Le due di notte

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  1. -Aleph-
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    Lyudmila, prima role (vera).


    < Ti ci voleva così tanto a portarmi in una role come si deve? Idiota sfaticato… > Così avrebbe detto Lyuda sfondando la quarta parete, se questa fosse stata l’ennesima role non canon nella quale si ritrovava suo malgrado inserita. Ma siccome questa volta non è il caso - incredibile ma vero - il vero post comincia con la frase successiva e questa parte verrà prossimamente cancellata.

    Sarà anche stata un’isola piena di stranezze e pericoli nascosti, ma almeno questo doveva ammetterlo: le notti di Kengard non erano affatto male. Nonostante l’inverno fosse infatti ormai inoltrato e l’aria si fosse fatta quantomeno pungente, ciò non era assolutamente nulla a confronto del freddo polare a cui il suo paese natale l’aveva abituata. Il tipo di “attività lavorativa” al quale aveva scelto di dedicarsi imponeva d’altronde un abbigliamento consono, generalmente il più possibile scuro e leggero, regola che gli risultava tuttavia piuttosto penosa da osservare quando fuori facevano oltre venti gradi sotto zero. A Kengard, fortunatamente, questi problemi non esistevano.
    < Praticamente è un’isola tropicale. In fondo poteva andarmi peggio. >
    A questo pensava Lyudmila mentre, avvolta nella sua lunga mantella nera ed appostata da quasi due ore in posizione distesa sul non comodissimo tetto spiovente di un edificio della Kerus elegante, teneva d’occhio con l’ausilio di un piccolo binocolo telescopico il palazzo che si ergeva sull’altro lato dell’ampia strada. Era la sfarzosa reggia di un nobile locale, ed era anche l’obbiettivo di quella sera.

    Lyuda puntò il suo binocolo verso una delle finestre del terzo ed ultimo piano del palazzo; ne aumentò al massimo l’ingrandimento ruotando la ghiera metallica che ne circondava la lente frontale.
    < Dai su, quanto ti ci vuole... > bisbigliò mordendosi nervosamente il labbro inferiore. La settimana scorsa aveva iniziato a pedinare il membro della servitù che gli era sembrato più propenso ad accettare mazzette, aspettando il momento giusto per scambiare due amabili parole con lui. Poi, dopo aver acquisito familiarità con le sue abitudini, lo aveva “casualmente” incontrato in una taverna e, non prima di averlo fatto bere abbondantemente, lo aveva riempito di soldi per “dimenticarsi” di chiudere quella finestra al calare della notte il giorno successivo. Fin qui nulla di nuovo per Lyuda, la cosa strana è che non aveva nemmeno dovuto insistere: quel tizio sembrava anche fin troppo contento di prendere i suoi soldi, ed aveva accettato immediatamente l’offerta senza battere ciglio e senza nemmeno provare a contrattare.
    < Spero per lui che non mi faccia scherzi, a meno che non ritenga sopravvalutata la facoltà di camminare con le proprie gambe. >, pensò.

    Le apprensioni di Lyuda si rivelarono però infondate: dopo qualche minuto, attraverso il suo binocolo, vide un individuo dai vestiti eleganti e dall’aria assolutamente raggiante spalancare una finestra con un gesto teatrale per poi allontanarsene con passo baldanzoso.
    < Tsk… Ma quel tizio è sempre così allegro? >, bisbigliò schioccando le labbra con dispetto.
    < Mah, buon per lui. L’importante è che abbia fatto il suo lavoro. >
    Aiutandosi con il suo bastone da passeggio, Lyuda abbandonò la propria posizione distesa. Dopo avervi riposto il binocolo frugò brevemente con una mano nel suo piccolo borsello in pelle ed estrasse una piccola bottiglia in vetro rivestita in cuoio, ne rimosse il tappo e mandò giù un singolo ma cospicuo sorso del contenuto.
    < Ah... Niente scalda il corpo e lo spirito come un sano goccio di vodka. >, commentò soddisfatta mentre riponeva il recipiente della tracolla per poi estrarvi un altro oggetto, questa volta una corda arrotolata su se stessa alla cui estremità era legato un gancio metallico.

    < Bene vecchio mio, sarà un lavoro veloce e pulito. I ricconi sono al grande gala, e quando torneranno nella loro umile dimora la troveranno significativamente meno ingombra. >. Lyuda gettò con noncuranza il rampino dietro di sé, dopodiché schioccò le dita: accompagnata da un leggero suono di ingranaggi che si mettono in moto, una sagoma umanoide alta e snella si materializzò istantaneamente alle sue spalle, prendendo al volo la corda ed il gancio. Gli occhi della figura emettevano una debole luminescenza rossa, facendo appena emergere dalle tenebre i tratti inespressivi di un volto cesellato nel metallo.

    < Si parte. > Lyuda portò le mani davanti a sé ed iniziò a muovere le dita come se stesse suonando un pianoforte invisibile e, in quel preciso istante, la figura alle sue spalle si animò: roteò brevemente la corda che stringeva tra le mani e ne lanciò con vigore la testa ad uncino verso la finestra aperta del palazzo sull’altro lato della strada.


    Avrei detto “perdona il ritardo”, ma ormai è diventata una frase che scrivo per abitudine alla fine di ogni post e a questo punto farei prima a mettermela direttamente in firma.

    Comunque Lyuda e Jill stanno entrando dalla stessa finestra, e si, il tizio che l’ha lasciata aperta è di così buon umore perché è stato pagato due volte per fare la stessa cosa, prima da Velka e poi da Lyudmila.
    A te la scelta se farle incontrare direttamente alla finestra oppure in un secondo momento, ho deliberatamente terminato il post prima di descrivere l’irruzione di Lyuda appunto per lasciarti campo aperto. Se decidi di far entrare Jill dopo Lyuda, lei potrà notare i segni lasciati dal rampino sul davanzale; se accade il contrario, Lyuda potrà notare quelli lasciati dalla freccia di Jill. In effetti i loro rampini potrebbero persino scontrarsi a mezz’aria, ma temo che a quel punto la role avrebbe vita breve perché Lyuda batterebbe immediatamente in ritirata. :asd:


    Edited by -Aleph- - 4/2/2021, 14:54
     
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5 replies since 5/12/2020, 19:17   1453 views
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