Kengard: Creature da oltre i confini

Posts written by Frigg la Selvaggia

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    Ehiii verrei anch'io se vi va! Mi unirei con Caliel :dragongrin:

    Edited by Tirannosaurorex - 6/5/2022, 10:38
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    Ehi ciao! Sono Frigg, senti ho qualche dubbio relativo ai poteri di Jude. Non ho capito se abbia solo dei poteri seduttivi o anche di terra. La storia è super interessante e ben congeniata, stai attenta magari a qualche orrore ortografico. Sono molto colpita, come sei riuscita ad avere l'idea per questo PG?? Ti giuro mi piace tantissimo :Shiiii:

    PS: sono curiosa di scoprire la storia dietro Charles, il cugino bipolare e del suo gattino :2nan0bd:
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    Ultimamente i miei interventi sono sempre più sporadici e molto poco interessanti, perdonami Aes


    Quando Izumaksian prese tra le zampe l’omuncolo, Padme sentì un colpo al cuore. Era strano come gli uomini di pelle, seppur così malvagi e potenti, all’interno della zampa di un drago, sembrassero così piccoli e indifesi. Quando Izumaksian pose fine alla vita di quell’uomo miserabile, Padme non riuscì a guardare. Distolse lo sguardo dal sangue e cercò di pensare a momenti felici. La vista le si annebbiò e guardò in alto, verso il cielo. Non appena Izu le si accostò scusandosi per la sua rozzezza, Padme accennò un sorriso stanco. < Tranquillo, Izu, ti hanno schiavizzato ed è stata tutta colpa loro se i tuoi modi sono diventati grezzi. Andrá tutto bene da ora in poi, potrai vivere in libertà e non ti farai più condizionare dai sacchi di pelle, la vita è tua e come ogni altro essere vivente, hai ogni diritto di viverla > lo rassicurò e abbassò lo sguardo pensante. Credeva in quello che (la boccia puzza) aveva detto ma non era sicura che lui, come in realtà anche lei, avrebbero potuto trovare pace in una terra del genere. E tornare a casa non se ne parlava. Avrebbe tanto voluto trovare un posto da chiamare casa, anche se sarebbe stato tutto diverso.
    Izumaksian le fece notare come alcuni uomini si fossero ribellati e stessero combattendo contro i sottoposti del re ormai decaduto. < Non so se siano da considerare giusti, potrebbero aver semplicemente percepito la sconfitta imminente e per salvarsi il collo stanno cercando una via di fuga da codardi, sono opportunisti, come tutti gli umani >disse con cinismo prendendo il volo.
    Si libró in aria e guardò indietro verso Izu: < Andiamo al palazzo, vediamo se ci sono altre creature intrappolate al suo interno e, direi, leviamo le squame da qui! >. Padme atterrò vicino al palazzo, i combattimenti erano quasi esauriti e quasi tutti i soldati si stavano defilando dalla battaglia. La dragonessa scorse Kestrel e gli andò incontro.
    < Ehi, umano! Tutto bene? > gli rivolse la parola.
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    Finalmente uso Caliel, appena creato ho subito voluto ruoLare con lui


    Caliel alzò le braccia e si stiracchiò mentre percorreva assonnato e con la sua sacca in spalla il pontile. Il viaggio era stato pesante e non dormiva da almeno 16 ore. Insieme a lui, oltre ai molti demoni cornuti che lo accerchiavano, vi erano molti altri umani, come lui d’altronde. Sì stropicciò gli occhi e sbadigliò con nonchalance. Si fermò davanti ad un cartello bilingue scritto prima in demoniaco e poi nella lingua comune a lui conosciuta: “Festa qui ➡️“. Sorrise in modo ebete, strofinandosi i palmi delle mani. < Ehehehe>. Era la prima volta che giungeva nell’isola di Raizern ma aveva sentito parlare delle sue epiche feste e soprattutto dei suoi vari stand dove ognuno con un po’ di talento poteva esibirsi. Si diede uno schiaffetto incoraggiante, saltò e fece qualche urletto femmineo. Si guardò intorno con un sorrisetto poco convincente e riprese la strada principale.
    Era tutto in festa, le strade piene di gente (vi erano anche tanti umani stranamente, come lui) ognuno spalla a spalla camminava in maniera disordinata, un po’ come andare al mercato il sabato mattina. A volte capitava di sentire qualche skateboarder che sfrecciava sopra di loro. Vi erano buoni odorini e gran bella musica, etnica, assordante, di quelle che ti entrano nell’anima e te la fanno vibrare. Caliel amava la musica e quindi prese la direzione del grande palco, dove un gruppo di Ning si destreggiava in maniera penosa, secondo il suo umile parere. Trovò un banchetto dove una demonessa in camicetta e con il chewing-gum in bocca lo accolse pacatamente < Benvenuto alla festa per i 1000 anni di Raizern > la sua voce cantilenata e senza entusiasmo colpí non poco Caliel, < Se avessi saputo che tutte le fanciulle più belle fossero della razza dei demoni sarei arrivato ben prima del millesimo anniversario, zuccherino. Mi chiamo Caliel, Cal per gli amici, sono un normalissimo umano, ma tu puoi chiamarmi come vuoi. E il tuo nome? >. La demonessa senza reagire minimamente al flirt cringe del nostro eroe senza macchia, gli indicò il cartellino appuntato sul suo petto “Ramona”.
    < Se vuoi iscriverti al Talent Show, amico, devi essere in una band! > una voce impaziente da dietro lo chiamò. < Come in una band! > si portò le mani al viso in una smorfia di sconfitta < Ma non è possibile!!!! Ma come farò! Io sono un lupo solitario!!!! >. Si rannicchiò davanti al banchetto in posizione fetale e le prime lacrime di disperazione iniziarono a colargli giù sulle guance. < Sniff, sniff> tirò su con il naso. Parte degli spettatori che guardava il palco ma che era vicino al banchetto d’iscrizione si girò ed intorno a lui si creò una piccola folla di curiosi. Caliel non si smentiva mai, era e sarebbe sempre stato una DRAMA QUEEN.
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    C'è qualcuno di più interessante che voglia ruolare con me?

    Graziee
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    NON FARMI ALZARE LA VOCE!
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    No, le tue storie mi annoiano, guarda che chiamo la polizia postale se continui a stalkerarmi.

    se mi banna è perché sto dicendo la verità
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    No
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    No
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    AAA. CERCASI MASTER+AMICI PER OSPITARE CALIEL

    Buongiorno gente, anche se a malapena riesco a rispondere alle role in cui sono già impegnata, volevo iniziarne una nuova con il mio nuovo personaggino Caliel. Non ho molte pretese e Caliel ha un indole mite, ci accontentiamo di un giretto da qualche parte senza meta e senza fine.

    Non ho idee actually


    NO PERDIGIORNO, MINIMA SERIETÀ

    :1zxb9rs: :1zxb9rs:
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    Yayyyy :paninozzo:
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    CALIEL, il Ramingo

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    Specie: Umano
    Sesso: Maschio
    Età: Imprecisata, sembra essere sulla fine della ventina
    Magia: Psichemanzia

    Aspetto fisico:
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    Caliel si presenta come un bel giovane alto e slanciato. Per il suo aspetto quasi angelico, occhi chiari, volto spigoloso e capelli lunghi ed argentati, è sempre molto popolare con le donne. Il problema si ha quando lo si avvicina: purtroppo il suo aspetto, da lontano, così affascinante e austero viene rimpiazzato dalla sua sbadataggine e timidezza. La sua lingua solitamente inizia ad arrotolarsi e Caliel a balbettare. Fortunatamente quando compie i suoi spettacoli di magia sta sempre il più lontano possibile dalle persone e non rischia di rendersi ridicolo, almeno non troppo. È così che, grazie alla sua apparenza fisica, è sempre benvenuto da tutti, nonostante esso sia un vero e proprio vagabondo.
    É un uomo muscoloso, abituato all’attività fisica e ad allenare il corpo: soprattutto grazie alle fughe, scappare dalle situazioni più pericolose e quasi mai affrontare i nemici che lo attaccano è una delle sue attività principali. Sotto la sua tonaca blu, il corpo tonico è pieno di cicatrici, visibili anche a volte quando il ragazzo si tira su le maniche lunghe o quando lo si becca a lavarsi nei fiumi. Le cicatrici sono una sua caratteristica e quasi, a volte, un vanto che porta con grazia e onore. Non si sognerebbe mai di rinnegarle o nasconderle con vergogna. Il viso invece è senza alcuna imperfezione. Infatti Caliel, vanesio com’è, tiene molto alla sua routine di bellezza e al suo aspetto fisico. Ogni notte, prima di andare a dormire, si strucca, si fa una maschera per il viso, si pettina e si lega i capelli, a lui molto cari.


    Vestiario: Caliel è solito vestirsi con delle tuniche. Il suo colore preferito è il blu, quindi solitamente quando possiede un po’ più di soldini e vede che una delle sue tuniche è usurata, decide di andare da quache sarto a farsi rifare il guardaroba. È sempre povero in canna, ma i suoi abiti blu sono la priorità. Un altro vestito molto importante per lui è il costume di scena, una grande tonaca con un bellissimo mantello, tutto decorato sul petto e sulle maniche. Prima di entrare in scena, oltre a cambiarsi di abito, profumarsi e truccarsi si pone sulla fronte una coroncina decorativa. Caliel è solito portare tutti i giorni anche qualche accessorio alla moda, collane, anellini e braccialetti. E soprattutto orecchini che sfoggia gelosamente. Più va avanti il tempo, più gli orecchini si moltiplicano sulle sue orecchie.
    Caliel si porta sempre dietro un violino, attaccato alle spalle e il quale a volte suona durante i suoi spettacoli di magia. Sfortunatamente Caliel non ha per nulla doti musicali e quindi ogni volta che suona, il pubblico minaccia di farlo stare zitto. Ma Caliel non si dá per vinto e continua perché uno dei suoi sogni è quello di diventare un grande violinista umano. Proprio per questo non è raro vedere gli spettatori riprendersi i propri soldi durante l’esecuzione o essere cacciato e malmenato.
    Essendo un vagabondo, il Ramingo mette tutti i suoi averi dentro una grande coperta che attacca ad un bastone. La coperta, oltre ad essere utilizzata come zaino, è utile nelle nottate più fredde quando il povero ragazzo non trova riparo a casa di qualche benefattore.

    Armi: Il Ramingo non porta con se armi. Le sue uniche difese sono:
    1) La fuga,
    2) la sua magia,
    3) il Kung fu (in realtà no, ma Caliel pensa di poterlo far credere ai suoi nemici).


    Carattere:
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    Bonaccione, irriverente, goloso, idealista e incosciente. Questi sono solo alcuni degli aspetti fondamentali del carattere di Caliel. Il Ramingo, il nome per cui è conosciuto come mago ed intrattenitore sul palco, è un uomo affascinante, dotato di uno spiccato senso dell’umorismo e sempre disposto a dare una mano alle persone in difficoltà. Caliel ha un’anima gentile e disponibile: vegetariano convinto, non riuscirebbe a far male nemmeno ad una mosca. In caso di pericolo per lui o altre persone, il ragazzo si fa difensore dei più deboli e diventa scudo per i più innocenti (a questo si debbono anche tutte le sue cicatrici). Ma non riuscirebbe mai ad arrecare danni mortali. Solitamente però, se lui è l’unico bersaglio di minacce o pericoli, sceglie sempre la fuga, raccattando baracca e burattini o al massimo usa le sue tecniche magiche difensive.
    Caliel è molto vanesio, si trucca, si pettina e cura la pelle e la sua apparenza fisica con grande attenzione. Questa sua cura per il corpo non si accompagna ad una dieta bilanciata, Caliel è infatti molto goloso e ama il buon cibo, soprattutto i dolci e gli alcolici. Purtroppo per lui non lo regge molto e si ubriaca facilmente. Ama le persone, la folla ed il suo pubblico, circondarsi di persone felici, cibo e alcol.
    Caliel è anche molto melodrammatico e teatrale, a volte anche troppo. La sua sensibilità lo porta letteralmente alle lacrime facili mentre il suo carattere da diva dello spettacolo ad esagerare nei gesti e nei comportamenti con le altre persone. Questo suo lato estroverso sul palcoscenico è veritiero fino ad un certo punto; infatti, benché ami circondarsi di persone e presentarsi non invitato a feste di compleanno o sagre locali, in realtà è timido e tende a chiudersi molto con le persone che lo interrogano direttamente e che cercano in qualche modo di conoscerlo più a fondo. Questa riservatezza riguardante il suo passato forniscono al suo personaggio quasi un’aura misteriosa. La sua timidezza però non lo porta mai ad essere schivo o scortese. Un altro tratto fondamentale è l’amore quasi mai corrisposto per le donne. Non si può chiamare Caliel, il Ramingo, Dongiovanni solo per il fatto che ogni volta che lui ci prova con una ragazza, tutte lo rifiutano. Questo rifiuto non è assolutamente dovuto al suo aspetto fisico, bensì alla sua involontaria sbadataggine e bizzarria. Ama i bambini e le cose pucciose e non prova vergogna nell’esternare le sue emozioni, dalla rabbia alla dolcezza paterna.



    In Battaglia:

    Potere speciale: Mutaforma
    In realtà, Caliel, non è un umano bensì un mutaforma. Egli, sebbene non sappia quale sia la sua vera forma, ama alla follia gli umani, le loro tradizioni e soprattutto il cibo. Per questo motivo utilizza soltanto la sua forma umana. Nonostante questa Caliel potrebbe benissimo cambiare forma e prendere qualsiasi egli voglia: l’importante è che egli abbia toccato la creatura in cui voglia trasformarsi. Il processo di trasformazione impiega una decina di minuti e rilascia delle scorie biologiche, come una specie di muta dei serpenti.

    Tecnica I: Moltiplicazione
    Caliel si sdoppia ed il nemico non sa quale sia il suo vero corpo. Questa tecnica, come la maggior parte delle sue tecniche, sono usate quasi esclusivamente come difesa. Solitamente Caliel la usa per scappare o confondere i vari nemici che lo attaccano ma, essendo il suo clone un’illusione intangibile, non può attaccare direttamente il nemico.

    Tecnica II: Elementi
    Caliel può manipolare gli elementi, ma sono delle mere illusioni, infatti nessuna di queste ha un effetto dannoso e reale.
    - Fuoco: egli può creare delle illusioni con il fuoco, dalle palle che usa per la giocoleria alle lingue di fuoco dalle dita, molto efficaci per sbalordire i bambini. Caliel, utilizza questa abilità anche per spaventare i nemici e confonderli durante la fuga.
    - Vento: uno dei suoi elementi preferiti è proprio il vento poiché questa illusione è utile con le donne. Caliel riesce a far sembrare che i suoi capelli vengano mossi dolcemente dal vento e affascinare così tutte le signore. Oppure può usarlo in combattimento, creando dei forti rumori minacciosi di tempesta per spaventare i nemici.
    Purtroppo gli altri elementi li sta ancora cercando di padroneggiare, ma ci arriverà.

    Tecnica III: Telecinesi
    Caliel ha sviluppato anche questa abilità: egli può far fluttuare, con la forza del pensiero, un oggetto o anche più. Ovviamente non è ancora così capace da poter spostare oggetti più pesanti di lui. Meno gli oggetti pesano, più può spostarne. Caliel infatti usa questa sua abilità soprattutto durante i suoi spettacoli di magia, oppure per alzare le gonne delle signore.

    Tecnica IV: Suono fantasma
    Caliel può imitare un repertorio limitato di bestie, creature, umani e altri suoni. Per esempio, durante le sue esibizioni musicali, quando vede che nessuno lo vuole ascoltare, cerca di sistemiste are il suono del suo violino per renderlo più piacevole. Questa tecnica però ha molto spesso degli esiti inaspettati: a volte, dopo il suo uso, Caliel rimane senza voce; altre volte il suono non è quello sperato.

    Tecnica V: Empatia
    Caliel è molto sensibile ai sentimenti che provano le altre persone, con questa abilità egli riesce a percepire gli stati d’animo delle persone accanto a lui o di quelle che potrebbero nascondersi vicino a lui per attaccarlo. Se si trova all’interno di una folla è difficile per lui riuscire a distinguere quale sentimento corrisponde a chi. Per essere sicuro può toccare la persona che pensa stia provando quella data emozione.

    Tecnica VI: Invisibilità
    Il Ramingo riesce a schermare la luce e quindi diventare invisibile per un tempo limitato. Questa sua abilità viene utilizzata anche per barare nel gioco dei tre bicchieri, oppure in qualche suo trucco di magia. Purtroppo è ancora poco abile e non riesce a rendere invisibile oggetti di dimensioni eccessive, oltre a se stesso.


    Storia:
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    Caliel giunse ormai parecchi anni or sono sull’isola di Kengard, violino sulle spalle, sogno di diventare un grande umano intrattenitore e di fare del bene nel cassetto. Fin da subito iniziò a girovagare cercando di farsi un nome tra i vari intrattenitori di strada. Un po’ di magia d’illusione, qualche suonata con il suo violino e dopo qualche anno, tutti quelli che lo vedevano lo riconoscevano: il Ramingo, lo chiamavano. Non stava mai in una sola città, la sua vita edonistica era basata sul viaggiare, spostarsi, scroccare buoni pasti e conoscere il più possibile le culture e le tradizione autoctone. Capitava molto spesso che durante il suo cammino entrasse a contatto con predoni o assisteva a ruberie su altri pellegrini. In questi casi, se nessuno dei presenti era in pericolo di vita, scappava; ma se si compiva un’ingiustizia o dei poveri innocenti venivano minacciati, Caliel si lanciava, impavido al loro aiuto. Queste interazioni lo avevano portato a tante tante botte, poiché egli credeva che nessuna vita andasse presa e che tutti meritassero una seconda chance, anche coloro che erano crudeli e avidi. Così non raramente veniva lasciato esangue o derubato, ma per quelli che aveva difeso diventava un eroe. Egli non voleva essere pagato, chiedeva solo un pasto caldo ed un giaciglio per riposarsi. E più di tutto, intrattenere e vedere il sorriso sulle persone a cui mostrava i suoi trucchi. Certo, non era proprio un genio della magia, con la sua sbadataggine, però piano piano stava diventando sempre più abile. Molto spesso quando capitava a Kerus andava alla taverna di una sua amica che la ospitava o a volte trovava abbastanza denaro per poter pagare veramente una stanza da qualche parte, ma ancora più di frequente era solito dormire nel bosco.


    STORIA IN GAME
    Linka qui le role che ha fatto il personaggio.

    Scheletro scheda by Dekken.



    Edited by Frigg la Selvaggia - 7/9/2020, 11:47
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    Scusami come sempre per la lunghissima attesa e il piccolo contributo a questa storia :acquaaaa:


    Padme vide Izu che si lanciava verso la battaglia sprezzante del pericolo e si diresse verso i bastioni del castello. < Ma cosa fa? È pazzo! Finirà per farsi ammazzare! Tutto questo per un sacco di pelle parassita e debole come i cuccioli d’uomo >. Guardò giù dal burrone e vide che alcuni dei soldati stavano ancora salendo verso la cima della montagna. Raggiunse un grandissimo masso e, con l’aiuto della sua coda, lo scaraventò giù bloccando il passaggio. Padme guardò di nuovo verso la battaglia che infuriava, riuscì a scorgere Izumaksian e si accorse della grandissima balestra che puntava verso il drago. Riusciva, anche se con difficoltà, a schivare i grossi dardi ma si vedeva che necessitava di qualche aiuto.
    < Se vuoi che le cose siano fatte nel migliore dei modi, falle tu stesso, ecco perché! > Padme, stizzita, si alzò in volo, si alzò il più possibile ed entrò nelle nuvole. Dopo poco, trovato il suo obiettivo, caricò in picchiata verso la postazione della balestra. Nessuno si aspettava di vedersi venire in contro Padme e men che meno il suo soffio di cristalli di padparadscha che distrussero come proiettili acuminati tutto il macchinario e spaventarono i poveri soldati sopravvissuti che iniziarono a correre da una parte all’altra della torre. Padme si guardò intorno e riconobbe Kestrel che combatteva come un forsennato contro ogni nemico, era praticamente accerchiato. Prima di librarsi in aria e raggiungere Izu che stava tornando verso la cima della montagna, la dragonessa fece comparire davanti all’umano un muro di padparadscha che scaraventò quasi tutti i nemici a terra, indebolendo l’attacco nemico. Padme lanciò un ruggito violento, spaventando molti dei soldati più vicini, e riprese il volo verso la montagna. Arrivò nello stesso momento di Izumaksian il quale portava la causa di tutti quei mali, uno dei sacchi di pelle più abominevoli con cui la dragonessa avesse mai avuto a che fare: Cessian. Izu lo mise per terra e il piccolo omuncolo estrasse una spada. < Quel piccolo stuzzicadenti potrebbe essermi utile più tardi quando cercherò di pulirmi le zanne dalle vostre ossa! > tuonò Padme con un gran vocione collerico.
    < Le vostre azioni, semplicemente la vostra mera esistenza, mi procura dolore e grande odio nei vostri confronti. Siete il puro esempio di quanto la vostra stirpe sia malvagia! Siete, come tutti i vostri simili, una bestia, un mostro! Tutto ciò a cui avete dato il via con la vostra missione di tortura e caccia di creature così nobili come le Fenici sarà punita, così come la cattività del mio amico, il drago di Terra Izumaksian, è uno dei vostri innumerevoli misfatti a cui seguirà una pena. Potete rimediare in qualche modo: richiamate i vostri soldati e ordinateli di gettare le armi, di ritornare da dove sono venuti e lasciare in pace queste terre, i loro abitanti e tutte le meravigliose creature di questo mondo >. Padme guardò Izu e riprese < In più dovete dirci dove avete portato il cucciolo d’uomo, L’antipatica e fastidiosa bestiolina dal nome Nara. Fate questo e la vostra punizione sarà più clemente, disobbedite e la vostra fine giungerà dolorosa. In ogni caso, le vostre azioni criminose finiscono qui! Ho parlato! >
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    Sorry per l’attesa ma è stata fruttuosa :please:


    Mavet aiutò Kesya a slacciarsi l’imbragatura. < Non so se sia la cosa migliore che tu vada lì dentro da sola, sarebbe meglio rimanere uniti... percepisco una presenza malvagia! > urlò la maga alla Maleyes che intanto era entrata nella grotta, ignorandola beatamente ed era già stata inghiottita dall’oscurità. Mavet guardò Maddyn con una faccia interrogativa, poi i cuccioli. < Kesya? Signorina Kesya Maleyes? Ma dove è scomparsa? >. La ragazza si grattò la testa, aspettò altri 2 minuti e poi prese lo zaino dal carretto, se lo mise in spalla e tese la mano all’altra umana. < Prendi la mia mano Maddyn! Partiamo per cercare la tua mamma e ora anche Kesya! Piedino! Vieni anche tu, ci serve almeno qualcun altro, voi, altri cuccioli state in guarda del carretto: è il nostro unico mezzo di ritorno e poi l’ho costruito io e mi piace molto>.
    Le tre figure si inoltrarono nella coltre oscura, improvvisamente una fievole lucina illuminò per qualche secondo la via e Mavet aspirò avidamente dalla sua pipa. < Ora va meglio >, disse ricercando il braccio di Maddyn da cui si era staccata per accendere la pipa. Si sbracciò un paio di volte in avanti a tentoni, cercando un appiglio di qualche tipo. < Ehilà!!! Maddyn!!! Piedino!! Ma dove sono finiti, erano accanto a me un momento fa >. Era completamente da sola. Un’altra volta. Fece qualche passo in avanti e sentì degli scalini, così iniziò a scendere con qualche remora. La maga continuava a borbottare, finché in lontananza, molti e molti passi più in là intravide un qualche tipo di luminescenza accesa, quasi verdina. “Molto, molto interessante” pensò cercando di affrettare il passo per quanto la stradina immersa nel buio e ile sporgenze del tunnel le permettesse di accelerarlo. Solo dopo un po’ si accorse che intorno a lei le luminescenze iniziavano ad aumentare, erano delle specie di macchie di luce attaccate a quasi tutte le pareti rocciose della grotta. < Un ottimo oggetto di studio se la mia nonnina fosse qui con me > si esaltò la ragazza. Ad un certo punto entrò in una sala enorme, il tetto da quanto alto non si vedeva nemmeno e sopra di lei solo l’oscurità. La sala era già più illuminata del resto della grotta e tutto dipendeva dalle macchie lichenose alle pareti. Mavet fece qualche passo in mezzo alla stanza e rischiò quasi di inciampare su un ostacolo nel sue percorso. Si girò e tastò il terreno roccioso, sembrava fosse solo una roccia, ma era grande e aveva una forma stranissima, un buco in mezzo? Era cavo? Mavet si era altamente scartavetrata i gomiti sulla scopa (gergo da maga per dire che aveva perso la pazienza) a causa di tutta quella oscurità e voleva iniziare a vederci chiaro ( pun intended). Si sedette per terra nel freddo della grotta e aprì lo zaino. Infilò tutta la mano dentro e iniziò a cercare. < Questo no, aspetta questo cos’è? > tirò fuori un giocattolo per cani, una paperella, un elmetto, dei fogli di carta, tutto continuava ad accumularlo dietro di lei. <uhh e questa pozione? > disse aprendo il tappo di una boccetta e annusandola, < Oddio mai l’avessi fatto, non sia mai! > e la lanciò addosso dietro di sè. La boccetta si spaccò addosso ad una delle macchie luminescenti sul muro ed iniziò a corroderla. Un fischio disumano avvolse la sala con grande orrore di Mavet che dovette tapparsi le orecchie. Aveva ancora la mano dentro lo zaino e riuscì finalmente a trovare ciò che stava cercando, una bellissima lanterna ad olio di balena. Fortunatamente lei era sempre rifornita. La accese cercando di tapparsi le orecchie come meglio poteva. Solo allora si accorse che tutte le altre macchie del muro avevano virato il proprio colorito sul rosso e non più sul verde e che la loro luminescenza sembrava di accesa. L’urlo di dolore della macchia era cessato, svanito nell’acido come la sua proprietaria ne era stata disciolta. La ragazza si guardò attorno e solo allora si ricordò dello strano sasso cavo e dalla forma strana su cui aveva urtato. I suoi occhi si aprirono di incredulità quando vide, grazie alla luce che emanava ora dalla lanterna che aveva in mano, il sasso non era altro che un cestino, o meglio una roccia a forma di cestino. Come se in qualche modo l’oggetto si fosse cristallizzato in quella forma della materia.
    Improvvisamente sentì dei rumori di passi provenire da un cunicolo sul limitare della sala, con la lanterna da una parte e una palla oscura dall’altra, Mavet si preparò a sorprendere l’avversario. Fu molto sollevata quando riconobbe Maddyn. < Maddyn! Sei tu! Sono io, tua sorella di nome! Mavet!!! Sono così felice che tu mi abbia trovata, è stata la luce della mia lanternino o le urla agghiaccianti che ti hanno portata da me? > chiese chiamandola a sé. Le due ragazze si stavano per ricongiungere quando un urletto stridulo si levò sopra le loro teste. Mavet spinse Maddyn sopra il mucchio di oggetti che aveva tirato fuori dallo zaino e cercò di nascondersi dietro una stalagmite che cresceva dal terreno. Ma fu tutto inutile perché un tentacolo viscido la stritolò e la trascinò nell’oscurità in alto da dove era comparso. < Non ti pre.. per m.. tornerò...tie..d’occh..ainetto... ddyn!! >.

    Quando riaprì gli occhi la ragazza riuscì solo a vedere il buio che la circondava, si sentiva come ricoperta da una melma. Provo a grattarsi il viso ma le sue mani erano imprigionate, il suo intero corpo sembrava come dentro un bozzolo, imprigionata in una melma oscura e appiccicosa. Si sentiva come sbronza, stanca, quasi senza energie. Da entrambe le mani la maga creò delle palle d’oscurità che iniziarono a bruciare il contenitore fangoso che la opprimeva. Come da una specie di ragnatela compatta la ragazza riuscì ad uscire e cadde ansimante sul terreno roccioso, era ancora dentro la grotta. Intorno a lei la materia luminescente era ovunque ed era possibile vedere con orrore come non solo lei fosse stata imprigionata nel bozzolo di melma: vi erano molti altri contenitori. Fu così che vide un grandissimo bozzolo ricoperto di licheni fosforescenti. Prese dalla cinta uno dei suoi pugnali e lo aprí. Scavò affondando le mani e solo dopo un po’ riuscì ad intravedere della pelle squamosa chiara, forse bianca. < Kesya? >. Riuscì a toccarla e iniziò ad infondere in lei della nuova energia, curandola e dandole un minimo di forza come poteva. Dopo qualche secondo, il guscio iniziò a creparsi e da esso uscì anche la Maleyes. < L’avevo detto io che era meglio non dividerci! >
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    Mentre Izumaksian le spiegava come si fosse affezionato ad una bambina umana (patetico!) e a come avesse fatto di tutto per non farla uccidere dal principe Cessian, il "falso principe" come l'aveva chiamato Izu (ora finalmente diceva che non era degno di potersi chiamare con tale nome), Padme si rese conto quanto i sacchi di pelle fossero veramente degli esseri infimi: perfino tra di loro, all'interno della propria razza, minacciavano e uccidevano. E per di più, minacciavano esseri che, per quanto rimanevano mediocri essendo umani, erano innocenti come i cuccioli di uomo. Almeno in parte, si sa che superati i 16 anni, dopo il bar/bat-mitzvah o quinceñera o come diavolo gli umani viscidi chiamassero quel rito di passaggio che segnava l'età nel quale il cervello dei sacchi di pelle non riusciva più a metabolizzare la violenza. Infatti dopo i 16 anni gli umani diventavano invasivi, conquistatori e pericolosi, verso i draghi, verso gli altri umani e verso tutto ciò che li circondava, persino il loro stesso pianeta. Padme si stupiva ancora dell'esistenza di erba, alberi e verde nei luoghi dove vivevano gli uomini.
    Questo pensiero portava alle parole di Izu e della caccia a delle creature molto nobili (non così nobili come i draghi OBVY) ma nobili abbastanza da ritenerle tali come le Fenici. Quando Izumaksian le riferì che gli uomini erano lì per cercare le piume di quella meravigliosa creatura, Padme sbuffò e si irritò. < Non possono! Quei balordi non riusciranno mai a prenderLe! Avreste dovuto ribellarvi già da un pezzo! Il vostro comportamento è stato ed è tuttora inaccettabile, la vostra affezione per quella piccola sanguisuga umana non vi fa troppo onore, sappiatelo! Avete preferito farvi soggiogare da un falso principe umano per salvare un cucciolo d'uomo, irrazionale e patetico! Questo siete! >.
    I passi dei soldati iniziavano a farsi sentire in quello che sembrava un sentiero impervio e molto stretto lungo la montagna. Padme venne attirata dal rumore e si affacciò sul precipizio. Vide dei puntini in fondo che come formiche si muovevano in fila indiana una dietro l'altra nel sentiero. < Io non fuggo, ho passato troppo tempo a fuggire! Gli umani mi hanno strappato tutto ed è ora che qualcuno li insegni quanto fragile e quanto meschina sia la loro razza! Non mi avranno mai, perché li estirperò dal primo all'ultimo, feccia! > e con questo decise di buttarsi a capofitto giù dal precipizio. Sorvolò sulla fila di soldati che aveva preso il sentiero strettissimo e con la coda ne buttò giù più che poté. Alcuni cadevano con un grande rumore di ferraglia e si spappolavano con soddisfazione su qualche roccia appuntita, altri cercavano di reggersi agli altri e portavano i loro compagni giù nel baratro, il tutto addobbato con un grande fragore di grida spaventate e urli poco maschili. Padme si aggrappò alla roccia sopra di loro, scioccati e non ancora pronti al contrattacco, i soldati si fermarono terrorizzati cercando di proteggersi con gli scudi e quel che avevano. La dragonessa li ruggì addosso e quasi tutti iniziarono a darsela a gambe, chi preferiva tornare indietro e scendere la montagna, chi inconsapevolmente decise di rischiare e coraggiosamente cercare di salire fino alla cima. Padme, soddisfatta per ora, raggiunse nuovamente la cima. < E' stato divertente! Devo ammetterlo! Poco decoroso, certamente, ma efficace, almeno per ora! >.
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