Kengard: Creature da oltre i confini

Votes taken by Master of Void

  1. .
    Era uno spettro. Sì ne era consapevole già da un po'... Ma continuava a pensarci e starci male.
    Quando atterrarono in quella desolata landa desolata di ghiaccio gli venne in nodo alla gola, gli mancava il respiro e quando si accorse che nemmeno stava respirando la gola gli si strinse forte... Si sentiva male anche al solo pensiero. Il casinista ed estroverso lemure era più silenzioso che mai, ma la sua testa era come lo scrosciante rombo di pensieri nefasti e tossici man mano che prendeva consapevolezza della propria morte. "oh miei dei! Che cosa ho fatto!? Come mi sono ridotto??! Come ho fatto a ridurmi in questo modo!? Dovrei essere morto ma vivo, dovrei non esistere più, ma esisto! Come mi sono ridotto... Perché non posso semplicemente dormire e riposare per sempre!?" pensava l'anima in pena, ma doveva pensare alla missione, non poteva lasciarsi marcire dentro così. Vampiri, sono vampiri i suoi nemici ora e non si sarebbe arreso così dai propri traumi, e Anna senza saperlo lo aiutò molto alleviandolo da quei pensieri nel cercare di calmarlo. In quel momento Void mentre levita in quella tundra leggiadro, senza atterrare, ma comunque li seguiva. Mentre si avviavano verso la tana di vampiri esaminò la propria mannaia per assicurarsi che fosse in buone condizioni generali, si rese conto che la mannaia era in ottime condizioni e quindi sospirò tranquillo dandosi dello stupido poiché l'arma era in grado di autoripararsi da sola.
    "Sarebbe ora che smetta di usare armi non mie Questa mannaia me la porto dietro da un po', Ma un giorno vorrei un arma mia... Una a qui dare un nome, anche se questa è utile senz'altro."
    Pensò risistemava l'arma pronto a usarla.
    Anna gli chiese di pensare alle retrovie e lui per non perdere quel minimo di etichetta di qui poteva vantarsi fece un inchino elegante (e un po' buffo viste le circostanze) accompagnato con un: si signora. intanto si adentrarono nel buiume assoluto, di certo a un vampiro non servivano torce. Sperava solo che poi la nebbia lo avrebbe perdonato per essere stato fino a ora un coglione completo e che avrebbe potuto stare meglio con loro, si era reso conto che non erano così diversi infondo, quella gente moriva anche per i loro ideali e sentiva che era qualcosa... Qualcosa migliore per tutti, tanto lui era morto, non aveva nulla da perdere, e ora sarebbe morto mille volte per chi moriva per gli altri... Perché tanto non sarebbe mai morto definitivamente, l'unica cosa che ora temeva era che fosse troppo tardi per redimere i propri sbagli.
  2. .
    Le parole del drago argenteo sorpresero molto Maledet.
    Sentiva di aver messo un pizzico di sale su una lacerazione sull'animo di quel drago argenteo.
    Si avvicinò con fare curioso e innocente.
    "Ti capisco... A volte non fare nulla è peggio di fare troppo. Ma credo che quello che stai soffrendo di più ora... Sei proprio tu."
    Fece coprendolo con un ala cercando di consolarlo mentre lo accarezzava, il principe nero era infatti piuttosto sensibile anche se non lo dava a vedere ed'era molto empatico.
    In realtà avrebbe voluto restare ancora... Una fitta trafiggeva anche lui, ma questa anziché bloccarlo lo incentiva ad andare avanti.
    ... e non mi arrenderò abbandonandovi! Andrò avanti assieme a voi e risponderò alle role!

    "Ascoltami Nivael, il vento ti riporterà nel luogo a qui appartieni. Devi tornare ora! Forse tra un anno sarà tardi! Devi Almeno sapere cosa sia successo, da cosa sei fuggito veramente e se qualcosa andrà storto sarò con te, ti aiuterò a passare inosservato e vedrò per te come sono messe le cose. Ma devi farlo! Io non sono fuggito dal mio regno, questo è solo un viaggio di formazione che mi riporterà là, e sono sicuro che anche per te non è diverso. Quindi andiamo a vedere su! Se le cose vanno male poi potrai fuggire ancora no?"
    Fece Maledet con tono deciso e sprezzante, spronandolo ad alzarsi in aria spingendolo con il muso teneramente.
    C'era qualcosa di caldo e splendente nel buio di quel drago d'ossidiana, il suo sguardo rosso era pieno di affetto e solennità al contempo, qualcosa di incredibilmente giovane che però aveva già visto troppo... Eppure non si arrendeva, Non demordeva, non si attendeva e andava avanti.
    Tutto è transitorio, ma nulla gli dà il diritto di arrendersi a marcire.
    "non ti sto chiedendo di credere in me! Credi in te stesso! Tu puoi essere coraggioso e non ti libererai mai da questa gabbia nella tua anima se non ti metti sotto e fai vedere chi sei!"
    Fece il drago nero guardandolo severo e colmo di speranza.
    Voleva farlo per lui, per fargli superare quello che lui doveva essere qualcosa di estremamente doloroso.
    "Stavolta sarò io il tuo vento e il vento in coda ti riporterà nelle terre d'inizio o resterai qui a marcire come la gente della palude!"
    Fece il dragone nero sollevandosi in aria.
    Il battito delle sue ali in volo stazionario era come un forte magistrale che per puro caso o destino puntava verso il luogo da qui veniva.
    Poteva sottrarsi a quel vento... Poteva fuggire ancora e nascondersi dal drago nero come dalle proprie responsabilità, ma non avrebbe cambiato le cose. Solo lui poteva, e quel vento dallo splendore oscuro lo avrebbe seguito e avrebbe vegliato su di lui se non se ne fosse andato e basta.
    Maledet esce, non me ne vado, anzi se vuoi apro una nuova role in oltre i confini... Si va a casa.
  3. .
    Jare jare, entro con Maledet e dei nuovi amici. Dai su Aleph, anche io sono messo un po' così ultimamente.

    Maledet in vero nemmeno voleva andare a una festa, era troppo emo e associale di suo, di certo non era uno che amasse essere al centro dell'attenzione.
    "ok ragazzi... Fate i bravi e non perdetevi. Io faccio un giro."
    Fece Maledet al gruppo che aveva portato alla festa al fine di completare una quest, e quindi ottenere punti esperienza da spendere al fine di diventare OP.
    Purtroppo per lui era impossibile non passare inosservato insieme ai suoi accompagnatori che aveva portato in Volo a Raizern.
    Si trattava di una gang scalmanata, un trio del devasto, la triade della somma e totale follia.
    La tresmile! Gli Slime erano il perverso Ditto, lo Slime di tipo norm... Suono, bello rosa alla fragola, abilissimo nel cambiare forma e abilissimo come nell'essere cantautore che batterista. Vi era il dolce SCP 999, uno Slime di tipo fuoco arancio alla arancia, chitarrista e praticamente impossibile da odiare per quanto Puccio e solleticoso.
    In fine il leader del trio compatto, un fighissimo Slime a due gusti di elemento vento e buio: uno Slime svolazzante che era il allo schifo essendo praticamente la versione slime di Liya. Uno Slime a strisce argentee e nere con occhietti viola che ripeteva "jare jare", era il bassista e cantante del gruppo: il mitico BeppeII figlio di FrancoIII re degli Slime di Kerus.
    Il gruppo si divise in fretta: Maledet gironzolava tra le bancarelle con fare lamentoso e annoiato canticchiando "Is never end" dei "bright me the orizont", e malgrado ciò il suo Look da ragazzo vissuto e dannato stava attirando molti sguardi non voluti, molti dei quali fin troppo languidi.
    Invece nel mentre Ditto si divertiva a molestare le demonesse con battute a doppio sfondo sessuale che non riporterò per buonsenso, seguite da calci volati dalle stesse manco Chuck Norris.
    SCP999 invece si era letteralmente circondato da un gruppo di umane e demonesse che lo riempivano di coccole perché era troppo Puccio.
    "Ha degli occhi così carini!"
    Diceva una ragazza umana che lo solleticava e lui emetteva risolini adorabili.
    "È così morbidino e caldo" fece una demoniessa dal fin troppo ampio decoltè su qui il piccolo Slime era ingenuamente"seduto" a farsi spupazzare di coccole suscitando l'odio e l'invidia di Ditto oltre che l'ilarità generale.
    In fine il fortissimo Beppe passeggiava con fare fortissimo in formato umanoide con la sua giacca di Jotaro Jostar A qui era stata aggiornata una spallina, quella del suo amico Kenshiro che gli aveva regalato dopo averti nuovo distrutto maglietta e giacchino grezzo da guerriero della strada per picchiare dei truzzi armati su un cavalcavia in una terra post-apocalittica nota come Molise in qui Beppe una volta andò in vacanza.
    L'indomito Slime tigrato trovò a un certo punto un tizio che piagnucolava a terra e fissandolo intensamente con gli occhi viola mentre un aroma di caffè con crema lo avvolgeva gli chiese.
    "Embè, chi è sto lezzo che frigna? Questo non è mica un funerale." prese L'uomo rannicchiato in posizione fetale con una mano e lo sollevò da terra con forza sovrumana come se pesasse come un pollo (UN POLLOOOOOOOOOOHH!) e lo fissò negli occhi.
    "e che c'è, t'ha preso la depressione? Su che le dramma queen le banno a ceffoni dall'esistenza."
    Fece con la sua voce bassa e grezza pulpitante di pura ignoranza, ma malgrado ciò, era un ragazzone gelatinoso di cuore, anzi nucleo d'oro, e non gli avrebbe mai fatto del male per così poco, ma era un modo come un altro per calmarlo.
  4. .
    GLI SLIME:

    f2b028d6a0be943997fe2ab6e2767f86Slime radioattivo al limone.


    BIOLOGIA: Gli slime sono organismi molto primitivi, asessuati e monocellulari.
    essi solitamente posseggono limitate capacità intellettive, anche se ci sono stati casi di slime iper intelligenti in passato, ma sono molto sensibili emotivamente e non hanno una forma definita forma poiché come amebe possono modificare la loro membrana cellulare in varie forme, solitamente le forme che assumono sono puramente funzionali e ricordano quello che vedono in una versione approssimativa: per esempio non possono diventare un cavallo. ma possono trasformasi in un essere quadrupede che corre o non possono trasformarsi in un essere umano, ma possono assumere forma umanoide con braccia per pendere le cose e gambe su qui camminare... malgrado ciò non possono mutare dimensione, se non crescendo o riproducendosi per mitosi e quindi dividendosi in due, e colore, vanno sempre considerati ferali anche se assumono sembianze umanoidi poiché si tratta di una copia aprossimativa e imperfetta.
    Malgrado non abbiano una forma standard di solito gli slime si presentano come delle palline colorate e molliccie. Il loro corpo al tatto è morbido, odorano della tipica fragranza della loro specie, di qui hanno anche il sapore. Solitamente presentano occhi, che sono immersi nel plasma interno alla membrana e non presentano palpebre, poiché essendo immersi nel loro corpo semi trasparente non necessitano di lubrificazione, e a volte una bocca che altro non è se non una piega nella membrana cellulare che usano per fagocitare il cibo. Tali tratti somatici costituiscono la loro basica faccia.
    possono sentire sapori, suoni e odori tramite dei recettori sulla membrana che funge da naso, timpano e lingua.
    solitamente si muovono saltellando, rotolando, strisciando o generando pseudo-arti su qui camminare, non possono nuotare poiché il loro corpo galleggia in modo tale da rendergli quasi impossibile immergersi, cosa molto utile visto che altrimenti affogherebbero non potendo assorbire ossigeno attraverso la loro membrana cellulare. non è raro che gli slime approdino dal mare, ma a volte cadano dal cielo poiché lanciati in aria da trombe d'aria o forti raffiche di vento, tale fenomeno è noto come pioggia slime, ed è un evento piuttosto raro, ma al contempo affascinate.
    gli slime emettono spesso dei vocalizzi facendo vibrare la loro membrana, tali vocalizzi ricordano gorgoglii, gargarismi, urletti, gridolini, canticchi, o comunque vocine e versetti simili a quelli di un un bambino, ma sono in grado di apprendere altri versi e imparare a parlare con il tempo, tali versi emessi dagli slime vengono solitamente definiti Gorgheggi.
    gli slime potrebbero vivere per sempre... semplicemente quando invecchiano e diventano troppo grandi si scindono in due individui.
    dentro la membrana vi è un liquido nutritivo in qui sono immersi i vari organelli, invisibili a occhio nudo, a differenza del nucleo.
    il nucleo è il centro del loro corpo che contiene sia il loro cervello, che il cuore, nonchè anche il loro DNA.
    il nucleo è il loro punto debole e possono rigenerare il loro intero corpo da esso nel giro di qualche giorno se il resto del corpo muore se esso è in salute, è molto simile alla spora di un batterio e al nucleo di una cellula normale.

    alimentazione: mangiare e una delle cose che di certo gli slime amano di più in assoluto: non hanno stomaco o intestino, ma si limitano a inglobare il cibo dissolverlo nel loro corpo gelatinoso che secerne sostanze corrosive nel vaquolo in qui hanno fagocitato l'alimento e lo dissolvono per poi assorbirlo. ogni razza di slime ha un alimento preferito diverso, ma se molto affamati e privati di cibo attaccano le persone e ricorrono persino al cannibalismo. le loro feci sono commestibili e sembrano caramelle gommose alla frutta. sembra però che tutti gli slime amino i dolci e la carne anche se alcuni più di altri.

    COMPORTAMENTO: solitamente giocano e saltellano in giro con espressione ebete, le persone spesso li allevano poiché emettono gelatine gommose commestibili come feci e sono in grado di sollevare il morale delle persone, malgrado ciò gli slime selvatici spesso sono aggressivi e attaccano per cacciare attivamente le prede, è noto che in sotterranei molti avventurieri siano morti tra le fauci del cugino della razza slime comune: i temuti cubi slime che sono più aggressivi e grandi della versione comune.
    solitamente gli slime vivono in gruppi anche molto numerosi e hanno solitamente un esemplare più grande e forte come "re", ovvero il capo del branco.

    RIPRODUZIONE E AFFINITA': gli slime non hanno un sesso definito, ne organi riproduttivi, ma possono trasmettersi DNA in modo simile a batteri strofinandosi tra loro o usando dei tentacoli in modo simile a lumache, sono inoltre quasi tutti omosessuali avendo tutti un solo sesso. possono accoppiarsi con organismi non slime e riprodursi generando caratteristiche sessuali opposte a quelle del partner. gli ibridi figli hanno sempre la razza del genitore non slime, ma avrannò gli occhi del colore del genitore slime ed è comune che abbiano il loro elemento.
    gli slime non si legano quasi mai per la vita se non a gruppi di altri slime con qui convivono, ma provano affetto per i loro simili e si prendono cura della loro prole che solitamente si nutre delle loro feci simili a caramelle gommose, insetti e del cibo procurato dagli adulti.

    TIPI DI SLIME:

    slime arancione di fuoco all'arancia:
    carattere: estroverso.
    al tatto: caldi, umidi, un pò oleosi (attenzione, possono macchiare). la membrana non è ne troppo sottile che troppo spessa e ne troppo resistente che troppo debole.
    habitat: zone tropicali e vulcani. ovunque in estate.
    alimentazione: cenere di piante e animali, carbone, maeriale organico carbonizzato e qualsisi combustibile.
    abilità: sono forti, agili e guariscono in fretta in zone calde. Si scaldano se provano emozioni forti e prendono fuoco se arrabbiati.

    slime blu d'acqua alla prugna
    carattere: tranquillo.
    al tatto: freschi, perennemente bagnati, necessitano come le lumache di acqua e idratazione, hanno la loro membrana è molto fragile, però si rigenera molto rapidamente e resiste bene agli urti.
    habitat: mari, fiumi e laghi. ovunque se piove.
    alimentazione: pesce, crostacei, molluschi, meduse, placton e alghe.
    abilità: nuotano velocissimi assumendo la forma di una goccia, possono non galleggiare, guariscono estremamente in fretta la loro membrana e respirano sott'acqua.

    slime giallo di fulmine alla mela
    carattere: iperattivo.
    al tatto: scivolosi come saponette, superfice umida che può secernere sorstaze lubrificanti per non creare eccessivo atrito sulle superfici, superficie liscia e gommosa per conservare la corrente e non diffonderla nell'ambiente.
    habitat: ovunque in zone sopraelevate, soprattuto se c'è tempesta.
    alimentazione: piccoli animali, verdura e frutta.
    abilità: possono compiere enormi salti e muoversi rapidissimi pure su acqua e pareti verticali, come correndo su esse.

    slime dorato di terra alla cioccolata
    carattere: maturo.
    al tatto: secchi, freschi e ruvidi. sono gli slime con la membrana più spessa, ed è molto resistente.
    ambiente: ovunque, soprattutto nel sottosuolo.
    alimentazione: materiale vegetale e animale in via di decomposizione, minerali che assorbono dal terreno, radici e piccoli animali nel terreno.
    abilità:si muovono velocissimi sottoterra e hanno una forza fisica enorme. inoltre ribalzano bene e sono ottimi se usati come pallone.

    slime argentato-trasparente d'aria al cocco
    carattere: infantile.
    al tatto: incredibilmente lisci, freschi e morbidi, al tatto la membrana ricorda seta e l'umidità della membrana varia in base all'umidità dell'ambiente circostante.
    habitat: ovunque, soprattuto all'aperto in zone ventose.
    alimentazione: uccelli, insetti e semi portati dal vento.
    abilità: sono agilissimi e in grado di volare velocissimi generando protoali, sono in grado inoltre di riempirsi d'aria e levitare in giro portati dal vento.

    slime bianco di luce alla crema
    carattere: affettuoso.
    al tatto:caldi, morbidi, secchi e con una membrana brillante e sottile, ma molto resistente. stringerne uno a sè è piacevole, ricorda una sacca per l'acqua calda.
    habitat: ovunque di giorno, di notte dormono in zone sicure, ma sono attratti dalla luce come falene.
    alimentazione: frutta e verdura, sembra che mangi la carne solo in mancaza di altro.
    abilità: sono molto agili, forti e veloci. Sono capaci di guarire molto in fretta e accellerare i processi di guarigione delle creature vicine.

    slime nero d'oscurità al caffè
    carattere: capriccioso.
    al tatto: membrana sottile ma molto resistente, freschi, viscidi e carnosi. stringerne a uno a se crea disagio... sembra una sanguisuga.
    habitat: ovunque di notte, di giorno dormono in zone sicure. ovunque durante le eclissi di sole.
    alimentazione: carne e sangue, parasitizzano altre creature più grandi generando tentacoli con cui succhiano il sangue.
    abilità: estremamente forti, resistenti e agili, sono in grado di succhiare il sangue ad'altre creature per guarire.

    slime beije di sabbia all'ananas
    carattere: curioso.
    al tatto: molto lisci, secchi e levigati, la membrana è molto resistente e crea pochissimo atrito.
    habitat:deserti, luoghi sabbiosi e spiagge. ovunque se c'è una tempesta di sabbia.
    alimentazione: radici, insetti, ma perlopiù piccoli animali e foglie di piante.
    abilità:agilissimi e molto veloci, ma deboli fisicamente. sono capaci di "nuotare" rapidissimi nella sabbia e scivolare o rotolare molto in fretta.

    azzurro di ghiaccio alla menta
    carattere: introverso.
    al tatto: freddi, lisci, mebrana molto resistente e morbidissimi. normalmente sono secchi in ambiente freddo, ma diventano umidi in ambienti temperati. detestano il caldo, cercano spesso ombra e acqua in estate.
    habitat: tundre, taighe, mari congelati e cime innevate. ovunque in inverno.
    alimentazione: animali e pinte che congelano per conservalli meglio.
    abilità:sono forti, agili e guariscono in fretta in zone fredde, si muovono velocissimi sotto la neve e sul ghiaccio, sono anche molto veloci a muoversi sull'acqua creando uno strato di ghiaccio su di essa mentre ci si muovono sopra.

    slime rosa di suono alla fragola:
    carattere: dispettoso.
    al tatto: tiepidi, morbidi e vibranti. la membrana è sottile, resistente, molto tesa e compatta: ricorda la pelle di un tamburo.
    habitat: città, villaggi e zone urbanizzate.
    alimentazione: mangiano di tutto, ma per lo più rovistano nei rifiuti come procioni. amano il cibo cucinato.
    abilità:agilissimi e relativamente veloci, ma deboli fisicamente. guariscono velocemente in zone rumorose come le città.

    slime rosso di metallo alla ciliegia
    carattere: fiero.
    al tatto: freddi, lisci e secchi. non hanno una membrana molto spessa, ma è la più resistente in assoluto.
    habitat:sottosuolo, rari in superficie.
    alimentazione: sangue, carne, metalli nel terreno e radici.
    abilità: estremaente coriacei e resistenti rotolano molto velocemente in superficie e scavano altrettanto rapidamente sottoterra assumendo la forma di una trivella, ma sono poco agili e molto goffi.

    slime verde di chiaro radianza al limone
    carattere: intraprendente
    Al tatto: caldi, umidi, molto morbidi. Posseggo una spessa membrana cellulare ricca di minerali e metalli che preservano le radiazioni all'interno del corpo fingendo da batterie.
    habitat:sottosuolo, rari in superficie.
    alimentazione: sali minerali nel terreno che convertono in nutrimento sfruttando le radiazioni, si nutrono anche di carne, frutta e verdura, ma preferiscono le sostanze del terreno.
    abilità: sono molto forti e agili, ma non sono molto veloci. Curano costantemente gli esseri vicini, ma danneggiano lievemente e costantemente avvelenando con le radiazioni, chi li fa arrabbiare. Si curano assorbendo radiazioni e se feriti possono provocare esplosioni.

    slime verde scuro di natura al pistacchio
    carattere: istintivo.
    al tatto: ruvidi, freschi, membrana fragile, ma spessa
    habitat: boschi, foreste, prati, paludi, praterie e luoghi ricchi di vegetazione.
    alimentazione: insetti, vegetali, ma perlopiù sali minerali nel terreno, possono inoltre fare la fotosintesi.
    abilità: molto forti e resistenti, ma un pò lenti. guariscono velocemente se sono direttamente esposti ai raggi solari, guariscono inoltre gli esseri vicini.

    slime viola di uva veleno
    carattere: cauto.
    al tatto:viscido, bitorzoluto per via di sacche velenose, membrana molto fragile e sottile, ma che si rigenera in fretta ed è disposta a strati come una cipolla.
    habitat:paludi, fogne, acquitrini e zone umide in generale. ovunque se piove.
    alimentazione: insetti e cibo marcio, perlopiù vegetali decomposti e carne avariata, pare amino le camole nella carne decomposta.
    abilità: agili e veloci, ma deboli e fragili, avvelenano chiunque toccano causando danni corrosivi se sono arrabbiati, ma curano tutti gli esseri che toccano se vogliono, il loro morso può paralizzare chi ne è vittima e sono bravi a galleggiare come ninfee e nuotano bene vivendo in zone umide.

    Edited by Master of Void - 1/11/2020, 21:04
  5. .
    Maledet si stiracchiò e spiegò le ali sbadigliando per poi guardarlo, gli sorrise poiché aveva tirato fuori argomenti molto interessanti e non poteva contestaglieli del tutto, era a suo modo rilassante parlarne finalmente con qualcuno senza piangerci sopra o sbraitare furioso, era non solo simpatico, Nivael era un piacevole conversatore.
    "Non hai torto, ci sono molti altri tipi di male che non rientrano in queste due definizioni, altri ne sono invece delle sottocategorie, studiare la psiche, la filosofia, la legge e la coltura della persona aiuta a farne comunque un quadro caratteriale completo. Per esempio tu sembri nascondere qualcosa che hai fatto in passato. Non è evidente ma se hai la giusta intuizione si nota.... Nemmeno io ho molta autostima anche se per motivi diversi. Flagellarsi però non serve. Rischi di cadere in una spirale autodistruttiva... Io lo so bene, oltre a subire pesanti addestramenti ho avuto una ottima istruzione, una delle poche cose Belle fatte da mio padre..."
    Maledet fece una pausa e sedette e spiegò le ali nere facendole scricchiolare. Quei lembi neri risucchiavano ogni luce trasformandola in energia, un trucco Normale per i draghi di luce che assorbivano il proprio elemento facendone scorta. Grazie al suo dominio dei due elementi opposti maledet era in grado di lottare con qualsiasi livello di luce e le squame nere erano adatte tanto a immagazzinare la luce che nascondersi nel buio.
    "ahh, essere un drago di luce e buio è stranissimo: il sole mi fa sentire meglio anche se scotta dopo un po', ma la luna piena è assolutamente perfetta. Buio notturno e luce di luna e stelle, una vera goduria, il cielo notturno è il mio posto. Comunque stare la faccenda di mio padre e la mia istruzione, che mi dici piuttosto di te?"
    Fece il drago d'ossidiana mentre dispiegava le ali poiché iniziavano a bruciacchiare un po'.
    Presto sarebbe zampettato all'ombra prima di mezzogiorno e si sarebbe potuto fare una pennichella prima di partire da nuovo per chi sa dove.
  6. .
    Maledet saltò in piedi vedendo il dardo conficcarsi e rizzò il collo vedendolo perfettamente sulla corteccia.
    La vista di Maledet infatti era incredibile, poteva scorgere ogni dettaglio anche di oggetti molto distanti e nel buio assoluto.
    Aveva anche un ottimo udito e per questo si tappò istintivamente le orecchie sentendo il rombo.
    "WOOOOOOH! Allora sei un cecchino anche tu! Io solitamente essendo magrolino e fragilino sto a distanza o agisco in modo furtivo... Mi ferisco gravemente a volte e per questo ho abilità di assorbimento e cura. Credo che dove non arrivi la mia forza arrivi la mia cocciutaggine... Ma almeno ne sono consapevole, suppongo sia così anche per te hihihihi."
    Poi Maledet semplicemente sparò dalla bocca un sottile raggio che sfiorò l'albero, non voleva stressare la pianta più del dovuto e si limitò a lasciare un segnetto sulla corteccia.
    Poi ridacchiando spensierato guardò giù, e vedeva i paesini nelle pianure, la bianca distesa della tundra. Sapeva che nel versante opposto della montagna c'erano i corvi, e di certo non sarebbe stato tanto sciocco da tornare da loro... Non erano cattive persone, ma di certo non erano nemmeno santi, avevano fatto cose brutte i loro capi, come quella grossa dragonessa Xenofoba nei confronti di gente di Kerus, e il barone vampiro, che decisamente parlava troppo.
    "Ci sono tanti modi per combattere il male."
    Fece Maledet all'amico-rivale.
    Lui parlò del bene e del male e del fatto che non potesse distruggere il male nelle persone e maledet sorride pragmatico a tale affermazione... Distrutto no, ma maledet sapeva bene cosa dire
    "Ci sono due tipi di male: Il male soggettivo che è in pratica il pensiero del singolo e il male oggettivo.
    La differenza è che il primo rappresenta il concetto di bene e male delle persone... Molti tiranni e despoti per esempio credevano di essere nel giusto nelle atrocità che commettevano. Questo male non va sconfitto a spada, ma a parole. Con filosofia, educazione e ideali. I meme, inteso come pensiero, concetti, modi di fare o pensare, sono alla base di ogni società organizzata, qualcosa che tutti fanno. Anche le leggi dovrebbero in teoria essere così: meme, ovvero qualcosa che tutti o bene o male la maggioranza condivide. Ma esistono modi di pensare sbagliati e leggi sbagliate, interi popoli facevano cose orribili come sacrificare uno di loro a un qualche suo balordo ogni anno perché lo ritevano giusto. Le parole il trasmettere idee e ideali sbagliati può corrompere intere civiltà... La soluzione ovvia è mettere tutto in dubbio, anche se stessi se necessario per trovare un bene oggettivo, qualcosa di benevolo per tutti. Io non sono altro che un capro espiatorio in questo... Se controlli l'informazione controlli le persone, e i meme sono la più pura forma d'informazione.
    Per esempio i corvi... Non li sterminerei di certo, ma cercherei di farli ragionare. Ma poi esiste il male oggettivo, un male che è semplicemente sbagliato. Per esempio uccidere qualcuno, se ammazzi qualcuno, è oggettivamente sbagliato, si possono esserci motivazioni... Ma è sempre sbagliato. Allora perché io stesso lo faccio? Beh... Devi cambiare che a volte bisogna fare del male per prevenirne uno maggiore... E voglio essere io a farlo. Io non voglio farlo, odio farlo, ma devo per un bene più grande. ci sono cose che semplicemente... Non devono succedere... Non di nuovo. Io sacrifico la mia innocenza per gli altri, a finché non diventino come me. Non sopporterei che nascessero "altri Maledet" a Kengard, io sono letteralmente nato per uccidere, per te quando ho ucciso Scorn ti ho provato della tua vendetta... Ma in realtà ti ho preservato dall'essermi simile in questo. E se non capisci fa nulla... Ho anche parlato troppo per i miei standard. Comunque essenzialmente la cosa migliore è fare in modo che tale male nelle persone sia comunque in funzione al bene come me che uccido le persone... Ma solo perché non ci sono alternative a certi tipi di male che quelle persone fanno purtroppo e... Basta... Va finire che divento peggio di quel barone, ma di filosofia e cose simili potrei parlare ore."

    Spiegò sereno ma solenne Maledet guardando intensamente Nivael, era così elegantemente seduto come un gatto, con le ali accostate sui fianchi come un mantello e immobile nel suo disciplinato contegno da sembrare una statua d'ebano parlante.
    Le sue orecchie poi si rizzarono appena finì, il silenzio dopo il suo esordio era davvero piacevole, sapeva che ora sarebbero fioccate domande dall'interlocutore avrebbero atteso un po'... Ma stranamente lo notò agitato, si chiese quale reconditi pensieri, o ricordi, lo scuotessero nell'animo.
    Disse che non voleva morire contro scorn, il modo lasciava intendere che sentiva di meritarselo, o almeno Maledet nella sua esperienza di traumi così aveva intuito.
    Avrebbe voluto chiedergli se ritenesse di meritarselo, ma gli sembrò inopportuno, anche perché non erano certo a simili livelli di confidenza e certi temi andrebbero approfonditi a chi davvero esperto nella cura della mente, nonché delle ferite dell'animo, o
    almeno con un buon amico, soprattutto particolarmente saggio nel suo vissuto.
    Maledet capì però che quello che poi disse era importante e riguardava ciò che lo segnò.
    "A volte si è davvero coraggiosi scegliendo di non lottare. Ma non posso saperlo per certo... Io non sono mai scappato, mi sono sempre e solo ritirato per tornare in condizioni favorevoli,... questo fa un assassino. Un giorno tornerò a casa e le cose cambieranno. Fino ad allora questo lo considero... Un viaggio di formazione e probabilmente non è diverso per te in realtà. Forse se non fossi scappato saresti morto in vano mentre ora puoi crescere e cambiare le cose. Sarai qui per un motivo oltre al molestare le conifere con punte di dardi no?"
    Fece Maledet a Nivael con una assoluta serenità. Era a posto con sé stesso o così sembrava malgrado fosse un assassino con migliaia di vite sulla coscienza malgrado fosse giovanissimo, mentre tu probabilmente avevi salvato la tua vita e quella di coloro che avresti potuto uccidere se fossi rimasto... Eppure quello che si sentiva in colpa di più sembravi tu.
    Era da un po' che Maledet non si apriva così con qualcuno e dire tutte quelle cose non era da lui di solito che preferiva i fatti alle parole.
    Forse il fatto che Nivael fosse molto simpatico e per certi versi simile e il tempo passato con i corvi lo avevano reso più socievole, di solito i pensieri e le cose varie le teneva per sé, ma sentiva che Nivael aveva bisogno di un po' di condivisione... E poi la gente non si apre se non ci si apre a propria volta.
  7. .
    Maledet era disteso di fianco come un felino in parte a Nivael, stava guardando serenamente come l'amico giochicchiava con la punta di dardo pigramente.
    Quello che disse di Liya lo fece arrossire un pò.
    "Suppongo che tu abbia ragione visto che ti si è concessa."
    Fece lui imbarazzato, era un pochino invidioso, ma Maledet era giovane e aveva tutto il tempo che voleva per queste cose.
    [colore=red]"comunque non credo che abbia più di cento anni... Non sembra vecchia: ha un bell'aspetto, ma dallo sguardo sembra averne passate molte: direi che ha tra quaranta e cinquanta anni... Massimo sessanta, ma dubito."[/color]
    Fece il principe di carnagione simile carbone che si stava tingendo di violaceo per via dell'imbarazzo crescente nel parlare di certi temi.
    Le orecchie martellavano i suoi battiti cardiaci diventando calde anche se in piena montagna.

    Ci mise un po' a riprendersi dall'imbarazzo pur cercando di non darlo a vedere.
    Era lievemente violaceo nella tonalità di nero che aveva assunto.
    Notò come il drago del vento fece una lunga pausa e commentò il suo progetto,gli chiese se quello che aveva capito a riguardo fosse corretto e Maledet sorridendogli orgogliosamente gli disse: "si, è corretto: se fossi in grado di battere lei potrei battere chiunque e quindi dare a chi fa cose cattive quello che merita! Sono felice che tu lo condivida giusto come me! Ci vorrà tanto tempo, ma io m'impegnerò per farlo!"
    Spiegò Maledet con l'entusiasmo di un bambino che illustra il suo disegno.
    Anche se cercava di mostrarsi maturo, visto l'aspetto adulto, Maledet non poteva fare a meno di mostrare la sua vera età da quindicenne apparendo sognante e un po' infantile, oltre che carino a modo suo.
    Lo vide esitante poi però: come qualcuno che doveva dire qualcosa e cambiava idea improvvisamente.
    Il principe lo guardò un attimo perplesso inclinando la testa di lato fissandolo, ma quando gli propose quel gioco sorrise felice e entusiasta.
    "Si mi piace! Ma non perderla eh! Guarda..." Maledet indicò un punto lontano dove sorgeva un abete.
    "...per me non riesci a colpirlo!"
    Fece Maledet ridacchiando dispettosamente guardandolo in modo fantasioso e con quella serenità, che in un drago oscuro sembrava strana... Ma anche per qualche motivo più puccia: forse i suoi occhi anche se rossi con quella luce delicata negli occhi non erano così inquietanti dopotutto.
  8. .
    I fuochi fatue nella loro adorabile ingenuità credettero alle parole di Egenna, e ora restavano solo loro tre nel buio, e di certo quel mostro sarebbe stato visibile anche se i suoi occhi non fossero divenuti più sensibili a causa dell'Elixir, poiché l'alone radioattivo di colore lime che avvolgeva a strisce il suo corpo nelle giunture dei segmenti dorsali, e che era onnipresente sulle chele la rendeva ben visibile.
    Scorn ridacchiava in modo rantolante, mentre la sua orrenda massa di zampe scricchiolava in modo disturbante.
    "Che carina, non hai paura di mammina Scorn? Hihihi, che carina! Comunque non per vantarmi, ma quello che dici è vero: ne ho sentite parecchie: Studi su cavie umane, traffici di sostanze per uso "ricreativo", crimine organizzato, traffico d'armi e... Oh giusto la prostituzione. Hehehe, immagino che però a te non interessino certi gossip."
    Lei scricchiolò e si avvicinò sollevando la coda da scorpione minacciosamente, non era sicura se la ragazza dicesse la verità o no. Di certo entrambe volevano fuggire, ma nulla impediva a lei o alla ragazza di tradirsi reciprocamente, anche perché non sapeva chi tra lei e Egenna "la padellatrice poco silente" fosse la più folle.
    "Non puoi fidarti di lei! Ci terminerà appena ne avrà l'occasione... Se non farà di peggio."
    Fece Atalanta in apprensione guardando male pure lei Scorn, che le fissava a testa in giù strofinandosi le zampe sotto le chele come una enorme mosca.
    Fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, e non fidarsi di Scorn era solo buonsenso.
    "Oh, parli proprio tu? Una macchina che pensa con la sua testa per loro non è un mostro diverso da me. Ahahah! Pensi che ti accetterebbero e rispetterebbero come sei? Ahaha! È dei corvi che parliamo... Loro sanno solo odiare, altrimenti perché mi avrebbero creata? Che ingenua! Ahahah!"
    Ridacchiò canzonario il grosso insettoide, Atalanta dava idea di essere sul punto di un sovraccarico per la rabbia e tiro altre frecce per tenerla lontana.
    "STA INDIETRO! Persino le tue parole sono veleno!"
    Fece lei furiosa, ma con una nota d'agitazione al pensiero che quel mostro potesse aver ragione.
    Scorn sbuffo infastidita, ma torno a ridacchiare quando la ragazza umana che amava di più (e non è un amore piacevole) formulò la sua domanda.
    Quelle sue avevano molto in comune penso l'insetto: soprattutto l'ingenuità.
    "Hihi, dolcezza... Avvicinati di più e sentirai quanto sa essere semplice la mia soluzione!"
    Non era chiaro se per soluzione scorn si riferisse a una reale soluzione dei problemi o una soluzione di tossine chimiche concentrate, ma il fatto che avesse sollevato nuovamente la coda minacciosamente restringeva il cerchio.
  9. .
    Maledet non poté fare a meno d'arossire in modo piuttosto tenero.
    Sapeva bene d'essere di sangue reale, non aveva problemi a dirlo, ma non era tipo da vantarsene.
    "Le moine a una creatura forte come Liya non sono del tutto sbagliate, ma non ne vorrei lo stesso se fosse per me e non credo le voglia nemmeno lei."
    Fece lui nascondendosi il muso sotto un ala.
    Dopo aver mangiato, Maledet sorrise maliziosamente a Nivael perché aveva finito prima.
    Non faceva spesso questo genere di competizioni, ma giocare con quel drago era divertente.
    Nivael sembrava simpatico e sembrava una persona di buon cuore anche se un po' esuberante. Per il principe nero stare con persone come lui era piacevole; lo faceva sentire bene e spensierato, e non era mai stato molto Spensierato in vita sua purtroppo, quindi godeva due volte di più una compagnia come la sua ogni tanto.
    "D'accordo! La prossima volta conti tu, ma vedi di non ingozzarti ahahah!"
    Rispose a tono lui mettendosi in una posizione decisamente regale come un gatto seduto, Maledet al pari di Nivael, se non di piu, era un po' felino e ogni felino aveva un che di regale, lo stesso valeva per i draghi: che sia dal più brutale al più aggraziato tutti avevano un po' di quella regalità e bellezza intrinseca. Iniziò a mordicchiarsi un ala, che gli dava fastidio da un può, e staccò via quella che sembrava una punta di freccia o di Dardo per balestra. La guardò un attimo chiedendosi da quanto gli fosse conficcata su una falange dell'ala a fargli da perching, probabilmente da quando all'arena della città dei corvi aveva provato a fuggire dai corvi stessi e esaminando la punta constatò che in effetti erano i corvi a usare quelle punte perforanti.
    Si voltò verso di Nivael per mostrargli la sua scoperta, ma lo vide che guardava il cielo pensieroso, sapeva che quello che era successo alle isole fluttuanti l'inpensieriva, e non poteva biasimarlo se voleva fargli qualche scherzetto per aver ucciso quella maledetta scorn, malgrado ciò di certo non lo giustificava visto che creature come Scorn erano più utili come concime che persone e lui voleva aiutarlo.
    A guardarlo in effetti sembrava un po' lui quando si era depresso un po' sull'isola volante a guardare kengard.

    Quello che Nivael gli chiese lo sorprese.
    Liya... Certo che non ce l'aveva con lei, era solo la più forte e voleva misurarsi per lei per diventare più forte e proteggere gli altri.
    "Si e no, l'ho fatto per me stesso al fine di poter aiutare meglio le persone.
    Voglio diventare sempre più forte e fare in modo che le cose buone accadano a persone buone e cose cattive alle persone cattive. Si chiama Karma, una legge universale che sembra non funzionare. Ma se non c'è Karma, se non c'è uno scambio equivalente tra quello che si dà e riceve allora... Voglio fare in modo che funzioni, non ce l'ho con lei... Ma se incontrassi una persona come lei con cattive intenzioni devo essere pronto."

    Rispose semplicemente lui con un tono molto più freddo di poco prima, mentre illustrava a Nivael la sua filosofia.
    Si rigirò il dardo tra le dita e Poggiò la punta su un un polpastrello per saggiarne l'affilatezza: non l'aveva persa malgrado se la portava in giro ormai da un pò, se non altro i corvi erano bravi a creare proiettili iper-resistenti.
    "Prendi, un souvenir della città dei corvi, probabilmente sarà un ottimo stuzzicadenti hihi! E comunque Liya è veramente gnocca, ma è un po' grande per me... Di età non dimensioni intendo hihihi."
    Fece offrendo la punta di Darfo all'amico tutto divertito e malizioso come se nulla fosse.
    Anche Nivael sembrava un po' tormentato, se poteva aiutarlo a sentirsi meglio ne era felice.
  10. .
    Maledet stava ammirando il sole nascente, che era l'unico padre che rispettava: ardente, ma sorgente di vita.
    Si stese al sole sui ciottoli simili a ghiaia e le sue squame, nere e opache come carbone, sembravano divorare famelice i raggi del sole che le baciavano, creando una sorta di aura nera internamente e bianca esternamente.
    Poiché malgrado fosse un drago oscuro era anche d'elemento luce, ed era illuminato si... Ma di una luce oscura più nera del buio e di strani riflessi neri.
    Quando il suo interlocutore si rivolse a lui si riprese da quel,breve e rigenerante, attimo di relax e si mise a sedere come un gatto mentre lo vide assaltare con veemenza un capriolo.
    Lo fissava con gli occhi a fessura un po' minaccioso per un breve attimo, la freddura che lo aveva preso come una stilettata a tradimento, ma l'espressione brustolina si spese in un sogghigno sbigottito mentre si copriva il volto con un ala, anche se un po' rompiscatole Nivael era piuttosto divertente.
    Maledet odiava fare male agli animali e cercava di prendere solo il necessario, Nivael che gli aveva procurato la colazione e di questo doveva essergli grato e il vento che saliva il pendio e gli portava l'odore del sangue della preda uccisa facendogli salire l'acquolina.
    Maledet si era nutrito diverse volte di carogne come un avvoltoio: i draghi erano resistenti a moltissime malattie come i coccodrilli, e maledet non temeva i parassiti che poteva facilmente uccidere e digerire immettendo una piccola quantità di sostanze corrosive e tossiche nel corpo simili alla corruzione che poteva sputare.
    "Grazie Nivael... Comunque non sono un re, ma sono un principe, però ti prego di non fare moine altolocate per me eheheh!"
    Fece lui con tono sereno facendogli a sua volta la linguaccia, la lingua di Maledet era rossa come il morbido stendardo usato come sciarpa.
    Prese la testa del capriolo tra le fauci e morse immettendo una piccola quantità di corruzione per sciogliere il cranio e rimuove le corna, che di certo non erano commestibili, ma maledet voleva farci degli strumenti musicali. Le ossa si erano levigate e disciolte, applicando la digestione già nella sua bocca, la corruzione era solo una tecnica per controllare i fluidi corrosivi, oscuri e digestivi nel suo corpo usandoli come arma.
    L'elemento oscurità era dopotutto insieme a luce il più versatile, che s'avvicinava a molti elementi e magie diverse come in questo caso al veleno, proprio come l'ombra che può copiare la forma di vari oggetti.
    Maledet mangiava il collo, le zampe anteriori e il torace, lasciando la parte inferiore del corpo all'amico dividendolo equamente "testa e coda".
    Le zampe anteriori non erano polpose come quelle posteriori, ma aveva accesso a il cervello e il cuore che erano le parti che preferiva.
    Lasciava perdere lo stomaco, ma mangiava i polmoni e dissolveva le ossa in una sorta di "latte" fatto di midollo e calcio osseo.
    Gli era piuttosto utile assorbire le ossa visto che tendeva a farsi spesso microfratture avendo le zampe sottili.
    Sorridendo sodfisfatto si leccava le labbra, della sua parte di capriolo non era rimasto quasi nulla, ossa comprese.
    "stai ancora rosicchiando le zampette? Io ho già finito e ho mangiato pure le ossa."
    Fece Maledet dispettosamente all'amico-rivale, con un sorrisino a 68 denti.
    Rimanevano lo stomaco le corna, che Maledet prese a pulire per farci delle sorta di bubuzela.
  11. .
    Voto vincitore del torneo Susanoo perché dai, è fiero come un personaggio di naruto e mentre Perun è convinto di averlo pietrificato in realtà ride davanti a una pietra convinto di aver pietrificato Susanoo imprigionandolo, quindi finirà per lottare con dei tronchi convinto di lottare contro Azi Dahaka.
    Invece per quanto forte il dragone Azi Dahaka non può battere il terribile potere di Shango, dio africano inventore probabile della terribile arte di danza/lotta nota come Capoeira che io stesso feci l'errore di sottovalutare prima che Aes mi massacrasse a Tekken XD.
    Col potere della danza da battaglia delle leggende Shango confuse e si destreggiò con estrema agilità coreografica tra le tempeste generate tanto da lui stesso che dal terribile drago, che per quanto forte e potente non poteva fare niente per stare dietro al gioco di piedi che lo colpì inoltre con numerosi ruggiti/rutti infuocati senza però dare al drago di completare una combo.
    Alla fine Shango copletò una combo più lunga di quella di King facendogli 999 colpi impugnando l'ascia con il suo lunghissimo e potentissimo pene.
    Dopo essere stato battuto però il drago maledì il divino Shango che lo aveva decapitato con una mossa rotante con respiro fiammante che infuocava la lama dell'ascia tenuta dal membro di Shango.
    Questa maledizione ebbe effetto quando il povero Shango si squartò mezza gamba eseguendo la stessa mossa che sconfisse Azi Dahaka.
    Shango perse per KO tecnico, altrimenti era impossibile sapere chi avrebbe vinto, il fatto che si fosse lacerato la gamba gli impedì di eseguire sia danza rituale che mosse di kapoera efficaci, si difese fino all'ultimo, ma per compassione Susanoo imprigionò in una illusione temporanea piena di donne bellissime mentre gli venivano prestate le prime cure.
    La maledizione aveva trasferito la malvagità nell'ascia di Shango, ma un giorno tenterà di nuovo di vincere il torneo delle divinità, ancora più cauto sulle maledizioni brutte.
  12. .
    Una sorta di chubacabra uccello elettrico stuproso! Mi piace! Voto 10!
  13. .
    Il maestro del vuoto si fece da parte con rispetto mentre offriva lo strano thè e i pasticcini.
    Entrambi coloro che dovevano sostenere la prova bevvero il thè grigio dall'odore strano e con un sapore che era talmente peculiare che era impossibile da descrivere con parole precise, anche se ricordava vagamente La camomilla con un che di polveroso e mentato.
    Anche se apparentemente senza nessun principio allucinogeno, come credeva Lenrian, quel thè sembrava farli stare meglio, e Mangiarono i pasticcini dalle strane forme, ma da un sapore vagamente simile a dolci di riso orientali con un ripieno cremoso dolce che ricordava molto una via di mezzo tra cocco e castagne.
    Il maestro del vuoto si avvicinò a Lenrian rassicurandolo con una carezza.
    "Non tenere: lo chiamano maestro dei morti perché lui è il cacciatore più vecchio ed esperto, e lui ospita quindi un numero di anime che si aggira sulle 7 e 8 cifre. Ha un potere mostruoso."
    Spiegò il maestro, mentre il vecchio, ma dall'aspetto giovane, maestro della morte lo fissava con un delicato sorriso enigmatico.
    Si riusciva a percepire l'immenso potere di quelle anime strette in un eterno abbraccio, anche se calmo e sereno sembrava che si trovassero nell'occhio di un ciclone mostruoso.
    "si è così.
    Proruppe lui solenne facendo sombalzare pure il maestro, per poi aggiungere con un tono amichevole come prima:
    "Ma non è di me che dobbiamo parlare suvvia! Piuttosto parliamo di voi.
    Questo posto, la sala della rinascita, è una sala operatoria particolare. Qui possono essere trapianti i terzi occhi artificiali, ma siete qui per subire un altro intervento e il thè rilassante e i pasticcini con crema antidolorifica servono proprio a questo."

    Fece lui sogghignando per poi tornare serio e finalmente il maestro del vuoto, quasi con aria mogia, spiegò la loro prova.
    "Alnair, Lenrian, la prova è tremenda, ma necessaria a sviluppare i vostri sensi. Dovete sacrificare qualcosa per un mese e cercare di vivere normalmente anche con tale menomazione temporanea.
    Avete tre scelte: rinunciare alla parola seguendo il percorso della contemplazione, alla vista seguendo il percorso del buio o al percorso del silenzio rinunciando all'udito. Questo rituale però permetterà a qualcuno che non vede, non sente e non parla di farlo per questo mese. Ora lo sapete e questa è la vostra ultima possibilità di rinuncia."

    Spiegò il maestro con fare mogio e rassegnato.
    Quella era la terza prova: la contrattazione.
    Sarebbero stati loro a decidere, con la consapevolezza che se avessero accettato non sarebbe durato più di trenta giorni e che probabilmente qualcuno avrebbe riottenuto la parola, la vista o l'udito a loro sottratti per quell'arco di tempo.
    Era una scelta difficile, ma il maestro anche se tristemente, sapeva che i suoi allievi avrebbero fatto la cosa giusta.
  14. .
    una canzone.
    una canzone per rappresentarsi, una canzone da fare propria, qualcosa per rappresentare se stessi, il proprio vissuto, la propria personalità, una canzone con un anima: La propria essence d'être, se così si poteva dire, manifestata sotto forma di canzone.
    Eidous capiva, e sorrise sapendo fosse una cosa tanto semplice ma meravigliosa ciò che realmente cercava quella ragazza,non poteva nemmeno essere un tentativo da parte sua d'imbrogliarlo, perché la leggerissima overdose di quella pozione dispettosa non poteva fare a meno di tirare fuori quello che aveva dentro quello che la ragazza aveva dentro senza essere filtrato da logica o menzogna, disinibiva un pò come essere ubriachi in fondo.
    Il vampirone si chiese che canzone sarebbe mai potuta nascere o essere già nata per quella ragazza, forse una semplice ballata o una melodia ben più lunga e profonda, ma non sembrava esattamente il genere di persona che poteva essere rappresentata con sinfonie troppo lunghe e imperiose, ma più da qualcosa di semplice ma intenso probabilmente.
    per lui invece?
    chi sa... forse una orchestra suadente e potente, un opera gloriosa o forse, solo un intensa melodia passionale, suonata a chitarra come il flamenco di poco prima.
    un dubbio lo colse, lui che melodia avrebbe avuto lui? che sinfonia sarebbe stata adatta a rappresentarlo al meglio?
    Era più facile giudicare gli altri che se stessi a volte.
    "no, la tua non può essere una canzone maledetta, non pensarlo mai, nemmeno un momento.
    la tua melodia è sicuramente una melodia semplice, una che non sara facile da suonare, come tu stessa non sei "semplice da prendere" non sarà semplice da suonare una simile canzone.
    Comunque le canzoni maledette sono canzoni con effetti tremendi su chi la suona e l'ascolta, la più popolare di esse e la terribile sonata oscura scritta da un demone... ma è stata perduta nei secoli e questo non per forza è un male.
    Ho incontrato una ragazza che me ne ha parlato una volta e incuriosito ne ho voluto sapere di più... ma ora come a mio solito sto divagando. spero però che la troverai, io ne conosco parecchie spero che suonandone qualcuna possa aiutarti."

    Fece il vampiro sereno inforcando di nuovo la chitarra suonando una nuova melodia.
    questa era una melodia sinuosa, quasi allegra e a tratti inquietante, che rievocava all'immaginazione corpi scheletrici intenti ad alzarsi dalle tombe e danzare allegri tra i vivi, coi sudari come veli e le proprie ossa come strumenti tra i viventi scettici, spaventati e sconvolti.
    Quella canzone era la danza macabra, una melodia che piaceva molto a Eidous che la considerava un po dedicata a tutti i non-morti, i requiem deprimenti erano per i morti che non si agitavano nelle tombe ma che stavano giù, in un silenzioso sonno senza sogni, lasciando il vuoto della scomparsa e della mancanza.
    i non morti invece non erano ne vivi ne morti, uno stadio intermedio in cui erano vivi come prima, ma non completamente. una memoria, un lascito della persona che non c'era più che si manifesta come una nuova entità, una specie di reincarnazione mal riuscita in un certo senso.
    Zombie, ghoul, revenat, lich, e vampiri di ogni sorta tutti accomunati dal fatto di essere morti, ma di continuare a muoversi, agire e fare sovvertendo le normali leggi naturali della natura.
    malgrado ciò Eidous non soffriva per la sua condizione.
    Da vampiro si sentiva da ben cinque secoli molto meglio di quanto fosse in vita e meno contro natura di quanto fosse da umano, anzi prima era ostile e nemico della natura che non comprendeva, ma ora era molto più in simbiosi con essa, ne percepiva le manifestazioni come motivo di fascino invece che di timore come un tempo.
    i morti non avevano inibizioni le stesse inibizioni dei vivi, e forse la pozione aveva un simile effetto proprio perché rendeva i vivi un pò più simili ai non-morti...o almeno a Eidous.
  15. .
    Zell le campaneeeeee! xD

    Arlecchino sentendo che erano allievi del maestro del vuoto li guardò un attimo storto.
    Aveva anche motivo di farlo:
    "Il maestro del vuoto?!? Siete suoi allievi!? Ma lui è un pigrone! È il più giovane degli otto e non ha fama di essere un maestro brillante, anzi è il più debole degli otto... Non per offendervi, ma non credo che il vostro maestro sia molto più forte di voi. Se paragonato al sommo maestro della guerra è come confrontare un drago con una carpa, hihihi."
    Fece arlecchino abbastanza divertito, prima di recuperare un aria seria e schiarirsi la voce.
    "Comunque sia buona fortuna, spero che lui sappia aiutarvi lo stesso, ma casomai cercaste qualcosa di più... Avanzato, beh cercate un altro maestro... Anche se in effetti non mi stupisce siate allievi del maestro del vuoto, i mortali non sono di solito in grado di sostenere un addestramento avanzato da uno dei maestri senza prima aver superato numerose prove e sfide atte a fortificarli, credo che però il vostro maestro sia più adatto a questo."
    Fece Arlecchino salutandoli poi mentre si allontanavano verso il palazzo... Era un edificio imponente: una sorta di cattedrale gotica che dava sull'abisso dinanzi alla parete rocciosa, atterrati sulla piattaforma di pietra sopraelevata notate le porte aperte che danno su una specie di chiesa.
    Però entrando notate che quella in realtà era una sorta di incrocio tra un senato e una scuola, con otto cattedre disposte a semicerchio, tre Grandi lavagne in quarzo estratto scavando le sabbie silicee estraendo e poi tagliando le pietre cristalline nascoste dal sedimento sabbioso.
    Sulle lavagne erano segnate strane formule a carboncino, mentre numerose cucce disposte in semicerchio su gradinate simili a quelle di un teatro antico, di uno stadio o appunto di un aula universitaria.
    Vi erano scaffali alle pareti, grandi meccanismi a ingranaggi in funzione appesi al soffitto.
    Sulle vetrate di cristallo, nelle incisioni a bassorilievi e nei dipinti sulle pareti erano impressi simboli a prima vista religiosi, ma che una volta analizzati si livellarono essere in realtà opere d'arte geometriche, rappresentazioni artistiche surreali con un senso artistico decisamente alieno a quello dei comuni mortali.
    Da rappresentazioni di stelle, pianeti e satelliti o di animali, piante e dell'anatomia stessa dei divoratori erano era ancora possibile avere una chiave di compressione minima della loro concezione artistica, ma l'arte vera e propria dei divoratori lì rappresentata aveva ben poco di comprensibile, pur essendo meravigliosa oltre che inquietante, occulta e insondabile.
    Si respirava un insieme di misticismo, magia primordiale e scienze dimenticate, apprese dai mortali solo per poi essere dimenticate nel corso dei secoli, ma non dai divoratori che hanno tramandato le conoscenze perdute fino a quei giorni noti a mente comune.
    Il maestro sbucò davanti a loro da dietro una porta in legno lucido e chiaro tipico degli strani alberi simili a palme di quel luogo.
    "accidenti! Siete stati velocissimi, abbiamo appena finito di preparare tutto, comunque sappiate che se volete lasciare potete farlo, la prova... Sarà non solo difficile, ma anche terribile da sostenere per voi, ma sappiate che una volta che la prova sarà cominciata non potrete tirarvi indietro fino alla fine."
    Spiegò il maestro con una solennità inusuale per il suo carattere solitamente spensierato ed esuberante.

    Edited by Master of Void - 9/9/2019, 18:30
172 replies since 5/4/2015
.