Kengard: Creature da oltre i confini

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  1. .
    Uscirono tutti fuori e si riassettarono, come se quello fosse un gruppo riassettabile, e Zakrina capì subito che quella volta non sarebbe toccato a lei fare da collante-tramite-quella che spiega per gli altri. Meglio così, si sarebbe tolta diverse complicazioni complicate e tutt'altro che indispensabili.
    Aesingr aveva smesso di fare il muso da pesce, ma gli ricomparve un attimo dopo quando si rese conto di esser stato di nuovo sbadato. Quasi sussultò al sentire Engifer urlargli contro, e con delicatezza abbassò la coda per poi lasciarla andare.
    "Oh, scusami"
    Si passò la coda su un fianco con fare imbarazzato e la nascose fra le zampe posteriori, continuando a camminare. Non si era reso conto di aver fatto qualcosa di strano, quindi si limitò ad esibire uno dei suoi sorrisetti.
    Si ritrovò mentalmente a fare il punto della situazione, anche se ancora non era del tutto sicuro di volerlo fare davvero. Sentiva un po' di occhi su di lui, ma soprattutto qualcosa non gli sembrava al proprio posto e non riusciva a capire di cosa si trattasse. Una mezza idea ce l'aveva, ma era troppo complicata per poterla esternare.
    Zakrina dal canto suo osservava sia Aes che Engifer, di tanto in tanto si voltava indietro o cercava qualcosa nei dintorni di oscuro per gli altri. Si erano allontanati abbastanza dall'entrata ma restavano comunque a diverse centinaia di metri dal castello Eclissi; stavano circunnavigando il centro, per citare Fabio Medas (?). E sempre per citare Fabio Medas, Aes non sapeva come fare a vivere: si sentiva molto piccolo con quell'imponente struttura che svettava in lontananza, visibile come un'ombra tetra e gigantesca anche attraverso la nebbia. Non quella argentata, la nebbia proprio!
    Zakrina era stata agguantata da Egenna e non si era per niente scomposta. Nello starle vicino sentiva quasi l'odore di Aesingr, quel tipico odore di chi prende a ginocchiate il fato avverso e si mette nei guai involontariamente pur lasciando pensare che sia tutto calcolato.
    "Naso? Quanti ne vuoi! Tu sei Egenna quindi? Piacere, Zakrina"
    Sorrise, senza neanche capire perché aveva risposto in quel modo. Invertì poi le posizioni e fu lei a cominciare a tirare la ragazza da una parte, o meglio fuori portata orecchie di Aesingr. Il che voleva dire dall'altra parte della città.
    Si prese pure Engifer, ma avendo visto come aveva caziato Aes si limitò a farle cenno di seguirla. Lanciò poi un'occhiata al drago e lo puntò con un dito.
    "Aspettaci lì, torniamo subito"
    Aes rimase un attimo interdetto, poi annuì.
    "Si certo"
    Il drago si sedette in mezzo ad una via, senza accorgersi che forse lì ingombrava il transito, e si domandò quali cose da femmine dovessero trattare così segretamente. Si erano allontanate abbastanza, ma non troppo da essere inudibili. In ogni caso si lasciò distrarre da qualche luce distante e da chiacchere provenienti dalle abitazioni, quindi non prestò loro troppa attenzione.
    Se si erano allontanate dovevano discutere di cose loro, non sarebbe stato carino ficcare il naso. Neanche la curiosità batteva la sua pucciosità. Con un sospiro sbadigliò e le attese tutto paziente e pescioso, seduto con le zampe sul selciato scuro.

    "C'è un problema" disse Zakrina, lasciando Genna e fermandosi nei pressi di una statua di un corvo appollaiato di fronte ad una fontanella. "Per farla breve, siete in troppi a conoscere Aesingr e a comportarvi troppo naturalmente con lui. Da quanto lo conoscete? Era qui sull'isola quando l'aveve incontrato?"
    Sembrava un po' un mezzo interrogatorio, ma cercò di andare dritta al punto. Non che le avrebbe rassicurate il punto, ma perlomeno poteva mettere in chiaro che non era con loro che ce l'aveva.
    Era il momento della verità. Prese un lungo respiro e si passò una mano fra i capelli, come un gesto nervoso. Non era sicura che avrebbe ottenuto qualche risposta, ma doveva provarci. Temeva di non riuscire più a trattenere l'insieme di emozioni che la stavano accompagnando da quando aveva messo piede nella palude.
    "Io... ho visto Aesingr venire ucciso. Anche se ormai è passato diverso tempo non sono ricordi che si confondono. Com'è possibile che sia lì?" continuò indicando nella direzione da cui erano arrivate. "Mi sembra così assurdo, credevo di averlo scambiato per qualcun altro, che ci fosse un qualche inganno sotto, ma quello è senza dubbio Aes"
    I suoi occhi non tradivano indecisione, accenni di pianto o altro che potessero dar l'impressione che fosse a disagio. Era solo perplessa, come qualcuno che dopo esser venuto a patti con una certezza si ritrova a chiedersi se ciò che aveva sempre creduto fosse spazzatura da cestinare. Non aveva avuto modo di chiarire quei dettagli con Engifer, non voleva coinvolgere Aes finché fosse stato possibile. Le era parso così naturale, così lui stesso eccetto per quel musone un po' pensieroso, che non le andava di rovinare tutto.
    "Non ditegli che lo conoscevo, prima vorrei capire cos'è successo. Qualche mese fà in effetti una creatura nominò Aes e in frangenti piuttosto strani, ma non gli diedi retta. Temevo stesse leggendo i miei pensieri e mi stesse prendendo in giro, o qualcosa di simile. Non capisco la magia e quelle cose complicate"
    In realtà non aveva voluto ascoltarlo, semplicemente. Non solo perché parlava troppo, ma perché aveva paura di ritrovarsi a pensare di nuovo a lui. E ora, proprio quando i suoi sforzi di cercare di accantonare i ricordi dolorosi stavano dando i loro frutti, eccolo lì che ricompariva. Prima con Engifer, poi con Egenna.
    Engifer le aveva detto di averlo incontrato in veste di mercenaria, ma avevano già chiarito che non volesse fargli del male. Egenna sembrava conoscerlo piuttosto bene, si comportava con lui come faceva lei anni prima. Non riusciva a decidere se quella cosa la facesse infuriare o se la facesse sentire bene, nel dubbio rimase tranquilla e neutra come al solito.
    "Scusate, ma penso sia importante. Vorrei chiedere a lui, ma... per qualche ragione non mi riconosce. O se mi ha riconosciuto c'è comunque qualcosa di sbagliato. Non è bravo a fingere o a trattenere le emozioni, quindi significa che non si ricorda di me"
    Non sapeva come comportarsi in effetti, la situazione era complicata. Complicata come quella in cui stavano per ficcarsi tutti, ovviamente...
    alla forgia qualcuno li stava aspettando.
  2. .
    CITAZIONE (Rectina @ 12/2/2019, 12:01) 
    Bella discussione!
    Domanda a bruciapelo:
    @Tira:
    Come pensi che potrebbe svolgersi un eventuale incontro fra le tue ”signorine?“

    Rispondo brevemente a bruciapelo (?) anche se è stata ritirata: sospetto che finirebbe quantomeno a coltellate XD Hanno zero interessi in comune se non quello di infastidire Zell, Jill non sopporta le persone rumorose quanto Genna, Dalla considera tutto il mondo stupido e Genna non accetterebbe di partecipare senza essere vagamente ubriaca e quantomai molesta ^^"

    CITAZIONE (Rectina @ 12/2/2019, 12:25) 
    Ok, modifico:
    Egenna, qual è stato il momento più divertente vissuto con Aesingr secondo te? E quello più profondo/intenso?
    Furyo: cosa pensi di Dalla e di Parilin?

    Genna portò la mano al mento per riflettere, il suo sorriso si spense in una smorfia. Comparvero gli ormai caratteristici occhietti a fessura.
    < Divertente? Ma 'manco mezzo! E' da quando lo conosco che finisco per ritrovarmi nelle peggio situazioni! Mi porta a Kerus? E si scopre essere il covo di organizzazioni pazze e criminali! Andiamo a Itios? E la gente impazzisce di colpo e comincia ad attaccarci. Arriviamo alla Città dei Corvi? Oh andiamo, rompiamo appena una finestra e veniamo rincorsi per tutto il castello per essere imprigionati! Prima di incontrarlo non mi succedevano mai delle cose del... - distolse lo sguardo per un istante - ok, di tanto in tanto capitava di essere inseguita da una qualche folla inferocita, ma non in continuazione come ora! E' ovvio che tutta la colpa sia di quello stupido drago! E bla bla bla e bla... >
    Quanche imprecazione random dopo, Genna sospirò e cercò di calmarsi alla bell'e meglio. Incrociò le braccia al petto.
    < Comunque, se proprio proprio devo scegliere, l'unico momento di pace è stato la sera del giorno in cui sono arriva a Kengard: abbiamo suonato e cantato insieme "Il pugnale di Ravenfort". Ora che ci penso non era nemmeno tanto stonato per essere un lucertolone grosso sei metri... >
    Abbassò lo sguardo pensierosa.
    < Uhm, e non ero nemmeno troppo brilla quella sera, nonostante tutto... > commentò infine, quasi tra sé e sé.
  3. .
    Io ho due nomi, di cui il primo l'ho odiato a morte dalla nascita e lo odio tutt'ora...e con questo nome è solito a chiamarmi tutto il parentado. Da piccolo usavo darmi dei soprannomi strani da cose che vedevo in modo da cancellare questo nome che odio con tutto me stesso. Per fortuna che ho il secondo nome a salvarmi, decisamente migliore rispetto al primo ma comunque non è il mio nome, perchè è usato dal 99.9% degli umani e quando uno lo pronuncia ci giriamo in cinquanta. :2qu6y9z: Con questo nome vengo chiamato dagli amici babbani meno stretti e dalla gente x (per x intendo gente che mi conosce di rado o che ha rapporti con me moolto superficiali). Gli amici stretti babbani (ah, per babbani intendo i non-furry, i non-otherkin, i non-bestie) usano il diminutivo del mio cognome, che comunque accetto ma non lo sento mio.
    L'unico nome che mi sento mio è il mio nome draconico...usato dai miei amici più fidati e chi mi conosce profondamente nell'anima cioè....tutti voi del forum! :2cd7qsk: :2qn2uit: :30m916v: :30m916v: :dragonfierce: :2nbvm6u:
  4. .
    "Aes! Aeees... Aesingr!"
    "S... si?"
    Cos'era tutto quel baccano? Accidenti. Possibile non lo lasciassero mai dormire?
    Fossero i granelli di sabbia, il vento, le nuvole nel cielo o le alghe della sera prima, c'era sempre qualcuno che cercava di svegliarlo. Dannazione che fastidio.
    "Ci hanno lasciato due monete d'argento e una d'oro. Bello no?"
    Si stiracchiò, sfregandosi contro la corteccia dell'albero che sotto le sue squame risultava morbida e molto comoda come sostegno.
    "Ah? E io che me ne faccio?"
    "Scemo, ti posso comprare le alghe"
    "Ma... le trovo in mare le alghe"
    "Ma quelle fanno schifo, sanno di muschio andato a male"
    "Cosa cambierebbe? E poi tu come fai a sapere di cosa sa il muschio andato a male?"
    "Eh, io lo so. Comunque andiamo, è già tardi"
    "Ma... ma non abbiamo da fare niente oggi"
    "Lo so! Proprio per questo devi svegliarti, così andiamo a r..."

    Un movimento. Un fruscio. Un suono. Dei passi, una voce.
    "Ti ho preso"
    Non capì nient'altro. Spalancò gli occhi di scatto e si voltò, incrociando nella penombra lo sguardo di una piccola creatura.
    Destarsi così rapidamente lo riempì di adrenalina, mentre brividi gelidi scorrevano lungo il suo corpo, dalla testa alla punta della coda.
    Non distinse granché di quanto stesse accadendo, sentì solo un dolore lancinante alla base del collo. L'acuta fitta gli solcò il dorso e lo spinse a spalancare le ali di riflesso, mentre la sua coda si intirizziva di scatto.
    Dalle sue fauci inizialmente non uscì nessun grido. I suoi occhi manifestavano puro sgomento, ma trascorsero alcuni secondi prima che effettivamente riuscisse a quantificare il dolore.
    La lama, la mano che la impugnava, uno sguardo di ghiaccio.
    Poi arrivò il terrore.
    Ruggì con violenza e si scosse fino a ribaltarsi da un lato, facendo cadere la creatura seduta sul suo dorso.
    Era Engifer, la stessa Engifer che aveva appena cercato a tutti i costi di aiutare. Certo, nessun aiuto avrebbe mai voluto fosse ricambiato, ma non si sarebbe mai aspettato niente del genere e in quel momento percepì un'irrefrenabile bisogno di esternare l'orrore celato nei suoi pensieri. Nel momento stesso in cui l'aveva riconosciuta, migliaia se non milioni di domande gli avevano affollato la mente.
    Non riusciva a crederci, non riusciva a capire. C'era sempre un perché, c'era sempre un motivo.
    Qual'era? Quale diamine poteva essere!
    Sentiva il sangue scivolargli sull'attaccatura delle ali, fino a scendere lungo la spalla e la zampa sinistra sotto al suo muso. Il pugnale non era rimasto conficcato nella sua carne, e non sapeva se fosse un bene o meno. Guizzò con il muso verso la ferita, cercando di avvicinarla con i denti ma senza riuscirci. Provò con le zampe, ma il risultato fu lo stesso. Poteva poggiare solo un'ala sul collo in maniera da comprimerla per alleviare leggermente il dolore.
    Balzò sulle zampe e si lanciò addosso alla parete rocciosa al suo fianco, rannicchiandosi contro di essa con il muso chino. Non era certo se fosse stata l'oscurità, il freddo del pugnale o l'inquietante espressione di Engifer, ma tutto in lui aveva preso a tremare di paura.
    Non ricordava l'ultima volta che era accaduta una cosa del genere. Anche gli artigli vibravano, scossi da fremiti incontrollati e completamente estratti senza che se ne fosse neanche reso conto.
    Perché si era spaventato in quel modo? Non riusciva a capacitarsi della brutale ferocia con cui le emozioni avevano stravolto ogni suo apiglio alla razionalità. Tutto si era fatto distorto e lontano.
    Quando riuscì a riprendere contatto con la realtà in maniera cosciente non si mosse. Le sue membra tremanti cominciarono a rilassarsi, fino a ritrovare un equilibrio e a tornare sotto il suo controllo.
    Difficile dire se fosse scaturita dal dolore, dalla paura o dalla tristezza, ma nel silenzio e nella semi oscurità una lacrima piovve lentamente dal suo muso.
    Se Aesingr non fosse stato Aesingr, probabilmente lui stesso l'avrebbe scambiato per un represso sentimento d'odio. Eppure non c'era disprezzo in lui, non ve n'era mai stato.
    Torcendo in maniera innaturale il collo riuscì a portare una zampa sul taglio. Cercò di evocare l'acqua curativa, ma non si generò niente più di qualche goccia. Non bastò neanche a donargli sollievo.
    Era troppo debole, le energie l'avevano abbandonato durante lo scontro.
    Riportò il collo al suo posto, abbassando la zampa e poggiando il muso a terra. Non si fermò ad osservare Engifer; sapeva che altrimenti l'avrebbe messa in difficoltà.
    Abbassò le palpebre, dischiudendo lentamente le fauci.
    "Credo... ti sarebbe difficile colpirmi ancora mentre ti guardo"
    Restò immobile, voltando semplicemente il muso da un lato. Portò solo la lingua fra le zanne, stringendola e schiacciandola nel tentativo di ignorare il dolore al collo.
    "Posso... posso solo sapere... perché mi vuoi uccidere? Hai fame?"
    Non l'aveva attaccata, quindi non poteva averlo pugnalato per difendersi; per qualche ragione, era convinto che non fosse neanche interessata a mangiare carne di drago.
    E allora, perché stava accadendo una cosa simile?
    Ho dovuto far fondo a tutta la pucciosità di Aes per questo post xD
  5. .
    La magia tende sempre a ricercare il contatto con forze occulte, considerate superiori al singolo individuo umano. Lo scopo per cui si vogliono acquisire i poteri magici può essere di natura materiale (ricchezza o dominio su altre persone) o nobile (miglioramento di se stessi e dell’umanità), e per tali fini si possono coinvolgere anche potenze superiori quali spiriti, angeli o demoni.

    Risulta piuttosto difficile non associare neanche un po' la magia alla religione. Negli Atti degli Apostoli si trova l’episodio di Simon Mago che, come molti altri, aderisce alla predicazione degli Apostoli e si fa battezzare.
    Meravigliato dai prodigi compiuti dagli apostoli, offre del denaro in cambio di un simile potere, ma Pietro risponde: "Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai osato di acquistare con denaro il dono di Dio".
    Il contesto della Magia dunque, secondo la Bibbia, è caratterizzato da una pretesa di appropriarsi e possedere con la volontà ciò che nell’esperienza religiosa può essere concepito solo come dono, fino al controllo delle energie naturali e primordiali.

    Il documento del Magisterio, per "descrivere" la magia, applica questa suddivisione:
    Magia imitativa, secondo cui il simile produce il simile, ad esempio il trafiggere gli occhi di un pupazzo accecherà la persona da esso rappresentata;
    Magia contagiosa, basata sul principio del contatto fisico, quindi per influire su una persona il Mago avrà bisogno di qualcosa che le appartiene (peli, capelli, unghie eccetera);
    magia incantatrice, che attribuisce un potere particolare a formule ed azioni simboliche.

    I due più grandi "filoni" o "branche magiche" sono la Magia bianca e la Magia Nera.

    La Magia Bianca, che si prefigge obbiettivi benevoli, è a sua volta suddivisa in due campi:
    il primo si riferisce ad effetti strabilianti ottenuti con metodi naturali, come giochi di prestigio, illusionismo e prestidigitazione, mentre il secondo si prefigge buoni propositi, come risoluzione di problemi di salute o economici, ma scende spesso in pericolose truffe e superstizioni.
    Se i mezzi usati sono leciti ed il fine è solo di stupire, non c’è nulla di male. Se invece si rischia di coinvolgere il proprio e l'altrui equilibrio (tramite l'utilizzo ad esempio di scettri, amuleti, filtri eccetera), lo scopo potrebbe arrivare a non giustificare i mezzi.

    La Magia Nera, la quale ricorre ad evocazioni di forze demoniache, è indirizzata a scopi malefici come procurare malattie, disgrazie, morte, oppure pretende di piegare gli eventi a proprio vantaggio.
    Il fine ultimo di questa forma di Magia viene comunemente considerato il trasformare gli adepti in "servi di Satana".

    Questa divisione tuttavia non è del tutto esaustiva. La Magia in sé non è né buona né malvagia, è Magia punto e basta, ma l’uso che se ne fa può portare grandi benefici oppure causare veri disastri.
    La magia viene paragonata in questo caso alla Scienza: non ha morale, semplicemente studia le Leggi e le sue Applicazioni, infatti le Leggi Universali funzionano indipendentemente dalla morale; il lupo è cattivo per il pastore perché sbrana le sue pecore, ma non è cattivo nell’ecosistema naturale.
    Come per la scienza le Leggi Universali della Magia funzionano come principi fisici, indipendentemente se le intenzioni siano buone o cattive, e l’applicazione delle Leggi dipende solamente dalle intenzioni del singolo individuo.

    Abbiamo quindi una magia costruttiva, finalizzata alla protezione, alla fertilità, al successo(inteso come propiziazione) o alla guarigione. Viene praticata con la luna crescente e rappresenta la luce;
    abbiamo poi una magia distruttiva, con lo scopo dunque di portare ad una separazione, all’eliminazione o all'allontanamento di qualcosa, interrompendone quindi la crescita. Viene praticata con la luna calante e rappresenta l'oscurità.
    La Magia intesa come forza e potenza è pertanto una sola, ma l’uomo racchiude in sé i duplici aspetti di bene e di male, e quindi anche la Magia si concretizza sotto forma di diverse espressioni.
    In sostanza la Magia Nera può esser vista come una Magia che si pone all’antitesi dello sviluppo e dell’evoluzione della vita, mentre nella Magia Bianca si utilizzano solo energie benefiche presenti in Natura, senza animali uccisi né sacrifici, al fine di ottenere il meglio per le persone senza recare danni agli altri.
    L’applicazione di riti di Magia Nera comporta spesso anche dei gravi rischi chiamati “colpi di ritorno“; non solo si agisce negativamente su una persona che ne farà le spese, ma anche il Mago stesso che ha eseguito il rituale ne subirà le conseguenze, attirando su di sé la malasorte.

    Una "via di mezzo" fra le due magie principali è la così detta Magia Rossa, con scopi e strumenti piuttosto diversi dalle due precedenti.
    Più che una magia neutra la si può definire come una magia equilibrata. Può essere applicata sia per il bene che per il male ed è una delle poche forme di Magia che non possiede vincoli né porta a gravi ripercussioni. L'unica vera limitazione della magia rossa è l'irreversibilità dei suoi incantesimi, infatti niente di ciò che viene causato con i riti ad essa legati può essere ripristinato.

    Non è detta rossa poiché relativa al desiderio o alla passione come molti pensano, bensì perché in origine era legata all’utilizzo di sangue nei riti (sangue di animali, del richiedente o dell'utilizzatore). Questo colore in Egitto era anche quello delle tuniche indossate dai sacerdoti Tolemaici, appunto color rosso sangue, durante i loro più antichi riti
    Essa è infatti la Magia ritualistica per eccellenza, con modalità distinte in base all'incantesimo da evocare. Può essere dunque utilizzata per ogni aspetto della vita, anche per l’amore, ed è una valida alternativa a quanti tra i richiedenti temano le ripercussioni della magia nera ma non si sentano prettamente legati al bene spirituale per utilizzare quella bianca.
    Più comunemente è stata associata all'amore perché i riti più "frequenti" sono quelli effettuati per legare l'amato/a a sé, in senso quasi letterale. Tramite un condizionamento della volontà e dell'attrazione sessuale, infatti, si può fare in modo che il partner continui a bramare un desiderio inesauribile che man mano tende a rafforzarsi invece che ad affievolirsi come nella gran parte delle coppie.
    Si può affermare che questa sia la "magia più comune tra le persone comuni".

    La meno organizzata e meno equilibrata forma di magia, invece, è quella definita Magia del caos, con la peculiarità di poter racchiudere un gran numero di tradizioni anche estremamente diverse fra loro.
    Come la precedente è un tipo di magia Rituale, con la quale il praticante si prefigge scopi individualistici. Si dice che Coloro che ne fanno utilizzo riequilibrino la realtà trasformandola in un qualcosa di nullo, appunto un caos, per poi riplasmarlo a fini personali.

    La Magia del Caos si basa sulla teoria secondo cui la mente cosciente non è direttamente in grado di operare azioni magiche, anzi, essa costituisce un impedimento stesso alla Magia; è la mente subconscia che opera azioni portentose, ed è dunque necessario concentrare in quest’ultima l’intento magico.
    In altre parole, la magia più efficace è quella inconsapevole, attuata dalla mente quando non ragiona, non pensa e non effettua alcun processo di calcolo.
    La Stregoneria Sciamanica, ad esempio, implica la possibilità di un collegamento diretto con il subconscio, spezzando le barriere della coscienza attraverso discipline estreme o sostanze psicoattive.
    Un altro esempio è quello della magia rituale in cui è il subconscio a riconoscere automaticamente il simbolismo del sistema adottato, in maniera da agire inconsapevolmente sulla realtà e sul proprio corpo.

    Infine abbiamo quella che in ambito stregonesco viene definita Magia Verde, ovvero la magia realizzata tramite l’utilizzo di elementi naturali quali fiori, semi, erbe, rami, frutti, foglie e clorofilla liquida. Viene considerata come quel tipo di magia che necessita di strumenti assolutamente naturali, non metallici, facilmente reperibili e alla portata di tutti.
    L’utilizzo delle erbe in ambito medico può essere fatto risalire almeno a cinquantamila anni fa, giunta tuttavia come auto-medicazione addirittura sino al XIX secolo.
    Questa grande dimestichezza e conoscenza in periodo preistorico viene confermata dalle scoperte sull’isola di Coll, in Scozia, le quali ne hanno portato in risalto l’ampio utilizzo per numerosi scopi. Son stati ritrovati esemplari di canapetta (Galeopsis tetrahit) e di ninfea gialla (Nuphar lutea), in locazioni e contesti che ne hanno dimostrato l'utilizzo in ambito curativo, venefico e culinario.
    Gli uomini primitivi scoprirono ben presto la potenza delle piante velenose, cominciando ad utilizzarle per la creazione di veleni in cui intingere spade e frecce; in molte delle armi ritrovate nei siti archeologici v’erano ancora tracce di tubocurarina, una sostanza naturale che porta al blocco neuromuscolare. Alcuni storici ipotizzano che la conoscenza delle sostanze più potenti – in campo medico o di veleno – era riservata ad una ristretta cerchia d’individui. Questo rendeva l'elite “potente”, conferendo autorità rispetto ai membri meno colti e quindi di più basso rango.
    Cominciò in questo modo a svilupparsi la credenza che le erbe possedessero facoltà occulte ed energetiche, capaci sicuramente di curare e causare malattie, ma anche di donare potere a livello sociale.

    Per utilizzare questo potere intrinseco è fondamentale il rispetto per la Natura. Durante la raccolta delle erbe da utilizzare nei riti si deve perciò stare attenti a non danneggiare la pianta, e, se possibile, seminarne una nuova nel punto in cui si trovava quella vecchia per non interrompere definitivamente un ciclo di crescita ed il flusso energetico ad essa legato.
    La magia verde non si basa infatti solo su forme fisiche: la Natura è un'entità che può essere percepita con ognuno dei cinque sensi, attraverso profumi, colori e consistenze delle varie piante. . Ogni elemento naturale della Terra possiede una virtù specifica ed è legato al mondo celeste, da cui riceve influenze continue, fungendo da intermediario tra l'utilizzatore e il potere da esso ricercato.
    La particolarità dell'utilizzo delle erbe è quella di poter essere incluso anche nei riti degli altri tipi di magia, specialmente in quella rossa, per coadiuvare l'incantesimo e per rendere lo spirito in grado di elevarsi o, più semplicemente, di rilassarsi. Non per altro diversi riti sciamanici fanno utilizzo di erbe, incensi e in alcuni casi pietre, per instaurare e consolidare il contatto con la Madre Natura e permettere alle proprie energie di ciclizzare.

    Fonti:
    Giardino delle fate e varie feste celtiche a cui ho partecipato ^_^

    Edited by Ersinio Pestys - 11/8/2020, 21:51
  6. .
    Zell in forma umana


    La pioggia era arrivata; dopo un'estate molto calda e decisamente asciutta. La pioggia pichiettava forte sui tetti del villaggio e tra le nuvole di tanto in tanto si accendeva il bagliore dei lampi, accompagnati poco dopo dal cupo brontolìo dei tuoni Se fosse stato nel suo vero aspetto, Zell si sarebbe alzato in volo per rincorrere ed acchiappare i fulmini in cielo ma il possente drago blu dei fulmini era stato colpito da una maledizione. Aveva perso tutto: le scaglie, la coda, le ali, le zampe artigliate, il soffio elettrico e tutto ciò che un drago aveva a disposizione. Era diventato un essere umano. Una punizione peggiore della morte, per un drago come lui che non aveva mai apprezzato gli esseri umani. Ma neppure la più crudele delle maledizioni poteva portargli via la parte più profonda di un drago: la sua anima. Zell era diventato umano ma aveva sempre la sua anima di drago, quindi la sua maledizione era resa un po' meno amara dalla consapevolezza di essere un Dragonkin.
    Nonostante la sua avversità nei confronti del genere umano, Zell aveva fatto comunque amicizia con alcuni giovani ragazzi del villaggio che lo aiutavano nei lavori agricoli e di bosco. Il Dragonkin, infatti, era proprietario di alcuni appezzamenti di campagna e di un bosco che si trovavano dietro al villaggio, verso l'entroterra.
    Aveva trascorso quel pomeriggio piovoso nell'osteria del paese assieme ai suoi amici umani, bevendo il vino dei suoi vigneti e giocando a briscola, il gioco di carte più conosciuto in paese e nel quale Zell si era dimostrato molto bravo.
    Verso il tramonto decise di rientrare a casa; una classica casa colonica che si trovava in fondo al paese. Ben bardato nella sua cerata impermeabile a tinta verde mimetica che lo copriva da testa a piedi, prese la strada principale per dirigersi verso casa, sguazzando contento i piedi nelle pozzanghere come se fosse un bambino.
    Quando passò davanti alla casa del sindaco del villaggio, vide che c'era qualcosa sotto il porticato di legno, qualcosa di grande e bianco. Il ragazzo Dragonkin era convinto che il sindaco avesse coperto qualcosa con un telo bianco per riparare dalla pioggia ma il telo aveva qualcosa di strano. In primis si muoveva e il vento era praticamente assente, in secundis aveva una forma strana e famigliare al tempo stesso.
    Spinto dalla curiosità, Zell si avvicinò di più e si accorse che il telo lo stava fissando con due occhi vispi e lucidi; il telo era un grosso animale, più precisamente un drago. Per diversi secondi, lo Zell impachettato nella cerata mimetica rimase impalato sotto il diluvio cercando di ragionare sul da farsi. Il drago non era legato nè ferito, quindi non era un trofeo da mostrare al sindaco. In quel momento, un fulmine molto vicino illuminò tutto il porticato, facendo risaltare ancora di più il drago sotto al portico, seguito da un poderoso tuono che imitava il ruggito delle possenti creature.
    Sperando che quel drago bianco lo riconoscesse come tale, Zell si avvicinò al porticato, con estrema lentezza e senza fare movimenti bruschi.
    "Pace! Non voglio farti del male! Sono un tuo fratello di specie bloccato in questo flaccido corpo bipede!" disse il ragazzo-drago entrando nel porticato e portandosi davanti al muso del drago. Anzi, ora che era più vicino Zell capì che si trattava di una dragonessa.

    Edited by ZellDragon6 - 25/12/2018, 12:36
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    Oh yeah! Appena posso mi fiondo! :zumzumzum: :zumzumzum:
  8. .
    Mi spiace ma gli unici fagiolini marroni sono quelli che ti fumi per uscire con queste frasi XD
  9. .
    Alexander 1
    Alnair 2
    Alyn 2
    Amael 2
    Asmodeus 2
    Demetra Draco 2
    Furyo 2
    Engifer 2
    Kenshin 2
    Lenrian 2
    Lyudmila 2
    Makon 2
    Maledet 2
    Miren 2
    Padme 2
    Parilin 3
    Piedino 2
    Roxium 2
    Shin 2
    Thyen 2
    Zakrina 2

    Banno Alexander e, dato che non posso salvare la cioccolata di Mephisto, salvo Parilin
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    CITAZIONE (Rectina @ 13/12/2018, 07:40) 
    Buondi’!
    Per la Role con E’riso ( la tana dei pazzi ), confermo.
    Aggiungo che dopo il 21 dicembre avrei intenzione di aprire nel Pandemonio la famosa Role con la maledizione mutaforma. Lo scrivo solo per dire che non me ne sono dimenticata, ma non ho potuto farlo finora per problemi di tempo.

    Ci vuole l'avvento di Yule (il Solstizio d'Inverno celtico) per lanciare la maledizione mutaforma nel Pandemonio! X3 :2qu6y9z: :10ckfhk:
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    L'ordine di prostarsi venne eseguito solo dalla sirena che credeva essere un salmone mentre gli altri due se ne fregarono altamente, il drago della pescheria dimostrò ancora di più la sua ignoranza non sapendo cosa volesse dire prostrarsi mentre la viverna continuò a mostrare i denti.
    Meno Zell, quindi, alzò una mano guantata verso il cielo e subito dopo caddero due fulmini violacei che colpirono due alberi alle sue spalle. Altri due tuoni e altri due schianti di legno, con tanto di schegge che volarono via ovunque. Come se non bastasse, l'elettricità si propagò poi nel terreno, raggiungendo le zampe di Aesingr e della viverna.
    "Non avete capito voi due? Prostrarsi significa inginocchiarsi davanti a me dimostrandomi sottomissione, come ha fatto lei. Disobbedite di nuovo e altri alberi ne pagheranno le conseguenze...con tutti gli animali che ci vivono dentro e nei dintorni....tutto ciò per colpa vostra!" ruggì minaccioso l'ibrido malvagio.
    Gli alberi che vennero centrati dai fulmini scagliati da Meno Zell, caddero addosso a vari animali che fuggivano impazziti, mentre una tana di tasso venne letteralmente schiacciata dal peso dell'albero caduto, uccidendone l'inquilino. Diversi scoiattoli che vivevano su quegli alberi vennero fatti alla griglia a causa della scarica elettrica improvvisa.
    L'ibrido negativo rimase sempre fermo immobile in quella posizione con la mano guantata alzata, pronto a scagliare altri fulmini distruttivi qualora il drago della pescheria e la vivernetta bambina non avessero ubbidito.

    Per l'integrità del luogo e per la fauna....prostratevi o questo pazzoide potrebbe provocare un incendio X3
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    Gilda di Petalo

    Molto semplice nella sua struttura, la gilda di petalo è il paradiso dei gladiatori; i migliori guerrieri si riuniscono sotto un unico ampio tetto, non molto distante dal porto della città, per insegnare ed apprendere allo stesso tempo in un luogo in cui è l'onore a guidare la mano.
    Il palazzo in cui avvengono gli scontri e gli allenamenti è suddiviso in piani circolari che vanno a restringersi man mano che si sale, formando una sorta di struttura conica stratificata. All'interno di ogni piano si trovano camere e dormitori, con zone di ristorazione, depositi di armature e fucine in cui infiammare il metallo delle armi per renderle pronte alla battaglia.
    Il livello più basso è quello a cui accedono i novizi appena arrivati, dove diversi maestri hanno il compito di istruire i guerrieri per permettere loro di salire ai piani superiori. Il livello di ogni maestro è altissimo, il trovarsi ad un piano inferiore non li rende meno abili o meno "importanti", anzi solitamente sono i più esperti a saper come insegnare le tecniche di combattimento più avanzate ai nuovi arrivati.
    Ogni piano ospita stanze per esercitarsi con l'arco, la spada, la lancia, i pugnali, le asce o i martelli, oltre che lezioni sulla costruzione e la manutenzione di ogni tipo di armamentario, dalla custodia di un elmo all'utilizzo della mola. All'interno di queste stanze è proibito utilizzare qualsiasi forma di magia, anche la più elementare, e chiunque venga scoperto a praticarla anche nel tempo libero rischia severamente l'espulsione da parte dei maestri. Ad ogni piano presiede un campione, un guerriero che si è distinto per la sua bravura e per la sua abilità in combattimento, variabile ogni anno per ognuno dei livelli.
    Diventare un campione comporta non solo la possibilità di accedere al piano successivo quando si vuole, ma anche alcuni privilegi amministrativi come l'organizzazione di tornei, la gestione delle attività dei maestri del proprio piano e un cospicuo premio in denaro. Il soggiorno all'interno della struttura ovviamente non è gratuito, anzi i prezzi dei livelli più bassi sono piuttosto elevati e soltanto progredendo questi diverranno molto più economici, fino all'ultimo piano dove vitto e alloggio saranno completamente gratuiti e offerti dai maestri del piano stesso.

    L'economia fra queste mura gira che è una meraviglia. Tra scommesse ufficiali e sottobanco, riparazioni di armi e cene a base di arrosti e idromele, sicuramente i soldi non mancano e si rischia di svuotare le tasche soltanto se si esagera fin da subito e non si da valore a ciò che la gilda può offrire, trascurando allenamenti e dedizione appena giunti. L'attuale Campione massimo, detentore dell'attico posto più in alto nella gilda, è un cavaliere di nome Roristen; quest'uomo, ormai sulla quarantina, si è guadagnato il titolo di Sommo poeta d'arme, poiché solito intonare versi e strofe in rima prima e dopo ogni battaglia, a volte d'esortazione al proprio avversario a volte per darsi la carica. Fortunatamente la sua supremazia non lo ha portato a montarsi la testa o a voler umiliare i più deboli, i suoi insegnamenti vengono piuttosto riconosciuti fra i migliori e molti sperano di poterlo sfidare per prendere il suo posto alle vette della gilda.
    Ogni anno, al termine della stagione del lupo bianco, si tiene un torneo che decreterà coloro che potranno salire ai livelli superiori. Questo è il momento in cui si lotta per ottenere la gloria o mantenere ciò che si è guadagnato, comprendendo se si vuol continuare a dedicare l'intera propria vita agli allenamenti e alle armi. L'evento, il Triunkesir, si svolge in sole tre notti in cui il fragore delle armi e delle urla è udibile per quasi l'intera Kerus.
    Complessivamente, questo è uno dei rari luoghi in città dove non regna il degrado e la corruzione, poiché si lotta solo per l'onore ed il desiderio di migliorare. Coloro che vengono ritenuti indegni sono facilmente allontanati e, il più delle volte, svuotati di ogni avere con metodi neanche troppo ortodossi.
     
     
    Accademia del Canto Maledetto

    Diversamente da quanto accade nella gilda dei guerrieri, l'apprendimento della magia subisce una netta distinzione nelle varie branche in cui è suddivisa.
    Tanto la magia sacra quanto quella nera vengono praticate sotto ogni più piccola sfaccettatura. Ciò che un mago farà di quello che ha appreso una volta fuori dalla gilda non è affare dei maestri, essi si limitano ad impartire lezioni che vanno dai primi passi fino agli addestramenti più estremi e pericolosi. Non vi è per un insegnante alcuna responsabilità, chiunque decida di affidarsi alle loro doti accetta il rischio di poter mettere in pericolo se stesso e coloro con cui entrerà a contatto dentro e fuori l'accademia.
    -Raisen: maestro d'alterazione, tra i maghi di Kerus è certamente il più rinomato. Agisce sempre allo scoperto, e con la sua esperienza pluridecennaria è riuscito a trasformare la sua passione per la scultura in un connubio perfetto tra magia e arte manuale.
    -Sovenyr: bizzarro mezz'elfo maestro di psichemansia, nonostante la sua specializzazione è tutto fuorché un uomo subdolo e ingannevole. Ha la particolarità di praticare la magia solo all'interno dell'accademia e invita i suoi allievi a fare lo stesso, si dice che solo nel trovarsi in pericolo faccia utilizzo delle sue eccellenti capacità mentali per difesa personale. Si disinteressa degli affari altrui e si preoccupa solo di se stesso e dei propri amici più stretti, la sua più nota passione è la prestidigitazione. All'interno dell'accademia è anche insegnante di potenziamento.
    -Kirana: affascinante ragazza, misteriosa ed indecifrabile. I suoi insegnamenti vertono prevalentemente sulla magia di trasformazione, ma si è dimostrata più volte molto abile anche con la psichemansia. Raramente si dedica all'insegnamento, e altrettanto raramente passa più di due o tre giorni consecutivi all'interno della gilda.
    -Conglas: uno di quei vampiri che mostrano 20 anni e ne nascondono 150, abile investigatore ed ottimo oratore. Maestro sia di magia sacra che di magia nera, si considera il più potente dei maghi di Kerus e per estensione dell'intera Kengard. Detesta la magia d'evocazione; la considera la magia dei codardi, in quanto tiene l'utilizzatore troppo distante dal proprio avversario.
    -Geha: fratello di Sovenyr, ma non dotato del suo stesso talento nel campo delle illusioni. La sua branca è invece quella della magia spirituale, che pensa lo avvicini, a livello mentale ed energetico, ai draghi che tanto adora. Li venera come la più stupefacente e possente delle creature, siano questi teneri cuccioli o dragoni millenari ed indipendentemente dalla razza a cui appartengono, purché sappiano dominare un elemento. Egli è anche insegnante d'evocazione.

    Ogni ala dell'accademia, situata a qualche chilometro dal Nido di stelle, possiede tutto ciò che può servire alle diverse specializzazioni magiche; da fantocci di legno a tavoli alchemici, da librerie di trenta piani a laboratori di sperimentazione e d'incantamento.
    Alcuni prigionieri di Kerus vengono utilizzati come cavie, o più semplicemente come "sacchi da pugilato per gli incantesimi". Ogni organismo reagisce in maniera diversa a magie e ad incantesimi, quindi più materia vivente c'è a disposizione e più gli studi possono espandersi.
    A differenza di quanto si possa pensare, le dimensioni della struttura sono abbastanza ridotte. Alcuni dormitori scendono sotto terra, altri si portano fra le case degli abitanti e ben poco viene nascosto alla luce del sole, eccezion fatta ovviamente per alcuni esperimenti non proprio gradevoli alla vista. Barriere magiche sono state erette nella maggior parte delle stanze, affinché possibili disastri non coinvolgano la città circostante. Le misure di sicurezza vengono considerate così efficaci da aver convinto sia gli apprendisti praticanti che i cittadini di non aver nulla da temere, ma qualche macello a volte è inevitabile e, in tali casi, le lamentele non tardano ad arrivare.
    All'interno non vi sono fazioni o gradi di difficoltà. Ogni insegnamento comprende una vasta possibilità di scelta, che va dalle basi alle abilità più complesse. Chiunque, se se ne sente in grado, previo pagamento può iniziare anche dai livelli più alti ed apprendere solo ciò che ritiene utile per i propri scopi.
    Oltre alle "classiche" lezioni di magia, si possono tenere o partecipare ad alcune conferenze su come applicare gli incantesimi più complessi nella maniera più semplice anche nella vita reale. Altre conferenze possono riguardare l'utilizzo delle erbe curative in ambito alchemico, la creazione di alcuni fra i più pericolosi veleni e la fabbricazione di pozioni dai più disparati effetti.

    L'accademia si dirama in lunghi corridoi e ampi stanzoni sotterranei, con lunghe scale che conducono verso il basso, ogni ala è adibita ad un insegnamento. Vi sono anche diverse sale comuni in cui ritrovarsi per chiacchere, scambi di appunti e serate di delirio, oltre alle sale per i banchetti e per intrattenersi in particolari giochi d'abilità resi molto interessanti da un pizzico di magia. Non mancano gli scambi fra le diverse discipline nelle sezioni centrali della scuola, situate in superficie, anzi probabilmente sono proprio quelli i momenti di maggior attività. Ovviamente non sempre le cose finiscono in maniera pacifica.

    Ognuna delle branche magiche è rappresentata da un vessillo, una sorta di bandiera a sfondo nero che abbraccia tutti coloro che si sono riuniti in una grande famiglia dedita ad una delle otto magie.
    -La famiglia dei maghi d'alterazione, la magia più utilizzata e richiesta all'interno della scuola, scende sotto il livello del suolo come tutte le altre e si dirige in direzione sud est è contrassegnata da uno Zaffiro bianco;
    -La famiglia degli evocatori, i maghi meno numerosi nell'accademia, scende in direzione est ed è rappresentata da un Occhio rosso, detto anche Il cerchio;
    -La famiglia degli psichemanti scende a nord est, lo stemma che la contraddistingue è il Manto buio o Il mantello;
    -La famiglia dei maghi neri scende invece verso nord, la loro bandiera è lo Scettro del crepuscolo;
    -La famiglia della magia spirituale scende a nord ovest, ed è rappresentata dal Candelabro dei cinque elementi, chiamato anche Il pentacolo;
    -La famiglia dei maghi del potenziamento scende in direzione ovest, come simbolo porta il Maglio d'argento;
    -La famiglia della magia di trasformazione scende verso sud ovest, portando il vessillo del Camaleonte d'antracite, o più semplicemente Il camaleonte;
    -La famiglia della magia sacra, infine, scende in direzione sud ed il suo simbolo è una Piuma d'oro.


    Edited by Aesingr - 2/1/2019, 02:20
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    Sì, tutti sanno che io sono Zell, maaaa...finalmente Zell è reale...più o meno.... :zumzumzum: :zumzumzum: :zumzumzum: :10ckfhk: :10ckfhk:

    Questa storia è iniziata qualche mesetto fa, durante la fiera del fumetto a Pordenone vidi tra gli stand un ragazzo ed una ragazza che avevano un banchetto con diversi draghi molto belli. :zumzumzum: :zumzumzum:
    Come sapete sono un tipo timido, ma quando si ha anche fare con draghi e simili mi fiondo, così attacco bottone con i due ragazzi, chiedendo loro se i draghi sono fatti a mano, se si possono commissionare e se si possono farli personalizzati. Detto fatto, sono andato sull'argomento Otherkin, su forma draconica, fursona, argomento che i due ragazzi ne erano totalmente estranei. :Vashnarak: Così ho spiegato loro che vorrei la scultura della mia forma draconica, a cui ci tengo molto e loro mi rispondono che è cosa fatta, è sufficiente mandare un disegno di riferimento. Così, ci siamo scambiati i contatti e ho spedito per email i disegni di Zell fatti da me e da Hawke, in modo da avere più dettagli possibili.
    Ho dovuto aspettare un po' di tempo per il lavoro ma finalmente dieci giorni fa, nella mia casella mail sono arrivate le foto del lavoro finito, pronto per essere spedito. Non vi dico la mia reazione quando ho aperto gli allegati....se non mi è venuto un colpo, non mi verrà più... :2qu6y9z: La scultura rappresentava in tutto e per tutto Zell, il mio drago...una vera opera d'arte che vale molto per me. Pagato tutto (70 euro di lavoro più 10 di spedizione) con la mia carta, finalmente lo Zell parte dal Veneto per il Friuli-Venezia Giulia.
    Ieri pomeriggio, durante una piovigginosa giornata di novembre, il campanello suona e io mi fiondo giù dalla mansarda quasi volando. Vado incontro al corriere tutto contento come se fosse il mio moroso ed agguanto il grande scatolone, poi risalgo le scale cercando di non fare prendere troppa acqua al prezioso bottino (guarda malissimo Aesingr per la pioggia), entro in casa dribblando mio padre che osserva abbastanza basito lo scatolone cubico chiedendomi cosa ci fosse dentro. La mia risposta è stata un innocente "nieeente, una cosetta per me" :10ckfhk: :10ckfhk:
    Una volta al sicuro nella mia mansarda, inizio ad aprire con molta delicatezza il tesssssssssoro e....

    DSCN1018 DSCN1020 DSCN1031 DSCN1014 DSCN1015

    :zumzumzum: :zumzumzum: :zumzumzum: :zumzumzum: :zumzumzum: :2emlg0p: :2emlg0p: :1zxb9rs: :1zxb9rs: :1zxb9rs:
    Ecco lo Zell!!!!!!!

    Le misure sono: 52 cm di lunghezza, 41 di altezza fino alle ali, 37 di massima apertura alare.
    Ad un prezzo modico di 70 euro, per me questa scultura di Zell vale molto....ecco perchè ho messo una discussione a parte apposta per lui e non infilarlo nella collezione con la doppia Z di Zell... :10ckfhk: :10ckfhk:

    Eeeeeee che ve ne pare? :1zxb9rs: :1zxb9rs:
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    Ma va, te puoi aggiornarla la scheda XD E non ti preoccupare... io ho potenziamento comprati al botteghino mesi fa che non ho mai utilizzato ^^"
  15. .

    Engifer
    per gli amici (che non ha) Ginger

    Beppeturbodama

    Specie:fata coboldo
    Sesso: femmina
    Età: sconosciuta
    Elemento: veleno

    Aspetto fisico:
    "Engifer” è piccola di statura (non supera 1,50cm) e minuta. Gli occhi sono sottili e color ghiaccio contornati da folte ciglia. Lo sguardo è per lo più cupo e torvo; se necessario riesce ad essere più malizioso rivelando la sua natura fatata. Le labbra piccole e carnose sono perennemente imbronciate (nessuno pare averla mai vista ridere). Ha i capelli rossi come lo zenzero, da cui il nome, e mossi. Il più delle volte preferisce tenerli legati in malo modo lasciando che alcune ciocche le coprano il volto. Quest’ultimo mostra i segni della sua doppia natura; infatti, come anche altre parti del suo corpo, è in parte ricoperto da squame color verde smeraldo che risaltano sulla pelle altrimenti diafana. La corporatura all’apparenza esile e delicata nasconde invece fasci di nervi e muscoli pronti a scattare in ogni istante. Non si può certo dire che il suo corpo sia attraente dal momento che le forme sono poco accentuate. Alcune fonti (non meglio specificate) insinuano che abbia una sottospecie di coda da rettile che però non ha fatto in tempo a svilupparsi.

    Vestiario: preferisce abiti leggeri, comodi, aderenti. Il minimo indispensabile per coprire il suo aspetto e non intralciare i suoi movimenti. Al 90% indossa una giacca con un cappuccio, pantaloni e stivali. In ogni capo che indossa ha la premura di crearsi delle tasche e dei foderi per inserire le sue armi. Al fianco porta un astuccio in cui vi è il necessario per preparare i veleni, alcune pomate, garze, monete.
    Armi: pugnali, cerbottana, veleni in diversi formati.

    Carattere:
    Poco socievole, cinica e caustica. Non si aspetta nulla dal mondo, dal momento che questo non le ha mai dato nulla. Osserva attentamente tutto ciò che la circonda e analizza sempre la situazione prima di agire: ciò l’aiuta ad essere un’assassina più che qualificata. Nel profondo rabbia e gelosia nei confronti di chi è felice, perché ritiene che la pace e la gioia le siano precluse per sempre. Non ha amici o parenti. Ha solo se stessa. Odia il suo aspetto e per questo evita tutte le superfici in cui questo si possa riflettere.
    Ostenta sicurezza in tutto iò che fa ma non in ciò che è.
    Avrebbe bisogno di una possibilità.


    In Battaglia:
    Potere speciale: Sconosciuto
    Ancora non si sa ancora quale sia, pare che sia legato al suo
    vero nome

    Tecnica I: Belladonna
    usata soprattutto per reperire informazioni, le permette di confondere i sensi del suo avversario attraverso un profumato miasma dagli effetti tossici ed allucinogeni; il suo aspetto, agli occhi del bersaglio, apparirà distorto grazie agli effetti ammalianti e inibenti del profumo che indurranno un breve stato di confusione e annebbiamento nella sua mente.
    (gli effetti durano 2 post)

    Tecnica II: Costritio
    usata soprattutto durante le torture e le intimidazioni, può essere altresì fatale se in ingenti dosi poiché provoca dolorose contrazioni muscolari fuori controllo. Il veleno, prodotto dalle sue mani, può sia impregnare punte di freccia, che di spada o pugnale. Per entrare in circolo ed avere effetto necessiterà di almeno qualche minuto (un post), gli effetti si protrarranno per un massimo di tre minuti se non si riuscirà a sbarazzarsene o a iniettarsi un tempestivo antidoto (due post).

    Tecnica III: DeBoia
    Se entrerà a contatto con il sangue della vittima, un'arma imbevuta con questo veleno potrà aumentare la densità del fluido indurendolo e rendendone difficile ed impedito il flusso. Questo causerà forti dolori, difficoltà di respirazione e, se iniettato in grandi quantità ed in prossimità di organi vitali, può portare il soggetto allo svenimento e conseguentemente alla morte (almeno 10 post, ma solo se il contatto tra il veleno e il sangue sarà di almeno due post).


    Storia:
    Io sono nessuno. Io sono la tua ultima speranza tra la vita e la morte. Mi chiamano Engifer. Sono nata dal rapporto tra una fata della Corte e un coboldo. Pare che il re delle fate non abbia tollerato l’affronto (mia madre era una Preferita) e che per questo mi abbia punito. Sono stata derisa per il mio aspetto “abominevole”, mi sono state strappate le ali ed infine mi hanno esiliato a Kengard. Ad accogliermi c’era solo un uomo, maestro Mòsel, che mi ha insegnato come combattere, come sopravvivere. Egli mi ha raccontato, inolt e, la mia storia dal momento che io non ho nessun altro ricordo se non del dolore e della
    rabbia, profonda e accecante. Mi ha procurato i primi lavori da
    mercenaria. Uccidere mi fa sentire forte, combattere mi dà soddisfazione. Il momento che preferisco è quello in cui vedo la
    consapevolezza della fine inevitabile negli occhi della mia preda.
    Certo, anche la caccia è piuttosto divertente. Non sempre la gente commissiona morte però…si accontentano di informazioni, furti, rapimenti, mutilazioni, torture. Il fatto che siano disposti a pagare
    tanto per i miei servigi rende l’idea di quanto sia marcio il mondo e come non ci si possa fidare di nessuno.
    Io sono nessuno. Posso camminarti affianco e non mi noteresti. Sempre che tu non sia un mio obiettivo. Anche in quel caso potresti non
    accorgerti di me. Non mi importa chi tu sia, cosa tu abbia fatto, perché mi abbiano fatto una richiesta. Eseguo, non mi interessa nient’altro.
    Non ho legami. Mòsel è mio informatore…sa che gli conviene avermi
    amica…non ha nulla da insegnarmi…l’ho quasi ucciso solo per fargli capire quanto per me possa essere facile. Purtroppo è passato un anno da quando ho perso le sue tracce. Ha lasciato solo un biglietto in cui mi ha ordinato di ricordarmi il mio nome. Sono alla sua ricerca. Sto iniziando a fare sogni strani.
    Io sono nessuno. Nessuno. Nessuno. Nessuno.
    Allora…qual è il mio nome?



    STORIA IN GAME
    Linka qui le role che ha fatto il personaggio.

    Scheletro scheda by
    Dekken.


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    Edited by Aesingr - 1/6/2020, 23:15
188 replies since 13/4/2018
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