno troppo diversa dal pescatore che una volta era, o risaltare particolarmente negli ambienti che si è abituata a frequentare a Kerus. Questo, però, non è che la facciata: sotto vestiti larghi e comodi, infatti, nasconde un fisico abbastanza muscoloso, ottimo sia per arrampicarsi, correre o altre azioni che necessitino di un minimo di resistenza, che per muoversi agilmente quando la situazione lo richiede, come schivare un attacco o scappare.
    Le mani ferme e veloci la rendono adatta ai lavori più disparati. Jill però, si è cristallizzata sui lavori pratici di costruzione di oggetti di sua invenzione e non, e quello di infilare le proprie mani nella saccoccia del prossimo senza farsi scoprire. La cicatrice all'altezza della spalla destra è una dimostrazione del suo secondo campo di interessi [cfr. Storia], mentre i calli alle mani dimostrano ampiamente anche il suo impegno nel primo.

    Vestiario: Jill ha due diversi vestiari, completamente distaccati tra loro, in modo tale che l'uno non possa essere riconducibile all'altro: uno come Jill Tress, da tutti i giorni; il secondo costume come pesce pagliaccio, che usa per celarsi nella notte nelle rare occasioni in cui si sente pronta per un nuovo colpo.
    Giorno: camicie larghe e braghe comode sono gli elementi indispensabili per potersi muovere comodamente nel laboratorio di suo zio, sia per poter rimanere seduta e concentrarsi sul tavolo di lavoro senza sentirsi costretta, sia perché l'aspetto sciatto che le conferiscono quei vestiti, le permette di non turbarsi troppo se per caso qualcosa finisce per macchiarle pantaloni o camicia. Nei periodi freddi aggiunge anche una giacchetta possibilmente dello stesso colore dei pantaloni, cosa comunque abbastanza rara, dato che non è troppo da lei fare caso agli accostamenti cromatici. Anche quando non è in laboratorio, porta legata al braccio una bandana blu che indossa nei momenti in cui deve fare un lavoro delicato, per tenere indietro i capelli ed evitare che la distraggano andando a solleticarle gli occhi.
    Notte: nero. Ecco la caratteristica più palese di tutto questo vestiario: dalla punta del cappuccio, alla suola degli stivali solo un piccolo ricamo all'altezza della spalla - un pesce pagliaccio, ovviamente - da una nota di colore rosso e bianco. Un paio di bottoni al lato del disegno, permettono comunque di attaccarci della stoffa scura e nascondere i due colori vivaci. Oltre ai classici pantaloni più camicia - sempre neri, e un po' aderenti perché non la intrighino nei movimenti - e al mantello con cappuccio - nero, non troppo lungo, e fermato davanti con un paio di cinghie di cuoio scuro -, Jill si è dotata di una serie di marchingegni di sua invenzione che le permettono sia di seminare eventuali inseguitori che evitare di farsi beccare. Gli oggetti che considera più utili sono:
    - Maschera: nera, copre naso e bocca, e, oltre ad offrire una protezione in più dagli sguardi indiscreti, funge anche da filtro per gas da lei respirati, sia nemici che originati dalle sue trappole. E' piuttosto efficace, inventata da suo zio contro eventuali gas con cui poteva avere a che fare nel laboratorio;
    - Ragnatela: una corda scura, lunga una ventina di metri, sottile ma resistente, fissata a lato della cintura con una comoda carrucola per poter essere facilmente riavvolta. All'occorrenza può essere tranquillamente tagliata via e sostituita;
    - Borsa: marsupio nero legato sempre alla cintura. Dentro una tasca esterna Jill nasconde: il kit del piccolo ladro modello - grimaldello e cose simili -, munizioni e qualche aggiunta di sua invenzione [cfr. Tecniche]. Alla fine di ogni colpo, spera sempre di trovarlo pieno;
    - Guanti ignifughi: di cuoio nero trattato, per proteggere le mani dalla sua V tecnica;
    - Erbe curative: anche se non è tanto esperta quanto suo zio, pure lei ha una limitata conoscenza di quelle più comuni. Queste le permetteranno di trattare solo le ferite da taglio e contusioni più superficiali e limitate;
    - Etc.: perché l'idea che non sia finita qui, mi rende più felice.
    Armi: Jill ha un rapporto un po' conflittuale con le armi, nel senso che non riuscirebbe mai ad usarle contro qualcun'altro - soprattutto se questo "altro" fosse un soldato esperto -, ma giusto per sembrare un pelo minacciosa, quando esce di giorno porta sempre con se un coltello alla cintura, mentre di notte una spada corta legata alla parte bassa della schiena, appena sotto ad un tubo di legno che Jill usa come cerbottana. In una custodia circolare che porta legata a tracolla - nel'assetto notturno, si intende -, nasconde anche un piccolo arco con qualche freccia con punte di ferro di diversa forma. Jill lo usa di solito per lanciare in alto corde o cose simili per potersi arrampicare con più agio. Sia la lama dello spadino che le punte delle frecce e dei dardi da cerbottana, sono colorati di nero, per evitare eventuali riflessi. Pure il legno della cerbottana è scuro, e i suoi dardi sono per lo più imbevuti di sonnifero.
    Carattere:
    Solo perché tende a non aprire bocca ogni cinque secondi, non significa che Jill sia una ragazza timida, cosa che, con suo grande disappunto, non sembra entrare in testa alla stragrande maggioranza delle persone che la incontrano. Ok, forse è leggermente introversa, e forse lo è diventata sempre di più via via che il suo secondo "lavoro" procedeva, ma timida? Addirittura? Jill parla con le persone, a volte. E se non lo fa, è perché sa che tutto ciò che le esce, suona troppo spesso sarcastico e tagliente. E' piuttosto polemica, quando si concede di aprire bocca, ma non ama scoppiare inutilmente di rabbia. Preferisce piuttosto concentrare il suo rancore in poche stoccate vendicative. E questo pare non piacere alle persone.
    Fredda e calcolatrice, ma abbastanza intelligente per capire che un qualsiasi piano funge solo fino al momento dell'attuazione. Cerca comunque di affidarsi il meno possibile alla fortuna, anche se in caso la situazione lo richiedesse è per lo meno dotata di abbastanza creatività per improvvisare.
    La indispongono i ringraziamenti, i rimproveri, le critiche e i consigli, motivo per cui preferisce fare le cose da sola, di nascosto, o comunque senza attirare troppo l'attenzione. Non sa mentire, per cui nel caso in cui venga scoperta a fare qualcosa - qualsiasi cosa, sia un favore che un dispetto - o inventa assurde scuse palesemente campate per aria, o semplicemente se ne va senza dare nessuna spiegazione. Deve essere davvero messa alle strette perché qualcuno riesca a sentirle dire le sue ragioni, cosa comunque piuttosto rara, dato che è diventata molto brava nel coprire le sue tracce e nascondere la verità dietro delle omissioni o frasi leggermente ambigue.



    In battaglia:

    Tecnica I:
    Fusione con le ombre:
    Girare di notte evitando i punti più illuminati, vestirsi di nero, muoversi con un passo silenzioso e furtivo, etc. sono già di per sé ottimi modi per non attirare l'attenzione. Per evitare di essere scoperta anche da animali o creature con un fiuto più fino come cani o draghi, Jill ha delle boccette contenenti un liquido che a contatto con l'aria evapora nascondendo discretamente il suo odore e quello dei dintorni (un metro di diametro dalla boccetta). Ogni boccetta dura più o meno un'ora, ma necessita di un certo tempo perché il gas cominci a fare effetto. Lanciando la boccetta o rovesciandone il contenuto all'esterno, il liquido si disperde sì più velocemente, ma essendo più concentrato agisce anche sull'olfatto delle creature che lo respirano direttamente. L'alterazione è diversa da persona a persona, e l'effetto è più o meno duraturo a seconda di quanto gas viene inalato, e da quanto potente è l'olfatto della vittima: da qualche secondo a pochi minuti.

    Tecnica II:
    Guscio di nebbia:
    Non farsi scoprire è un ottimo piano, ma anche piuttosto ottimistico. Nel caso in cui Jill venga individuata, dispone anche di un paio di trucchetti che le permettono di distrarre e seminare eventuali inseguitori. Il più efficace consiste nel lasciarsi alle spalle una nube di fumo che nasconda la strada da lei intrapresa. Questo avviene grazie ad un piccolo marchingegno di sua invenzione che scaldandosi fa evaporare il liquido nascosto al suo interno, rilasciando una nebbia densa. Le persone più sensibili e le creature con un buon olfatto, passando nella macchia di nebbia appena creata possono sentirsi leggermente stordite. Ne risentono un po' anche i comuni mortali, se non escono subito dalla nube di gas.

    Tecnica III:
    Ninna Nanna:
    Per evitare di essere scoperta, è buona norma eliminare eventuali ficcanaso indiscreti. Oltre che farli secchi, ci sono un altro paio di utili trucchetti: evitarli - cfr. Tecnica I -, distrarli - un semplice sassolino non è più sufficiente? -, mentirgli - nop, Jill non ne è in grado.. - o addormentarli. Il sonnifero con cui Jill imbeve i suoi dardi da cerbottana, è abbastanza potente: l'effetto è pressoché immediato, se viene iniettato a livello di collo o di altre tangenziali sanguigne verso la testa, mentre se ha la sfortuna di colpire la vittima in zone più distanti, l'effetto è comunque rapido, ma viene preceduto da un fastidioso intorpidimento rivelatore nei dintorni del punto colpito. La durata non è molta, appena una mezz'oretta, ma al risveglio lascia il malcapitato piuttosto intontito. I dardi sono costruiti in modo da non danneggiare troppo la pelle del malcapitato, ma di lasciare appena una piccola ferita. Questo sonnifero funge anche se ingerito, ma l'effetto è molto meno rapido e necessita di una dose maggiore. I vantaggi di questa via sono: un risultato più duraturo, e il superamento della dura scorza di qualsiasi armatura...

    Tecnica IV:
    Addomesticare:
    Qual è il metodo migliore per rendere mansueto e mite un nemico? Chiedergli gentilmente di stare buono? Corromperlo? Addormentarlo? Padellarlo? No, piuttosto una bella scarica elettrica! L'aggeggio che permette a Jill di fare ciò, idealmente dovrebbe paralizzare la povera vittima, garantendole una mezz'oretta circa di autonomia, anche se ci sono numerose variabili in gioco. Ha una forma sferica, di piccole dimensioni ed è costituito da un guscio scuro e non troppo resistente, che nasconde al suo interno delle pietruzze con delle strane capacità elettriche se esposte all'aria. L'involucro è costruito in modo da poter aderire alle superfici contro cui impatta, soprattutto se metalliche, permettendo così alle pietre di scaricare indisturbate tutto il loro potere paralizzante. Ma ogni oggettino ha dei pro e dei contro: questo, seppur ideale se il nemico indossa una stupida armatura metallica, risulta poco efficace contro cuoio o stoffa - in quel caso ha sempre la Tecnica III nella manica -; e purtroppo per poterla attuare deve avvicinarsi pericolosamente al nemico, per poterglielo lanciare contro ed essere sicuri di fare centro. Inoltre, Jill non riesce ancora a comprendere perfettamente i materiali nascosti al suo interno, quindi non ha il completo controllo del suo effetto. Sa che la scarica dura sempre almeno cinque secondi, ma a volte è non parte immediatamente, altre dura di più, e in altre occasioni è troppo potente... non è un giocattolo che usa alla leggera, c'è un piccolo rischio che la paralisi si estenda anche al diaframma e altri muscoli inspiratori, che la scarica interferisca con i normali battiti cardiaci o che comprometta il corretto funzionamento cerebrale. E semplicemente "l'ultima spiaggia", che spera di non dover usare mai contro avversari.. per lo meno umani. E gli altri, spera di non doverli incontrare mai.

    Tecnica V:
    Soffio di fuoco:
    Non è un vero soffio dato che non viene sparato dalla bocca, ma l'idea di poter scimmiottare draghi e creature con solo un nome, la fa sentire un po' meno.. impotente. L'aggeggio è formato da un bracciale più spesso e più lungo nella parte bassa. A questo livello, in una tasca del bracciale, è nascosta una sorta di capsula che, con un determinato movimento della mano (dopo aver tolto la sicura, ovviamente), comincia a rilasciare un gas facilmente infiammabile. Quando il gas compresso viene sparato completamente, una scintilla dentro la capsula accende il gas, dando l'illusione che Jill sia in grado di sparare "aliti" di fuoco dalle mani. In realtà l'utilizzo è limitato al massimo a due volte per role (una cartuccia per braccio), dato che il fuoco sprigionato distrugge in parte la struttura del bracciale, rendendo impossibile sostituire e riparare in tempi rapidi. Il gas viene sparato in avanti, in modo che accendendolo non si accenda pure.. beh, Jill. L'unica sua parte esposta è la mano, ma il problema viene risolto con un paio di guanti ignifughi particolarmente coriacei e non troppo ingombranti.
    Se il gas nell'aria non è abbastanza concentrato, il fuoco non attecchisce (o se già acceso può essere spento precocemente), quindi funziona a dovere solo al chiuso o in posti vento-free. L'effetto è limitato nel tempo ad una manciatina di secondi e il raggio d'azione è abbastanza limitato (il gas deve rimanere concentrato), ma la sua potenza lo rende un valido strumento sia per liberarsi di ostacoli inanimati come muri, che per creare diversivi contro esseri più animati. Essendo una tecnica vagamente pericolosa e fatale, Jill preferisce usarla solo se non se ne può fare a meno.

    Tecnica VI:
    Cheese!:
    Una fiala stretta e allungata con all'interno un liquido trasparente che reagisce con l'ossigeno: se la sostanza viene esposta all'aria, essa comincia a rilasciare una luce bianca e fredda. A seconda di come viene usata può fungere come torcia (aprendo la fiala, lasciando che solo la superficie del liquido entri in contatto con l'aria) o può anche rilasciare un bagliore accecante (se la boccetta viene infranta e tutta la sostanza entra contemporaneamente in contatto con l'aria). La luce del flash non può essere schermata dai semplici occhi chiusi e può filtrare anche dietro un braccio teso in avanti a schermare la vista (meglio se una mano viene poggiata direttamente contro gli occhi, o anche il cappuccio di tela nera di Jill è efficace).
    E' un ottimo diversivo contro ogni tipo di creatura, più dannosa contro non-morti, creature notturne e quelle dalla vista più acuta. L'effetto della cecità è ovviamente temporaneo, ma può durare per diversi minuti a seconda dell'esposizione e dell'efficacia.

    Tecnica VII:
    Presa a terra:
    Altro modo per impedire a qualcuno di seguirti è quello di impossibilitare quel qualcuno a muoversi: ecco che entra in gioco questo nuovo aggeggio, che quando viene lanciato, aderisce a qualsiasi superficie e comincia ad attrarre a sé tutto ciò che gli si trova intorno, schiacciando qualsiasi cosa e chiunque contro la superficie a cui l'aggeggio ha aderito.
    L'effetto è regolato da tre parametri: Raggio d'azione, Potenza dell'attrazione e Durata. Questi possono essere impostati prima di effettuare ogni lancio grazie a tre manopoline nella struttura. Se uno dei tre parametri viene aumentato, gli altri due vengono ridotti per compensare: se Jill combatte contro un nemico molto forte a livello fisico, può aumentare la Potenza, ma il Raggio e la Durata saranno minori; se combatte contro più nemici può aumentare il raggio; e se proprio vuole essere sicura di riuscire a far perdere le sue tracce, può allungare la Durata dell'effetto. Di norma, quando i tre parametri sono in equilibrio il Raggio è di circa 3 metri, dura per 3 minuti e aumenta di 3 volte il campo gravitazionale (il totale deve sempre fare 9, se si aumenta il raggio a 5 metri, per esempio, gli altri due parametri saranno 2 minuti e 2 volte).
    L'aggeggio non è gigantesco, ma è piuttosto pesante. Anche se si può trasportare facilmente attaccato alla cintura, Jill preferisce portarne in giro al massimo due, o la rallenterebbero troppo nei movimenti.

    Tecnica VIII:
    Chicchi di zio Rodd:
    Sono delle pillole della dimensione di un chicco di caffè, che zio Rodd sintetizza estraendo il principio attivo di una pianta che cresce solo nella palude di Andorix. L'effetto è quello di dare una botta di energia garantendo bonus fisici legate all'agilità (aumento di velocità, miglioramento dei riflessi, etc...), inibendo insieme la nocicezione (non sente dolore) e il senso di stanchezza. Ha come unico malus quello di diminuire la precisione.
    La durata e la potenza hanno un effetto diverso a seconda della modalità di consumo: se il chicco viene ingerito l'effetto si manifesterà dopo almeno un quarto d'ora (a stomaco vuoto) e durerà per una mezz'oretta abbondante; se invece viene rotto tra i denti e assorbito a livello dei capillari sotto la lingua, si avrà un improvviso boost molto più efficacie ma meno duraturo (cinque minuti max). Il primo metodo non ha nessun tipo di controindicazione se non nella quantità (massimo una pillola per volta per evitare una gastrite); il secondo metodo invece non può essere usato per più di due volte di seguito, perché tende ad affaticare il corpo senza che se ne renda conto: dopo la terza la fatica si fa troppo pesante per poter essere sostenuta e quando l'effetto si esaurisce Jill non è più in grado di muoversi per qualche minuto.
    Un chicco è tarato per un umana del suo peso e stazza, ma lo stesso chicco può avere effetti simili anche su altre creature o persone. Ci sono altri modi di assunzione (che zio Rodd preferisce per correggere il gusto agre del chicco), ma Jill non li ritiene abbastanza efficaci o comunque poco pratici.



    Storia:

    Background:
    Ufficialmente, quel piccolo agglomerato di case a sud di Knarw non aveva un nome particolare: le persone che lì vivevano non avevano l'ambizione di chiamarla in qualche modo se non casa; i rari stranieri che passavano di lì credevano che fosse un semplice quartiere isolato di Knarw; e gli abitanti di Knarw la consideravano solo un ammasso di casupole lontane dal porto dove vivevano i pescatori che rifornivano la città di pesce fresco. Io non riuscivo a considerarla in nessuno di questi modi: più che una casa, per me era diventata una sorta di rifugio; più che parte di una città la vedevo come un villaggio a sé stante; più che ospitare semplici pescatori, era dove la mia famiglia abitava insieme ai ricordi della mia infanzia.
    Il carretto su cui io e lo zio Rodd viaggiavamo ebbe un sobbalzo, distogliendomi dai miei pensieri. Non riuscii a trattenere un gemito quando la gamba malandata atterrò pesantemente sulle dure assi di legno.
    < Jill, ti sei svegliata? - chiese lo zio seduto a cassetta - Siamo in vista del villaggio ormai. >
    < Sì, zio.. dovevi per forza salire su tutte le radici della strada? >
    borbottai stizzita.
    < Sembra che abbia funzionato.. ti sei svegliata, no? > ridacchiò.
    Mi tirai su a sedere, facendo perno sul gomito del braccio sano e aiutandomi con le cianfrusaglie che zio Rodd aveva ammassato lì dentro. Anche se avessi provato a chiedere, non credo che sarei mai riuscita a capire perché lo zio si fosse portato dietro tutta quella roba. Se la nostra idea era quella di rimanere lì appena un mese, non era solo un inutile ingombro? Sinceramente, io sospettavo che avesse solo bisogno di una scusa per non farsi il viaggio a piedi.
    Zio Rodd tirò le redini, e la sua vecchia e stupida cavalla si stoppò. La vegetazione intorno era ancora troppo folta per pensare di essere già arrivati... che cosa gli frullava in testa?
    < Zio, ti sei perso? >
    < Jill, questa volta sei messa peggio del solito. >

    Con un ginocchio tumefatto e una spalla bucherellata da una freccia? Certo, era un eufemismo, ma effettivamente non mi era mai capitato prima di avere tanti problemi in un sol colpo. Aspettai che continuasse da solo, ma invano.
    < Eh, già... > lo spronai. Sperai solo che non decidesse di farmi una predica proprio in quel momento. Anche se non mi avrebbe mai fatto cambiare idea, era alquanto scocciante non avere vie di fuga in cui dileguarmi.
    < Credo che questa volta comincerà a sospettare qualcosa. >
    Di nuovo. Non proseguì. Pure questo era abbastanza scocciante.
    < Zio, di chi stai parlando? So come gestire mia madre da quando scappavo nel bosco e tornavo con le ginocchia sbucciate... >
    < Lylla? Oh no, a lei basterebbe dire che sei caduta dalla luna, e la prenderebbe per buona.. intendo tua sorella. >

    Per il mare in tempesta! Maddyn? Perché mi avrebbe dovuto dare tanti problemi? Tra tutti, era quella che meno mi preoccupava!
    < Zio, è cieca. > esclamai, come se stessi spiegando qualcosa di ovvio ad un bambino.
    Zio Rodd la prese, però, come qualcosa di piuttosto divertente. Scoppiò inspiegabilmente a ridere.
    < Immaginavo che te ne saresti uscita con qualcosa di simile... ah Jill, se potessi vedere le cose dall'esterno come le vedo io, capiresti: l'unico motivo per cui non ti ha ancora sgamato è perché ti crede un libro aperto. E il fatto che tu la consideri stupida, la aiuta solamente. >
    Insensato. Completamente insensato. Maddyn era mia sorella maggiore... come poteva zio Rodd pensare di conoscerla meglio di me?
    < Maddyn non è stupida, zio. >
    < Scusa, dimenticavo il codice dei fratelli: si possono offendere solo tra loro.
    - ridacchiò mentre faceva riacquistare velocità al carro - Ma non dire che non ti avevo avvertito, testa di rapa. >

    Vedere avvicinare le case del villaggio mi lasciava sempre uno strano senso di inquietudine. Era come tornare indietro nel tempo, quando ancora mi era sufficiente salpare con mio padre all'alba e tornare semplicemente alla sera. L'unico pericolo che a quel tempo credevo possibile, era il rischio di schiaffeggiarlo ogni volta che cercava di convincermi ad andare da zio Rodd per fare "qualunque diamine di cosa Rodd faccia", tanto per usare le sue stesse parole. Ma non mi sentivo sprecata, come lui sosteneva. Mi piaceva passare la giornata sul mare e inventare nuovi aggeggi per rendere la pesca più agile, come sistemi di carrucole per alzare le reti più pesanti o mulinelli più rapidi per raccogliere la lenza...
    Gli zoccoli della cavalla da tiro di zio Rodd risuonavano strani in quel posto in cui da sempre ero abituata a girare a piedi, e ancora più strano, fu fermarsi davanti alla mia vecchia casa, senza neanche sentire la stanchezza del lungo viaggio. Mi sembrava quasi un sogno, aspettavo solo una piccola me che usciva di corsa dalla porta per venire a salutarmi...
    Ad uscire, però, fu Maddyn, che con calma girò la testa in direzione del carro, aspettando che chiunque ci fosse si rivelasse.
    < Ehi, Madd! Sei cresciuta! > la salutò zio Rodd scendendo dal carro.
    < Zio Rodrick? E Gillian, ci sei anche tu? > accennò anche ad uno dei suoi rari sorrisi.
    Aveva da sempre avuto la mania di chiamare tutti con il loro nome completo. A volte sembrava quasi che fosse l'unica a ricordarseli.
    < C'è anche lei. E' un po' timida ultimamente. > ridacchiò lo zio.
    Lo zio si avvicinò alla cavalla per tenerla ferma, la quale dal canto suo lo ignorò completamente per brucare i radi ciuffetti di erba che le capitavano a tiro. Stupido animale. Pregai che non si muovesse proprio mentre cercavo di scendere. Già ero malmessa di mio, ci mancava solo che ruzzolassi giù dal carro per colpa di un maledetto quadrupede. Mi preparai psicologicamente per compiere l'impresa..
    < E' sempre stata un po' timida.. - convenne Maddyn seria - A proposito di questo, Gillian, è da un po' che non lasci tue notizie.. >
    Quello di cui parlavano era assolutamente frutto della loro immaginazione. Non ero timida. Per niente. Mai. Tant'è, che aprii bocca per parlare.
    < Scusa. > la salutai mogia.
    In famiglia, questo era sempre la cosa giusta da dire. Soprattutto se erano da almeno tre o quattro mesi che non tornavi a trovarli. O che non spedivi una lettera. O che.. beh, sospirai cominciando a scendere dal carretto con l'obbiettivo di evitare di uccidermi. Lo zio scoppiò a ridere mentre ancora trafficava con i finimenti della cavalla. Fortunatamente, quel maledetto animale non fece nemmeno una piega per l'improvviso rumore... perfino quell'essere era abituato ai frequenti attacchi di ilarità di zio Rodd.
    Maddyn si avvicinò a lui con un paio di falcate, e non si fece troppi scrupoli nel schiaffeggiarlo.
    < Rodrick Soleyl! Tu non ti fai vivo da ancora più tempo! >
    A volte era piuttosto dispotica.
    < Ah, Maddyn, e quanto mi sei mancata nel frattempo! - scoppiò di nuovo a ridere - Ma prima di uccidermi non credi che debba almeno salutare mia sorella? Dov'è Lylla? >
    < Sta impastando il pane. Arrivate sempre nei momenti meno opportuni. E non avvertite mai quando lo fate. >
    < Non è più divertente così? >

    Maddyn sbuffò, mentre lo zio si avviava all'interno della casupola, accompagnato da un'altra delle sue fragorose risate. Poco prima di entrare si voltò per indirizzarmi una stranissima occhiata preoccupata. Era così fuori luogo sulla sua faccia! E così incomprensibile nel contesto! Ormai avevo entrambi i piedi ben piantati a terra, che altro c'era di preoccupante?
    < Gillian, dove sei? - mi chiese Maddyn - A volte sei troppo silenziosa per capire come ti muovi... >
    Le toccai una spalla.. che bisogno c'era di parlare quando Maddyn con un semplice contatto poteva capirlo da sé? Diamine, perché dovevo continuare a giustificare il fatto che non aprissi bocca ogni secondo? Io non ero timida!
    Ignara dei miei drammi interiori, Maddyn annuì con decisione, prima di aprir bocca: < Bene. Gillian, dobbiamo parlare. Seguimi. >
    Ecco, queste semplici parole ebbero il potere di crearmi nuovi dilemmi mentali. Non ero io quella che parlava poco, di solito - anche se timida non lo ero per niente? Maddyn si spiegava! Sempre! E.. ehi, dove scappava così di fretta? Di cosa intendeva parlare? Non potevo salutare nostra madre prim..
    < Jill? > mi richiamò girandosi.
    Quando cominciava a chiamarti con il tuo soprannome, era un brutto segno. Mi affrettai a seguirla il più velocemente possibile, nonostante il ginocchio in fiamme. Quando la raggiunsi, provai a chiederle di cosa dovessimo parlare, ma lei mi zittì.
    < Non qui. - disse semplicemente - Devo farti qualche domanda... >
    Tra tutte le domande che si stavano formando a me in testa, quella che si imponeva tra le altre era: perché ero io quella considerata timida? Almeno io se avevo qualcosa da chiedere, non avevo particolari preferenze di luogo! Non esposi il dubbio, ovvio, non sarebbe stato utile al fine di capire cosa diamine intendesse fare Maddyn.
    < Che genere di domande? > chiesi invece innocentemente.
    < Delicate. > rispose lei evasiva. Sembrava quasi arrabbiata mentre lo diceva. Confidai che il ginocchio mi riuscisse a portare dovunque lei volesse, altrimenti sarebbe stata capace a caricarmi in spalla e continuare comunque. La seguii quindi in silenzio, chiedendomi ad ogni passo quanto diamine mancasse per quella maledetta meta. Solo dopo aver superato l'ultima casupola del villaggio, non ci misi molto a sospettare dove intendesse portarmi.
    < Maddyn, ma stiamo andando verso la spiaggia? >
    < Certo, a quest'ora sono tutti a pesca o in casa per le loro faccende. E' tutta per noi adesso. >

    Ma la spiaggia era.. così lontana ancora! Il mio orgoglio non mi avrebbe mai permesso di inoltrare la mia perplessità, anche perché non volevo che Maddyn venisse a conoscenza del mio - sempre più dolorante - ginocchio.
    < Lo sai che... che non è conveniente per te. - buttai lì - Potresti inciampare, perdere l'orientamento, non trovare più la strada di casa, e... >
    < Oppure, Gillian, puoi semplicemente avvertirmi se un bastone mi finisce tra le gambe. Voglio sentire il rumore del mare, per una volta. E' assurdo viverci così vicino, e sentirlo tanto di rado solo perché nessuno ha tempo di fare un giro. >

    Digrignai i denti, sia perché il dolore al ginocchio cominciava ad arrampicarsi su per la gamba, sia perché non avevo nessuna intenzione di fare quella strada. Erano troppi i ricordi che ero riuscita a seppellire abbandonando il villaggio. E il percorso che facevo tutte le mattine con mio padre era uno di questi.
    Non riuscii a borbottare altre domande, mi sentivo inspiegabilmente troppo stanca per camminare e parlare contemporaneamente. Mi limitai a guardare il troppo conosciuto ambiente circostante, sperando che ogni passo in avanti fosse anche l'ultimo.
    La strada battuta cominciò piano piano ad essere sostituita dalla più morbida sabbia, e camminare si fece un pochino più arduo. Fortunatamente dopo non molto Maddyn si bloccò, girò la testa verso il mare con un'espressione tra il pensieroso e il felice. Cosa diamine aveva in testa? Riuscii ad affiancarmi a lei un attimo appena, che subito riprese a camminare, seppur più lentamente.
    < Gillian, che cosa fai per vivere a Kerus? >
    La domanda oltre a spezzare il silenzio, spezzò anche la mia concentrazione nel procedere, tanto che rischiai di inciampare nei miei stessi passi. Perché le saltava in mente di chiedermelo? Così, dal nulla? Era questo il genere di domande delicate che intendeva pormi?
    < Lo sai, Maddyn, lavoro nel laboratorio di zio Rodd... > risposi circospetta.
    Non era una menzogna. Lavoravo davvero con zio Rodd, anche se, ovviamente, non mi limitavo solo a quello.
    < Ok, e di che ti occupi di preciso? >
    Mi sentii arrossire, era come se avesse intuito la mancanza di qualcosa. Per fortuna non poteva accorgersi della reazione. Forse.. no, zio Rodd non conosceva mia sorella meglio di me! Impossibile!
    < Beh, costruisco alcuni marchingegni di vario genere.. - pausa fiato - dipende se sono io a progettarli o zio Rodd. >
    < Esistono.. cose da costruire di generi diversi? Cosa cambia tra le tue e quelle dello zio? >
    mi chiese, lasciandomi appena il tempo di finire la mia precedente frase.
    Ma qual era il fine di tutte questa catena di domande? Dovevo davvero stare al gioco? Con un respiro profondo immagazzinai quanta più aria possibile.
    < Ah, zio Rodd sta cercando qualche assurdo modo per volare, ma si è un po' fermato da quando si è rotto una gamba buttandosi giù dal tetto... > mi bloccai per riprendere fiato, ancora. Approfittai della pausa per lanciare un'occhiata a Maddyn: la sua espressione tradiva un certo divertimento, anche se cercava palesemente di nasconderlo dietro un cipiglio.
    < E tu? >
    < E io, beh, progetto macchine che di solito vogliono solo i nobili per fare colpo su chi gli sta intorno...
    - pausa - niente di che.. >
    In realtà, pure questo era solo in parte vero. Oltre a quei semplici esercizi - che mi offrivano un'ottima scusa per il primo sopralluogo nel palazzo di una mia eventuale vittima -, lavoravo molto spesso anche su altri progetti, come la mia attrezzatura per le mie piccole gitarelle notturne. Ma come avrei potuto rivelarglielo nascondendo tutto il resto? Nah, meglio il silenzio, e al diavolo la timidezza!
    < Ah sì, e che macchine per esempio? > mi chiese.
    Di nuovo, sentii le mie guance diventare bollenti. Sembrava quasi che sapesse, ma che si stesse solo divertendo a girarci intorno. Cominciavo a sospettare che l'avvertimento di zio Rodd avesse qualche fondamento... ma, no, non poteva essere.. non doveva...
    < Orologi per lo più, ma anche altre cose. Ehm, per esempio.. beh, il mio ultimo lavoro è stata un'armatura meccanica che fa qualche passo in avanti, e il saluto militare quando qualcuno le si... - basta, ero a corto di fiato, dovevo cercare in qualche modo di stoppare questo inutile gioco - le si avvicina. Ma Madd, perché portarmi fino a qui per chiedermi queste cose? - chiesi quasi senza aspettare di riprendere fiato - Non mi sembrano domande poi così delicate. >
    Maddyn si bloccò. Aveva una strana espressione preoccupata. Oh, capperi.
    < Hai il fiatone, Gillian. - pausa - E il passo irregolare. >
    Non aveva nessuna importanza che il suo tono di voce non fosse quello di una domanda. Si capiva benissimo che era una spiegazione quello che voleva.. ma cosa potevo dirle? Nemmeno io sapevo come spiegarmi perché mi sentissi così stanca, nonostante la dormita durante quell'eterno viaggio tra Kerus e Knarw.
    < Sono caduta e ho sbattuto il ginocchio prima di venire qui. > le risposi. Già, perché complicarsi la vita rispondendo insieme ad entrambe le domande? In fondo non stavo mentendo. Omettevo solo qualche particolare, tipo, da quanto in alto ero caduta.
    Maddyn riprese a camminare, per poi bloccarsi dopo qualche passo. Sospirò prima di sedersi sulla sabbia.
    < Non dovevamo andare fino alla spiaggia? > le chiesi, senza sapere bene se sentirmi grata o scocciata.
    < Nah, mi sento stanca... e il mare riesco a sentirlo anche da qua. >
    Mi buttai a terra vicino a lei. Il ginocchio ringraziò, anche se la spalla si lamentò un poco per quella caduta così poco delicata.
    < Adesso cominciano le vere domande. Vedi qualcuno qui intorno? > sussurrò.
    < No, Maddyn. Perché mai... > cominciai, ma non mi permise di terminare la domanda. Mi prese il volto tra le mani.
    < Che stai facendo, Madd? > esclamai. Non avevo più dubbi: ora mi sentivo scocciata. Profondamente.
    Cercai di allontanarla, non mi andava di giocare. Riuscii a trattenere un gemito quando senza pensarci, usai per divincolarmi la spalla ferita.
    < Non sei mai stata capace a mentire, Gillian, ma sei sempre stata un portento ad omettere con stile. Questa volta voglio essere sicura: dato che non posso vederli, voglio almeno sentire se i tuoi cambiamenti facciali sono naturali. >
    Cercai di allontanarmi di nuovo, usando questa volta il braccio sano, ma quello che mi chiese mi scioccò troppo per continuare.
    < Cosa? > borbottai sconcertata.
    < Sei entrata nella Nebbia, Gillian? > Oh, ma allora avevo capito giusto.
    < Sei impazzita mentre non ero qui? Madd, cosa diamine ti salta in testa!? >
    Allontanò le mani irritata.
    < E allora perché sei diventata così strana? E per quale motivo porti tanto denaro nel villaggio e nascondi il modo in cui te lo procuri? Il laboratorio di zio Rodrick non può spiegarlo tutto, dannazione! Nemmeno se confessi di trattare prettamente con i nobili... >
    Questo, se possibile, mi sconvolse anche di più. Il denaro che facevo arrivare nel villaggio era una piccolissima parte rispetto a tutto il resto. Kranw, a differenza di Kerus, si prendeva cura dei suoi figli, per quanto separati dal resto del centro abitato.
    < Quale denaro? >
    Tentai con la strategia della "finta tonta", ma avevo la strana sensazione che Maddyn avesse ormai le idee troppo chiare per cascarci.
    < Quello che passi sotto banco ai vicini, ai parenti, agli amici, e agli amici degli amici... a tutti, Gillian! >
    Come poteva saperlo? Contattavo indirettamente sempre persone diverse, e il denaro non lo mandavo mai due volte alla stessa famiglia! Mi assicuravo perfino di fargli promettere che non se ne parlasse troppo in giro!
    < Chi ha parlato? > le chiesi in un sussurro scocciato.
    < Nessuno. Il mio era solo un azzardo.
    - si concesse un sogghigno - Ed ha funzionato, evidentemente. >
    < Un azzardo? >
    < Gillian, anche se hai raccomandato a tutti di non dirci niente, era impossibile non accorgersene: c'era troppo.. come definirlo? Rispetto, sì, c'era troppo rispetto per noi nell'aria. >

    Perché sembrava così convinta di quello che diceva?
    < Maddyn, non ha alcun senso. >
    Sbuffò scocciata. Pretendeva davvero che il suo ragionamento fosse così chiaro?
    < Voci estranee che mi salutavano per la strada, - cominciò a spiegare - offerte di aiuto inattese, regali da sconosciuti rammaricati della morte di nostro padre... Gillian, nostro padre è morto quattro anni fa! Bisognava essere morti o più ciechi di me per non accorgersi che c'era qualcosa sotto! >
    Ah! Stupidi caproni! Come avevano potuto farsi beccare in maniera tanto idiota!? Perché diamine era andata a fidarsi! Maledizione!
    < E perché pensi che sia colpa mia? > Ecco l'ultima e inutile speranza.
    < E' una semplice questione di logica. Io so di non essere stata, nostra madre è una delle persone più prevedibili del mondo, nostro padre non c'è più e zio Rodrick è troppo poco lungimirante per questo genere di questioni... chi rimane se non tu? >

    Avevo finalmente compreso che zio Rodd aveva maledettamente ragione. Per tutti i coralli rossi dell'oceano, chi lo avrebbe mai immaginato!?
    < Maddyn, sei troppo intelligente per essere cieca. Sei come uno squalo all'amo. >
    < Rispondimi, stupida ragazza... tu non sei una semplice assistente di un.. qualunque cosa sia zio Rodrick... >
    < Lui ama definirsi un "artimista" >
    < Un che? >
    < Un artista-alchimista. Ci tiene molto a questa sua auto-proclamazione. >

    Rimase per qualche secondo interdetta.
    < A volte la stupidità di quell'uomo mi sorprende... - sospirò - Comunque, Gillian, non sei la semplice assistente di un art... no, mi rifiuto. Di zio Rodrick. >
    < Come se avere solo a che fare con lui non fosse già abbastanza impegnativo... >
    < Jill, smettila di sviare il discorso! Chi diamine sei diventata? Voglio che mi spieghi perché ogni volta che torni sei sempre più strana! Questa volta sei tornata con un ginocchio ammaccato, la scorsa trattenevi il respiro se c'erano dei passi in lontananza! Non pensare che non sia anche colpa tua se ho cominciato a sospettare qualcosa! >

    Inspirai a fondo, guardando lontano verso l'orizzonte, interrotto solo dal vulcano spento dell'isola di Meridia. Non avrebbe mai mollato l'osso, la sua testardaggine per lo meno la conoscevo molto bene.
    < Raccolgo perle. > le dissi con semplicità. Accennai pure un sorriso, anche se Maddyn non poteva esserne partecipe.
    < Questo piuttosto non ha senso. > esclamò irritata.
    Ridacchiai, come poteva non capire? Per me era una metafora così chiara!
    < Porto via denaro e gioielli alle persone.. a nobili, per lo più, ma anche a qualche usuraio o a mercanti particolarmente antipatici. - riuscii a trattenere una dolorosa e inutile alzata di spalle - Rubo, Maddyn, ma solo alle persone che sono in grado di crearsi di nuovo la propria perla partendo dalla spazzatura del mare. >
    Per quanto lontano, lo sciabordio si impose nel silenzio che si creò. Anche se non totale, era un silenzio comunque molto opprimente.
    < E lo dici così tranquillamente? - riprese Maddyn, dimostrando un tono di voce molto più calmo del mio - Potresti perdere la mano se ti scoprono, sai? >
    < Non mi scopriranno. Sono un pesce pagliaccio, e io conosco i miei anemoni. >
    Il silenzio si impose di nuovo. Maddyn non sapeva che il mio nome d'arte fosse proprio "Pesce Pagliaccio", ma era molto probabile che ricordasse che fosse stato nostro padre a chiamarmi per la prima volta così. Per un motivo completamente diverso, ovviamente, ma in questo ambito suonava troppo azzeccato per non approfittarne. Ma Maddyn mi sorprese, non domandò niente in proposito.
    < Perché? Non ti sentivi abbastanza... perché, Jill? >
    < Perché cosa? >

    Non riuscì a rispondermi subito.
    < Ho sempre pensato che se avessi avuto anch'io la vista mi sarei comportata esattamente come te, ma in questo momento non riesco proprio a capirti. >
    Neanche la mia risposta fu immediata, per il semplice motivo che nemmeno io ne ero effettivamente a conoscenza. Non era una cosa a cui mi sembrava di dover pensare. Nella mia testa era così.. logico. Mi sforzai comunque.
    < Sai, se me lo avessi detto quattro-cinque anni fa, probabilmente ti avrei preso per pazza.. tutto è partito da un semplice furtarello, non ricordo nemmeno bene quando è stato, ma nella mia testa è tutto così chiaro, come se fosse avvenuto appena ieri. Ero al mercato di Kerus, non ho idea di cosa dovessi comprare, ma non era raro che per tagliare passassi nella zona dove si vende frutta e verdura. Camminando, mi sono accorta che c'era una mela per terra, sola, ignorata da tutti.. perfino da quello stupido venditore. Quando mi chinai per recuperarla il mio primo istinto fu di fuggire via... non di restituirgliela, non di mangiarla, ma di scappare con il mio magro bottino. Ricordo che non avevo nemmeno fame. - sorrisi, era la prima volta che lo raccontavo ad alta voce, sembrava così stupido ripensandoci - Quando realizzai cosa avevo fatto era ormai troppo tardi: ero in un vicoletto, ad ansimare per il fiatone, e a pensare a quanto scema dovevo essere sembrata a tutti quelli che mi avevano visto correre a rotta di collo per le vie di Kerus. Mi sentivo stupida con quella stupida mela in mano... e non solo perché con quella mossa non ero riuscita a comprare quello che dovevo prendere al mercato, ma soprattutto perché non capivo per quale motivo l'avessi fatto... >
    Mi zittii. Il ricordo mi sembrava così fresco, eppure così lontano insieme. Quanta strada che avevo fatto da allora!
    < Sai, è il discorso più lungo che ti ho mai sentito dire. > cercò di spronarmi Maddyn, ma ero ancora troppo ancorata a quel ricordo per procedere.
    Per un caso, tutto era nato per un semplice caso. Se quel venditore fosse stato un attimo più attento? Se quella mela non ci fosse più stata? Se qualcuno passando non l'avesse urtata e fatta cadere? Se fossi passata qualche minuto più tardi? Se...
    < Zio Rodrick conosce questa storia? > provo a distrarmi di nuovo. Questa volta funzionò.
    < Solo la parte dell'essere tornata a casa a mani vuote, credo. >
    < Ah, e dopo? Che è successo? >
    < Sì, poi, beh non c'è molto altro... poi ho alzato lo sguardo e lì davanti c'era un bambino vestito di stracci che mi fissava.. piuttosto male tra l'altro. Quando gli lanciai la mela smisi di sentirmi in colpa verso il venditore. Mi sembrava solo giusto averlo fatto. E dopo ancora... beh, è andata avanti. Non c'è voluto molto per diventare il migliore tagliaborse della città. E, ehm, una cosa tira l'altra... la sfida non era più sufficiente... sono passata ad altro. >
    < Altro? Intendi nobili, usurai e mercanti antipatici? >

    Annuii, per poi inoltrare il messaggio con un semplice < Sì. >
    < E questo lo zio lo sa? >
    < Ne dubito. Madd, lui conosce solo la parte... più eccitante.. >
    < Quella in cui deve rattopparti? >
    < Beh, sì...
    - ammisi, seppur a malincuore - ma non è così frequente come pensi. >
    < Ah, a proposito di questo. Cosa hai fatto veramente al ginocchio? >
    < Beh, sono caduta. Veramente. >
    < Non ti credo, sei sulla difensiva. >

    Ridacchiai.
    < Tu mi attacchi senza una ragione. E poi lo hai detto anche tu che so solo omettere con stile. Se dico qualcosa quella è la verità. >
    Incassò, ma non ne sembrava molto convinta.
    < Bene. E al braccio? > mi chiese con uno strano ghignetto.
    < Braccio? Quale braccio? > Nuovo tentativo alla "finta tonta", anche se ormai sapevo che era piuttosto inutile.
    < Scusa, la spalla. E prima che tu possa fare di nuovo finta di niente: la destra. >
    Sospirai. Per il pesce leone più velenoso, zio Rodd aveva decisamente ragione.. come avevo fatto a non accorgermene fino a quel momento?
    < E questo come diamine lo sai? Sono stata attenta a tenertelo lontano. >
    < Da prima, quando ti ho chiesto della.. beh, hai cercato di allontanarmi, ma sembravi un po' troppo debole. Era un altro azzardo. Con te è troppo facile capire le cose, Gillian. Zio Rodrick per lo meno sa questo? >
    < Sì, è stato lui a bendarmi.
    - sospirai - Sei un maledetto squalo, davvero, cosa ti... >
    < Bendarti la spalla? Per una caduta? Gillian, è decisamente più divertente carpire informazioni a zio Rodrick. >
    < Quali informazioni cerchi dallo zio? >
    < E cosa hai fatto alla spalla veramente, Jill? >
    mi ignorò. Fantastico.
    Sospirai. La risposta non le sarebbe piaciuta.
    < Come reagiresti se ti dicessi che mi ha colpito una... ehm, no. Aspetta, Madd, trattieniti per qualche minuto. A questo punto è meglio se ti racconto tutta la storia. >
    E così gli raccontai del mio ultimo colpo. Fu molto più semplice di quello che pensavo: Maddyn si mantenne innaturalmente calma per tutto il tempo, spiccicando una parola qua e là, in pochi e occasionali commenti. Fu un po' inquietante, ma la sua strana apatia mi aiutò a procedere senza ripensamenti.
    < Il mio ultimo colpo non è andato molto bene. - cominciai - Ho iniziato a progettarlo quando portai l'armatura meccanica - sì, dai, quella che ti dicevo prima! - nel palazzo di Lord Riuwnn... >
    Mi ero preparata a tutto: avevo fatto tutti i miei calcoli; memorizzato la disposizione di tutte le stanze e il giro di ronda di ogni guardia; sapevo dove entrare, dove uscire e dove andare. Non mi sembrava di aver tralasciato niente. Mi accorsi che tutto non fu sufficiente, non appena riuscii ad entrare nel palazzo.
    < C'era semplicemente troppa gente che teneva d'occhio le varie stanze, almeno il doppio di quelle che avevo previsto! Io non sono una persona paranoica, ma ti assicuro che lì per lì non riuscivo a smettere di pensare che sapessero del mio arrivo... >
    < E perché non te ne sei andata, allora? >
    < Perché avrei dovuto? Non mi avevano ancora scoperto, no? >

    Riuscii comunque arrivare alla tesoreria del palazzo, anche se con un pelo di più difficoltà di quelle che avevo originariamente previsto. Dovevo sbrigarmi ad arraffare quello che potevo e nascondermi il più velocemente possibile, dato che la ronda in quel punto del palazzo era molto più frequente...
    < ... ma, qualcosa attirò la mia attenzione. Era in una posizione troppo importante della stanza perché non me ne accorgessi, anche se, allo stesso tempo, quell'oggetto era troppo semplice per l'importanza che deteneva, lì al centro di tutti quegli ori. Perché quella semplice collana nel posto più in vista? C'era sempre stata o era una aggiunta recente alla collezione? I soldati che non avevo previsto erano lì per quello stupido monile? Con la sua stranezza attirava il mio sguardo, distogliendomi dal mio obbiettivo, e distraendo la mia mente con mille quesiti. Le ero già vicina senza nemmeno accorgermene. >
    < Che cos'era? >
    < Solo una collanina... a prima vista davvero insignificante. Non saprei come altro descriverla... >

    La mia distrazione non era però tale da non lasciare spazio all'ambiente circostante: le armature tintinnanti dei soldati di ronda, erano una sveglia sufficiente per destarmi da quella inopportuna trance. Riuscii a tuffarmi in una macchia d'ombra prima che entrassero nella stanza. Mi sembrava di aver nascosto bene le mie tracce, sennonché mi accorsi di un enorme problema.
    < Jill! Non dirmi che lo hai fatto veramente! >
    < Anch'io non credetti subito a quello che stringevano le mie mani. >
    < Sei una maledettissima pazza idiota, lo sai vero? Come diamine ti è saltato in mente? >
    < Beh, più o meno mi sono definita nello stesso modo quando i soldati si accorsero del ciondolo mancante... >

    La loro reazione fu immediata: c'era gente che urlava di far portare i cani per fiutare le mie tracce, altri che correvano in tutte le direzioni, e altri ancora che frugavano ogni angolo.. e io lì che li fissavo proprio al centro di tutto quel caos, senza che nemmeno se ne accorgessero. Avevo fiducia che i soldati non sarebbero mai riusciti a vedermi, e i cani ad arrivare al mio odore. C'era solo una persona che temevo: il loro capo, l'uomo con la cicatrice.
    < Cicatrice? >
    < Già, e ammetto che i sogni in cui compare non sono per niente piacevoli. >
    < Che cicatrice? >
    < Sul volto. Da un sopracciglio fino alla guancia opposta, tagliando in due il setto nasale. Nonostante l'occhio mancante, ti assicuro che la sua vista è davvero acuta... >

    Provai a correre, scappare e fuggire, ingannandoli e nascondendo le mie tracce, ma l'uomo con la cicatrice era sveglio, e soprattutto veloce nella corsa, nonostante la pesante cotta di maglia. Avevo comunque un ultimo asso nella manica: la torre.
    < Era alta, nessuno si sarebbe mai aspettato che mi andassi ad appollaiare lassù. >
    < Appunto, era qualcosa di stupido. >
    < Scendere le scale era troppo pericoloso, Madd... meglio calarsi giù, no? Molto più veloce. >
    < Cosa!? Non dirmi che l'hai... Jill, sei impazzita? >

    Forse, ripensandoci a posteriori - questo pensai bene di tenerlo per me -, dato che l'uomo con la cicatrice era riuscito a raggiungermi sulla cima della torre imbracciando un arco. Calarsi giù non era più troppo logico, ma ormai era l'unica via che mi fosse rimasta. Non fu poi così male... anche se l'impatto con il terreno fu un po' violento, come dimostrò poi il mio ginocchio. Ma che potevo farci? La freccia era andata a colpire proprio la spalla che mi stava reggendo alla corda!
    < Una freccia. Nella tua spalla. - la buttò lì Maddyn, con lo stesso tono di voce con cui diceva "Toh, piove." - E un ginocchio sfasciato per esserti lanciata da una torre. >
    Aspettai qualche secondo. La tranquillità dietro cui si era barricata era davvero troppo inquietante.
    < Ehm, già? - cercai di spronarla - Poi sono comunque riuscita a scap... >
    < Già un corno. Tu non punti a perdere solo una mano, ma la vita. > più che parole sembravano dei sibili.
    < Maddyn, ti ho detto che conosco i miei anemoni e... >
    < Non sembra, diamine! Una freccia! Per la luna nera, Jill! Quel tizio con la cicatrice ha cercato di ucciderti! >

    Finalmente arrivarono gli urli che mi aspettavo. Furono dieci minuti piuttosto rumorosi, intensi e ricchi delle peggiori perle degli scaricatori di porto. Anche se scoprii che Maddyn conosceva più imprecazioni di quelle che immaginavo, fu comunque la conclusione del discorso che mi lasciò davvero perplessa.
    < Tornerò a Kerus con te. > esclamò in un tono fermo e deciso.
    < Cosa? >
    < Zio Rodrick non ti tiene abbastanza d'occhio. Devo farlo io. >

    E questo, nonostante provenisse da una cieca, mi spaventava parecchio.
    < Cosa? > mi ripetei scioccata.
    < Pensavo di essere l'unica carente di un organo di senso. Una cieca e una sorda non comunicano bene insieme, Gillian. >
    Scoprii di avere la bocca aperta solo quando tentai di aprirla di mia spontanea volontà. Da dove le era nata tutta quella fissa di voler venire in città?
    < Ma... non puoi venire a Kerus, Maddyn! >
    < So che non riuscirò a fermarti, ma hai bisogno di qualcuno che almeno ti rallenti! Gillian, sei la mia sorellina, e ti sei cacciata in un guaio grande quanto una balenottera azzurra! >

    Come poteva essere così seria mentre lo diceva? Io ci avevo messo mesi per decidere che nel villaggio non c'era più posto per me, come poteva lei decidere di andarsene, così, tutto ad un tratto?
    < Stai scherzando, vero? - le chiesi piano - Stiamo parlando di Kerus, Maddyn, non un tranquillo villaggio di campagna! E' una città.. pericolosa! >
    < Allora cercherò di non andare troppo in giro. All'inizio, per lo meno. >
    < E anche il laboratorio, è un brutto posto, per una c.. per persone che non sanno dove mettere le mani! E' pieno di cose che potrebbero esplodere da un momento all'altro, Madd! >
    < Jill, è così che mi convinci a venire per controllarti, sai? >
    < Hai ragione. Beh, il laboratorio è un posto bellissimo, davvero, pieno di cose che potrebbero esplodere da un momento all'altro... e Madd, non pensi a nostra madre? Rimarrebbe qui da sola! >
    < Non è più sola da un po' di tempo ormai, anche se per qualche assurda ragione sta cercando di nascondermelo in tutti i modi possibili. Sai, credo che l'incapacità di mentire tu l'abbia presa proprio da lei. >

    Sbuffai infastidita.
    < Tu invece hai preso tutto da papà. Compresa la sua maledettissima testardaggine. >
    < Già, Jill, e quindi significa che non riuscirai a farmi cambiare idea. Ne parlerò con zio Rodrick e... >
    < Maddyn, ci sarebbe qualcosa che puoi fare per me. Ma dovresti avere meno contatto possibile con Kerus per svolgerlo in sicurezza. >
    tentai. Era la mia ultima scappatoia. Se non avesse accettato avrei dovuto cominciare a pensare qualche modo per corrompere zio Rodd.
    < Gillian. Sono cieca, non stupida. >
    < Non ti prendo in giro. Il ciondolo...
    - sospirai - è ancora qui con me. >
    Ci fu un istante di imbarazzante silenzio.
    < Sai, una volta credevo che tu fossi intelligente. Adesso so che Kerus ti ha completamente rincretinito. >
    < Madd, non potevo sbarazzarmene! Non con tutti i guai che avevo avuto per... >
    < Ma era appunto per questo motivo! Bastava anche solo che lo lanciassi in qualche canale di scolo, e addio! Problema risolto! >

    No, lei non lo aveva ancora visto, o per lo meno tastato. Non poteva capire... e io non avevo idea di come spiegarglielo.
    < Maddyn, come potevo farlo senza scoprire prima che cos'era? - trafficai con il colletto della camicia, per poi togliere la catenella che tenevo al collo - Senti, è freddo, nonostante lo abbia tenuto al collo per tutta la mattinata. >
    Glielo appoggiai su una mano. Lei lo prese e cominciò a soppesarlo per cercare di capire cosa ci fosse di così speciale da aver attirato la mia attenzione.
    < Cosa centra questo con il fatto che non vuoi che venga a Kerus? > chiese una volta soddisfatta.
    < Sei l'unica che può scoprire se valga la pena scoprire cosa sia, e a Kerus non avresti le stesse libertà che avresti qui. >
    < Sono cieca, Gillian, come pensi che possa trovare informazioni? Qui c'è la biblioteca, vero, ma non ci vuole un genio che capire che io non so leggere. >
    < Mi hai appena dimostrato che non ti servono gli occhi per notare i dettagli. >

    Mi porse la collana per restituirmela.
    < Tienila pure tu. Puoi anche buttarla via se pensi che sia troppo pericolosa. >
    Strinse le mani a pugno con aria pensierosa. Sembrava in procinto di dire qualcosa..
    < Adesso torniamo a casa. - disse invece rilassando i muscoli delle braccia - Abbiamo passato troppo tempo qui, nostra madre starà cominciando a preoccuparsi. Tu reggiti a me, che altrimenti rischio di cadere, perdere l'orientamento e morire di stenti qui da sola sulla spiaggia. > ridacchiò.
    < Non serve che mi sostieni, Maddyn, sto bene. > Per confermarglielo mi alzai.
    < Per ora, forse.. mah, fai come preferisci. > disse alzandosi a sua volta. Aspettò che cominciassi a dirigermi nella giusta direzione prima di procedere.
    Come dovevo interpretare il fatto che non avesse né accettato né rifiutato? Il suo mutismo significava consenso o era indice di diniego? Dovevo condividere il carro con lei al ritorno? Maledizione, perché quel giorno aveva la fissa di voler essere misteriosa?
    < In cambio di questi due favori, voglio da te due promesse. > disse Maddyn, spezzando il silenzio che si era creato.
    I miei passi si bloccarono, e poco dopo pure Maddyn si fermò. Già mi era fastidioso procedere in silenzio, non avevo assolutamente intenzione di arrancare come all'andata.
    < Accetti la mia proposta, quindi? - le chiesi - Aspetta, che intendi con due favori? >
    < Scoprire perché il ciondolo è così speciale, e non dire a nostra madre quello che mi hai appena raccontato. >
    < Giusto. Grazie, Madd. E quali sarebbero le due promesse? >
    < La prima: voglio essere messa al corrente di tutto quello che farai in futuro. >
    < Lo immaginavo. E la seconda? >
    < Quando scoprirò cos'è questo ciondolo, mi permetterai di venire a Kerus. E' l'unico compromesso che accetterò. >
    < Non ho nessuna scelta, vero?
    - sospirai - Allora devo accettare.. ti prometto entrambe le cose. >
    Chiusi gli occhi e inspirai a fondo. Come potevo sentirmi così stanca per quei pochi passi e per essere stata in piedi quei pochi istanti? Sentivo il ginocchio che mi ballava instabile sotto il peso della mia mole leggera. Accennai un passo, ma immaginavo che non avevo idea di quanto sarei stata capace di resistere.
    < Dai, reggiti a me, stupido pesciolino a strisce... lo squalo cieco ti aiuterà per un po' a nuotare. >
    Mi bloccai, aspettando che mi si affiancasse.
    < E' solo un po' di stanchezza, sia chiaro. > dichiarai. La sua espressione tradiva un certo divertimento.
    Procedemmo così per tutto il tragitto fino a casa. Inizialmente cercai di appoggiarmi a lei il meno possibile, ma verso la fine non riuscii più a trattenermi, e cominciai ad appoggiarmi pesantemente, tant'è che quando arrivammo, non ero l'unica che cercava di nascondere il fiatone. Svoltammo l'ultimo angolo prima della nostra casa e... no, sia lo zio che nostra madre erano lì fuori ad attenderci.
    Non appena nostra madre ci riconobbe si portò immediatamente le mani ai fianchi. Era una posa che conoscevo molto bene. Purtroppo.
    < Dove diavolo siete state per tutto questo tempo? Jill, non mi hai nemmeno salutat.. che hai combinato? Zoppichi? >
    < Mamma
    , - rispose Maddyn - Gillian è la solita pasticciona... era così attenta che io non inciampassi che non ha guardato a dove metteva lei i piedi. Dice che le fa male il ginocchio. >
    < Oh Jill, sei un disastro! > esclamò mia madre addentrandosi in casa.
    Zio Rodd ci avvicinò lentamente. Prese in mano la pipa che serrava tra i denti.
    < Ti ha scoperta, vero? - il grosso ventre venne scosso da un principio di risata - Te lo avevo detto, testa di rapa. >
    Ah, la famiglia. Accuse di goffaggine e stupidità a manetta! Quasi quasi tornavo a Kerus per farmi arrestare! Almeno l'uomo con la cicatrice aveva un po' di stima nei miei confronti!
    Riassunto:
    Dopo anni che Jill ha inventato la figura del "pesce pagliaccio", Jill è costretta a tornare a Knawr insieme a zio Rodd ferita alla spalla e al ginocchio, con l'intenzione di rimanere tranquilla e nascosta finché non si recupera e finché le acque a casa non si sono calmate. L'ultimo furto, difatti, non è andato come previsto: è riuscita a sottrarre dalla casa del nobile solo un semplice e misterioso ciondolo, attirando però le sue ire del nobile truffato e dei mercenari da lui pagati.
    Una volta arrivata, la sorella Maddyn approfitta della madre impegnata in altre faccende, per farsi accompagnare verso la spiaggia per chiederle spiegazioni. Jill le racconta l'essenziale (i furti, com'era iniziata, cosa era successo, perché era ferita, etc.) e Maddyn si propone si seguirla a Kerus per cercare di tenerla sotto controllo. Jill si rifiuta e le da il compito, invece, di scoprire quante più cose possibili sul ciondolo rubato.

    Familiari:
    Rodrick Soleyl - "Zio Rodd"
    E' lo zio mezzo pazzo di Jill, di altezza media e una circonferenza in vita da fare invidia ad un troll. E' proprietario di un laboratorio nel centro di Kerus, in cui anche Jill lavora, e passa la sua esistenza a progettare cose assurde e rendere un inferno la vita di Jill. Ama definirsi "Artimista" ( = Artista-Alchimista), ma il suo campo di interessi è talmente vasto che fare un elenco sarebbe riduttivo. Campa principalmente come erborista, alchimista e meccanico, ma i suoi esperimenti possono coinvolgere anche altre materie. La sua magia: l'alterazione.
    Pare che da giovane abbia visitato il mondo in lungo e in largo, ma, a parte qualche rado riferimento ai "bei tempi", Rodd non ama sprecarsi nei dettagli o nel raccontare cosa effettivamente abbia fatto in gioventù.

    Maddyn Tress
    E' la sorella maggiore di Jill, intelligente quanto testarda e cieca quanto... beh, intelligente. Anche se la sua condizione in apparenza sembrerebbe limitare i suoi movimenti, grazie ad una intelligenza fuori dal comune riesce sempre ad ottenere e capire tutto ciò che le serve. Vive nel villaggio di pescatori che si interpone tra il Bacio delle Onde e Knawr.
    Magia: ??

    Lylla Soleyl
    E' la sorella di Rodd, madre di Jill e vive insieme a Maddyn nel villaggio di pescatori appena fuori a Knawr. Seppur sia Rodd che Jill le danno spesso della svampita, Lylla è riconosciuta da tutto il villaggio come l'erborista e guaritore di fiducia, da cui andare nel caso ci sia stato un incidente.
    Come il fratello, ha il potere dell'alterazione.

    Ramia Tress
    Padre di Jill e Maddyn. Deceduto.


    In game:
    1. Esplorando il Torrente Celeste (Torrente Celeste)
      Durante una piccola gita al Torrente Celeste, che doveva essere un semplice viaggio all'insegna del raccogliere erbe e dell'odiare suo zio per quel progetto improvviso, Jill e zio Rodd si ritrovano invece a trattare con Zell e Lyndis. Non finirà troppo felicemente per la sua quiete mentale: ritornata infatti da una piccola sessione di pesca, si ritroverà a dover badare a due idioti ebbri di salvia del veggente, resistere alle fastidiose frecciatine dell'ibrido ed evitare di prendersi un raffreddore per l'improvviso bagno nel torrente... il tutto trattenendosi dall'infuriarsi verso i due.

    2. No, non di nuovo! (Bacio delle Onde)
      Jill e zio Rodd, reduci dall'esperienza al Torrente, si stanno dirigendo finalmente a Knawr. Lungo la strada, però, incontrano Zarthial che ordina loro di fermarsi e di svuotare il carro per dimostrare di non star trasportando individui sospetti. L'arrivo di un ragazzino esausto interrompe il lavoro e induce Jill, seguita dal drago, ad andare a riscattare la sua famiglia attaccata dai banditi.

    3. Salvataggio (Ossidiana d'Argento)
      Grazie al fiuto e alla velocità del drago, Jill e Zarthial riescono a raggiungere l'accampamento dei banditi. Lì, scoprono di doversi confrontare non solo con un gruppo di umani, ma anche con una viverna e un mago. Anche se riescono a sconfiggere la viverna, trovare i prigionieri e disperdere i banditi, Jill non esce da questa esperienza troppo soddisfatta: la persona che aveva ideato tutto, il mago, era riuscita a scappare.

    4. Missione compiuta (Knawr)
      Tornata a Knawr con i prigionieri in salvo, Jill si ricongiunge finalmente con la sua famiglia e si separa da Zarthial.

    • Affari loschi, forse. (Kerus)
      Jill, travestita da Pesce Pagliaccio, entra in una locanda nei sobborghi di Kerus per incontrare un ricettatore e vendere qualche gemma.

    1. Le due di notte (Kerus)
      [in corso]

    2. Maledetti incontri (Ossidiana d'Argento)
      Dopo aver scoperto per caso un vecchio diario di viaggio di suo zio, Jill parte alla volta dell'Ossidiana d'Argento per esplorare la "Cripta del nano Elinas" e cercare i tesori lì nascosti. Prima di poterla trovare, però, viene fermata da Zell, Gixcaririxen, Aesiril e Zakrina, che finiscono per accompagnarla nella grotta d'accesso alla cripta. Lì, uno shiura di nome Althes, si professa il guardiano di quel luogo e li invita a salvare la sua Signora dalla maledizione da cui è afflitta. Tutti e cinque accettano di entrare e, insieme, sconfiggono gli scheletri e gli altri non-morti che infestano la struttura, fino ad arrivare nella sala presidiata dalla Fata Pressina... [in corso]

    ---(solo PNG)---

    Maddyn:
    • L'isola misteriosa (Bacio delle Onde)
      Maddyn si perde nella foresta tra Knawr e il Bacio delle Onde e nel cercare aiuto per ritrovare la madre, incontra Piedino, i suoi amici e infine Mavet... [in corso]



    Evviva, finalmente sono riuscita a finire questa infinita scheda XD
    Faccio ad Aes - o a chiunque altro sia costretto a leggere la storia - le mie canoniche scuse per la lunghezza, ma mi sembrava di perdere troppi dettagli se scribacchiavo piuttosto una sintesi.
    Aes, se ho osato troppo dimmi che modifico, cambio, elimino, aggiusto etc tutto quello che c'è da sistemare. Volevo per una volta schedare un pg serio che centrasse un pelo di più con l'ambiente circostante, ma non so se alcune cose potevo/dovevo risparmiarmele - tipo, la geografia di Kranw mi è forse un po' oscura, ci sta che qualcosa la abbia cannata - ma beh, pace

    Edited by Tirannosaurorex - 5/12/2020, 19:35
     
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    allora...
    1-ti amo Tira
    2-più lunga è più figa la storia è, sei te che ci hai perso l'anima e il corpo a scriverla, a me fa piacere leggere questi back ground.
    3-qualunque cosa della geografia che scrivete va bene, le varie locazioni vi sono oscure proprio perché devono essere tali, ho dato pochi dettagli che sarei felice tutti voi rispettaste, ma per tutto il resto si può dare libero sfogo a queste spiegazioni assai fighe.
    anzi mi fa piacere che tu abbia comunque costruito il tutto su luoghi già esistenti senza far comparire villaggi random, anche perché Kerus mi sa proprio di Lupin e Knarw di sorelle cieche geniali!
    scheda convalidatissima!
     
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    Quarta e quinta tecnica aggiunte. Non so se siano un po'... po'. Se non vanno bene ne ho un'altra nel cappello (?) che forse è anche peggio ^^"
     
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    Em, allora: per la quarta niente da ridire, è ok.
    per la quinta... ma se la usa contro un avversario? se quello che vuole bucare è organico? cioè, un acido che corrompe una parete... con un tessuto epiteliale, muscolare o osseo che combina? Non lo so, se riesci a dare una limitazione sensata al fatto che può usarla solo su porte o muri bene, se no... non saprei.
    va beh lasciala, se ti viene in mente qualcosa di un po' meno devastante però it's better
     
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    Immaginavo potesse esserci quel problema ^^" Se mi viene in mente come risolverlo bon, altrimenti ne inserisco un'altra che mi era venuta in mente, lasciando questa nel cassetto fino a prossima risoluzione..
     
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    Ho finalmente riscritto la V tecnica ^^" L'avevo comprata al botteghino secoli fa e mi ero dimenticata di non averla ancora sistemata solo adesso XD
     
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    ma quanta roba cia addosso sta povera ragazza... convalidata!!
     
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    Ok, in preparazione alla nuova role, ho aggiunto le nuove tecniche ^^
     
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    Ookkey! Approvo :yea:
     
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    Aggiunta la nuova tecnica. E con questa altro che canne... è già alle anfetamine XD
     
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    Mmmmhhhh... sta tecnica è un po'... mhhh...
    *spallucce* va bene dai, farò finta che non mi sembri qualcosa della magia di di potenziamento camuffato :yea:
    Voglio proprio vedere come la potenzi na roba così... i bonus-malus ci stanno, forse non sentire per nulla dolore per tutta la durata è un pochino rischioso maaaaa... se si fa la bua pace xD
     
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    All'inizio doveva essere solo una sorta di tonico per ripristinare l'energia o qualcosa del genere, ma riflettendo sul fatto che le erano state accettati il bracciale con cui fa fuoco, le fialette luminose e altre cose che simulano elementi, mi sembrava sensato tentare pure di fare qualcosa di simile per le magie ^^" Di cambiare non mi va (pigrizia portami via) ma al limite posso metterle come magia primaria il potenziamento dato che non ha nulla... anche se di fatto non fa altro che usare la.. scienza proprio no, ma un pseudo-surrogato in chiave fantasy per lo meno sì XD
     
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    Boh secondo me con il potenziamento il personaggio si sciupa un po', ma vedi te.
    Le altre sono basate su armi, le armi strane non sono vietate. Se fingiamo che i tonici siano armi va bene, anche se... mmh, l'effetto è parecchio globale e questo me lo fa suonare un po' troppo potenziamento.
    Cambiare non serve, ma dagli un limite in quantità di quanti può prenderne in un lasso di tempo preciso, tipo che un paio di sti cosi di seguito fanno venire la cacarella xD
     
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    Un limite del genere lo avevo già imposto (senza il termine tecnico "cacarella" XD), ma ora l'ho un po' abbassato: ora non può prenderne più di uno per volta (pena gastrite) e non più di due volte di seguito (altrimenti paralisi). Ho tolto l'effetto generalizzato, ora aumenta solo statistiche legate alla velocità.

    Meh, se da tanti problemi posso anche sostituirla con altro ^^ Prima o poi qualcosa me lo invento...
     
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    Nono, va bene... così ci sta. Va solo differenziata un po' dal potenziamento in sé e ci può stare. Il punto è... cosa cambi gli effetti collaterali potenziando?
    Non che uno debba farlo per forza, è solo che penso sempre alla tecnica completa con i tre potenziamenti e mi insorgono dubbievolenze strane.
     
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16 replies since 9/5/2015, 11:20   511 views
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