L'ex villaggio dei centauri

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    Dopo la lunga giornata, e seguente nottata con Void, Zell stava tornando verso la sua casetta costruita sull'abete Stava sorvolando la Foresta di Ashnaeris con una quota di volo di poco più alta delle cime degli alberi più alti, mentre il suo sguardo era fisso davanti a se, a guardare il confine tra alberi e cielo. Era metà pomeriggio di una tiepida giornata primaverile e gli uccelli cinguettavano, o almeno lo facevano prima che venissero spaventati dal volo a bassa quota dell'ibrido drago-elfo.
    Ad un certo punto qualcosa interruppe la continuità della Foresta. Un buco n mezzo agli alberi, come uno squarcio improvviso di sereno in una nuvola temporalesca. All'andata, che aveva fatto tutto a piedi non aveva notato quella radura, così decise di scendere a vedere di cosa si trattasse. Si accorse ora che non aveva mai visto quella parte di Foresta e per qualche attimo dubitò di aver perso la rotta giusta, ma i suoi sensi basati sulla ricerca del nord magnetico del pianeta derivati dai suoi poteri di creatura elettrica, gli confermavano che la rotta che stava seguendo verso sud-est era corretta.
    Quando i suoi piedi artigliati toccarono l'erba di quella radura, Zell capì che si trattava di un villaggio, o almeno, di un ex-villaggio. Ovunque guardava c'erano i segni di una carneficina, capanne distrutte, odore di cenere, tracce di sangue sull'erba, pezzi di armi ed armature ammaccati e uno zoccolo.
    La battaglia era recentissima, probabilmente risalente a ieri, o al massimo l'altro ieri.
    "Che diamine è successo in questo posto? Sembra che ieri ci sia stata una battaglia qui ma non ho sentito niente da dove mi trovavo..." disse nervosamente Zell mentre zampettava e curiosava in giro. Aveva sfoderato la spada per sicurezza, con una feroce battaglia fresca di giornata non c'era da fidarsi.
    Non c'era da fidarsi nemmeno quando udì in lontananza il rumore secco e ritmico delle ali di drago che battevano nell'aria, e che si stava avvicinando rapidamente verso quel posto. Prima che il drago potesse apparire Zell fuggì al riparo degli alberi che delimitavano il perimetro del villaggio e si nascose dietro ad un grosso esemplare di quercia, lasciando solo il muso fuori per sbirciare chi sarebbe arrivato.
    "Dev'essere un drago davvero grosso" fu il suo pensiero preoccupato mentre il rumore di ali si faceva molto forte e le cime degli alberi vennero scosse dal vento provocato.
    Nella radura che ospitava il villaggio atterrò un esemplare enorme di drago. Rosso come il magma incandescente, reso ancora più fulgido dai raggi del sole.
    Dopo aver studiato per bene quel drago, Zell tirò un grande sospiro di sollievo. Si trattava del drago rosso che aveva incontrato sull'Ossidiana d'Argento. Ne era sicuro.
    "Ma quello è Gix. Ehi Gix!!!!" l'ibrido rinfoderò l'arma e tornò allo scoperto salutando il drago rosso e inizialmente non si accorse che il grande drago rosso non era da solo.

    Il viaggio su Gix fu tranquillo ma appena partito dovette sedersi accanto alla sua membranosa cresta dorsale, ma trovò ugualmente spazio comodo, vista la stazza del drago rosso.. Cullato dal rumore delle ali del grande drago e accarezzato dal vento, Aesiril si godeva lo spettacolo verde della Foresta di Ashnaeris dall'alto. Un enorme tappeto verde copriva totalmente quella parte pianeggiante di Kengard e gli alberi si mostravano robusti e pieni di vita sotto i radiosi raggi del sole. Le punte degli abeti che svettavano sopra gli altri alberi sembravano sorridere al passaggio delle due creature e si piegavano leggermente, come in un inchino, dopo il passaggio del drago rosso.
    Improvvisamente un buco si aprì in quel magico tappeto verde. Una radura circolare di erba quasi perfetta al centro di quell'oceano verde.
    Il drago rosso iniziò a scendere verso la radura tracciando eleganti cerchi nel cielo.
    "Certo che hai fatto piazza pulita del villaggio...non è rimasto nulla. Dovevi essere davvero arrabbiato, caro Gix" disse l'elfo della Natura mentre studiava dall'alto la radura dove si vedevano ancora chiari i segni della battaglia.
    "Potrei piantare dei nuovi alberi in questa radura." aggiunse quando la polvere della terra e fili d'erba si sollevarono e le robuste zampe di Gix si posarono sul terreno.
    Aesiril si guardò in giro e stava per chiedere al drago rosso se poteva scendere quando udì una voce provenire dagli alberi in fondo.
    "C'è qualcuno laggiù e mi pare che ti sita chiamando" commentò Aesiril quando vide qualcuno vestito di blu uscire dalla foresta. Ma guardando bene, non era vestito, era coperto di scaglie e il verde alle sue spalle non era la vegetazione del sottobosco ma ali da drago.

    Edited by King Bahamut - 13/2/2017, 18:23
     
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    Gixcaririxen si godeva il volo con il suo nuovo conosciuto Aesiril e sperava che riescano a diventare amici. Una volta raggiunto la zona dove sorgeva il villaggio dei centauri il drago rosso ascoltò l'elfo che aveva commentato l'operato del drago. "già ero molto arrabiato e anche molto disgustato" disse Gix mentre scendeva per atterrare.
    Una volta dopo atterrato Gix sentì qualcuno che lo chiamava, si voltò per guadare chi lo chiamava e disse "ciao Zell, come va?, giusto ieri ti stavo cercando per avvisarti che mi ero trasferito", subito dopo sdraiò per far scendere l'elfo dalla sua schiena e disse ad Aesiril che era ancora sulla sua schiena "Aesiril lui è Zell"
     
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    Zell corse incontro al grande drago rosso e giunto davanti a lui, gli diede un abbraccio sulla zampa anteriore destra, visto che non riusciva ad abbracciarlo al petto causa la sua grandezza.
    "Mi cercavi? Vuoi dire che ti sei trasferito nella Foresta?" chiese l'ibrido del Fulmine.
    Ma prima che Gix potesse rispondere, una voce fece sussultare Zell.
    "Un ibrido drago-elfo del Fulmine di Ilifùr, che piacere conoscere qui qualcuno della mia terra"
    disse Aesiril che aveva visto quella creatura bipede correre incontro a Gix senza nemmeno rendendosi conto di lui.
    L'elfo della Natura balzò giù dal drago rosso ed atterrò con gran agilità sull'erba palesandosi all'ibrido che rizzò le orecchie per la sorpresa.
    "Un elfo! Un elfo arrivato sul dorso di Gix. Se sei amico di Gix, allora sei anche mio amico. Io mi chiamo Zell e sono un ibrido drago-elfo del Fulmine di Ilifùr." si presentò Zell facendo il gesto elfico.
    "Il piacere è tutto mio, Zell. Io sono Aesiril, elfo della Natura e sono pure io originario di Ilifùr" rispose l'elfo ripetendo lo stesso gesto elfico di saluto.
    Le orecchie di Zell si rizzarono curiosamente quando l'elfo si presentò.
    "Aesiril? Il famoso elfo che cavalca Lenrian, drago di Luce?" chiese, tutto eccitato.
    "Certo, proprio io. Conosci già me o Lenrian?"
    "La storia di Lenrian che ha salvato tuo padre è famosa in tutta Ilifùr e ci sono già molte ballate su di voi in occasione delle feste. Per me è un grande onore conoscerti, Aesiril." disse Zell allegramente.
    "Anche per me è un onore conoscerti, Zell. Non avrei mai pensato di incontrare qualcuno della mia terra nativa qui a Kengard" fu la risposta contenta dell'elfo della Natura.
    "Lenrian è con te?"
    "No, lui è andato in perlustrazione sull'Ossidiana d'Argento. Per questo ho chiesto al gentile Gix di portarmi in groppa fino qui. In effetti, entrambi volevamo incontrarti e il fato ha voluto che ci incontrassimo subito"
    "Ma che gentile che sei Gix. Ti ringrazio moltissimo per aver portato qui Aesiril. Mi fa sempre piacere fare nuove amicizie." finalmente Zell portò di nuovo l'attenzione al grande drago rosso, facendogli un'altra carezza alla zampa.
    Per qualche attimo, le due creature bipedi si studiarono a vicenda per cogliere i dettagli fisici dell'altro.
    Zell ammirò i lunghi capelli lisci e puliti dell'elfo che scintillavano al sole, la sua spada infilata nel fodero verde, i suoi vestiti mimetici, perfetti per vivere in mezzo alla vegetazione e i suoi piedi liberi, il contatto diretto con il suo elemento.
    "Un fiero elfo della Natura"
    Aesiril ammirò il corpo longilineo e magro di Zell, perfetto come il miglior elfo, e tutti i suoi tratti draconici: le grandi ali verdi, il muso fiero, le corna lucide, le scaglie blu e azzurre, la coda e la spada infilata nel fodero blu, quasi identica alla propria. Si soffermò sui fulmini che aveva sulle cosce e ancora di più sul fatto che avesse sei dita.
    "Non ho mai visto nessuno con sei dita su mani e piedi. Nè elfo, nè drago nè ibrido"

    Fu Zell ad intervenire nuovamente.
    "Mi sono fermato qui perchè volevo capire cosa è successo in questo posto. Voi ne sapete qualcosa, visto che siete atterrati qui?" chiese l'ibrido indicando con uno dei pollici alle sue spalle quello che rimaneva del villaggio.
    "Ehm....Gix...è meglio che gli spieghi tutto come hai fatto con me" disse Aesiril con voce sommessa.
    L'ibrido drago-elfo guardò il grande drago rosso un po' preoccupato, aspettando la risposta.

    Scusa se hanno calcolato poco Gix ma i miei due piggi dovevano fare bella conoscenza XD
     
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    Gix fece le fusa quando Zell abbracciava la sua zampa e strusciava la sua coda sulla terra, stava per rispondere alla domanda di Zell quando Aesiril iniziò ad parlare.
    Il drago rosso iniziò ad ascoltare i due che stavano parlando "qui forse andranno per le lunghe, specialmente se inizieranno a parlare della natura" pensò facendo un mezzo sorriso. Continuò ad ascoltare i due che stavano parlando fino a quando Zell non accarezzò la sua zampa e disse "non c'è di che Zell". "Comunque avevo deciso io di portare l'elfo con me, lui non mi aveva detto niente" pensò mentre osservava l'elfo e l'ibrido che si stavano osservando a vicenda.
    Gixcaririxen ascoltò Zell e Aesiril, "Zell è successo che qui io ho combattuto insieme ad un anfittero contro questi centauri che avevano inviato il loro campione per farti le scaglie però ha incontrato me insieme l'anfittero e un elfa, lo abbiamo sconfitto e lo abbiamo seguito fin qui, ma quello che mi ha fatto molto arrabbiare è che il villaggio era stato abbellito con le ossa delle creature che loro hanno ucciso, così io e l'anfittero abbiamo attaccato il villaggio e io l'ho raso a suolo, l'elfa non so che fine abbia fatto, l'ho persa mentre ci dirigevamo qui"
     
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    A Zell venne letteralmente un colpo quando sentì le parole di Gix. L'ibrido drago-elfo trasalì in maniera così evidente che sembrava che fosse stato attraversato da una sua scarica elettrica.
    "Che coooooosaaaaaaaa? I centauri volevano mandare il loro energumeno per farmi fuori? Che vogliono i centauri da me? Non ho mai fatto niente a loro" fu la reazione di uno spaventato Zell.
    L'ibrido si voltò e scrutò il terreno dietro di se come se si aspettasse che un centauro uscisse fuori dalla vegetazione e li prendesse di sorpresa. Aesiril sentì l'aria caricarsi di elettricità statica.
    "Calmati Zell. Credo che i centauri non ci sono più grazie a Gix." lo calmò Aesiril accarezzandogli l'ala verde e sentendo che pizzicava leggermente di elettricità
    Zell si calmò e cercò di riordinare le idee. Prima di tutto tornò a rivolgersi a Gix, che lo aveva protetto, tenendosi le mani sulle corna, come a testimoniare ancora lo spavento.
    "Per il grande Drago di Platino......grazie Gix....se non fosse stato per te avrei corso un gran pericolo. Ieri non mi trovavo molto lontano da qui. Ero assieme ad un'elfa e ad un Lemuriano. Anche se eravamo in tre non credo che sarebbe stato molto facile sconfiggere il campione dei centauri." disse Zell ringraziando il grande drago rosso con un gesto elfico.
    "Eri qui con una nostra simile e un....cosa?" chiese curioso Aesiril.
    "Un Lemuriano. E' una creatura antropomorfa come me ed è un ibrido di lemure, un primate con la coda ad anelli che vive nelle foreste tropicali. L'elfa si chiamava Lyndis....tu la conosci?" chiese l'ibrido all'elfo della Natura.
    "Lyndis...Lyndis.....no, mi dispiace....non conosco quel nome"
    "Di solito se ne va in giro con un lupo nero di nome Lorkan" aggiunse l'ibrido, tormentato ancora dal pensiero di essere ricercato dai centauri. Il suo gesto di grattarsi le corna con gli artigli provocando delle leggere scintille lo testimoniava.
    "Potrebbero essere stati aizzati dalla signorina delle canne. Mi sembra piuttosto improbabile ma viste le circostanze non è da scartare. Dannazione a lei, questo vuol dire che potrebbe essere in circolazione nella Foresta..." fu il pensiero dell'ibrido ma dall'altra parte ora si sentiva più al sicuro, con al suo fianco un grosso drago di fuoco e un elfo della Natura.

    Loool....sempre la colpa alle signorine XD
     
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    Gixcaririxen ascoltò Zell e Aesiril e disse "per noi era stata una passeggiata, non è riuscito a ferirci, e di sicuro anche tu potresti vincere facilmente, comunque puoi calmarti, i centauri rimasti ci penseranno due volte prima di attaccare qualcuno senza un buon motivo valido visto che li ho minacciati di sterminarli tutti."
    Il drago rosso osservò la zona "be io mi metto più vicino hai quei alberi così occupo meno spazio per la piantagione di alberi, comunque io conosco l'elfa Lyndis, l'ho incontrata ieri è stata lei a colpire per primo il centauro e ho dovuto salvarla dai spuntoni" disse mentre si alzava e subito dopo si avvicinò agli alberi per dare più spazio ad Aesiril in modo che lui può piantare più alberi possibili.
    Una volta raggiunto la zona Gix si sdraiò ancora una volta stando attento ad non rovinare gli alberi e attese che l'elfo finì il suo lavoro.
     
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    Zell soppesò le parole del grande drago rosso mentre continuava a grattarsi le corna. Di certo per un drago di quella stazza era facilissimo sbarazzarsi dei centauri, ma era sicuro che anche Zell ce l'avrebbe fatta, se si fosse scontrato con uno di loro. L'ibrido lo guardò e si accorse che era cresciuto dall'ultima volta che si erano visti sull'Ossidiana d'Argento.
    "Se continua a crescere diventerà grosso come una montagna, anzi come un vulcano visto tutto il fuoco che può generare" fu il pensiero pensato di Zell mentre Gix si accoccolava sotto gli alberi, stando attento a non buttarli giù. E a quanto pare conosceva Lyndis. L'elfa si trovava con lui e Void il giorno prima, se aveva incontrato anche Gix e combattuto al suo fianco, voleva dire che lo scontro non era molto distante da loro. Eppure sia Zell che Void non si erano accorti di nulla, non avevano nè sentito nè fiutato la minaccia che incombeva su di loro.
    Fu l'elfo della Natura a riportare Zell al presente, battendogli sulla spalla.
    "Zell, mi aiuteresti a piantare nuovi alberi in questo spazio che era il villaggio dei centauri? Così restituiamo questa parte di terra alla Foresta" gli chiese.
    "Oh sì certo. Il mio compito qui è sorvegliare la Foresta e la Natura e aiutare un elfo a rimboschire una radura per me è d'obbligo. Potrei anche imparare nuove cose da te, visto che sto cercando di risvegliare l'elemento Natura in me che di recente ho scoperto di possedere, assieme al mio glorioso elemento elettrico" rispose Zell, rizzando le orecchie e scodinzolando leggermente per la contentezza. Un elfo della Natura, della sua terra nativa era il miglior maestro per lui.
    Aesiril, da canto suo, annuì deciso, Zell era perfetto per aiutarlo. Anche se era una creatura del Fulmine, aveva una profonda coscienza ambientalista e rispetto per l'ambiente.
    "Gix, noi andiamo nel bosco a prendere pigne e semi per i nuovi alberi. Tu intanto puoi riposarti dal volo, che poi ci servirà una tua zampa" si rivolse l'elfo al grande drago rosso.
    "Prima che andiamo, toglimi un pensiero che mi sta tormentando, Gix. Sai perchè i centauri ce l'hanno così tanto con me?" fu la domanda di Zell al drago rosso.
     
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    Gixcaririxen ascoltò Aesiril che lo informo che stava andando nella foresta e annuì all'elfo e subito dopo rivolse la sua attenzione su Zell che aveva domandato qualcosa al riguardo dei centauri e rispose "non ce l'hanno solo con te ma anche con l'elfa e con un altro che era insieme a te, ce l'avevano con voi perché avevate cacciato e mangiato nel loro territorio, tutto qui, secondo me non era un buon motivo darvi la caccia per una simile sciocchezza, la selvaggina è per il cacciatore non chi ha il terreno".
    Il drago rosso mise la testa sulle zampe e si arrotolò su se stesso come un gatto e disse hai due "io vi aspetto qui, fatte pure con calma io non scappo"
     
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    Zell ascoltò la risposta del drago rosso ed annuì un po' basito.
    "Hai perfettamente ragione, Gix. La Foresta è di tutti, a prescindere dai territori di draghi, lupi, ibridi o centauri. Ho cacciato in maniera pulita come un predatore e ho consumato la preda senza sprechi. E' un diritto di tutti i predatori. Non so perchè i centauri se la siano presa così tanto. Si sono meritati a pieno la lezione, bravo!" disse Zell a Gix.
    "Quindi ce l'avevano con me, con Lyndis e l'altro deve essere sicuramente Void. Ma i centauri come facevano a sapere che abbiamo cacciato la preda? Ci avranno spiati mentre cucinavo la preda sul fuoco ma nessuno di noi si è accorto di nulla. E se ce l'avevano con noi tre perchè non ci hanno attaccati subito? Bah....ora non ha più importanza. Cosa positiva è che in tutto ciò la signorina delle canne non c'entra nulla." furono gli ultimi pensieri dell'ibrido drago elfo.
    "A più tardi, Gix. Se noti qualcuno o qualcosa di strano avvertici con un ruggito" aggiunse, facendo un cenno di saluto a Gix.
    Aesiril e Zell si incamminarono verso la Foresta, lasciando riposare il grande drago rosso all'ombra degli alberi e sparirono nel verde. Le due creature bipedi camminarono fianco a fianco in mezzo alla vegetazione rigogliosa di Ahsnaeris in mezzo a degli esemplari di lecci e pini neri, respirando l'aria profumata della foresta, ascoltando i suoni della Natura e apprezzando il terreno pieno di energia sotto i loro piedi, che lasciavano delle leggere impronte nei tratti fangosi. Artigliate e a sei dita quelle dell'ibrido, affusolate e leggere quelle dell'elfo.
    "Questa Foresta ha una biodiversità incredibile, come non ne ho mai viste altrove. In pochi ettari puoi trovare una gran numero di alberi molto diversi tra di loro. Qui spiaccano lecci, frassini e pini ma qui dietro c'è un avvallamento dove puoi trovare abeti bianchi, faggi e larici. Alberi più adatti ad un clima freddo che mi ricordano Ilifùr" disse Zell, indicando i vari tipi di alberi attorno a loro.
    "Bene. Prendiamo ghiande e pigne di ciascuna specie cadute a terra. Dimmi, Zell. Cosa altro hai imparato dalla Natura di questa Foresta?" chiese curioso l'elfo mentre raccoglieva da terra una ghianda, mettendola nel tascapane.
    "Molte cose, imparo ogni giorno qualcosa di nuovo. So che Ahsnaeris ha un grande equilibrio, che un predatore come me deve saper come e quanto cacciare, cosa cacciare e non sprecare. Ho imparato a integrarmi con questo ambiente, compresi gli alberi. So ascoltare la loro energia e a trattarli come fratelli. So che anche gli alberi morti possono tornare alla vita e soprattutto so che la Foresta è di tutti. Dal mastodontico Gix al ragno più piccolo." spiegò l'ibrido all'elfo della Natura che annuì deciso.
    "Sai unire la tua energia a quella degli alberi?"
    "Certo. Eseguo sempre esercizi di meditazione e di unione con la Natura abbracciando gli alberi. L'ho imparata ad Ilifùr dagli elfi della Natura come te e la sto perfezionando in questa Foresta"
    "Potresti mostrarmi l'abbraccio dell'albero, Zell?" chiese l'elfo.
    Zell sorrise all'elfo e si grattò dietro le corna.
    "Oh sì Aesiril, ma spero di concentrarmi. Sai, se c'è qualcuno che mi guarda mi distraggo..." rispose timidamente l'ibrido.
    "Fai finta che non ci sono. Voglio solo vedere le tue qualità, Zell. Non prenderlo come un esame" rispose l'elfo sorridendo all'ibrido. Ammirò quell'atteggiamento infantile di Zell ma allo stesso tempo lesse in lui l'essenza del fiero guerriero e la sua saggezza derivata da entrambe le razze che risiedono in lui. aveva in sè le qualità elfiche e draconiche.
    Zell scelse un grosso frassino, il cui tronco era così grosso che ci sarebbero voluti tre Zell per abbracciarlo tutto, cinse il tronco con le braccia, appoggiandone bene i palmi e posizionò i piedi sulle nodose radici sporgenti. Poi chiuse gli occhi, calmò il respiro e si concentrò.
    Ben presto sentì la linfa scorrere all'interno dell'albero, percepiva l'energia di quell'essere vivente secolare, le formiche che si arrampicavano sul tronco, uno scoiattolo che si muoveva sui rami più alti e il vento leggero che muoveva le foglie. E percepì la comunione con quell'albero. Zell e frassino, così diversi ma anche così uguali. Perchè entrambi facevano parte della Natura allo stesso modo.
    La creatura del fulmine uscì dallo stato meditativo e guardò Aesiril, che era ancora nello stesso punto di prima.
    "Sei bravissimo Zell. Hai imparato molto e ti impegni a fondo, sai comunicare il silenzioso linguaggio della Natura allo stesso modo di come parli con me. Ho percepito una gran energia mentre meditavi." si complimentò Aesiril eseguendo il gesto elfico del rispetto reciproco.
    "Grazie, Aesiril. Ricevere questi complimenti da un elfo della Natura come te, è un grande onore!" rispose Zell, ripetendo lo stesso gesto dell'elfo.
    L'elfo e l'ibrido continuarono il loro giro nella Foresta, godendosi l'escursione nel verde, raccogliendo pigne e ghiande di alberi diversi riempiendo i loro tascapani, e parlandosi per conoscersi meglio e in breve tempo tra i due si strinse un'amicizia speciale. Sia per i loro ideali comuni in fatto di ambiente, sia per il fatto che erano quasi simili e anche per il loro carattere. Dopo Gix e Void, Zell aveva aggiunto un'altra preziosa amicizia.
    Trascoreso circa due ore nel bosco, a raccogliere ghiande e pigne per i nuovi alberi, usando i loro piedi prensili senza doversi chinare di continuo, trovando anche dei funghi commestibili per la loro cena e prima di lasciare la Foresta, sia Zell che Aesiril recitarono un ringraziamento alla Natura per aver preso alcuni dei suoi frutti.
    Poi tornarono verso la radura dell'ex villaggio dei Centauri e già da lontano videro scintillare le scaglie rosse di Gix.

    Gix, i miei due piggi sono stati via per circa due ore, quindi vedi tu cosa fa Gix in quel lasso di tempo. Se dorme o guarda le farfalle o altra cosa XD


    Edited by ZellDragon6 - 6/3/2017, 10:38
     
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    Gixcaririxen annuì "a più tardi". Osservò Zell e Aesiril che entrarono della fitta foresta.
    Gix attese l'arrivo dei suoi amici rimanendo sdraiato e stando attento ad ogni rumore, ogni tanto alzò la sua tasta per guardarsi intorno.
    Il tempo passò velocemente per il drago rosso e due ore non sono nulla per lui, dopo questo lasso di tempo passò Gix sentì l'odore dei suoi due compagni che stavano ritornando.
    Il drago rosso alzò la testa ed osservò la direzione dove i due stavano arrivando e continuò ad attenderli.
    "ah sono arrivati ora vediamo come posso aiutare l'elfo per gli alberi" pensò il drago rosso

    mi scuso per la breve risposta ma non mi veniva in mente nulla
     
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    Zell ed Aesiril salutarono Gix appena fuoriuscirono dalla fitta vegetazione della Foresta. Avevano fatto un ricco bottino, tra semi, ghiande e pigne e prevedevano di piantare almeno una trentina di alberi nuovi tra abeti, pini, faggi, querce ed aceri.
    "Rieccoci arrivati. Abbiamo fatto una buona raccolta e una rilassante zampettata. Ho mostrato ad Aesiril quanto ho imparato dalla Natura e come posso unire la mia energia agli alberi tramite la meditazione." esordì il drago-elfo tutto contento di essere stato lusingato dall'elfo della Natura riguardo i suoi esercizi.
    "E' la prima volta che mi addentro così tanto nella Foresta di Ahsnaeris. Sono rimasto molto colpito da quante specie vegetali vi siano qui dentro. Tanti alberi molto diversi tra di loro e un ricchissimo sottobosco, con tante piante officinali. Piante che ad Ilifùr nemmeno crescono a causa del clima rigido." aggiunse l'elfo entusiasta di quella escursione nel bosco.
    Gix era tranquillo e rilassato come quando lo avevano lasciato, segno che nel frattempo non era successo nulla, perciò nessuno dei due chiese se avesse visto qualcuno o qualcosa.
    Aesiril guardò quello che era l'ex villaggio dei centauri, perlustrò la radura facendo un giro completo del perimetro, concentrandosi sulle sensazioni che gli inviava quel terreno erboso, per poi tornare da Gix e Zell con fare soddisfatto.
    "Molto bene, il terreno non ha risentito della presenza dei centauri o della battaglia ed è più che idoneo per ospitare nuovi alberi e farli crescere bene. Io e Zell abbiamo raccolto diversi semi nel bosco, ora dobbiamo piantarli. Gix, tu che hai le zampe robuste, potresti scavare trenta buchi a distanza regolare nella radura? Non serve che scavi tanto, mezzo metro di profondità è più che sufficiente." chiese l'elfo al grande drago rosso, ammirando i poderosi artigli delle zampe anteriori.
    "Ne verrà fuori un bel boschetto!" aggiunse compiaciuto Zell.
     
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    Gix salutò Zell e Aesiril con un ceno di capo e osservò quello che hanno raccolto i due compagni.
    il drago rosso gli ascoltò e osservò l'elfo che faceva una perlustrazione della zona.
    "va bene" disse il drago rosso mentre si alzava e si stirava tutto il suo corpo fino alla punta della sua coda, si mosse verso dove dovette scavare e iniziò a scavare seguendo le indicazioni dell'elfo. Ci piegò all'incirca trenta minuti per scavare le buche richieste dall'elfo tutto grazie alle sue grosse zampe da drago, era sempre felice dare una zampa a chi ne ha bisogno, quando ebbe finito attese che l'elfo mettesse i semi per poi chiudere il buco.
     
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    Aesiril annuì al lavoro del grande drago rosso. Quelle sue zampe grosse svolgevano perfettamente il lavoro di un grosso badile, riducendo notevolmente il tempo di lavoro.
    "Sì Gix. Proprio così, bravo. Zell, dopo che ho piantato il seme"
    L'elfo della Natura posò con cura i semi nelle buche scavate dal grande drago rosso, un seme per buco, poi lasciò che Zell li ricoprisse con la terra spostata e lui completò il lavoro facendo fluire un po' di energia del suo elemento attraverso le piante dei piedi, illuminando il terreno di un tenue bagliore verde che fece incuriosire Zell.
    "Il verde della Natura. Ho conosciuto diversi elfi che usano questa abilità"
    "Infondo parte della mia energia naturale in modo che i futuri alberi possano crescere sani. Come ben sai, Zell, tutti facciamo parte della Natura, non solo chi è nato sotto il suo diretto elemento." gli spiegò Aesiril mentre passava alla prossima buca.
    "Certamente Aesiril. Io mi sento tutt'uno con la Natura che mi circonda e ad ogni passo ascolto i messaggi tattili che mi invia il terreno allo stesso modo di come sento le correnti sotto le ali quando volo." rispose Zell.
    "Ho notato che sei molto attratto dalla Foresta quindi anche tu stai dando un aiuto ai prossimi alberi. E anche Gix." disse l'elfo infondendo energia verde dopo che Zell aveva coperto la buca.
    "Mi sento molto onorato. Un giorno passerò di qui e con orgoglio dirò di aver contribuito a rinsanare questa parte di Ahsnaeris assieme ai miei amici e simili".
    L'elfo continuò a piantare semi e ad infondere la sua energia mentre l'ibrido e il grande drago rosso lo aiutarono a chiudere le buche, lasciando comunque il terreno libero di traspirare aria e l'acqua che sarebbe arrivata con il primo temporale.
    Quando i tre amici finirono il lavoro, il sole stava ormai tramontando e il cielo occidentale si stava tingendo di colori caldi.
    "E' stato un ottimo lavoro ma mi ha stancato" disse Aesiril. Aver infuso l'energia della Natura nel terreno lo aveva fiaccato non poco. Ma allo stesso tempo era molto orgoglioso di averlo fatto.
    "La mia baita si trova su un abete bianco secolare non molto lontano da qui. Puoi fermarti a riposare da me se vuoi." propose Zell, tutto fiero di invitare un elfo della Natura nella sua baita.
    "Accetto più che volentieri, Zell!"
    "La mia baita è sempre aperta per gli amici ma tu, Gix, mi sa che dovrai dormire sotto l'abete per ovvi motivi di dimensioni ma sono sicuro che ti troverai benissimo lo stesso. Il terreno è sempre soffice e coperto di muschio. Un giaciglio più che comodo per un drago e non credo che stanotte pioverà." aggiunse Zell rivolgendosi anche al drago rosso e scrutando il cielo per capire la possibile evoluzione del tempo. Non sentiva aumenti di elettricità statica nell'aria e nel cielo c'erano solo innocui cirri di alta quota.
    L'elfo della Natura tornò da Gix e gli accarezzò delicatamente la zampa anteriore per dirgli a gesti e non a parole un ringraziamento per averli aiutati e un nuovo permesso per salirgli in groppa.
    "Bene, vi faccio strada" disse Zell spalancando le ali verdi e preparandosi al decollo, aspettando che i suoi due amici fossero pronti.
     
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    Gixcaririxen ascoltò l'elfo che aveva approvato le sue buche ed annuì, lo osservò mentre piantava il primo seme e vide il bagliore verde dive l'elfo era passato e pensò "ma è la stessa tecnica che aveva usato qualche ora fa?"
    Il drago rosso ascoltò Aesiril e Zell che stavano discutendo a proposito della natura e mentre li ascoltava iniziò a chiudere i buchi che aveva scavato.
    "bé io non sono attratto dalla foresta ma dai vulcani, specialmente quelli attivi, comunque penso che la foreste siano utili sia per le prede che per i predatori e bisogna cercare di conservarli e se qualcuno ha bisogno di mio aiuto gli do una zampa" disse Gix mentre continuava a chiudere i buchi.
    Dopo che aveva finito il suo lavoro insieme ai suoi amici il drago rosso li ascoltò e disse a Zell "va bene, l'importate che non piova", subito dopo osservò l'elfo, lo prese con la sua coda e se lo mise sulla schiena.
    Gix spalancò le sue enormi ali e disse "sono pronto".
     
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    Aesiril fu sorpreso da come venne sollevato dal grande drago rosso. Con la sua lunga coda prensile, un sistema nuovo che non aveva mai visto fare da altri draghi. Alcuni draghi lo facevano salire facendogli usare la loro coda come una lunga scala dove poteva camminarci tranquillamente ma mai avevano usato la loro coda per sollevarlo di peso. Comunque, a parte la sorpresa, Aesiril si lasciò fare. Gix lo posò con estrema delicatezza sulla sua schiena, dove prese posto come aveva fatto prima, accarezzandogli le robuste scaglie rosse.
    "Non sarai attratto dalla Foresta ma Ahsnaeris ti considera come ospite, dato che sei molto attento a non usare le fiamme in questa Foresta magnifica, caro Gix." disse Aesiril al grande drago rosso che stava spalancando le magnifiche ali pronto a decollare.
    Zell annuì deciso a Gix e decollò dalla radura, prendendo la rotta verso la sua baita, in direzione est, con il sole calante alle loro spalle. L'ibrido drago-elfo mantenne una rotta tranquilla, volando ad una quota medio-bassa e a velocità moderata per non stancarsi eccessivamente. Il volo, comunque non durò molto, in poco meno di mezz'ora giunsero presso la baita che Zell aveva costruito su un abete bianco secolare. L'albero svettava alto sugli altri e aveva rami così grossi e robusti che potevano reggere il peso della sua casetta.
    Zell planò ed atterrò presso un torrentello che scorreva lì vicino, dove c'era un'apertura grande a sufficienza per far atterrare Gix senza correre il rischio che schiantasse qualche albero. Ormai il sole era tramontato, e l'oscurità era calata quasi del tutto.
    "Eccoci arrivati. Io andrò a prendere qualche preda per me. Se vuoi andare a caccia pure tu, Gix, fai pure. E tu Aesiril, sali pure nella mia baita. Fate come se foste a casa vostra" disse l'ibrido ai suoi due amici dopo che il drago rosso atterrò.
    "Grazie Zell, mentre tu vai a caccia io pulisco e curo i funghi commestibili che abbiamo raccolto." disse l'elfo della Natura, dopo essere sceso delicatamente dal drago rosso.
    "Bene. Una cena davanti al fuoco tra amici ci sta benissimo, prima di coricarci. E...visto che abbiamo qui con noi un orgoglioso drago di fuoco, a te l'onore di accenderlo, Gix." disse Zell, indicando un cerchio di pietre vicino al ruscello con vicino dei rami spezzati già predisposti per essere accesi. L'ibrido aveva scelto quel posto vicino al corso d'acqua, in modo che se qualche scintilla fosse partita accidentalmente, non avrebbe rischiato l'incendio.
    Zell partì nel folto della foresta per andare a procurarsi la cena ma non ci mise molto. L'ibrido fu silenzioso e furtivo nella foresta immersa nell'oscurità lasciandosi guidare dall'istinto e dalla vista notturna. Individuò subito una lepre solitaria che scorazzava tra gli arbusti e per l'ibrido fu facile ucciderla con una mirata scarica elettrica attraverso il terreno. Una lepre gli sarebbe bastata ed avanzata, dato che avrebbe condiviso alcuni funghi raccolti assieme all'elfo della Natura.
    L'ibrido del Fulmine tornò alla sua baita dai suoi amici.
     
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