Kengard: Creature da oltre i confini

Votes given by H a w k e ;

  1. .
    Per rispolverare questa tradizione, mi sembra giusto cominciare con un'idea assolutamente assurda:


    Ok, no.
    Uno legge l'idea, si sganascia dalle risate, si perde nella vecchia discussione di tutti vs. Convoy e Convoy vs. regolamento, mette un altro paio di dislike a qualche suo altro messaggio e, finalmente, si sente in pace con il mondo. Poi si torna in questa discussione e si scopre che non era davvero così insensata come sembrava in apparenza: due dei pg dall'intelligenza più acuta e dalla morale meno condivisibile, hanno a disposizione un esercito di pedine sacrificabili, a loro volta in grado di evocare un esercito di mostri e creature di sorta. Goldar, dall'altro dei suoi 10 metri, ha la capacità di evocare 1 bestia relativamente "POTENTISSIMI" (scusate, non potevo farne a meno), ma per un tempo davvero breve o ad un costo energetico importante. Rickardt, invece, tra pattini che gli consentono di muoversi molto e veloce, e creature piccole ma dal basso impatto energetico, dispone di un arsenale più duraturo e può contare anche su una maggiore versatilità.
    Sono curiosa di sapere in quanti cercheranno di pontificare su questa pazzia ^^"

    - Ambientazione: siamo a sud della foresta di Ahsnaeris e a nord delle montagne della Tundra, in un territorio relativamente pianeggiante. La città più vicina è Itios, ma non ha nessuna intenzione di avere a che fare con nessuna delle due fazioni e le altre città sono troppo distanti per i fini dello scontro. Foresta e Tundra sono accessibili;
    - Durata: il tempo necessario;
    - Condizione: Dalla e Zhantyia non possono partecipare direttamente al combattimento (niente tecniche), possono solo dirigere la tattica militare. Rickardt è abbastanza bilanciato a livello di tecniche, mentre Goldar... eh *sospiro*;
    - Vittoria: l'esercito nemico deve essere sconfitto o il comandante avversario deve essere ucciso;
    - Penalità: nessuna.


    Mini-regolamento
    Lo scopo di questi sondaggi è quello di creare degli scontri ipotetici ma verosimili che permettono di intavolare una sana discussione. Brevemente:
    - Questo gioco non ha nulla a che fare con il GDR, i personaggi citati non sono in una role e il risultato del sondaggio non influisce sulla storia del PG;
    - Chiunque può votare chiunque. L'auto-voto è permesso;
    - Sarebbe preferibile accompagnare una breve spiegazione sul perché della scelta ma non è necessaria. Il punteggio che conta è quello nella tabella in alto;
    - Fino a che il versus non è stato dichiarato terminato, è possibile cambiare il proprio voto tutte le volte che si vuole;
    - Si da per scontato che i PG vadano fino in fondo allo scontro, facendo del loro meglio pur di terminare ed essere i vincitori. L'istinto, l'esperienza e il carattere del personaggio possono comunque influire sul risultato;
    - Se, a vostro parere, nessuno delle parti in gioco è in grado di raggiungere la vittoria, la partita risulterà patta;
    - Non barate sui limiti dei vostri PG, non sarebbe altrettanto divertente.

    Il sondaggio durerà due-tre settimane o finché non si raggiunge almeno una decina di voti (senza comprendere il "non saprei" o il "patta", se non vengono adeguatamente giustificati).


    Edited by Tirannosaurorex - 6/5/2020, 03:22
  2. .
    Ulisse, epiteto attribuitogli dai Romani dal significato di "Ferito ad un'anca" in riferimento ad una battuta di caccia finita non proprio al top, era figlio di Anticlea e Laerte, da cui ebbe il regno; altre fonti riportano come suo genitore Sisifo, amante di Anticlea. Sua moglie era Penelope e suo figlio Telemaco.
    Il suo vero nome però era Odisseo ("Odiato dai nemici"), derivato dalla nomea conquistata dal nonno Autolico. Era un uomo astuto, un pazzo più che altro, ma anche una delle figure più peculiari dell'intera mitologia greca.

    Nacque ad Itaca, probabilmente in un tempio dedicato a Atena di cui godeva la protezione, e combinò tante di quelle follie che è difficile riassumerle tutte in una volta sola; però ci proveremo, cominciando col dire che fu lui la causa e anche la conclusione della rinomata Guerra di Troia.
    La guerra avvenne perché tutti i pretendenti di Elena, tra cui Ulisse, avevano giurato su proposta dello stesso Ulisse di difendere la scelta che lei avrebbe fatto fino a portare guerra contro chi l'avesse tolta allo sposo. Fu così organizzata la spedizione contro il troiano Paride, che aveva rapito Elena al suo sposo Menelao.
    La guerra finì poi con la presa della città, grazie al tranello del cavallo di legno ideato da Ulisse, con cui vennero introdotti entro le mura i guerrieri greci guidati dallo stesso eroe.

    ulisse

    Prima di partire Odisseo aveva consultato un oracolo dal quale aveva saputo che, qualora fosse andato a Troia, sarebbe tornato a Itaca solo dopo vent'anni e in condizioni di miseria.
    Quando Agamennone, Menelao e Palamede fecero visita all'eroe per convocarlo in onore del suo giuramento, lo trovarono del tutto impazzito: con un cappello da contadino a forma di mezzo uovo, mentre arava un campo pungolando un asino e un bue aggiogati insieme, lanciandosi nel frattempo alle spalle manciate di sale a random.
    Palamede, per verificare che non li stesse prendendo in giro, strappò il piccolo Telemaco dalle braccia della madre e lo posò per terra davanti alle zampe delle bestie. Odisseo subito arretrò tirando le redini per non fare le polpette con suo figlio, rivelando che era solo un tentativo di apparire pazzo per poter restare a casa. E invece no, gli toccò partire! Che poi, da notare quanto durante la guerra si senta parlare davvero poco di Ulisse, attribuendo a lui solo la grandiosa invenzione del cavallo. Tuttavia anche riguardo a questa vicenda vi sono varie opzioni:
    secondo Apollodoro, Ulisse ideò il progetto del Cavallo di Troia, ma fu l'artista Epeo a costruirlo col legno dal sacro monte Ida;
    secondo Igino, Epeo con l'aiuto di Atena riuscì a realizzare l'intera opera senza l'aiuto di Ulisse;
    secondo Tzetze, Prilide, un misterioso vate acheo, guidato da Atena propose l'idea del cavallo di legno e Epeo fu ben lieto di costruirlo, quindi In questa versione Ulisse se ne prese solo il merito;
    secondo Pausania, il cavallo di legno era semplicemente una macchina bellica con la quale i greci attaccarono le mura e le distrussero;
    secondo Virgilio, i Troiani pensarono che il cavallo fosse un dono di Atena dato che Odisseo e Diomede avevano derubato il tempio della dea, quindi Odisseo avrebbe solo consacrato il cavallo ad Atena per evitare la sua collera.

    Il celebre poema che narra dei suoi viaggi per tornare a casa, l'Odissea di Omero, è l'unico racconto che effettivamente lo vede protagonista.
    Dopo la partenza da Troia, Ulisse fece tappa a Ismara, nella terra dei Ciconi. Attaccò e uccise con la sua ciurma scalmanata i residenti per fare bottino ma risparmiò Marone, sacerdote di Apollo, che gli donò del vino forte e dolcissimo grazie al quale si sarebbe salvato le chiappe in seguito. Giunse poi nella terra dei Lotofagi, i mangiatori di loto. Ospitali ma insidiosi, costoro offrirono ai compagni di Ulisse il loto, un frutto che faceva dimenticare il concetto del ritorno e che spingeva alla dimenticanza. L'eroe fu quindi costretto a legarli e a trascinarli a forza sulle navi tra bestemmioni e insulti.
    Volle chiedere ospitalità in un'isola vicina e portò con sé una nave con alcuni suoi uomini. Da qui giunsero nella grotta di Polifemo, possente ciclope, che nel frattempo era uscito a pascolare le pecore.
    Qui trovarono enormi formaggi e tantissimo latte appena munto. I compagni pregarono Ulisse di prendere tutto e tornare di corsa in mare, ma l'eroe voleva ricevere i doni dell'ospitalità. Polifemo arrivò e, affamato, in totale scioltezza si mangiò due dei suoi uomini; Ulisse semplicemente gli batté una pacca sulla spalla chiedendo "Buoni?", ma il ciclope andò a nanna ignorando lui e tutti gli altri. Inizialmente Ulisse pensò di estrarre la spada e così ucciderlo, ma poi capì che in quel modo sarebbero morti anche loro, perché non potevano smuovere il grande macigno che il ciclope aveva posto davanti all'ingresso per non farli fuggire. Ulisse vide un ramo d'ulivo gigantesco, ancora verde, che a lui pareva "l'albero di una nave da venti remi" e che Polifemo aveva conservato per farne un bastone. Ordinò ai compagni di tagliarne un pezzo per appuntirlo; La sera seguente offrì al ciclope il vino donatogli da Marone. Polifemo soddisfatto chiese poi a Ulisse il suo nome. L'eroe acheo rispose: "Nessuno" ("οὐδείς" - oudeís - parola assonante con il nome di Odisseo). Il ciclope si addormentò, ubriaco a causa del potente vino bevuto, e Ulisse ne approfittò: prese il ramo incandescente e lo conficcò nell'unico grande occhio di Polifemo per acciecarlo.
    Il bestione urlò di dolore e i suoi due fratelli accorsero, ma tornarono indietro ridendo quando Polifemo, alla richiesta di spiegazioni sull'accaduto, rispose: "Nessuno, amici, mi uccide con l'inganno e non con la forza".
    Al mattino Polifemo fece uscire a pascolare le sue pecore e tastò il loro vello per controllare se vi si fossero nascosti dentro. L'eroe e i suoi compagni si legarono sotto il ventre dei montoni, riuscendo così ad allontanarsi.

    Giunse dunque nell'isola di Eolo, dio dei venti, da cui venne gentilmente accolto per un mese. Ricevette anche in dono l'otre dei venti, accompagnato da un divieto da non infrangere: nessuno avrebbe mai dovuto aprirlo. Come al solito non si spiega il motivo di questi doni fatti apposta per non essere utilizzati e scatenare la curiosità di chi li riceve, ma va beh. :yea:
    Ulisse in vero rispettò la parola. Furono invece i suoi compagni di viaggio che, invidiosi del fatto che Eolo avesse donato l'otre ad Odisseo e a loro poverini non avesse dato niente, lo aprirono quando ormai in prossimità delle coste di Itaca. I venti evocati spinsero rapidamente la barca di nuovo al largo, riportandoli ppunto e a capo. Approdarono sull'isola dei Lestrigoni, giganti mostruosi quasi quanto i Ciclopi. Le cose presero una brutta piega quando i bestioni cominciarono a bersagliare la nave della flotta con grossi massi uccidendo altri membri della sua ciurma, ma seppur con metà delle navi affondate Odisseo riuscì a risalire la costa italiana per giungere all'isola di Eea, coperta da fitta vegetazione e apparentemente disabitata.
    Inviò in ricognizione parte del suo equipaggio, sotto la guida di Euriloco. In una vallata gli uomini scoprirono che all'esterno di un palazzo, dal quale risuonava una voce melodiosa, si trovavano animali selvatici. Tutti gli uomini, ad eccezione di Euriloco, entrarono e vennero ben accolti dalla padrona e invitati a partecipare a un banchetto.
    Non appena assaggiate le vivande però cominciarono a trasformarsi in maiali, leoni, cani e altri animali, a seconda del proprio carattere e della propria natura.
    La donna in realtà era l'avvenente maga Circe, che li spinse verso le stalle e li rinchiuse. Euriloco tornò velocemente alla nave e raccontò a Ulisse quanto accaduto. Il sovrano di Itaca decise di tentare di salvare i compagni e si diresse verso il palazzo; incontrò il dio Ermes con le sembianze di un bambino, che gli svelò il segreto per rimanere immune agli incantesimi di Circe. Se avesse mischiato in ciò che lei gli avrebbe offerto un'erba magica chiamata moly, non avrebbe subito alcuna trasformazione.
    Circe infatti gli offrì da bere come aveva fatto con i suoi compagni, ma Ulisse non rimase influenzato dalla sua magia. Minacciò di ucciderla e la obbligò a riportare i suoi compagni e tutti coloro che aveva ingannato fino a quel momento in forma umana.
    Le chiese poi la strada migliore per il ritorno, ma lei gli consigliò di visitare prima gli inferi e di consultare l'ombra dell'indovino Tiresia. Sarebbe anche rimasto un altro po' a godersi le attenzioni della donna, che ormai se l'era preso in simpatia (anche troppo a quanto si dice), ma i suoi compagni lo obbligarono a ripartire.

    Ulisse fece così un salto nell’Ade per apprendere quale destino lo attendeva: voleva sapere quando si sarebbe concluso il suo viaggio.
    Tiresia chiarì che le peripezie sarebbero state ancora molte, soprattutto considerando che Poseidone era sclerato nel vedere Ulisse attraversare così "sciallamente" i sette mari senza alcun timore della sua ira, e che una volta giunto a casa avrebbe dovuto combattere contro alcuni usurpatori. Odisseo ritrovò in questo frangente anche la madre Anticlea, che per tre volte tentò di abbracciare in vano prima che questa gli sfuggisse essendo solo ombra, e i compagni caduti durante la guerra. Incontrò Agamennone, Aiace e Achille; quest'ultimo gli confessò di come avrebbe preferito essere un bovaro vivo piuttosto che "tacere come una vana ombra nell'Ade".
    Tiresia infine gli annunciò che, anche dopo la vittoria sui pretendenti al trono nella sua terra, un nuovo viaggio lo avrebbe riportato in mare; solo allora avrebbe trovato la morte. Sia Circe che Tiresia lo avvertirono inoltre di guardarsi dagli armenti di Elio. Ulisse recepì e, ripartito, costeggiò gli scogli delle sirene, spaventose donne uccello che ammaliavano i naviganti con il loro canto per indurli a gettarsi in mare incontro a morte certa. Non pago di quante ne aveva passate e di quante ne avrebbe ancora dovute passare, Ulisse fece tappare con cera d'api le orecchie ai suoi uomini e si fece legare all'albero maestro per poter udire il canto delle creature senza finire annegato. A quel punto, non gli restava che attraversare lo stretto di Messina situato tra i mostri marini Scilla e Cariddi.

    La leggenda narra che Scilla era una splendida ninfa, figlia di Forco e Crataide. Trascorreva i suoi giorni nel mare, giocando con le altre ninfe e rifiutando tutti i pretendenti. Quando il dio del mare Glauco si innamorò di lei, andò dalla maga Circe a chiedere un filtro d’amore, ma Circe a sua volta si invaghì di lui. Rifiutata da Glauco e ingelosita, trasformò la rivale Scilla in un mostro con dodici piedi e sei teste, dalle cui bocche spuntavano tre file di denti. Il mostro si nascose in una spelonca dello stretto di Messina, dal lato opposto a quello di Cariddi, e quando i naviganti si avvicinavano con le sue bocche li divorava. Cariddi era invece figlio di Poseidone e di Gea; succhiava l’acqua del mare e la risputava tre volte al giorno con tale violenza da far naufragare le navi di passaggio.
    Odisseo, dovendo passare necessariamente tra i due mostri, preferì avvicinarsi a Scilla poichè Cariddi avrebbe sicuramente distrutto le navi.
    Tiresia_Odisseo Ulisse riuscì a sfuggire a Scilla e ad approdare con i compagni sull'isola di Trinacria, ma è qui che accadde il disastro: questi non riuscirono a frenare la voglia di banchettare con le invitanti mucche di Elio (o di Apollo secondo versioni più recenti), scatenando così l'ira di Zeus che si abbatté tempestosa per nove giorni su di loro. Finirono tutti affogati, solo Odisseo resistette.
    La sua nave venne attratta dal gorgo di Cariddi, e l’eroe sopravvisse soltanto perchè riuscì ad afferrare un fico che sbucava dall’acqua. Quando ore dopo ricomparve la nave, Odisseo si aggrappò ad un albero riemerso ed ebbe salva la vita.
    Un po' di quiete la trovò poi presso Calipso, ninfa bellissima, immortale e soprattutto ignuda, punita dagli dei per essersi schierata dalla parte dei titani durante la Titanomachia. Fu costretta a rimanere sull'isola di Ogigia nell'occidente mediterraneo, dove le Moire mandavano uomini bellissimi ed eroici di cui non faceva che innamorarsi, ma che prima o poi dovevano partire.
    Approdò sull'isola e Calipso se ne innamorò. L'Odissea racconta come ella lo amò e lo tenne con sé per sette anni, offrendogli invano l'immortalità, che l'eroe insistentemente rifiutava. Odisseo conservava in fondo al cuore il desiderio di tornare ad Itaca, e non si lasciò sedurre.
    Calipso abitava in una grotta profonda con numerose sale, che si apriva su giardini naturali e su un bosco sacro con grandi alberi e sorgenti che scorrevano attraverso l'erba. Ella passava il tempo a filare e tessere con le sue serve, anch'esse ninfe, che mentre lavoravano si dilettavano in canti soavi.
    La disperazione di Odisseo che voleva tornare a casa venne accolta da Atena, la quale, dispiaciuta per il suo protetto, chiese a Zeus di intervenire. Il dio allora mandò Ermes per convincere Calipso a lasciarlo partire e lei a malincuore acconsentì. Gli diede legname per costruirsi una zattera e provviste per il viaggio. Gli indicò anche su quali astri regolare la navigazione, povera crista!
    Ultima tappa del suo viaggio fu l'isola dei Feaci, dove incontrò Nausicaa, la figlia di re Alcìnoo. Questa volta era lui ad essere abbastanza ignudo, quindi le chiese dei vestiti e dove fosse la reggia del re. Odisseo rivelò il suo nome e fu qui che raccontò il suo viaggio per intero.
    Dopo aver ascoltato con grande interesse e curiosità la sua lunga storia, i Feaci, che erano un popolo di abili navigatori, decisero di aiutare Odisseo a tornare a casa: nottetempo, mentre era profondamente addormentato, lo portarono ad Itaca approdando in un luogo nascosto. Al suo risveglio, Atena gli si presentò e lo trasformò in un vecchio mendicante. In questi panni si incamminò verso la capanna di Eumeo, guardiano dei porci, che gli era rimasto fedele anche dopo così tanti anni. Il porcaro lo fece accomodare e gli diede da mangiare. Dopo che ebbero cenato insieme, raccontò ai suoi contadini e braccianti una falsa storia della propria vita. Narrò di essere nativo di Creta e di aver guidato un gruppo di suoi conterranei a combattere a Troia al fianco degli altri Greci, di aver quindi trascorso sette anni alla corte del re dell'Egitto e di essere alla fine naufragato sulle coste tesprote e da lì venuto ad Itaca.

    Intanto suo figlio Telemaco stava facendo vela da Sparta verso casa, riuscendo a scampare ad un'imboscata tesagli dai Proci, coloro che bramavano in sposa Penelope. Dopo essere sbarcato sulla costa di Itaca andò anche lui alla capanna di Eumeo. Il padre e il figlio così si rincontrarono: Odisseo si rivelò a Telemaco, non ancora ad Eumeo, e insieme a lui decise di uccidere i Proci. Telemaco tornò a palazzo per primo; Odisseo, accompagnato da Eumeo, arrivò poco dopo ma travestito da mendicante. In questo modo poté osservare il comportamento violento e tracotante dei Proci indisturbato, e studiare un piano per ucciderli.
    Incontrò per primo il suo ormai vecchio cane Argo che lo riconobbe e, dopo un ultimo sussulto di gioia, morì felice per aver rivisto il padrone; incontrò poi anche sua moglie Penelope, che invece non si rese conto di aver di fronte il marito. Odisseo cercò di capire le sue intenzioni raccontando anche a lei di essere cretese e che un giorno sulla sua isola aveva incontrato Odisseo. Incalzato dalle ansiose domande di Penelope, disse anche che di recente aveva avuto notizia delle sue avventure in mare.
    La vecchia nutrice Euriclea comprese la vera identità di Odisseo quando egli si spogliò per fare un bagno, mostrando la cicatrice sopra il ginocchio che si era procurato durante una battuta di caccia. Odisseo la obbligò a giurare di mantenere il segreto, pronto per la sua vendetta. Il giorno dopo, su suggerimento di Atena, Penelope spinse i Proci a organizzare una gara per conquistare la sua mano: si sarebbe unita a colui che sarebbe riuscito a scoccare una freccia dall'arco del marito facendola passare per le fessure di dodici scuri allineate.
    Nessuno dei pretendenti riuscì anche solo a tendere l'arco, e così Odisseo in veste di mendicante chiese di poter fare un tentativo. Sotto lo stupore dei Proci, Odisseo riuscì perfettamente nell'impresa di tendere l'arco e scoccare. Avendo tolto tutte le armi ai Proci per la competizione, poté attuare con semplicità il suo piano, e voltandosi trafisse il primo. Insieme a Telemaco e a Eumeo li uccise tutti, uno ad uno.
    Euriclea andò a chiamare Penelope per dirle che Odisseo non era morto; quando lei lo vide non disse niente, non si convinceva che fosse suo marito, e lo sottopose alla prova del talamo nuziale, chiedendogli di spostarlo. Lui, avendolo intagliato in un ulivo ancora in vita, spiegò che non poteva essere spostato dalla stanza in cui era custodito; Penelope riconobbe il marito e lo strinse forte piangendo.

    Le morti di Ulisse

    Ulisse fu un altro di quelli che morì in quaranta maniere diverse, ma in questo caso sono una più fiera dell'altra a differenza di quelle di Orfeo.
    Nel libro undicesimo dell'Odissea, Tiresia gli profetizza una morte "Ex halos", che vuol dire "dal mare" o "lontano dal mare". Una volta uccisi i Proci, ripartirà verso terre lontane, ai confini del regno di Poseidone, ossia oltre le Colonne d'Ercole. Giungerà ad una terra dove non si conoscono il mare e le navi e dove non si condiscono i cibi con il sale. Quando un viandante scambierà il suo remo per un ventilabro (strumento agricolo consistente in una pala di legno con cui si ventilava il grano sull'aia, allo scopo di separarlo dalla pula) potrà fermarsi, piantare il remo e offrire sacrifici a Poseidone. Tornerà quindi ad Itaca, offrirà sacrifici a tutti gli dèi e una lieta morte verrà dal mare durante una serena vecchiaia, circondato da popoli pacificati.
    Le ulteriori peregrinazioni di Ulisse e la sua morte sono state trattate in canti epici che non ci sono pervenuti. Per questo, diversi scrittori hanno ipotizzato la possibile morte di Ulisse.

    -Nell'Epitome dello Pseudo-Apollodoro: tornato ad Itaca, l'eroe scoprì che Telemaco aveva lasciato la sua dimora. Dopo che un oracolo gli ebbe predetto che Ulisse sarebbe morto per mano del figlio, Telemaco scelse l'esilio volontario nella vicina Cefalonia. Ulisse però, senza esserne a conoscenza, aveva dato un figlio a Circe: Telegono. Egli era alla ricerca del padre e, sulle sue orme, giunse ad Itaca. Lo sbarco di stranieri provocò un immediato allarme, così Ulisse e le sue guardie scesero alla riva. Ne nacque una battaglia, in cui Ulisse morì proprio per mano di Telegono.

    -Nella Divina Commedia di Dante (Inferno - Canto ventiseiesimo): il poeta immagina l'ultimo viaggio di Ulisse, l'ultima sfida oltre le Colonne d'Ercole. L'impresa si concluse con il naufragio provocato da un enorme vortice che sorse dal mare quando la sua nave giunse in vista della montagna del Purgatorio, e quindi con la morte dell'eroe greco e tutti i suoi compagni.

    -Ne L'ultimo viaggio (nei Poemi conviviali) di Pascoli: Ulisse, passati dieci anni dal suo ritorno, riprese il mare e percorse a ritroso il viaggio dell'Odissea. Ma i suoi ricordi non corrispondevano più alla realtà. Presso gli scogli delle sirene naufragò e il suo corpo venne trasportato dal mare sull'isola di Calipso.

    -In L'oracolo di Valerio Massimo Manfredi: Ulisse, condannato all'immortalità per l'offesa arrecata a Poseidone, sopravvisse fino ai giorni nostri dove, assunta l'identità di un ufficiale della marina militare greca, manovra segretamente i protagonisti della vicenda per poter compiere la profezia di Tiresia ed essere finalmente in grado di morire.

    -Secondo Plinio il Vecchio: semplicemente, Ulisse morì di vecchiaia.

    Fonte: Wikipedia (rielaborato e approfondito)

    Edited by Ersinio Pestys - 11/8/2020, 21:49
  3. .
    Buone notizie, Kengardiani!
    In questi ultimi mesi, il forum si è mantenuto quasi sempre entro la top 200 della classifica di forumfree e questo ha attirato le attenzioni - per una buona volta - delle persone giuste. Abbiamo dovuto serbare il segreto prima che la proposta potesse essere considerata ufficiale, ma adesso che non abbiamo più nessun motivo per tacere, desideriamo chiedere anche il vostro parere.
    Io ed Aes siamo lieti di informare tutti voi che Netflix ha deciso di ricavare un serial fantasy a puntate dalle storie ricavate nel nostro forum!
    Abbiamo ricevuto la comunicazione qualche giorno fa da alcuni dirigenti della sezione italiana, ma non ci siamo permessi di accettare prima di sapere che cosa ne pensavate voi. Le storie di cui vogliono acquistare i diritti, in fondo, non sono soltanto nostre.

    Purtroppo non hanno fatto grandi anticipazioni a riguardo: sembra che ogni puntata prenderà spunto da una role diversa, con un protagonista differente nelle varie puntate. Non si sa ancora molto, dato che non hanno ancora cominciato il casting, ma sembra che ci sia una qualche speranza per arruolare il gemello cattivo di George Clooney nel ruolo del bibliotecario di Knawr, Johnny Depp come Fehrar, Woody Allen per doppiare Aesingr, Angelina Jolie nella parte della cioccolata di Mephisto e Julia Roberts nel ruolo di se stessa.
    Se avete delle preferenze non esitate a pronunciarvi: sembra che siano piuttosto permissivi sulle nostre condizioni ^^

    PS. In seguito metterò il link di una petizione per chiedere che Liya sia doppiata da una voce da nobile snob francese. Mi raccomando, firmate numerosi!
  4. .
    Onestamente era sorpresa. Si immaginava qualcosa di più repentino, anche se probabilmente doveva solo rimediare di sua iniziativa.
    Si allontanò di un paio di passi e ascoltò con attenzione ogni parola, seppur mentale, che quello strano elfo gli rivolse. Decisamente la sua era una cultura molto diversa da quella comune sull'isola, doveva essere un forestiero. Ora però si spiegava perché non aveva udito alcuna parola provenire dalle sue labbra. Osservò la creatura dalle bianche ali e il suo cavaliere dai capelli notturni, il cui sguardo le trasmetteva la particolare sensazione di chi voleva fin troppo farsi apprezzare. Certo sapeva che Kengard fosse un luogo particolare, altrove era più raro trovare draghi in gruppo, dato che la maggior parte di loro se ne restavano nascosti nelle loro tane a sonnecchiare sui tesori e a mangiare.
    Distorse le labbra in un sottile chiostro di zanne candide e lucenti. Il pegaso si era innervosito di fronte al movimento repentino di Zarthial. Valutò che quella creatura fosse ben diversa da alcune specie di pegaso che aveva conosciuto lei. Il confine tra la specie senziente e quella più animalesca a volte era sottile, soprattutto da terre lontane fra loro. Come scimmie e umani, per quanto non reputasse questi ultimi più intelligenti; al massimo capaci di parlare.
    "Non è necessaria tutta questa formalità con me. Anzi, credo non lo sia neanche con lui" e indicò il drago dalle squame di smeraldo con un artiglio. "Non vedi com'è irruento e impulsivo? Non merita certo tutto questo rispetto"
    Allungò il collo sibilando e sogghignò divertita, passandosi la lingua fra le labbra. Liya era piccola in confronto a Zarthial, forse non appariva maestosa quanto lui. Nondimeno avrebbe potuto strappargli le ali e farci un tappeto senza alcun problema, ma non era sicura che Zarthial l'avesse capito.
    "Non voglio niente in realtà, eri tu che volevi farti ammazzare da me. La spiaggia è per tutti quindi anche combattessimo non ci sarebbe alcun problema, nessuno si lamenterebbe. Inoltre questo elfo cordiale scommetto gradirebbe nel vedermi banchettare con le tue carni"
    Inspirò la brezza gentile proveniente dal mare e si inumidì le labbra di salsedine, poi batté la coda a terra un paio di volte generando un solco sulla sabbia e muovendo qualche altra nuvoletta di granelli fluttuanti. "Ero qui in attesa di nuove direttive dalla tana, dovete sapere che l'isola purtroppo sta pululando di creature pericolose. Fortunatamente non ne restano molte, sto pattugliando l'intera Kengard per cercarne altre, ma non è divertente volare l'intero giorno a caccia di grossi pipistrelli spettrali. Preferirei rosicchiare ossa di draghi suscettibili, quello si che mi aggrada"
    Sghignazzò in direzione di Zarthial, poi gli mostrò il collo come ad invitarlo ad attaccare.
    "Sono molto pericolosi quegli esseri, contro un intero stormo anch'io mi sono ritrovata in difficoltà. Quindi uno come te non ha alcuna speranza di sopravvivere caro Zarthial" precisò perentoria. "Se vuoi che sia io a toglierti quell'espressione di superiorità che ostenti con tanta fierezza, forse conviene che prima tu..." si voltò verso l'elfo, "voi mi seguiate"
    Si voltò, dischiudendo le ali. "Se però vuoi aspettare qui fa pure, ricordati solo che è tanto raro che io chieda aiuto quanto lo è che tu non ti comporti da ingenuo. E tu elfo cordiale, sei giunto da queste parti in un momento complicato da descrivere, ma mi è stato chiesto di aiutare chiunque venga da fuori per il momento. Quindi anche tu sei invitato a seguirmi"
    Detto ciò fece qualche passo in direzione di Knawr, avanzando silenziosa com'era giunta.
  5. .
    Pensavate mi fossi dimenticato di questo versus, eh?
    Ingenui. In realtà aspettavo solo il momento giusto per colpire quando meno ve lo aspettavate con uno dei miei micidiali papiri. :dragongrin:

    Per adesso mi limiterò ad una (relativamente) rapida analisi introduttiva delle abilità in combattimento dei singoli pg coinvolti nello scontro, senza sbilanciarmi in pronostici di vario genere.
    Non prenderò in considerazione le singole tecniche di ciascun pg perché... beh, perché sono una marea, e non mi va di passare tutto il pomeriggio a scrivere questo post. :asd:

    --

    Aidal

    Come ho già detto in chissà quale versus chissà quanto tempo fa, considero la dragonessa oscura e glaciale uno dei personaggi più forti del GDR. Aidal possiede un fisico forte e robusto nonché delle ottime armi e armatura naturali. Non è agilissima a terra, ma a questa lacuna sopperisce con le sue tecniche.

    A tal proposito, il suo ventaglio di tecniche è innegabilmente molto vario. Il principale punto di forza di Aidal, infatti, non va a mio avviso cercato nel potenziale distruttivo dei suoi attacchi ma, piuttosto, nella nutrita schiera di tecniche evasive e specialmente debilitanti di cui dispone.
    Aidal è in grado di dissolversi nell'ombra divenendo brevemente invulnerabile, abilità utile non solo per schivare gli assalti del nemico ma anche e soprattutto per tendere dei silenziosi agguati;
    grazie al suo ghiaccio può trasformare il campo di battaglia in una trappola mortale capace di ghermire gli arti del nemico, potendo in alternativa limitarsi a renderlo tanto scivoloso da diventare inagibile
    possiede tecniche allucinatorie, tecniche che rallentano i movimenti avversari e tecniche che fanno calare l'oscurità infondendo il terrore nel cuore del nemico (quest'ultima in effetti potrebbe non essere molto utile in questo frangente, dove gli tutti avversari sono dei draghi oscuri).

    Insomma, mi azzarderei ad affermare che lo stile di combattimento di Aidal fa del controllo il suo punto di forza, sia manipolando il campo di battaglia che agendo direttamente sul nemico.


    Maledet

    Se il tema dominante dello stile di combattimento di Aidal è il controllo, per Maledet la parola chiave è imprevedibilità.

    Le tecniche in suo possesso spaziano da raggi oscuri a lungo raggio a tecniche curative, passando per barriere di luce a colpi in picchiata esplosivi (sempre oscuri, chiaramente).
    Sul serio, se la domanda che ci si pone è "Tra le sue tecniche Maledet ne ha una che fa questa determinata cosa?" la risposta sarà con buona probabilità "Si".
    No, scherzi a parte, in verità il giovane drago oscuro non vanta a mio avviso lo stesso grado di controllo di cui dispone Aidal, sebbene la varietà sia anche maggiore. Tuttavia alcune delle sue tecniche sono estremamente potenti in termini di potenziale distruttivo, mentre per quanto concerne l'agilità Maledet può fare affidamento sul suo fisico atletico e sulla tecnica "Modalità ombra".

    Oltre a ciò, secondo me vi è anche un'altro fattore che gioca a suo favore: in uno scontro dove tutti i contendenti sono dei draghi oscuri, lui è l'unico a possedere delle tecniche di luce. Ma non è questo, in realtà, l'aspetto più rilevante. Il vero elemento di vantaggio di Maledet non è la maggiore efficacia di alcune delle sue tecniche sugli avversari, quando piuttosto il semplice fatto di possedere l'elemento luce. Nella descrizione di alcune delle tecniche di Aidal e Asmodeus, infatti, è specificato che esse non hanno effetto, o lo hanno in misura minore, su coloro che sono in possesso dell'elemento luce. Non vi è scritto da nessuna parte che esso debba essere l'elemento primario.


    Asmodeus

    Come Aidal, anche Asmodeus vanta un comparto di tecniche variegato e bilanciato tra attacco, difesa e controllo. Si potrebbe pensare che il loro stile di combattimento sia simile se non persino equivalente, ma a mio avviso le cose non stanno affatto così. Mentre la dragonessa glaciale della notte si concentra sull'aspetto del controllo, il focus di Asmodeus, seppur per certi versi non troppo dissimile, è un'altro: quello della debilitazione, che va letta come l'intento di assicurarsi una posizione di vantaggio riducendo le capacità dell'avversario se non persino traendone giovamento.

    Affermo questo perché, analizzando le tecniche del dragone del tuono oscuro (oggi mi sto proprio sbizzarrendo con gli appellativi pur di evitare le ripetizioni), si può notare come molte di esse comportino una debilitazione dell'avversario.
    La tecnica "Seven deadly sins", ad esempio, attinge alle energie del nemico per donarle al dragone, debilitandolo e al contempo rigenerando le forze del suo utilizzatore;
    Il "Negative bolt" e il "Fus ro Thor" rallentano e immobilizzano rispettivamente il bersaglio, mentre la "Possessione oscura" intende controllarne i movimenti, il "Cono d'ombra" gli impedisce di vedere e il potere speciale "Aura di terrore" gli induce allucinazioni.
    La tecnica "Godspeed", invece di essere un debuff indirizzato al nemico, è al contrario un buff rivolto a se stessi... che è tuttavia seguito da debuff (breve stato di paralisi). Questo in realtà non centra niente, ma va bene lo stesso.

    --

    Ok, per adesso mi fermo qui. Lascio a voi la parola, sperando di avervi fatto venire voglia di varcare le soglie dell'arena per gettarvi nella mischia. :paninozzo:
  6. .
    CITAZIONE (H a w k e ; @ 21/11/2018, 20:48) 
    *E*E*E A* S***RO ***AE* *ER**É **E* *O*ERO DR**O È SER*A*E**E ** *ER****O.

    Inviato tramite ForumFree Mobile


    *si guarda intorno con circospezione*
    "Sono completamente d'accordo"
  7. .
    Agg05/11/2018:
    aggiornato il regolamento del botteghino.

    Apportate le seguenti aggiunte:
    -Si possono ottenere 40 punti superando le 40 righe in un post di battaglia;
    -I dialoghi degli altri personaggi e le frasi citate pari pari dagli altri post non valgono più per il conteggio delle righe;
    -Il minimo per i 10 punti è diventato di 10 righe;
    -Andare sempre a capo, ripetere la stessa frase più volte fino all'esasperazione(ribadendo sempre la stessa cosa ad ogni post) ed eseguire azioni di battaglia incoerenti con lo stato di salute del nostro personaggio potrebbe portare a non far valere i punti di quel post nel caso la cosa si ripeta più volte.

    Ultimamente mi è capitato di leggere cose del tipo "almeno così arrivo al minimo di righe per i punti", questa cosa verrà così evitata e per i punti servirà un minimo di impegno in più per coloro che erano abituati ad arrivare al rigo preciso.

    Ruolare dev'essere un divertimento, siamo qui per cazzeggiare e sclerare in tutta allegria, ma c'è chi davvero si impegna le ore per i post che fa e non è giusto che ci sia chi ottiene i loro stessi punti (o anche di più a volte considerando i tempi di risposta) con un post in cui ci sono scritte le solite due frasi a ripetizione.
    Il mio non dev'essere un giudizio sullo stile, non sono laureato in lettere e nemmeno mi interessa diventarlo :knife:, ma d'ora in poi nel leggere i post starò un pochino più attento a questi fattori.

    Non si premiano in maniera extra post troppo lunghi, né si assegnano punti a post troppo corti;
    Questo non deve scoraggiare a fare post lunghissimi se lo volete ovviamente, nulla toglie che possiate fare un post di 80 righe in una situazione che non si svolga in battaglia con altri PG o con PNG introdotti da avversari(varrà comunque al massimo 20 punti).
    Si prega però, in tali casi, di restare all'interno dei 10 giorni perché non assegnare i punti ad un post lungo ed elaborato è piuttosto triste da parte mia :yea:.

    Detto questo, fondamentalmente, non è cambiato nulla se non la possibilità di ottenere 40 punti e la necessità di superare almeno le 10 righe per i post di 10 punti.
    Buon giocos!
  8. .
    Capitolo 2: avevo dato un titolo al capitolo 1?

    Allora inizio a scrivere che sono esattamente le 03:53, quindi vediamo cosa esce e a che ora :assatanato:

    Le vicende proseguivano, i nostri fratelli continuavano a svolgere le loro attività di turno: chi preparava post, chi li rimandava, chi li supponeva e chi li bananahva. In mezzo a tale trambusto, fra tutta questa fragranza e discrepanza, era il concetto stesso della concretizzazione e dell'astrazione della follia a farla da padrone.
    Da uno dei genitori scaturiva dell'odio, ma da altrettanti figli (... uno) scaturiva il buon senso; sarebbe stato proprio questo buon senso a riportare sulla retta via Ermenegildo, ormai intenzionato a distruggere ciò che aveva creato. Asdrubale, dal canto suo, riconobbe che il livello di follia stava trascendendo lo scibile e l'inscibile. Decise quindi di considerare l'idea del fratello/compagno di intervenire, ma in maniera ben diversa.
    Come, vi state chiedendo? Semplicemente in questo modo...
    ...

    Torniamo ora a noi. Elexar, emerso dalla montagna su cui l'imperatore sedeva, inseguì la sua nemesi per dirgliene quattro. In poche ampie falcate raggiunse il possente Vulnus, poiché quest'ultimo si era fermato per contemplare in adorazione le proprie dita dei piedi ed aveva impiegato troppi aulici secondi a recuperare la lucidità dopo tale paradisiaca visione.
    "Oibò, a me codesto grezzo atteggiamento mi reca oltremodo disturbo. Non so se suddette parole vi giungono ben esplicite alle orecchie, sommo rigovernatore"
    Con aria di sup... sufficenza, l'imperatore inclinò il capo ed esibì un ghigno feroce.
    "L'empia tua parola reca a me un profondo oltraggio, non il contrario"
    Elexar inizialmente rimase perplesso da una simile comprensibile risposta, poi il suo volto si illuminò del più candido dei sorrisi.
    "Stupefacente! In voi non alberga l'arcigno verbo dell'umil volgo, bensì una camalupente favella ricolma di fierezza!"
    L'imperatore al che rispose con una scrollata di spalle, afferrando la propria spada dal fodero e brandendola con fare minaccioso.
    "Superbo!" riprese Elexar, "Che nobiltà nei gesti! Voi imperatore avete provocato nella mia persona un'emozione incommensurabile!"
    "Taci, infima creatura. Non puoi neanche comprendere il retaggio del mio possente braccio, levato in nome della siderale danza delle stelle e degli strulli. Farò di questo luogo la tua sudicia tomba"
    Le cariche parole dell'imperatore non parvero inquietare il giovine.
    "Teoricamente nessuna tomba venne costruita per accogliermi, in fondo Makon è un vampiro e in questo momento Makon e la mia persona coesistono"
    "Della tua persona me ne traslo le gonadi, la tua fallace convinzione di poter equiparare il mio aulico gergo con parole incrociate casualmente non è altro che un alacre-vermiglio-e-soprattutto-empio tentativo di sfogare le tue turbe esistenziali da bimbetto bullizzato"
    Elexar annuì.
    "Forse ciò può anche corrispondere al vero, ed è per questo che devi andarne fiero;
    Anche se adesso con questa rima, son più supponente di prima;
    Ballate belliti, bullate billoti;
    Ora do minchia la trovo la rima con oti!"
    In seguito a tale figura barbina, o barbona che dirsi voglia, entrambi i due avversari si scambiarono un gesto di pace e d'affetto.
    Porgendo l'uno la mano all'altro(puntando uno un pugnale e l'altro una spada alla gola dell'interlocutore), levarono il loro canto e insieme gridarono:
    "Porco Vashnarak!" ed iniziò il vero scontro, quello non verbale.

    Mentre da un angolo non ben definito Vashnarak li udiva, mandando in pensione gli Dei dopo tutto il lavoro a cui vennero sottoposti nei seguenti cinque minuti, Aes venne raggiunto da un grande e grosso bestione. Possedeva due roventi occhietti a fessura, un corpicino da tirannosaura coperto di squame di colore Light-Lilla Convoy ed una padella, impugnata nella piccola zampetta anteriore destra.
    "Aes, stammi a sentire. Che ne pensi di aprire una sezione con un deserto in cui calore e gelo si incontrano nei luoghi GdR? E questo non è assolutamente uno spoiler per un prossimo luogo da inserire prossimamente?"
    Il drago pesce chinò il musetto, facendo cenno di si.
    "Non dovrei sapere di cosa tu stia parlando ma... certo!"
    "Bene. E comunque il mito di Perseo lo faccio io"
    "Ottimo!"
    "Anche Cibele"
    "... fantastico!"
    "... non stai mica facendo dell'ironia vero?" chiese lei, riducendo gli occhietti a fessura ad un accoppiata occhietti a fessura e labbro all'in su.
    "Nooo, io?"
    "Mh. Comunque ricontrolla i tuoi articoli, non c'è volta in cui non ti scappi una parentesi quadra! ^_^ e questo è grave"
    Con musetto triste Aes si mise una zampina in bocca, mordicchiandosela dubbioso.
    "Ma..."
    "E io posso scrivere n yonkai ha una case, ma tu no"
    "Ok... va bene" rispose il draghetto.
    Ancor più triste e afflitto di prima, perché anche lui voleva scrivere yonkai]> con altri segni di html a caso attorno, Aes riprese il suo cammino.
    Il destino volle che facesse un incontro davvero drastico, che avrebbe potuto risollevargli decisamente il morale.

    "Aesingr! Cosa ti affligge? Io sono l'eroe paladino... protettore dei deboli... io ti farò tornare il buon umore... con battute divertentissime!"
    Il morale egli poteva sì risollevarglielo, ma per poi gettarlo giù da un ponte.
    "Io in realtà credo che..." cercò di dire Aesingr, venendo però interrotto.
    "No, aspetta, ho avuto un'idea! Mi moltiplicherò in... dieci cloni, così potrò farti tornare il buon umore... dieci volte contemporaneamente!"
    Se qualcuno non l'avesse capito, si: è dell'ibrido più buono e coccoloso degli eroi che stiamo parlando, il simpaticissimo e per nulla perversissimo Elker!
    "No no, dieci cloni no, ti pre..."
    "Elker1: ciao Aes!
    Elker2: ciao Aes!
    Elker3: ciao Aesingr!
    Elker4: io sono geniale!
    Elker5: io sono stupido!
    Elker6: Merry Christmas!
    Elker7: feliz navidad!
    Elker8: ..."
    Aes, non facendocela ad arrivare al decimo, si rannicchiò per un soporifero riposino di quelli professionali. Accanto al suo musino fuffo si levò una nuvoletta con su scritto devo aggiornare il botteghino... devo pubblicare il prossimo VS mitologico... devo rispondere a quattordici role e mezzo... devo fare pipì... e in quest'ordine di importanza...
    "No non dormire Aesingr! Devi dirmi che ne pensi della mia nuova specie!"
    "Ah..."
    All'udire quelle parole Aes si ridestò. "Giusto, devo fare anche quello"
    "Esatto! Allora, cosa ne pensi?"
    "... ma devo ancora farlo!"
    Il drago-roc annuì, tutto convinto.
    "Ma io voglio sapere solo cosa ne pensi! Anche se non l'hai letto puoi comunque dirmelo"
    Aes, stralunato, si rimise a dormire.
    "D'accordo, appena mi sveglio te lo dico. Tu intanto vai a rispondere al VS" commentò con musetto da drago pesce, rimettendosi giù di nuovo perché lui non era pigro.
    "Si. Appena mi dirrete che il sondaggio sta per chiudere, proprio un minuto prima della chiusura, io risponderò"
    Aes, disperato, si ributolò a terra immergendosi nel mondo dei sogni.
    Qui sognò il male, il male più puro: vide Aleph non inseguire e maltrattare povere creature innocenti quali granchietti e armature di metallo indemoniate, Elexar allearsi con Vulnus, Aidal rispondere ad una role in tempo e...
    e gli sovvenne una risata, una risata tremendamente sguaiata.

    ...
    To be discontinued

    Ecco concluso, a random, il secondo capitolo. Nuove domande si pongono d'innanzi a noi:
    Chi fu a proferire tale risata, rigorosamente sguaiata?
    Ciò che Aes ha sognato, era davvero mera illusione?
    Chi saranno i prossimi protagonisti di questo incontroversibile mito?
    Ma soprattutto...
    le risposte alle domande del capitolo precedente dove sono?

    Continuate a seguirci e non perdetevi il prossimo episodio!

    Anticipazioni:
    "Posso inserirmi anch'io in questa role, in cui nessuno dei miei personaggi c'entrerebbe nulla ma chi se ne frega?" asserì una voce... che immagino non scoprirete mai a chi appartiene :yea:
  9. .
    Oh beh, già che passiamo di qua scriviamo qualcosa pure noi. Dato che non sono una persona diabetica e anzi, dolcezza stammi lontana, dico solo che mi sono trovato molto bene sul forum e che, strano ma vero, sono ormai quasi due anni che sono circondato da voi, manica di pazzi senza senno.
    Poi tra galline di fuco, Goldar vari, casini e risate su mezzi di comunicazione per dispositivi mobili (si, mi scocciava scrivere whatsapp), ne sono successe di tutte le forme e colori (SOPRATTUTTO I MIEI PUNTI CHE SONO GLI STESSI DA 3 MESI (ognriferimentoapersoneoAesesistentièpuramentecasuale)) e, scusa Rectina se mi ricollego al tuo discorso: ANCHE A MILLE ANNI NON MI AVRAI MAI VITA SOCIALE, io continuerò a rispondere su questo forum anche dalla tomba (tanto ho appurato che negli inferi c'è il WIFI a scrocco). Un ringraziamento speciale a chiunque mi abbia mandato il link di Kengard, non mi ricordo chi fosse oramai e ad Hawke che approva tutti i miei piani malvagiui anche se il lavoro le impedisce di metterli in atto *coff coff* Gwynn e Mael *coff coff*
    Per il resto buona bananah a tutti :3
    :28qpvyf: :28qpvyf: :28qpvyf:
  10. .
    Auguri a Kengard anche da parte mia! :Shiiii:

    Il senso di comunità che si respira in questo forum è qualcosa di fantastico. Personalmente non lo vedo come un semplice sito internet dove ogni tanto andare a scrivere qualcosa giusto perché sto partecipando ad un gioco di ruolo. Al contrario, lo vedo piuttosto come un vero e proprio gruppo di amici con i quali mi trovo a cazzeggiare, a parlare di argomenti a volte più e a volte meno seri, a condividere anche esperienze e pensieri personali. Mi capita spesso di pensarvi anche nella vita quotidiana, e tutte le volte che accedo sul forum spero sempre di trovarvi delle notifiche.
    Grazie a tutti, gente. La finisco qua perché se continuo così corro seriamente il rischio che mi venga il diabete. :asd:

    Ah, infine vorrei anche ringraziare personalmente Aes. Si, certo, anche per aver aperto il forum, avendoci così dato la possibilità di incontrarci eccetera eccetera. A parte questo, vorrei soprattutto ringraziarlo per avermi sostanzialmente obbligato a prendere parte al GDR, perché se non avesse insistito così tanto probabilmente non l'avrei mai fatto.
    Grazie alla sua martellante insistenza al suo delicato incoraggiamento ho scoperto che la scrittura narrativa è probabilmente una delle attività che nella vita trovo più appaganti. Qualora in futuro dovessi scegliere di affrontare con maggiore serietà questo mio nuovo hobby, magari portandolo ad un livello ulteriore frequentando un corso di scrittura creativa o qualcosa del genere, dovrei con ogni probabilità ringraziare Aes. u_u

    Edited by -Aleph- - 23/10/2018, 20:00
  11. .
    Nostalgiaaa!
    Questo topic è troppo nostalgicoso, e per il quarto compleanno di Kengard dovevo ritirarlo fuori.

    Boia gente! 4 anni di Kengard! Giuro che tutt'ora mi sembra ieri che sto delirio di forum è sorto!
    Che bella cosa, cioppo bella cosa.

    Va beh dai, veniamo al dunque:
    VI VOGLIO BENEEEEE!!1!1!<3<3<3<3 vi lovvo troppo! *fine bimbominchiatime*
    Che aggiungere... di nuovo un grande grazie a tutti vosotros che siete ancora qui a sclerare come non ci fosse un domani, ai nuovi utenti arrivati da poco e a chi porta avanti baracca, baracchini e botteghini :sclero:
    Abbiamo scalato le vette del prescindibile e dell'imprescindibile, il nostro GdR è attualmente uno dei più attivi su Forumfree (tra i GdR originali senza un fandom dietro Kengard è tra i primi tre :yea:) e porca paletta è tutto merito vostro!

    Poi un doveroso ringraziamento con tanto di abbraccione a Tira e Hawke, che dopo peripezie, piripuzie e puropazie sono ancora qui con me a gestire l'intrinseca ed estrinseca follia e a sopportare le mie richieste notturne del tipo "mettete i nuovi utenti nel bottego che io sono pigro?" oppure... "Tira quando fai uscire il topic di Perseo che è dal 2011 che lo aspetto? E da notare che Kengard è nato nel 2014? :paninozzo:"

    Dai non mi dilungo che a fare queste cose non sono bravo. Quindi un MegaUber-Arci-Turbo Grazie millissime a tutti e tanti augurerrimi Kengard!
  12. .
    Buondì a tutti!
    Con Aleph stavamo pensando che potrebbe essere un’idea carina quella di aprire una Role nel Pandemonio con i personaggi colpiti dalla maledizione da lui creata. (Per ulteriori info: Vedere qui.
    Chiaramente, affinché ciò possa avvenire, la Role sarebbe completamente slegata da qualsiasi altra trama che coinvolga luoghi e personaggi.
    Che cosa ne dite? :)
  13. .
    C'era una volta un Dio drago, che aveva un fratello di nome Ermenegildo.
    Come tutti potrete ben immaginare, essendo questo un forum di mitologia di rispettabile ed indiscutibile fattura, siamo obbligati a far partire il tutto con un incesto come nelle più venerabili leggende.

    I due fratelli, dissimili nell'aspetto ma uguali nella bontà d'animo, un giorno per sbaglio finirono per copulare e generare delle uova. Inutile sottolineare che le dinamiche erano più che legali :zumzumzum:
    Il primo dei due fratelli, di nome Asdrubale, amò da subito tutte le sue creazioni; non solo creature a loro somiglianti erano insorte dal loro accoppiamento, bensì svariate specie vennero alla luce quel dì di mezza estate.
    Ah giusto, prima di fare ciò avevano creato le stagioni, i giorni, i mesi, i settigiorni e le infradito.
    L'altro fratello invece provava un profondo astio nei confronti di alcuni di loro, che si erano dimostrati o troppo indisciplinati o troppo geniali, e siccome lui era di grande bontà d'animo pensò bene che fosse giunto il caso di ucciderli tutti.
    Il bene è un concetto relativo
    (cit. Cosacaiserstofacendo)

    Il nostro racconto iniziò quando il primo dei figli, il più tappo stupido e rincoglionito, uscì dalle acque del mare per incontrarsi con la sorella fiera. Lui era un drago, un drago azzurro che puzzava rigorosamente di pesce, e il suo nome era Aesingr, mentre il di lei nome era nientepopòdimeno che H A W K E;... per gli amici Aidal, o anche per chi si scorda il ; alla fine del nome :paninozzo:
    "Buongiorno" fece il draghetto azzurro, zampettando fuffo sulla sabbia con un sorrisetto puccio stampato sulle labbra squamose.
    "Cosa vuoi? Odio i sorrisetti pucci! E Odio anche i musetti pucci! Odio qualsiasi cosa sia puccia!" gli rispose la sorella con un ringhio gutturale che lasciava ben poco all'immaginazione.
    "Ma..."
    "Adesso lasciami sola, oppure ti svito il cranio e uso le tue stesse budella per incorniciare la scultura che creerò con le tue ossa tenute insieme dal tuo sangue raggrumato!"
    Piuttosto sconvolto dall'idea che ciò potesse avverarsi, il draghetto mise il broncio e si allontanò a passo triste verso Neanche-lui-sapeva-dove. Era appena nato, e non poteva conoscere niente del mondo circostante. Tuttavia per qualche motivo aveva voglia di Sushi!
    Tanto, tantissimo sushi!
    Si diresse ordunque da un altro dei suoi fratelli, che abitava in una modesta casetta in legno nel bosco poco distante. Bussò alla porta della capannuccia, e ad aprirgli giunse un lemure antropomorfo tutto viola e con la coda fuffa.
    "Aes!" esclamò quello. "Perché cavolo hai infilato in questo racconto la mia forma di lemure, io volevo quella del Maestro del vuoto! Anzi quella di Maledet! Così potevo fare incesto con Aidal, come papà e mamma!"
    "Ma..." cercò di giustificarsi Aes, con musetto puccio e sguardo altrettanto puccio. "in realtà è la prima volta che ci incontriamo, non dovrei neanche sapere come ti chiami. A proposito, come ti chiami?"
    "Void! Certo che lo sai! Non vale giustificarsi dicendo che questo è un mito ed è risaputo che i miti in qui si parla di parenti sono sempre molto pieni di cose brutte"
    "In che senso?" chiese Aesingr.
    "Nel senso che ora ti faccio cose!"
    Non descriveremo il creepy-stupro che ne seguì, perché viola il regolamento del forum :patpat:
    Dal retro della casetta giunse una voce, una voce aggressiva e feroce, che enunciava una sola parola a ripetizione e con brutale veemenza:
    "Bananaaaahhhhh! Bananaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!"
    All'udire cotanto sclero i due si precipitarono fuori e corsero nel cortile, strabondante di statue yaoi innalzate da mano esperta. La figura che ivi era in contemplazione del cielo stava gridando alla follia, squarciandosi letteralmente le corde vocali in preda ad un raptus delirante.
    Aes cercò di avvicinarsi, ma quello lo respinse con un'occhiata killer che Jason Voorhees spostati che puoi solo accompagnare.
    Era un drago dalle squame bianche, dallo sguardo infernale e con l'espressione di qualcuno che vuole una bananah e non ce l'ha.
    "Fetta di sterco biodegradabile, perché ho l'aspetto di Asmodeus! Perché accidenti ho l'aspetto di Asmodeus e non di una bananah!"
    "Ma... dai, Maoeru... non arrabbiarti..." provò a rispondere il draghetto marino, prima che Void lo guardasse male.
    "Ah lui sai come si chiama? Ora basta, sono offeso e vado ad aggiungere cinque poteri speciali e quattordici tecniche combinate con nove elementi ciascuna alla mia scheda pg! E le scriverò pure in linguagio incomprenibile!"
    "... cosa?"
    Aes, che non ci stava già capendo più nulla, venne calciato via pesantemente da Maoeru e si ritrovò in un altra dimensione completamente diversa dalla precedente. Gli era parso di intravedere una tazzina di cioccolata che sconfiggeva Thanos durante il viaggio, ma fece l'errore di non badare più di tanto alla cosa.
    Se ne sarebbe pentito in seguito.

    Era finito in uno studio, dall'aspetto assai professionale e pieno di scartoffie ovunque. Documenti, pile di fogli e foglietti riuniti in plichi alti anniluce la facevano da padroni, mentre lì attorno vigeva un atmosfera solenne.
    Seduto al tavolo c'era un altro drago, di colore argenteo e dalle forme fin troppo esili. La sua espressione mutava in maniera fin troppo rapida e con fin troppa frequenza, al punto che Aes faceva fatica a distinguere quali fossero le sue effettive intenzioni. Voleva dialogare? Voleva restarsene in silenzio? Voleva dilettarsi in smorfie di discutibile utilità e dal non-esattamente-chiaro significato?
    "Salve, noto che sei giunto qui senza bussare" disse quello, sollevando le zampe anteriori per fare spallucce.
    "Oh, chiedo scusa" rispose Aes, "ma non sono entrato proprio di mia iniziativa"
    Coronò la frase con un sorrisino imbarazzato, mentre l'altro rispose con un sorrisetto più di circostanza mentre cercava di celare i suoi veri pensieri.
    "Tu sei Aleph, giusto?"
    "Tecnicamente sarei Nivael, ma chi se ne importa. Dato che ci sei potresti aiutarmi a fare un po' di ordine? Sto rispondendo alla role, ma è da qualche settigiorno che sono indeciso su come concludere il post"
    "Emh..."
    Aesingr si avvicinò ai vari fogli posizionati ovunque per la stanza, rimanendo in attesa di un ordine più preciso con il suo musino puccio perennemente ON.
    "Si, quelli sono i miei appunti. Dovresti raccogliere quelli, quelli e quelli, che sono la bozza della prima parte del post" fece Aleph, indicando le torri di fogli A4 e blocchetti sparsi un po' da per tutto. "La seconda devo ancora scriverla, comunque prima dell'avvento dell'inverno dovrei farcela"
    La manifestazione più pura della menzogna era celata sotto quell'espressione rassicurante e convincente, e per il drago era difficile trattenere il proprio ghigno con la consapevolezza che probabilmente di inverni ne sarebbero passati ben più di uno.
    Mentre si guardava da una parte all'altra, agli occhi di Aesingr apparve un curiosissimo volume intitolato Il gracchiare dei gabbiani, con stampato sulla copertina un povero granchietto che cercava inutilmente di fuggire dalle grinfie di un demone infernale assetato di polpa di granchietto.
    Poi accadde qualcosa di veramente inaspettato.
    Tutti i fogli cominciarono a prendere fuoco, dal nulla e senza un apparente spiegazione. Fra le fiamme di colore violaceo, sotto lo sguardo sinceramente imbufalito di Aleph, comparve una possente gallina di fuoco color melanzana.
    "Scusate l'irruzione. Aes, io sto rispondendo alla role, te lo giuro! Entro stasera avrò risposto, soltanto che ho avuto un po' di problemi e poi praticamente mia mamma mi uccide se rispondo alle role perché dice che sono cose orribili... le role, quindi dovendo io studiare A LOL... emh, volevo dire, devo andare a scuoleague of legend... cioè... insomma ho poco tempo per la mia vita! Capisci? Comunque posso dimostrarti che ciò che dico è vero! Guarda, ecco il post!"
    Dopo essersi parzialmente calmata mostrò al drago marino e al drago argenteo un minuscolo pezzetto di carta sopravvissuto all'incendio, su cui v'erano scritte 7 righe di testo, spazi a capo inclusi.
    Aesingr annuì, questa volta anche lui con un sorrisetto di circostanza piuttosto forzato.
    "Va bene Emy, nessun problema. Ti credo"
    Soprattutto quel ti credo uscì piuttosto artefatto.

    Mentre Aleph sclerava consapevole di dover rimandare il post di almeno qualche decennio, Emy piangeva perché aveva capito che Aes non le credeva e Aidal uccideva Void che ci stava provando con lei dall'altra parte del mondo, giunse una profonda voce.
    "Invoco la SIDERALE DANZA STELLARE DEGLI SCHIFI VERMIGLI!!!!!!!"
    All'udire tali supreme parole Aes uscì dallo studio in fiamme, rigorosamente violacee, per dirigersi dove quel soave timbro vagamente dialettale lo conduceva.
    Si trovò di fronte ad un possente bestione in armatura, con squame di drago a formare una pesante corazza su tutto il suo corpo ed un'espressione degna del più incazzoso e stoico degli individui. Egli se ne stava su un trono, scavato nella roccia più alta della montagna più alta svettante nel cielo più alto.
    "Salve..." iniziò a dire Aes, venendo interrotto da un regale gesto dell'individuo.
    "Infimo suddito, ora prostrati! Poi però rialzati, perché so che ti piace farti sottomettere da me" enunciò la tonante voce del supremo semidio, la cui regalità faceva scuotere i fogliolini di carta arsi nello studio di Aleph ormai diventati cenere.
    "Ma, io in realtà..."
    "Cosa? Osi contraddirmi? Non sei d'accordo con le opinioni di Vulnus? Come ti permetti! Brutto ventenne sfigato bullizzato da giovane, allora perché sei venuto qui ad importunarmi! Non voglio restare con un idiota che nelle pause dall'università viene a sfogarsi su di me, la vita fa già abbastanza schifo! Ormai è un anno che continui ad infastidirmi!"
    Aesingr lo scrutò incurvando il proprio sorrisetto, ora divenuto un labbrino dispiaciuto.
    "Ma... sono nato qualche minuto fà"
    Con possanza Vulnus se ne andò, spaccando la montagna a suon di bestemmioni napoletani e incedendo verso nuovi orizzonti. Da sotto la roccia, ormai in frantumi, si levò una figura.
    "Oihbò, codesto risvolto proprio non era sovvenuto ai miei pensieri" fu ciò che proferì con supponenza, aggiustandosi la cravatta. "Cotanta tracotanza a permeato le mie mani di un considerevole prurito"
    Aes, mentre concentrava l'attenzione sul signore comparso d'innanzi al di lui sguardo perplesso, aveva udito anche un'esplosione avvenire in lontananza.
    "Salve, tu sei Makon? O... Elexar? Quanti fratelli ho ancora?" chiese il draghetto con fare divertito.
    "Non il numero o il nome risultano d'inconfutabile importanza in un'equale situazione, bensì l'ineccepibile qualità dei suddetti soggetti"
    Aes inclinò il collo.
    "... Eeeehhh? Icchett'hadetto?"

    ...
    TO BE CONTINUED

    Eccoci giunti alla fine del primo capitolo di questo davvero avvincente mito. Molte domande saranno insorte nella mente degli ignari lettori:
    Da cos'è stata causata l'esplosione udita da Aesingr?
    Cosa ne è rimasto di Void?
    Elexar se ne andrà con altrettanta supponenza di quand'è giunto?
    Ma soprattutto...
    Vulnus tornerà fra di noi?
    Condividete codesta petizione e firmate numerosi! #rivogliamol'imperatore!

    Se volete sapere come proseguono le avventure di Aes e dei suoi fratelli, e scoprire le altre loro vicende, non perdetevi il prossimo episodio!

    Edited by Aesingr - 17/10/2018, 19:39
  14. .
    Per quanto riguarda Akira e Mephisto potete tranquillamente iniziare il combattimento andando avanti con lo scontro, i nemici sono tutti elfi pirati quindi hanno spade e tagliagole oppure scimitarre, però non è detto che non ci sia anche un mago, insomma sbizzarritevi :dragongrin:



    Samuel uscì per primo dal bazar coperto e iniziò a cercare tra le varie bancherelle il grasso di narvalo. Ovviamente era una merce rara e molto difficile da trovare, utilizzata per i riti norreni dalla volva di ciurma. Così decise di andare nella bottega di Gunhild, una volva come Bestemor che seguiva le tradizioni norrene, sebbene non nata nel culto. Samuel entrò scostando la tenda. La bottega era ben illuminata da tanti cristalli che crescevano sui muri di pietra e su tutto il soffitto di terra. Tantissime ampolle e vasetti contenevano materiali preziosi ed erano ancorati al suolo da robuste corde. Samuel si avvicinò al bancone e si affacciò ad una porta accanto ad esso. Una sirena lo vide e si avvicinò al ragazzo. Samuel alzò la mano in gesto di saluto e la sirena dai bei capelli argentati gli sorrise e i due iniziarono a parlare a gesti. Gunhild scambió Samuel per il fratello. Samuel non la contraddisse, gli piaceva troppo quando lo scambiavano per il fratello: poteva fare quello che voleva e non si doveva prendere la responsabilità per le sue azioni. La sirena, vedendo il volto tumefatto del ragazzo, gli chiese come si era fatto male quella volta e gli diede un vasetto con una pomata. Gratis, disse con un movimento della mano. Samuel la ringraziò e le chiese, guardandosi intorno prima, se aveva in retrobottega un po' di grasso di narvalo. La sirena lo guardò severa. Non ne aveva ancora tanto, spiegò muovendo le dita, ma non si sarebbe divisa da esso per poco. Samuel disse che era al verde ma che potevano barattare qualcosa. Magari avrebbe potuto compiere una commissione per lei. La sirena lo guardò pensierosa. Ok, fece con la mano, devi procurarmi questo oggetto e ti darò il grasso. Prese un foglio con un disegno illustrato che mostrava un anello con una grossa pietra. Sotto c'era scritto: Anello di Borg. La volva gli diede un foglietto con un indirizzo e gli disse a gesti che in quella bottega c'era quell'anello e che il proprietario era gelosissimo e non voleva darlo a nessuno. La bottega era molto famosa per essere una di quelle che erano costruite sia nel Distretto dell'Acqua sia nel Distretto dell'Aria. Ad ogni costo, fece la sirena. Ad ogni costo, ripeté Samuel con il movimento della mano. La salutò, accomiatò dosi da lei e si diresse verso il bordello dove erano soliti incontrarsi i due fratelli. Avrebbe aspettato suo fratello e il piccoletto lì e insieme sarebbero andati alla bottega.

    Benjamin era uscito dal muro d'aria per mano con Thyen. L'animale si era avvinghiato alla sua mano e si faceva trasportare velocemente dal ragazzo che intanto camminava per le vie oscure del distretto. Arrivarono in una bottega. Come tutte le botteghe del Distretto dell'Acqua era piena di boccette e contenitori che spingevano verso l'alto. Non era la prima volta che Benjamin si ritrovava in quel posto. Da un piccolo buco nella parete uscì una lunghissima creatura acquatica. Gli strinse la mano viscida e gli disse a gesti che voleva dell'inchiostro per tatuaggi. Il lungo naga entrò dal buco in cui era uscito e ritornò nella stanza da un'altra apertura più grande con in mano un barattolo pieno di liquido nero. Con malavoglia, Benjamin, tirò fuori dalla tasca 2 monete e le diede al lucertolone che scosse la testa e chiese di più. "Cosa! Stai cercando di fregarmi!" pensò il ragazzo che poi riferì i suoi pensieri alla creatura. In più con qualche gesto rozzo, lo insultò e lo mandò a quel paese ed uscì con sotto il braccio il contenitore. La piccola volpe lo seguiva dietro. Lo guardò e scosse la testa. "Non ci credo che devo portarmi in giro questo piccoletto". Gli tese la mano e l'animaletto la afferrò. Camminarono per qualche altro tunnel e si ritrovarono dentro un'altra botteghina. Quella piccola catapecchia scavata nella terra era buissima e soprattutto l'acqua al suo intento era scura e viscida. Sul terreno crescevano alghe così alte che dalla vegetazione si vedevano solo la punta delle orecchie della piccola volpe. Benjamin arrivò al bancone e aspettò qualcuno che lo servisse. Intanto si guardò intorno. Era molto spaventato da tutto quello che c'era in quella bottega, essendo un negozio di animali e di tutto il necessario per accudirli e nutrirli. La cosa più interessante di quella bottega era che gli animali non erano vincolati in gabbie e questo era uno dei motivi per cui quel luogo era così viscido e soprattutto sporco. Dopo qualche minuto nuotò verso di lui un ning. I ning erano delle creature alquanto spaventose. Con quei tentacoli e le fauci in bella vista. Ma Herb era tranquillo. Benjamin si girò e prese per la collottola la volpe. Si diresse verso un muro d'aria che il ning aveva fatto costruire per i suoi affari. Herb aprì la porta e fece entrare l'umano. La stanza si svuotò dall'acqua ed Herb si appoggiò sul suo piedistallino argentato. < Herb, ti presento...ehm piccoletto come ti chiami? > disse rivolgendosi al fennec.

    Il capitano camminò verso la porta della taverna e la aprì < Prego > invitò i due nuovi alleati ad uscire. Freya sussurrò qualche parola alla scimmia sulla sua spalla che, scesa, prese una bottiglia piena di rum da uno degli scaffali dietro il bancone e gliela portò. Il capitano sorrise a Rena e salutò alzando la bottiglia leggermente. La nana grugnì e si girò a guardare la lucertola < Sempre la solita, il vostro capitano! > disse infuriata.
    Le tre figure uscirono dalla "Sirena succinta" e si incamminarono verso il centro di Città Sotterranea. < Bene, reclute! Non so cosa ne pensiate voi, ma mi sono stufata di aspettare quei buoni a nulla, ho bisogno di un po' di azione. Per questo vi porterò a fare una piccola gita in uno dei posti più pericolosi e interessanti, secondo me, di tutta Città Sotterranea >. Mentre parlava, descrivendo come sarebbe stato oscuro e freddo "camminare" per il mercato nero del Distretto dell'Acqua, continuava a bere dalla bottiglia e qualche volta ne offriva un sorso anche alla scimmia che, piacevolmente, accettava. < Questo giro al mercato nero lo offro io, ragazzi > disse iniziando a rovistare tra le fessure dell'armatura cercando qualche pezzo di alga. < Angelo, tu sai respirare sott'acqua? > chiese il capitano ammiccando. Mentre passavano nella via, molti proprietari delle botteghe si avvicinavano e apostrofando il capitano con il suo nome, cercavano di farle offerte su armi e altri prodotti. Freya però non era interessata, l'unica cosa di cui si preoccupava in quel momento era di mantenere un'andatura abbastanza normale e riuscire a non distrarsi dalla missione. < Bene, amici > disse ritrovandosi vicino ad un'entrata per Distretto dell'Acqua < Scenderemo da qui >.
    Dopo aver finito la bottiglia la buttò a lato della strada, rompendola in grossi pezzi di vetro.
    < Capitano O'Malley! > sentì una voce familiare chiamarla da dietro. < Sta cercando qualcosa in particolare? O qualcuno? >.
    Il capitano si girò con un sorriso finto verso la figura che l'aveva chiamata. Era il capitano pirata con cui si era intrattenuta la notte scorsa. Quell'elfo, inebriato dall'alcol e dalle parole del bel capitano le aveva dato informazioni molto utili. Ma a quanto pare non aveva gradito di essere stato usato per ricevere le informazioni.
    < Relry? Giusto? Renry? Aspetta, Renyt? > Freya cercava di ricordarsi il nome del capitano davanti a lei. < Taron! > urlò quello con rabbia. Estrasse la spada dal fodero e con l'altra mano chiamò i suoi accoliti. < Sono qui per fartela pagare, capitano O'Malley. Siamo pirati ma abbiamo un codice e rubare tra di noi, non fa parte di esso! >.
    < Ora, rubare! Erano informazioni che tu mi hai volontariamente riferito > disse compiaciuta la piratessa < Mi fai fare brutta figura con i miei nuovi amici, qui > disse indicando Akira e Mephisto.
    Taron l'elfo pirata, capitano di una ciurma tutta elfica chiamata "Il cerchio", si fece avanti < Sai troppo O'Malley, ora dobbiamo risolverla qui, non voglio competizione quando arriverò per primo al tesoro >.
    < Chi ha detto che arriverai per primo? > rispose provocandolo, sfoderò la Zanna dei mari e guardò il nemico negli occhi.
    Poi si rivolse ad Akira e a Mephisto < Balliamo? >.
  15. .
    Qualche giorno fa, senza alcun motivo specifico (*coff* noia *coff*), mi è capitato di pensare a questo: cosa accadrebbe se un oscura maledizione di natura non meglio specificata cambiasse la specie di appartenenza dei nostri pg?

    Ok, cerco di porla in termini un tantino meno vaghi. :asd:
    Dando una rapida occhiata allo schedario, mi sembra che più o meno tutti i personaggi, pur con le dovute sfumature, possano essere suddivisi in due ampie categorie: personaggi ferali e personaggi umanoidi.

    Ecco, le domande che mi sono posto sono le seguenti:
    Che aspetto avrebbero da umani o umanoidi i nostri pg ferali? Come si vestirebbero, che arma utilizzerebbero, che tipo di magia controllerebbero, eccetera?

    La questione, chiaramente, si pone anche in senso opposto:
    A quale specie mitologica apparterrebbero i nostri pg umani o umanoidi se fossero ferali? A quale elemento sarebbero legati?

    Ma non finisce qui, perché la maledizione ha anche un'altro effetto. Vi è infatti la probabilità, per chi ne è stato colpito, di essere catapultato in un'altra epoca casuale. La scelta dell'era in cui il personaggio si ritroverà, chiaramente, non sarà realmente frutto del caso, essendo piuttosto una vostra scelta dettata dal contesto nel quale vi piacerebbe vedere il vostro personaggio nelle sue nuove spoglie. Nel caso in cui riterrete che il contesto fantasy di Kengard vada più che bene, beh, allora non ci sarà alcun viaggio nel tempo.
    Questo effetto secondario della maledizione serve unicamente a fornire maggiore libertà nello sbizzarrirsi, ma può essere tranquillamente ignorato.


    Spero di essere stato chiaro, ma vi assicuro che la faccenda è meno complicata di quanto non sembri. xD Comincio io.

    Nivael:
    Da umano Nivael sarebbe presumibilmente un ragazzo che si affaccia ai vent'anni, di statura media, magro, dai capelli biondi e gli occhi di un colore azzurro molto chiaro (sarebbe un tantino strano se mantenesse il giallo originale). È a malapena uscito dall'adolescenza, e ciò lo si può intuire piuttosto chiaramente dalla sua voce da ragazzo e dal suo viso sbarbato, sul cui mento fanno capolino i primi radi fili di barba.

    L’epoca storica in cui Nivael approderebbe sarebbe quella presente o in alternativa i primi anni 90, solo ed esclusivamente perché così avrebbe modo di appassionarsi al genere Punk Rock. Il suo modo di vestire sarebbe piuttosto casual, prediligendo accostamenti di azzurro, giallo e bianco. Ce lo vedo, per qualche strana ragione, anche ad andare in giro con un abbigliamento che ricorda molto lontanamente quello di un cowboy: camicia azzurra a quadri con le maniche rigirate, pantaloni grigi o beige e un fazzoletto giallo intorno al collo.
    Per quanto riguarda la sua occupazione nella vita, non faccio fatica a vederlo lavorare come cassiere in un McDonald, nell’ardua lotta di racimolare i soldi che gli servono per pagare il corso di recitazione al quale, rigorosamente in barba al volere dei genitori, si è iscritto. :asd:

    La sua arma sarebbe un revolver, e come magia utilizzerebbe forse la Psikemansia (magari per controllare la traiettoria dei proiettili o qualcosa del genere) o magari la Magia Spirituale (specializzandosi quasi esclusivamente sul vento, ovviamente u_u).


    Lyudmila Ivanovna:
    Se fosse una creatura ferale, Lyuda sarebbe molto probabilmente un grifone. Avrebbe una corporatura snella e una taglia relativamente ridotta, il che la renderebbe agile e scattante sia in cielo che in terra... se non fosse per la protesi metallica che sostituisce la sua zampa posteriore sinistra, che al suolo rende i suoi movimenti un po' rigidi e traballanti. Il suo piumaggio sarebbe molto folto, adatto ai climi invernali, caratterizzato da un colore blu scuro tendente al grigio sul versante dorsale del corpo, bianco su quello ventrale. Le lunghe piume alle estremità delle ali tenderebbero invece a sfumare verso il viola, lo stesso varrebbe per la coda e la cresta piumata sulla testa. I suoi occhi brillerebbero di un colore giallo ambrato.

    La grifonessa Lyudmila Ivanovna, nome più che adatto per una bestia mitologica, sarebbe catapultata in un futuro molto distante, ma infondo nemmeno poi così tanto, dall’epoca di Kengard: un’era gloriosamente steampunk (chi l’avrebbe mai detto), dove a dominare sono mirabolanti macchinari a vapore, così tanti dirigibili che i piccioni non sanno più dove volare e, infine, colossali complessi industriali che vomitano incessantemente colonne di fumo nero nel cielo (a Nivael non piace questo elemento). Non so come Lyudmila, nelle vesti di un grifone, riuscirebbe a collaborare come inventrice con chicchessia, anche considerando che le sue zampe unghiute da rapace non gli consentirebbero chissà quale grado di destrezza manuale, ma sono certo che prima o poi un modo lo troverebbe. Leggasi, minacciando di morte qualcuno.

    Il suo elemento primario sarebbe senza dubbio il ghiaccio, mentre il secondario l’oscurità. Combinandoli tra loro sarebbe in grado di creare un piccolo esercito di manichini di ghiaccio assassini, che riuscirebbe a controllare per mezzo di fili di oscurità scaturiti dai suoi artigli (shhh è magia, la logica non è di casa qui). Probabilmente perderebbe il controllo sulla sua marionetta Valentine, ma direi che nonostante ciò l’affare gli risulterebbe, tutto sommato, alquanto vantaggioso.



    Ok, adesso sta a voi. :paninozzo: È evidente che questa è tutto fuorché una discussione seria, ma spero che possa generare comunque qualche spunto divertente.
244 replies since 3/10/2011
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